ALLA RICERCA DI MAI
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Capitolo
26
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Dopo
essersi liberata da alcune incertezze, ed aver riacquistato più fiducia in se stessa, la cena proseguì nel migliore dei modi, con il
racconto di aneddoti divertenti, sui loro ultimi dieci anni, come a voler
colmare l’enorme voragine che, entrambi avevano lasciato.
Trunks le aveva
confessato che in quegli anni, aveva avuto una storia importante, con una
ragazza di nome Reiko, evitando il particolare che si
stava parlando di una persona, pressoché identica nel suo aspetto.
Oltre
che Mai, aveva appena confidato a Trunks, di quello
che aveva combinato in caserma quella mattina stessa.
“Hai
fatto bene” Le aveva detto sorseggiando il calice di rosso “…hai avuto la tua
vendetta, in un modo o nell’altro”.
“Non
volevo vendicarmi, sinceramente, ma volevo lasciare quei ragazzi sotto una
guida vera. Anche Miles è un bravissimo soldato, niente da dire, ma Teo secondo
me è più adatto, è un po' come me, quindi la mia mancanza si sentirà meno,
sotto il suo comando”.
“Pensi
di aver fatto la scelta giusta?”
Mai
si portò il calice alla bocca, lasciando la sua impronta sbiadita, sul bordo.
“Non
ho dubbi”.
“Che
lo sia già venuto a sapere?” Chiese perplesso, intuendo che se Miles, avesse un
po' di orgoglio, prima o poi avrebbe avuto un confronto diretto con Mai e si
meravigliò di non averlo trovato sotto casa sua, quella sera.
“Ho
sottolineato ad effetto immediato. Ora che mi ci fai pensare, fammi
vedere se Teo, mi ha chiamato, o scritto…” Cercò il cellulare nella borsetta,
ma si era appena ricordata che lo aveva lasciato a casa, purtroppo non ci
entrava. “…uffa, la uccido tua sorella, le avevo detto che questa borsa è troppo
piccola, per tutte le mie cose, ma lei doveva dirmi ma cosa te ne fai di
tutte quelle cianfrusaglie” Imitò la sua voce e il tono, facendo ridere Trunks.
“Comunque
mi ha suggerito di portarmi la valigetta del pronto soccorso, non ho capito
perché”.
“Lo ha
fatto sul serio?” Chiese interrogativa, inarcando un sopracciglio “…credevo mi
prendesse in giro”.
*
Ormai
il locale era quasi vuoto, ma loro questo non potevano saperlo, perché separati
dalle altre sale.
Arrivò
anche l’ultima portata al loro tavolo, e quando l’ebbero finita, Mai si alzò
per andare un attimo al bagno.
Aveva
bisogno di un po' d’aria perché il vino le stava cominciando, a far girare un
po' la testa, ed iniziava a ridere anche per la cosa più stupida, e questo non
era affatto da lei, ma era anche segno, che stava bene.
Sebbene
fosse una militare, e le serate in compagnia degli altri soldati, fossero più
movimentate, e la birra scorresse a fiumi, da quando era diventata Generale,
aveva dato un taglio alle feste “clandestine”, ma non le aveva mai negate agli
altri, anche se comunque sarebbero stati puniti, se il giorno dopo non si
sarebbero presentati alle esercitazioni o ai turni di guardia assegnati da lei
stessa.
Aspettò
fuori dalla porta delle lady, in quanto aveva notato una signora entrare
prima di lei, avrà avuto si e no una cinquantina d’anni, capelli biondi ricci,
un buon portamento.
“Finalmente
sei uscita da lì” Disse una voce alle sue spalle, la riconobbe e con
disinvoltura di voltò.
“Oh!
Non pensavo di trovarti qui” Biascicò non dandogli tanta bada.
“Con
tutti i locali sparsi in giro per la città, ci siamo ritrovati proprio qui.
Questo è un segno del destino. Dobbiamo parlare” Le stinse il braccio e la
trascinò con forza fuori dal locale, da un’ uscita
secondaria, che dava in un vicolo poco illuminato.
“Lasciami,
non abbiamo niente da dirci noi”.
Miles
mollò la presa, e lei si massaggiò l’arto arrossato, se avesse avuto la forza
di Trunks, glielo avrebbe sicuramente spezzato come
un grissino.
“E
invece si” Le alitò sul volto “…per colpa tua mi hanno declassato, e hanno
nominato Teo, nuovo Generale”.
“Sei
ubriaco!” Esclamò girando i tacchi e cercando di rientrare.
