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Autore: LadyHeather83    13/10/2020    3 recensioni
Mai se nè andata dalla Capsule Corporation insieme a Pilaf e a Shu, dopo aver confessato a Trunks il suo segreto.
Può questo separarli per sempre?
Estratto dal 2^ Cap. “Ehi Mai a cosa stai pensando?” Pilaf interruppe i suoi pensieri porgendole un pezzo di pane.
Non mangiavano da giorni e quel pasto era l’unica cosa che era riuscito a racimolare, o meglio a rubare al panettiere lì vicino.
“Non ho fame” Gli disse senza prendere niente.
“Devi pur mangiare qualcosa” Le disse Shu ancora con il fiatone per la corsa appena fatta per seminare quel pover uomo che li aveva beccati sul fatto.
“ Se solo fossimo rimasti alla Capsule Corp., lì avremo avuto di tutto” Si lamentò Pilaf addentando qual pasto.
“Già…ma perché ce ne siamo andati?” Chiese Shu facendo la stessa cosa.
“Perché Mai si è presa una cotta per il ragazzino e …” Non fece tempo a finire la frase che gli arrivò un sonoro ceffone che gli fece la guancia rossa.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mai, Trunks
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ALLA RICERCA DI MAI

*

Capitolo 24

*

Mai si alzò presto quel venerdì, svegliata dai raggi solari che colpirono violentemente il suo volto.

Dopo che Trunks se ne era andato la sera prima, aveva lasciato di proposito la finestra e le tende aperte, sperando ritornasse come aveva fatto qualche giorno fa.

Ma non fu così, l’aveva avvisata che avrebbe avuto un importante conferenza quel giorno, quindi doveva parere fresco e riposato, le occhiaie non si addicevano ad un neo presidente.

E fare l’amore per quasi tutta la notte, non lo avrebbe aiutato e a malincuore, dovette lasciare quella stanza.

Cercò il secondo cuscino con la mano e lo portò al volto per oscurare la luce, ma fu colpita dal profumo di quel guanciale, l’odore di Trunks era ancora presente.

Si inebriò di quell’essenza per qualche minuto, dandole la sensazione che fosse proprio lì, accanto a lei.

Subito si fece strada in lei, il ricordo della notte appena trascorsa a fare l’amore, tra baci roventi e carezze proibite.

Era incredibile come quel ragazzo le potesse dare l’illusione che la sua pelle andasse a fuoco sotto ogni suo tocco.

Spostò il cuscino appena sentì il cellulare vibrare una frazione di secondo, aveva appena ricevuto un messaggio.

Ben svegliata. Questa sera per festeggiare, ti porto a cena, ti passo a prendere alle 20.30. Vestiti elegante

Che cosa avrebbero dovuto festeggiare? Ah si, forse l’importante affare che avrebbe fatto in mattinata, oppure del fatto che gli aveva detto che accettava l’incarico nella Città dell’Ovest?

Non aveva importanza, quello che contava era stare con lui.

Va bene, a stasera

Mai e Trunks erano tipi di poche parole, nessun emoticon troppo sdolcinata veniva inserita nei messaggi, facendoli sembrare quasi freddi e distaccati, ma non era assolutamente così.

Erano le 8.45, e lei era già in ritardo.

Quella mattina aveva diversi appuntamenti, primo tra i quali, dover consegnare la lettera di trasferimento accuratamente firmata e bollata; doveva passare in agenzia immobiliare per mettere in vendita quell’appartamento e trovarne uno di più adatto vicino il futuro luogo di lavoro; fare la spesa e altre commissioni.

Per non dimenticare che si sarebbe dovuta recare in ambulatorio medico per la visita di controllo, li chiamò e alla segretaria che rispose, avvisò che sarebbe andata dal proprio medico per la medicazione.

Una bugia bella e buona, era già guarita appena mise piede fuori dall’ospedale, ma ai medici sarebbe risultato difficile credere ad un simile miracolo.

Fece una doccia veloce e si specchiò dopo aver tolto dallo specchio la condensa, provocata dall’acqua calda.

Si toccò il collo nel luogo dove doveva esserci la ferita e sospirò.

Mise una benda lo stesso, per almeno un altro mese, doveva reggere il gioco a quella farsa, e ne avrebbe approfittato per farsi un mese di vacanza, in fondo lo meritava, anche se non era il tipo da truffare lo stato, non più ormai.

Cercò infine, nell’armadio qualcosa di comodo da indossare e si rese conto che oltre a quegli abiti e a qualche tailleur con stemmi militari, non aveva altro da mettere per la serata, e Trunks nel suo messaggio era stato molto chiaro: vestiti elegante.

“Cazzo!” Imprecò, aggiungendo alla lista di cose da fare, una capatina al centro commerciale più vicino, non poteva deluderlo, infondo quella sarebbe stata la loro prima uscita ufficiale.

E poi chissà cosa intendeva con il vestirsi in quel modo, si era proprio scordata di chiederglielo.

