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Autore: KikiShadow93    02/10/2020    4 recensioni
Lui è resuscitato senza sapere né come né grazie a chi e, dopo attente considerazioni, ha deciso di provare ad integrarsi a sua volta sulla Terra.
Lei, per scappare dal proprio passato e per provare a salvaguardare il proprio futuro, decide di fuggire in città.

Lui è cresciuto tra i guerrieri, nell’odio e nel rancore, ed ha sviluppato un forte senso di inferiorità.

Lei è cresciuta tra i reietti, nella paura e nella violenza, arrivando quasi a perdere la speranza di poter avere una vita felice.

Sono diversi eppure incredibilmente simili, ed entrambi sono inconsapevoli pedine di un disegno molto più grande.


[Radish prende spunto da DBR&R; Post Cell Game; Possibile OOC]

Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Radish'
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Prima di iniziare, ci tengo a ringraziare in particolare Chimera__, _Cramisi_ e Celeste98 per aver recensito lo scorso capitolo, e Teo5Astor per aver recensito il capitolo 29! 💛

𝟛𝟡. 𝒜𝓇𝒾𝒶 𝒹𝒾 𝓉𝑒𝓂𝓅𝑒𝓈𝓉𝒶


L’idea di rimanere nel territorio di Roman non è piaciuta in modo particolare a nessuno. Per quanto più che abituati e più che ben disposti a dormire in mezzo alle fratte, il luogo in sé non li faceva sentire a casa, né troppo al sicuro. C’è qualcosa, in quel posto, che li infastidisce. Niente di reale, solo un qualcosa a livello mentale a causa della vicinanza col Nord, che gli impedisce tuttora di rilassarsi come vorrebbero.
Alla fin fine però, hanno stretto i denti, ingoiato quel boccone amaro, e si sono piazzati lì. Bisognava decidere che farne degli orfani, trovare più e più soggetti disposti a prendersene cura e, i due capobranco in primis, dovevano decidere in quali fazioni smistarli. Trattandosi poi di soggetti giovanissimi e, nella maggior parte dei casi, col sangue sporco, si sono pure rivelati delle pesanti zavorre, delle bocche in più da sfamare in un territorio che non avrebbe mai offerto abbastanza sostentamento per tutti. Ma come potevano voltargli le spalle? Soli al mondo ed indifesi, non avrebbero avuto una vita lunga, né una morte misericordiosa, così hanno deciso che, per il momento, se ne sarebbero occupati un po’ tutti, per poi decidere in seguito chi si prenderà cura di chi - sempre ammettendo che ci sarà un seguito. Darko ha pure avanzato l’idea che, volendo, potrebbero costruire degli edifici appositi per loro, e spronarli poi a contribuire come meglio potranno al branco che li prenderà, vivendo autonomamente. In fondo non sarebbe insolito che un bambino venga su per i fatti suoi, Sherry e Bree ne sono la prova lampante, e per questo nessuno ha controbattuto, decidendo unicamente di pensarci in un secondo momento e con più calma.
Rimaneva comunque il problema di come procurarsi il cibo sufficiente per sfamare tutti quanti, ed è stato Radish a trovare la soluzione. Dopo essersi legato frettolosamente i capelli, è letteralmente volato in mare, sotto gli sguardi attenti e curiosi dei presenti, e ne è riemerso con un giovane esemplare di capodoglio, del peso di circa sei tonnellate. Glielo ha mollato in spiaggia, affermando che optare per le grosse creature marine era la soluzione ideale, considerata la loro mole. L’idea non è piaciuto particolarmente, non dal momento che preferiscono ben altri tipi di carne, però alla fine hanno accettato con una smorfia simile ad un sorriso e, senza tante cerimonie, si sono catapultati tutti quanti a divorare quell’enorme creatura, non lasciandone neanche le ossa. Per quanto a Radish non dispiaccia osservare la compagna quando si nutre, vederli tutti insieme a crogiolarsi in quel fiume di sangue e viscere lo ha non poco disgustato.

