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Autore: _ Arya _    09/10/2020    3 recensioni
Dublino.
Killian Jones, 28 anni, consulente investigativo e assistente alla scientifica. Dopo un incidente che ha causato danni permanenti alla sua mano, ha dovuto rinunciare alla carriera di agente di polizia.
Emma Swan, 23 anni, da aspirante campionessa olimpionica a genio informatico. A 18 anni ha dovuto rinunciare alla sua carriera di pattinatrice artistica sul ghiaccio, proprio quando il sogno delle olimpiadi era vicino, a causa di un incidente che l'ha costretta su sedia a rotelle.
; Dal capitolo 3:
-Tu non sai niente di me, Jones.
-E tu di me, Swan.
-So che pecchi eccessivamente di modestia, ad esempio.
-La modestia non mi avrebbe fatto arrivare dove sono oggi.
Ci guardammo con intensità. Sapevo di non essere la persona più umile al mondo, ma era stata la vita a rendermi così, e ne andavo fiero. Avevo imparato a smettere di mettermi in discussione ogni volta, diventare forte per fare in modo che quell'incidente, diventasse solo un minuscolo incidente di percorso. Avevo lavorato molto su me stesso e completamente da solo. Perché sapevo di potermela cavare: ne ero uscito vittorioso.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Jefferson/Cappellaio Matto, Killian Jones/Capitan Uncino, Tilly/Alice, Trilli
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Present, future... and past



EMMA POV
 
Ero contenta che non avessero permesso a Killian di lasciare il letto per accompagnarmi in riabilitazione: sarebbe stato umiliante.
Ovviamente sapevo che sarebbe stato un percorso molto difficile, ma non così... frustrante. Ero vivamente grata che a seguirmi fosse Rose, perché sapeva come farmi mantenere la calma.
Mi aveva fatta accomodare su una sedia, chiedendomi di fare svariati movimenti con le gambe. Movimenti che mi aveva fatto ripetere fino allo sfinimento, fino a farmeli eseguire alla perfezione.
Faceva male, era veramente dura per corpo e mente.
-Ok Emma, per oggi basta.
-Eh? Ma non mi sono neanche alzata in piedi...
-Non è ancora il momento, il processo deve essere graduale o rischi di farti male. Ma sei andata molto bene!
-Insomma...
-Hai dolori?
-Da morire!
-Ottimo!
-Ottimo?!
-È un buon segno, il tuo fisico sta reagendo come dovrebbe. Ogni volta il dolore diminuirà, e quando sarà sopportabile possiamo iniziare a farti alzare.
Fantastico. Non le avevo fatto domande quando avevamo iniziato perché mi fidavo totalmente di lei, ovvio: però non mi sarei aspettata di non fare nemmeno un tentativo di alzarmi.
-Sei delusa.
Non confermai, ma non riuscii neanche a negare; mi aspettavo qualcosa di leggermente più... attivo.
-Lo so che lo sei, ma credimi, questo è il modo migliore. Dammi una settimana. Se tutto continua a filare liscio, posso cambiare programma. Ma sei in un momento delicatissimo e voglio che tu faccia progressi senza correre rischi.
Annuii, con un sospiro. Ovviamente aveva ragione, neanch'io volevo correre il rischio di tornare al punto di partenza. Le gambe mi facevano parecchio male effettivamente, e se anche avessi provato ad alzarmi, difficilmente sarei rimasta su per oltre una frazione di secondo. Cadere e rompermi una caviglia era l'ultima cosa di cui avevo bisogno ora.
-Hai ragione... grazie Rose.
-E di cosa! Sono felicissima di farlo insieme a te, Emma!
-Sei brava. Non è semplice non perdere la pazienza con me...
-Ti conosco, e questo aiuta. E che tu ci creda o no, ho pazienti molto più fuori di testa!
Ridemmo insieme, era vero, facevo fatica a crederci! Ma non aveva visto ancora il peggio di me, e speravo che non lo vedesse mai. Forse non sarebbe stato necessario... forse come aveva detto lei, il fatto che fossimo amiche avrebbe aiutato. Di solito la mia frustrazione coi medici derivava dal fatto che non riuscissero a capirmi, ma lei sì. Lei mi voleva bene e capiva quanto questo fosse importante e difficile per me allo stesso tempo.
