ALLA RICERCA DI MAI
*
Capitolo
23
*
“Che
stai facendo?” Gli chiese Goten accorso sul posto.
Per
puro caso, lo aveva visto uscire da una delle uscite secondarie, con fare
sospetto con il sacco tra le mani.
Si
era allontanato qualche minuto dopo aver visto rientrare Mai in piscina, e non Trunks.
Era
troppo curioso di sapere cosa si erano detti quei due, che l’unico modo per
saperlo, era quello di intercettare l’amico, prima che potesse liquidarlo come
al suo solito, con qualche patetica scusa, per non affrontare l’argomento.
Poteva
scorgere la sua aura all’interno dell’edificio, e se i suoi sensi non
sbagliavano, era nei locali dei laboratori.
Gli
sarebbe bastato aspettarlo fuori dalla porta, ma d’un tratto aveva cambiato
direzione, stava uscendo dall’uscita di emergenza.
Dove
diavolo sta andando chiese
tra se e se.
Lo
seguì imitando i suoi movimenti, cercando di non farsi scoprire, in questo era
sempre stato più bravo e più furbo di lui.
Sin
da bambini, era abituato a giocare a nascondino con Gohan,
suo fratello maggiore, era stato lui ad insegnargli dei trucchetti ingegnosi
per cercare di vincere sempre.
Trunks ritornò alla realtà,
sarebbe stato un piano perfetto, se non fosse arrivato lui a rovinare tutto.
“Perché
mi hai seguito?” Fece di rimando irritato.
“Non
ci provare, non rispondermi con un’altra domanda” I suoi occhi erano puntati su
di lui, e non li avrebbe distolti o non se ne sarebbe andato, prima di avere le
sue risposte.
Trunks abbassò lo
sguardo e si morse un labbro, sapeva che stava facendo una stupidaggine, e per
fortuna era arrivato in tempo il suo amico, impedendogli di commetterla.
“Volevo…volevo
cancellare un ricordo dalla mente di Mai”.
Goten inarcò un
sopracciglio sorpreso “Ah ok, se lei è d’accordo…”
“Non
lo sa” Confessò.
“Cosa???
Ti sei ammattito forse?” Goten gli mosse le spalle
guardandolo negli occhi e si lodò per essere arrivato in tempo.
“Allora?
Avete scelto il vostro desiderio?” Chiese con impazienza il dio Drago.
Goten prese la parola,
doveva inventarsi qualcosa alla svelta “Si, voglio un anello di diamanti per la
mia ragazza”.
“Niente
di più facile” Gli occhi del drago Shenron si
colorarono di un rosso più acceso e tra le mani di Goten
si materializzò una scatolina nera di velluto, l’aprì e vi trovò il solitario
richiesto.
“Grazie
Shenron, sei il migliore” Ammiccò prima di vederlo
sparire.
Trunks si sedette su un
masso che sembrava essere stato modellato a forma di un divanetto, puntando i
gomiti sulle cosce ed immergendo le mani tra i capelli.
“Scusa
amico, non so cosa mi fosse preso”.
“Trunks, non so cosa sia successo tra te e Mai, per spingerti
a voler fare questo gesto, ma non puoi cancellare il ricordo di una persona,
senza che lei lo sappia”
“Lo
avrei fatto per noi” Il glicine non aveva il coraggio di guardare il suo
amico, si limitò a guardare il terreno arido su cui si trovavano.
“Non
capisco” Scosse il capo mettendogli una mano sulla spalla amichevolmente,
costringendolo a guardarlo “…se non mi spieghi che cos’è successo, non posso
aiutarti”.
Trunks sospirò, non può
raccontare a Goten delle cose personale di Mai, ma se
lo vorrà, lo farà lei quando sarà pronta e se lo riterrà opportuno.
“Mi
ha raccontato un po' di cosa ne è stato della sua vita negli ultimi dieci anni,
ma non è questo che la turba, è una cosa di cui solo io sono a conoscenza e che
non la fa vivere appieno il nostro rapporto. Diciamo che è per questo che l’avevo
persa”.
“E
tu volevi cancellare quel segreto dai suoi ricordi”
“Si”
“Senza
chiederglielo”
“Si”
“Sperando
che non se ne accorgesse”
“Si”
“Mmm…quasi quasi mi pento di aver chiesto il diamante” Girò
e rigirò quella scatolina tra le dita.
“Hai
fatto bene, se non fossi arrivato tu, avrei fatto una cosa, di cui mi sarei
pentito per il resto della mia vita” Trunks si passò
una mano sul volto.
“Conoscendoti,
saresti ritornato alla festa e glielo avresti detto subito”
Il
glicine asserì con il capo.