*

Entrò in caserma quasi timidamente, gettando un’occhiata fugace tra i vari corridoi e salutando chi per puro caso, incrociava sul suo cammino.

“Buongiorno Generale!” La salutò un cadetto portandosi la mano sulla fronte in modo quasi meccanico.

“Riposo, ti auguro una buona giornata”.

Girò l’angolo per addentrarsi nel corridoio che l’avrebbe condotta a quella che, qualche giorno fa, era la sua scrivania.

“Guarda chi si rivede e in splendida forma aggiungerei” L’abbraccio teneramente.

“Teo! E’ sempre un piacere rivederti”

“Come stai?” Le chiese sciogliendosi dall’abbraccio.

“Ho ancora qualche dolorino” Disse toccandosi la benda “…ma sono in via di guarigione. Tu? Che mi racconti?”

“Il solito…il tuo sostituto mi dà turni impossibili” Fece spallucce sbuffando indispettito.

“Miles?”

“Lo sai che aspira il tuo posto da…non so, forse da quando sei diventata te il nostro Generale” Il viso dell’amico era molto provato, probabilmente quello stronzo gli aveva rifilato come minimo tre turni di notte, uno di seguito all’atro, non curandosi che alla mattina, avrebbe avuto a che fare con le solite ronde per la città.

Mai sbuffò e quasi quasi si stava pentendo della decisione di lasciare quella caserma in mani sbagliate, e comunque non era detto che al comando ci sarebbe stato Miles, lei poteva ancora fare qualcosa.

Lei era ancora il Generale e visto che la lettera non l’aveva ancora presentata, qualche decisione la poteva ancora prendere.

“C’è il Comandante di Prima?” Chiese curiosa.

“Si, l’ho visto nel campo di esercitazione”.

“Vado allora prima che sparisca, ci vediamo!” Lo salutò dandogli una pacca sulla spalla.

*

Consegnare lettera: fatto. Passare all’agenzia immobiliare: fatto. Capatina al centro commerciale, ecco cosa mi manca” Mai ripassò a mente la lista delle cose più importanti da fare quella giornata, avrebbe rimandato le piccolezze un’altra volta.

Erano già le 14.00, e non aveva ancora messo sotto i denti nulla, i morsi della fame si stavano facendo sentire, ma fermarsi anche al fast food più vicino, avrebbe comportato un ritardo sulla tabella di marcia, e questo era una cosa inaccettabile.

Trunks sarebbe stato sotto casa sua già alle 20.00, se lo conosceva bene, e contando che minimo tra il centro commerciale e la sua attuale casa, c’era un’ora e mezza di viaggio tra andata e ritorno, era in tremendo ritardo, forse non sarebbe riuscita a fare la spesa, e se così non fosse, avrebbe rimandato il tutto all’indomani.

Piano B, attuato.

A volte dimenticava che era semplicemente in vacanza e non in caserma, dove qualsiasi ritardo, anche di un solo minuto, avrebbe comportato una sanzione disciplinare, anche per lei che era al comando.

Entrò dall’ingresso principale, e si beò dell’aria fresca che l’aveva appena investita.

Non sapeva bene in quale negozio sarebbe entrata, era abituata a fare acquisti al mercatino, oppure in quelli che vendevano articoli militari, così cominciò a scrutare le vetrine per adocchiare un possibile candidato per la serata.

Nella sua mente risuonavano le parole vestiti elegante.

Facile per chi c’è già abituato, ma per chi di solito indossa abiti comodi e dal taglio sportivo, era tutta un’altra storia.

“Mai sei tu?” Chiese una voce dietro le sue spalle, la corvina alzò lo sguardo che si era soffermato su un capo di rinomata firma, e sul riflesso della vetrina, notò Bra che le sorrideva.

Si voltò e la saluto amorevolmente.

“Che ci fai qua?” Le chiese curiosa.

“Sono in cerca di un abito per questa sera, tuo fratello mi porta a cena, e nel mio armadio non c’è nulla di adatto, o meglio che rispecchi le sue aspettative”

“Ah si, giusto, me lo aveva accennato” Disse portandosi una mano sulla testa.

“Tu piuttosto cosa fai qua?”

“Devo sostituire questa maglia” Le mostrò la borsa con il capo al suo interno “…sei già entrata a dare un’occhiata qua? Di solito hanno cose molto belle, sarò felice di darti un consiglio, sempre se ti va” Ammiccò complice.

Mai le sorrise, probabilmente la fortuna era dalla sua parte, chi meglio di Bra conosceva i gusti di suo fratello? Sarebbe stata un’ottima carta da giocare.

“Volentieri”.

Le due entrarono nel negozio, e mentre Bra riconsegnava la maglia alla commessa, Mai fece un giro tra i vari manichini e abiti esposti sulle grucce, in cerca di quello più adatto.

Ne tirò fuori qualcuno, che riponeva subito dopo scuotendo la testa, troppo corti o troppo provocanti.

“Trovato qualcosa?” Le chiese l’azzurra curiosa.

“Niente”.

“Impossibile, lascia fare a me”.