-Mi cambio e raggiungiamo i ragazzi? Vuoi che ti portiamo a casa poi o resti a dormire di nuovo qui?
-No, un passaggio mi sarebbe utile, grazie... ho promesso a Killian di cucinargli qualcosa per domani.
-Ok, certo! Sembra star bene...
-Sì. Sono sorpresa anch'io.
-Avete… parlato? Per davvero, intendo. È ovvio che deve aver passato l’inferno…
Scossi la testa. Probabilmente non aveva nemmeno idea, fino in fondo, di cosa avesse passato Killian… e lui non sembrava aver voglia di parlarne, almeno per adesso, e avrei rispettato la sua decisione.
Qualcosa doveva aver detto a Graham, visto che quando era andato ad interrogarlo ci aveva chiesto di lasciarli soli... ma era finita lì.
Non potevo essere io a tirar fuori l'argomento, ma d'altra parte avrei almeno voluto sapere se... se stesse bene, per davvero. All'apparenza era tutto a posto, ma non ci avrei messo la mano sul fuoco.
Se solo avessi avuto la certezza che fosse in pace con sé stesso, sarei stata felice anche se non avessimo mai affrontato l'argomento.  Ma la sera prima gli incubi lo avevano tenuto sveglio, e... non sapevo proprio cosa pensare.
-Ha bisogno dei suoi tempi, ma alla fine si aprirà. È sempre stato così, vuole fare il duro…
-Lo so, certo. Solo non so come comportarmi... insomma, è dolce con me e non l'ho mai sentito a disagio. Ma non so...
-Comportati normalmente, sii te stessa come sempre. Killian non è bravo a fingere, te ne accorgeresti. Se sembra tranquillo e allegro quando siete insieme, allora è così davvero. Quando sarà il momento di parlare, lo capirai.
-Grazie.
Abbracciai la mia amica, grata per quel preziosissimo consiglio. Avevo davvero avuto bisogno di parlarne, altrimenti sarei andata fuori di testa: lei conosceva Killian da tanti anni, quindi le credevo totalmente. Inoltre, qualcosa mi diceva che in qualche modo sapesse, forse. O almeno immaginasse.
La lasciai infine andare a cambiarsi, così che potessimo raggiungere i nostri uomini prima di andare a casa.
 
 
* * *
 
La ragazza di Neal era adorabile. Ivy. Un po' timida, ma anche simpatica e molto dolce.
Aveva un anno meno di lui ma si era diplomata in anticipo, quindi aveva iniziato prima l'università. Anche lei voleva diventare medico legale e ci raccontò come i due si fossero avvicinati proprio così: nella preparazione di un rapporto su un cadavere che avevano dissezionato insieme. I suoi genitori avevano definito il tutto un po' inquietante e i miei furono d'accordo, io invece lo trovai adorabile! Era bello trovarsi per via delle passioni in comune, per quanto strano potesse essere a volte.
Infine, rimase sconvolta nello scoprire che il "poliziotto eroe" di cui si parlava sui giornali fosse il mio... "amico sbarra ragazzo", e felice di sapere che stesse meglio. Ovviamente evitai di parlarne nel dettaglio, ma le promisi di farglielo conoscere alla prima occasione. Magari avrei chiesto a Killian se non fosse un problema che Ivy andasse a conoscerlo insieme a Neal... ma ero piuttosto convinta avrebbe accettato.
I miei dopo un po' decisero di lasciare soli noi "giovani", visto che l'indomani si sarebbero alzati presto per andare a lavorare. Neanch'io, comunque, mi sarei trattenuta tanto a lungo: sicuramente la coppietta avrebbe preferito la sua privacy.
-Emma, Neal mi ha detto che pattinavi.
-Ah... beh, sì. Tanto tempo fa ormai.
