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Autore: 0421_Lacie_Baskerville    23/10/2020    2 recensioni
Avvertimento Spoiler All Might (ci sono vari spoiler fino alla quarta stagione di MHA e tutto FT)
Immaginiamo il mondo di MHA e che All Might abbia incontrato Erza Scarlet di FT, scappata dalla Torre e abbia deciso di adottarla. Immaginiamo la Erza di Fairy Tail, rinomata agenzia e accademia per eroi, assistere in TV ai fatti di Kamino e decisa ha proteggere la persona che è diventata suo padre, si trasferisca alla Yuei, seguita dai suoi amici Natsu e Lucy per proteggerlo.
Così incontra il successore di All Might, Midoriya Izuku, che resta profondamente colpito dall'esistenza di questa "figlia". Intanto la Yuei subisce diversi attacchi e dietro di essi si cela un unica persone che da anni manipola gli eventi della vita di Erza, in attesa di poter fare la sua mossa e vendicarsi del Simbolo.
I ragazzi dello Yuei e di Fairy Tail dovranno unire le forze per sconfiggere questa sinistra figura, intrecciando fra loro amicizie, amori e rivalità.
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: All Might, Dabi, Izuku Midoriya, Ochako Uraraka
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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40. Sotto un cielo stellato.

--- Erza Scarlet ---
Aveva tredici anni, quando capì per la prima volta cosa significasse essere un eroe e il Simbolo della Pace. Lo comprese trovandosi ad aspettare in una casa vuota e silenziosa che Toshinori tornasse dalla sua ultima missione.
Era corsa alla porta quando l’aveva sentita aprirsi, ma non era Toshinori la persona che si era trovata davanti, era quel suo strano collega, Sir Nighteye nel suo completo di sartoria, che l’aveva accompagnata in una stanza sterile e fatta sedere davanti a una figura avvolta da bende candide su cui correvano tubicini trasparenti.
Ricordava ancora la sensazione di estraneità con cui si era ritrovata a guardare quella figura che lei associava a Toshinori, giacere immobile sul letto, completamente ignara delle varie presenze che si alternavano davanti al suo capezzale e che si dolevano, gridavano e mormoravano, mentre lui continuava a dormire ed Erza restava in silenzio ad osservarlo.
Nessuno aveva sentito il bisogno di spiegarle cosa fosse successo, non coloro che urlavano né chi singhiozzava, e nemmeno Gran Torino che le aveva solo detto Dovresti parlargli. Se gli parli si sentirà stimolato a svegliarsi.
Per tutti loro, lei era poco più di una bambina, incapace di capire cosa stesse succedendo. Aveva già tredici anni, un’età che la rendeva decisamente più matura e ricettiva di una bambina, ma comunque ancora lontana dall’adolescenza.
se non si sveglia dovremmo trovare una sistemazione per quella bambina. aveva sentito dire a quello strano uomo in abito, Sir Nighteye, che la guardava sempre con freddezza e distacco. Ad Erza lui non piaceva, non più di quanto lei piacesse a lui. Si sopportavano giusto perché Toshinori ci teneva, perciò non si era sorpresa quando l’aveva sentito dire a Gran Torino. La cosa migliore sarebbe affidarla ai servizi sociali.
Toshinori non voleva che tornasse a vivere in un orfanotrofio. aveva commentato Gran Torino cupamente. Sir aveva risposto seccamente Il problema è che prenderla con lui è stata una follia. Non è minimamente in grado di gestirla e crescerla. Per il bene di entrambi, sarebbe meglio se l’affidassimo ai Servizi Sociali che le troveranno un’altra famiglia, con una madre e un padre che vogliano occuparsi di lei.
Erza aveva sentito un brivido correrle lungo la spina dorsale a quelle parole. Servizi sociali. Potevano anche pensare che non fosse abbastanza grande da capire tutto quello che si dicevano, ma sapeva fin troppo bene cosa ne sarebbe stato di lei senza Toshinori che se ne occupava.
