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Autore: LadyBlack3    25/09/2020    0 recensioni
***STORIA REVISIONATA E CORRETTA***
Due fratelli molto diversi e dai caratteri opposti.
Due fratelli che dopo anni finalmente si rincontrano.
la loro vita cambierà per sempre... o quasi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Confidenze

Merope arrivò all’ingresso dell’infermeria e la prima cosa che vide fu un assembramento di persone che discutevano tra loro sull’accaduto, accerchiati intorno a un letto.
Tutti i professori e Silente sembravano preoccupati, cosa che divertì molto la bambina, visto che di sicuro stavano fingendo.
Sentì distintamente i piagnucolii leziosi della Umbridge mentre Madama Chips cercava di calmarla. A quanto pare la donna si era ripresa dallo svenimento.
Bussò tre volte sulla porta in modo da segnalare la sua presenza, e quando i maghi si zittirono e si voltarono, lei esibì un sorrisetto beffardo.
<< Come sta la baldracca? >> chiese, raggiungendoli a saltelli.
Silente le rivolse uno sguardo allucinante, invece la Mcgranitt trattenne a stento un risolino.
<< Come osi parlarmi così, piccola maleducata! >> si agitò la Umbridge, la quale sussultò dal terrore appena sbucò dall’orda di insegnanti.
Ma Merope, dal canto suo, godeva come un bambino col suo primo lecca-lecca.
<< Ritieniti fortunata, brutta racchia! Ieri mattina ho spaccato i denti a un Mangiamorte, se vuoi saperlo! >>
Piton, Cooman e Sprite sgranarono gli occhi. Vitious e Mcgranitt si fissarono mezzi increduli e mezzi ammirati.
<< C-cosa? >> fece la Umbridge, ora spaventata sul serio.
<< Merope! >> Silente agguantò la piccola e la portò fuori mira. La guardò con intensità e disse << Smettila di comportarti in questo modo! Ti ho già detto che non è il caso! >>
La bambina aprì bocca per rispondere, ma fu preceduta dalla Umbridge.
<< Tenete quel mostro… lontano da me! >> sputò, immobilizzata e dolorante.
<< AH! Divertente! >> Merope estrasse la sua bacchetta e con fare minaccioso la puntò contro la Umbridge, la quale ebbe un colpo al cuore insieme ai suoi colleghi che non sapevano come reagire << Tu e i tuoi amichetti uccidete un mio amico e io sarei il mostro?? Ahahahaha! Vai al diavolo! >>
<< Signorina! >> la voce tonante della Chips rimbombò nella stanza << Sei pregata di non spaventare i miei pazienti, questa è un’infermeria! E bentornata, eh! >>
Merope provò una grande rabbia, tuttavia capì che stava esagerando e decise di non andare a fondo.
<< Ha ragione, devi calmarti! >> Vitious, per quanto era minuto, si mostrò talmente severo che la bambina annuì a malincuore e abbassò l’arma.
Piton tirò un sospiro di sollievo: << Grazie al cielo >> disse mellifluo.
<< Già che ci sei, perché non vai al San Mungo a farti curare?? >> sbraitò crudele la Umbridge, e Merope sentì l’istinto omicida attraversarle il cervello.
Con uno scatto e una furia senza pari, la piccola cercò di fiondarsi addosso alla strega e picchiarla a sangue, ma fortunatamente fu bloccata in tempo dalla Mcgranitt.
<< BRUTTA STREGA ASSASSINA! VOLDEMORT E’ PIU’ BUONO DI TE! SCHIFOSO ESSERE! >>
Seppur gli insegnanti rabbrividirono al suono di quel nome, lanciarono alla Umbridge un’occhiataccia.
<< Agitarsi non serve a nulla! Vieni con noi, su! >> la professoressa di Trasfigurazione trascinò via Merope da lì, con al seguito Silente, Piton, la Cooman e Vitious.
Uscirono fuori e lasciarono andare la bambina. Lei guardò i visi scuri e fermi degli adulti e una parte di lei avrebbe voluto scoppiare in lacrime dalla collera che le premeva dentro.
