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Autore: LadyHeather83    22/10/2020    3 recensioni
Mai se nè andata dalla Capsule Corporation insieme a Pilaf e a Shu, dopo aver confessato a Trunks il suo segreto.
Può questo separarli per sempre?
Estratto dal 2^ Cap. “Ehi Mai a cosa stai pensando?” Pilaf interruppe i suoi pensieri porgendole un pezzo di pane.
Non mangiavano da giorni e quel pasto era l’unica cosa che era riuscito a racimolare, o meglio a rubare al panettiere lì vicino.
“Non ho fame” Gli disse senza prendere niente.
“Devi pur mangiare qualcosa” Le disse Shu ancora con il fiatone per la corsa appena fatta per seminare quel pover uomo che li aveva beccati sul fatto.
“ Se solo fossimo rimasti alla Capsule Corp., lì avremo avuto di tutto” Si lamentò Pilaf addentando qual pasto.
“Già…ma perché ce ne siamo andati?” Chiese Shu facendo la stessa cosa.
“Perché Mai si è presa una cotta per il ragazzino e …” Non fece tempo a finire la frase che gli arrivò un sonoro ceffone che gli fece la guancia rossa.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mai, Trunks
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ALLA RICERCA DI MAI

*

Capitolo 26

*

Dopo essersi liberata da alcune incertezze, ed aver riacquistato più fiducia in se stessa, la cena proseguì nel migliore dei modi, con il racconto di aneddoti divertenti, sui loro ultimi dieci anni, come a voler colmare l’enorme voragine che, entrambi avevano lasciato.

Trunks le aveva confessato che in quegli anni, aveva avuto una storia importante, con una ragazza di nome Reiko, evitando il particolare che si stava parlando di una persona, pressoché identica nel suo aspetto.

Oltre che Mai, aveva appena confidato a Trunks, di quello che aveva combinato in caserma quella mattina stessa.

“Hai fatto bene” Le aveva detto sorseggiando il calice di rosso “…hai avuto la tua vendetta, in un modo o nell’altro”.

“Non volevo vendicarmi, sinceramente, ma volevo lasciare quei ragazzi sotto una guida vera. Anche Miles è un bravissimo soldato, niente da dire, ma Teo secondo me è più adatto, è un po' come me, quindi la mia mancanza si sentirà meno, sotto il suo comando”.

“Pensi di aver fatto la scelta giusta?”

Mai si portò il calice alla bocca, lasciando la sua impronta sbiadita, sul bordo.

“Non ho dubbi”.

“Che lo sia già venuto a sapere?” Chiese perplesso, intuendo che se Miles, avesse un po' di orgoglio, prima o poi avrebbe avuto un confronto diretto con Mai e si meravigliò di non averlo trovato sotto casa sua, quella sera.

“Ho sottolineato ad effetto immediato. Ora che mi ci fai pensare, fammi vedere se Teo, mi ha chiamato, o scritto…” Cercò il cellulare nella borsetta, ma si era appena ricordata che lo aveva lasciato a casa, purtroppo non ci entrava. “…uffa, la uccido tua sorella, le avevo detto che questa borsa è troppo piccola, per tutte le mie cose, ma lei doveva dirmi ma cosa te ne fai di tutte quelle cianfrusaglie” Imitò la sua voce e il tono, facendo ridere Trunks.

“Comunque mi ha suggerito di portarmi la valigetta del pronto soccorso, non ho capito perché”.

“Lo ha fatto sul serio?” Chiese interrogativa, inarcando un sopracciglio “…credevo mi prendesse in giro”.

*

Ormai il locale era quasi vuoto, ma loro questo non potevano saperlo, perché separati dalle altre sale.

Arrivò anche l’ultima portata al loro tavolo, e quando l’ebbero finita, Mai si alzò per andare un attimo al bagno.

Aveva bisogno di un po' d’aria perché il vino le stava cominciando, a far girare un po' la testa, ed iniziava a ridere anche per la cosa più stupida, e questo non era affatto da lei, ma era anche segno, che stava bene.

Sebbene fosse una militare, e le serate in compagnia degli altri soldati, fossero più movimentate, e la birra scorresse a fiumi, da quando era diventata Generale, aveva dato un taglio alle feste “clandestine”, ma non le aveva mai negate agli altri, anche se comunque sarebbero stati puniti, se il giorno dopo non si sarebbero presentati alle esercitazioni o ai turni di guardia assegnati da lei stessa.

Aspettò fuori dalla porta delle lady, in quanto aveva notato una signora entrare prima di lei, avrà avuto si e no una cinquantina d’anni, capelli biondi ricci, un buon portamento.

“Finalmente sei uscita da lì” Disse una voce alle sue spalle, la riconobbe e con disinvoltura di voltò.

