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Autore: StewyT    18/10/2020    2 recensioni
"In fine, X, non posso incontrarti.
Non so chi tu sia eppure so più di te che di me stesso.
Ma non posso incontrarti, so che non funzionerebbe.
Ti lascerei scivolare via come sabbia al vento. Così come è successo al mio primo amore.
Cercavo di aggrapparmi a lui eppure si è lasciato andare, o forse io l’ho lasciato andare.
Io appartengo a lui ma un po’ anche a te. Eppure non sarò mai di nessuno dei due.
Sono una stella nera: simile ad un buco nero, ipotetico, reale o forse no.
Un paradosso.
E non voglio risucchiare anche te.
J."
~~~~
Sedici anni dopo il loro primo incontro, Wei Wuxian e Lan Zhan si ritrovano entrambi di nuovo alla Gusu University, lì in quella biblioteca dove tutto è iniziato e tutto continua, indipendentemente dal loro volere.
Lì dove si raccontano l'un l'altro non sapendo di farlo. Lì, dove ancora una volta, si innamorano.
Lì, dove ancora una volta, scappano via l'uno dall'altro.
Perchè l'uomo ha il libero arbitrio, certo, ma si muove sempre all’interno di una tela tessa dal destino.
E molto spesso ha una trama più complicata di quanto ci si aspetti.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dear Heart


4_ Dear Heart

What should I do?
[Jaymes Young]
Take me back to the start
Broken glass
Making scars
Take me back!
I'll scream and shout it can't be true!
If I wake up and you're gone
What should I do?
I'll lose my head, I'll make the news
If I wake up and you're gone
That's what I'll do
X!
È bello rileggere di te. Mi dispiace per aver fatto passare tutto questo tempo tra le nostre lettere. Ma è successo parecchio in questa settimana e ho avuto parecchio a cui pensare. No, non vorrei parlarne. Non riguarda solo me, coinvolge anche la persona di cui sono innamorato e non mi va di parlarne.
Ma non voglio che tu la smetta di leggermi e scrivermi, anzi. Ti prego. Continua!
Concordo, mi piace scrivere sapendo che tu non sappia io chi sono.
Sei l’unico che non mi giudica e non pensa di sapere tutti di me, solo perché conosce il mio nome. A volte penso che non vorrei affatto avere questo nome.
O qualsiasi nome.
Cos’è che non provo.
Nulla, X. Non provo nulla. O tutto. Non lo so. È difficile da capire quando stai praticamente confessando i tuoi sentimenti all’unica persona che non potrà mai davvero ricambiarti. Eppure è stata quell’unica persona a farmi vivere l’anno migliore della mia vita ed è a quella persona che devo l’unica felicità che abbia conosciuto in questi anni. Per quanto possa valere, io sono felice che tu sia nato.
Inizio a pensare che così come i loop anche i vuoti siano diversi; tutti ne abbiamo uno ma non tutti lo ‘viviamo’ allo stesso modo e mi dispiace leggere dalla tua sofferenza. Mi piacerebbe poterne prendere un po’ e farla mia, risolveremmo due problemi in questo modo, no? Io sentirei qualcosa e tu non sentiresti più quello che ti fa stare male.
A te piace leggere le mie risposte e a me piace leggere le tue domande!
La mia più grande paura.
Potrei risponderti che la mia più grande paura è non sapere chi sono.
In fondo se mi spogliassi di questo vestito, questo nome e tutto quello che mi sono costruito attorno -  e che non sono davvero io – chi sarei? Non lo so.
E mi spaventa davvero, non saperlo. Eppure non è la cosa che mi spaventa di più.
Potrei dirti che in passato mi ha spaventato tantissimo svegliarmi e scoprire che tutto quello che di bello avevi vissuto, fosse scomparso.
Ma non è successo. Mi sono svegliato, la persona di cui ero e sono tutt’ora innamorato, non c’era più ma io c’ero ancora e così i miei ricordi, così il mio amore, così il mio desiderio.
Quindi. La mia paura più grande?
Finire i miei giorni senza aver scoperto cosa fare e come fare.
