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Autore: MaxT    28/09/2020    6 recensioni
Questo racconto è basato su Somewhere only we know di marianna1317, rielaborato e completato da MaxT con l'aiuto dell'autrice originale.
Anni dopo essere morto nel mondo da incubo all'interno di un libro magico, Cedric redivivo si presenta alla porta della donna che ancora lo ama, la guerriera Orube.
Al rifiuto di dare spiegazioni sulla sua resurrezione si creano sospetti e incomprensioni, mentre le storie dei due personaggi si intrecciano con le realtà dei loro mondi natii, e con esuli che vivono in incognito nella città di Heatherfield.
Combattuti tra l'affetto per Orube e il loro dovere, le Guardiane e i saggi di Kandrakar cercano risposta a una domanda: c'è ancora una minaccia nascosta nel Libro degli Elementi?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riassunto dei capitoli precedenti

Tre anni dopo essere morto all'interno del mondo nel magico Libro degli Elementi Cedric, ferito ed esausto, si ripresenta a Villa Rudolph.
Qui abita Orube, ancora innamorata di lui e tornata sulla Terra per riaprire la sua vecchia libreria.
La Saggia Yan Lin, informata, la incarica di chiedergli come ha potuto risorgere e uscire dal Libro degli Elementi, che Orube aveva riportato nello scantinato del Ye Olde Bookshop.
Il portale di Kandrakar viene spostato dallo scantinato al negozio di animali gestito da Matt Olsen.
Per un certo periodo Cedric e Orube convivono in modo apparentemente sereno gestendo la libreria e facendo vita ritirata, ma lui non risponde ad alcuna domanda sul suo ritorno.
Infine però si fa accompagnare nel seminterrato dove c'è ancora il Libro degli Elementi, ma davanti a questo ha una reazione che allarma Orube.

Nel libro c'è tuttora lo spirito del defunto tiranno Phobos, che aveva assorbito energia magica dal portale di Kandrakar al quale era stato imprudentemente lasciato vicino da Orube. Phobos aveva resuscitato Cedric per farsi aiutare a ricreare il suo corpo. Alla ritrosia di Cedric, lo spirito lo costrinse minacciandolo di nuocere a Orube, e facendogli indossare una magica veste nera. La prima missione di Cedric fu recuperare un'ampolla contenente lacrime di Phobos custodite in una cripta nel Metamondo; la seconda fu di procurarsi trecento bulbi di un particolare fiore, il kollatas, per trasformarli in altrettanti nuovi mormoranti. La terza missione fu recarsi a Meridian e rubare nelle case di alcuni benestanti delle piccole scorte di acqua magica.

All'ennesimo rifiuto di Cedric di dare spiegazioni, Orube lo lascia, ma decide di non raccontare a Kandrakar l'episodio per non peggiorare la situazione del suo ex.
Nel frattempo, i contatti tra le Guardiane e Kandrakar sono resi difficoltosi dalla collocazione del portale nel negozio di animali, e loro decidono di chiedere a Orube di spostarlo a casa sua, non più frequentata da Cedric.
A Kandrakar il Saggio Endarno mette in questione con gli altri Saggi la condotta di Orube e sollecita a indagare attivamente su possibili minacce ancora contenute nel Libro degli Elementi. Su incarico di Kandrakar, Will entra di nascosto nella libreria di Cedric e vi nasconde cinque segnalibri rivelatori di attività magica.
Il giorno dopo, Orube deve ammettere con Will che ha mentito, poi va alla ricerca di una palestra di arti marziali finché incontra, sotto le mentite spoglie del maestro Stan Luther, il capo guerriero Yarr che aveva conosciuto anni prima a Basiliade.
Yarr le racconta di essere stato esiliato due anni prima perché aveva criticato la preminenza della casta dei Guerrieri e degli ideali guerreschi nella società di Basiliade. Era stato condannato a morte, ma l'Oracolo aveva segretamente interceduto affinché la pena fosse commutata in esilio. Il fratello di Orube, Ipitlos, era tra i suoi seguaci ma sfuggì all'arresto.
La domenica dopo le Guardiane vengono a casa di Orube, e il portale di Kandrakar viene magicamente trasferito nella sua soffitta, in fondo a un armadio. Endarno raccomanda di non far avvicinare né Elyon né Cedric al portale; questo riacutizza dei malumori, e Orube inizia a isolarsi dalle altre.
L'ultimo giorno di ottobre una giovane di nome Cassandra Smith entra, in compagnia degli amici Ashley e Josh, al Ye Olde Bookshop e resta sorpresa nel riconoscere Cedric. Come se non bastasse, appena apre un libro le appare un messaggio di Phobos: questo libererà la madre di lei, detenuta a Meridian e trasformata in un fiore, se lei convincerà Cedric a scendere nello scantinato.
In realtà Cassandra è Kendrel, la figlia del defunto Lord Luksas, fuggito con lei da Meridian all'avvento di Phobos ventuno anni prima.

