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Autore: PrimbloodyBlack    24/09/2020    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Skye faceva parte di una della famiglie più importanti del regno. Suo padre, braccio destro del re, l'aveva educata ad una vita di sfarzo e lusso. Tutto ciò che voleva era suo, le bastava solo chiedere. Ma l'unica cosa che lei voleva era l'unica che non gli era concessa. Essere libera.
Dopo la morte della madre Margaret, il padre sprofondato nella depressione, aveva riposto tutto il suo amore morboso verso la figlia. La teneva chiusa nell' enorme dimora impedendole di uscire e quindi di cercare marito. Aveva ormai raggiunto i diciassette anni ed ogni donna della sua società aspirava ad uno sfarzoso matrimonio. Ma a lei fu negato anche di amare. Tentò più volte di fuggire ma sempre in vano.
Solo una volta si era avvicinata alla libertà ma un incontro alquanto magico aveva cambiato tutto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I wanna hold you 
till the break of dawn
Hear the crickets sing a
riverside love song

-Randy Houser

 

Si svegliò al suono dei passi dietro la sua porta. Era confusa inizialmente, poi si ricordò che Anaan l'aveva informata che il gruppo di guerrieri, dopo un giorno libero con le proprie famiglie, sarebbero tornati ad occupare le camere. La vecchia donna le aveva raccontato che erano stati via per più di due settimane alla ricerca di un gruppo di ribelli nell'est, ma una volta trovati erano già stati tutti uccisi.

Stava dormendo di fianco, con il viso rivolto verso la finestra. C'era così tanta luce nella stanza che le ci volle un minuto per abituarsi ai fasci di luce che le colpivano gli occhi. Quando provò a girarsi dall'altra parte non ci riuscì. Aveva un braccio intorno alla vita che la teneva stretta, e che quando si muoveva leggermente la stringeva di più. In quel momento realizzò e sorrise chiudendo gli occhi nuovamente. Poteva sentire la sua fronte contro il collo e il suo respiro caldo sulla pelle, il suo petto nudo contro la schiena e le sue gambe intrecciate con proprie. Non voleva alzarsi, non voleva muoversi affatto. Ma poi sentì un lieve cambiamento nel respiro di Thalia, che si lasciò sfuggire un lieve mormorio. Aveva appena alzato leggermente la testa. Era sveglia. Skye smise di fingere e si voltò velocemente per guardarla. Thalia sbatté le palpebre ancora e ancora come se il suo corpo le stesse dicendo di addormentarsi ma lei glielo stava impedendo. Skye sorrise per la faccia scontrosa e assonnata che stava facendo, e premette un veloce e leggero bacio sulle sue labbra.

"Svegliati!" esclamò.

"Zitta!" protestò, serrando gli occhi e premendo metà faccia contro il cuscino, "Sono stanca," mormorò con voce roca, "ed è colpa tua."

"Sì, dai la colpa a me," le disse per poi darle un debole pugno sullo stomaco. Lei si raggomitolò su se stessa per il dolore ma aveva comunque un sorriso sul volto.

"Grazie, ne avevo davvero bisogno."

"Non esagerare," rise, "o sei davvero così rammollita?"

"Smettila di provocarmi!" si lamentò, "Stai diventando una stronza,"

"Mi dispiace," disse sarcastica.

"Fottiti," replicò, ma se ne pentì subito dopo. Skye alzò un sopracciglio e le sorrise con una tale malizia che capì subito cosa stava per dirle. "SMETTILA!" le urlò spingendola via. "Da quand'è che sei così? Diamine!"

"Va bene, va bene," si riavvicinò, "non dico niente."

Si guardarono per un attimo, Thalia con il suo viso ancora segnato dal sonno, e Skye con i suoi occhi vispi. Le mise un braccio intorno alla vita e con un sorrisetto iniziò a tracciare con le dita la pelle. Poteva sentire ogni cicatrice e ferita che non era ben guarita, ogni muscolo. Fece tutto questo mentre la guardava chiudere gli occhi e addormentarsi di nuovo.

"Ti amo." sussurrò, "Sei stata brava, grazie."

La teneva stretta, con entrambe le braccia intorno alla schiena. Appoggiò la testa contro il suo petto e si riaddormentò con i rintocchi del suo cuore.

