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Autore: bhooo01    07/10/2020    1 recensioni
Tra festoni, argenteria e chiffon gli studenti di Hogwarts si ritrovano tra i preparativi di un ballo che cambierà le loro prospettive.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Era il primo ottobre, un giorno come tanti, eppure l’aria sembrava diversa. Presagiva qualcosa di nuovo ma non avrebbe saputo identificare se questo sarebbe stato un bene o un male.                                                                                                     

Scorsi pochi minuti dal suono della sveglia si ritrovò a scendere, con una certa fretta, le scale del dormitorio femminile diretta in sala grande per la colazione. Non aveva tempo da perdere, quel giorno si sarebbe tenuto il primo compito di pozioni dell’anno e andare bene sarebbe stato fondamentale per i G.U.F.O. che avrebbe sostenuto nei prossimi mesi. Decise dunque di svegliarsi prima del solito per riuscire a ripetere qualcosa dai suoi appunti. Correndo, più che camminando, iniziò a leggere il contenuto del suo quaderno ma così facendo saltò l’ultimo gradino che conduceva in sala comune e senza avere il tempo di capire cosa stesse succedendo si ritrovò stesa sul pavimento. O meglio, credeva fosse solo il pavimento; in realtà ben presto si rese conto di aver portato giù con sé qualcosa che a primo impatto non riusciva ad identificare nonostante ci fosse, scompostamente, sopra. La fatica di capirlo le fu risparmiata perché quel qualcosa non tardò a farsi sentire. “Hermione! Ma sei impazzita?” una voce fin troppo familiare per i suoi gusti la riscosse. “Ron, che cosa ci fai qui?” chiese mentre si rialzavano in piedi. “Ah, sai com’è” ribatté lui “adoro iniziare la giornata facendomi travolgere da pazze trafelate di prima mattina, si dice faccia bene alla pelle.” continuò lui con un sarcasmo che aumentò l’irritazione di Hermione. “Bhe, potevi stare più attento, non ce li hai gli occhi?” disse lei con le mani sui fianchi mentre le sue gote si tingevano di una preoccupante tonalità di rosso. “Adesso la colpa sarebbe mia? Mi sei venuta addosso tu, e poi che ci fai in piedi a quest’ora?” aggiunse Ron indicando il grande orologio sul camino che segnava le sei. “Potrei farti la stessa domanda.” ribatté lei. Infatti era strano trovare il rosso fuori dal suo letto così presto; la situazione era ancora più sospetta considerando che era in pigiama e che delle pergamene gli uscivano dalla tasca della vestaglia “Non dirmi che stavi ripetendo anche tu.” continuò con una mezza risata mentre faceva per prendere i fogli sospetti e svelarne il contenuto. Prontamente, però la sua mano fu intercettata e fermata dal ragazzo che, in modo più brusco di quanto volesse, disse “Non sono affari tuoi!” e se ne andò verso il dormitorio maschile, senza lasciare ad Hermione il tempo di replicare.                                                    

 Attonita e irritata dal comportamento del rosso continuò il suo cammino verso la sala grande, meditando su come fargliela pagare per tanta scortesia. Con Ron le cose erano sempre così complicate, non si capacitava di come non riuscissero a stare pochi minuti nella stessa stanza senza darsi addosso. Eppure non si odiavano, questi entrambi lo sapevano bene. Il problema era il loro orgoglio che proprio non ne voleva sapere di interrompere quella lotta di supremazia che ormai infuriava da anni.  

Senza neanche rendersene conto si ritrovò al tavolo dei grifondoro a torturare la malcapitata fetta di pane tostato che le era capitata a tiro. La sala era praticamente deserta eccetto qualche professore e uno o due studenti per casa. Almeno i suoi piani, quella mattina filavano per il verso giusto; aveva appena finito di mangiare e le avanzava un’oretta per ripetere in tutta tranquillità. Decise però di stare lontana da qualunque spazio comune, la sala grande iniziava a riempirsi e l’ultima cosa che voleva era incontrare Ron e il suo malumore. Si fiondò dunque nella prima aula vuota che riuscì a trovare sperando di incrociarlo il meno possibile quel giorno. Eppure il caso volle che il rosso si trovasse a procedere verso la sala grande proprio mentre la ragazza imboccava il corridoio opposto e senza rendersene conto si ritrovò ad osservarla con un certo dispiacere negli occhi. L'ultima cosa che avrebbe voluto, quella mattina, era iniziare la giornata discutendo con Hermione ma appena aveva provato a prendere le pergamene non ci aveva visto più niente. Era sicuro che se avesse letto quanto scritto magari l’avrebbe aiutato a trovare una soluzione; Ron però non se la sentiva di farlo sapere a nessuno, nemmeno a lei. “Ma allora, mi stai ascoltando?” sbottò una voce accanto a lui “Scusa Harry, dicevi?” disse il rosso distogliendo lo sguardo dalla ragazza che ormai non era più visibile. “Si può sapere che cosa è successo stamattina?” chiese il moro, capendo cosa, o meglio chi, avesse rubato l’attenzione dell’amico “Le vostre urla hanno svegliato tutto il dormitorio. Dallo spavento Seamus è caduto giù dal letto.” continuò. “Niente, è solo che... no, lasciamo perdere” rispose Ron dirigendosi al tavolo dei grifondoro. “Siamo loquaci stamattina.” concluse Harry assestandogli un’amichevole pacca sulla spalla. 

