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Autore: CedroContento    27/09/2020    4 recensioni
Dal primo capitolo: "Sai Aragorn credo che dopotutto non sia stata una grande idea" disse Elanor osservando i cavalieri dalle armature sfavillanti cavalcare verso di loro attraverso le radure verdeggianti di Rohan. Più si avvicinavano e più le sembravano minacciosi. Con quel brutto presentimento cucito addosso si lasciò cadere a terra sfinita, giocherellò distratta con l’erba ancora bagnata dalla rugiada mattutina, era già verde e morbida nonostante la primavera fosse appena all’inizio. Ebbe la tentazione di togliersi gli stivali per fare qualche passo scalza sul prato fresco, sentiva i piedi a pezzi dopo tutti quei giorni di marcia forzata, ma non avrebbe avuto il tempo di farlo perché i Rohirrim di cui Aragorn aveva richiamato l’attenzione erano ormai vicini. Legolas le allungò una mano per aiutarla ad alzarsi “Hannon le Legolas” lo ringraziò con un sospiro chiedendosi come fosse possibile che l’elfo non desse mai segni di cedimento, non era neanche spettinato mentre lei sentiva che l’elaborata treccia che le avevano fatto a Lothlorien cominciava cedere.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Minas Tirith
 
 18 Luglio 3019 T.E.
 
Éomer rallentò il passo di Zoccofuoco al limitare della vasta radura che si estendeva verde e rigogliosa ai suoi piedi. Dopo tre giorni di cavallo, ecco stagliarsi finalmente all’orizzonte i contorni di Minas Tirith, la città quasi sembrava nascere dalle profondità del Monte Mindolluin.
Erano passati più di due mesi da quando aveva salutato Elanor sugli alti bastioni della Cittadella. Quei due mesi e mezzo in realtà erano passati in un battito di ciglia con tutto ciò che aveva impegnato il suo tempo, ma anche una sola ora lontano da Elanor risultava troppo lunga, le era mancata in ogni momento nonostante avesse questioni in abbondanza per impegnare la mente.
Per scacciare la nostalgia di lei si era gettato a capofitto nei suoi compiti. Aveva un reame di cui occuparsi, l’intera Rohan da riportare all’ordine, gli ultimi disordini da sedare, aveva anche grandi progetti per far prosperare il regno di cui voleva parlare con Aragorn. Per fortuna sua sorella lo aveva sostenuto e aiutato. Éowin aveva sempre fatto tanto per la sua gente, anche quando il compito le era sembrato pesante quanto l’intera Starkhorn. Éomer aveva sempre immaginato per lei un futuro da regina, ci era voluto qualche giorno per digerire la notizia che gli aveva dato cavalcando verso Meduseld, la sua intenzione di sposare il principe dell’Ithilien, Faramir. Ma alla fine il Re del Mark non aveva potuto che essere felice per la sorella, in fin dei conti aveva grande stima di Faramir e i due si amavano, questo era ciò che importava.
In ultimo ma non meno importanti c’erano i funerali di suo zio e predecessore Re Théoden da organizzare, le sue spoglie da recuperare e seppellire al loro posto accanto a Théodred, di modo che padre e figlio potessero riposare in pace accanto ai loro avi, circondati dal profumo dei bianchi Ricordasempre.
Il cuore gli si strinse mentre percorreva la strada selciata che risaliva sinuosa per la Cittadella. Sbirciò sulle alte mura, nella speranza forse di indovinare la figura della sua futura sposa che lo attendeva, così bella nelle eteree vesti elfiche, elegante e a suo agio avvolta dalle candide e leggere stoffe degli abiti Noldor come lo era in brache e armatura.
La prima volta che l’aveva vista vestita di tutto punto le era letteralmente crollato ai piedi, in ginocchio.
“Non fare l’idiota alzati!” lo aveva preso in giro lei, ricordandogli che rimaneva sempre la sua perfetta principessa guerriera, mentre un rossore però, aveva tradito il suo imbarazzo.
Sugli alti bastioni della città, Éomer l’aveva stretta e baciata a lungo, riluttante a partire, voleva portare via con sé, nei suoi ricordi, il più possibile. Aveva passato le mani tra i suoi capelli morbidi, acconcianti e puntellati di gemme la cui forma e colore ricordavano i gialli fiori di Lothlorien, da cui Elanor prendeva il nome. Éomer conservava ancora il fiore che aveva colto il giorno del loro primo incontro.
Non riusciva a smettere di ammirarla. Le vesti impalpabili quasi trasparenti, lasciavano sapientemente scoperta la pelle vellutata in alcuni punti, consentendogli di indovinare meglio le forme sensuali del suo corpo. Mentre faceva scorrere le mani sulla pelle nuda della sua schiena, Éomer l’aveva desiderata come non mai e ora finalmente il momento di averla per sé era vicino.
 