Si svegliarono entrambe con il persistente bussare della porta. Si guardarono disorientate, ancora mezze addormentate. Si girarono verso la porta che sembrava pronta a cadere giù sotto la forza di quei pugni che la colpivano.

"E' ora di pranzo," gridò Anaan con la sua voce raschiosa. 

Thalia si lasciò scappare un lamento disperato affondando di nuova la testa nel cuscino, "Voglio dormireeee..."

"Arriviamo!" gridò Skye.

"Nooo..." continuò Thalia, con la sua voce ovattata dal cuscino.

"Dai," la incitò, ma la lupa continuava a rimanere nelle calde coperte. Skye si alzò, dirigendosi come un fulmine verso l'armadio combattendo il freddo. Ancora non si spiegava perché non ci fosse un camino in ogni camera ma solo in salotto e in cucina. A quanto pare uno di questi giorni morirò di ipotermia. Prese i vestiti necessari e entrò in bagno. Una volta sistemati i capelli decentemente e vestita, alzò gli occhi al cielo vedendo Thalia ancora tra le calde e comode coperte. E poi le venne un idea. Si avvicinò con un ghigno sul volto e a passa felino. Ancora non indossava le scarpe e le rimaneva facile non fare rumore. Una volta lì, afferrò le coperte e con forza gliele sfilò via. "Forza!" esclamò ridendo. L'altra urlò rotolandosi nel letto. Finalmente aprì gli occhi, ora più svegli che mai. La guardò minacciosa, ma i suoi capelli completamente arruffati e il broncio che aveva fecero l'effetto opposto. Skye scoppiò a ridere e la invitò, anzi, costrinse ad alzarsi prendendola per le mani.

"Va bene, va bene," ripeté, "dammi qualche minuto." disse grattandosi la testa e impigliando ancora di più quel cumulo di capelli bianchi.

"Oggi ci saranno anche gli altri," disse ricordandoglielo, "fatti vedere socievole."

"Sarò socievole solo se non c'è quel Goblin." disse dal bagno. "E poi io sono socievole," ribatté come se Skye avesse accennato al contrario. 

Skye la guardò pettinarsi i capelli con una spazzola in legno. I suoi movimenti erano violenti e scattosi. Skye sapeva quanto Thalia odiasse quei capelli ed era palese che non le importava se quel continuo tirare le faceva male, lei stringeva i denti e continuava.

"Voglio tagliarli," disse poggiando la spazzola sul lavandino con violenza.

Skye le si avvicino, poggiò il mento sulla sua spalla e le circondò il collo, "No che non vuoi," poi lasciò una mano scivolare sul suo braccio, le toccò la mano e le prese la spazzola, "Faccio io." Prese delle ciocche di capelli e delicatamente cominciò a districare ogni minimo nodo. "Magari puoi farti le treccine." propose, "Te le ho viste fare molte volte, non tutti i capelli, ma ti stavano comunque bene."

"Forse, ci penserò," disse prendendo tutti i capelli e mettendoli sul lato sinistro, "Per adesso mi faccio la solita treccia."

Una volta uscite dalla camera e arrivate in cucina, il tavolo era già riempito di cibo, e tutti seduti pronti a mangiare. Quando le videro arrivare, tutti i ragazzi si girarono, incuriositi nel vedere le due nuove aggiunte al gruppo. La maggior parte di loro sorrisero, gli altri erano solo scocciati perché ancora non avevano addentato nulla. C'era anche Aruel e fortunatamente per Thalia non c'era alcun segno della presenza di Amon Hok. Il fratello aveva tenuto due posti liberi per loro due, e Skye si sedette tra la lupa e Dickens, mentre Thalia era ancora a disagio nello stare acconto a Aruel. La prima cosa che fece fu schiarirsi la voce, per poi salutarlo con un cenno. Anche Hector era presente al pranzo, sempre con il suo sguardo impassibile.