Nei cinque giorni seguenti, sono tutti caduti in una sfiancante routine. Faticosa e quasi intollerabile sia per il corpo che per la mente, ma necessaria a non fargli pensare ossessivamente che stanno per buttarsi in uno scontro mortale come la loro razza non ne aveva mai visti prima.
Ogni singolo Spettro si è ritrovato a dover affrontare sessioni di combattimento estreme, riportando sempre più e più ferite. In genere queste venivano inflitte dai Guerrieri Z, che hanno la possibilità di entrare e di uscire praticamente a piacimento. Vegeta più degli altri si è lasciato andare a quella che più si avvicina alla sua reale ferocia, così da preparare al meglio i suoi allievi a ciò che li attende, attirando su di sé sia la curiosità dei combattenti migliori, desiderosi di apprendere il più possibile da lui, che delle poche donne single, che desideravano ben altro. Inutile dire che a Bulma la cosa non è andata particolarmente a genio, e neanche che le è bastato davvero poco per corrompere alcuni Spettri “amici” per far abbassare loro la cresta.
Pure Chichi, seppur senza una particolare convinzione, si è ritrovata coinvolta. Talvolta sfogava un po’ della frustrazione accumulata dando qualche lezione di combattimento corpo a corpo ai più giovani, ritrovandosi spesso e volentieri a doverli prendere a pugni quando si facevano troppo audaci a parole o con i fatti, ma per la maggior parte del tempo ha preferito prendersi cura degli orfani assieme a Fern e Lunch. Quest’ultima poi, ha provato sulla propria pelle un momento di estremo pericolo e terrore: dal momento che alcune ragazze avevano adocchiato Tensing, e che lei aveva malauguratamente starnutito, aveva imbracciato un’arma per allontanarle dall’uomo, ritrovandosi in un istante schiacciata dal peso di una di quelle creature. Le ha rotto le ossa delle braccia a causa del suo peso, ed è stato solo l’intervento nientemeno che di Sherry ad evitare la catastrofe. Se Radish poi non fosse stato tanto apprensivo da aiutare la ex amante a rimettersi in piedi e sincerarsi delle sue condizioni, l’Alpha le avrebbe pure dato un goccio del proprio sangue per rimediare alle ferite, ma il Saiyan è stato poco furbo e si è beccato lui stesso una ringhiata degna sia di nota che di applauso. Giusto Domino, che in passato aveva lievemente legato con la donna, ha voluto farlo, tenendosi poi ben alla larga dall’irascibile amica.
In verità però, quello che si è trovato più in difficoltà in assoluto è stato Muten, che ha raggiunto gli altri per offrire il suo aiuto negli allenamenti. Nessuno gli aveva chiesto niente in realtà, neanche i ragazzi che aveva precedentemente allenato avevano osato disturbarlo, ma è stato proprio per quei bizzarri ragazzini se ha sentito l’impulso di trascinarsi fino a lì. Di certo non è stata l’idea migliore che gli sia mai venuta in mente: se già di per sé l’anziano maestro è stato messo in crisi dalla moltitudine di donne spesso poco vestite, ritrovarsi faccia a faccia con la futura Regina del Sud è stata un’esperienza unica… e terrificante. Già sulle prime ha rischiato il collasso di fronte alla sua sfolgorante bellezza, quando poi ha osato allungare una mano verso il marmoreo ed invitante fondoschiena, in un istante si è ritrovato inchiodato alla corteccia di un albero, con la mortale presa di Blackwood attorno alla gola. Non se lo aspettava, non ci aveva proprio pensato, preso com’era dallo sbavare per Nike, ed è stato solo l’intervento di Radish ad evitare che serrasse maggiormente la presa e gli spezzasse l’osso del collo.
Pure il Saiyan, in un certo senso, è caduto vittima di una strana routine. Per quanto stanco e impegnato, ha sempre trovato abbastanza tempo per allenare quanti più Spettri possibile, arrivando a sorprendersi nuovamente per l’incredibile potenza - sempre trattenuta - di Everett, ed infine anche per quella di Blackwood. Quando lo ha attaccato per liberare Muten - a cui poi ha spiegato che è davvero necessario che tenga la lingua e le mani a freno se non vuole scatenare la loro mortale gelosia - si è reso conto che non solo l’uomo è sveglio, non solo è fuori di testa come un culo, non solo è premuroso e attento con la famiglia, no: è pure dannatamente forte e veloce!
In un certo senso, è arrivato a capire il fastidio che River nutre nei suoi confronti, un qualcosa di non troppo differente da quello che non troppo raramente nutre lui stesso per il fratellino.
Il problema di quella nuova - e spera breve - routine non era certo quello, anzi in realtà spera ardentemente che sopravvivano tutti - o quanto meno il 95% dei combattenti - per potersi divertire ancora in futuro. Il problema è nato nel momento in cui River, la sera stessa che si sono stabiliti nel Regno delle Fate, gli ha comunicato con un gran sorriso che Hurricane e Darko sarebbero stati i suoi personalissimi tutors. I due lo hanno così tenuto spesso occupato per un intenso “corso di approfondimento” sulle loro tradizioni, la loro storia e tutto ciò che deve sapere prima anche solo di pensare di mettere piede sia al Sud che al Nord.
Hurricane, in particolare, si è dimostrato indispensabile come tutore, tanto che Radish si è ritrovato ad essere grato a River per averlo convinto a dargli una mano - pur sapendo che l’abbia fatto con la latente speranza che lo infastidisse con il suo carattere poco trattabile. Darko certo non è da meno, con la sua sconfinata cultura, ma manca della sorprendente pazienza che invece ha dimostrato il più giovane. Pazienza che Radish attribuisce senza alcun dubbio a Roxane, sua moglie. La seconda sera che hanno passato lì, lo ha pure “costretto” a cenare vicini a lui e Sherry, rimasti sorpresi dal suo essere tanto accomodante nei suoi confronti. La giovane - e sfinita - Regina non è riuscita a trattenersi dal chiederle come lei, tanto dolce, solare ed espansiva, riuscisse a stare con un uomo tanto duro, glaciale e aggressivo.
Fin dal primo momento in cui l’ho visto, a dodici anni, ho capito di volerlo” ha confessato loro, con i grandi occhi scuri che brillavano “Non mi importava della sua reputazione, non mi importava della forza e della violenza che usava contro chiunque lo guardasse storto o gli parlasse alle spalle. Sapevo che non poteva essere così malvagio come dicevano, era troppo gentile per poterlo essere” ha aggiunto subito dopo, con un sorriso da un megawatt. Entrambi si sono rivisti molto nelle parole della donna e, senza neanche rendersene conto, Radish le ha avvolto la vita con la coda.
Malgrado la sua presunta gentilezza, però, non sono mancate le volte in cui, raggiunto il limite di sopportazione, Hurricane gli ha mollato un sonoro schiaffo sulla nuca, fissandolo con quegli inquietanti occhi perlacei. Non faceva altro, al contrario di Darko che gli urlava contro che era un asino ignorante ed altri vari insulti assai coloriti. Radish ha capito subito che si tratta solo di un suo strano e fastidioso modo per “resettarsi”, così da poter ricominciare lì dove l’aveva perso, e permettergli di assimilare più informazioni possibile.
Il Saiyan si è ripromesso silenziosamente che, in un modo o nell’altro, gliele farà scontare tutte quante.
I primi due giorni, Radish si sentiva così sopraffatto dalla moltitudine di informazioni da ritrovarsi, alla sera, con una tale emicrania che gli faceva quasi venir voglia di piangersi l’anima dal corpo. Se poi ci si aggiunge che Sherry era ad un livello di stanchezza pure superiore, e che entrambi crollavano addormentati mentre ancora si stavano baciando… beh, diciamo che gli prendeva solo peggio.
Ma poi, in qualche modo che non riesce ancora a comprendere, ma che vuole giustificare con l’irriducibile tenacia della giovane moglie, è riuscito ad adattarsi a quei ritmi, arrivando pure ad apprezzare i momenti con Darko e Hurricane, e sviluppando/rafforzando silenziosamente le migliorie che vorrebbe apportare ai due regni, una volta vinto lo scontro. Perché Radish vuole credere con tutto sé stesso che vinceranno, che quei quattro visionari fuori dal mondo la spuntino quanto più indenni possibile. La sola idea che le cose possano invece andare diversamente, che lei possa non farcela, è più dolorosa di una coltellata in mezzo alle spalle.
Durante le sue lezioni private, si è sorpreso di saperne sì parecchio, su quella bizzarra specie, ma solo sul livello comportamentale. In realtà, ha capito con sconcerto che non ne sapeva poi neanche troppo, perché i suoi, di Spettri, sono diversi da quelli cresciuti nel loro vero habitat.
Sono infatti pochi i lupi del Nord e del Sud che tollerano la presenza umana, e Blackwood è l’unico che invece ne è sinceramente incuriosito. Se gli altri però li tollerano, è solo perché hanno inventato cose utili, cose di cui possono appropriarsi senza sforzo e, talvolta, anche migliorare, così che abbiano un impatto minore sul loro ambiente. Ha scoperto che a quest’ultimo ci tengono molto, non sorprendendolo in realtà più di quel tanto. Insomma, vivono a strettissimo contatto con la natura, costruiscono le loro case nella roccia, usano i detriti che ricavano proprio da quelle per farne altre, ed hanno un fiuto e un udito molto superiori a quello che lui può anche solo immaginare: un ambiente caotico e sporco come quello di una metropolitana, per loro è praticamente intollerabile.
Un’altra cosa che ha scoperto, togliendosi così un piccolo dubbio che ronzava in testa da un paio di giorni, è che la maggior parte dei Re ha accumulato considerevoli ricchezze per il puro gusto di farlo e, talvolta, per abbellire i propri territori. Ha pure scoperto che Greywind si è cimentato in investimenti molto fruttuosi in quegli anni, fatto che gli ha permesso di acquistare l’isola e costruire la lussuosa abitazione per la coppia. A quanto pare è stato spinto a farlo proprio dal figlio, per un motivo che nessuno - Blackwood compreso - sa. Alla fine, suppongono sia stato semplicemente per noia.
Allo stesso modo, in un certo senso, pure Mezcal aveva accumulato una ricchezza assai considerevole, soprattutto se si considerava tutto ciò che aveva ereditato dal padre e via discorrendo. Le teneva nascoste però, così da evitare che i figli ci mettessero sopra le mani e le sperperassero nel mondo umano. “Non si fidava molto di loro” gli ha detto, con un sorrisetto Darko. “In realtà, non si fidava proprio. Se aveva fiducia in qualcuno, quello ero io. Comunque tutta quella roba dovrebbe essere dove l’aveva messa, a meno che Jäger non l’abbia trovata. Ne dubito però, così come dubito che ci sia ancora molto del vecchio arredamento. Sai, lui disprezza sinceramente gli umani. Se non li ha mai attaccati, penso che sia unicamente perché questo ambiente non gli interessa. Lui vuole i nostri territori e basta, altrimenti stai certo che non solo sarebbe uscito, ma sarebbe anche entrato in possesso delle Sfere. Grazie a Dio pare non esserne interessato, o forse ne è addirittura all’oscuro… non hai idea di quanto sia illimitata la sua ambizione!
Essendo comunque entrati nell’argomento “ricchezze”, ed anche dal momento che al Saiyan ribolliva il sangue solo per aver sentito quel nome, Darko gli ha spiegato che hanno il concetto del denaro, seppur in un modo un poco differente. “Lavoriamo e siamo pagati per i contributi che apportiamo alla società. Maggiore è il contributo, maggiore è la retribuzione, indipendentemente dal campo. Tuttavia, la ricchezza non è importante per noi quanto lo è per gli umani. Serve giusto per potersi prendere un piccolo territorio, ancora non rivendicato da nessuno, e per costruirci una buona tana per la famiglia. Persino il più pigro o scarso può farlo, non esistono i senzatetto dalle nostre parti. Significherebbe essere davvero inutili, e non lo tolleriamo. Per avere però qualcosa oltre ad un riparo e alle necessità quotidiane, devi fare qualcosa di produttivo nella tua vita. Le ricompense finanziarie infatti sono solo una parte del motivo per cui gli Spettri lavorano. Le motivazioni principali sono il buonumore, diciamo, del Sovrano, e la necessità di essere rispettati, di essere riconosciuti per i nostri risultati. Nessuno vuole vivere la vita, venendo guardato dall’alto in basso. Vedi, per noi avere una posizione bassa equivale ad essere degli emarginati… come lo sono i Mezzosangue e gli invertiti, modo dispregiativo con cui spesso vengono definiti gli omosessuali — anche se, e questo va detto, non sono pochi quelli che sperimentano finché non trovano il proprio compagno. In ogni caso, chi non ha mai fatto niente di utile nella propria vita, alla fine verrà trattato con disprezzo dagli altri, spesso pure ucciso. Avere una posizione elevata è molto più importante dell’essere ricchi, anche se le due cose di solito vanno di pari passo. In realtà, va di pari passo pure con la forza fisica. A partire dai primi due Sovrani - e se non ti ricordi i nomi, giuro che ti massacro - ognuno è stato libero di scegliere liberamente con chi condividere la vita, oltre che il letto. Malgrado fossero tutti consanguinei, dal primo all’ultimo, alcuni incroci genetici non andavano bene, e da lì sono nati velocemente gli ordini sociali, che si sono irrimediabilmente riflessi anche sui vari lavori possibili. Chi sta in fondo, è perché risulta troppo debole per entrare a far parte della guardia, così si ritrova a coltivare i campi, talvolta prostituirsi, e, al Nord, ad impedire che la popolazione degli axarat scenda sotto il livello ottimale. Più in alto ci stanno invece gli addestratori degli infanti, poi i membri della guardia e, in senso più esteso, dell’esercito, il Beta, che è praticamente al livello della famiglia reale, ed il Sovrano. Tutto chiaro?
A Radish quasi è colato il cervello giù dalle orecchie, in quel momento. Una valanga di informazioni dette con una nonchalance incredibile, come se anche per lui fosse tutto ovvio e scontato. Per grazia divina però è riuscito a non perdersi ed assimilare le varie informazioni.
Gli sono sorte spontanee anche un paio di domande, che hanno fatto illuminare il volto dello Spettro: “Cosa sono gli axarat? E cosa coltivate? Credevo che foste carnivori!
Ebbene sì, gli Spettri si occupano pure di coltivazione e allevamento. Al Nord si occupano principalmente degli axarat, creature dall’aspetto simile a quello di enormi insetti e dal sapore molto pieno e gustoso, ricchi delle sostanze nutritive che necessitano. Hanno anche altre creature, là sotto, alcune le hanno pure importante per “ampliare il menù” - anche se difficilmente sono sopravvissute allo stato brado, costringendoli ad allevarle in cattività. Hanno anche una flora diversa, dalle loro parti. Darko gli ha rivelato che al Sud cresce più rigogliosa grazie al clima più mite, ma anche al Nord possono dirsi relativamente ben messi, soprattutto grazie alle serre che si sono creati, così da non far morire tutto il coltivato durante i periodi più rigidi. Gli esemplari adulti non ne hanno bisogno, non dal momento che sono ormai perfettamente formati, ma alcuni le trovano gustose e le abbiano alle portate principali, così da variare un po’ con i sapori. Le loro femmine in dolce attesa, invece, tendono a mangiarle spesso durante i cinque mesi di gestazione, così che ai piccoli non manchino quelle sostanze nutritive, e, una volta svezzati, saranno introdotte nella loro alimentazione almeno fino ai tre anni. Però quel piccolo lusso ha un costo, e non per tutti è accessibile, così come non è accessibile una grande riserva d’acqua potabile. Al Sud pare di sì invece, almeno dall’ascesa di Greywind, ma Darko è certo che tutto il suo impegno e buon cuore non siano stati sufficienti a creare dei combattenti capaci e feroci come quelli del Nord, plasmati invece da climi più rigidi e venuti su solo con lunghe generazioni di incroci pressoché eccellenti alle spalle.
Specificando questo piccolo particolare, Radish ha capito una volta per tutte come mai buona parte degli Spettri, quelli fisicamente idonei al combattimento, siano così simili l’uno all’altra, con i corpi forti e muscolosi, l’altezza elevata e l’aspetto in generale molto gradevole: spesso sono frutto di unioni tra consanguinei!
Questa cosa dell’incesto verrà assolutamente abolita e proibita! Dio, che schifo…
Se queste notizie non fossero state abbastanza, Darko gli ha pure rivelato che ognuno dei due territori ha una superficie di circa 15 milioni chilometri quadrati. Di questo ne è rimasto non poco shockato, essendo infatti convinto che si trattasse sì di un territorio esteso, ma non fino a questo punto!
Gli ha spiegato anche che, volendo, ogni territorio si può considerare come diviso in cinque fazioni da enormi pareti rocciose, e vengono definite come “centri” - che, volendo usare un termine umano, possono essere definite come le loro metropoli. In quello più vasto - il primo nella quale ci si imbatte - è situata la famiglia reale, così che il Re abbia la possibilità di intervenire immediatamente in caso di invasione - com’è successo in passato. Dista infatti non troppi chilometri di distanza da dove si trova il ponte crollato, che un tempo univa i due regni. Ci sono poche costruzioni lì attorno perché è anche da quella zona che si accede al mondo esterno, e di certo non vogliono che qualcuno possa pensare di fare il furbo. Poi c’è il territorio riservato esclusivamente alle abitazioni e agli allenamenti della guardia - che però bivacca spesso e volentieri attorno alla tana del Re - e buona parte del resto dell'esercito. Altre due fazioni, invece, sono destinate alla restante popolazione, e l’ordine dei piccoli branchi deve essere mantenuto dai vari Alpha. L’ultimo centro, infine, è situato in mezzo agli altri due, ed è riservato agli edifici per la coltivazione nelle serre e per l’allevamento del bestiame, soprattutto quello importato dal mondo esterno.
Ha concluso il suo discorso affermando che, malgrado la posizione che si può raggiungere, l’aspettativa di vita in genere non supera - e spesso non raggiunge - i quarant’anni, poiché i più giovani sfidano i più anziani per poterne prendere i territori e la posizione. Giusto nei ranghi più bassi c’è la vaga aspettativa di campare un poco di più, visto che nessuno potrebbe volere niente da te, ma che a causa del pessimo tenore di vita è difficile anche in quel caso.
Sherry l’aveva messa giù molto più semplice…