Vorrei sapere cosa fare per smettere di essere così, per spogliarmi di questi vestiti, per tornare indietro nel tempo e cambiare tutto o semplicemente restare in questo tempo e cambiare tutto. Perché proprio ora ho di nuovo la possibilità di poter cambiare qualcosa. Di poter dir alla persona che amo quello che provo.
Ma non so cosa fare. Né come farlo.
E non so quando lo saprò.
La mia più grande paura è morire senza averlo fatto.
E la tua?
Ma soprattutto, X, cosa credi che sia la felicità?
J.
 
 

Fragments
___
And it's hard looking back
Knowing what I could've done
I'm never going Back
I'm always on the run,
And you never really find
The pieces that you Leave behind
All I got from this place is fragments

J!
Non è da molto che ti conosco. 
Un paio di lettere.
Eppure mi sembra di conoscere più te che la persona di cui sono innamorato; più te che il mio migliore amico; più te che mio fratello.
Ed inizio a chiedermi: chi è J? 
Quindi, la domanda che ti pongo prima di risponderti è: chi sei davvero?
Mi piacerebbe poter scoprire questa risposta dal vivo.
Sì, so la storia dell’anonimato e tutto, sono il primo ad amarla.
Eppure sono così curioso di scoprire come sei fatto.
Sono così curioso di sapere…. Chi sia la persona, che dopo così tanti anni, mi sta facendo provare di nuovo qualcosa.
Ma non posso. Quindi rispondo alla tua lettera!
Ecco beh, forse hai risposto già alla mia domanda in questa lettera, ma io voglio sapere qualcosa di diverso. Se non sai chi sei, voglio sapere chi vorresti essere.
Ad ogni modo, vedila così: se non sai chi sei, sei come una tabula rasa.
Puoi essere chiunque.
E ti invidio. Vorrei poter essere anche io una pagina bianca da riscrivere completamente.
Ma non lo sono. E devo condividere con il mio passato, con quello che mi trascino dietro, con la consapevolezza di quello che avrei potuto fare per cambiare le cose ma non ho fatto. Perché non potrei davvero cambiare nulla.
Comica questa cosa che oltre ad un loop ed un vuoto, siamo entrambi accomunati dallo stesso tipo di amore avverso alle stelle, no?
Spero che tu riesca a trovare il coraggio di capire cosa fare.
Mi piacerebbe poterti dire: fallo, qualsiasi cosa sia, falla.
Dopo sarà tutto più bello. Sarò tutto più facile. Sarai felice.
Ma non so se questo sia vero e voglio essere sempre vero con te, J.
Per quello che mi fai provare mentre ti leggo, mentre ti immagino in questo posto a scrivere, mentre non riesco a dormire e decido di venire nel mio porto sicuro.
Te.
Cosa credo che sia la felicità.
Non avresti potuto pormi domanda più difficile.
In questo momento credo che la felicità sia vedere le persone che amo sorridere, sapere che nonostante tutto, nonostante me, stiano bene.
La felicità è vedere mio fratello alzare gli occhi al cielo come faceva quando eravamo piccoli, ogni volta che combino un casino. La felicità è sapere che mi ha perdonato e mi vuole ancora al suo fianco. La felicità è sapere di avere degli amici al mio fianco che non mi abbandoneranno mai. Persone speciali, con un cuore talmente grande da decidere di regalare le loro vite per il bene altrui. 
La felicità sarebbe vedere la persona di cui sono innamorato felice.
Eppure, non riesco a vederla mai felice. Non so perché ma se dovessi descrivere l’aura che ha attorno ogni volta che la vedo sarebbe: eterea e malinconica.
Ed è logorante vederla così. Vorrei che almeno questa persona fosse felice.
Ma forse anche la persona che… amo non sa cosa sia davvero la felicità.
Posso dire di amarla dopo aver perso così tanto tempo a pensare ed immaginare le sue labbra, il suo tocco, le sue parole, lui, al mio fianco?
Non so. Ma non mi sento più in grado di dire che è solo la persona per cui ho una cotta – sì so che l’ho fatto proprio nell’ultima lettera. Ma da allora l’ho visto sotto una veste diversa e Dio mio, J, credimi, quanto ho dovuto fermarmi per non dirgli tutto! Sì, complimenti a me, anche io non gli ho mai detto dei sentimenti che nutro per lui. Ma lo faccio per un motivo diverso. Sono terrorizzato dall’idea di perderlo anche come amico. Non potrei sopravvivere senza sapere che, anche se non ci vediamo o parliamo da centinaia di giorni, lui è ancora lì. Esiste. E se ne avrò bisogno, quando tornerò da lui, ci sarà ancora.
