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Autore: kurooreo    14/10/2020    0 recensioni
Raccolta di one-shots a tema sovrannaturale incentrate su kurotsukki, scritta per il writober 2020 indetto da Fanwriter.it
01. L'uomo che viveva sulla Luna ed il nobile: Conosce, mio Signore, la storia dell'uomo che viveva sulla Luna? ( royal au ; prompt: luna )
02. Le onde del bosco: Come prima escursione progettata insieme, la loro prima sera non prometteva affatto bene. ( prompt: radio )
03. Scolpito: Il medesimo uomo gli apparve in sogno.( sculptor!tsukishima ; prompt: scultura )
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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prompt: scultura
 

 

 

Scolpito

 

 

Il medesimo uomo gli apparve in sogno. 

Il corpo era slanciato e ben tonico. I capelli scuri come la pece, erano spettinati ma al tempo stesso naturali e quasi nascondevano gli occhi, piccoli ma ammiccanti, simili a quelli di un felino in agguato. Ma il colore caldo delle pupille gli ricordava le foglie all’inizio della stagione autunnale. Il naso era ritto tale da sembrare essere disegnato dai migliori architetti della storia. Le morbide labbra erano incurvate in un sottile sorriso, qualche volta sornione qualche volta sincero al ché il cuore di Tsukishima prese a palpitare.

Era la cosa più bella che avesse mai visto, la musa che tanto attendeva per la sua opera finalmente gli era apparsa dinanzi a sé. E se ne innamorò perdutamente. 

Se solo nel suo stesso sogno avesse le mani, percorrerebbe quel volto perfetto ed i suoi lineamenti senza sbavature. Ad ogni incontro i due si ammiravano in silenzio, il volto senza nome gli sorrideva, e dalle stesse labbra trapelava un’unica frase,

« Vieni a cercarmi. »

Alle suddette parole Tsukishima si svegliava dal sogno, conscio della bellezza divina del misterioso uomo. Ma al suo risveglio, ogni qual volta solo i rimasugli gli rimanevano impressi nella memoria. Un dettaglio diveniva sfocato o dimenticato, pertanto non era mai in grado di riprodurre la sua musa nel marmo. La collera lo sopraggiungeva quando osservava il pezzo di marmo immacolato, stringeva forte lo scalpello nel pugno fino a far sbiancare le nocche.

« Tsukki… stai diventando ossessionato. » Il suo amico d’infanzia Yamaguchi gli aveva ripetuto preoccupato. La sua fronte si corrucciava davanti allo stato dell’amico, quasi non mangiava ormai recluso nel suo laboratorio. 

« Non capisci, è il lavoro della mia vita. » Rispondeva assorto lo scultore. Solo in quel momento distoglieva lo sguardo ambrato dal marmo per posarlo sull’amico dal volto stellato di lentiggini, « Sono così vicino. »

Yamaguchi non poté far altro che osservare il volto scavato dell’altro. « Almeno mangia un pasto caldo… »

« Mangiare mi toglie il tempo. » Ribatté, tornando ad osservare il pezzo di marmo.

L’amico d’infanzia sospirò. Sapeva che per Tsukishima il discorso era concluso. Riempì gli scaffali con fresche pietanze e sostituì quelle vecchie e intaccate dallo scultore. Infine, lanciò un’occhiata amareggiata alla figura seduta del suo amico dai capelli color grano e abbandonò il laboratorio.

Una volta immerso nel silenzio, Tsukishima poggiò la mano sul marmo freddo e chiuse gli occhi, cercando di ricordare l’uomo del sogno. Una voce lontana ed ovattata giunse alle sue orecchie, « Vieni a cercarmi. »

Tsukishima aprì gli occhi.

« Ti troverò. » Mormorò di rimando e sollevò lo scalpello.

Impegò giorno e notte a scolpire il marmo. Di tanto in tanto si prestava a dormire, solo con l’intento d’incontrare il suo amato nei sogni. L’uomo senza nome lo attendeva e i due si contemplavano a vicenda. Ad ogni loro addio, l’uomo gli ricordava di cercarlo e Tsukishima era più che intenzionato nel farlo. Ma come di consueto, al suo risveglio la frustrazione prediligeva su di lui per ogni dettaglio mancante, costringendolo ad avanzare lentamente. Una volta era a mancare il dettaglio della mano, un’altra il labbro superiore. Tsukishima cercò di riportare alla mente quanti più parti possibili e, mano a mano, il pezzo di marmo prese finalmente forma. Dal marmo presero forma le gambe flessuose e snelle; liberò il busto, che protendeva verso di lui; seguirono poi le braccia, pronte ad accogliere lo scultore in un abbraccio. Tsukishima lavorò senza sosta, e proprio a seguito di ciò le sue forze giunsero agli estremi. Annaspò debolmente una boccata d’aria e perline di sudore si formarono per lo sforzo, gli mancava un’unica parte alla fine dell’opera: gli occhi.

La mano gli tremò, il pensiero di rovinare la statua proprio verso la fine lo sconcertava. Con la determinazione impressa nello sguardo ambrato, Tsukishima non si sarebbe permesso di guastare la forma divina del suo amato. Dunque, con un ultimo movimento del polso, calcò per l’ultima volta la mano sul marmo. 

Con sforzo immenso, riuscì a terminare l'ultima parte mancante, ma il suo corpo cedette per la fatica. Due braccia, fredde come il marmo, sorressero in tempo il corpo esanime dello scultore. E gli sorrise.

« Mi hai trovato. »

 

 

 

 

 

 L'angolo dell'autrice:
 
ed eccomi qui con una nuova one-shot! queste ultime settimane sono state molto intense e sto iniziando a rallentare… mi ricordo il meme dello shiba, sono partita da “ahah già dal primo giorno ho avuto ispirazione per ben quattro storie” e sono giunta a “ueue non so scrivere aiut”
 questa one-shot era tra le bozze e mi dispiaceva lasciarla lì ad impolverare ( e per fortuna che avevo già iniziata a scriverla,, ) perciò mi scuso in anticipo per eventuali errori di battitura ;;

   
 
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