Sono strani sotto diversi aspetti, per lui. Non necessariamente complessi, ma strani.
A parte alcuni tratti però, è arrivato a comprenderli davvero, non essendo poi troppo diversi rispetto alla sua specie. Sono combattenti, amano la lotta e bramano il sangue come poche altre cose, e trovano un grande sollievo sia fisico che mentale nei combattimenti.
Una differenza sostanziale però sta in un piccolo, ma non trascurabile dettaglio. Quando decidono di vincolarsi a qualcuno, quando davvero lo vogliono e perdono la testa l’uno per l’altra, niente e nessuno sarà mai capace di separarli. Sulle prime ha pensato che Hurricane si riferisse a quel tipo di legame che unisce lui e Sherry, ma lo Spettro ha specificato che quella è una cosa a sé, e che nella loro storia non sono stati in molti ad esserne colpiti. Anzi, per quanto ne sa, non è mai successo che si formassero ben tre coppie in meno di quarant’anni, e che lui dovrebbe considerarsi oltremodo fortunato.
Certo che mi considero fortunato! Anche se Sherry è una pazza incosciente, e che spesso questo legame pare più una maledizione che altro, mi sento davvero fortunato! In quanti possono dire di essere amati come lo sono io? In quanti possono dire di potersi davvero fidare della persona al loro fianco?
Hurricane, che nel frattempo stava tenendo sotto tiro uno Spettro di forse vent’anni che faceva lo splendido con Roxane, gli ha spiegato che sono di natura monogama, malgrado tutte le eccezioni conosciute dal Saiyan facciano presupporre l’opposto, e che sono disposti a qualsiasi cosa pur di tenere saldo il rapporto e al sicuro la propria metà.
Per quanto riguarda il discorso “figli”, Radish già sapeva che si trattava di un argomento un poco complesso e ambiguo, ma lo Spettro è arrivato a spiegargli, seppur svogliatamente, anche questo punto, dopo aver visto la curiosità nei suoi occhi quando hanno notato una giovane ragazza incinta rigirarsi brutalmente contro il compagno, che voleva unicamente farle un innocente scherzo.
Come Radish già sapeva, i loro maschi reagiscono in due modi differenti: o sono lieti della gravidanza della compagna e, di conseguenza, restano con lei e si occupano poi dei piccoli, o se ne risentono e la abbandonano, come fece Rafe, facendo nascere anche la possibilità che li attacchi, qualora prendesse troppo male la notizia. Lo sapeva e quindi non ne è rimasto affatto sorpreso, come non è rimasto sorpreso delle possibili reazioni delle femmine. Ciò che però non sapeva, è ciò che succede più nel dettaglio.
Le loro femmine in dolce attesa, infatti, possono essere vittime di notevoli sbalzi di umore a causa degli ormoni, e non è insolito che si rigirino contro il compagno se, per un qualsiasi motivo, in quel momento lo percepiscono come un pericolo. Stando a sentire Hurricane, pure sua madre allontanò Greywind a più riprese durante la gravidanza poiché lo percepiva come una forte minaccia per i piccoli che portava in grembo, ma l’uomo non se l’è mai presa. Fu proprio sua moglie, Yvonne, a calmarla ogni volta, così anche da tenersi il giovane e vivace marito fuori dalle palle mentre lei si faceva i comodi suoi. Che lui volesse allargare la famiglia era cosa risaputa, ma la giovane Regina ancora non se la sentiva particolarmente, e spingerlo tra le braccia di altre donne era la soluzione ideale per non farlo avvicinare al proprio letto. Meglio le altre che lei, no?
Un’altra cosa che Radish non sapeva, era del cambiamento radicale nella personalità del maschio quando accetta con entusiasmo la gravidanza della compagna. Diventa infatti iperprotettivo nei suoi confronti, tanto che non è insolito che le impedisca di allontanarsi per più di qualche metro e che sorga il grande rischio che tenti di attaccare ferocemente chiunque l’avvicini. Quando poi i cuccioli vengono alla luce, il neo-papà riesce di nuovo a lasciare più libera la compagna, poiché sarà molto più concentrato a proteggere i piccoli.
Il Saiyan, che non era decisamente interessato all’argomento, gli ha chiesto per quale ragione glielo stesse raccontando, precisando che bastava che gli dicesse che l’atteggiamento della futura giovane mamma fosse normale e non richiedesse alcun intervento, e Hurricane, facendo spallucce, ha candidamente risposto che ha sentito delle voci molto insistenti su lui e Sherry e, già che erano in argomento, gli era sembrato giusto metterlo in guardia per il futuro. Come per volerlo rincuorare, lo ha avvertito che comunque i piccoli necessitano di cure costanti solo fino ad un anno, massimo due, mentre dopo si muovono abbastanza in autonomia, e che in ogni caso prediligono lo stretto contatto con la madre, cosa che lo renderebbe di fatto molto libero.
Lo avrebbe volentieri eviscerato, perché il solo pensiero ancora gli mette i brividi e lo fa cadere in uno strano stato ansioso, ma si è limitato a chiedergli come, eventualmente, fanno fronte agli scatti d’ira dei maschi. Perché, a detta del Saiyan, non è possibile che lascino correre così, che permettano a qualcuno di attaccare per un mero istinto, un qualcosa che, sempre secondo lui, qualcuno potrebbe anche simulare per avere campo libero.
Con un luccichio quasi perverso negli occhi, Hurricane gli ha spiegato l’ennesima cosa di cui Sherry lo aveva tenuto all’oscuro. Non lo ha fatto per cattiveria, Radish alla fin fine lo sa: semplicemente non pensava che avrebbe mai messo piede nelle loro terre e quindi reputava il tutto trascurabile.
Siamo nati come cacciatori, Saiyan. Siamo predatori. Abbiamo bisogno della violenza, la desideriamo. Affinché la società rimanga quanto più pacifica possibile, abbiamo bisogno di uno sfogo, di un modo per risolvere i disaccordi che altrimenti porterebbero a conflitti e guerre. Ormai noi della guardia facciamo affidamento solo sugli allenamenti, mentre gli altri la risolvono in altri modi, fatto che ci porta spesso e volentieri a combatterli violentemente per raffreddare gli animi, ma un tempo usavamo l’Arena.
Arena?
È lì che ci recavamo per risolvere alcune divergenze inconciliabili. Se, ad esempio, qualcuno mi avesse fatto un danno irreparabile, potevo sfidalo nell’Arena, e doveva accettare la mia sfida o perdere gran parte della sua posizione sociale.
E cosa succedeva? Combattevate?” Questo nuovo argomento, per Radish, era assai più interessante di tutti gli altri messi assieme, dove gli venivano elencati i vari Re, cosa avevano fatto, chi aveva ucciso chi, i vari fratricidi/patricidi e via discorrendo.
Senza ombra di dubbio, Hurricane aveva la sua più totale attenzione.
Esatto. Non erano ammesse armi, ma tutto il resto sì. L’obiettivo era vincere, sottomettere completamente il nemico, mentre tutti gli altri guardavano.
Quando noi combattiamo, e sai che succede spesso, occorre avere un auto-controllo notevole per evitare di…
finire il lavoro. Come ti ho detto, siamo predatori, e il nostro istinto ci dice di distruggere l’avversario a tutti i costi. Ecco perché i combattimenti nell’Arena erano considerati tanto pericolosi, perché il risultato era quasi sempre fatale.  A dirla tutta, non era permesso uccidere in quel frangente, ma nessuno è mai stato perseguitato per averlo fatto. Anzi, finiva sempre col prendersi di diritto i suoi territori e, nel caso si trattasse di un Alpha, pure il suo branco, quindi ti puoi immaginare quanto volessero trattenersi! In ogni caso, ormai non ha importanza. Purtroppo non esistono più da quasi quattro secoli.
"
Perché?
Alla nostra Regina del tempo non piaceva l’idea dell’Arena, la considerava una barbarie - anche se, a parer mio, era solo amareggiata dal fatto che due figli suoi fossero stati massacrati in una sfida -, e così convinse il Re ad abolirla. Adesso non è altro che un enorme edificio in disuso. Facendo due chiacchiere in giro, è emerso che pure al Nord è andata così, ma l’hanno chiusa circa mezzo secolo dopo di noi. La cosa peggiore, forse, sta nel fatto che in genere un tempo risolvevano lì anche le delicate questioni della successione…
Te l’ha spiegato Darko, no? Si diventa Re o quando il precedente ti elegge o quando lo ammazzi. Un tempo pure i fratelli del Sovrano potevano rivendicare il trono, e per farlo dovevano sfidarlo nell’Arena. Chiudendola, è finita solo con l’immediata eliminazione della famiglia reale una volta che il nuovo Re sale al trono, così da evitare eventuali tradimenti in futuro. A mio avviso, è peggio questo… ma forse mi sbaglio, boh!