 Sarebbe stata mandata in un orfanotrofio, in mezzo a centinaia di bambini che come lei non avevano altro posto in cui andare. Sarebbe tornata ad essere nulla di più di un nome sulla carta, un oggetto da mettere in mostra occasionalmente, quando una famiglia sarebbe venuta a cercare un figlio da adottare. Ma nessuno l’avrebbe mai presa con sé, non ora che aveva tredici anni e aveva alle spalle un passato traumatico.
Le famiglie preferivano bambini piccoli e meno problematici. Gli adolescenti e quelli che come lei che stavano nel mezzo – non più tanto bambini da essere viziati ma nemmeno abbastanza grandi da poter essere utili – venivano semplicemente lasciati lì e dimenticati.
Nessuna l’avrebbe voluta. Infondo, non l’avevano voluta nemmeno quando era stata una neonata, forse proprio per via di quei suoi strani capelli scarlatti.
L’unica persona che aveva teso la mano verso di lei, giaceva davanti ai suoi occhi.
Era così che aveva iniziato a fare un elenco delle cose che avrebbe fatto se Toshinori avesse aperto gli occhi. Nella sua mente, era andato a delinearsi chiaramente una lista delle cose che avrebbe cambiato se Dio o chi per lui, le avesse restituito quello strano uomo sempre allegro e un po' buffo.
Non era un elenco delle cose che avrebbero potuto fare insieme, perché se Toshinori voleva portarla a mangiare un gelato al porto o andare al Parco dei Divertimenti, a lei andava bene e lo seguiva sempre con piacere. Erano tutte quelle altre cose che sapeva che lui avrebbe voluto da lei, ma che Erza gli aveva sempre tacitamente negato, a cui aveva iniziato a pensare.
Se ti svegli sarò brava. Smetterò di dire che la tua cucina fa schifo. Indosserò sempre i bei vestiti che mi regali. Smetterò di picchiare gli altri e andrò a scuola. Quell’ultima promessa le costava una certa fatica, aveva già cambiato tre scuole e ogni volta, Toshinori ce la doveva portare di peso mentre lei sbraitava e si dimenava come una belva. Se ti svegli, smetterò di dire che sono un oggetto di cui ti libererai quando ti sarai stancato di giocare all’eroe. Non urlerò più. Non ti terrò sveglio la notte. Non romperò più gli oggetti solo per farti arrabbiare.
Mentre i giorni passavano, lei aveva continuato con quel suo bizzarro elenco. Se ne stava lì con la testa sul materasso, accanto a quella mano vuota e immobile a mormorare. Avrebbe imparato a cucinare, perché la cucina di Toshinori era davvero spaventosa e non potevano vivere per sempre di cibo d’asporto. Avrebbe smesso di attivare il suo quirk per distruggere le cose e farlo arrabbiare, anche se lui non urlava e non la picchiava mai e se proprio la sua rabbia non si dissolveva all’istante, semplicemente lasciava la stanza e tornava quando l’aveva sbollita. E poi…e poi…quella mano gli aveva accarezzato la testa ed Erza aveva pensato di ringraziare qualsiasi Dio avesse deciso di ascoltarla, di prendere quelle sue parole che non sapeva se potevano essere definite una preghiera ed esaudirle.
Così invece di sottrarsi come al solito a quella mano grande e sorprendentemente gentile, era rimasta immobile a lasciarsi accarezzare. Toshinori l’aveva guardata da prima confuso, poi sorpreso e infine felice, di non vederla scapare via come un felino inferocito davanti alle sue carezze.
 
La mano sulla sua testa era diversa. Famigliare, calda e gentile, ma non aveva lo stesso peso di quella di Toshinori. Erza aprì gli occhi, intontita, sfregando la guancia contro qualcosa di caldo e solido, sotto cui avvertiva un battito sordo.
≪ Uhm? ≫ mugugnò, assonnata.
Era buio, a parte per la luce lattea che entrava da una finestra e delineava il profilo di diversi letti, non si vedeva nulla.
Era sdraiata sotto un pesante lenzuolo, con la testa poggiata su un petto caldo e le dita contratte a stringerne la maglia.