-Anch'io. Insomma, da ragazzina... poi a 13 anni prima delle nazionali ho subito una brutta frattura e dopo due anni mi hanno detto che avrei dovuto lasciare l'agonistica perché non c'era possibilità di pieno recupero.
-Oh! Mi dispiace tanto... so come ci si sente.
-Già- sorrise amaramente -Non ho più avuto la forza di mettere i pattini, neanche per un giretto. E pensavo... insomma, di farlo insieme magari, un giorno.
Rimasi a bocca aperta, e notai che Neal avesse le labbra strette: quella doveva essere un'idea sua e non seppi se prenderlo a sberle o riempirlo di baci. Una minuscola parte di me ci aveva pensato subito quando le mie gambe avevano ripreso a funzionare, ma non mi ero permessa di fantasticare e avevo bloccato tutto sul nascere. Sarebbe stato già tantissimo se avessi ripreso a camminare ad un'andatura umana, ma rimettere i pattini... era probabilmente impossibile.
-Forse.- dissi quindi, per non sembrare scorbutica e soprattutto non deludere mio fratello. Sapevo che quell'idea era totalmente in buona fede, perché mi voleva bene e avrebbe voluto vedermi felice.
-Lo so che hai paura e non sei convinta.
-Che? No, no...
-Ti si legge in faccia...- sorrise, scuotendo le spalle. Wow, allora dovevo veramente essere una pessima attrice!
-Ok, forse... è che la mia situazione è più complicata e...
-Oh lo so, assolutamente. Facciamo così, se un giorno ti sentirai pronta, andiamo... e portiamo con noi i ragazzi, per farci due risate quando continueranno a finire col sedere per terra.
A quel punto non riuscii a non scoppiare a ridere, perché mi balenò un'immagine di Killian seduto sul ghiaccio, che cercava di alzarsi solo per ritrovarsi di nuovo col sedere a terra. Ok, sarebbe stato divertente e bello poter andare tutti insieme, non potevo negare. Forse... forse tra un anno avrei avuto abbastanza stabilità per una piccola pattinata: la parte difficile sarebbe stata trovare il coraggio di infilare i pattini.
Forse ancora più difficile che accettare l'idea che non li avrei rimessi mai più.
-Va bene. Affare fatto, e dico sul serio.- accettai infine, strappando un sorriso a entrambi.
D'accordo, Ivy non era nella mia stessa situazione, ma da una parte in fondo lo era. Anche lei aveva dovuto rinunciare al suo sogno, proprio come me. Camminare era bello, ma neanche lontanamente liberatorio quanto scivolare sul ghiaccio. Un sogno. Il sogno di poter vivere della propria passione... nient'altro mi aveva mai fatta sentire così. D'accordo, ero brava al computer, molto molto brava, e lo sapevo... ma non mi appassionava. Era un ripiego, in fondo, un piano C per potermi sentire indipendente e utile.
Forse, quando il momento sarebbe arrivato, avrei valutato un piano B.
Decisi quindi di andare a dormire anch'io, mi sarei svegliata prima per poter preparare la minestra a Killian.
"Spero tu stia dormendo bene. Ci vediamo domani 😗 Saresti d'accordo se mio fratello venisse a conoscerti insieme alla sua ragazza? È una tua "fan" anche lei! Un bacio"
 
 
* * *
 
KILLIAN POV
 
Non sapevo cosa dire ad Emma perché non si preoccupasse.
Non ero riuscito a prendere sonno fino alle 4 del mattino, quando mi ero arreso ed avevo chiamato un'infermiera perché mi sedasse. Non appena iniziavo a prender sonno, gli incubi si ripresentavano, e mi svegliavo in preda a un dolore fantasma. Quando realizzavo di star bene, cercavo di tornare a dormire... ma era completamente inutile. La mia mente non riusciva proprio a rilassarsi.
Per questo avevo passato gli orari di visita del mattino dormendo, svegliandomi solo per le 13, piuttosto intontito. Almeno avevo avuto la gioia di trovare la minestra di Emma, che l'infermiera aveva scaldato per me.