Non potreste riaprirle?” Perché non avrebbe dovuto chiederlo? Sarebbe così divertente massacrare tutti loro di botte dopo essere stato sfidato per qualche scemenza!
Tecnicamente sì, ma sarebbe necessario avere qualcuno disposto ad indagare un minimo sulle varie sfide, qualcuno che magari ha avuto la pazienza di studiare un minimo di giurisprudenza, così da essere certi che non abbiano usato la scusa dell’Arena per motivi idioti, come la noia o il gioco. Se non avessi già una posizione notevole ed impegnativa sulle spalle, potrei anche prendere in considerazione l’idea di farlo io stesso, ma anche la mia indole non mi renderebbe troppo idoneo.
Sentendosi in un certo senso smascherato, Radish ha tentato di mostrarsi pensieroso, come se realmente gli impostasse di ridare vita a quell’usanza per il loro bene, anziché per proprio diletto. “Porterebbe a dei vantaggi considerevoli? Riaprirle, voglio dire.
Di sicuro la violenza sarebbe più contenuta e meglio controllata. Se qualcuno avesse un problema con me o volesse il mio territorio, potrebbe sfidarmi anziché provare a prendersela con chi mi sta a cuore per spregio. Le vendette si verificano occasionalmente, soprattutto se si fa parte della casata reale, ma ci sono. E finiscono sempre molto male!
Beh, col senno di poi, a Radish non dispiacerebbe per niente se venisse riaperta almeno al Nord. Terrebbe sotto controllo le varie tensioni, eviterebbe scontri inutili alle loro spalle, e con i suoi riflessi e la sua forza avrebbe le carte in regola per evitare un sacco di morti inutili. Oltretutto, a ben pensarci, potrebbero essere anche il luogo ideale per mettere in atto anche altre piccole idee che gli sono balenate nella mente in quei giorni.
Non ha però espresso il proprio parere, limitandosi ad ascoltare lo Spettro che aveva ricominciato con spiegazioni più noiose. Ne avrebbe poi parlato con Sherry, qualora avesse trovato il momento adatto. Le pare così stanca e debole in quei giorni, pure più pallida del solito. Pur non mettendoci la mano sul fuoco, è abbastanza certo che abbia anche perso peso, e questo non gli piace.
Lei continua a dirgli di stare bene, si diverte pure a mangiare sotto al suo naso per rincuorarlo, ma lo sa bene che non è vero, lo sente. Sente la sua stanchezza, vede spesso il tremolio nelle mani e nelle gambe, vede che, quando sono lontani, si massaggia le tempie con fare esasperato e dolorante, e si è accorto che, il più delle volte, giocherella con la stessa porzione di cibo anche per mezz’ora, mangiandone solo piccolissimi bocconi per fargli vedere che non ci sono problemi.
Darko lo ha rassicurato, dicendogli che si tratta solo di nervoso a livelli stratosferici, e che presto tutto tornerà al suo posto. In quel momento avrebbe davvero voluto colpirlo, molto più delle volte in cui gli urla in faccia. Certo che si tratta di nervoso, non è un totale deficiente come s’immagina lui, ma seguendo quell’andazzo come potrà sostenere uno scontro mortale? Ai suoi occhi, soprattutto adesso, è troppo fragile e vulnerabile, malgrado la parte razionale del suo cervello sappia essere proprio il contrario. Se fosse per lui, non andrebbe mai da nessuna parte, rimanendo sempre al sicuro al suo fianco. Ma Radish sa che lo odierebbe, se solo ci provasse, se limitasse in qualche modo la sua indipendenza. Ha così provato a parlarne direttamente con lei, a trovare una sorte di compromesso, ma ogni singola volta in cui tentava di sollevare l’argomento, lei trovava anche più velocemente un modo per zittirlo.
Già che abbiamo parlato dell’Arena, penso che sia il caso che ti parli anche del Concilio, soprattutto perché, se le cose andranno bene, ne prenderai parte a breve.
Il modo in cui Hurricane tocca i vari argomenti, con quell’evidente distacco, nonchalance e scazzo nella voce, sorprende ogni volta il Saiyan. Darko non gli parla così delle loro faccende, se non quando l’argomento è per lui leggero e di poco valore. Questo è un altro motivo che lo sta portando ad apprezzare il più giovane, malgrado i ripetuti schiaffi in testa.
È una vostra sottospecie di Governo?
Sì, puoi vederla così.
E tu ne fai parte?
Sì, malgrado non sia un fan della politica. Talvolta, purtroppo, è inevitabile.
Tu sai che non abbiamo una democrazia; la tua stessa posizione lo rende a dir poco lampante. I membri del Concilio ne fanno parte in base alla posizione generale nella società.

In che senso? Si deve nascere nell’alta società o qualcosa del genere?
Non necessariamente, no. Come ti ha spiegato Darko, la posizione si guadagna col tempo, anche se c’è da tener conto del fatto che, chi nasce nei bassi fondi, nove volte su dieci non ha le capacità fisiche per alzarsi di rango… in ogni caso, si guadagna un posto grazie ai nostri traguardi e da quanto contribuiamo allo sviluppo e alla difesa del branco. Il concilio è inteso come oligarchia, poiché tutti quelli che ne fanno parte hanno un certo potere decisionale, e possono dire la loro al Re. Oligarchia che però si basa sulla meritocrazia— cazzo! Quanto la facciamo complicata!
Radish non sarebbe potuto essere più d’accordo con lui. Avrebbe anche voluto dirgli che, il più delle volte, sono dei rompicoglioni pluripremiati, ma lo scoppio di uno scontro tra due ragazzini lo ha dissuaso dall’offenderlo. In fondo, per quanto per lui possa essere innocuo, non è piacevole vedere Hurricane incazzarsi sul serio, soprattutto quando caccia fuori una voce che pare provenire direttamente dal mondo dei morti.
L’ha così guardato con un briciolo di noia mentre interveniva per separarli, sogghignando appena nel sentire i guaiti disperati dei due e le risate sguaiate di Blackwood e Lux, seduti da una parte.
Forse anche più di prima, l’idea di riaprire le due Arene gli è sembrata incredibilmente ottima e sensata.