La smetto di parlarti di lui. Non voglio annoiarti.
Ti ho già lasciato la mia domanda. Questa è la mia risposta.
Non ti ho chiesto di vederci e non lo farei, non voglio spaventarti.
Ma sarei pronto a vederti, qualora lo volessi anche tu.
Mi piaci, J. 
È da tanto che non provavo questa esuberanza per qualcosa.
La provo solo quando vedo lui.
Grazie.
X.
Paradox
__ 
Out of all the times I've opened up
You're the only one who saw the real me, yeah
Out of all the stupid things I've done
You're the only thing that almost killed me, yeah
This life is a paradox
You're the only one who saw the real me, yeah
This love is a paradox
You're the only thing that almost killed me

X!
A quanto pare dovrò scusarmi ogni volta per gli immani ritardi tra una lettera e l’altra. È che quando ho iniziato a scrivere non mi aspettavo che avrei continuato per così.. tanto tempo. So che ci siamo scritti così poco, solo qualche lettera in due mesi, eppure in questi due mesi mi sembra di aver vissuto e attraversato così tanto!
Nella mia vita reale e anche tra queste righe.
Le cose stanno così: diventa sempre più difficile, per me, riuscire a resistere dal vomitare tutto quello che provo alla persona a cui vorrei dirlo.
Lui.
Sì, ci accomuna anche questo. È un lui. Allora mi chiederai: è forse questo un problema?
Siamo nel ventunesimo secolo, non dovrebbe essere un problema, ma in fondo, penso che sia comunque complicato da accettare quando sei mei, quando sei stato cresciuto come me, quando si aspettano quello che si aspettano, quando non sei quello che sei ma quello che gli altri vogliono. E gli altri non vogliono questo.
Ma io sono questo. Io sono un uomo che si è innamorato di un altro uomo.
Sono un uomo che darebbe la sua vita per un altro uomo.
Sono un uomo che sta scrivendo ad un altro uomo, che al momento considera l’unico amico e la persona più vicina che abbia, nonché, una probabile… cotta (e questo lo confesso solo perché non vedrai mai il mio viso. Se non avessi letto tra le righe: no, X, non ci vedremo mai e in parte proprio perché non voglio. Proprio perché vederti, non mi permetterebbe di essere più me stesso mentre ti scrivo) e gli parla dell’uomo che ama. È tutto così tanto un paradosso. Ma cos’è l’amore se non un paradosso?
Il fatto che io ami questo uomo così tanto che morirei per lui, il fatto che soffra anche solo guardandolo, mentre mi abbraccia, mentre mi sorride, mentre pronuncia il mio nome come se non esistesse nome più bello al mondo, non è forse un paradosso?
E alla fine, X, cos’è la vita se non un paradosso? Nasci per morire. Muori per nascere.
Più paradosso di così!
Okay, aggiungiamo alla lista dei miei problemi anche i paradossi!
Tornando a noi, dopo le mie scuse e il mio ennesimo sfogo personale – ero stato io a dire che non volevo parlare di lui o sbaglio? A quanto pare posso depennare “coerenza” dai miei pregi! – ripeto quanto sia per me un piacere ritrovare ogni volta che torno qui, isolandomi dal mondo, una tua lettera. Mi fa sentire come se, entrando da quella porta, mi chiudessi in una bolla tutta nostra. Dove ci siamo solo noi. Solo le nostre parole. Solo il caso che ti ha fatto prendere quel libro. O solo il destino. Chi lo sa.
Mi sembra giusto rispondere prima alla mia domanda, no.
La mia risposta è tanto semplice quanto banale.
Sono felice ogni volta che lo vedo sorridere.
Null’altro.
Passiamo alla tua domanda. Chi sono. O meglio, chi vorrei essere.
