ALLA RICERCA DI MAI
*
Capitolo
22
*
Trunks e Mai rimasero in
piedi, uno difronte all’altro per qualche secondo, prima che uno dei due
decidesse di fare o dire qualcosa.
Entrambi
si specchiarono nelle rispettive iridi, lei non aveva mai visto occhi azzurri che
le potessero dare un senso di pace interiore, lui invece si perse in quella
profondità nera e appagante.
Non
ci furono bisogno di troppe parole inutili, Mai, d’istinto appoggiò le sue labbra
su quelle di Trunks, sperando che ricambiasse il
bacio.
Sentiva
che quella era l’unica cosa che l’avrebbe appagata, ed infatti fu così.
La
strinse ancora più forte a se, cercando di essere il
più delicato possibile, come se quella ragazza fosse fatta di cristallo, un
movimento brusco e sarebbe caduta in mille pezzi.
Era
lei che lo stringeva più forte, come per dirgli che non lo avrebbe lasciato
andare mai più e che non voleva che la lasciasse andare.
Continuarono
a baciarsi per qualche minuto, se uno dei due voleva staccarsi, era l’altro che
non gli dava la possibilità di farlo tirandolo a se.
Non avevano
bisogno di riprendere respiro, perché l’unica aria che respiravano volentieri,
era il profumo delle reciproche pelli.
Trunks la sollevò
dolcemente per le natiche, costringendola a cingergli il bacino con le gambe e
l’adagiò delicatamente sul letto, sotto di lei.
I
loro occhi s’incrociarono e per qualche secondo, non ebbero bisogno di dirsi
niente, si capirono con uno semplice sguardo.
Il
glicine, dalla bocca, si spostò al collo, scendendo con la lingua infuocata
sempre più giù.
Le
abbassò il reggiseno del costume e ne assaggiò i seni famelico, per scendere
fino all’ombelico, dove si fermò perché avvertì una scossa di piacere da parte
di lei.
Solo
pochi centimetri di stoffa li divideva.
Mai,
gli abbassò i boxer delicatamente, cercando di non fargli male.
Lui,
la liberò del reggiseno e aiutato da Mai anche gli slip del costume da bagno.
Continuarono
a baciarsi ed esplorarsi di nuovo.
Non
era ancora giunto il momento per diventare una cosa sola, sapevano bene che
sarebbe finito tutto molto presto, era troppo la voglia che avevano uno
dell’altro.
Ma Mai
non potè resistera al fatto
di allargare leggermente le gambe, dando la possibilità a Trunks
di farla sua per la prima volta.
Emise
un gemito che venne soffocato da un lungo bacio, mentre le loro lingue
iniziarono una bellissima danza.
Avrebbero
voluto urlare per esprimere il loro piacere, ma probabilmente li avrebbero
sentito fino in giardino, nonostante la musica ad alto volume.
“Trunks…” Gli sussurrò all’orecchio tra una spinta e
l’altra.
“Mai…”
Fece di rimando lui raggiungendo l’apice del piacere insieme.
“Scusa”
Dissero in contemporanea, mettendosi a ridere poi sdraiandosi uno accanto
all’altro.
“Sono
un disastro” Disse il glicine temendo di aver fatto una figuraccia, era la loro
prima volta ed era venuto troppo presto.
“Sei
stato fantastico” Gli disse incrociando le loro mani.
“Dici?”
“Perché
dovrei mentirti?” Gli chiese.
“Per
assecondarmi” Rispose sghembo.
“Io?
Assecondarti? Ma quando mai è successo?...Comunque…”
Ricominciò a baciarlo sensuale “…se non sei soddisfatto…” Gli saltò sopra
continuando a stampargli baci appassionati dalla bocca al collo “…possiamo
sempre riprovarci”.
“Non
ti deluderò questa volta” Biascicò a fior di labbra accarezzandole la schiena.
“Non
lo hai mai fatto” Mai sussultò quando Trunks entrò
prepotentemente in lei.
“Ti
ho fatto male?” Chiese fermandosi.
“No
no, non me lo aspettavo” Disse abbassandosi e baciandolo.
“Scusami,
ti desidero troppo” Continuò a spingere.
“La
stessa cosa vale per me” Lei assecondò i suoi movimenti, muovendosi
ritmicamente come se fossero una cosa sola.