 

Capitolo 15

Halloween

 

Uscendo dalla palazzina dove abita, Will percorre il vialetto tenendo in mano il suo iconico cappello a punta da strega medievale e un grossolano sacco di iuta sottobraccio. All’uscita, subito dopo la guardiola, la luce dei lampioni le mostra l’inconfondibile utilitaria verde bambù della Guardiana della Terra, che la sta attendendo facendole cenni di saluto attraverso il vetro.

“Ciao Corny”, saluta la finta strega accomodandosi nel posto accanto all’autista. “Vediamo un po' il tuo costume...”. La guarda con attenzione; da sotto il soprabito blu scuro le spuntano sbuffi vaporosi di tulle azzurro. “Sei vestita da fata turchina?”.
“Brava Will”. Le indica verso il sedile posteriore, dove spicca un lungo copricapo azzurro a cono, sormontato da un ampio velo bianco di tulle fluente. “Vuoi mettere dietro il tuo cappello, così possono fare conversazione tra loro?”.
“Splendida idea”, risponde Will allungando il braccio, ben contenta di levarsi l’impiccio di mano.
Guarda i due cappelli a cono, il nero e l’azzurro. “Certo che non siamo state gran che originali!”.
“Che importanza ha?”, chiede la bionda fata avviando il motore. “La nostra realtà supera di molto la fantasia. Hai allacciato la cintura?”.
“Sì, vai!”.

Appena l’automobile accenna a muoversi, una figura si para davanti all’improvviso, facendo segno di fermarsi. Orube!
Cornelia inchioda la macchina premendo il freno con tutta la sua forza. Il motore singhiozza e muore con un suono di rimprovero. Accanto a lei, Will viene quasi sbalzata verso il parabrezza.
“Ma…!?! Pazza!!!”, grida la guidatrice alterata abbassando il finestrino. “Che modo è di balzarmi davanti? Lo capisci che stavo per metterti sotto?!?”.
“No”, risponde Orube indifferente, “Non saresti riuscita a investirmi neanche volendo”. Poi, rivolta a entrambe: “C’è una chiamata d’emergenza da Kandrakar. Siete tutte convocate al portale a casa mia”.
“Un’emergenza?”. Cornelia guarda Will desolata. “Proprio adesso che siamo in costume per una festa?”.
“Will, ti ho cercata sul cellulare, ma non rispondevi, e sono corsa qui”.
“Come...”. Will cerca il suo cellulare nel sacco di iuta che oggi sostituisce il suo zainetto; dopo una ricerca affannosa, lo trova completamente spento. “Ehi!”
“Sì?”, le risponde l’apparecchio.
Will fa una smorfia di stizza all'indirizzo del telefonino indolente. “Ora parli anche senza carica? Perché non mi hai avvisata prima, quando Orube mi ha cercata?”.
L'apparecchio emette un debole crepitio indistinto, poi mormora imbronciato: “Perché non si trascura così un povero cellulare. Pivettavo da un’ora che la batteria si stava esaurendo, e tu...”.
“Ci penso io ad avvisare le altre”, interrompe Cornelia estraendo il suo telefonino dalla borsa. “Per fortuna il mio cellulare è normale… sempre che tu non me lo sobilli, Will”.