 

Alle otto in punto tutti i ragazzi del quinto anno si trovavano nei sotterranei pronti, per modo di dire, a sostenere la temibile prova di pozioni. Hermione, come sempre, si trovava al primo banco quando una voce alle sue spalle richiamò la sua attenzione “Pss, Hermione”. La ragazza subito si irrigidì, riconoscendo la voce del rosso, ma fece finta di niente; “andiamo, lo so che mi senti, ho visto le tue spalle irrigidirsi sai” continuò lui con una nota di divertimento nella voce. Fu proprio questa la goccia che fece traboccare la pazienza della bruna la quale si girò con così tanto impeto da far sollevare una folata di vento. “Che accidenti vuoi?” rispose con fare sprezzante. “Calma, vengo in pace.” disse lui alzando le mani in segno di resa ma questa sua nochalance fece aumentare ancora di più l’irritazione di Hermione che fece per girarsi nuovamente. “Aspetta” disse Ron, con tono serio, mentre con calma le posava una mano sulla spalla per fermarla. Questo gesto sembrava aver sortito l’effetto sperato perché la bruna iniziò a dissipare il rossore alle guance e si rivolse verso di lui senza però perdere il suo cipiglio. “Vorrei, bhe ecco...allora, il punto è...” iniziò a biascicare lui, “No, Ronald, non ti passerò neanche una risposta” lo interruppe lei, tornando nuovamente verso il suo banco. “Mi fai finire una frase una buona volta?” sbottò lui alzando il tono della voce tanto da placare il chiacchiericcio in aula.  “Signor. Weasley, se sento un’altra parola la incaricherò di rimuovere ogni singola ragnatela presente in questo castello, sono stato chiaro?” affermò Piton che in tutta risposta ricevette un frenetico annuire da parte del rosso. “Ed ora silenzio, tra cinque minuti vi darò il via.” aggiunse l’austero professore. Non contento, Ron strappò un pezzo di pergamena e intrisa la piuma nel calamaio scrisse freneticamente e lanciò il foglio sul banco di Hermione. Sorpresa, la ragazza aprì il foglio e a caratteri disordinati lesse: Scusami per stamattina, ho avuto una nottataccia ma non avrei dovuto prendermela con te. Amici?  

Ron che si scusava era un evento più unico che raro e questo le fece spuntare un mezzo sorriso mentre afferrava la piuma per rispondergli, inoltre il fatto che avesse passato una nottataccia la impensierì e si promise di indagare in seguito. Stava per rispondergli quando il professor Piton diede il via al compito frantumando i suoi intenti.  

Non appena la lezione fu finita gli studenti si catapultarono fuori dall’aula ed Hermione si avvicinò piano a Ron sussurandogli all’orecchio un flebile “Amici” che subito fece spuntare un sorriso sulle labbra del rosso. Non tardò ad aggiungersi Harry che esordì, prendendoli a braccetto, dicendo “Azzardatevi a svegliarmi di nuovo all’alba e quelle ragnatele di cui parlava Piton ve le faccio mangiare.” posando lo sguardo a metà della frase sul suo migliore amico che proruppe in un’inequivocabile espressione di disgusto. 

La giornata trascorse senza troppe sorprese, almeno finchè non giunsero a cena nella Sala grande. Prima di iniziare il tanto bramato banchetto il preside prese la parola zittendo il borbottio che si protraeva tra i tavoli. “Buonasera cari ragazzi, è giunto il primo di ottobre e mancano 30 giorni alla notte di Halloween. Come tutti ben sapete, nel mondo dei maghi questa festività ha una sua valenza alquanto, per così dire, speciale. Quest’anno, in particolare, per la ricorrenza, abbiamo deciso di organizzare un ballo.” subito un mormorio di approvazione si levò tra i tavoli per culminare nei risolini entusiasti di alcune ragazze. “Prima di gioire” aggiunse il professor Silente sovrastando le altre voci “sappiate che l’organizzazione spetterà completamente a voi.” Ed ecco che esclamazioni di dissenso e stupore si levarono tra gli studenti “Abbiamo deciso che alla luce dei pericoli incombenti” e qui gli sguardi non poterono che posarsi su Harry che cercò di nascondere l’irritazione per quegli sguardi curiosi “sarebbe l’ideale impartirvi anche una, se così la vogliamo chiamare, lezione di cooperazione. Sarà indispensabile restare uniti nei momenti di crisi e questo ci sembra un modo abbastanza stimolante per condurvi in quella direzione. Sarete divisi in gruppi, in base all’anno di appartenenza, in modo che collaboriate anche tra case diverse, cercando di sedare i vari dissapori che di solito intercorrono.” affermò volgendo impercettibilmente lo sguardo verso i serpeverde “Domani mattina, nella sala di ingresso, sarà esposto un comunicato in cui saranno indicate le mansioni per ogni divisione. Detto ciò che inizi il banchetto.” terminò. 

 

Angolo dell’autrice: 

Sinceramente non so che ne uscirà, so solo che scrivere mi ha sempre aiutato e in questo periodo ne ho particolarmente bisogno. Penso che le vicende tratteranno solo del mese di ottobre, non so quanto sarà lunga la storia, al momento mi frullano in testa mille idee e spero di non cadere in un’accozzaglia senza un filo conduttore. Chiedo scusa per errori/stile/incoerenza ma diciamo che scrivere questo capitolo ha avuto più uno scopo catartico. Spero di sortire qualche effetto positivo. Grazie mille a chi leggerà o commenterà, sarà già tanto per me. 

A presto. 

 

   
 
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