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Autore: AkatsukiGirl3    14/10/2020    1 recensioni
Raccolta di storie stupide e demenziali incentrate sui nostri antagonisti preferiti e sulla loro caotica vita quotidiana.
[Presenza di linguaggio scurrile]
Dal testo:
Una volta entrati in sala, notarono che Pain era già lì ad aspettarli. Era in piedi di fronte alla finestra, osservando un punto lontano con le mani incrociate dietro la schiena, che manco Hiruzen ai cantieri poteva rivaleggiare con lui.
[...]
Sasori alzò un attimo lo sguardo verso quella figura oscenamente arancione, con solo tre parole in mente: sbruffone del cazzo.
Genere: Demenziale, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Akatsuki, Altri, Itachi, Madara Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasori/Deidara
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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5. Chiamata telefonica





Visto che Pain e Konan non erano ancora tornati dalla visita a Nagato durante il fine settimana, e che dunque non c’era più il coprifuoco e il lunedì non c’era bisogno di svegliarsi presto, il resto dell’Akatsuki aveva deciso di festeggiare tutta la notte fino alla follia, per poi addormentarsi ubriachi nel soggiorno.

 
Quando Pain tornò e vide questa scena, dire che era imbestialito era dir poco, infatti non esitò a svegliare ciascun membro con spietati calci in culo. Tutti aprirono gli occhi e si svegliarono immediatamente quando videro il boss in piedi davanti a loro, con le mani dietro la schiena e uno sguardo collerico.

 
«Ma porco Jiraiya e i suoi insegnamenti edonistici, sono solo uscito per due giorni e guardate cosa mi tocca assistere, ninja da strapazzo che non siete altro! Pensate che abbia speso tutti ‘sti soldi per invitarvi all’organizzazione per giocare e divertirvi?! £$%&…/&/$£&()£(/%£…» (A causa della presenza di linguaggio eccessivamente scurrile e offensivo, il discorso di Pain verrà censurato)

 
A quel punto il telefono fisso dell’organizzazione suonò, squillando senza fine, ma visto che Pain stava ancora rimproverando gli Akatsukini energicamente, nessuno osò rispondere. La paternale di Pain non sembrava voler finire presto, e neanche lo squillo del telefono, che sembrava volesse competere con Pain in una gara di perseveranza, con il chiamante che attaccava e richiamava all’infinito. Finalmente Pain arrivò al limite, e ordinò a Kisame: «Vammi a scollegare il filo.»

 
Dunque, Kisame andò e staccò il filo del telefono, ma incredibilmente continuava a squillare. Tutti si girarono straniti, scoprendo che in realtà Kisame aveva letteralmente strappato il filo del ricevitore.

 
«Eh? Ma il suono non veniva da qui?» Kisame borbottò confuso, tenendo il ricevitore strappato. Non aveva neanche iniziato a esaminarlo che ricevette un calcio volante di Pain in pieno viso. Il boss buttò giù un “siete dei casi persi” prima di salire al piano di sopra con le mani ovviamente dietro la schiena. Kakuzu, vedendo che il telefono era stato distrutto, sollevò una sedia per rincorrere Kisame con intenti omicidi.

 
Ma qualcuno doveva pur rispondere alla chiamata, e dunque Zetsu si avvicinò al telefono per attivare il vivavoce.

 
«Pronto, sta parlando con l’Akatsuki.»

 
«Deidara, deficiente che non sei altro, finalmente hai deciso di rispondere!» Dal telefono risuonò una voce femminile terribilmente scocciata.

 
«Ehm, mi scusi ma non sono Deidara.» Zetsu rispose.

 
«Non sei Deidara? Se non sei Deidara allora perché cavolo mi rispondi?!» la donna biasimò.

 
«Suvvia, non sia irragionevole…» Zetsu borbottò mogio prima di chiamare Deidara al telefono. Poiché il vivavoce era attivo, anche Deidara aveva ascoltato la conversazione, e stava riflettendo sul fatto che quella voce gli suonava terribilmente familiare. Andò quindi al telefono e disse: «Salve sono Deidara, con chi parlo? Hm.»

 
«Idiota imbecille, hai pure l’audacia di chiedere con chi parli?! Non riconosci neanche la voce di tua madre? Ti stanno mancando tutte quelle frustate e cinturate, eh?!»

 
«Mamma ---?» Deidara impallidì.

 
«Quanti anni compi quest’anno?» Mamma Dei chiese.

 
«Non ti ricordi neanche il mio compleanno?»