"Finalmente," ruppe il silenzio Annan, "Pensavo di dover buttar giù la porta." C'era della seccatura nella sua voce, ma il sorriso che fece dopo era più che esaustivo. "Buon appetito a tutti!"

il cibo era tanto, ed era vero che erano una ventina, ma Skye era convinta che non sarebbero mai riusciti a finirlo tutto. Si sbagliava. In pochi minuti i piatti erano già vuoti e tutti ricominciarono a riempirli a poco a poco, finché non c'era più nulla da prendere. La prima cosa che pensò fu quanto fossero famelici ma riflettendoci più a lungo dedusse che durante le missioni non c'era chissà quanto cibo, forse avevano anche digiunato qualche volta. Aveva tutti un volto stanco, segato da ferite leggere e lividi, ma si davano energia a vicenda, con sorrisi e risate, battute e scherzi.

Lo stesso Dickens se ne era uscito con una domanda che per poco fece strozzare Skye, "Ma che cos'era tutto quel rumore ieri notte?" chiese con la bocca ancora piena di cibo, come se gli fosse venuto in mente in quel momento e che non poteva trattenersi dal domandare.

"Quest'idiota ha superato la barriera due volte senza invito," lo informò Anaan indicando la lupa.

Entrambe fecero un sospiro di sollievo, ma subito dopo Thalia realizzò cosa l'anziana avesse detto e si voltò verso di lei. "Parla l'invalida," sbuffò. Tutti trattennero una risata, Anaan era solo scioccata per l'inaspettato contrattacco.

"Sono anziana!" replicò sbattendo il pugno sul tavolo per protesta. "Tu che giustificazione hai?"

"Sì, come se ci vuole tanto a camminare dritta." Tutti sussultarono, Thalia fece un ghigno.

Era tutti pronti a sentire come l'anziana avrebbe risposto, ma Skye le diede un piccolo schiaffo dietro la nuca, "Maleducata," la rimproverò. Thalia si girò offesa, perdendosi la silenziosa e soddisfatta risata di Anaan, seguita da tutte le altre. "Ti ho detto di essere socievole," le bisbigliò.

"Ha iniziato lei!" sibilò.

"E tu hai continuato,"

"Bene." disse Aruel alzandosi in piedi, "Dopo quest'abbuffata e qualche risata, dobbiamo parlare di cose serie," disse catturando l'attenzione di ognuno. "Come sapete, proprio sotto i vostri piedi, c'è un soggetto che è stato posseduto dai una dei primi figli. E' in nostra custodia da quasi due settimane e più il tempo passa, più la situazione può diventare critica per il soggetto. Siamo riusciti a farla addormentare sotto incantesimo ed è circondata da una barriera che ne limita il movimento, oltre alle catene e a tutto il resto." Poi si girò dietro di lui, spostò la sedia che gli ostruiva il passaggio e afferrò una valigia. Skye la riconobbe subito, era di quando l'aveva accompagnato a fare compere. "In questa valigetta ci sono dei particolari bracciali," spostò via da davanti a se piatti e bicchieri, per poi poggiarla sul tavolo. L'aprì mostrando il contenuto a tutti. Due bracciali scintillanti come l'argento. Entrambi con una brillante pietra incastonata, uno ce l'aveva verde, l'altro un blu sprofondo. "Questi bracciali sono di un importanza che non potete immaginare. E oggi li testeremo in presenza di tutti voi," C'era della preoccupazione unisone, e una grande incertezza negli occhi di tutti. "Entrambi questi bracciali, se indossati dall'ospite, impediscono alla creatura di uscire. Ma nel momento in cui ci deve essere uno scambio, il bracciale con la pietra blu deve rimanere al polso del posseduto e l'altro al polso del nuovo ospite. Una volta avvenuta la possessione, il bracciale blu deve essere tolto e messo al successore. Chiaro?"

Tutti annuirono. Sapevano di quanta fondamentale importanza fosse questa nuova arma, ma c'era timore. E se la creatura fuggisse? E se possedesse qualcuno senza che nessuno se ne accorga? E se uccidesse qualcuno? Era un grande rischio che a quanto pare Aruel e Anaan erano pronti a correre, ma non tutti.

Uno dei ragazzi a tavola si alzò in piedi. Aveva le tipiche corna arricciate di un Puck, così come le orecchie appunta, ma più lunghe rispetto a quelle elfiche, e un paio di zoccoli al posto dei piedi. Sembrava un puro sangue e non un ibrido. "Cosa farai allora? Farai entrare una di quelle creature dentro di noi per vedere se quei cosi di ferro funzionano?" replicò il Puck.