Le avevo subito scritto per ringraziarla e scusarmi per quella mattina, e alla fine ci eravamo accordati perché venisse alle 17, dopo la sua ora di fisioterapia.
Ovviamente aveva saputo dall'infermiera il motivo per cui avevo trascorso tutta la mattina a dormire, quindi avevo dovuto dirle la verità. Gli incubi.
Ora, seduta accanto a me, mi guardava, e sembrava non saper bene cosa dire. Sicuramente immaginava a che genere di incubi mi riferissi, e non aveva nemmeno senso negare.
-Killian... io lo so che non ne vuoi parlare. Almeno non con me.
Già: non volevo parlarne con lei, perché sapevo quanto mi volesse bene e non... non volevo che stesse male. Già sapeva troppo, ma i dettagli... no. Non potevo farle questo. A che pro?
-Preferirei di no, Emma. Senti, non...
-Parlane con qualcuno. Se puoi.
-Forse. Ti prego, fatti andar bene il forse.- forse mi sentivo peggio di quanto pensassi, anche se non nel senso che credeva lei, e volevo che almeno quello le fosse chiaro.
-Comunque, per me non cambia nulla. I miei sentimenti, le cose tra noi, intendo. Spero per te valga lo stesso.
-E non lo dici solo per farmi stare meglio?
-No, tesoro. Credimi, non c'è nulla di più bello dei tuoi abbracci, i tuoi baci... e sto davvero bene quando sei qui. L'altra notte ho dormito benissimo stretto a te.
-Allora rimarrò con te fino a che sarai qui.
-No Swan, sai che non puoi farlo... e poi non è giusto, sono un uomo adulto e devo cavarmela da solo.
-E allora! Anch'io sono adulta e tu mi sei sempre accanto quando ho bisogno. Adesso voglio fare lo stesso per te, perché ti... ti voglio bene e voglio che tu stia bene.
Era stata sul punto di dire "ti amo"? O era solo una mia impressione? La guardai negli occhi, cercando di leggerle dentro. Se lo avesse detto, sarei stato pronto a dirle che l'amavo anch'io, perché ormai ne ero convinto e sentivo di voler passare il resto della vita al suo fianco.
Ma se si era fermata... o se mi ero solo immaginato tutto... no, non era ancora il momento giusto.
Confidavo di capirlo, quando sarebbe arrivato.
-Io voglio che tu stia bene, e non credo che passare una settimana in ospedale sia una buona idea. Me ne andrei anch'io se potessi.
-Killian, ho detto che rimango... non mi farai cambiare idea.
Sospirai, scuotendo la testa con un sorriso che non riuscii a trattenere. Era una gran testarda, ma quello era uno dei mille motivi per cui l'amavo. In più, sapevo bene che gli ospedali non le piacessero... ma era pronta a passarvi un'intera settimana solo per me. Come potevo non essere perdutamente pazzo di lei?
-Va bene Emma, sarà bello averti con me. Chiederò di far mettere un secondo letto, per stare più larghi.
-Va bene. Lo sai che dormirò comunque nel tuo, ma se devo rimanere per un po’... meglio averlo.
Risi ancora, per poi cingerle le spalle con un braccio e stringerla a me. Non potevo negare che il tempo sarebbe trascorso molto più velocemente in questo modo, ma per il suo e il mio bene avrei cercato di parlarne con qualcuno. E poi, non volevo continuare ad avere gli incubi ogni volta che dormivo da solo, avevo bisogno di un rimedio efficace a lungo termine.
-Swan, vorrei fare una passeggiata in cortile. C'è questo bel sole...
-Puoi?
-Accompagnato sì.
-Non credo di poter contare come accompagnatrice, sono ancora in sedia a rotelle. Fammi chiamare un'infermiera...
-Oh andiamo, è una passeggiata in cortile e voglio farla con te, non con le infermiere!
-E se finiamo nei guai?
-Nah... ci penso io.
La Grey aveva accennato che da oggi avrei dovuto iniziare a muovermi di più, e non vedevo perché aspettare. I dolori c'erano ancora, ma mi reggevo in piedi e la testa aveva smesso di girarmi ogni volta che andavo al bagno. Ero certo di avere abbastanza forze per una passeggiata in cortile.