“Oh! Non pensavo di trovarti qui” Biascicò non dandogli tanta bada.

“Con tutti i locali sparsi in giro per la città, ci siamo ritrovati proprio qui. Questo è un segno del destino. Dobbiamo parlare” Le stinse il braccio e la trascinò con forza fuori dal locale, da un’ uscita secondaria, che dava in un vicolo poco illuminato.

“Lasciami, non abbiamo niente da dirci noi”.

Miles mollò la presa, e lei si massaggiò l’arto arrossato, se avesse avuto la forza di Trunks, glielo avrebbe sicuramente spezzato come un grissino.

“E invece si” Le alitò sul volto “…per colpa tua mi hanno declassato, e hanno nominato Teo, nuovo Generale”.

“Sei ubriaco!” Esclamò girando i tacchi e cercando di rientrare.

Sapeva che prima o poi, la conversazione avuta la mattina con il Comandante di Prima, sarebbe venuta a galla, ma non pensava di dover affrontare l’argomento subito la sera, quella sera in particolare.

Venne trattenuta nuovamente, sempre per lo stesso braccio, in una morsa ancora più stretta.

“Tu ora ritorni in caserma e racconti di esserti sbagliata, che volevi mettere me come nuovo Generale, e non quell’incapace di Teo”.

“Teo se lo merita! E’ un bravo soldato e tu non vali un’unghia sua” Gli ruggì cercando di liberarsi da quella trappola.

Ma questo non fece altro, che fomentare la rabbia in lui, che cercò di colpirla in pieno volto con la mano libera, che si fermò a mezz’aria.

“Lasciami stronzo mi fai male” Si rivolse a Trunks lamentandosi.

“Se le torci un solo capello dovrai vedertela con me, insudicio ratto” I suoi occhi si illuminarono di verde, e attorno a lui si stava materializzando un’aura dorata, colpito da delle scosse, che ad un occhio inesperto, potevano sembrare dei piccoli fulmini.

“Vattene subito, e non farti vedere mai più”. Aggiunse in preda alla rabbia.

Sconvolto da quello che stava per accadere al saiyan, Miles, lasciò la presa, e corse via più veloce che poteva, era un abile corridore, questo non lo si poteva negare.

Il saiyan prese la mira con la mano, era pronto a scagliare un ki-blast, se Mai non lo avesse fermato in tempo.

Trunks” Mai lo toccò e prese una leggera scossa, ritrasse subito la mano che massaggiò prontamente.

“Scusami Mai” Le disse ritornando in sé, non appena si accorse di quello che le aveva involontariamente fatto.

“Sto bene, tranquillo”.

Volse lo sguardo al braccio, aveva ancora l’impronta della stretta della sua mano, tatuata sull’avambraccio.

“Un po' di pomata all’arnica e passa tutto”.

“Lo avrei disintegrato, se non mi avessi fermato”.

“Lo so, ma non ti preoccupare, i ratti tornano nelle fogne e credo che non tornerà più a darmi fastidio” Disse baciandolo.

“Finché ci sarò io, nessuno ti farà del male”.

*

Trunks l’accompagnò a casa, anche se avrebbe voluto portarla da lui, ma lei giustificò il fatto di non avere cambi per l’indomani, anche se sapeva che poteva benissimo chiedere a sua madre o direttamente a sua sorella di prestarle qualcosa.

Ma non volle insistere, proprio ora che si erano chiariti e messo a nudo i propri sentimenti.

“Vuoi salire?” Gli chiese, per quanto la riguardava era ancora presto, e come si dice, la notte è giovane, e di finire la serata in quella maniera, non ne aveva affatto voglia.

Avrebbero avuto il ricordo di un’ottima cena, e di una fine rovinata da quel gran pezzo di stronzo, no, non ci stava.

Non c’era bisogno di chiederlo comunque, sarebbe passato anche dalla finestra, se gli avesse impedito di accedere dalle scale principali.

“Grazie al cielo, mi tolgo questi tacchi” Disse Mai facendo scivolare a terra, prima un sandalo e poi l’altro, in modo tutt’altro che ordinato.

Il contatto dei piedi nudi, sul pavimento fresco, fu una piacevolissima sensazione, quasi paradisiaca.

“Non farti vedere da mia sorella, che getti le scarpe in quella maniera” L’avvertì ridendo.

“Vado a prendere qualcosa da bere” Mai si avviò in cucina, facendo intanto accomodare Trunks sul divano.

Ritornò poco dopo con due bicchierini da liquore e qualche bottiglia tra le dita.

“Liquore alla liquirizia, grappa, whiskey…ho anche altro se vuoi”.

“Hai intenzione di farmi ubriacare e approfittarti di me?” Chiese malizioso versandosi del liquore alla liquirizia.

“No” Rise “…non ho bisogno di farti bere per farti mio” Si accomodò sensuale vicino a lui.