Sherry, in quei giorni, non ha certo trascorso momenti migliori.
Per quanto la presenza del Saiyan riuscisse in qualche modo a distenderle i nervi, gli allenamenti intensivi alla quale viene costantemente sottoposta le stanno prosciugando ogni singola goccia di energia in corpo.
È stanca, sfinita, ogni muscolo le fa un male del Diavolo. Solo quando l’adrenalina entra davvero in circolo riesce a non percepire più niente, a lottare come se davvero ne valesse della sua vita, e ciò avviene solo quando si allena con Everett. Non che gli altri compagni d’allenamento siano troppo inferiori - Piccolo e Vegeta di certo non lo sono! -, ma c’è qualcosa nei movimenti feroci e brutali del fratellastro che accendono di prepotenza il suo istinto di sopravvivenza e di lotta.
Con lui riesce a migliorarsi e, soprattutto, a muoversi molto più velocemente. Per quando la stretta della mascella di Blackwood sia incredibilmente salda e dolorosa, non ha niente a che vedere con quella del maggiore. Sono proprio diversi, loro due: Everett è significativamente più feroce e si muove lasciandosi guidare quasi unicamente dall’istinto, Blackwood usa di più il cervello, tenta disperatamente di trovare i punti di cedimento e fa leva su quelli. Ciò lo rende indubbiamente un avversario assai temibile, soprattutto se si pensa alla sua naturale intelligenza e furbizia, ma per un allenamento non è il massimo. Potrebbe invece essere perfetto da scagliare contro un avversario davvero spietato e forte come può esserlo Apophis, cosa di cui, tra l’altro, hanno già discusso.
Perché loro hanno un piano d’attacco. O meglio, hanno un’idea.
Ne hanno parlato in privato dopo che si sono stabiliti controvoglia da Roman, dopo che Sherry era tornata tutta gongolante in mezzo a loro e Radish si occupava di rimettere in riga il numeroso branco. Dopo che Everett l’ha pungolata con una frecciatina al vetriolo, Nike ha assunto il comando della conversazione, indirizzandoli verso l’unico argomento della quale dovevano assolutamente discutere, soprattutto dal momento che erano finalmente da soli.
È stato un momento insopportabilmente teso e doloroso, perché davvero non avevano idea di dove mettere le mani. Rimanere da Roman era senza ombra di dubbio la mossa migliore, così da spingere Jäger verso un’unica direzione, ovvero il Sud, ma da lì come potevano muoversi? Tornando a casa in quel momento, addio effetto sorpresa e Jäger avrebbe velocemente escogitato una trappola mortale per tutti loro; rimanendo rinchiusi lì invece, rischiavano di non poter intervenire per tempo.
È stato Everett, con un’arroganza insopportabile nella voce, ad affermare che Roman è loro debitore, e che il minimo che può fare è proprio avvertirli in tempo, così che possano sbucare a tradimento sul campo di battaglia, tagliar loro la ritirata e picchiarli duramente sui fianchi.
Costatato questo, hanno poi dovuto pensare ad un modo efficace per poter elevare il loro livello di potenza. Occorrerebbero mesi di duro e incessante lavoro per far sì che i loro Spettri arrivino ad un livello sufficiente da tener loro testa con una discreta sicurezza, e di certo non hanno a disposizione tanto tempo. Ipotizzando si avere a disposizione al massimo una decina di giorni, si sono dovuti arrangiare diversamente, escogitando una manovra offensiva totalmente nuova.
Dopo che Nike ha affermato con un certo fastidio che dalla loro non hanno il numero sufficiente di Purosangue, gli unici davvero in grado di poter pensare di fare muro contro la ferocia del Nord, Sherry ha pensato ad una cosa che è riuscita a stupire e zittire tutti e tre.
È vero, loro hanno tanti Mezzosangue, e pure tra i Purosangue di notevoli ce n’è davvero pochi… ma se barassero? Se barassero in modo pesante, come erano soliti fare lei e i fratelli adottivi da bambini, per accaparrarsi nuovi territori in tutta sicurezza? In fondo è una guerra, e in guerra non ci sono regole. L’unica sua speranza, in realtà, era - ed è tuttora - che pure il loro odiato avversario non arrivi a pensare ad una cosa del genere.
Seppur quindi con una certa preoccupazione a causa di quella piccola specifica, le hanno chiesto con interesse a cosa avesse pensato. E la risposta è stata per loro assai eccitante: proiettili ad espansione riempiti con la loro stessa tossina e con i veleni che Major ha collezionato nel tempo. Non saranno sufficienti per trapassargli le ossa e quindi raggiungere il cuore o il cervello, questo è vero, ma saranno abbastanza per indebolirli e buttarli a terra, dando così modo e tempo agli altri di finirli. E saranno proprio i Mezzosangue a farlo, che arriveranno dopo tutti loro ed avranno così modo di ripararsi quanto più in alto possibile per sparare a tutti i lupi del Nord, che lei ed Everett faranno loro conoscere grazie ai loro ricordi. O comunque ordineranno loro di abbattere tutti coloro contro la quale combatteranno direttamente; per quanto la riguarda non c’è alcuna differenza, l’importante è solo fargli tanto, tanto, tanto male.
Nike l’ha guardata con una certa ammirazione mista a preoccupazione, dal momento che tutto poteva pensare tranne che fosse così meschina da usare simili sotterfugi, mentre Blackwood, con una scintilla malvagia negli occhi, ha affermato che non era decisamente abbastanza… e che dovevano procurargli quanto più diaurum possibile. Pur non avendo la totale certezza che un misero proiettile, seppur in quella lega, abbia la capacità di frantumare e trapassare le ossa del cranio o della cassa toracica, Blackwood è abbastanza sicuro che possano comunque penetrare abbastanza da incastrarvisi, rendendo così la possibilità di riprendersi in tempi brevi molto più scarsa.
Felici di questo, erano prontissimi ad andarsene per raggiungere tutti gli altri, ed ordinare così a Micah e Major di tornare indietro col veicolo di Bulma per recuperare le scorte. Purtroppo però Everett ci ha tenuto a ricordare loro che non combatteranno solo contro la guardia del Nord, ma anche con i loro flagelli: Apophis e Jäger.
Se per il primo si è offerto immediatamente Blackwood, affermando sprezzante che non ha mai potuto sopportare la vista di quella “faccia da cazzo”, per il secondo sono sorti più di un problema. I due futuri Sovrani del Sud sono ben a conoscenza del fatto che è Sherry a volerlo uccidere e che Everett le ha promesso che così sarebbe stato, solo dopo averlo malmenato il più a lungo possibile… ma come potrebbero fare loro due, se da solo è tranquillamente capace di farli fuori anche in coppia?
La potenza del Re è assolutamente fuori da ogni dubbio. Nessuno Spettro è mai stato al suo livello, nessuno ha acquisito un tale potere distruttivo come ha fatto lui, e di certo non si sarebbe lasciato fregare da un proiettile, quindi occorreva pensare e ripensare a tutto quello che sapevano sul suo conto, nella speranza di trovarne il punto debole. Alla fine, in realtà, non occorreva neanche pensarci troppo: se nella vita ha commesso degli errori noti a tutti, è stato sempre e solo quando di mezzo c’era Sherry.
Lei è il suo punto debole, lo è sempre stata.
Ma come usarla, senza esporla ad un pericolo maggiore? In fondo tutti proveranno a fermarla, tutti le saranno addosso. Uccidendo il capo, gli altri Spettri saranno costretti a chinare la testa al vincitore, in quanto nuovo capobranco.
Sherry però ha insistito: se, in qualche modo, riuscissero ad isolare il Re, giusto quel tanto che basta da esporlo alle zanne di loro quattro? Lei dovrebbe solo dargli il colpo finale, Everett non sarebbe stato costantemente in ansia, e tutti si sarebbero vendicati per i suoi torti riprovevoli.
Ma come allontanarlo? Non è un idiota, purtroppo, e capirebbe subito l’inganno. Occorrerebbe mandarlo davvero in bestia, offuscargli la mente al punto tale da renderlo incapace di capire davvero cosa sta accadendo.
Anche se ci riuscissimo… a quel punto? Inseguirà te e solo te, Sher.
Nessuno dei tre è riuscito a capire se Everett volesse unicamente distruggere il loro entusiasmo e le loro speranze, o se fosse solo così meticoloso e calcolatore da voler per forza pensare a mille scenari differenti e trovare una soluzione a tutti quanti. Sherry si è domandata a che pro, dal momento che basterebbe mettere fuori combattimento uno di loro quattro per rischiare seriamente di mandare tutto in malora. Non era però il caso di pensare a quell’eventualità disastrosa, non quando l’ennesimo conato di vomito rischiava di piegarla in due. Aveva bisogno di mangiare, un bisogno disperatissimo, ma in qualche modo il suo stomaco era ancora dolorosamente chiuso e la sola idea di provare a placare la nausea con del cibo le faceva provare solo più nausea.
Si è così alzata, pensierosa, e si è piazzata sul limitare della piccola piazzola isolata dove erano sono rifugiati. Poteva vedere tutti gli altri, da lì: poteva vedere i suoi amici fraterni che si affaccendavano per sistemare sé stessi, gli altri e per tenere al sicuro Bree; le donne più gentili del branco che avvicinavano con dolcezza il gruppo di orfani per farli calmare; il branco del Sud che si sforzava di avvicinarsi a quello dei randagi, così da poter interagire e legare un minimo; vedeva Radish che, con la sua sola presenza, li teneva in riga e discretamente calmi.
Se non avesse avuto la dolora sicurezza che il Saiyan non sarebbe stato in grado di controllarsi, lo avrebbe non solo fatto partecipare al loro piccolo dibattito strategico, ma lo avrebbe proprio fatto scendere in campo. Ma Radish non saprebbe trattenersi, la sola idea di lei che fronteggia il nemico lo riempie di una rabbia brutale.
Ha così spostato lo sguardo, tornando anche a concentrarsi su quella parvenza di piano - pieno zeppo di falle - che stavano costruendo, e gli occhi le si sono posati su un piccolo gruppo di cuccioli intenti a giocare alla lotta. I cinque principini del Sud si erano divisi in due gruppi distinti, con Sunshine che faceva la telecronaca con grande entusiasmo, ed ognuno degli improvvisati capobranco si era diviso il resto dei piccoli. Sherry non lo sapeva, ma erano arrivati quasi alle mani per potersi aggiudicare i figli di Maddox, e solo la principessina ha evitato il peggio, incenerendoli con i suoi occhi di fuoco.
Li guardava stancamente, pensando e ripensando quasi fino a fondersi il cervello, quando un’azione di Logan e il conseguente contrattacco della sorellina l’ha come illuminata.
La sua poteva essere un’idea stupida come poche altre, ma era anche l’unica che tutti loro avevano avuto. Per metterla in atto però, era assolutamente necessario che i due Spettri del Nord conoscessero perfettamente il territorio dove andranno a scontrarsi. Ancor più necessario, in realtà, era trovare la giusta escrescenza.
Ha spiegato loro la propria idea, con la voce che andava a mano a mano incrinandosi di fronte al loro scetticismo. Per qualche secondo ha temuto di aver detto la più grande vaccata del secolo, ma poi Nike le ha teso un braccio, invitandola a bere tutto il sangue di cui aveva bisogno per conoscere la morfologia delle loro terre.
La tua idea è folle, forse una delle più assurde che abbia mai sentito… ma può funzionare. Cazzo, può davvero funzionare! Pensateci un attimo! Mettendo Apophis fuori combattimento, lui rimarrà scoperto e non avrà la meglio su tutti e tre con tanta facilità. Se riuscissimo ad arrivare fino a quel punto, poco importerà del resto: non appena lei gli sarà addosso, non appena riuscirà ad affondare i denti nella sua carne e riuscirà a toccare il tasto giusto per fargli chiudere del tutto la vena, noi dovremmo solamente spianarle la strada, e il gioco sarà fatto! Sarà troppo danneggiato fisicamente per tenere il suo passo, e tutto filerà liscio.
Tecnicamente Nike aveva pure ragione, il suo ragionamento era lineare e preciso, ma i due Spettri sapevano sin troppo bene che in uno scontro come quello non si possono prevedere con facilità quel genere di cose.
Non avevano altra scelta che assecondarle però, perché quello era davvero l’unico piano con una buona percentuale di riuscita, così hanno deciso il da farsi: procurare a Blackwood tutto l’occorrente per forgiare quanti più proiettili avvelenati possibile, radunare i migliori cecchini Mezzosangue delle Terre di Nessuno - ed avvertire Major che sarà lui a capitanarli, non avendo mai sbagliato un colpo in più di vent’anni -, ed infine cominciare con gli allenamenti più intensi e distruttivi alla quale si siano mai sottoposti in vita loro. Avevano qualche dubbio su quest’ultimo punto, perché arrivare così esauriti al fatidico momento potrebbe rivelarsi fatale, ma Everett ha rimarcato la portata del debito che Roman ha nei loro confronti, e così ha tranquillizzato sé stesso e gli altri tre affermando che donerà loro il suo preziosissimo sangue. Ha più di mille anni sulle spalle in fondo, nessuno ha proprietà curative migliori.