Silente pareva il più nero di tutti: << Non tollero simili comportamenti nella mia scuola. Soprattutto da te, Merope! Quando ti ho conosciuta mi hai dato un’impressione diversa. >>
<< Ma non capite che ha compiuto un crimine?? Eric è morto e voi siete qui che la difendete! >> Merope aveva un diavolo per capello e vide gli altri insegnanti dare ragione a Silente, facendola infuriare ancora di più.
La Mcgranitt ribatté: << Lungi da me difendere… quella. Purtroppo, però, per avvalorare le tue accuse servono prove concrete, quindi finché il Ministero o chi che sia non trova i corpi dei tuoi assassini nel luogo in cui li avresti uccisi, non possiamo fare nulla… >>
<< E anche se ci saranno le prove >> esordì Piton, soave << La Umbridge fa parte del Ministero. Difficilmente verrebbe condannata, se nel caso è coinvolto persino il Ministro in persona >>
Merope aveva voglia di spaccare tutto. Era un’ingiustizia, una grossa e orribile ingiustizia!
<< Questa bacchetta dove l’hai presa? >> chiese d’un tratto il preside in tono autoritario.
<< Era la bacchetta di mia madre >> spiegò la bimba << Però adesso è mia, mi ha scelto >>
<< Ti ha scelto? >> Silente sembrò alquanto stupito.
<< Sì, signore! >>
Vitious intervenne: << Non hai ancora 11 anni, vero? >>
<< No… non so com’è successo, ma mi è fedele! Anche mio fratello non se lo aspettava. >> disse Merope, accennando un piccolissimo sorriso che svanì subito << Lui pensa che mi ubbidisce perché sono identica a mia madre di carattere… >>
Dopo un eterno minuto di silenzio, Silente sospirò e le strappò dalle mani la bacchetta.
<< Comunque sia, finché non capirai che non è un giocattolo per minacciare la gente, non la vedrai per un po’. >> sentenziò mentre se l’infilava nel mantello.
Merope si disperò: << Eh? No, aspetti! >>
<< Devi imparare la lezione, mi dispiace! >> esclamò alla fine Silente, non ammettendo repliche.
<< La prego… Tom me l’ha confiscata troppe volte… me la sono sudata quella bacchetta! >> quasi lo supplicò in ginocchio. Non aveva intenzione di perderla di nuovo… era l’unico ricordo della sua mamma.
I professori guardarono dispiaciuti Silente, che alla fine dovette sforzarsi di esaudirla. Evidentemente avergli fatto notare che Voldemort aveva agito nella stessa maniera lo convinse a cedere.
Merope trovò di nuovo il sorriso, ma il preside non voleva andarsene senza sbraitare la dovuta ramanzina.
<< Te la do, a patto che non la usi per attaccare o ferire in qualsiasi modo certi professori o anche studenti. >>
<< Ma per chi mi ha presa? >> la bimba era sconcertata << Secondo lei farei del male agli studenti o a voi? Solo alla Umbridge, ovvio! >>
La Mcgranitt si morse il labbro per non ridere, perché tutti gli altri parevano più che seri.
<< Neanche la Umbridge. Serve cautela di questi tempi, col Ministero >> disse la Cooman a voce velata.
<< Oh, certo! Quindi dovrei rispettare un’istituzione che ha cercato di uccidermi, è questo che mi state dicendo?? >> sbottò Merope. Prima che Piton potesse proferire qualcosa, lei proseguì << Sapete che a Natale i miei assassini sono penetrati nel rifugio di mio fratello e hanno tentato di strangolarmi?? >>
Vitious si strozzò, la Mcgranitt e la Cooman si coprirono la bocca con la mano, Piton fece una smorfia di disappunto mentre Silente si limitò a sospirare.
<< Sapete che, prima che li facessi fuori, hanno profanato la mia tomba?? Sapete che mi hanno mandato decine di Dissennatori per Baciarmi?! >> era così infuriata che le sue pupille vibravano. Non poteva capacitarsi del fatto che a loro non importasse di andare a fondo alla questione e di condannare quella maledetta donnaccia.
<< Ci dispiace davvero tanto… dev’essere stato terribile affrontare tutto questo da sola >> biascicò la Mcgranitt, le palpebre umide.