Sapeva
che prima o poi, la conversazione avuta la mattina con il Comandante di Prima,
sarebbe venuta a galla, ma non pensava di dover affrontare l’argomento subito
la sera, quella sera in particolare.
Venne
trattenuta nuovamente, sempre per lo stesso braccio, in una morsa ancora più
stretta.
“Tu
ora ritorni in caserma e racconti di esserti sbagliata, che volevi mettere me
come nuovo Generale, e non quell’incapace di Teo”.
“Teo
se lo merita! E’ un bravo soldato e tu non vali
un’unghia sua” Gli ruggì cercando di liberarsi da quella trappola.
Ma
questo non fece altro, che fomentare la rabbia in lui, che cercò di colpirla in
pieno volto con la mano libera, che si fermò a mezz’aria.
“Lasciami
stronzo mi fai male” Si rivolse a Trunks
lamentandosi.
“Se
le torci un solo capello dovrai vedertela con me, insudicio ratto” I suoi occhi
si illuminarono di verde, e attorno a lui si stava materializzando un’aura
dorata, colpito da delle scosse, che ad un occhio inesperto, potevano sembrare
dei piccoli fulmini.
“Vattene
subito, e non farti vedere mai più”. Aggiunse in preda alla rabbia.
Sconvolto
da quello che stava per accadere al saiyan, Miles,
lasciò la presa, e corse via più veloce che poteva, era un abile corridore,
questo non lo si poteva negare.
Il saiyan prese la mira con la mano, era pronto a scagliare un
ki-blast, se Mai non lo avesse fermato in tempo.
“Trunks” Mai lo toccò e prese una leggera scossa, ritrasse
subito la mano che massaggiò prontamente.
“Scusami
Mai” Le disse ritornando in sé, non appena si accorse di quello che le aveva
involontariamente fatto.
“Sto
bene, tranquillo”.
Volse
lo sguardo al braccio, aveva ancora l’impronta della stretta della sua mano,
tatuata sull’avambraccio.
“Un
po' di pomata all’arnica e passa tutto”.
“Lo
avrei disintegrato, se non mi avessi fermato”.
“Lo
so, ma non ti preoccupare, i ratti tornano nelle fogne e credo che non tornerà
più a darmi fastidio” Disse baciandolo.
“Finché
ci sarò io, nessuno ti farà del male”.
*
Trunks l’accompagnò a
casa, anche se avrebbe voluto portarla da lui, ma lei giustificò il fatto di
non avere cambi per l’indomani, anche se sapeva che poteva benissimo chiedere a
sua madre o direttamente a sua sorella di prestarle qualcosa.
Ma
non volle insistere, proprio ora che si erano chiariti e messo a nudo i propri
sentimenti.
“Vuoi
salire?” Gli chiese, per quanto la riguardava era ancora presto, e come si
dice, la notte è giovane, e di finire la serata in quella maniera, non ne aveva
affatto voglia.
Avrebbero
avuto il ricordo di un’ottima cena, e di una fine rovinata da quel gran pezzo
di stronzo, no, non ci stava.
Non
c’era bisogno di chiederlo comunque, sarebbe passato anche dalla finestra, se gli
avesse impedito di accedere dalle scale principali.
“Grazie
al cielo, mi tolgo questi tacchi” Disse Mai facendo scivolare a terra, prima un
sandalo e poi l’altro, in modo tutt’altro che ordinato.
Il
contatto dei piedi nudi, sul pavimento fresco, fu una piacevolissima
sensazione, quasi paradisiaca.
“Non
farti vedere da mia sorella, che getti le scarpe in quella maniera” L’avvertì
ridendo.
“Vado
a prendere qualcosa da bere” Mai si avviò in cucina, facendo intanto accomodare
Trunks sul divano.
Ritornò
poco dopo con due bicchierini da liquore e qualche bottiglia tra le dita.
“Liquore
alla liquirizia, grappa, whiskey…ho anche altro se vuoi”.
“Hai
intenzione di farmi ubriacare e approfittarti di me?” Chiese malizioso
versandosi del liquore alla liquirizia.
“No”
Rise “…non ho bisogno di farti bere per farti mio” Si accomodò sensuale vicino
a lui.
“Trunks…” Lo richiamò con tono malinconico.
“Che
c’è?” Chiese sorseggiando il drink, notando il cambiamento del suo volto.
“Non
se non fossi arrivato tu, non so cosa sarebbe successo in quel vicolo”.
“Te
la saresti cavata come hai sempre fatto, magari gli avresti fatto più male tu
di me”. Rispose.