 

“Che tempismo”, brontola Taranee, appoggiando su una cassapanca della soffitta di villa Rudolph il suo casco da zucca di Halloween. “Settimane di vuoto e, proprio ora...”.
“Magari è una cosa breve”, suggerisce Hay Lin, magistralmente truccata da bambola di pezza rattoppata.
“Le streghe convocate nella serata di Halloween”, declama Irma vestita in rosso da diavolessa, “Non dite che non è evocativo! Adesso, ci manca solo che l’Oracolo si presenti vestito da Belzebù, e possiamo iniziare un sabba!”.
“Potremmo trasformarci in Guardiane”, suggerisce Will. “Sarebbe più dignitoso, visto...”.
“No, Will”, si oppone Taranee, “Mostriamoci così. Se non è davvero un’emergenza, questo farà ricordare loro che anche le loro Guardiane hanno una vita privata. O almeno, che la vorrebbero”.
“Bell’idea”, approva inaspettatamente Cornelia, rimettendosi l’alto cappello da fata. “Sono con te”.
“Fantastico!”, approva Irma con un ghigno diabolico, “Voglio proprio vedere le loro facce!”.
“Mostrerò alla nonna il mio bellissimo make-up da bambola”, decide Hay Lin. “Una volta era lei che mi faceva i costumi”.
“Vabbè, mi allineo”, sospira Will, raddrizzandosi il suo ormai malandato cappello nero da strega campagnola.
“Contente voi...”, conclude Orube con un’alzata di spalle perplessa, e apre le ante dell’armadio.

Dalle ondulazioni del portale appaiono Tibor, Endarno e Yan Lin.
Appena i tre mettono a fuoco l’abbigliamento delle loro sottoposte, vaghe espressioni di sorpresa si disegnano sui loro visi solitamente impassibili.
“Yan Lin, forse ho bisogno di un paio di occhiali...” le sussurra a mezza voce il vecchio Tibor.
“Guardiane”, esordisce sarcastico Endarno, “Oggi avete forse deciso di lavorare per qualche altra congrega?”.
“Sì”, risponde Irma con la massima serietà che le è possibile, “Quella di Halloween”.
Nel portale si riconosce un istante di smarrimento di Endarno e di Tibor.
“Stanno solo scherzando”, suggerisce sottovoce la saggia Yan Lin. “Oggi è la festa tradizionale di Halloween”.
Il severo Endarno non sembra gradire la novità. “Oh, bene, visto che siamo in vena di pagliacciate… Spiega tu, Tibor”.
L’anziano gli dedica una breve occhiata di storto, cercando di capire se ci sia un doppio senso nella frase; poi decide che un intento umoristico andrebbe troppo al di là delle capacità di un ex generale di Basiliade.
“Guardiane, alcune ore fa i sensori che Will ha installato nel...”. L'anziano si rende conto di avere fatto una gaffe: tutte le altre guardiane, che non ne sapevano niente, guardano la loro capogruppo con una strana curiosità.
Riprende: “… nel negozio di Cedric hanno rivelato un’attività anomala. Osservate...”.
Attorno a loro, la vista della soffitta semibuia viene sostituita da un’immagine tridimensionale a immersione dell’interno del negozio, con la luce di mezzogiorno ottobrino che ravviva l’interno. Un Cedric che sembra vero sta attendendo dietro il banco. Due altri clienti sconosciuti stanno curiosando tra le scansie.
L’immagine di Tibor si è ridotta a una piccola icona delle dimensioni di uno spiritello che copre pochissimo la scena, mentre Endarno e Yan Lin sembrano scomparsi.
“La rappresentazione rende riconoscibile ogni attività magica registrata rappresentandola con un suono. Questo sibilo continuo di fondo è l’attività dei mitocondri di Cedric, che continua a generare energia magica anche se i suoi centri cerebrali superiori sono stati da noi privati della capacità di utilizzare qualunque potere o incantesimo”.
“Ma… è fenomenale!”, si stupisce Hay Lin. “Non avevo mai...”.
Tibor la richiama: “Fate attenzione a cosa accadrà, per piacere. L’azione sta per iniziare”.

