Questa
storia partecipa al contest “La prima volta al primo anno” indetto da Artnifa sul forum di EFP.
UN MAGO
NORMALE…………………….………
PERCIVAL SILENTE
FINISCE AD AZKABAN!
Non ha gradito
gli scherzi fatti alla figlia. Questa è la giustificazione che
Percival Silente ha mosso durante il suo processo di fronte all'intero
Wizengamot. Vendetta, dunque, o un forte credo alla supremazia dei Maghi?
Noi de La Gazzetta del Profeta non lo sappiamo per
certo, ma quello che possiamo dire è che uno scherzo non dovrebbe portare alla
morte. La nostra solidarietà va alle famiglie dei tre ragazzi babbani,
brutalmente assassinati da Percival Silente.
La sua nuova camera
da letto era brutta e rumorosa.
Albus ci aveva messo
piede la mattina di un ancora troppo afoso 31 Agosto (era davvero impossibile
che in Inghilterra facesse ancora così caldo dopo la fine di luglio) e non ne
era uscito più, nemmeno quando era stato chiamato per pranzo o cena. Aveva
trascorso l’intera giornata steso sul pavimento impolverato e puzzolente,
alternando lo sguardo tra il soffitto che perdeva pezzi d’intonaco e i bauli
ancora da disfare.
Solo quando il cielo
era diventato scuro e il resto della sua famiglia era andata a letto (lo poteva
capire dall’insolito silenzio che piombava in casa), Albus si era messo in
piedi svogliatamente per preparare il baule per il suo primo anno nella Scuola
di Magia e Stregoneria più prestigiosa del mondo.
Aveva ricevuto la
lettera d’ammissione all’inizio del mese e solo allora ogni giorno vissuto aveva
finalmente ottenuto un senso d’esistere. Ne era stato talmente entusiasta che
si era precipitato in fretta e furia a dirlo ai suoi genitori; li aveva
trovati, come sempre, impegnati a placare la magia incontenibile di Ariana e
soltanto quando sua sorella si era decisa a tornare in sé e si era recata in
camera sua per leggere un libro, Albus aveva potuto condividere la notizia con
i genitori. Kendra e Percival si erano mostrati
davvero orgogliosi del loro primogenito e anche se non avevano mai, proprio
mai, messo in dubbio le doti del giovane Albus accettato anche da Hogwarts.
Albus cominciò ad
aprire i bauli e a svuotarne il contenuto sul pavimento senza troppa enfasi.
Non era semplicemente annoiato dal dover preparare le valigie; era arrabbiato.
A undici anni non doveva sentirsi così. Era stufo di dover essere diligente,
responsabile, autonomo e più maturo per la sua età.
Sbuffando, il ragazzo
recuperò la lettera d’ammissione, l’aprì e l’osservò con rabbia e tristezza: solo
pochi giorni prima aveva potuto leggere l’entusiasmo negli occhi di suo padre
Percival, e invece ora… il ragazzo appallottolò il foglio, avendo cura di
stropicciarlo per bene, e lo gettò sul fondo di un baule vuoto. Alla rinfusa,
in valigia lanciò pure un paio di pigiami di seta, tutta la biancheria che
aveva (inclusi i calzini bucati a cui era troppo affezionato per buttarli nella
spazzatura), i libri di testo e tutto l’occorrente per frequentare i vari corsi
scolastici (come i guanti e il kit da pozionista per principianti). Ci impiegò
circa mezz’ora e quando ebbe finito tornò a stendersi sul pavimento ad occhi
chiusi, nella speranza che la notte trascorresse quanto più velocemente
possibile.
L’indomani arrivò e
Albus, contento di poter andar via, si svegliò di buonumore. Dopo un bagno
rilassante, il ragazzo trascinò al piano inferiore il baule e lo posizionò sull’uscio
della porta prima di sedersi sopra ad esso.
«Sei sicuro di non
voler fare colazione?»
«Sì, madre, grazie.
Sono sicuro. Non ho fame.»
La donna sospirò e
rivolse uno sguardo amorevole al suo primogenito, poi gli accarezzò dolcemente
una guancia. «Il mio Albus si è fatto grande! Oh, Albus, tuo padre… lui…
sarebbe così fiero di te… e invece…» farfugliò Kendra
prima di mordersi un labbro. Doveva trattenere le lacrime: l’impiegato del
Ministero che doveva accompagnare Albus a King’s
Cross sarebbe arrivato a breve e non poteva farsi vedere in quello stato. «Beh,
Albus… fai attenzione.»
Il primo settembre
del 1892, salire sul treno per Hogwarts non era stato facile per Albus Percival
Wulfric Brian Silente. I Nati Babbani avevano paura
del cognome inciso sul suo baule mentre i maghi appartenenti alle grandi
famiglie magiche da generazioni si dividevano in due fazioni: da un lato
c'erano quelli che volevano stargli alla larga per il crimine commesso da suo
padre, dall'altro quelli che volavano avvicinarlo pensando che avesse le sue
stesse idee sulla purezza del sangue. Riuscito a divincolarsi e ad eludere i
vari curiosi, Albus si lanciò alla ricerca di uno scompartimento non troppo
affollato in cui viaggiare con tranquillità e ne trovò uno quasi vuoto al
centro del treno. All’interno vi era seduto solo un ragazzo dall’espressione
spaurita che sobbalzò appena la porta si aprì.
«Ciao, posso sedermi
qui?»
«C-c-c… c-certo.
S-sì.»
«AHAHAHAH! GUARDATE,
C’È VAIOLO DODGY! SFIGATO!» urlò uno studente di passaggio. Alcuni suoi amici,
che lo seguivano, risero. Albus si limitò a lanciar loro un’occhiataccia prima
di entrare e chiudere lo sportello.
Il ragazzino, dopo l’offesa,
affondò la testa nel mantello, come a voler nascondere qualcosa di brutto che aveva
sulla faccia.
«Non dargli retta.
Sono tutti degli idioti.»
«H-hanno ragione… io
ho avuto il Vaiolo di Drago. Devo avvisarti per forza, sai, nel caso in cui…»
«E sei guarito?»
«Sì. Sono stato al San
Mungo e sono guarito.»
«Ma è fantastico. Sei
praticamente un miracolo… sai quanti maghi sono morti per il Vaiolo di Drago? Si
pensava non ci fosse una cura!»
Il ragazzo gli
sorrise. «Io mi chiamo Elphias Doge.»
«Io sono… Albus
Silente.»
I due si lanciarono
uno sguardo che valeva più di mille parole gettate al vento: uno era un ragazzo
timido, sfregiato da una malattia aggressiva, l’altro era il figlio di un
galeotto in lotta contro i pregiudizi e con un cognome troppo pesante da
portare. Ma in quello scompartimento, nonostante le stranezze e le paure, l’uno
vedeva l’altro soltanto come un mago normale.
NDA…………………….………
Era tanto tempo che non
partecipavo ad un contest e quando ho visto questo, beh… ho pensato che sarebbe
stato divertente parteciparvi. Normalmente scrivo sulla Nuova Generazione e l’ho
trovata una buona opportunità per cambiare un po’ ed esplorare un altro lato
del fandom.
Spero vi sia piaciuta…
e anche se non l’ha fatto, grazie a tutti per aver letto fin qui.