“Ma
uffa…non si può mai recitare la parte della tenera fanciulla indifesa” Si
imbronciò incrociando le braccia al petto.
“Mmm…allora saresti indifesa?” Chiese avvicinandosi
maliziosamente.
“Si,
tanto, tanto indifesa” Rispose mettendosi a cavalcioni sopra di lui,
avvicinando le labbra alla sue, affondando le mani nei capelli lilla, per poi
segnare un percorso con baci stampati, dalle gote fino al collo.
Gli
sbottonò anche la camicia grigia e gliela tolse, facendola ricadere nella parte
libera del divano.
Gli
accarezzò con delicatezza le spalle, per poi arrivare ai suoi pettorali, mentre
lo guardava negli occhi.
Lui
di tutta risposta, risalì con le mani dalle ginocchia, accarezzandole poi le
cosce, fino a finire sotto la gonna, per fermarsi ai glutei sodi e ben
allenati.
La
trasse più vicino a sé, fino a far incontrare i loro petti e le loro bocche
ancora una volta, bramose l’uno dell’altro.
Trunks iniziò a cercare
la zip che chiudeva il vestito, di solito si trovava nella parte posteriore, ma
non c’era, sembrava che quell’abito fosse stato disegnato da Satana in persona,
non si apriva da nessuna parte, e lui iniziava a spazientirsi.
“Come
si apre sto coso?”.
Mai
sogghignò divertita, era bello vederlo infastidirsi per una cosa così semplice
da fare.
“Cioè,
vuoi dirmi che potresti far saltare l’intero pianeta con un dito, e non riesci
a togliermi un vestito da dosso?” Lo schernì.
Di
tutta risposta, glielo strappò direttamente da dosso, facendo ricadere i pezzi
di stoffa sul pavimento, lasciandola solo in intimo.
Un
intimo molto provocante, fatto di pizzi e stoffe pregiate.
E Trunks, solo toccandole i glutei, aveva capito che non
indossava dei semplici slip, ma un perizoma molto provocante.
“Nooo, il mio vestito” Si lamentò cercando di raccogliere
ciò che rimaneva.
“Domani
te lo ricompro se ti piace tanto”. Senza perdere dell’altro tempo, la tirò con
delicatezza a sé, baciandola e ribaciandola ancora, riempiendola di carezze e
baci roventi.
“Sei
stato, molto, molto cattivo, Trunks, ti meriti una
bella punizione”.
Lo
prese per mano e lo condusse nella camera da letto, gettandolo direttamente con
la schiena, sul soffice materasso.
Con
un balzo, gli fu sopra, con l’intento di sfilargli i pantaloni di jeans neri,
che chiedevano di liberare quello che, a stento rimaneva ancora imprigionato.
Il
lilla si lasciò scappare un sussulto, quando Mai, gli sfiorò il rigonfiamento,
al centro dei boxer attillati.
“Non
è ancora il suo momento” Gli sussurro all’orecchio, iniziando a succhiargli il
lobo, per poi scendere giù sul collo, mentre la sua femminilità, premeva sul
suo bacino.
“Sei
perfida lo sai.”
Delicatamente,
Trunks, passò sopra di lei continuandola a baciare e
ad accarezzarle la lingua, iniziando una danza, che presto li avrebbe portati
insieme a raggiungere l’estremo piacere.
Le
tolse il reggiseno, scoprendo i seni sodi, li assaporò entrambi, inebriandosi
anche del loro profumo, ed infine si liberò degli ultimi due ostacoli con
estrema facilità.
Mai
aprì un po' di più le gambe d’istinto, pronta ad accoglierglielo in lei, in
un’unione fatta di piacere e amore puro.
Fu
delicato, come non lo era mai stato nell’arco dell’ultima settimana.
Sembravano
entrambi più leggeri, dopo la chiacchierata al ristorante, e l’intensità del piacere che ne
derivò da quell’atto, fu quasi il doppio, se paragonata a quelle delle volte
prima.
Rimasero
a guardarsi e a sorridersi, ancora un po', fino a quando Mai spense le luci, facendo
calare il buio nella stanza, e loro poterono abbandonarsi ad un sogno
liberatorio.
***
continua
*
Angolo dell’autrice: Ciao a tutti e
come promesso, eccomi con il continuo della cena, e la fine, e che finale
aggiungerei XD.
Miles
ha avuto quello che si meritava, speriamo abbia capito di lasciare in pace Mai,
ora ci penserà Teo a rendergli la vita un inferno, ce la farà?
Vi
aspetto per l’aggiornamento di lunedì o martedì.
Erika