È così cominciata anche per lei la sessione di allenamenti più intensi di tutti, dove è arrivata fisicamente a sputare sangue per migliorarsi. Il suo intero organismo la pregava disperatamente di smetterla, l’avvertiva in ogni modo che aveva raggiunto e superato il proprio limite e che, provando a superarlo ulteriormente, avrebbe rischiato solo l’autodistruzione. Ma Sherry non riusciva a fermarsi, non riusciva ad ascoltare neanche sé stessa. Le uniche cose che aveva fisse nella mente erano la vittoria finale, col cuore grondante di sangue di quel bastardo stretto nella mano, e la voglia malata di stare quanto più tempo possibile con Radish.
Se non si è però allenata direttamente con lui, non è per una questione di forza fisica o cose del genere, ma perché entrambi non ne sarebbero stati capaci: se lui infatti non sarebbe stato in grado di farle del male, lei non sarebbe stata in grado di tenere le mani a posto.
È infatti diventata particolarmente insaziabile, in quei giorni. Il suo desiderio per lui sembra non conoscere più alcun limite, e si ritrovano così a scopare finché non sono completamente sfiniti, quasi svenuti l’uno sull’altra. Non importa a nessuno dei due del luogo ormai, è sufficiente stare un poco lontani da occhi indiscreti e poi va bene tutto.
Alla fin fine però, questo loro appartarsi ad ogni minima occasione non ha stupito o infastidito nessuno. Tutte le coppie presenti tentano disperatamente di ritagliarsi momenti intimi, mentre per quelli ancora single è l’occasione migliore per darsi all’amore libero più sfrenato. Non sono infatti poche le volte in cui, mentre rimanevano accoccolati e mezzi sfiniti per terra, pure Radish riusciva ad udire in lontananza gemiti inconfondibili. Tanti, troppi gemiti. Sulle prime ne ridevano, domandandosi pure se i due scapestrati membri del Quartetto ancora su piazza arriveranno a concepire qualche bastardo in quelle orge, ma alla fine si ritrovavano semplicemente a rotolarsi di nuovo insieme, unendosi poi a quel coro di urla e gemiti incontrollati.
Ora come ora, davanti al fuoco scoppiettante che hanno acceso per arrostire un po’ di carne tutti assieme, Sherry non riesce a smettere di sorridere mentre guarda il compagno.
Malgrado tutti i problemi e le discussioni scaturite da quell’orrenda situazione, le pare in qualche modo rilassato, felice.
In questi momenti, non riesce mai ad evitare di osservarlo. È bello vederlo parlare con gli altri, interagire con loro come se lo facesse da sempre, vedere il loro rispetto nei suoi confronti. Ed è bello vedere che pure lui li rispetta, che non si considera solo come delle specie di animali sorprendentemente forti ed intelligenti: li considera ormai come un’estensione di sé, esattamente come dovrebbe fare un capobranco - o un Re - degno di questo nome.
Le piace poi osservarlo muoversi, con quei movimenti fluidi e predatori che sembrano riuscire sempre ad incendiarla da dentro. Vederlo poi in questo frangente, con i giochi di luci creati dalle lingue di fuoco che si muovono tanto sinuosamente, la situazione potrebbe facilmente sfuggirle di mano.
Anche se, pensandoci un istante, non potrebbe certo sfiancarlo più di quanto non ha fatto il giorno prima, all’alba. I festeggiamenti per l’ultimo dell’anno infatti si sono tenuti in ogni caso, con la speranza di poter alleggerire un poco la tensione e distendere i nervi, ed è stato proprio dopo il brindisi della mezzanotte, quanto per la stanchezza tutti stavano per crollare a terra più morti che vivi, che Mimì, desiderosa solo di abbracciarla e di farle gli auguri, le ha dato la notizia più bella che potesse sentire: essendo finito l’anno, era quindi scaduto il tempo massimo previsto da Papà Spettro per concepire il fantomatico principe. È stato in quel preciso istante che Radish si è trovato in difficoltà come poche altre volte in vita sua, con la compagna che, dopo un placcaggio impressionate, tentava di togliergli i vestiti davanti a tutti per festeggiare, ritrovandosi così costretto a scappare in volo con lei ben avvinghiata addosso. In un certo senso, tutto il sesso che ne è seguito può essere quasi paragonato ad un’esperienza pre-morte.
Malgrado la lieta notizia, il Saiyan le chiede sempre se per caso fosse entrata in calore, volendo poi la conferma da almeno un Segugio, così da non correre rischi.
«Se continui a fissarlo così, uno dei due rimarrà gravido.» Scherza con un sorrisetto Becca, dandole una lieve spallata. Sente che, in realtà, dovrebbe starsene di molto in silenzio, considerato tutto quello che sta facendo a Maddox in quei giorni, ma non poteva proprio perdere l’occasione di punzecchiarla così apertamente.
Sherry, seppur rendendosi conto che non sia proprio dignitoso fissare così il compagno, con lo stesso sguardo di un San Bernardo davanti ad un’enorme e succulenta bistecca, proprio non riesce ad evitarlo.
Il Saiyan, poi, in genere non si rende neanche conto che lo fissa. Se ne accorge solo quando sente il suo desiderio farsi così forte da causargli un’erezione totalmente ingiustificata, ed anche non poco imbarazzante. Solo ed esclusivamente a quel punto si accorge dei suoi occhi d’ambra che lo fissano, che lo studiano, che lo spogliano e gli fanno anche di peggio, e, senza dire niente a nessuno, l’afferra per un braccio e la porta lontano da sguardi indiscreti. Che poi siano perfettamente capaci di sentirli, non gliene può fregare di meno.
Se però non se ne accorge, è perché tutti lì in mezzo tendono a guardarlo molto. Ormai non ci fa neanche più caso, non dopo che ha scoperto che gli Spettri non considerano maleducato ricevere occhiate; al contrario, è un segno di rispetto guardare qualcuno direttamente. Per lui è ovviamente fastidioso, ma può passarci sopra senza troppi problemi.
Ma stavolta si accorge di qualcosa. Sente qualcosa montargli dentro, e non è più semplice desiderio. È un qualcosa di più profondo, quella stessa cosa che avverte quando sono calmi e isolati, stesi da qualche parte a non fare e dire niente. Succede quando la tiene stretta a sé, o quando è lui a rimanere mezzo sdraiato sul suo corpo, a bearsi del suo tocco leggero e delicato, inarcandosi come un grosso gatto che viene accarezzato.
Voltandosi verso di lei, la trova intenta ad osservarlo con un tenero sorriso sulle labbra, e sente che le gambe, seppur per un misero istante, hanno di colpo la stessa consistenza della gelatina.
Più trascorrono il tempo insieme, più il loro legame pare consolidarsi sempre di più, tanto che Radish si è reso davvero conto di non essersi mai sentito così magicamente vivo in presenza di un’altra persona. Va oltre il desiderio sessuale, oltre il semplice bisogno fisico. È come se ogni parte di lui desiderasse stare con lei, immergersi nella sua essenza. La vuole con una disperazione che non ha senso, con una passione che fa quasi paura nella sua intensità.
Si è domandato spesso se sia normale il modo in cui la brama continuamente. Ha sempre avuto una forte carica erotica, ma non aveva mai sentito l’impulso di avere una donna più e più volte. Con Sherry semplicemente non ne ha mai abbastanza, e non è sicuro che gli piaccia essere così dipendente dall’esuberante e testarda ragazza-lupo.
In generale, la sua ossessione per lei talvolta lo infastidisce in diversi modi. Per quanto lo renda felice, la profondità dei suoi sentimenti per lei è inquietante - secondo alcuni lo è davvero, malgrado il legame che li unisce. Se la dovesse mai perdere… Radish non riesce nemmeno a pensare a quella possibilità, con il petto che si stringe dal dolore ogni volta.
«Vedo che stavolta hai mangiato sul serio.» Afferma con una certa allegria mista a soddisfazione, mettendosi seduto al suo fianco.
In effetti stavolta ha davvero finito la propria porzione e, con sua enorme sorpresa, il suo stomaco pare averlo accettato senza obiezioni.
«Direi che merito un premio, allora!»
Il fatto che sia così di buon umore, lo rallegra non poco. Ultimamente è poco in vena di scherzare, malgrado si sforzi sempre di farsi vedere al massimo e piena di vita. Pur non mettendoci la mano sul fuoco, Radish è abbastanza certo che lo faccia non tanto per rincuorarlo, ma per fargli capire che non ha commesso un madornale errore a legarsi così a lei. Pensiero che, tra l’altro, non l’ha mai neanche sfiorato.
«Penso che si possa fare…» Sghignazza vicino al suo volto, lasciandosi baciare teneramente. Un tempo una simile effusione in pubblico, davanti a quella moltitudine di occhi che troppo spesso seguono i loro movimenti, lo avrebbe infastidito oltre ogni limite. Ma adesso, con lei, tutto gli pare normale. Anche essere baciato così, sentire il suo corpo stremato che si stringe al suo… è tutto dannatamente giusto.
«Che ne dici di fare una passeggiata lungo la spiaggia?»
Per quanto non abbia neanche bisogno di sentire la sua stanchezza per rendersene conto, sa bene quanto le piaccia fare due passi prima di addormentarsi. O comunque prima di attaccarsi l’uno all’altra come ventose fino a perdere i sensi.
Afferrando distrattamente un paio delle tante coperte fornite al branco dalle Fate, si alza di slancio, come se non avesse minimamente faticato durante la giornata, e l’aiuta ad alzarsi a sua volta, prendendola distrattamente per mano, giusto per rimarcare il suo possesso agli occhi degli altri maschi, conducendola poi con passo calmo verso la spiaggia.
È una serata particolarmente fresca, ma a nessuno dei due dà minimamente fastidio. Immersi nel loro rilassante silenzio, ascoltano le lontane chiacchiere del numeroso gruppo, il ronzio di alcuni insetti e il fruscio delle foglie nella profumata brezza.
C’è qualcosa di molto pacifico in quel momento, dall’oscurità della notte che li avvolge al quieto ruggito dell’oceano in lontananza.
Una parte del Saiyan vorrebbe disperatamente tentare nuovamente di convincerla a farlo andare con loro, mentre l’altra vorrebbe come minimo che gli spiegasse il loro piano d’attacco, senza limitarsi a quel fastidiosissimo “Gli faremo il culo tutti insieme, poi io gli strapperò il cuore!”. Purtroppo però sa bene che tentare di convincerla di qualcosa è l’equivalente di sbattere la testa contro il muro - inutile, doloroso e molto pericoloso. Oltretutto rovinerebbe la serata, e non può proprio permetterselo. Se avesse tante certezze adesso, come quella di avere a disposizione ancora più e più notti insieme prima dello scontro, non si farebbe poi troppi problemi nel tentare di nuovo, ma la possibilità che debba partire da un momento all’altro è troppo alta.
Sherry, avvolta dal grande e potente braccio del compagno, respira a pieni polmoni il caldo profumo della sua pelle. È felice, lì con lui, e l’idea che il delirio vero possa scoppiare da istante all’altro le fa solo apprezzare di più il momento. Sente ovviamente i sentimenti negativi che scaturiscono da lui, li avvertirebbe chiunque, ma non vuole indagare, non con la consapevolezza che gli farebbe nuovamente male e finirebbero solo con il litigare. Talvolta si domanda come facciano Blackwood e Nike ad andare d’accorso, a stare insieme da più di trent’anni senza alcun apparente sforzo, ma il principe stesso le ha detto che si scannano spesso e volentieri. "Ci sta, in un rapporto. Anche uno particolare come il nostro! Abbiamo sentimenti e idee come chiunque altro, e spesso possono non andare d’accordo. Basta solo entrare nell’ottica che, se lo si vuole, le cose si possono sempre rivolvere, usando il dialogo. Tranquilla, stellina, col tempo imparerai.
«Ti va una nuotata?» Le domanda con voce un poco roca, e Sherry riesce a scorgere la sensuale curva delle sue labbra nella debole luce della Luna.
Non si prende neanche la briga di rispondere, limitandosi a sfilarsi dalla testa il comodo e leggero vestito chiaro, per poi abbandonarlo sulla sabbia fresca. Per qualche ragione, di colpo sente molto più caldo, come se il Sole ardente stesse ancora splendendo su di loro.
Radish lo percepisce chiaramente, e quel ghigno diabolico che gli spunta quando sono soli si allarga ulteriormente. È vero, l’acqua non è il loro ambiente preferito per consumare, ma è certo che almeno lì non possono fare danni considerevoli, come quando hanno sradicato un albero nella foga. Al solo ripensarci, si sente un poco in imbarazzo: avevano grosse schegge conficcate nelle braccia, nelle spalle e nella schiena, e lo sguardo scocciato di Roman, giunto a controllare cosa fosse successo, non se lo scorderà mai. Probabilmente, non scorderà mai neanche tutti i fischi di ammirazione e di scherno ricevuti la mattina dopo.
Facendo qualche passo indietro, stende alla meglio una delle coperte, e poi si toglie i vestiti e getta via le scarpe, spargendo tutto in modo negligente sulla sabbia. Nel vederlo, a Sherry accelera il respiro: il corpo alto e muscoloso dell’alieno è ormai completamente nudo, e la luce della Luna rivela la dura erezione tra le gambe.
Non vuole però dargliela vinta, come ormai accade sempre più spesso. Per quanto il risultato sia sempre più che gradevole, l’idea di cedere come una ragazzina di fronte al suo corpo scultoreo di tanto in tanto non le va giù. Per questo corre subito in acqua, rabbrividendo silenziosamente. Forse fare il bagno di notte nell’oceano non è stata la migliore delle idee…
«Dove pensi di andare?» Le afferra rudemente i fianchi e la tira con forza a sé. «Io sarò sempre più veloce…» Mormora subito dopo, lasciando scivolare le mani in basso fin sulle natiche, facendola sollevare finché non gli stringe le gambe attorno alla vita. Prima che possa controbattere con qualche frecciatina, la zittisce per un bacio appassionato, spingendole la lingua nella cavità della bocca, ed in pochi secondi la sente sciogliersi contro di lui, con le mani aggrappate alle spalle.
«Sei mia…» Nel dirlo, la guarda con una tale intensità che Sherry non aveva mai notato prima. Non può certo dubitare delle sue parole, non con lui sepolto così in profondità dentro di lei, dentro il suo cuore. Malgrado quello che li unisce la faccia spesso sentire assai vulnerabile, la rincuora in qualche modo sapere che pure lei ha uno spaventoso potere su di lui.
Di colpo poi non riesce più a pensare a niente, solo a provare emozioni, mentre lui comincia a muovere i fianchi in un modo maledettamente lento ed esasperante. Non ci vuole niente che la tensione diventa insopportabile, e Sherry non riesce a fare a meno di implorarlo, chiedendogli di fare qualcosa per farla venire.
«Non ancora…» Mormora con soddisfazione, continuando a muoversi a quel ritmo follemente lento che la tiene ad un livello di intensità agonizzante. Ogni volta che sente il suo orgasmo avvicinarsi, rallenta ulteriormente, per poi spingere più forte quando la sensazione si riduce. È una vera e propria tortura, ma Sherry comprende, seppur a fatica, che la sta punendo per la sua ostinazione ad andare senza di lui.
«Radish, ti prego…» In qualsiasi altra posizione, sarebbe riuscita a fare qualcosa, a muovere i fianchi in modo tale da poter raggiungere l’orgasmo più rapidamente. Ma tenuta ferma in quel modo, con le sue braccia potenti a stringerla, può solo ringhiare dalla frustrazione.
Poi la vista le si oscura per un secondo, con i baci di Radish che la privano dell’ossigeno, finché non immerge le dita nei suoi capelli e le strattona la testa all’indietro, permettendole di riprendere fiato, lasciando svanire la sensazione di stordimento. Aumenta poi il ritmo, martellando i fianchi contro di lei, finché tutti i muscoli del corpo della ragazza sembrano stringersi contemporaneamente, per un piacere così forte da essere insopportabile… e poi può solo urlare, quando l’orgasmo la travolge con la forza di una marea.
Man mano che la sensazione orgasmica svanisce, Sherry si accascia tra le sue braccia, seppellendogli il viso nell’angolo del collo. Anche lui trema, e può sentirne il gemito roco mentre l’asta le pulsa dentro.
C’è qualcosa di incredibilmente intimo nello stare con lui in quel modo, sentendo la sua pelle nuda contro i seni e il membro dentro di lei. Sembra che voglia possederle più del semplice corpo, che voglia qualcosa di più del sesso.
Superati i postumi dell’orgasmo, Sherry riapre gli occhi e lo guarda. La sta fissando con un tale desiderio sul volto che il respiro le si blocca nella gola e lo stomaco si chiude nuovamente dal desiderio.
«Hai l’aria stanca sei stanca…» Mormora contro il suo orecchio, stringendo d’istinto le braccia attorno a quel corpo che, ne è sicuro, è decisamente più magro «Andiamo a stenderci?»
Sherry annuisce appena, lasciandosi trasportare sulla riva tra le sue braccia, e sospira debolmente quando la poggia delicatamente sulla morbida coperta. Non è certo la prima volta che dormono lì, anche se, in realtà, per stanotte avevano pensato di dormire in casa, giusto per non far sentire il Saiyan un completo animale selvatico.
Troppo stanca per muoversi e ricordarglielo, Sherry rimane lì, guardandolo mentre raccoglie da terra la seconda coperta per riscaldare entrambi. Il suo corpo è davvero bellissimo, tutto muscoloso, ricoperto da quella pelle liscia, calda e abbronzata, e la luce gelida della Luna riesce in qualche modo a valorizzarlo. Si sorprende ogni volta nel rendersi conto che probabilmente richiede immensi sforzi convivere con l’enorme forza fisica che si porta dietro. Gli Spettri, almeno in forma umana, sono assai avvantaggiati, seppur più vulnerabili.
Poi basta uno sguardo. Uno solo.
Se da una parte lei sente di non aver assolutamente più bisogno di una coperta per riscaldarsi, Radish si domanda se sia il caso di seguire l’istino o la logica. La parte razionale del suo cervello sa bene che è oltre ogni limite della stanchezza, che il suo organismo ha bisogno di molto più riposo di quanto non si conceda ultimamente, ma quella irrazionale… quella vede solo quel corpo forte e slanciato languidamente sdraiato su quella coperta dai colori sgargianti, e i suoi occhi lussuriosi che lo divorano.
«Interessante…» Mormora con eccitazione lo Spettro, abbassando sfacciatamente lo sguardo. Non che i maschi della sua specie abbiano qualche problema con i tempi di ripresa, ma ai suoi occhi nessuno può eguagliare il compagno neanche su quel fronte.
«Che tu ci creda o meno, non volevo che succedesse questo.» Afferma con un sorriso autocritico che gli fa piegare le labbra. Si inginocchia poi tra le sue gambe, il corpo teso e fremente dalla voglia malata di averla ancora e ancora «Sinceramente, non so perché non riesco a controllarmi con te. È come se dovessi entrare dentro di te tutte le volte che posso…»
Sherry si inumidisce le labbra, allungando un braccio verso di lui per farlo abbassare e stringerlo. «Dovrebbe forse dispiacermi?» Mormora poi contro le sue labbra, sogghignando quando le sbatte la bocca sulla sua, baciandola con un’aggressività trattenuta a stento, e in un istante è di nuovo dentro di lei, facendola gridare per la potenza della sua entrata.
È implacabile nella sua passione, con il fallo che spinge dentro di lei a un ritmo selvaggio e spietato, fino a trasformarla in pura sensazione, con la sua essenza ridotta all’essenziale e la sua persona sconvolta dal rapimento totale.
Per quanto adori svisceratamente questi momenti e queste sensazioni, Radish sa di non poter far durare il tutto quanto vorrebbe. Lei non ha più forze, pure la stretta delle sue braccia attorno alle spalle e quella delle gambe attorno al bacino sono ormai al minimo. Con la speranza che, una volta conclusa tutta quell’orrenda situazione, potrà finalmente recuperare tutto il possibile tempo perso, si lascia andare un’altra volta, stringendosi a lei quasi disperatamente.
Per un minuto rimangono così, con i corpi uniti, mentre il loro respiro torna alla normalità e i battiti cardiaci rallentano. Sherry non si è mai sentita così legata ad un’altra persona in vita sua. È come se avessero cessato di essere individui separati, come se l’atto sessuale li legasse in un modo che va ben oltre la fisicità. Riesce a sentire il cuore dell’uomo che batte in sintonia col suo, con il calore e il profumo del suo corpo che la circondano, coccolandola mentre la stringe nel suo abbraccio, piacevolmente pesante sopra di lei.
Rendendosi però conto del suo respiro un po’ affaticato, Radish si trascina stancamente di lato e la tira a sé, abbracciandola da dietro.
«Non voglio che tu vada.» Mormora piano Radish, stringendola un poco di più a sé. La sola idea che le possa succedere qualcosa è devastante, soprattutto da quando, un paio di sere prima, tutti gli Spettri hanno convenuto sul fatto che, qualora non dovessero farcela, non vogliono essere riportati in vita con le Sfere. “È una cosa contro natura”, dicono, “Se dovessi essere sconfitti in combattimento, è perché evidentemente doveva andare così, perché il mio tempo qui era finito”.
Sentendola stringersi contro di lui, sentendo la sua piccola mano che si aggrappa disperatamente alla sua nel vano tentativo di calmarlo, decide di tentare qualcosa che finora aveva ignorato, qualcosa che potrebbe sinceramente tranquillizzarlo.
«Promettimi solo che, se andasse male… non farai come mio fratello.»
Non c’è bisogno di dirsi una parola, non adesso. Lo sguardo ricolmo d’amore che gli rivolge ed un tenero bacio a fior di labbra sono sufficienti per entrambi.
Nel giro di un paio di minuti, crollano poi in un sonno profondo e privo di sogni.



