Città.
L’aria
fredda sul volto non lo disturba, anzi, gli dà sollievo.
Draco raggiunge la
balconata e lascia vagare lo sguardo sulla Senna – Parigi di
notte è un
incanto.
«Draco
Malfoy».
Sussulta,
colto di sorpresa. Sono mesi che non sente il suo nome pronunciato
all’inglese.
Si volta: ad averlo chiamato è una giovane donna, non molto
più grande di lui, che
sfoggia un abito argentato e degli eleganti orecchini blu scuro. Porta
i
capelli biondi raccolti in una treccia e ha un volto che è
certo di aver già
visto in passato, ma non ha idea di chi sia. Per qualche motivo si
sente a
disagio.
«Ci
conosciamo?» domanda cauto, dando definitivamente le spalle
al panorama. Non
apprezza – non
più –
l’attenzione, preferisce partecipare inosservato
a eventi come quello. Gli ricordano i vecchi tempi – ma non
troppo.
«Non
esattamente» risponde la donna, avvicinandosi. Si china per
sporgersi oltre la
balconata. «Sono stata Prefetto a Hogwarts durante i tuoi
primi anni».
La
parola “Prefetto” risveglia un ricordo. In un
attimo vede un volto molto simile
a quello della sconosciuta, adornato da lunghi capelli ricci
– di pietra. A quel tempo se
n’era rallegrato: secondo suo
padre quelli come lei non meritavano altro.
«…Night,
o qualcosa del genere?»
«Light»
corregge lei, sorridendo. «Penelope Light».
«Come
mai qui?» domanda Draco, spezzando il silenzio. Si ostina a
fissare la
porta-finestra, come se temesse qualche altra intrusione.
«Mi
sto preparando per diventare Guaritrice» spiega Penny.
«Sono qui per studiare l’Alchimia».
«Ah».
«Mi
ha stupita vederti. L’ultima volta che sono stata in
Inghilterra l’assenza
dell’erede dei Malfoy era sulla bocca
di tutti». Si volta per
fronteggiarlo. «Dove sei stato?»
«Che
importanza ha?» replica Draco, irritato. «O vuoi
uno scoop per la Gazzetta del
Profeta? Non mi sto esattamente nascondendo, comunque».
«No,
è vero. O non saresti venuto qui stasera, con il tuo vero
nome addirittura –
anche se pronunciato in modo buffo».
«I
miei antenati erano francesi. Magari si pronunciava
così, in
origine».
Penelope
lo scruta curiosa, ma non è certo la storia del suo cognome
a interessarla.
Draco
sbuffa. La sua serata è rovinata: forse dovrebbe
riconsiderare l’idea di
procurarsi un nome falso, ma in fondo non
vuole. È
attaccato al suo titolo e
alla sua famiglia, nonostante
tutto.
«Un
po’ ovunque» dice infine, rispondendo alla
precedente domanda. «Ho visitato l’Italia,
la Spagna, l’Arabia. La Francia, anche – non
è la prima volta che vengo qui».
«E?»
Draco
inarca un sopracciglio, ricambiando solo ora lo sguardo
dell’ex Prefetto.
«Cosa?»
«Hai
trovato ciò che cercavi? Ci sarà un motivo per
tutti questi viaggi».
«Volevo
solo cambiare aria» replica, piccato.
«Capisco».
Penelope si stacca dalla ringhiera e lancia un’ultima
occhiata alla città.
«Meglio, allora. Alcuni viaggiano per cambiare sé
stessi, ma non funziona
così».
Draco
scuote la testa. «Naturalmente no». Ricadono nel
silenzio – è sempre lui a
interromperlo. «Adieu, Penelope
Light».
«Adieu,
Draco Malfoy»
ricambia lei, imitando la pronuncia parigina.
Cambiare
sé stesso – per poterci pensare dovrebbe prima
capire chi
è.
È
questa, la risposta che non trova e nessun altro può dargli.