Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    30/09/2020    3 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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I due neogenitori erano ancora persi in quelle tenere coccole, quando bussarono alla porta; Eren andò ad aprire, trovandosi di fronte il resto della squadra, Hanji in testa, con Levi e Ymir in braccio.
"Entrate, ma cercate di non fare confusione." disse, a bassa voce "Annie e i bambini sono stremati, devono riposare."
Si disposero a semicerchio attorno al letto, mentre Armin aiutava la compagna a sistemarsi meglio, per allattare i bambini.
"Ma guardali! Non hanno neanche un capello!" esclamò Connie, sporgendosi un po' per permettere alla figlioletta di osservare i due nuovi arrivati un po' più da vicino.
"Sono biondi." ammise Annie "Papà mi diceva che quando mi ha adottato ero così."
"Anche io ero pelato da piccolo." disse Armin, baciando la fronte della compagna "Hanno preso da entrambi."
"Bimbi belli." constatò Levi, indicandoli "Vero nonna?"
"Come te lo devo dire che... Ah, lascia perdere, sei un caso perso in partenza..." si lamentò Hanji alzando gli occhi al cielo.
Jean e Reiner si fecero avanti, con in braccio i figli del Corazzato, per poter vedere i due neonati. Faye lanciò un'occhiata fugace ai piccoli, per poi tornare a girarsi verso Jean, stringendo la sua camicia nel pugnetto e facendo un verso beato, guardandolo con aria innamorata.
"Cosa c'è, amore di zio?" chiese il giovane, facendole una carezza sul nasino con il dito.
"Tu no tato! Tu dada bimba!" protestò Levi, puntandogli contro il ditino.
"Ehm... veramente il padre sarebbe Reiner, io non..." obiettò il giovane.
"No, tu fidatato Rene, quindi acche tu dada bimbi." spiegò il piccolo, che poi afferrò la manina di Ymir, rivolgendosi a lei "Vero Ymii?"
La principessina lo fissò per un attimo, indecisa, e arrossì quasi all'istante, allontanò la manina e nascose il volto nella spalla di Hanji, che sorrise, lasciandola fare.
"Piccolina... è timida..." commentò.
"No, non è timida." spiegò Jean, facendo un passo indietro e passandosi una mano sul volto, improvvisamente serio "Di tutto quello che poteva prendere da me, doveva proprio essere questo?! Non è timida, è introversa, come me... e per una futura regina questo non è affatto un pregio."
"Non è così." intervenne Eren, facendo un passo avanti "Jean, sarai pure introverso, ma hai le capacità di leadership migliori di tutti noi. Ymir ha solo bisogno di un ambiente sicuro in cui crescere, in modo da fare emergere le capacità che le serviranno in futuro."
"Da quando fai discorsi così profondi?" chiese il giovane Ackerman, alzandosi in piedi.
"A dire il vero sto riportando solo ciò che mi aveva detto su di te Marco, qualche anno fa." ammise "E aveva ragione."
"Ragazzi, qualche giorno fa mi è arrivata la comunicazione di una imminente visita di Historia alla caserma." si intromise Hanji "E se parlassimo con lei? È la madre della principessa, magari saprà cosa fare."
"Mi sembra un'ottima idea." rispose Armin, prendendo su la figlia, che aveva appena finito di mangiare, per farle fare il ruttino.
"Ho anche altre cose da comunicarle." continuò il comandante della Ricognitiva "Faremo una riunione appena sarà qui." poggiò una mano sulla spalla di Annie, ancora concentrata sul figlio neonato che stava allattando "Ora riposa. Domani faremo venire il medico per controllarvi tutti e tre, ma penso che il dottor Jaegger e Eren abbiano fatto un ottimo lavoro."
Detto ciò, fece congedare il gruppo, e tutti, finalmente, andarono a riposare, dopo la lunga giornata appena passata.
Qualche giorno dopo, Eren e Mikasa erano in giro per Shigashina insieme a Levi, per alcune commissioni per conto del comandante.
Il bambino camminava col naso all'insù, senza mollare le mani dei genitori. Ogni tanto, incuriosito da qualcosa, faceva delle domande al padre, alle quali Eren rispondeva con pazienza, soddisfando la sete di curiosità tipica dell'età apparente del piccolo.
Si fermarono davanti alla bottega armaiola dove la caserma si riforniva, e poco prima di entrare Mikasa prese in braccio il bambino, che la strinse forte, fissando incuriosito la porta d'ingresso e facendo un urletto ammirato quando, una volta entrati, vide tutti gli oggetti, prodotti dagli artigiani, lì esposti.
Il giovane uomo sorrise, scompigliandogli i capelli, e si avvicinò al bancone, suonando il campanello che era poggiato sopra.
"Arrivo! Un momento!" protestò la voce anziana del proprietario, un vecchio uomo dai lunghi capelli bianchi raccolti in un codino, che camminò verso di loro allacciandosi la cintura dei pantaloni "Cavolo! Sono vecchio! Un po' di pazienza, giovanotto! Avrò pure diritto a pisciare?"
"Ehm... Chiedo scusa, di solito ci serve il suo apprendista." si scusò Eren, poggiando entrambe le mani sul bancone "Ci manda il comandante per quei dispositivi da riparare."
"Ah, siete della caserma dell'Armata Ricognitiva... dunque... i dispositivi... ah, sì! I dispositivi anti-uomo... cavolo mi sento vecchio..." borbottò tra sé l'artigiano, rovistando dietro il bancone "Ne è passato di tempo da quando uccidevamo i Giganti per proteggere la nostra esistenza..."