“Aragorn! È bello rivederti amico mio” disse abbracciando brevemente il Re di Gondor, una volta che la compagnia di Rohan venne calorosamente accolta nella roccaforte.
“Bentornato Éomer, Re del Mark” rispose Aragorn sinceramente felice di rivederlo, fu lì che Éomer però notò subito un’ombra passare sul volto del Numenoreano suggerendogli che qualcosa non andava.
Éomer guardò interrogativo l’amico, che sfuggiva il suo sguardo, a disagio. Lasciò da parte i convenevoli per fargli subito la domanda che gli premeva, mentre un timore si faceva strada subdolamente nella sua testa.
“Dimmi Aragorn, dov’è Elanor? Speravo mi sarebbe venuta incontro ma non sono riuscito neanche a trovarla” chiese Éomer cercando di scacciare la brutta sensazione che si stava impossessando di lui.
Quando vide l’espressione di Aragorn però si allarmò definitivamente, doveva essere accaduto qualcosa.
Ripensò alla ferita della futura sposa, che però gli era sembrata stesse guarendo bene, forse una ricaduta…
“Aragorn cosa succede? Te lo chiedo per l’ultima volta, dov’è Elanor? Dimmi che sta bene”.
Aragorn scosse la testa mortificato, evitando il suo sguardo.
“Elanor sta bene, credo… non c’è, se n’è andata” rispose infine.
Éomer del tutto confuso dal comportamento dell’amico lo incalzò ancora “Beh e dov’è andata? Quando tornerà?”
Aragorn scosse la testa e finalmente Éomer capì ciò che cerava di dirgli Re Elessar. “Non tornerà Éomer, non molto presto almeno. Mi dispiace” mormorò.
Ad Éomer sfuggì una risata nervosa, doveva essere uno scherzo, presto avrebbero dovuto sposarsi, non era possibile che Elanor avesse deciso di partire così all’improvviso, a meno che…
“Sta scappando da me” sussurrò mentre gli sembrava che l’intera città stesse per crollare sotto i suoi piedi. “Quando?” chiese valutando l’idea di mettersi sulle sue tracce.
“Una settimana fa, ma anche se fosse partita ieri Éomer, se Elanor non vuole essere trovata, non la troverai” lo avvertì Aragorn indovinando il piano.
Éomer contrasse la mascella. “Se n’è andata senza una spiegazione? Dimmi che ha lasciato detto qualcosa per me Aragorn…”
Ma quello scosse la testa.
“Ma avete parlato!” quasi urlò, non era una domanda, Éomer sapeva benissimo che Elanor si era sicuramente confidata con il fratello prima di prendere una decisone.
“Non so molto, solo… credo che non fosse pronta per diventare regina” ammise.
Livido di rabbia e profondamente ferito, Éomer prese a pugni la fredda e dura pietra bianca del parapetto, rompendosi una mano.
Elanor lo aveva lasciato, lui l’amava, non pensava altro che alle loro nozze e lei era scappata vigliaccamente senza una parola, senza neanche degnarsi di fornirgli un perché.
   
 
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