"No Damian, non metterò la vostra vita a rischio. L'unica cosa che testeremo è se effettivamente riescono a bloccare la creatura all'interno del corpo. Così da poterla finalmente interrogare. E mi servite tutti voi perché se succede qualcosa riusciremo subito a limitare i danni in quanto siamo tanti. O dobbiamo almeno essere la metà se avete timore."

Aveva senso come cosa. Annie non poteva rimanere addormentata a vita e prima o poi il suo corpo avrebbe ceduto. Ma quando Skye si girò a guardare Thalia, il sentimento non sembrava essere condiviso.

"Quindi volete lasciare quella cosa dentro quella ragazza?" domandò in tono accusatorio la lupa.

"Non sappiamo ancora nulla su queste creature, per adesso è meglio tenerla intrappolata."

"Ma è solo un umana! Non sappiamo nemmeno se il suo corpo regge quanto il nostro!"

"Dobbiamo rischiare." insistette.

"Lui ha ragione, Thalia." Si intromise Anaan. "Ma noi non siamo assassini e ucciderla è l'ultima delle cose che vogliamo."

Thalia si tirò indietro con la schiena, colpendo violentemente lo schienale della sedia, in segno di protesta. Skye forse sapeva il motivo. Thalia si sentiva in colpa per aver coinvolto Annie, quando la colpa in realtà non è di nessuno. Avrebbero potuto possedere lei come avrebbero potuto scegliere qualcun altro dei reali.

"Allora possiamo andare,"

Raggiunsero tutti il seminterrato, alla fine nessuno rimase indietro. La prima cosa che Skye vide fu Jago seduto su una sedia, con gli occhi viola per il continuo utilizzo di magia. Poi notò lei. Annie era seduta a terra, con polsi e caviglie incatenate. Indossava un collare al collo incastonato nel muro, che la costringeva a restare in posizione eretta nonostante il suo corpo era addormentato. Non sembrava essere cambiata di una virgola, il suo viso non mostrava segni di dimagrimento, così come il suo corpo, coperto solamente da una lunga veste pesante che la riscaldava fino ai piedi nudi.

"Dickens, per piacere." gli disse Aruel.

Il mago si avvicinò al vecchio e gli diede il cambio. Immediatamente si circondò di un aura viola, mantenendo ancora viva la barriera. Poi annuì ad Aruel. Il ragazzo prese i bracciali e quando si avvicinò, Dickens creò una frattura che gli permise di metterli intono ai polsi della ragazza. Per ultima cosa, prese una boccetta contenete della polvere e gliela lanciò a dosso.

Tutti erano in attesa che succedesse qualcosa e quando finalmente Annie aprì gli occhi, tutti fecero un passo in dietro, ad eccezione di Aruel e Anaan che si erano messi di fronte alla ragazza. Annie si guardò intorno e non appena vide i due davanti a lei e le catene che la bloccavano, entrò nel panico. 

"Che cos-" iniziò a dimenarsi e a guardare i sue presunti rapitori. "Che significa?!" cominciò a piangere. "E' una congiura contro mio padre questa?!"

"No Annie," disse Skye facendosi avanti. "Sta calma,"

"Skye! Che succede?" poi notò la figura dietro la ragazza, "Signorina Thalia..."

La lupa abbassò lo sguardo, e invece di farsi avanti come Skye, si tirò indietro, quasi con l'intento di nascondersi.

"Che succede?!" gridò, "Io-" ma il suo voltò fu improvvisamente segnato da un'espressione sofferente e lancinante. Digrignò i denti e serrò gli occhi, tanto che Aruel stesso fece un cenno di allerta. Poi il suo volto si rilassò, fece un sospiro e aprì lentamente gli occhi. 

"Preparati," disse a Dickens. "Ora," gli ordinò, e la barriera intorno a lei si dissolse. Tutti si irrigidirono.

Annie si guardò nuovamente intorno, adesso con un espressione calma e concentrata. Prima di parlare analizzò ogni volto, facendo una smorfia quando incrociò lo sguardo di Skye.

