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Autore: la_pazza_di_fantasy    20/09/2020    0 recensioni
Rakan e William sono sposati da anni, ma nessuno dei due conosce l'identità dell'altro ed entrambi vivono nel proprio regno.
Rakan ha avuto due gemellin da William e i bambini sono stati divisi. Raphael vive con William mentre Ezreal con Rakan.
Taric ha tutte le intenzioni di tenere Rakan e William separati, ma qualcosa andrà storto.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
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-principe Ezreal potete aprire questa porta per favore?- chiese uno dei servitori del palazzo di Lagash mentre il principe Ezreal era poggiato con tutto il suo peso alla porta che non aveva minimamente intenzione di aprire. Si era rinchiuso in quella stanza e li voleva stare, possibilmente da solo.
-vattene- gridò il ragazzo che sapeva perfettamente che quell’uomo era stato mandato da suo padre e quindi non se ne sarebbe andato senza un ordine ben preciso.
-vostra altezza per favore, non potete rinchiudervi qui dentro ogni volta che litigate con vostro padre- insistette ancora un po’ l’uomo.
-io faccio ciò che voglio. Ora andatevene- continuò Ezreal che sospirò di sollievo quando si accorse che il servitore aveva fatto quello che aveva detto.
Il biondo si lasciò scivolare restando sempre di schiena rispetto alla porta. Era stanco di litigare con il padre per qualunque cosa. Ezreal si sentiva addosso il peso di non essere quello che il padre voleva, a partire dai sui capelli biondissimi che stonavano terribilmente con quelli della sua famiglia e del suo regno visto che tutti avevano colori scuri.
Suo padre alla fine era stato costretto a spiegargli perché aveva quei colori che stonavano così tanto in quel regno. Suo padre, il re Rakan di Lagash, era stato costretto da Taric a sposare un uomo che non conosceva solo perché il padre aveva un debito nei confronti di Taric. Rakan aveva accettato il tutto anche perché Taric aveva scoperto anche uno dei segreti più grande della casata reale di Lagash: ogni principe poteva avere un figlio anche senza sposarsi con una donna. Era un segreto che tutti i re e i principi avevano custodito gelosamente per generazioni e sarebbe anche rimasto segreto se suo nonno non avesse avuto la buona idea di rivelarlo a Taric per estinguere il suo debito e facendo andare di mezzo suo figlio.
Ma la cosa che faceva sentire inutile il povero ragazzo era il fatto che sapeva che suo padre non aveva avuto solo lui da quel matrimonio. Aveva un gemello e sapeva anche che erano stati divisi proprio il giorno della loro nascita da Taric. Ezreal dentro di se sapeva che il padre preferiva l’altro figlio, quello che gli era stato strappato dalle braccia, a lui e lo vedeva ogni giorno quando vedeva la tristezza nello sguardo del padre.
Molte volte si era chiesto perché Taric aveva preso proprio il gemello e non lui. Avrebbe risolto tantissime cosa se fosse stati invertiti.
La cosa peggiore era vedere la delusione nello sguardo del padre quando non riusciva a dominare il suo potere, o quando ci riusciva durava davvero poco e si sentiva come se le sue forze l’avessero definitivamente abbandonato. Eppure, per quanto diceva il padre, trasformare gioielli in armi non richiedeva molte energie e dopo aver detto quelle parole mostrava al figlio come riuscisse perfettamente a trasformare uno dei suoi bracciali d’oro in una bellissima lancia.
Il principe guardò l’anello d’oro che aveva al dito. Quello era il regalo che gli aveva fatto il padre ai suoi dieci anni. Quello era la sua arma, come per il padre lo erano i due bracciali d’oro, ma lui non era mai riuscito ad usarla. Ci aveva provato qualche volta senza lo sguardo del padre addosso e non ci era riuscito sentendosi completamente inutile. Dove cazzo era finito il potere che doveva avere dalla nascita essendo parte della casata reale?
Il ragazzo in un moto di rabbia, visto che poco pria aveva discusso con il padre proprio della sua scarsa capacità, si tolse l’anello e lo lanciò. Lo sentì rimbalzare per la stanza e alzò lo sguardo per capire dove fosse finito, ma non lo vedeva già più e ne fu felice.
Si alzò e spolverandosi i pantaloni di lino si incamminò verso la grande finestra all’interno di quella che era la sua camera. Posò le braccia incrociate sul davanzale e guardò l’enorme città, quella che sarebbe diventata la sua città. Città che poteva vedere solo dal palazzo visto che suo padre non l’aveva mai fatto uscire da quelle mura per non si sa quale problema, molto probabilmente per i suoi capelli visto che gli occhi erano identici a quelli del padre.
Il biondo sospirò nuovamente facendo per stendersi sull’enorme letto, ma un movimento diretto al palazzo lo fece desistere e guardare meglio l’uomo che si stava dirigendo proprio verso il palazzo. Lo guardò meglio e gemette di frustrazione quando si accorse che era Taric. Cosa voleva adesso quell’uomo?
Nemmeno il tempo di pensare ciò che sentì qualcuno bussare alla porta.
-prima che mi mandi via come hai fatto con il servitore prima ti avverto che è arrivato Taric e vuole la tua presenza- disse la voce profonda di Varus, il generale dell’esercito di Lagash e unico, oltre a suo padre, che non gli parlava con referenza.
-arrivo- disse il ragazzo che sapeva perfettamente di non poter fare niente per evitare quell’inferno. Quindi uscì subito dalla sua camera sistemandosi la tunica azzurra che indossava sopra ai pantaloni, come voleva la tradizione del suo regno, e incrociò lo sguardo nero pece dell’uomo prima di incamminarsi verso la sala del trono.
-potreste cortesemente smetterla di litigare entrambi? Poi soffrite in due- disse prontamente il moro affiancando Ezreal che rispose con un’alzata di spalle. Era suo padre che iniziava e doveva essere lui a cercare di risolvere le cose.
In poco tempo arrivarono nella sala del trono e Ezreal non rivolse nemmeno uno sguardo al padre che di sicuro era seduto sul trono dorato, ma guardò negli occhi Taric che stava sorridendo cosa che non prometteva nulla di buono secondo il biondo.
-è un piacere vedere come siete fatto grande- disse l’uomo e Ezreal sentì chiaramente un ringhio provenire dalle labbra del padre.
-grazie- disse semplicemente il biondo deciso a fare in modo che il padre non fosse nella camera.
-sono qui perché è stata organizzata una caccia con tutti i figli dei vari re e partecipano tutti, voi non potete assolutamente mancare-
-ci sarò non vi preoccupate- rispose Ezreal, sapeva che non poteva essere qualcosa di buono (soprattutto se organizzata da Taric) ma voleva andarsene da quel posto. Era stato rinchiuso nel palazzo per troppo tempo e la sua pelle era così terribilmente pallida in confronto a quella del padre, che era ambrata, e di tutta la popolazione di Lagash.
-benissimo, domani vi manderò la carrozza che vi porterà alla caccia- disse l’uomo che così com’era arrivato se ne andò.
-è una trappola Ezreal- disse Rakan arrivando di fronte al figlio.
-lo so e non mi interessa sono stufo di stare rinchiuso qui dentro- rispose a tono il ragazzo.
-non pensi alla tua vita? Quello ti vuole morto poco ma sicuro e io non voglio perderti- Rakan aveva alzato la voce aveva davvero paura di perdere anche l’altro figlio.
-a te non è mai importato niente di me quindi questa falsa preoccupazione non mi fermerà- e così dicendo Ezreal uscì dalla sala lasciando un solo e sconcertato Rakan.

 
   
 
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