Emma alla fine si convinse, e lasciai che si sistemasse sulla carrozzina prima di alzarmi anch'io.
Per fortuna avevo almeno il mio pigiama: con quelli dell'ospedale avrei sfigurato ancora di più accanto a lei - splendida nel suo vestito estivo verde coi fiori. I capelli erano legati in una lunga treccia, con alcuni ciuffi ribelli ai lati: era bellissima, e nemmeno se ne rendeva conto.
Per fortuna il mio "amico" se ne stava sempre a bada in questi giorni, evitandomi delle gran belle figure di merda. Probabilmente sapeva che per il momento non avrebbe potuto sfogarsi!
Ma la voglia di fare di nuovo l'amore con lei c'era eccome, quindi dovevo fare il bravo e permettere al mio fisico di riprendersi il prima possibile. Per il momento non sapevo nulla di più di quanto mi era stato detto all'inizio, ma confidavo la Grey mi avrebbe aggiornato prima di dimettermi. Ad esempio, speravo di poter andar via senza fasciatura alla testa, perché sentivo un gran bisogno di lavarmi finalmente i capelli.
Forse gliene avrei parlato già domani, visto che ormai ero piuttosto certo che il trauma cranico non mi avesse causato problemi seri.
Dovevo ritenermi fortunato: sarei potuto finire molto, molto peggio.
Emma mi guardò alzarmi, e cercai di mantenere la stabilità il più possibile perché non iniziasse a preoccuparsi. Non fu troppo difficile, mi sentivo abbastanza bene a parte i dolori alle costole - levigati dagli antidolorifici. Perché guarissero, l'unica cosa che avrebbe fatto effetto era il tempo, che doveva fare il suo corso. Sicuramente stare due settimana immobile, comunque, mi aveva aiutato molto.
-Spingimi. Così almeno ti reggi.
-Non ti piace farti spingere...
-E a te non piace farti vedere debole. Spingimi e basta, se poi ti stanchi puoi sempre sederti in braccio a me!- scherzò, alleggerendo la tensione. Decisi quindi di accettare l'offerta e la spinsi fuori dalla stanza, verso l'ascensore: col viavai che c'era, nessuno fece caso a noi due per fortuna. Come le avevo detto non saremmo finiti nei guai, ma così almeno avremmo evitato eventuali discussioni con le infermiere.
Una volta fuori, mi sentii immediatamente rinato. Il sole e il verde fecero un effetto immediato, riempiendomi i polmoni e scaldandomi la pelle...
-Se il tempo si mantiene, appena esco andiamo al mare.
-Ok... io ci sto.
-Fantastico. Senti, ieri ho passato un paio d'ore al telefono a cancellare il viaggio e... capendo la situazione mi lasciano spostare le date. Cosa ne dici di fine ottobre? Puoi riprendere le ferie?
-Non è un po' presto per te? Magari facciamo ad anno nuovo...
-Starò bene per allora, manca oltre un mese.
-Ok.
-Ok?
-Ok, a patto che tu stia bene. Delle ferie non preoccuparti, oggi mando le dimissioni.
-Cosa?
Che novità era quella? Perché non mi aveva detto nulla? E soprattutto, perché voleva lasciare un lavoro che forse non era quello dei suoi sogni, ma le lasciava una grande libertà in fatto di luogo e orari? Mi fermai, per poterla guardare... aveva uno sguardo fermo.
-Ci penso da tanto. Pensavo di continuare ancora per un po' fino a che non avrò capito cosa fare della mia vita... ma ho abbastanza soldi da parte, non vedo perché continuare qualcosa che non mi appassiona. Voglio prendermi un paio di mesi di pausa, concentrarmi sulla fisioterapia, rilassarmi... e pensare.
Annuii.
Aveva senso.
Lei stessa, fin dalla prima volta che ci eravamo conosciuti, aveva ammesso che quello fosse un ripiego. Ma ero felice che adesso volesse dare una svolta alla sua vita, forse era davvero il momento giusto per lei per ricominciare a osare e mettersi alla prova. Credevo in lei e sapevo che avrebbe trovato ciò che cercava: nel frattempo le sarei stato accanto, per supportarla emotivamente.