≪ Ti sei svegliata ≫ sussurrò, accarezzandoli la testa. Erza reclinò il capo e si trovò a fissare due occhi verdi scintillanti e un sorriso dolce. ≪ Ben tornata fra noi, Bella Addormenta. ≫
≪ Izuku? ≫ mormorò confusa, strizzando gli occhi. ≪ Dove sono? ≫
Lui sgranò gli occhi e soffocò una risata. ≪ In ospedale. Ti sei addormentata così profondamente che pensavo non ti saresti svegliata nemmeno con le cannonate. ≫
Erza lo guardò intontita, le palpebre ancora appesantite dal sonno. Si sentiva il corpo indolenzito, disteso sotto la coperta e fra le braccia di lui.
Le dita di Izuku gli accarezzarono la guancia, scostandole una ciocca di capelli che si era appiccicata alla pelle.
Lo vide arrossire leggermente, mentre la guardava con gli occhi scintillanti. Le servirono diversi secondi per rendersi conto che era rannicchiata contro il suo corpo caldo, aggrappata ai suoi vestiti come una bambina.
Si raddrizzò di scatto, mettendosi a sedere e fissandolo intontita. Izuku fece una faccia delusa, mettendosi seduto più comodamente e guardandola di sottecchi.
Si ricordava di essersi appoggiata a lui mentre tutti chiacchieravano, ma non di essersi addormentata. Doveva essere crollata vinta dalla stanchezza.
≪ H-ho dormito…? ≫ si interruppe, guardandolo e realizzando di aver dormito su di lui per tutta la mattina.
Il viso le prese fuoco per un improvviso imbarazzo, mentre lui si schiariva la gola, arrossendo. ≪ Per tutto il giorno, si. ≫ Le lanciò un’occhiata obliqua, aggiungendo. ≪ M-mi hanno detto che non hai dormito praticamente nulla in questi giorni, perciò ho immaginato fossi distrutta. ≫
Lei scosse la testa. Non aveva avuto tempo per riposare, la sua mente era troppo agitata e affollata di pensieri per riuscirci.
Distolse lo sguardò imbarazzata e il suo sguardo cadde sul letto accanto a quello di Izuku. Sussultò nel riconoscere Gray, con addosso solo un lenzuolo - sotto cui sperava ci fossero anche un paio di boxer - e il braccio a circondare il corpicino di Wendy. Russava come un trattore, mentre la ragazzina se ne stava accoccolata contro il suo petto nudo, profondamente addormentata.
Dall’altra parte, Juvia si era incollata alla schiena del ragazzo, con il viso sepolto fra le sue scapole.
Se l’avesse vista Charle quella scena, avrebbe dato di matto. Anche Erza si sentì un po' infastidita dall’idea che qualcuno potesse avvicinarsi tanto impunemente a quella ragazzina che era diventata un po' la sorellina che non aveva mai avuto.
Dov’era Iida e la sua morale quando servivano? Dormiva, silenzioso e composto perfino nel sonno, così come Todoroki, con la testa affondata nel cuscino, mentre Elfman e Gajil russavano come e più di Gray.
≪ Tutto bene? ≫ le chiese Izuku, sfiorandole una guancia con dita calde e scostando una ciocca di capelli rossi che le si era attaccata alla pelle. ≪ Stavi facendo un bel sogno? ≫
Erza corrugò la fronte, più che un sogno era stato come rivivere un ricordo. Doveva essere stato il fatto che aveva rincontrato quella persona dopo anni ad averle riportato alla mente quel ricordo.
≪ N-no, ma non sono sicura che fosse nemmeno un brutto sogno. ≫ mormorò, lasciandolo perplesso. ≪ E tu perché non dormi? ≫
Lanciarono un’occhiata ai tre ragazzi che russavano sonoramente, storcendo la bocca. ≪ Anche se una mezza idea del perché ce l’ho. ≫.
Bisognava essere sordi per dormire con tutto quel baccano, non riusciva a capire come ci riuscissero Shouto e Iida. Izuku accennò un sorriso e si strinse nelle spalle, mormorando. ≪ Immagino che avendo dormito così tanto in questi giorni che ora non riesco ad addormentarmi. ≫
≪ Sicuro non siano loro la causa? ≫ commentò, cercando qualcosa da lanciare a Gray, se pensava che si fosse dimenticata della foto della torta, si sbagliava di grosso. Meditava vendetta da tempo, ormai.