Vorrei essere l’uomo che dipingono quando mi guardano, o forse non me ne frega nulla di quell’uomo. Vorrei essere quello che vedo riflesso nel sorriso dell’uomo che amo. Vorrei essere, almeno per una volta, la ragione del suo sorriso. Vorrei essere in grado di renderlo felice. Vorrei essere l’uomo che ora posa questa lettera, esce da quella porta, entra in camera sua, lo afferra, lo bacia, gli dice che lo ama, si sente dire che è ricambiato e dopo affonda nel suo corpo fino a sentirsi finalmente completo.
Sai quante volte ho desiderato fare l’amore con lui!
Quante volte ho finito per farlo con me stesso, odiandomi, mentre sussurravo il suo nome nel buio.
Queste lettere, X, sono quanto di più simile all’amore che io abbia mai fatto in vita mia; ogni lettera è una carezza. Ogni parola è un bacio. Ogni “A presto” è una promessa d’amore eterno. Ogni volta che ti leggo mi sento libero e felice e quando esco da quella porta è quasi come se avessi fatto l’amore con te.
Tu, X, sei quanto di più vicino al nome dell’uomo che amo, pronunciato sulle mie labbra.
So di non farti un torto dicendoti questo; so che non ti sentirai ‘ lo scarto, quello a cui vengono dette queste cose perché non possono essere dette al diretto interessato ‘ e so che tu sai, che queste parole sono quanto di più vero potresti leggere.
Questo è il mio segreto. Il tuo, X? Qual è il tuo segreto più grande?
 
J.

Wondering
___
Now my sheets grow, cold as I am sleeping
Where my thoughts go, no one will be grieving
But I can't stop, wondering how long it will be
'Till I start wondering, I start wondering
'Till I start wondering, I start wondering
If you are even here at all

 
J!
Questa volta sono io a dovermi scusare con te.
Ecco, anche nella mia vita stanno succedendo… cose.
Non voglio tediarti, ma, inizio a vedere cose che non dovrei vedere, forse.
Ogni volta che l’uomo che amo mi guarda, non vedo più quel vetro freddo che separava la sua anima dalla mia!
Lui mi guarda, io mi sciolgo.
Lui mi guarda e a me sembra che mi veda davvero. Come mi vedi tu tra le mie parole.
E non esiste sensazione più bella.
Lui mi guarda, ripetendomi quanto sono noioso, quanto sia immorale, e so che non lo fa perché mi odia. Forse anche lui senza di me non sa vivere.
Forse anche lui senza di me non vuole vivere.
Forse anche lui sa che, anche se dovessimo tornare a non parlarci per anni, torneremo sempre l’uno dall’altro, contando i giorni che ci separano.
Non lo so.
Ma inizio a chiedermi se non sia davvero.
Inizio a chiedermi se non ci sia davvero nella mia vita e non sia solo una mia illusione.
E tu, J? Tu sei solo una mia illusione?
Perché se so che non potrò mai dire all’uomo che amo che appunto, lo amo, so anche di poter dire a te, invece, tutto quello che mi sento di confessarti.
E in questo momento mi sento di confessarti che leggendo le tue parole, ho desiderato poter fare l’amore con te, tanto quanto tu hai desiderato di farlo con me.
Per la prima volta nei miei sogni non c’è stato solo lui, ma anche tu.
Senza un volto, ma con le tue parole. Non ricordo cosa dicessi, ma è stato bello.
Grazie per esserci stato anche questa volta.
Quindi, chi vorrei essere?
Mi basterebbe tornare indietro per evitare alcune cose, solo quello.
Mi va bene essere chiunque la vita vuole che io sia.
Ma vorrei che la vita, il karma, il destino, chiunque esso sia, si sfogasse su di me, piuttosto che su chi amo. Se c’è una cosa che mi fa soffrire, quella è vedere le persone che amo soffrire. E ho causato troppa sofferenza al mondo.
Merito una punizione esemplare.
Forse è per questo che non riuscirò mai ad avere lui; è la mia punizione.
Il mio segreto più grande. Oh beh, è una domanda bella difficile.
Se ti dico: ho paura di non trovare una risposta alle mie domande mi rispondi come nella tua prima lettera di risposte?
“Ma so – proprio perché come te credo nel destino – che c’è sempre una risposta ad una domanda.  Forse non l’hai posta nel modo giusto. O magari non è ancora arrivato il tuo momento di conoscerla. 
Prima o poi succederà. Ma perché, nel frattempo, perdere tempo a domandartelo?”