-Ah, i tuoi coinquilini mi hanno accennato che tra un paio di mesi vorresti trasferirti. Per lasciar casa a loro.
-Sì, è così.
Deglutì, come se fosse spaventata da quello che voleva dirmi.
-Ok. Come ti dicevo, ho dei risparmi e...
-Ohi, Emma!
-Oh! Neal, Ivy. Pensavo sareste passati più tardi?
-Stavo per scriverti, ci saremmo fermati alla caffetteria in caso...
D'accordo, forse non avrei voluto conoscere il fratello di Emma e la sua donzella mentre ero in pigiama, ma probabilmente era meglio così che dal letto d'ospedale.
Emma fece quindi le presentazioni, e strinsi la mano ad entrambi: mi piacquero subito, a primo impatto!
-Vedo che stai meglio allora!
-Si! Stavo facendo la muffa in quel letto... scusate ancora per stamattina, di solito non mi sveglio all'ora di pranzo!
-Ma tranquillo! Capita a tutti di svegliarsi tardi...- sorrise Ivy. Sembrava una ragazza molto dolce, oltre ad essere davvero bella: il "piccolo" Neal aveva gusto! A vederlo dal vivo, potevo davvero dire che somigliasse ad Emma. Avevano lo stesso colore degli occhi, ma il viso in generale era molto simile.
-Fino a quando vi fermate?
-Un'altra settimana... poi ci tocca tornare.
-Ok, allora ce la facciamo ad andare a bere qualcosa una volta... a me toccano altri 5 giorni.
-Sette.
-Ne parliamo dopo, Swan. Che dite?
-Volentieri! Magari ci racconti anche qualche aneddoto!
-Oh, assolutamente! Neal sa già che posso procurargli uno stage con Ruby, è la migliore. Ma anche tu Ivy, se vuoi posso provare a parlarne. In altri cambi due stagisti alla volta ci sono stati, penso sia fattibile...
-Davvero?! Sarebbe magnifico! Mi hanno proposto un posto vicino casa a Liverpool, ma sinceramente preferirei qui...
-Grazie Killian! Sarebbe forte lavorare insieme, e magari porto Ivy a vedere l'Irlanda...
-Mi sembra un'ottima idea. Il tempo di tornare al lavoro e ne parlo... comunque avete fino a fine anno per iscrivervi ad uno stage, giusto?
-Esatto! Non c'è fretta, prenditi i tuoi tempi.
-Nah, tranquillo, sarà una priorità. Dopo il processo me ne occupo.
Mi ringraziarono per l'ennesima volta, Emma invece mi sorrise. Lo avrei fatto volentieri sinceramente, sembravano entrambi molto in gamba e da Ruby avrebbero davvero potuto imparare molto. E poi, magari, avrebbe avuto presto bisogno di un nuovo assistente... anche se non c'era ancora nulla di certo. Con Graham avevamo solo accennato il discorso, ma era presto: dovevo prima riprendermi e fissare una nuova data per il porto d'armi.
Intanto trovammo una panchina su cui accomodarci, e ne fui lieto anche se non lo avrei ammesso; Neal offrì di passare al bar a prendere caffè per tutti. In teoria non avrei dovuto assumere caffeina per il momento, ma dato che ne avevo bisogno non dissi nulla: non mi sarebbe successo niente, con Emma tra le braccia avrei comunque dormito alla grande.