A questo punto della sua vita, Greywind è fermamente e profondamente convinto di aver fatto qualcosa di davvero inumano, in una vita precedente. Deve essere così per forza, perché sennò non si spiega come gli sia potuta capitare una disgrazia come il suo primogenito.
Che fosse un bambino vivace, lo avevano capito che aveva giusto tre mesi, quando scavalcò nel cuore della notte e senza particolare sforzo la barriera della culla che condivideva con i fratelli, e si schiantò di faccia sul pavimento. Non gliene importò niente e cominciò a gattonare in giro, per poi pensare bene di mutare e andare ad infrattarsi in un buco dentro il quale non sarebbe neanche potuto entrare, tanto era piccolo.
Hanno poi capito che era molto vivace quando cominciò a saltare da una parte all’altra, pur essendo consapevole di non essere fisicamente in grado di coprire certe distanze o che sarebbe inevitabilmente finito in mezzo ai rovi.
Blackwood è sempre stato agitato, mosso da una vitalità che nessuno si è mai spiegato e una curiosità al limite dell’auto-distruttivo.
Le hanno tentate tutte con lui, e sicuramente la costante presenza di Nike al suo fianco ha contribuito a fargli trovare una parvenza di equilibrio… ma adesso è lampante che ogni sforzo è stato assolutamente e miseramente vano.
Scappare così, all’alba di quella che sarà una guerra devastante, per quanto sicuramente breve, è stata una mossa che non si sarebbe mai aspettato da lui. Per cosa, poi? Perché si era convinto che un principe del Nord, con il quale aveva una sottospecie di rapporto amichevole, era tornato in vita!
Mio figlio è un demente conclamato… ma come gliela faccio pagare, stavolta? Figuriamoci se alla mia età devo arrivare a pensare a come punire un cretino di trentasei anni! E non solo lui, ora che ci penso, ma anche l’altro cretino!
«Grey!»
Massaggiandosi stancamente le tempie, si volta verso Arus, amico d’infanzia, migliore amico, fratello di zanna, Beta e pure consuocero. Se c’è qualcuno che potrebbe mandare affanculo per sfogarsi, senza creare nessun risentimento, quello è senza ombra di dubbio lui.
Ma c’è qualcosa nella sua voce, una nota di assoluto allarme che gli impedisce di dar sfogo a tutta la frustrazione.
«Dei Segugi del Nord sono entrati nel territorio. Non seguono alcuna formazione, corrono ovunque e rimangono quanto più separati possibile.»
Doveva immaginarselo. Le sfighe, d’altra parte, non vengono mai da sole.
Giuro che se sopravvivo anche a questo, quando poi ti ribecco…
«Un diversivo?» Domanda dirigendosi a grandi falcate verso di lui, ignorando la presenza di una piccola parte della sua guardia nel corridoio. I più giovani, tra l’altro. Ciò non lo sorprende minimamente: i più veloci sono andati dietro ai Segugi del Nord, così da poterli spingere tra le fauci di quelli più forti, mentre i più anziani staranno già evacuando le zone abitate, radunando i combattenti e allontanando tutti gli altri.
Sono cresciuti assieme, lui, Arus e i membri più anziani della guardia; sanno benissimo come vuole che si agisca in determinati momenti, così come sanno che l’allontanamento dei due figli e della portentosa Alpha lo ha non poco turbato.
«È probabile, ma come proviamo ad avvicinarci al ponte, altri ci sono subito addosso.»
Beh, è normale. Ma non troppo, in realtà… perché mandare avanti dei validi combattenti, sapendo che così verranno decimati, anziché entrare in campo per primo? Nessuno dei suoi può tenere facilmente testa a lui e allo psicopatico violento che sta sempre al suo fianco, questo lo sa pure lui.
Perché, quindi, non attaccare per primi? A cosa mira? Qual è il suo piano? Non può neanche sapere della mancanza di Blackwood, non quando sono stati attentissimi a non far trapelare neanche una parola al di fuori della famiglia reale.
«Molti di loro sono riusciti a spingersi molto a Sud, mio Re. Stanno puntando a qualcosa, ma non riusciamo a capire cosa.»
L’uomo che gli ha parlato è più giovane di molti dei suoi figli. Se non sbaglia, ha compiuto venticinque anni da poche settimane, e da un paio di mesi è diventato papà per la seconda volta, di nuovo di due bambine. Greywind davvero non se lo perdonerebbe mai se dovesse provare l’agghiacciante dolore di perdere una figlia…
«Yvonne!»
È bella, la sua Yvonne. Ed è anche una donna con la quale, in genere, è bene misurare le parole, così che non dia in escandescenze e ti scaraventi addosso qualcosa. Lui lo sa bene, dal momento che sin da piccoli si divertiva un mondo a farle perdere la pazienza. Col senno di poi, Blackwood non si è mai risparmiato proprio perché l’ha visto fare a lui.
La donna lo raggiunge con passo svelto, i lunghissimi capelli d’ebano ondeggiano ad ogni movimento, e negli occhi verdognoli c’è un chiaro velo di rabbia mista a terrore. Sa bene cosa sta per accadere, ne hanno parlato parecchio in quei giorni, e sa altrettanto bene che Greywind non le permetterà di scendere in campo.
«Prendi le donne, i bambini e tutti quelli inadatti al combattimento, e portali subito al tunnel a Sud. Ricordi quale intendo, vero? Lo usavamo da bambini per andare in superficie senza essere seguiti, lo abbiamo chiuso alla meglio quando mio padre cominciò a sospettarlo. Te lo ricordi, vero?»
Non vuole ascoltarlo. Non ci riesce. In ballo ci sono troppe vite. La sua, quella dei loro figli, dei loro nipoti e di tutti gli Spettri che hanno giurato di guidare e proteggere il giorno che sono ascesi al trono.
«Grey…»
«Dovete andare tutti laggiù, uccidete qualsiasi lupo del Nord vi si presenti davanti. Sbarrate l’entrata e, se sentirai l’ululato di Jäger, scappate in superficie. Ti basteranno un paio di spallate per tirare giù la parete, lo sai. Dovrai poi condurli da Roman, mi raccomando.»
«Non puoi allonta—»
L’afferra con forza per le spalle e la scuote con vigore, costringendola a sopprimere il turbinio di emozioni che le stavano per offuscare la ragione. Le femmine di Spettro sono notoriamente più deboli dei maschi, e gli Spettri del Nord sono capaci di una ferocia che loro immaginano a stento. Lo sa perché lo ha visto di persona, in uno di quei rari momenti in cui lui e Mezcal dovevano confrontarsi su terreno neutrale, anche per scambiarsi un paio di cose a favore unicamente dei territori. Ricorda bene quei cuccioli che si azzannavano non per gioco ma per pura cattiveria, per una sete di sangue che in pochi avevano sviluppato prima. Ricorda anche la potenza disarmante di quel cucciolo dal vello grigio, e la perfidia intrinseca del suo giovane gregario col vello corvino.
Greywind ha sperato fino all’ultimo che il giovane ed instabile Re del Nord abbandonasse il suo folle desiderio di conquista, arrivando lo stesso e col cuore in mano a chiedere al suo stesso popolo di stringere la cinghia e di allenarsi più duramente, nel caso fosse stato necessario contrastarlo.
Col senno di poi, avrebbe dovuto ucciderlo da piccolo, quando ancora non poteva rappresentare una vera minaccia… Mezcal sarebbe stato più semplice da affrontare. Ma come avrebbe potuto uccidere un cucciolo? La sola idea gli faceva stringere a pugno lo stomaco.
Sente di aver sbagliato tutto quanto, dal non aver trovato una soluzione per tempo alla minaccia esercitata da Jäger, al non aver creduto alle parole di Blackwood. Se magari gli avesse dato retta, se non gli avesse remato contro così apertamente…
«Yvonne, non posso combattere al meglio, sapendovi in campo.»
Sua moglie, la donna che ha giurato di proteggere e alla quale ha disperatamente cercato un compagno che potesse adattarsi alla loro bizzarra situazione per renderla felice, la donna che gli ha dato dei figli vivaci, forti e che lui adora più di ogni altra cosa, la donna della quale si fida di più in assoluto e l’unica alla quale ha mai chiesto consiglio, ha gli occhi ricolmi di lacrime. Per lui, questa è come una pugnalata nello stomaco.
Non vuole lasciarlo, non vuole abbandonarlo al suo destino. Non è il mero istinto predatorio che è in lei a parlare, è il suo cuore, quello che spesso tiene celato a tutti perché sennò si sentirebbe vulnerabile.
Lascia che lo stringa forte, che si aggrappi a lui probabilmente per l’ultima volta e, carezzandole dolcemente la testa, le mormora all’orecchio: «Adesso vai, dolcezza. Sii cauta e muoviti velocemente. Conto su di te.»
Con la morte nel cuore la guarda allontanarsi, con le loro figlie che fanno capolino da dietro una porta. Sono spaventate, sente i loro cuori battere a mille mentre stringono con forza i corpicini dei loro piccoli. I loro compagni le sorpassano con enorme sofferenza, e Hart, compagno di Yvonne da almeno vent’anni, lo affianca dopo aver salutato con un bacio fugace l’amata.
Pure i suoi figli maschi arrivano velocemente, allarmati da quegli ululati fuori posto che hanno precedentemente udito. Sono pronti ad immergere il muso nel sangue, la paura non li tocca realmente e per questo Greywind vorrebbe avere la possibilità di prenderli a pugni ripetutamente.
È vero, tutti affermano ripetutamente che la paura non frutta niente, ma invece è un qualcosa di necessario nella vita, poiché manda gli impulsi e gli stimoli necessari per poter reagire al meglio in un combattimento, se saputa tenere sotto controllo.
«Vorrei che Blackwood e Nike fossero qui…» Mormora Hart, con una malcelata tensione nella voce.
«Non penso che farebbero molta differenza.» Arus, pure per Greywind, diventa indecifrabile nei momenti di reale tensione, e questo è solo un bene. Un Beta che si lascia prendere dal panico prima di uno scontro, sarebbe la più tragicomica delle barzellette.
Oltretutto Greywind lo sa bene quanto sia incazzato a morte con la figlia, scappata senza lasciare traccia assieme agli altri. Quasi, quasi, adesso spera di sopravvivere unicamente per sentirli litigare.
Uno strano suono attira però la sua totale attenzione, spezzando con forza ogni suo pensiero. Un rumore come di un oggetto metallico che impatta contro una superficie dura, ma non riesce a capire cosa l’abbia provocato.
Il lugubre ululato che ne segue, gli fa semplicemente gelare il sangue nelle vene.
«Sperate solamente che tornino in tempo… e che il principe Everett e la bastarda di Mezcal siano al loro fianco.»