Merope a quella frase si bloccò, riempì i polmoni e cercò di non piangere: << Non ero sola… mio fratello era con me… >>
<< Era con te? >> ora Silente acquistò un tono più paterno << Ti ha aiutato? >>
Intanto che Merope stroncava sul nascere i primi singhiozzi, Piton, Vitious, la Cooman e la Mcgranitt assunsero uno sguardo a dir poco sconvolto.
Lei annuì, rossa in viso: << Quando è accaduto l’episodio di Natale, lui era andato al Ministero, quindi non era p-presente. Io gliel’ho riferito solo una settimana dopo… dovevate vedere com’era imbestialito. Nei giorni seguenti non faceva altro che controllarmi, si sentiva in colpa perché non era riuscito a proteggermi come il giorno in cui fui uccisa… a un certo punto diventò asfissiante, però capivo che lo faceva per me, anche se non voleva ammetterlo >> numerose lacrime le rigarono il viso << Ieri poi, di mattina presto, all’ingresso del nostro rifugio ho trovato il corpo di Eric… desideravo vendicarlo a ogni costo, ma Tom non era disposto a lasciarmi di nuovo… così mi ha accompagnato a Great Hangleton. E poi… sono arrivati i Dissennatori >>
<< E come avreste fatto a evitarli? >> chiese incredula la Cooman, ansiosa di sapere il seguito.
<< Esatto! Vi siete Smaterializzati? >> si accodò Vitious.
Ai presenti sembrava lecito dubitare che una bimba di otto anni e Lord Voldemort, il mago oscuro per eccellenza, non fossero stati in grado di cacciarli via grazie all’Incanto Patronus: Merope perché era troppo piccola, mentre il Signore Oscuro non poteva semplicemente neanche provarci…
<< No. Abbiamo evocato un Patronus. >> rivelò la bambina, lasciandoli a bocca spalancata. Dalle facce che trapelavano, si vedeva che faticavano a crederci.
Silente stesso fece una smorfia divertita e scettica.
<< Tu-Sai-Chi che evoca un Patronus? >> l’insegnante d’Incantesimi rise di gusto, pensando fosse una battuta.
<< Lui? >> fece eco la Mcgranitt, esibendo una smorfia confusa.
<< Non è affatto l’Oscuro Signore, allora. >> commentò aspro Piton.
<< Lui non è mai stato in grado di eseguire un Incanto Patronus per la sua mancanza di ricordi felici. Né tantomeno dovrebbe riuscirci una bambina. È un incantesimo troppo avanzato alla tua età. Scusami se diffido, ma è già assurdo pensare che Lord Voldemort provi amore per una persona e che voglia proteggerla, figuriamoci credere che abbia un Patronus. >> confessò Silente.
Merope non ne fu molto entusiasta: << Io l’ho visto, ho visto il suo Patronus uscire dalla sua bacchetta e il mio Patronus dalla mia! Dopo che i Dissennatori si sono dileguati però Tom si è arrabbiato, perché… >> l’ennesimo velo di tristezza la scurì in volto.
La Mcgranitt le mise una mano sulla spalla per incoraggiarla: << Perché…? >>
<< P-perché avevamo g-gli stessi Patronus… >>
<< Cosa? >>
Merope tirò su col naso: << A lui non piace che qualcuno abbia una caratteristica in comune, non lo sopporta… nemmeno se quel qualcuno sono io! >>
Silente iniziò ad acquistare interesse, così la richiamò e in tono comprensivo le chiese: << Che forma avevano? >>
<< Beh, potreste arrivarci da soli >> roteò le pupille.
I colleghi di Hogwarts si scambiarono un’occhiata d’intesa.
<< Un serpente? >>
<< Sì… >>
<< Puoi provarlo? Potresti evocare il tuo Patronus adesso? >> chiese la Cooman, curiosa.
Merope si rabbuiò, consapevole di non averci provato più da quando suo fratello l’aveva lasciata: << Non sono dell’umore giusto >>
<< Se dici la verità, significa molto >> esordì Silente, avvicinandosi a lei.