Trunks…” Lo richiamò con tono malinconico.

“Che c’è?” Chiese sorseggiando il drink, notando il cambiamento del suo volto.

“Non se non fossi arrivato tu, non so cosa sarebbe successo in quel vicolo”.

“Te la saresti cavata come hai sempre fatto, magari gli avresti fatto più male tu di me”. Rispose.

“Ma uffa…non si può mai recitare la parte della tenera fanciulla indifesa” Si imbronciò incrociando le braccia al petto.

Mmm…allora saresti indifesa?” Chiese avvicinandosi maliziosamente.

“Si, tanto, tanto indifesa” Rispose mettendosi a cavalcioni sopra di lui, avvicinando le labbra alla sue, affondando le mani nei capelli lilla, per poi segnare un percorso con baci stampati, dalle gote fino al collo.

Gli sbottonò anche la camicia grigia e gliela tolse, facendola ricadere nella parte libera del divano.

Gli accarezzò con delicatezza le spalle, per poi arrivare ai suoi pettorali, mentre lo guardava negli occhi.

Lui di tutta risposta, risalì con le mani dalle ginocchia, accarezzandole poi le cosce, fino a finire sotto la gonna, per fermarsi ai glutei sodi e ben allenati.

La trasse più vicino a sé, fino a far incontrare i loro petti e le loro bocche ancora una volta, bramose l’uno dell’altro.

Trunks iniziò a cercare la zip che chiudeva il vestito, di solito si trovava nella parte posteriore, ma non c’era, sembrava che quell’abito fosse stato disegnato da Satana in persona, non si apriva da nessuna parte, e lui iniziava a spazientirsi.

“Come si apre sto coso?”.

Mai sogghignò divertita, era bello vederlo infastidirsi per una cosa così semplice da fare.

“Cioè, vuoi dirmi che potresti far saltare l’intero pianeta con un dito, e non riesci a togliermi un vestito da dosso?” Lo schernì.

Di tutta risposta, glielo strappò direttamente da dosso, facendo ricadere i pezzi di stoffa sul pavimento, lasciandola solo in intimo.

Un intimo molto provocante, fatto di pizzi e stoffe pregiate.

E Trunks, solo toccandole i glutei, aveva capito che non indossava dei semplici slip, ma un perizoma molto provocante.

Nooo, il mio vestito” Si lamentò cercando di raccogliere ciò che rimaneva.

“Domani te lo ricompro se ti piace tanto”. Senza perdere dell’altro tempo, la tirò con delicatezza a sé, baciandola e ribaciandola ancora, riempiendola di carezze e baci roventi.

“Sei stato, molto, molto cattivo, Trunks, ti meriti una bella punizione”.

Lo prese per mano e lo condusse nella camera da letto, gettandolo direttamente con la schiena, sul soffice materasso.

Con un balzo, gli fu sopra, con l’intento di sfilargli i pantaloni di jeans neri, che chiedevano di liberare quello che, a stento rimaneva ancora imprigionato.

Il lilla si lasciò scappare un sussulto, quando Mai, gli sfiorò il rigonfiamento, al centro dei boxer attillati.

“Non è ancora il suo momento” Gli sussurro all’orecchio, iniziando a succhiargli il lobo, per poi scendere giù sul collo, mentre la sua femminilità, premeva sul suo bacino.

“Sei perfida lo sai.”

Delicatamente, Trunks, passò sopra di lei continuandola a baciare e ad accarezzarle la lingua, iniziando una danza, che presto li avrebbe portati insieme a raggiungere l’estremo piacere.

Le tolse il reggiseno, scoprendo i seni sodi, li assaporò entrambi, inebriandosi anche del loro profumo, ed infine si liberò degli ultimi due ostacoli con estrema facilità.

Mai aprì un po' di più le gambe d’istinto, pronta ad accoglierglielo in lei, in un’unione fatta di piacere e amore puro.

Fu delicato, come non lo era mai stato nell’arco dell’ultima settimana.

Sembravano entrambi più leggeri, dopo la chiacchierata al ristorante, e l’intensità del  piacere che ne derivò da quell’atto, fu quasi il doppio, se paragonata a quelle delle volte prima.

Rimasero a guardarsi e a sorridersi, ancora un po', fino a quando Mai spense le luci, facendo calare il buio nella stanza, e loro poterono abbandonarsi ad un sogno liberatorio.

***

continua

*

Angolo dell’autrice: Ciao a tutti e come promesso, eccomi con il continuo della cena, e la fine, e che finale aggiungerei XD.

Miles ha avuto quello che si meritava, speriamo abbia capito di lasciare in pace Mai, ora ci penserà Teo a rendergli la vita un inferno, ce la farà?

Vi aspetto per l’aggiornamento di lunedì o martedì.

Erika

  
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