“Comunque…”
Fece finta di tossire “…non avete solo parlato giusto?” Chiese assottigliando gli
occhi dandogli delle leggere gomitate, facendo comparire un sorriso malizioso
sul volto dell’amico.
“A
te non importa cosa abbiamo fatto io e Mai” Disse togliendogli con quella
risposta ogni dubbio.
“Ci
avete dato dentro come conigli?” Scherzò sghignazzando.
“Goten”. Esclamò.
“Ok,
ok, la smetto” Biascicò mettendo le mani avanti, per poi tornare a farsi serio “…senti,
piuttosto guarda di non combinare casini, ora che vi siete ritrovati. Se c’è
qualcosa che ti turba parlane con lei, vedrete che insieme troverete la
soluzione più adatta. Non tramare alle sue spalle, potresti perderla di nuovo,
e per sempre anche”.
Quella
rivelazione suonò come un campanello d’allarme, non poteva permettersi di
svegliarsi un giorno ed accorgersi che lei non c’è più, lo distruggerebbe.
“Aiutala
piuttosto a farle superare questa cosa, falle sentire che ci sei” Gli consigliò
alzandosi.
“Hai
ragione, come sempre”.
“Modestamente”
Si grattò la testa pavoneggiandosi.
Trunks in quel momento
si rese conto di essere la persona più ricca del mondo, non in termini monetari,
ma poteva contare su una famiglia che lo avrebbe sempre supportato, sul suo
migliore amico, sempre pronto a dispensare consigli con la sua solita allegria,
e su Mai, era tornata per stare con lui e l’avrebbe aiutata a superare quell’ostacolo,
che le impediva di vivere il loro rapporto al cento per cento.
*
“Era
ora! Ma che fine avevate fatto voi due?” Chiese Bulma
riconoscendo le sagome dei due ragazzi fare il loro ingresso dalla porta
principale.
“Trunks mi ha aiutato a scegliere l’anello per Valese” Le sussurrò Goten all’orecchio,
quella gli sembrò la scusa perfetta, per giustificare la loro assenza.
“Ma
che splendida notizia caro, congratulazioni” Abbracciò il giovane versandogli
accidentalmente un po' di cocktail sulla maglietta “Oh, scusa”. Si portò una
mano sulla bocca in segno di stupore, Bulma aveva bevuto
parecchio e l’alcool cominciava ad offuscarle la vista, complice anche il
caldo.
I
due ragazzi speravano che non andasse a spifferare a tutti, quello che aveva
appena sentito dalla bocca di Goten.
Ma per
quanto la scienziata avesse una mente brillante e ricordasse ogni particolare
di qualsiasi cosa le venisse detto, i fumi dell’alcool cancellavano subito
qualsiasi informazione appena assorbita.
Trunks andò a prendere
posto vicino a Mai, non prima di esser passato però sul tavolo del buffet a
prendere qualcosa da bere.
“Dove
sei stato?” Le chiese apprensiva, era sparito da più di un’ora.
“Goten aveva bisogno di me, di un mio consiglio” Le sorrise
trangugiando della birra direttamente dalla bottiglia.
“Ah
ok” Sembrò non credergli.
“Non
dirlo a nessuno” Bisbigliò “…vuole chiedere a Valese
di sposarlo, e sono andato con lui a prendere l’anello”.
Ma
anche quella spiegazione non la convisse del tutto, era sicura ci fosse dell’altro.
“Comunque
Mai, vorrei che chiarissimo la nostra situazione, mi fa male non poterti avere
al massimo”.
D’improvviso
gli schiamazzi e la musica, sembravano essersi fermati, facendoli piombare in
un mondo parallelo, dove c’erano solo loro due e nessun altro.
Lei
sapeva benissimo che cosa voleva: lui e nessun altro, solo quel piccolo
particolare la ostacolava a non abbandonarsi totalmente.
“Trunks, io…” Gli mise una mano sopra la sua “…hai ragione,
quel piccolo particolare mi tormenta, ma lo voglio superare, aiutami” Gli
sembrò il grido disperato di una persona che non ha via d’uscita, se avesse
avuto ancora tra le mani le sfere del drago, in quella situazione con quell’appello,
non avrebbe esitato un solo istante a formulare il suo desiderio.
Troppo
facile così, troppo egoistico da parte sua.
Non sarebbe
stata la stessa cosa fargli superare quel ricordo con un semplice schiocco di
dita, invece con delle parole di conforto, lei avrebbe impresso nella mente
quest’ultima cosa.
L’abbracciò
facendo cadere la bottiglia nel lettino, riversando il contenuto a terra.
“Scusami”
Gli disse con il cuore in pianto “…ho combinato un disastro”.
Non
la lasciò andare, in quel momento aveva bisogno disperato di lui e lui di lei,
cosa avrebbe importato un po' di birra sul pavimento? Chissà quante bottiglie
erano già andate in mille pezzi da stamattina e quanti liquidi imbrattavano il
pavimento.