<< L-lo penso anch’io >> e scoppiò in lacrime << Ma lui ha detto che normalmente i Patronus sono diversi da persona a persona! >>
<< È vero, ma a volte succede che se si è legati particolarmente a qualcuno, il Patronus può assumere la stessa forma >>
A quelle parole Piton fece uno strano verso malinconico, ma nessuno ci badò.
<< Il giovane Harry Potter, per esempio, ha lo stesso Patronus di suo padre: un cervo >> continuò Silente, calmo.
Ma dalla sua espressione si capiva che era alquanto dubbioso riguardo il suo racconto.
Merope scosse il capo: << Non ci posso credere…! Per questa sciocchezza mi ha accusata di voler prendere il suo posto al potere, visto che “il serpente è il mio simbolo, non il tuo!”. Quel brutto idiota! >>    
<< Sei sicura di quello che stai dicendo? >> fece il preside, poco convinto.
<< Sì, signore! Ovviamente non è vero, ma a causa di ciò abbiamo litigato molto, finché io non l’ho ripudiato… >> calde lacrime si posarono sulle labbra screpolate << Non ne potevo più, pensavo fosse sulla strada giusta del cambiamento… invece era rimasto il mostro che è sempre stato >> si asciugò il viso e proseguì, con gli insegnanti che la ascoltavano sconsolati << Non voleva lasciarmi e insisteva di riportarmi al rifugio, mi ha incolpato di mancanza di fiducia perché non poteva accettare che io pensassi che non mi volesse bene. In pratica mi ha detto in faccia che in realtà mi ha sempre amata… e io… io p-potevo raggiungerlo, lì, in quel momento… tuttavia ho rifiutato, p-per fargli comprendere… i suoi errori >>
Silente la strinse in un abbraccio consolatore, sotto gli occhi impietriti degli insegnanti che non sapevano se crederle o imitare le gesta del preside.
<< Vieni qui… va tutto bene >>
<< C-ci siamo detti entrambi addio… io pensavo che il suo Patronus fosse la prova che stesse cambiando, invece… >>
<< Non so… non sono convinto >> disse Piton, dubbioso.
Merope lo fissò: << Su cosa? >>
Piton ricambiò col suo sguardo vacuo: << Non mi convince… tutto. Il Signore Oscuro che prova sensi di colpa ed evoca un Patronus… io lo conosco, sono stato un Mangiamorte anni fa, se non lo sai, e ti posso assicurare che non è minimamente capace di amare una persona >>
<< Ha ragione >> si accodò la Mcgranitt, preoccupata << Sarebbe un miracolo se così fosse >>
Vitious approvò: << Mi dispiace, ma non riesco a crederti >>
La bambina montò di nuovo collera dentro di sé. Vide Silente non ribattere e sospirare come uno che non conosce risposta. Ancora una volta si accorgeva di essere sola: << Lui si comporta così solo con me! Mi vuole bene, volete capirlo?? >>
Tutti si guardarono in silenzio.
<< Vorremmo tanto capirlo, Merope… >> commentò Silente.
<< La prima volta che sono venuta a Hogwarts mi credevate! Cos’è successo?? >> ringhiò la bimba, su tutte le furie.
<< Non biasimarci, piccola… probabilmente è vero che tiene molto a te, insomma forse… ma dire che abbia usato l’Incanto Patronus ci fa dubitare di tutto il resto >> fece la Cooman, osservandola dietro i suoi enormi occhiali rotondi.
Merope era incredula, desiderava sbottare le peggiori parole esistenti, ma si trattenne: << Quindi non credete neanche che io, da sola, abbia ucciso i miei carnefici. >>
Un altro lungo istante di quiete si diffuse intorno a lei, e a Merope venne da piangere per l’ennesima volta.
<< Beh, è un po’ surreale, non trovi? >> chiese retorica la Cooman, con una punta di timore nella voce.
<< Tks, ovvio… scommetto che adesso darete piena solidarietà alla Umbridge, vero?? >>
<< Merope… >> soffiò Silente nell’intento di calmarla, ma fu inutile.