"Vedo che stai bene," le disse, "E anche tu,"  guardò tra i ragazzi. Thalia uscì finalmente dall'ombra affiancandosi a Skye. "Vedo che hai cambiato look però." le sorrise, "ti si addice." 

"Anche a te quei bracciali," replicò con disgusto.

"Sì carini..." disse sorridendo, "ma non sono proprio il mio stile."

"Certamente," mormorò la lupa.

"Allora," disse guardando Anaan e Aruel, "a cosa devo tutta questa attenzione?"

"Perché non incominci nel dirci il tuo nome?" chiese Anaan, "Penso sia un buon inizio, no?"

"Posso prima chiedere dove mi trovo?"

"No," rispose secco Aruel, "rispondi alla domanda,"

"Antipatico." disse con un ghigno, "Preferisco sia lei a farmi le domande," si voltò verso Skye, "Ti va bene? Sorella?"

Aruel si voltò verso Skye. Il volto della ragazza era in fiamme per la rabbia. "Da quanto tempo è che ospiti il suo corpo,"

"Da quando sei arrivata a castello." rispose onestamente, "Ti abbiamo seguita, tutti noi."

"Tutti noi?" ripeté, "Quanti siete?"

"Non so," rispose sorridendo.

"Siete una trentina," rispose Skye al posto suo, il volto della ragazza diventò subito serio, mentre Skye fece un sorriso soddisfatto. "Anche se ti pongo delle domande, non significa che io non sappia già la risposta. Adesso te lo richiedo, in quanti siete?"

"Una trentina," disse lei mormorando.

"Bene," sorrise, "Chi è chi il capo? Immagino ce ne sia uno." Annie la fissò senza dare una risposta e Skye continuò a sostenere il suo sguardo. "Rispondi, o morirai insieme a quel corpo." Non aveva mai e poi mai minacciato qualcuno in tutta la sua vita, me le era sembrato così spontaneo. L'odio che provava nei confronti di quei esseri era rimasto celato fino a quel momento, ma adesso avrebbe buttato tutto fuori. Non poteva dimenticare cosa avevano fatto a lei e a Thalia.

Annie si irrigidì. Lo si vedeva dai suoi occhi che non sapeva cosa fare. "Non.. posso dirlo," disse distogliendo lo sguardo. 

"Perché?" Ma continuò a non rispondere. "Vi ho visti, tutti voi." Quella frase catturò immediatamente l'interesse di Annie. "Me l'ha mostrato mia madre."

"Tua madre..." disse ridendo, "Ancora non lo capisci sorellina?"

"Cosa?" fece un passo in avanti. 

Amelie rise compiaciuta. I suoi occhi illuminati per la soddisfazione e il suo sorriso sgargiante che metteva in luce il suo divertimento. "Oh Skye!" esclamò, "Tu non sei nata dall'amore, sei il frutto dell'egoismo." Skye sgranò gli occhi. "Nostra signora ha ingannato tutti, anche te." disse con un ultima risata, più amara delle altre. "Ci ha preso tutti in giro," disse seria. "Nel momento in cui ha avuto te, ha abbandonato tutti noi come se non fossimo più nulla per lei. Lei non ama, vuole possedere e basta."

Quella era l'ultima delle cose che Skye voleva sentirsi dire. L'aveva sospettato e forse adesso aveva avuto una risposta. Sapeva però che non poteva abbassare la guarda e che non poteva prendere tutto come vero. E' normale che un prigioniero menta per salvarsi la pelle o forse vuole solo portare l'attenzione su altro per evitare le vere domande scomode. E c'era riuscita.

"Tu," disse Thalia, "Sai perché sono diventata così?"

"Thalia!" la ammonì il fratello, "non è importante adesso."

"No invece," si intromise Annie, "è inerente eccome."

Thalia si avvinò, schivando anche la mano di Skye che voleva fermarla. Si mise in ginocchio, così vicina alla prigioniera che anche Anaan si innervosì e la richiamò. La lupa fissò Annie intensamente come se volesse leggerle il pensiero. La ragazza, o creatura, fece lo stesso. Fissò quei strani e innaturali occhi a lungo e Thalia non si mosse mai di un muscolo. Era una tomba lì, tutti erano in silenzio, analizzando la situazione e pronti ad agire in qualsiasi momento. 