 

ɴɢᴏʟ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
Ma ben ritrovati, amici lettori! 😘
Ce l’ho fatta! Non so come, ma ce l’ho fatta! Certo, è tardi eh, ma è sempre venerdì! 😄
Sappiate inoltre che ho un disturbatore ufficiale, che mi impedisce di scrivere in tutta calma.
Il suo nome è Felix, ed altri non è che il mio gatto ciccione (avrei voluto chiamarlo Champa - ed il fratello secco Beerus -, ma mia madre mi ha battuta sul tempo… 🤬). Con lui, il discorso che i gatti sono anaffettivi non vale una ceppa, perché non mi si stacca dal culo neanche due minuti. Ora ha anche deciso che è necessario - penso proprio per la sicurezza mondiale - che lui dorma al mio fianco, appiccicato al mio braccio o direttamente sul petto (e sei chili di gatto schiaffati sulle tette non sono il massimo). Viene da sé che scrivere al pc lo infastidisce alquanto, e quindi prova a boicottarmi in ogni modo possibile.
È violento, il piccolo stronzo.
Ma parliamo del capitolo, anziché del gatto di Satana!
Voi non immaginate - e se lo fate, mi spiace un casino per voi - le difficoltà che ho avuto nel creare tutta la loro società. E non è tutto (quando mai?!), perché sto pure creando un minimo di fauna e flora, simile ma comunque diversa per i due habitat!
Ma quanti problemi posso avere nel cervello? Eh? QUANTI?! 🤪
Comunque sì: sia il Nord che il Sud contano una superficie poco inferiore a quella della Russia. Niente male, eh? (Di certo non potevo piazzarli in una pineta, non quando hanno le dimensioni che hanno e necessitano di spazi piuttosto vasti per poter correre tranquilli)

In tutto questo, da una parte abbiamo Radish sì preoccupato per lei, ma anche discretamente a suo agio nel suo mondo - nel suo vero mondo -, dall’altra invece abbiamo lei che rimane in piedi con lo sputo, e col cervello che ormai è a tanto così dall’andare irrimediabilmente in frantumi. Pensate un po’ quanto potrebbe farle bene tornare al Nord, luogo dove sono disseminati ricordi traumatici ad ogni passo! 😍

Beh, direi anche basta. Oltretutto Felix il maligno mi sta arpionando la spalla, perché io sono una brutta persona cattiva e continuo a battere sui tasti del pc, infastidendolo… (AIUTO!😥🔫😾)

Alla prossima settimana
Un bacione 😘
Kiki 🤙🏼

  
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