<< LEI NON PARLI! >> esplose la piccola Riddle, in lacrime << NON HA FATTO NIENTE PER AIUTARE ERIC! NIENTE! >>
Mentre i professori sussultavano dallo sgomento, Silente non si scompose, un velo di tristezza sul volto.
<< In questo periodo non ho avuto la possibilità di muovermi. Sono successe un sacco di cose >>
<< Ah, sì?? Bella scusa! Eric intanto è morto stecchito! >>
<< Dobbiamo trovare il suo corpo prima di condannare la Umbridge, Merope… >> disse Vitious.
<< Come?? Non vi basta la mia parola? Non credete nemmeno all’omicidio del mio amico?! >> sbottò la bambina, arrabbiatissima.
Silente tentò di rimediare: << Sul tuo amico non ho dubbi, è stata lei a passare le informazioni ai tuoi assassini e noi tutti sappiamo che dici la verità, che è stato rapito e ucciso. Ciò non toglie, però, che questo non prova il resto della tua storia >>
Merope era a bocca aperta. Di nuovo le salì l’istinto omicida, ma non contro la Umbridge, bensì contro Silente, cosa che non pensava potesse accadere.
<< S-sapete una cosa? Era meglio che tornavo da mio fratello! >>
<< No, tesoro… non devi dire questo! >> esclamò la Mcgranitt, accigliata.
Merope abbassò lo sguardo e bofonchiò: << Io non sono come lui, ma è comunque un membro della mia famiglia… l’unico rimasto. A questo punto mi chiedo se abbia fatto davvero la scelta giusta ad abbandonarlo… >>
Si voltò per andarsene, singhiozzante, ma Silente la prese e la fermò.
<< Tu lo avrai anche abbandonato, ma lui ha fatto la stessa cosa. Da questo dovresti dedurre che tipo sia tuo fratello. >>
<< Sono stata io a volerlo. Lui voleva portarmi con sé. >>
Silente insisté: << E per cosa? Per collaborare nei suoi crimini! >>
Merope si ammutolì, spiazzata.
<< Ho indovinato, non è così? Merope, tuo fratello ama solo il potere e la magia oscura, nient’altro! Da quanto tempo cerchi di redarguirlo? Se ti avesse amata veramente più della magia, a quest’ora sarebbe cambiato. Secondo me lui tiene a te, ma non abbastanza. Ammiro il tuo coraggio e la tua perseveranza nel voler raggiungere i tuoi obiettivi, però questo tuo obiettivo è al limite dell’impossibile… e mi rincresce. >>
Quelle parole ferirono Merope con più ferocia di una spada. Non si sarebbe mai immaginata un livello tale di sfiducia da parte di chi avrebbe dovuto sostenerla nella sua battaglia. Soprattutto da Silente, il mago più valoroso e potente del mondo…
Lo guardò mesta, percorsa dal rancore e dalla freddezza del momento.
Si curò di abbassare la voce quando pronunciò al preside le seguenti parole: << Come fa ad essere il fratello di Ariana? >>
In quell’attimo di puro stupore, Silente parve congelarsi sul posto, incapace di reagire.
Merope gli lanciò un’ultima occhiata di rabbia prima di dileguarsi, piangendo a dirotto.
La Mcgranitt fece per correre verso di lei, ma Piton la trattenne. Di sicuro la loro presenza non sarebbe stata gradita dalla bambina, ma i professori erano comunque dispiaciuti, nonostante si rispecchiavano a pieno nelle insinuazioni di Silente.
<< Lasciamola sola… >> proferì Vitious.
<< Sì, sarà meglio. >> disse Piton << Cos’ha, professor Silente? >>
Il preside aveva assunto un’espressione sconvolta e allibita. Quando Piton lo interpellò, per qualche secondo rimase nella sua posizione, poi sussultò al suo richiamo. Gli insegnanti lo fissavano preoccupati, ma lui si rivolse con finta disinvoltura.
<< Niente, niente… forza, andiamo dalla Umbridge. Avrà bisogno di sostegno >> disse per distrarli, perché i suoi occhi erano ancora incollati alla figura della piccola, ormai lontana.
 
Voltò l’angolo del corridoio, decisa a non vedere nessuno.