Poi Annie finalmente vide qualcosa, o meglio, capì cosa non andava, il motivo per cui quei occhi erano così innaturalmente terrificanti e famigliari. "C'è una scintilla in te..." disse sconcertata. Distolse lo sguardo e angosciata bisbigliò tra se e se, "Questo cambia tutto."

"Che significa?" domandò spaventata Thalia. Le prese il viso tra le dita e la obbligò a girarsi e a guardarla, "Parla!" la intimò.

Annie riposò lo sguardo su di lei, aprì la bocca pronta a parlare, ma ne aveva quasi paura. Il piano che avevano escogitato, e poi il nuovo piano, questo avrebbe cambiato tutto. Le parole che avrebbe scelto, sarebbero state fondamentali. Ma quale risposta era quella giusta da dare? 

"Lei non ti ha dato una ragione per vivere," le disse, Thalia traballò nel sentire quelle parole a lei familiari, "ti ha dato un motivo per morire." 

La lupa le lasciò il volto poggiando la mano a terra per riprendere equilibrio. Quella è la stessa frase che Mor mi ha detto quando l'ho incontrata. Poi si ricordò cosa disse la donna, che era meglio spostarsi e parlare altrove perché aveva percepito qualcosa, la presenza di qualcuno. Annie- no, quest'essere, era lì che ci spiava. E che significa che devo morire?!"

"Tu sei sempre stata il pezzo mancante," disse avvicinando le proprie mani al suo volto e sfiorandole la pelle, Thalia rabbrividì, "e noi non l'avevamo capito."

"Thalia allontanati!" la avvertì Anaan.

"E pensare che eravamo andati così vicini dall'ucciderti, senza neanche sapere che se l'avessimo fatto avremmo per-"

Thalia vide con la coda dell'occhio il fulmineo attacco che colpì Annie dritta alla testa. Si alzò immediatamente e si girò per vedere chi lo avesse lanciato con una tale rapidità e violenza. "Perché?!"gridò ad Anaan con il bastone ancora puntato contro la ragazza. Anche Aruel si era distanziato da lei, preso alla sprovvista e skye la guardava con occhi sgranati. "Stava per dire qualcosa!"

"Ti saresti dovuta spostare, il contatto fisico è vietato Thalia! Avrebbe potuto farti qualcosa!"

"Stava parlando!" ripeté con rabbia. Ma poi il suo viso mutò passando allo stupore. "Tu lo sai," la accusò.

"No Thalia, non so niente," scattò.

"Perché non l'hai fatta finire?" Anaan la guardò torva.

"Faremo le domande a debita distanza la prossima volta." disse tentando si sembrare più calma possibile, "D'accordo?"

La lupa la guardò con sguardo disgustato, e dopo aver rivolto un ultima occhiata ad Annie, corse via dal seminterrato.

 16 anni prima 

Bosco delle Anime Perdute - 

"Quando il momento sarà arrivato, sceglierò qualcuno che la porti da te. Ma fino ad allora dovrete rimanere nell'ombra. Solo dopo il loro arrivo, potrete dare inizio alla vera guerra."

"Sai già chi sarà questa persona?"

"No, ma diventerà suo il suo protettore, il suo scudo, la sua spada. E una piccola garanzia." disse con un ghigno sul volto.

"Quindi volete utilizzare questa persona."

"Anaan questa è guerra, ci sono dei sacrifici da fare, e questo include anche sacrificare qualcuno se è per un bene superiore."

"Se lo dite voi, ci credo."

"Ma non pensare che io lo faccia con leggerezza. Ogni creatura merita di vivere in un mondo libero. Ma se farlo può salvare la vita di Skye e rovinare i piani di mia sorella, allora... sono pronta ad andare anche contro la mia morale. Ma non è detto. Chiunque sia spero sopravviva fino in ultimo, perché se lo meriterebbe. Non devi rivelare questa cosa a nessuno, neanche ai tuoi più affidabili alleati e soprattutto non a Skye. Quella è l'ultima risorsa in caso le cose finissero male, non voglio che Skye ne senta il peso."

"Certamente, mia unica e vera regina."

 

Al prossimo capitolo con Talema!

 

   
 
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