“Ti
amo Mai, non smetterò di dirtelo finché il mio cuore batterà ed avrò ancora
aria nei polmoni”
“Trunks…” Ora qualche lacrima lasciò i suoi occhi, ma non
erano lacrime di disperazione, ma bensì di gioia, finalmente lo aveva ritrovato,
e avrebbe fatto di tutto per non lasciarlo andare “…ti amo anch’io”.
*
“Chi
vuole fare una partita a pallavolo?” Chiese Goten
gettandosi in piscina tirando la rete per delimitare il campo.
Risposero
in molti al suo appello, tra cui Pan, Gohan, Bulma, Goku, Yamcha, Pual, e persino il Genio, che ne avrebbe approfittato per
palpare sederi giovani e sodi.
“Voi
due piccioncini, vi unite a noi?” Chiese Goten con
uno sguardo complice.
Trunks e Mai si
guardarono ed annuirono gettandosi in acqua.
“Gioco
anch’io” Disse Marron entrando in acqua.
Nel
frattempo il Genio si stava leccando i baffi con tutto quel ben di dio in una
sola piscina.
Il
primo sedere che palpò accidentalmente, fu quello di Bulma,
che dopo avergli assestato un sonoro schiaffo, lo mandò dall’altro capo della
piscina.
“Sei
il solito porco” Inveì contro di lui, che in pochi secondi, si ritrovò lo
sguardo minaccioso delle donne presenti, addosso, facendolo scappare come un
cane con la coda tra le gambe.
“Scusate
signore, non volevo” Cercò di giustificarsi allontanandosi dall’acqua quatto
quatto, sotto gli occhi vigili delle donne.
La
partita e di conseguenza il divertimento poté continuare senza intoppi, vedendo
trionfare la squadra di Goten, Trunks,
Mai, Valese, Pan e Gohan.
*
Mai
si avvicinò al tavolo del buffet con un piattino, quella tensione le aveva
messo un certo appetito, prese dei salatini e un paio di mini burgher.
“Congratulazioni,
hai vinto” Le disse acida Marron che le si era avvicinata.
“Hai
giocato bene anche tu” Rispose.
“Non
mi riferivo alla partita di pallavolo”
“Lo
avevo capito” La corvina sapeva che Marron aveva una cotta per Trunks da quando lo poteva ricordare, infatti credeva che
avesse scelto proprio la biondina per passare il resto della sua vita con lei,
dopo che se ne era andata, lo aveva lasciato in buone mani, ma si vede che al
glicine, non gli bastavano.
Marron
aveva visto in quella giornata come si guardavano e gli sguardi che continuavano
a scambiarsi, era una persona intelligente, ed aveva intuito che il ritorno di
Mai, avrebbe sancito per sempre la fine delle sue speranze di una possibile storia
con Trunks.
“Trattalo
bene” Si limitò a dire prima di venire bloccata per un braccio dalla mora.
“Non
passare la vita a struggerti per una persona, non ne vale la pena credimi, e te
lo dico non perché non voglio essere in competizione con te, prima accetterai
che le cose tra te e Trunks non cambieranno, e prima
potrai ricominciare a sorridere.
E
credimi, sorridere è la cosa più bella del mondo e l’unica arma che si ha a
disposizione per superare le difficoltà che questo mondo di merda ci mette
davanti.”
“Perché
mi stai dicendo queste cose? Neanche ti piaccio”.
“Non
è vero, solo perché da piccole litigavamo spesso, eh si,
ti tiravo anche i capelli, questo non significava che non mi piacessi come
persona, anzi.
Sei
una persona determinata e forte, e un giorno troverai una persona che ti
apprezza per quello che sei”.
“Me
ne puoi presentare uno?” Chiese tra un misto di rassegnazione e ilarità.
Mai
ci pensò su un attimo “Potrei avere la persona che fa al caso tuo”.
**
continua
*
Angolo dell’autrice: Buongiorno a
tutti! Eccomi con il capitolo 23, credevate che Trunks
avesse agito da egoista vero? Io ho dovuto immergere la lingua nell’azoto
liquido per non rivelarvi che fosse uno scherzo della sua mente.
Tranquilli
non capiterà più, credo XD.
Un
piccolo confronto tra Mai e Marron era doveroso, e poi QUALCUNO (ogni
riferimento è puramente casuale), non dica che non la penso!!
Prossimo
capitolo la tanto attesa cena 😊
Ringrazio
come al solito chi lascia un segno del suo passaggio, chi legge solo e chi mi manda
messaggi privatamente spronandomi a continuare la storia.
Un
abbraccio e un bacione a tutti.
Alla
prossima.
Erika