Beh, in quel caso mi vedo costretto a cercare un altro segreto.
Forse il fatto che a volte mi sembra di sdoppiarmi.
Non farei del male ad una mosca; metterei la vita di chiunque prima della mia.
Non perché penso che valga meno delle altre, ma perché penso che salvando altre persone potrei dare anche più valore alla mia vita.
Eppure, J, da quando la vita mi ha servito un bel piatto di minestra amara – e non sto qui a dirti quali fossero gli ingredienti della minestra! – ho deciso che non voglio altro che vendetta. Voglio riuscire a capire cosa sia successo. Perché. E vendicarmi.
Io, che metterei la vita di chiunque altro avanti alla mia, arriverei a spellare vivo con le mie stesse mani, la persona o le persone, che sono state in grado di causare così tanto dolore alla mia famiglia, a tante altre famiglie e a me stesso.
 
Detto questo, so che mi hai detto che non vorresti incontrarmi ma, J, devo confessarti che la mia voglia di incontrarti, invece, cresce sempre di più.
Io non posso avere chi amo. Tu non puoi avere chi ami.
Ma entrambi potremmo averci a vicenda.
Non sei un ripiego. E so che anche io non sarei un ripiego.
Se in così poche lettere ci conosciamo così tanto, non immagino cosa potremmo diventare.
O forse no. forse sto solo cercando di scappare dalla realtà dei fatti: non riuscirò mai ad avere quel magnifico uomo che merita molto di più.
Ecco perché, a conti fatti, non gli dirò mai che lo amo.
Perché merita molto di più.
E su questa cosa, non ho alcuna domanda da pormi. È la mia unica certezza nella vita.
Ma tu, J, dove sei? Dove eri? Dove vorresti essere?
Pensi che potresti mai camminare un percorso diverso dal tuo?
 
X. 
Dark Star
__
If I told you where I've been
Would you still call me baby?
And if I told you everything
Would you call me crazy?
'Cause baby I'm a dark star

 
Ognuno di noi si porta dentro cose di cui non va fiero, X.
Ognuno di noi, in quanto essere umano, ha sperimentato sensazioni, vicende, momenti, che non avrebbe voluto vivere.
Ma lo ha fatto. E ne è uscito fuori.
Tu, X, lo hai fatto. E ne sei uscito fuori. E sei qui. E io ne sono felice.
No, non sono un’illusione così come tu per me. Sei realtà.
Il fatto che io sappia della tua esistenza e tu della mia, ti rende più reale di qualsiasi altra persona nella mia vita, in questo momento.
Dove sono, dove sono stato, dove vorrei essere.
Così tante domande, così tante risposte.
Sono qui, in questo momento. Mi sento una causa persa, ma non più solo.
Sono tra le mura di questa università, sotto lo stesso tetto del mio più grande amore e del mio più grande torturatore. E sotto lo stesso tetto dell’unica persona che oltre lui mi abbia fatto sentire così. Non più solo.
Dove sono stato. Se te lo dicessi, X. Se ti dicessi che sono stato nella mia mente, in tutti questi anni, recluso in me stesso e che me stesso non è un bel posto, mi chiameresti pazzo? 
A volte mi sembra di essere prigioniero di me stesso.
Mi sento in una gabbia: ogni giorno apro gli occhi, mi lavo, mi vesto e poi salgo sulla mia ruota ed inizio a girare, girare, giro anche se sono stanco, anche se non voglio, anche se mi riesce male, anche se non mi piace. Giro perché sono salito su questa ruota e non so come si fermi. E non sa più come scenderne.
Ormai non so più se sono io a far girare la ruota p è lei a far girare me.
Ma io sono qui, solo io, con la mia ruota, le mie decisioni la mia gabbia.
Fino a quando la ruota non si ferma. O forse sono io a fermarmi, finalmente
E poi scendo, mi svesto, mi lavo, vado a dormire.
E di nuovo, in loop. Quindi, sono in una gabbia o sono io stesso la gabbia?
Non lo so.
Ma questi attimi, questi rari attimi in cui sono qui a scriverti, X, sono gli unici attimi in cui non mi sento in gabbia.
Potrei mai camminare un percorso diverso dal mio?
Se non fossi me stesso, quello che sono, sicuramente si.