 
«E chi si ricorda di cos’è successo più di un decennio fa? Ho così tanti figli, se me li ricordassi tutti sarebbe troppo snervante, non pensi?» Mamma Dei disse tutta convinta, con Deidara che era pronto a collassare in qualsiasi momento. Il resto dell’Akatsuki si teneva lo stomaco per non crollare dalle risate.

 
«Va bene, ma perché me lo stai chiedendo? Hm.»

 
«Hai raggiunto l’età adulta o no? Se sì, torna immediatamente per sposarti, tutti i tuoi fratelli e sorelle hanno già formato una propria famiglia, manchi solo tu.»

 
«Sono ancora minorenne, hm!» il viso di Deidara si scolorì completamente. L’evento che lo aveva terrorizzato per anni era finalmente arrivato, e lui che di solito odiava essere trattato come un ragazzino ha pure dovuto tirar fuori la bugia di essere minorenne.

 
«Beh, in ogni caso immagino che manchi poco. Ti ho già trovato una persona che è disposta a incontrarti e conoscerti, quindi vieni qui tra qualche giorno. Se non torni, giuro che ti troverò, ti spellerò e ti riempirò di così tante botte che sarai l’unico essere nell’oltretomba sulla sedia a rotelle!» Mamma Dei minacciò prima di attaccare.

 
Il branco di Akatsukini stava ormai morendo dalle risate, con qualcuno che riuscì a dire: «Finalmente capisco perché Deidara voglia a tutti i costi vendicarsi della società, con un genitore così!»

 
Solo Sasori non sembrava particolarmente ilare. Deidara andò incontro a loro per massacrarli di botte: «Sì sì, ridete pure stronzi! Adesso però aiutatemi a trovare un piano, hm!» aggiunse poi sferrando calci in culo volanti.

 
«Ma per quale motivo tua madre è così impaziente che ti sposi?» Hidan chiese divertito una volta che si erano relativamente calmati.

 
«È la regola di famiglia, hm. Maschi prima di ventuno e femmine prima di diciannove.» Deidara rispose, misero.

 
«E se l’aspetto esteriore lascia desiderare e uno non riesce a trovarsi un fidanzato?»

 
«Chirurgia plastica.» Deidara fece spallucce.

 
Ma in che famiglia era cresciuto Deidara? Vedendo che il dinamitardo continuava a strapparsi i capelli in preda a una crisi di esaurimento nervoso, nessuno osò più ridere. Essendo compagni d’armi, non potevano mica abbandonarlo in questa situazione penosa.

 
«Deidara-senpai, non puoi semplicemente dire a tua madre di avere già un compagno? Non potrà mica obbligarti a sposarti qualcun altro.» Tobi suggerì.

 
Deidara lanciò un’occhiata a Sasori prima di dire: «Non lo farà, ma sono sicuro che se mi vede portare un altro uomo in casa mi sotterrerà vivo come minimo, hm.»

 
«Allora lascia che ti sotterri, così Zetsu ti viene a prendere, e tutti penseranno che tu sia morto e bom, problema risolto.» Kakuzu suggerì.

 
«Ti assicuro che il processo non è così divertente come sembra.» Si intromise Hidan con i suoi flashback di guerra. Infatti, Deidara scosse la testa in segno di rifiuto.

 
«Se dev’essere un uomo e una donna, allora basta fare la parte della donna, no?» Sasori notò.

 
«Danna, vuoi davvero fare la parte della donna?» Deidara era molto sorpreso e allo stesso tempo commosso. Non si aspettava che Sasori potesse spingersi a tanto per lui.

 
«No, la farai tu.» Sasori disse freddo. Deidara non capiva.

 
Itachi subito colse l’intenzione di Sasori: «Tua madre non si ricorda nemmeno del tuo compleanno o della tua voce, con molte probabilità si può dire che si ricorda solo che ti chiami Deidara. Se insisti di essere una donna, non ti potrà fare nulla.»

 
«Ma non voglia fare la donna, hm!» Deidara sembrava aver appena ingoiato uno dei pesciolini viscidi di Kisame.

 
«Allora ci lasciamo? Così torni a casa e ti sposi con una donna che manco conosci.» Sul viso impassibile di Sasori comparve un sorriso calcolatore.

 
«Così è ancora peggio, hm…» come previsto, Deidara appoggiò le mani sulle tempie miseramente. Dopo averci riflettuto un po’, finalmente decise di acconsentire – sebbene molto riluttantemente – alla proposta di Sasori. Quindi digitò il numero di casa estremamente controvoglia, riflettendo su come far capire a sua madre che in realtà era una donna. E se sua madre invece si ricordava perfettamente che fosse un maschio?