"A dire il vero uccidiamo ancora i Giganti, ma lo facciamo per altri motivi." obiettò Mikasa, cercando di trattenere Levi, il quale stava provando a raggiungere una delle armi esposte.
"Lo so... quando avevo la vostra età ed ero un giovane fabbro nel pieno delle forze non sapevamo neanche che i titani si potessero uccidere..." ammise l'altro, poggiando uno alla volta i dispositivi riparati davanti ai giovani "Il primo a uccidere un Titano è stato il mio migliore amico... rimettendoci la vita prima di poter conoscere la figlia..."
"Solm Humè... conosciamo quella storia, l'abbiamo studiato in Accademia." rispose Eren, afferrando la merce per fare spazio.
"Sapete anche che, dopo, l'intero squadrone si è ribellato, facendomi uscire dalle mura per fare ricerche?" continuò il vecchio, facendo gli ultimi controlli alla merce da consegnare "Credo di no, perché ovviamente un ammutinamento non è un avvenimento da tramandare ai posteri... ma ho visto che voi avete fatto anche peggio e ve la siete cavata molto bene." guardò Levi, che cercava di afferrare una delle armi appese al soffitto e sorrise "Il giovanotto sembra essere entrato in un negozio di dolciumi."
"Mio figlio è così." ammise Eren, dando un buffetto al bambino "Poi sta crescendo in una caserma, non ha amici coetanei a parte la principessa Ymir, gli altri bambini sono tutti appena nati, a volte si annoia e spesso cerca di imitarci."
"Oh, allora ho qualcosa che può fare al caso suo!" disse l'altro, tornando a rovistare dietro il bancone per poi porgere al bambino una piccola spada di legno "Ecco a te, giovanotto! Mi raccomando, usala con attenzione."
Gli occhi di Levi si illuminarono, subito afferrò il nuovo giocattolo e lo ammirò, felice.
"Io poteggo Ymii!" esclamò, alzando la spada per mostrarla ai genitori "Io ora fotte!"
"Va bene, ma cosa devi dire prima a Mastro Aaltonen?" rispose Mikasa, stringendolo affettuosamente.
"Gassie siore." sussurrò il piccolo, perdendosi nelle coccole della madre adottiva.
"Prego, piccolo." rispose l'altro, sorridendo, tornando poi a parlare con il giovane uomo "E io devo ringraziare voi. Senza il sacrificio vostro, e degli uomini che sono morti nella riconquista di Wall Maria, penso che non avrei mai rivisto questo posto, né avrei riaperto la bottega... peccato non poterla passare a chi si era dimostrato mio degno erede..."
"Come mai?" domandò Eren, incuriosito.
"Sono morti circa cinque anni prima della breccia. Erano davvero promettenti, un uomo e una donna, marito e moglie... si erano messi in testa di superare il muro con un pallone ad aria calda ma sono precipitati... Anche se penso che ci sia di mezzo lo zampino di quei dannati Gendarmi. So che avevano un figlio piccolo... chissà che fine ha fatto, ora dovrebbe avere circa la vostra età. Se non ricordo male il loro cognome era Arlert."
Eren rise, voltandosi verso la compagna.
"Ma tu guarda!" esclamò "Armin è il nostro migliore amico."
"Davvero?" domandò il vecchio, speranzoso.
"Sì." ammise Mikasa "Vive con noi alla caserma, è uno degli ufficiali della squadra veterana, nonché il portatore di uno dei Titani Mutaforma."
"Incredibile! Il mondo è davvero piccolo, anche se è diventato più grande! Ragazzi, grazie, avete allietato la giornata a un povero vecchio."
"Ne siamo felici." rispose Eren, prendendo la merce che erano andati a ritirare "Stia bene, mastro Aaltonen."
"Anche voi, ragazzi." li salutò "Solo un ultimo consiglio: il giovanotto si sentirà solo, anche se ci sono altri bambini in caserma. Dategli un fratellino, fate spesso l'amore voi che siete giovani!"
I due ragazzi salutarono, uscendo in strada assieme a Levi, che stringeva al petto il suo nuovo gioco.
Qualche metro più avanti, il bambino si voltò verso il padre, assumendo un'aria dolce, tipica dei momenti in cui stava per fare una richiesta a cui non si sarebbe riuscito a dire di no.
"Dada, tu e mama fate fatelino? Peffavooore..."
A quella richiesta le gote della giovane si imporporarono all'istante; Eren si fermò, posando a terra i pacchi che aveva tra le mani, e si abbassò all'altezza del figlio.
"Ascolta, Levi, per ora non è il caso."
"Pecché?" insistette l'altro.
"Perché se ti facessimo un fratellino ora la mamma dovrebbe stare a riposo per tanto tempo, come è successo a zia Sasha e zia Annie." spiegò, calmo, lanciando anche uno sguardo dolce alla compagna "E papà per il momento non può fare a meno della mamma sul campo. Lo capisci?”
Il piccolo si portò un dito sulla boccuccia, pensieroso, poi annuì.
"Peò poi dopo fate?" chiese ancora Levi; Eren annuì "Pomesso?"
"Sì, promesso." acconsentì il padre, alzandosi in piedi per scambiare un bacio dolce con la ragazza, prima di riprendere la strada verso casa.

 

Note dell'autrice: Angel Aaltonen è il protagonista della prima light novel di Before the Fall. Nella novel ha 16 anni, ed è ambientata 70 anni prima della breccia, quindi in questo capitolo ha 95 anni

   
 
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