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Autore: BenniBennis    14/10/2020    0 recensioni
Un’estate dal profumo di cambiamento, l’amore che quando arriva non lo fa mai senza creare danni, amicizia, famiglia, danza, divertimento, intrighi, litigi, scelte. Quella che era nata come una vacanza diventerà un’esperienza unica per una giovane venticinquenne desiderosa di dare una svolta alla sua vita. Ma non sarà facile gestire i cambiamenti.
“Nell'ansia che ti perdo ti scatterò una foto”.
Prima Originale a capitoli, ci ho messo il cuore, spero apprezziate :)
Grazie.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Introduzione – Margherita
 

Margherita, piacere. Venticinque anni, e da sette residente a Venezia. Nonostante ciò, sono nata e cresciuta a Napoli, ma il capoluogo veneto mi ha chiamata a sé, o meglio, ci sono scappata contro.
Non oso definirmi “niente di che”, perché so che direi una frottola; ho scelto io di non fare la modella, una mia propria decisione, anche se avrei potuto senza problemi : un metro e settanta per sessanta chili circa, lunghi capelli ondulati e neri più della pece, occhi grandi e verdi, labbra carnose, un naso ben squadrato ed elegante, e uno sguardo capace di essere degno delle migliori posatrici per fotografia. Chi mi conosce dubita che sia del tutto naturale, ma è così; sono solo nata fortunata. Gambe snelle e slanciate, fisico asciutto grazie a buone abitudini alimentari e sportive. Qualsiasi movimento io faccia, risulto aggraziata come una dama dell’Ottocento. Non oso lamentarmi della minima seconda taglia di seno e del neo forse un po’ troppo evidente all’angolo destro della bocca. Sono stata considerata spesso “una classica bellezza mediterranea” da voci conosciute e non, e quelle stesse voci mi hanno consigliato di diventare, per l’appunto, modella. Non le ha ascoltate. Il motivo?
Ha preferito la cultura e il sapere al fisico, e così appena diventata maggiorenne sono emigrata al famigerato Nord, in Veneto, e sono entrata all’università di lingue; potevo rimanere nella mia città, studiare lì, ma sentivo la necessità di cambiare aria. Ma ora, con laurea triennale e magistrale conseguite in perfetta scadenza, non mi ritrovo completamente soddisfatta della mia vita. Il lavoro di guida turistica che mando avanti già da due anni non mi dispiace, ma ho il bisogno di qualcosa di nuovo. In più, dopo tanti anni passati nella Laguna, mi manca la mia città, mi manca il Sud, il sole, il mare, e il mio caos partenopeo. Sono stata cresciuta a proverbi e racconti in dialetto, a pranzi di Natale infiniti e passeggiate sul lungomare la domenica mattina. E tutto questo a Venezia non c’è, e ne sento immensamente la mancanza, anche se non l’avrei mai immaginato, considerando poi che io ho deciso di abbandonare la mia famiglia e le mie abitudini.
Il mio viaggio senza ritorno coincise con la separazione dei miei genitori, dalla quale nacque anche l’astio per mia madre, donna stralunata e aspra, pronta a sposarsi nuovamente dopo un solo anno di divorzio. Questa cosa non l’ho mai mandata giù, ancora oggi non ho rapporti con il suo compagno e con lei mi limito a poche telefonate fredde molto di rado. In realtà non mi pesa, che lei faccia la sua vita, io ho la mia. Inoltre, ho una sorella minore, nata tre anni dopo di me. Elena studia medicina, ma lei è voluta rimanere a Napoli, è abbastanza poltrona e il solo pensiero di cambiare città per studi la stanca. Nonostante la lontananza, le voglio un bene enorme, grazie anche al fatto che siamo opposte e complementari, aspetto compreso: una testa di ricci e occhietti piccoli, vispi e scuri, una sicurezza che io non ho mai conosciuto, tutta studio, film, libri e musica.
Infine, ho un padre di cinquantanove anni, una persona – come il resto della sua famiglia – che non vedo da numerosi anni. Il mestiere di mio padre, inoltre, non facilità la possibilità di un incontro: far il cuoco comporta spostarsi di continuo, lavorare anche quattordici ore al giorno. Nonostante ciò, mio padre si ritiene fortunato ad essere ciò che è, ossia un primo chef, in quanto ama il mestiere che fa. Lavora solo durante la bella stagione in località turistiche estive, in hotel e villaggi. So che è orgoglioso di me, non me lo dice mai, ma quando ci sentiamo per telefono la sua voce si riempie di commozione ogni volta che gli narro qualche mio piccolo successo.
Oltre che studiare, in sette anni sono stata capace di frequentare corsi di danza, i più disparati, in quanto sono appassionata di danza. Andando alla ricerca, ho trovato lezioni di balli tradizionali, apprendendo così il valzer, il tango, il flamenco ed altri. Amo ballare, lo amo davvero tanto, e mi dispiace non aver potuto far crescere questa passione. Sono tante le cose che mi affascinano, forse troppe, e per questo sono finita per non realizzarne la maggior parte.
A Venezia non ho molta compagnia, amici stretti con cui passare il sabato sera non esistono, le conoscenze si litano ai colleghi di lavoro, i vicini di casa, e nient’altro. Non ho confidenti con cui sfogarmi nei momenti di stress accumulato; semplicemente trattengo le lacrime e dico “passerà”. Ci ho fatto l’abitudine, anche se è dura. Allo stesso tempo, sono consapevole che un minimo di vita sociale in più, conoscere gente nuova e interagirci, mi manderebbe nel pallone. La timidezza e l’insicurezza sono le basi del mio carattere. È anche per questo motivo che ho scelto di non fare la modella: avere dei riflettori puntati contro sarebbe una tortura, non saprei come muovermi, come comportarmi. Ugualmente, non saprei come comportarmi con un ragazzo; inutile dire che la mia ultima relazione con l’altro sesso corre a cinque anni prima, finita per sua scelta. Ho smesso di innamorarmi, mi sono chiusa sul lavoro e ho smesso di vivere la mia gioventù.
Ma mi sono stancata, stancata di essere sprecata. Ho semplicemente bisogno di una svolta.
  
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