Qualche secondo dopo si apre la porta ed entrano tre clienti: la prima è una giovane minuta ma formosa sui venticinque anni, coi boccoloni ossigenati che contornano due occhi vivaci e la bocca con un rossetto da segnaletica stradale, che saluta con una terribile cantilena.
La seconda è una ragazza un po’ più alta, con i capelli scuri, lunghi e ricci, occhi verdi in una faccia tonda e lentigginosa e un impermeabile marrone un po’ consunto.
Il terzo è un giovanotto alto, magro e occhialuto, con un portamento curvo che fa pensare a un lampione.
Un suono breve e acuto, come una piccola esplosione che si smorza gradualmente, sorprende tutte le spettatrici. Gli attori, invece, sembrano non sentirlo. Solo Cedric sembra dimostrare un attimo di mal di testa. Il rumore di fondo continua con qualche increspatura.
“Ma cosa...” inizia Irma.
“Zitte, sta continuando”, le ammonisce l'icona di Tibor.
Nei secondi successivi, vedono che i tre clienti cominciano a guardarsi in giro. Quella coi capelli scuri prende un libro e lo apre. In quel momento, un suono brevissimo simile a quello di un violino copre il rumore di fondo.
“Ecco il secondo segnale”, spiega Tibor.
Continuano a osservare che l’attenzione sembra attirata dal volume; le parole “Ci vedi qualcosa di strano in questo libro?” sono seguite dal concentrarsi dell’attenzione collettiva su questo. Però nel libro stesso non si vede niente di anomalo, e lo confermano anche le parole dei personaggi immateriali.
Dopo un paio di minuti la scena si congela, appena dopo l’uscita dei tre clienti dal negozio.

“Cosa vi dice tutto ciò?”, chiede la piccola icona di Tibor.
“Eccezionale! Un incanto!”, riesce a balbettare Cornelia stupita, raccogliendo la bacchetta magica con la stella imbrillantinata che le era sfuggita di mano.
La voce severa di Endarno le fa sobbalzare: “Qui non si sta parlando della qualità degli effetti speciali!”. La sua imponente immagine in grandezza naturale è comparsa alle loro spalle. “Ciò che cerchiamo sono degli indizi che ci permettano di interpretare ciò che è successo. Innanzitutto, riconoscete le persone coinvolte?”.
“Solo Cedric…”, inizia Irma.
“Ovvio!”, la interrompe l’immagine di Endarno, sbrigativa. “E gli altri?”.
Le guardiane restano mute e imbarazzate.
“Orube?”, la interpella severo il saggio, “Un po’ di attenzione, non incantarti a guardare Cedric tutto il tempo. A parte lui, riconosci altri?”.
Lei resta persa, e Endarno fa un gesto con la mano al minuscolo Tibor fluttuante.
Di colpo, la scena si porta indietro fin all’istante dell’ingresso dei tre clienti nel negozio.
“Allora, Orube, riconosci queste persone?”, ripete Endarno con una nota di impazienza.
La Guerriera finalmente mette a fuoco e risponde: “Sì, erano già entrati prima. La smorfiosa… scusate, la prima cliente era venuta in negozio un paio di volte, sembrava interessata a Cedric”.