Trunks si fermò ad
ammirarla per qualche istante, era tremendamente più bella di come se la
ricordava, lineamenti forti e sensuali allo stesso tempo.
I
capelli lunghi e neri ricadevano sul corpo sudato coprendo una porzione di
seno, che brillava colpito dalla luce che filtrava dall’ampia vetrata.
Lo
tocco delicatamente riprendendo a spingere, fino a che entrambi, per la seconda
volta, furono appagati.
Mai
poggiò la testa sopra il petto ancora pulsante di lui, chiudendo gli occhi, per
imprimere nella mente quel bellissimo atto.
“Ti
amo” Gli disse senza pensarci, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Trunks continuava ad
accarezzarle i capelli e le mosse la testa costringendola a guardarlo dritto
negli occhi.
“Ti
amo anch’io Mai”.
*
Rimasero
abbracciati su quel letto, testimone del loro amore, per una buona mezz’ora,
restando in silenzio, non c’erano parole per descrivere quello che i loro cuori
stavano provando.
Nessuno
dei due aveva voglia di alzarsi e ritornare alla festa, ne avrebbero fatto
volentieri a meno.
Tante
erano le cose che volevano chiedersi a vicenda, troppe risposte che potevano
benissimo aspettare.
“Ti
sei addormentata?” Le chiese soave ad un orecchio.
“No,
è che sto bene qui” Gli rispose.
“Prima
o dopo dovremo uscire da qui e ritornare giù” Rise.
“Uhm…lo
so, già si staranno chiedendo dove siamo”.
“Non
ti preoccupare, Goten sa che siamo insieme, quindi
nessuno verrà a cercarci”.
“Chissà
da quanto tempo siamo qua” A Mai il tempo sembrava essersi fermato.
Trunks guardò l’orologio
che teneva al polso “Un’ora buona”.
“Mi
sembrava fossero passati pochi secondi”.
“Ehi,
non duro mica così poco io”.
Risero
entrambi di gusto alla battuta.
“Sei
stato meraviglioso” In realtà avrebbe voluto dire che, con nessuno aveva mai
provato quella bellissima sensazione, con lui era diverso, fare l’amore con Trunks fu una cosa spettacolare, nemmeno nei suoi sogni più
reconditi, poteva immaginare cosa veramente quel saiyan
le avesse potuto offrire.
“Tu
sei stata fantastica” Le disse baciandole la fronte, anche lui, le avrebbe
detto che erano mesi che non toccava il cielo con un dito e che si sentiva un
verme ogni volta che iniziava un rapporto con la sua ex ragazza, finiva col
pensare a lei, altrimenti non avrebbe mai raggiunto il piacere.
Gli
ultimi mesi, furono i più duri sotto quel punto di vista, temeva di non essere
più all’altezza perché non provava più attrazione, si erano trasformati un più
pensare a se stessi che a pensare a cosa potesse
piacere ad entrambi.
E
questo Reiko se ne era accorta, ma pensava fosse
legato al fatto, che era stressato per via della nuova carica proposta
all’interno della società
Reiko e Trunks non erano più un tutt’uno, come accadeva le prime
volte, come lo erano stati loro pochi minuti prima.
“Che
facciamo ora?” Chiese guardandolo negli occhi.
Trunks roteò gli occhi e
arricciò le labbra facendo finta di pensare “Dobbiamo scendere”.
“Scemo,
non intendevo quello”.
“Lo
so” Il suo viso si fece serio “…dovremo provarci”.
“Trunks…” Il suo viso s’incupì e lui capì subito qual era il
problema che le attanagliava il cuore.
“Ti
ho già detto che non m’importa” Disse scuotendo il capo.
Quel
segreto che era riuscita a confessargli qualche giorno prima di prendere quella
dannata decisione di andarsene, si era fatto strada nella sua mente e stava per
compromettere quello che stavano cercando di costruire, facendo crollare ogni
sua certezza come un castello di sabbia colpito dalle onde del mare.
“Lo
sapremo solo tu ed io?”
“Neanche
a dirlo” L’abbracciò.
*
Intuendo
che la memoria di Mai, del fatto che è una donna più matura dell’età che
dimostra, sarebbe senz’altro ritornato a mettere i bastoni tra le ruote, Trunks scese nei laboratori, dopo aver congedato la corvina
con una scusa, che ritornò alla festa, sgattaiolando di qua e di la, cercando
di non essere vista dai presenti.
