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Autore: carachiel    03/10/2020    1 recensioni
Cliff Burton era ormai certo di essere morto.
Ricordava. 
Ricordava tutto, ogni dettaglio di quella dannata notte. Il rumore del tour bus che sbandava, lo schianto contro il guardrail e l'orribile sensazione dell'asfalto e delle schegge di vetro contro la pelle nuda, il freddo glaciale che lo investiva e poi, il silenzio, rotto solo dall'ululato del vento e la sensazione della vita che lo abbandonava.
Era morto, per una scommessa stupida di cui non poteva razionalmente incolpare nessuno, né James, né Lars e tantomeno Kirk, che gli aveva proposto di scambiarsi all'ultimo i letti.
Già, i suoi compagni di band... non sapeva come stessero, se ce l'avessero fatta dopo quella notte maledetta, dopo che la sua coscienza l'aveva abbandonato, forse per sempre.

__________________
Cosa sarebbe successo se Cliff fosse sopravvissuto a quell'infame notte del 1986?
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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...And Justice For All

What the dead man say – Cosa dice l'uomo morto



Luce.
È la prima cosa che vedi, ed è già insopportabile, per i tuoi occhi che erano stati cullati dall'oscurità, e che adesso ti appare di nuovo così improvvisamente accogliente.
Stringi gli occhi, ma non li chiudi, cercando di abituarti gradatamente.
Non sei morto: all'inferno non c'è luce. O forse quella non è luce, ma solo il riverbero delle fiamme infernali.
Comunque, qualunque cosa sia, inizia a dissolversi gradatamente in grosse manciate di stelle che pulsano dolorosamente contro i tuoi occhi esausti.

Bianco, è il colore che ti circonda, come l'inverno svedese, eppure non è neppure lontanamente così freddo.
Mattonelle bianche, tende bianche, coperte bianche. È tutto talmente pallido e slavato da provocarti un conato.
Un ospedale, osserva la parte del tuo cervello che non è stata ancora stravolta da quel vortice perlaceo di sensazioni, e una zaffata pungente di odore di disinfettante conferma la diagnosi.
Sei tentato dal tossire, ma scopri con orrore che non è possibile, dal momento che un grosso tubo nella bocca ti impedisce qualsiasi movimento del palato, rendendoti faticoso anche respirare.
Vorresti strappartelo di dosso, anche perché la gola ti brucia come un tizzone ardente, ma il tuo corpo non risponde agli impulsi, rimanendo immobile ed inutilmente inerte, finché non senti un fastidioso suono acuto che invade la piccola, asettica stanzetta sempre più forte fino a diventare quasi insopportabile.
Premi la testa contro i grossi cuscini che percepisci dietro di te e il suono si interrompe quando qualcuno entra nella stanza, unico tocco di colore in quel luogo.

Un'infermiera, a giudicare dalla divisa bianca e verde. Non ti guarda neppure, troppo impegnata a controllare qualcosa su una cartellina che tiene in mano, mentre borbotta tra sé.
"GCS* a tre, segnali stabili, pressione..."
E quando finalmente alza lo sguardo, trovando i tuoi occhi nocciola - sono ancora nocciola, vero? - emette un verso di sgomento, a cui replichi con un leggero lamento, ma che per la tua gola devastata suona come un urlo, a cui segue un altro conato.

L'infermiera fulmineamente abbandona la cartellina e corre verso un telefono attaccato al muro.
"Svegliate il neurologo di guardia! Paziente in coma, stanza 23 dell'ICU a lungo termine**, dieci anni! Il GCS è salito da 5 a 9, 10!" esclama, la voce carica di nervosismo.
ICU a lungo termine? GCS? Ti domandi freneticamente, mentre il panico si impossessa di te e la vedi scattare fuori dalla stanza, tornando seguita da un'altra infermiera più anziana. "...Si è svegliato e i suoi parametri sono -"
"Fermati." interrompe l'infermiera appena arrivata, metà rivolta alla collega, metà a te, iniziando ad armeggiare con il tubo che ti invade la bocca e la gola.
"Respira" ordina, dopo aver staccato un pezzo del tubo.
Esegui, sentendo l'aria grattare fastidiosamente contro la gola e le tue spalle alzarsi e abbassarsi al ritmo del tuo respiro, i polmoni improvvisamente più leggeri.
"Ottimo. Ora tossisci."
Obbedisci, mentre senti la gola bruciare atrocemente e il tubo scivolare fuori. Vorresti lamentarti, ma reprimi ogni suono: il dolore che quel tubo produce mentre esce dalla tua trachea riarsa è abbastanza da risultare insopportabile, e probabilmente è palese dalla tua espressione.
L'infermiera più giovane aggiorna un grafico al muro, borbottando "GCS 13, occhi aperti senza stimoli esterni."
"James... Lars, Kirk-" rantoli faticosamente mentre quei nomi emergono netti dalla nebbia caotica della tua memoria.
"Piano." ti ordina la più giovane, mentre la collega le passa un bicchiere d'acqua "Vado a chiamare il dottore, chiamami subito se noti variazioni"
L'infermiera annuisce, prendendo il bicchiere colmo, e accostandotelo alle labbra.
La sensazione di quella poca acqua che ti irrora la gola riarsa è come pioggia nel deserto, mentre bevi sempre più avidamente.

Esauriti due bicchieri d'acqua entra il dottore, un uomo alto e dai capelli brizzolati.
Ti si avvicina, per poi domandare "Mi può dire il suo nome?"
"Clifford Lee Burton" rispondi con voce arrochita, ma senza avere realmente bisogno di pensarci, sai che è il tuo nome – nonostante ti faccia uno strano effetto pronunciarlo.
"Perfetto, signor Burton..."
"Cliff, per piacere" ripeti, e la strana impressione che provi si amplifica, come se avessi già sentito quel nome, in un'altra vita, in altre circostanze. "Mi sai dire che anno è, Cliff?" domanda nuovamente.
Stavolta la riflessione ti porta via un paio di secondi, mentre cerchi di comprendere la ragione di tali domande.
"1986." rispondi, nonostante l'occhiata che il dottore si scambi con le due infermiere sia abbastanza da spogliare di ogni certezza la tua risposta.
Il dottore sospira, per poi guardarti nuovamente con aria terribilmente seria.
"Cliff, c'è qualcosa che devi sapere, e ti avviso che sarà difficile da accettare."
Con quella premessa il tuo cuore pare farsi di pietra e collassare giù, in fondo, fin nelle viscere della terra.
Dove credevi di essere, e di restare.


*GCS: Glasgow Coma Score, è un'unità di misura per stabilire l'intensità del coma, che va da zero a quindici.
**ICU a lungo termine: Sarebbe il reparto di terapia intensiva a lungo termine, dove si trovano anche i comatosi, che dopo il risveglio vengono portati in corsia.

Angolo Autrice:
Salve di nuovo con il primo capitolo! Per scrivere i dettagli medici in questo capitolo mi sono basata su ricerche online e domande a infermiere, visto che io di medicina ci capisco quanto un mietitrebbia ^^"" comunque, il titolo del capitolo è ispirato a quello del brano dei Trivium, stavolta
Ringrazio la cara Kim Winternight per il feedback – apprezzatissimo – e vi do appuntamento al 15 Ottobre per il capitolo 2~!
   
 
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