Merope avrebbe voluto più appoggio dagli insegnanti di Hogwarts. Le fece male udire le parole di Silente, perché erano le stesse che aveva pronunciato suo fratello poco prima di Smaterializzarsi.
Voleva morire di nuovo… non riusciva a tollerare così tanta sofferenza.
La verità era che Tom le mancava da impazzire. Doveva celarlo agli altri, però. Loro non erano capaci di capire cosa stesse provando nelle ultime ore… la sensazione di abbandono, di solitudine e tristezza che sentì quando il suo papà fece finta di non conoscerla.
Calde lacrime inumidirono le palpebre della bambina.
Non sapeva dove stesse andando, ma proprio nell’istante in cui pensò di dirigersi nella Sala Comune dei Grifondoro per buttarsi sul divano e dormirci su, una mano sconosciuta punzecchiò la sua spalla.
<< Ehi, ciao…! >>
Appena si voltò, Merope ebbe il cuore il gola e inspiegabilmente arrossì di botto: << Ci conosciamo? >>
Davanti a lei c’era un bambino del primo anno, moro, occhi neri e penetranti, espressione arguta e di bell’aspetto.
Siccome vide che stava piangendo, il ragazzino la guardò imbarazzato: << Oh, non volevo… ecco, disturbarti >>
Merope lo ricambiò con un’occhiata perplessa, poi la sua faccia si contorse in una smorfia indignata: << Mi stavi spiando, per caso? >>
<< Ehm… >> il bimbo si vide in trappola. Deglutì e le rivolse uno sguardo di scuse << In mia difesa posso dirti che non ero l’unico. Quando hai finito di discutere con i professori, Harry Potter e i suoi amici sono scappati via >>
<< Cosa! >> la bimba era triste e infuriata insieme << Quei tre… a quanto pare seguirmi in ogni dove è il loro sport preferito! Aspetta che li trovi…! >> avrebbe sproloquiato volentieri tutto il giorno, ma dato che il tizio rimaneva lì a fissarla con un sorrisetto beffardo, gli chiese << Che c’è? >>
<< Sei carina quando ti arrabbi >> e le fece l’occhiolino.
Merope divenne letteralmente un pomodoro: << Scusami?? Ma si può sapere chi diavolo sei? >>
Il bimbo si schiarì la gola con aria spavalda: << Gaius Greengrass, piacere. >>
<< Il mio nome lo saprai già. >> disse fredda la bambina, dopo che Gaius le porse la mano.
<< Giusto. Sei Merope Riddle, la sorellina di Tu-Sai-Chi e bla bla bla… >>
Merope non sapeva il motivo dei suoi battiti accelerati. Eppure con gli estranei si comportava sempre con indifferenza…
<< Da quando sono arrivata mi stai fissando in maniera strana >> esordì intimidatoria << Di un po’, dove vuoi arrivare? >>
Gaius soffiò, scostandosi i ciuffi di capelli corvini: << In che senso, piccolina? >>
<< Ok, parti già male >> sbuffò Merope << Mi spiace, Gaius… ma in testa ho un altro bambino, e poi ti conosco da appena due minuti. >>
<< Beh… io posso fartelo dimenticare >> rispose lui, scrollando le spalle.
Merope iniziò a guardarlo intensamente. Lei amava Ian, ma voleva e doveva dimenticarlo… perciò la frase di Gaius la colpì molto.
<< Non credo sia così facile >> incrociò le braccia << Per esempio gli spacconi a me non piacciono. Sei Serpeverde? >>
Gaius sorrise malizioso: << Serpeverde Purosangue. Sarei perfetto per te, non credi? >>
La bambina aprì la bocca e si sforzò di non ridere, piacevolmente ammirata. Un lato di lei desiderava che non se ne andasse mai, o forse era la sua parte irrazionale a pensarlo?
<< Ti ho già detto che mi piace un altro… >> ripeté, rossa in viso.
<< E chi è, un bambino Grifondoro? Non dirmi che anche tu hai pregiudizi sui Serpeverde >> asserì in tono finto offeso.
<< Io sono l’ultima che versa pregiudizi verso qualcuno… e poi, no. Non frequenta Hogwarts >>
<< Ah, ho capito. Ha la tua età, quindi non può ancora mettere piede qui dentro >> rispose Gaius, girandole intorno con fare suadente.