Bra prese il controllo della situazione, e da brava esperta di moda, fece sedere la corvina sul puff bianco perla in centro del negozio, illuminato da un immenso lampadario dorato e arricchito di gocce di vetro, dicendole che sarebbe tornata subito.

Ricomparve dopo ben dieci minuti con un’ arella piena di: abiti, completi, scarpe, borse e gioielli.

“Tieni, provati tutto”

Mai strabuzzò gli occhi “T-tutto?” Balbettò, pensando che non fosse stata una così bella idea coinvolgere la futura cognata, nelle sue scelte stilistiche, perché pur di  questo si trattava, di scegliere un abito per uscire a cena con il suo ragazzo.

Ragazzo? Si trattava proprio di quello? In realtà non avevano ancora parlato di ciò ed approfondito la reale relazione che c’era tra i due, forse sarebbe stata quella l’occasione giusta per parlarne.

Quando si vedevano, non avevano modo di farlo, era troppa la voglia che avevano l’uno dell’altro, e si facevano trasportare da un turbinio di passione.

“Ora tu prendi questa roba e te la metti addosso, senza discutere” Ordinò in un tono che gli ricordava molto suo padre, dio quanto assomigliava caratterialmente a Vegeta, con solo l’imposizione della voce, era capace di far fare alle persone qualsiasi cosa, senza dar loro modo di ribadire

Mai si diresse con l’arella dentro un camerino ed iniziò a provare le varie combinazioni, e a improvvisare una sfilata divertita, sotto gli occhi attenti dell’azzurra.

“Questo no” Disse scartando subito il primo, si trattava di un completo giacca gialla e pantaloni viola, con top dello stesso tono del capospalla.

“Mi piace” Obiettò Mai.

“Non è adatto” Le fece segno con il dito di ritentare con un altro outfit.

Mai aprì la tenda porpora e ne uscì con un abito rosso bordeaux con gonna a palloncino, il corpetto aveva lo scollo a cuore e le metteva in risalto il generoso decolté.

Bra fece una smorfia contrariata “Se ti abbassi un attimo ti esce tutto” Rise “…cambiati”.

Erano dentro a quel negozio da quasi un’ora, e non avevano ancora trovato nulla che poteva andar bene, Mai pensò che forse era Bra troppo esigente, a lei sarebbe andato bene anche il primo outfit che aveva provato.

Era già pronta a ringraziarla per l’aiuto che le stava dando e a liquidarla dicendo che da adesso in poi se la sarebbe cavata da sola, quando si specchiò e i suoi occhi si illuminarono.

Stava indossando l’ultimo abito sulla arella, un semplice abito nero di raso con spalline, gonna asimmetrica, più lunga sul dietro, che le scopriva le ginocchia, una cintura in raso dello stesso colore, che terminava con un fiocco su fianco, mise ai piedi un sandalo dorato con tacco dodici e la borsa era una semplice tracolla bianca, nera con l’hardware dorato.

Ad impreziosire il decolté, una collana grossa satinata intrecciata, sempre dorata e degli orecchini in abbinamento.

Uscì a testa alta, ricevendo l’approvazione anche di Bra che rimase a bocca aperta “Sei bellissima”.

“Grazie” Sospirò, finalmente aveva trovato quello che cercava “…ora possiamo andare?” Piagnucolò.

“No” Si guardò attorno in cerca di qualcosa, prese una stola nera dal taglio elegante dal manichino vicino e la mise attorno le sue spalle.

“Ora sei perfetta”. Disse mandandole un bacio con la mano.

“Meno male” Sospirò ritornando in camerino con la consapevolezza che la missione più importante e dura, era finalmente compiuta.

Ma si tratta pur sempre di Bra, e finchè lei non aveva completato la sua di missione, che in questo caso aveva intitolato salviamo il soldato Mai, non l’avrebbe lasciata andare.

“Ora andiamo da Pier”.

Mai inarcò un sopracciglio “Eh? E chi è adesso questo Pier”.

“Il mago dei capelli, non vorrai andarci conciata in quel modo?”

“La prossima volta che ci incontriamo, ricordami di salutarti e basta”.

“Vedrai che mi ringrazierai poi” La prese sotto braccio conducendola dal parrucchiere “…a proposito, dobbiamo prendere anche la lingerie adatta, non vorrai metterti le tue solite culotte o reggiseni sportivi”.

“Bra!” Esclamò facendole capire che quelli non erano affari che la riguardavano.

“Ad ogni appuntamento bisogna indossare il giusto intimo” Spiegò calma.

**

continua

*

Angolo dell’autrice: Ciao a tutti, eccomi qui con il capitolo 24, che in realtà non sapevo se avrei pubblicato o meno questa settimana, purtroppo ho avuto dei problemi in famiglia e non ero dell’umore adatto a rivedere il capitolo e a pubblicarlo, ma la vita va avanti, e quindi eccomi.

Scusate se sarò breve, ma non sono dell’umore adatto.

Aspetto come sempre le vostre impressioni.

Alla prossima.

Erika

  
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