 
Una volta connessa la linea, Deidara disse irrequieto: «Ehm… Mamma, com’è la persona che mi hai trovato?» Poiché doveva fingere di essere donna, cercò di suonare il più effemminato possibile.

 
«Un tipo che vive a est del villaggio, è già diventato jōnin ed è pure strafigo. Ho speso un sacco di tempo per elogiarti per fargli accettare l’appuntamento, quindi non provare nemmeno a rovinare l’affare.»

 
«Perché è un maschio, hm?!» Deidara gridò.

 
«Ma una femminuccia come te cosa vuole fare se non sposarsi con un uomo?» Mamma Dei rispose confusa, poi come se improvvisamente avesse realizzato qualcosa: «Deidara ti avverto, non tentare nemmeno di fingerti un uomo per temporeggiare o rifiutarti di uscire con lui! Ho sfogliato l’album con le tue foto da piccola, capelli lunghi e lisci con treccine, non mi puoi ingannare!»

 
Gli Akatsukini, che si erano appena calmati per trovare idee per Deidara, improvvisamente si contorsero di nuovo dalle risate, con tutti che battevano i pugni per terra, Hidan che si picchiava direttamente l’addome, Tobi che afferrava il polso di Itachi per appoggiarlo sul proprio petto urlando: «Aiuto Itachi-san, a Tobi manca l’aria…! Tobi non ce la fa, aiuto!» Ma come faceva Itachi ad aiutarlo quando stava morendo lui stesso? Pain che intanto stava leggendo un giornale al primo piano, sentendo le vibrazioni sulle pareti pensava che ci fosse un terremoto.

 
«Ma Deidara, cos’è ‘sto casino?»

 
«Sto guardando la televisione con i miei colleghi, il telegiornale ha appena annunciato che il Decimo Congresso Ninja si è concluso con successo, stavano tutti applaudendo in segno di celebrazione, hm.» Deidara mentì mentre fulminava tutti con lo sguardo.
 

«Sempre con ‘sti programmi inutili. Allora, quand’è che torni?»

 
«Mà, volevo solo dirti che in realtà ho già un compagno, te lo farò conoscere domani, hm.»

 
«Com’è possibile che tu abbia già un compagno? Ma non eri minorenne?» la voce di Mamma Dei si elevò di un’ottava, «Come hai osato nasconderlo da me? Lo sapevo che non avrei dovuto lasciarti correre in giro da sola! Ma tu guarda che casini sei riuscita a combinare, come ti avevo educato, eh?! Cosa ti avevano insegnato i sensei, giuro che-»

 
E poi Deidara attaccò, e già che c’era scollegò anche il filo.

 
Guardando tutti gli altri che nel frattempo si erano contorti chi sul divano, chi sul pavimento e chi sul tavolo dalle risate, Deidara si incazzò, tirando fuori il C3.

 
«Ma come può una femminuccia giocare con oggetti così pericolosi? Attenta che poi non ti vorrà più sposare nessuno.» Hidan lo canzonò ghignando, con Deidara che rapidissimamente gli infilò la bomba in bocca. Meno male che Tobi aveva ottimi riflessi, l’istante prima che Deidara gridasse “Katsu!” usò il Kamui per teletrasportare Hidan.

 
Vedendo che Deidara questa volta si era incazzato sul serio, nessuno osò più ridergli in faccia, bensì ognuno si nascose nella propria camera per ridere sotto i baffi. Solo Sasori era rimasto. Deidara osservò il suo sorriso, dicendo con tono offeso: «Danna, pure tu adesso mi sfotti, hm.»

 
«Affatto, sono solo sollevato.» Sasori si alzò per arruffare i capelli del biondo prima di tornare in camera anche lui.



 

Rieccomi qui con un nuovo capitolo che nessuno aveva chiesto XD
Povero Dei, ho sempre immaginato che fosse il più piccolo tra fratelli e molte sorelle (ricevendo però poche attenzioni) e che fosse cresciuto in una famiglia matriarcale, con una madre molto autoritaria e tradizionale che ha oppresso il nostro povero Dei così tanto che dovette scappare di casa e ribellarsi diventando un bombarolo terrorista… Ma divago XD
Ho anche aumentato le dimensioni dei caratteri del testo perché ho scoperto che dal cell si leggeva in modo abbastanza scomodo, diciamo ^^" Quando avrò tempo andrò ad aumentare anche i caratteri dei capitoli precedenti :)
Come sempre mi scuso se ci sono errori di qualsiasi tipo e ringrazio coloro che hanno letto fin qua!
Alla prossima <3
   
 
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