Endarno annuisce. “Questo la rende sospetta. E poi?”.
“La seconda si chiama Cassandra Smith, ha ordinato un libro: Armi, acciaio e malattie.”
Endarno resta un attimo pensieroso. “Dal suono, sembra un grimorio o un libro di malefici”.
“Non so, io l’ho solo ordinato. Non era antico, né manoscritto. Comunque, anche lei sembrava che cercasse Cedric”.
“Un’altra sospetta. E l’uomo?”.
“Ha chiesto di un po’ di titoli, poi mi ha chiesto come mi chiamo, da dove vengo, che scuola ho fatto eccetera”.
“Sospettissimo! E sono entrati tutti assieme proprio quando si è sentito il primo segnale! Hai idea di chi siano?”.
“Suppongo che abbiano a che fare con la vicina università. Non so altro”.
Endarno annuisce. “E’ qualcosa. E poi, quando hanno aperto il libro...”.
“Quale libro?”, chiede Orube.
Il piccolo Tibor interviene a tirarla fuori d’impiccio: “Ora rifaremo vedere la scena dall’inizio, rallentata. Osservate ogni dettaglio”.
La scena si ripete, lenta e surreale.
Taranee osserva i cambiamenti di espressione di Cassandra appena entrata. “Peccato che non sia possibile leggere il pensiero alle immagini virtuali, altrimenti tutto sarebbe risolto in un attimo. Comunque è chiaro che era stupita di vedere Cedric”.
“Il secondo suono avviene esattamente quando viene aperto il libro”, nota Hay Lin.
“Guardate che faccia stupita che fa ancora, questa qui!”, fa notare Taranee.
“Sì, ma perché?”. Hay Lin osserva il contenuto delle pagine. “Questo sembra un normalissimo libro d’arte”.
Anche Cornelia si avvicina; a un certo punto, si spaventa a morte quando vede un braccio uscire dal suo torace, e balza indietro con uno strillo. In un attimo, si trova dietro l’immagine dell’uomo-lampione che ha attraversato il suo corpo.
Tutte si voltano a guardarla allarmate, ma il piccolo Tibor le tranquillizza: “Non c’è niente da temere, Guardiane, sono solo immagini. Non possono nuocervi, anche se sembrano passare attraverso di voi”.
“Fifonaaa”, la canzona la diabolica Irma, guadagnandosi la solita occhiata da malocchio dalla fata turchina.
“Aspettate”, dice Hay Lin adocchiando la porta dello scantinato, “Che cosa starà facendo il libro degli elementi in questo momento?”. Muove alcuni passi decisi verso la…
Batte la fronte verso qualcosa di assolutamente non visto, con un cozzo che la fa quasi ribaltare a terra.
“Hay Lin!”. “Che è successo?”. Si leva un coro di voci preoccupate e stupefatte.
“Aspetta”, le dice Irma, “Hay Lin, dove hai...”. Un tonfo sordo e alcune esclamazioni assai poco eleganti pongono fine al tentativo di intervento.
“Attente, sono le travi del tetto” avverte Taranee, mentre avanza con prudenza tenendo le mani avanti a sé. Dopo qualche passo, batte un ginocchio contro una cassapanca invisibile, trattenendo tra i denti una qualche esclamazione di disappunto.