Anche tu, potresti. Tutti potremmo.
Il fatto è che siamo quello che siamo per il percorso che abbiamo scelto – o che ci ha scelti -, per le scelte che abbiamo compito, per le parole che abbiamo detto, per le cose che ci sono state dette, per come siamo cresciuti, per come moriremo.
Sono questo, anche se non mi piaccio, anche se non so chi sono, anche se vorrei cambiare. Questo è il mio percorso. Non riesco ad immaginarne un altro.
 
In fine, X, no. 
Non posso incontrarti.
Non so chi tu sia eppure so più di te he di me stesso.
Ma non posso incontrarti, so che non funzionerebbe.
Ti lascerei scivolare via come sabbia al vento. Così come è successo al mio primo amore. 
Cercavo di aggrapparmi a lui eppure si è lasciato andare, o forse io l’ho lasciato andare.
Fatto resta che anche ora, quando lo guardo, sento quel sentimento di appartenenza che non ho più provato con nessuno, prima di te.
Io appartengo a lui ma un po’ anche a te. Eppure non sarò mai di nessuno dei due.
Sono una stella nera: simile ad un buco nero, ipotetico, reale o forse no.
Un paradosso.
E non voglio risucchiare anche te.
J.



Spazio autrice.
Riassunto del capitolo: I WangXian si innamoreranno sempre e comunque l'uno dell'altro, in ogni universo, in ogni modo diverso, in corpi diversi.
Tutto quello che resterà sarà sempre il loro amore <3

A parte le smielate: è un capitolo un po' difficile da leggere, immagino; è praticamente tutto introspettivo, ma dovrebbe tuffarci direttamente nella testa di questi due e farci capire quanto siano trasportati l'un verso l'altro anche senza essersi mai visti perchè a volte l'attrazione e l'amore vanno oltre tutto (almeno per me. Ma solo se si tratta degli altri, io voglio stare lontana da tutto e tutti!).
Detto questo, per ogni lettera c' una canzone di Jaymes Young, non so se le stiate ascoltando mentre leggete (in caso positivo, come vi sembrano all'interno della storia?) e ogni canzone è stata ascoltata in loop mentre ascoltavo. A dire il vero ogni canzone ascoltata mesi prima mi ha ispirato queste parole!

Lascio uno spoiler del prossimo capitolo: ahi ahi le cose si fanno pesanti, ma siamo quasi al termine!
Vi ringrazio dal profondo del mio cuoricino peloso per aver deciso di leggere questa storia, spero di leggere vostri commenti!

StewyT~
 
Capitolo 5_Moondust_
“Vorrei essere un coniglio in questo momento” mormorò così vicino da poter sentire il suo alito sul viso, da poter distinguere qualche pagliuzza nera e viola nei suoi occhi, persino da poter contare tutti i graziosi nei che prendevano posto su quel viso così elegante e ben definito da poter finire su tutte le copertine di riviste di moda.
“Lan WangJi” disse ancora, in quel tono dolce e morbido che solo la sua voce era in grado di assumere “Non puoi abbracciarmi e accarezzarmi come stai facendo con questo bel batuffolino?” sorrise tra sé e sé e LAn Zhan perse ancora una volta un battito. Sarebbe morto di aritmia cardiaca di quel passo.
“Posso comportarmi come vuoi! Posso girarmi e darti il culetto come sta facendo lui oppure guardarti negli occhi e dirti quanto ti desidero!” e basta, Lan Zhan non riuscì più a sopportarlo. Distolse lo sguardo e sbuffò.
“Smettila, Wei Ying” ringhiò, quasi. A tal punto che Wei Wuxian allontanò la mano che aveva poggiato sulla sua spalla e lo guardò di traverso.
“Ehi non arrabbiarti” ridacchiò, come suo solito “È solo che sei incredibilmente bello mentre sorridi” disse e Lan Zhan avrebbe potuto giurare di averlo visto leggermente arrossato in viso.
“Sfacciato” ribattette lui e Wei Wuxian rise di nuovo, questa volta poggiando una mano tra le sue, per accarezzare il coniglio che nel frattempo era stato raggiunto da Bichen.
“Solo perdutamente incantato” confessò l’altro. 
 
 
  
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