Quando tutti avemmo le nostre tazze, spiegai alla mia ragazza come mai i 7 giorni erano diventati 5: la Grey non aveva ancora approvato nulla, ma mi aveva accennato che avrei potuto partecipare al processo. Non vedevo il motivo di tornare in ospedale una volta finito, quindi a meno che non ci fossero stati problemi effettivi, sarebbe stato facile lasciarmi dimettere due giorni prima. Potevo riposare e continuare a prendere le medicine anche a casa, dove sarei stato sicuramente molto più a mio agio... e se lei avesse voluto stare per un periodo da me, non avrei obiettato. A patto che avesse continuato a non perdere le sue sessioni di fisioterapia, perché era importante. Per lei, ma anche per me: volevo davvero vederla camminare, vederla smettere di sentirsi a disagio. La sedia a rotelle, nonostante tutto, la rendeva ancora insicura in alcune occasioni, non era felice di doverne dipendere... ed io la volevo felice. Se lo meritava. Sarebbe stato magnifico se un giorno avesse anche potuto pattinare di nuovo... sapevo che quello l'avrebbe resa più felice di ogni altra cosa, e l'avrei aiutata a raggiungere quel traguardo.
Restammo a parlare del più e del meno, e Neal propose perfino di andare tutti insieme sulla neve per un paio di giorni sotto Natale. Lui e Ivy avevano pensato alle alpi Italiane, e a me l'idea piacque molto.
Avremmo potuto volare in Francia, e da lì affittare un van e guidare. Emma disse che ci avrebbe pensato, ma sapevo di poterla convincere a questo punto. L'idea di prendere l’aereo chiaramente non la faceva impazzire e il motivo era ovvio, ma ero sicuro che ci saremmo potuti divertire. La coppietta più giovane sugli sci, noi sullo slittino. E poi i resort sulla neve mi avevano sempre attratto, solo che non ero mai andato perché ero dell'idea che per questo genere di viaggio ci volesse la compagnia giusta... e ora l'avevo. Magari avremmo invitato anche Jeff e Rose, dubitavo gli sarebbe dispiaciuta una prima vacanza da fidanzati, in un romantico chalet!
Si dissero poi invidiosi del nostro quasi imminente viaggio in giro per l’Irlanda, ma ad ottobre non avrebbero proprio potuto saltare lezioni. Emma non era ancora convinta che sarei stato in grado per allora, ma io ero abbastanza positivo: avevo un mese intero per rimettermi in forze. Alla fine, non avremmo comunque fatto trekking selvaggio viste le condizioni di Emma, quindi non sarebbe stato faticoso.
Poco prima delle 7 decisi che fosse il caso di rientrare, perché l'infermiera sarebbe passata a portarmi la cena e si sarebbe impanicata nel non trovarmi in camera. Salutammo quindi i due, e ci avviammo - dopo che Emma ebbe chiamato sua madre perché le portasse il necessario per restare con me.
 
* * *

 
EMMA POV
 
-Stai comoda, tesoro? Guarda che puoi dormire nell'altro letto.
-Io sto benissimo così. Tu piuttosto, sei comodo?
-Comodissimo. Ma quando sarà il momento di comprarmi un letto, credo proprio prenderò un bel king size!
-Mmh, mi piace l'idea. A proposito, prima di incontrare mio fratello... stavamo parlando. Insomma.
Era facile, ma non sapevo come dirlo. Insomma... e se mi avesse presa per pazza? Se avesse pensato che fosse troppo? Alla fine, non ne avevo nemmeno parlato ai miei… ma ero abbastanza convinta di volerlo fare se... se anche Killian fosse stato d'accordo.
Presi un gran respiro.
-Ho dei risparmi da parte per dividere le spese se magari volessi una coinquilina. Solo se vuoi chiaramente non sei costretto, è solo un’idea. - dissi d'un fiato, senza nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo nel suo.
Silenzio.
Ecco, lo sapevo che avrei dovuto star zitta.
Era un'idea stupida.
-Mi stai chiedendo di vivere insieme?
-I... io...- balbettai, come una perfetta imbecille. "Scherzavo!" avrei dovuto dire, forse. Ora mi rendevo conto quanto la cosa fosse ridicola: come diavolo avevo potuto pensare che potesse essere una buona idea?!
Insomma, oltre che il mio "qualcosa", Killian era anche il mio migliore amico e ci eravamo sempre trovati bene insieme. Per me era arrivato il momento di andare a vivere fuori casa, e avevo pensato che dividerla con lui sarebbe stato... divertente. Semplice.
-Lascia stare, io...