La scena attorno a loro svanisce, tornando a mostrare l’interno della soffitta con tutti i suoi ben solidi ostacoli.
“Hay Lin…”, la chiama preoccupata la nonna.
“Non è niente...”, minimizza lei mentre si avvicina tenendosi le mani sulla fronte.
“Ci vuole del ghiaccio”, propone Will. “Orube, hai ghiaccio in casa?”.
“Lascia perdere”, interviene Cornelia accostando il palmo della mano destra alla fronte della Guardiana dell’Aria, “I rimedi soprannaturali sono i migliori”. Una debole luminosità verde-gialla lascia intuire che la capacità curativa del Potere della Terra è all’opera.
Dopo un po’, Hay Lin sembra stare meglio, ma l’impronta della mano si vede chiaramente sul suo trucco da bambola rappezzata.
Intanto Irma si tocca la fronte, constatando il disfacimento del suo trucco da diavolessa. “Il mio cornetto!”, geme luttuosamente mentre questo le resta in mano.
Taranee viene in soccorso e cerca di riposizionarlo sulla fronte dell’amica, senza molto successo. Le propone: “Puoi sempre raccontare che ti sei appena scontrata con un arcangelo molto vendicativo”.
Da al di là del portale Endarno si schiarisce la voce: “Ehm… possiamo considerare finito questo piccolo incidente, o avete bisogno di passare qualche settimana anche voi nel cosmo curativo di Obluminose?”.
“Eccoci agli ordini”, risponde poco convinta Hay Lin.
“Bene. Allora, Guardiana dell’Aria, la tua intuizione sulla cantina era sensata, anche se non ti ha portato bene”.
Tibor, nuovamente a grandezza naturale al di là del portale, spiega: “Durante lo svolgimento del fatto che avete visto, abbiamo osservato anche il Libro degli Elementi dal Sacro Bacile; però non abbiamo notato segni visibili di attivazione. Purtroppo la posizione non ideale dei nostri amuleti non ha consentito triangolazioni per localizzare la fonte dei segnali”.
Endarno riprende, con un'ombra di rammarico: “Data la linea prudenziale raccomandata dall’Oracolo, è necessario raccogliere ancora informazioni prima di qualunque intervento più deciso. Allora, ci sono due nuove tracce da approfondire”.
“Una è esaminare il libro che stavano guardando quei clienti”, propone Hay Lin.
Endarno si acciglia. “Se lo decidi tu, Guardiana, io cosa ci sto a fare qui?”.
“Scusate...”.
“Dunque, Hay Lin, sarai tu a esaminare quel libro, usando la tua chiaroveggenza acustica. Per fare questo, ti introdurrai nottetempo, scortata da altre due compagne”.
“Sarà fatto, Signore”.
“L’altra traccia sono i tre clienti associati allo strano episodio. E qui Tibor ha uno splendido regalo per voi”.
L’anziano, rimasto un po' in disparte, torna davanti al portale e spiega: “Lo stesso incantesimo che è stato caricato sui segnalibro può essere inserito in forme più adatte al caso. Quelle persone saranno sorvegliate utilizzando delle cimici”.
Will fa presente: “Ma inserire delle cimici in casa loro potrebbe esporci a situazioni problematiche...”.
“Non preoccuparti, Guardiana del Cuore, le nostre cimici non vi imporranno di violare alcun domicilio. Dovrete solo avvicinarle a quelle persone, e loro si installeranno in modo da passare inosservate. Osservate su quella cassapanca alla vostra sinistra...”.
Le ragazze si voltano a guardare la cassapanca, e sopra vi vedono un anonimo vasetto di vetro con tappo a vite apparentemente riciclato da qualche conserva, e un’ampolla dall’aspetto sfaccettato e iridescente, con una sorta di stoppino.
“Cos’è?”, chiede Irma, “Somiglia a una versione cristallina della lampada di Aladino...”.
“Sbagli”, la corregge Tibor. “Prima guarda il contenitore delle cimici”.
“Quel vasetto anonimo?”, chiede incredula Will, “Ma sembra vuoto...”.
Avvicinandosi, le ragazze vedono che nel contenitore sono prigionieri sei insetti minuscoli.
Will cerca di mettere a fuoco meglio. “Ma cosa...”.
“Cimici dei materassi!” esclama Cornelia, tra lo stupito e l’allarmato.
Tibor annuisce. “Sì, ragazze, cimici magiche. Loro sanno già cosa fare, dovrete solo portarle a contatto con i loro destinatari, due per ciascuno. Basterà caricarle sul dorso della mano e accostarla casualmente al destinatario”.
“In questo caso, la parola ‘vittima’ non sarebbe di troppo!”, brontola Taranee. “Sono bestie infami!”.
“Non preoccupatevi”, le rassicura il vecchio saggio, “Sono magiche: Passeranno inosservate e non causeranno fastidi ai sospettati”.
Taranee incrocia le braccia. “Non contate su di me per queste piccole belve”.
Hay Lin tenta di giustificarla: “Scusate Taranee, Signori, lei soffre di fobia per gli insetti”.
“Va bene”, risponde conciliante Tibor, “Guardiana del Fuoco, tu farai squadra con Hay Lin. Orube svolgerà l’altro incarico, visto che è in grado di riconoscere gli individui sospetti meglio di tutte”.
“Senza problemi”, risponde lei, “Se alle altre quelle bestiole fanno tanto schifo, posso anche svolgere l’incarico da sola”.
“Benissimo”, dice sollevata Irma, “Io andrò con la compagnia del libro”.
“Io andrò con Orube” dichiara Will. “Se dobbiamo toccare delle persone, è meglio dividerci il lavoro per farci notare di meno”.
“E io verrò con voi”, dichiara infine Cornelia. “Un’ultima domanda, però: che cos’è quel bellissimo e strano oggetto di cristallo sfaccettato posto accanto al vasetto delle cimici? Sembra caricato di una magia potente...”.
Tibor scuote impercettibilmente il viso: “Quello è un flacone di pozione antistaminica”.

 

 

  
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