Merope scosse il capo. Era evidente che nessuno si aspettava che la sorella di Lord Voldemort si innamorasse di un Babbano…
<< Esatto, ha la mia età. Tu invece sei troppo grande per me, quindi… >> e lo ricambiò con un mezzo sorrisetto di sfida.
<< Il prossimo mese compio 11 anni! Non sono nemmeno tre anni di differenza. >>
<< Ma per favore! >> s’irritò la bambina, ancora arrossita ma determinata a smettere quella sottospecie di conversazione << Non ho voglia di giocare! Voi maschi siete degli stupidi idioti! >>
Gaius le si avvicinò fino a toccare la punta del suo naso: << Non sto giocando, mi interessi davvero. Quando hai Schiantato quella brutta racchia è stato fantastico! Il mio applauso era più che sincero! >>
Merope trattenne il respiro e all’improvviso le sue lacrime e il gonfiore agli occhi scomparvero.
<< Anche tu odi la Umbridge? >>
<< Eccome! >> esclamò Gaius << Anche se è la Direttrice della mia Casa, non la sopporto proprio! Le lezioni di Difesa sono noiosissime, e poi lei è antipatica! Non capisco come facciano i miei compagni e i ragazzi più grandi a rispettarla… >> dopo di che voltò lo sguardo sul visetto roseo di Merope e aggiunse << Specie se contiamo ciò che ha fatto a te… insomma, al tuo amico Babbano… non deve essere stato facile >>
La piccola inarcò le labbra, radiosa: << Tu mi credi…? >>
<< Perché non dovrei? Quella donna è cattiva! >> ringhiò a sé stesso << Io le avrei fatto di peggio ahahah! >>
<< M-ma… >> ora Merope cercava di trovare un senso a tutto ciò << Non ti disgusta il fatto che io avessi un amico Babbano? >> chiese, sapendo di trovarsi davanti a un Serpeverde.
In qualche modo si aspettava un’affermazione simile, così Gaius sospirò: << La maggior parte dei miei compagni li disprezza. Un po’ anche i miei genitori, ma… a me non importa tanto. Voglio dire, non è colpa loro se non sono nati maghi, no? >>
<< In effetti… >> la bambina rimase colpita.
<< Bene, allora ci vediamo alla Sala Comune di Serpeverde alle ore otto >> ammiccò Gaius pimpante, mentre Merope sussultò presa alla sprovvista.
<< Non ti ho dato il mio consenso per un appuntamento! >>
<< Sul serio? Beh, troppo tardi >> sollevò le spalle Gaius, lanciandole un sorrisetto d’intesa.
Merope arrossì ancora di più: << Ti ho detto che mi piace un altro bambino! >>
<< E io ti ripeto che te lo farò dimenticare >> disse tranquillo il ragazzino, ottenendo il mutismo della bambina << Ti aspetto stasera! >>
<< Aspetta, ehi! >>
<< Oh, a proposito! Stima per la tua missione, comunque! >> e con un pollice all’insù e un ultimo cenno malizioso si dileguò, lasciando Merope interdetta.
<< Ci mancava solo questa… >> bofonchiò tra sé e sé.
Aveva percepito troppe emozioni nel giro di poco tempo, però doveva ammettere che, nonostante fosse uno spaccone, quel Serpeverde era davvero carino… perché il suo cuore batteva forte? Eppure provava già qualcosa per Ian, non poteva essersi innamorata di un'altra persona…
Si picchiettò la testa, autoconvincendosi che quella per Gaius doveva trattarsi semplicemente di simpatia, ma d’altra parte ripensò al suo amico Ian, che era un Babbano, del quale amore non sarebbe durato. Si disse che altri amori, più degni e legittimi per suo fratello, sarebbero stati meno rischiosi.
E Gaius era un Serpeverde Purosangue… praticamente perfetto.
Dopo aver riflettuto a lungo, prese la sua decisione: alle otto lo avrebbe raggiunto nella Sala Comune.
Almeno si sarebbe distratta dagli avvenimenti di quella mattina.
   
 
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