-Swan! Stai scherzando?! Nulla mi farebbe più felice!
-Eh?
-Ma i tuoi lo sanno?
-Ancora non lo sanno. Ma...
-Se hai paura, possiamo parlargliene insieme. Io guardando gli annunci ti avevo già presa in considerazione, ma pensavo che se ti avessi già chiesto di venire a vivere con me, mi avresti dato del pazzo e saresti corsa a gambe levate...- spiegò divertito, al che risi. Esattamente la mia stessa paura! Ma davvero mi aveva presa in considerazione? Quindi anche lui l'idea di vivere insieme, prima o poi, l'aveva avuta?
Ridemmo ancora un po', poi mi prese il volto e catturò le mie labbra per stamparvi un tenero bacio, facendomi sciogliere completamente. Quella sarebbe stata la nostra normalità, una volta andati a vivere insieme? Avremmo avuto una sola stanza, e non due separate, con un letto da condividere?
Era davvero strano, ma... la cosa non mi spaventava affatto. Un anno fa avrei riso se qualcuno mi avesse detto che quello successivo avrei iniziato a pensare di convivere con un uomo. Non ci avrei mai creduto.
Ma lui era davvero speciale, era entrato nella mia vita bruscamente, ma in pochissimo tempo era diventato la mia persona preferita al mondo. Il mio migliore amico, l’uomo che amavo.
-Prima ancora del… di tutto, ho fissato un paio di appuntamenti per vedere delle case nelle prossime settimane. Vuoi venire con me?
-Si! Certo.
Sorrise.
Sì, volevo senza dubbio andare a vivere con lui. Sarebbe stato un enorme cambiamento per me, avrei dovuto adattarmi a tante cose... ma andava più che bene. Ero eccitata all'idea, anche se ci sarebbero voluti un paio di mesi.
-Quindi è deciso, Swan? Si cerca casa per due?
-Sì. Sì Killian.
Fui sul punto di gettargli le braccia al collo per baciarlo come si deve, ma mi fermò il suo sguardo che di colpo si spostò, sgranò gli occhi come se… come se avesse visto un fantasma.
-Milah.






 
Ciaaao scusate il mega ritardo! Stavolta non sono riuscita a essere puntuale, ma alla fine ce l'ho fatta.
Per chi sperava nella dichiarazione... dovrete aspettare ancora un po'! Così come c'è da aspettare perché Killian si confidi, ma anche gli ultimi puntini riguardanti il caso. Posso solo anticipare che ci sono dettagli di cui Killian vorrà occuparsi.
Nel frattempo, gli incubi non gli danno tregua... a meno che non abbia lei accanto. E lei, accettando che non sia pronto a confidarsi, ha semplicemente deciso di aiutarlo rimanendo a fargli compagnia fino alla fine. A lui di certo non dispiace, anche se non le avrebbe mai chiesto di rimanere in un ospedale, ma come sappiamo Emma è testarda.
La prima volta che ha cercato di parlargli, sono stati interrotti da Neal e Ivy! Ho scelto Ivy come ragazza di Neal perché mi è piaciuta molto come personaggio, ho pensato fosse un peccato che abbiano finito per "sprecarla", aveva del potenziale! Comunque, i quattro si sono subito trovati bene insieme e Killian è pronto a chiedere a Ruby di assumerli come stagisti! Non ha ancora avuto modo di vederla, ma lo avrà presto ovviamente.
Intanto, alla fine, Emma ha lanciato il sasso... e Killian lo ha colto al volo. Nonostante abbiano ancora parecchio di cui parlare, vogliono andare a vivere insieme e sono pronti a fare questo passo. Ovviamente sarà graduale, Emma deve anche dirlo ai suoi... ma la volontà è lì.
Ma i "festeggiamenti" sono stati interrotti da una visitina a sorpresa per Killian!
Ok, ora vado a dormire e per il prossimo weekend credo di riuscire ad aggiornare ma preferisco non promettere nulla!
A presto, anche con gli aggiornamenti dei vostri capitoli! Un abbraccio e grazie a tutti come sempre!
   
 
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