Come
un gatto, balzò sul suo lettino, e si sdraiò.
“Alla
buon’ ora” La rimproverò Bra che prese posto con nonchalance vicino a lei sistemandosi
gli occhiali neri, sotto l’enorme cappello beige che usava per ripararsi dal
sole.
“Ehm…ciao
Bra” La salutò timidamente aspettandosi domande inopportune.
“Spero
che tu e mio fratello vi siate finalmente parlati, siete spariti da un’ora”
“Lo
ha notato qualcuno?” Chiese rassegnata.
“No,
non credo, l’alcool sta facendo il suo effetto”. Sorseggiò un po' del suo
cocktail.
Mai
tirò un sospiro di sollievo, chiuse gli occhi e rimase stesa a prendere un po' di
sole.
“Mai!”
La chiamò Bra, che si girò verso la sua parte “…sono contenta che sei tornata”.
Le sorrise.
“Grazie
Bra! Non ho ancora avuto occasione per scusarmi con te, per essermene andata”.
“Mi
è dispiaciuto si, ma ero una bambina, mi era passata in fretta, invece per Trunks, è stato più difficile digerire la cosa”.
“Credimi,
non è stato facile neanche per me, ma c’è stato un motivo per cui l’ho fatto”
Spiegò rabbuiandosi.
“Non
devi darmi spiegazioni, se lo hai fatto con mio fratello, va bene così” D’istinto
l’abbracciò.
*
Aprì
un cassetto dopo l’altro, in cerca di qualcosa, la sua attenzione fu catturata
da una cassaforte, da cui proveniva una luce gialla pulsante.
Fortunatamente
sua madre gli aveva comunicato tutte le combinazioni delle varie casseforti,
che aveva accuratamente annotato, non si sa mai che le fosse successo qualcosa.
Un po'
di precauzione in più non guastava mai.
L’aprì
e prese il sacco di iuta che conteneva le sette sfere, che sarebbero andate
usate in caso di emergenza.
E
quella, a detta sua, era un’emergenza.
Non
gli sarebbe importato delle conseguenze, la cosa peggiore sarebbe stata perdere
di nuovo Mai, sarebbe stata capace di sparire un’altra volta senza lasciare
tracce.
No.
Non glielo avrebbe fatto fare, non lo avrebbe potuto sopportare ancora.
Uscì
dalla Capsule Corporation da una delle uscite secondarie, e azzerando l’aura
corse più veloce che poteva verso un luogo isolato, dove mettere in atto il suo
piano.
Prese
il volo quando fu a distanza sicura, per dirigersi dall’altra parte del mondo.
Mise
le sette sfere per terra ed invocò per la seconda volta il Drago Shenron.
Il
dio drago apparve tra una coltre di nubi nere e fulmini.
“Chi
mi ha chiamato” Disse con voce autorevole e spaventosa, per chi non fosse
abituato.
“Grande
drago Shenron, ho un desiderio da chiederle”.
“Avanti
parla, sto aspettando”.
Trunks fu un po' titubante,
si stava chiedendo se stava facendo bene, oppure no.
Infondo
lo stava facendo non solo per loro due, ma soprattutto per lei, essere ritornata
bambina le fu una cosa inaspettata, non voluta direttamente da lei, in realtà
non era stato voluto da nessuno, solo una fatalità, uno scherzo del destino, ma
che accade per un motivo.
Doveva
cancellare in lei quel ricordo, l’essere intrappolato nel corpo di una
trentenne, non le dava pace, doveva essere libera da quel peso.
“Dio
Drago, ti chiedo di cancellare nei ricordi di Mai l’essere stata riportata
bambina anni fa, deve credere di avere ventotto anni e non circa sessanta”.
“Non
c’è niente di più facile” Esaudì il suo desiderio e poi sparì, sparpagliando nelle
varie aree del pianeta dei sassi, che tra lì a sei mesi, sarebbero ritornati a
brillare.
**
continua
*
Angolo dell’autrice: Ciao a tutti!
Allora che dite di questo capitolo? Ne è valsa la pena aspettare così tanto
tempo? Che per dirla tutta, se non fosse stato per la perdita dei capitoli,
sarebbe arrivato molto prima.
Finalmente
Trunks e Mai dopo tanto tempo si sono chiariti
e…beh…hanno fatto altro XD
Alla
prossima.
Erika