≪ No, anche se devo ammettere che sono sorpreso che tu non ti sia svegliata prima, visto la confusione che c’è stata. ≫ commentò con un sorriso. ≪ Sono venute anche le ragazze e c’è stata una gran confusione per tutto il giorno, ma né tu né Wendy avete dato segno di esservene accorte. ≫
Erza si sentì bruciare le guance per l’imbarazzo. Non poteva credere di aver abbassato così tanto la guardia davanti a tutte quelle persone, anche se erano i suoi amici.
Si accorse in quel momento di avere i capelli arruffati e i vestiti stropicciati.
Oh Cristo Iddio, doveva avere un aspetto tremendo e nonostante questo, Izuku la stava fissando con un luccichio negli occhi che accentuò il suo nervosissimo.
Si lisciò i capelli con le dita, pregando di non aver anche sbavato o russato, mentre dormiva. Quello si che sarebbe stato imbarazzante.
Izuku abbassò lo sguardo sulle dita che si stava tormentando, incupendosi. ≪ Pensavo ad All Might… non ci sono stati mutamenti nelle sue condizioni. Vorrei poter fare qualcosa perché possa svegliarsi. ≫
Il suo cuore fu trafitto da una fitta di angoscia. ≪ Si…anche io ≫ sussurrò, con un filo di voce. Si strinse le braccia intorno al corpo, rabbrividendo nell’aria fredda. ≪ Sembrerà strano, ma stavo sognando l’ultima volta che è rimasto incosciente per tanto tempo. ≫
Izuku sollevò di scatto la testa, guardandola nella fievole luce della luna. ≪ Intendi…? ≫ Si guardò attorno guardingo, prima di sussurrare con un filo di voce ≪ quando ha combattuto la prima volta contro All for One e si è proccurato tutte quelle ferite che hanno ridotto il suo limite di utilizzo del quirk? ≫
≪ Te ne ha parlato. ≫ constatò, abbassando la voce. Lui annuì, nervosamente. ≪ S-si, più o meno. Non sapevo che era stato in coma. ≫
Non era sorpresa che l’avesse fatto. Quel ragazzo piaceva davvero a Toshinori e si era guadagnato la sua fiducia molto più velocemente di quanto avesse fatto lei.
 Sospirò, passandosi una mano fra i capelli e trovandoli pieni di nodi.
Ah come avrebbe voluto darsi una bella sistemata e rendersi presentabile, pensò, arrossendo imbarazzata. In quelle condizioni, i membri di Fairy Tail l’avrebbero presa in giro senza ritegno.
Per qualche secondo restarono in silenzio ad ascoltare gli altri dormire, finché Izuku non si schiarì la voce, facendole alzare lo sguardo.
Lo trovò che la fissava nervosamente. ≪ E-ecco, ti potrà sembrare una domanda strana ≫ sussurrò, lanciando un’occhiata attorno per assicurarsi che tutti stessero dormendo. ≪ però ecco, dopo tutto quello che è successo, non vorrei avessi cambiato idea. ≫
Erza lo guardò perplessa, senza capire di cosa parlasse. Era sempre stato un tipo nervoso, ma di genere lo era perché gli si avvicinava troppo ed era timido. Adesso, non riusciva a immaginare cosa l’avesse messo in agitazione.
Izuku deglutì, arrossendo. ≪ S-stiamo ancora in-insieme, giusto? ≫ chiese, guardandola speranzoso.
Sussultò, sentendosi arrossire. ≪ N-non lo so ≫ disse, vedendolo irrigidirsi e trattenere il fiato. Erza si lasciò scappare un sorrisetto. ≪ Non sono sicura di voler stare con un idiota che si mette a fare sollevamento pesi con un drago. ≫
Afferrò il cuscino alle sue spalle e lo colpì in faccia con una cuscinata, ridacchiando. Izuku barcollò e la guardò con gli occhi sbarrati. Un lampo gli attraversò lo sguardo nel momento in cui realizzò che lo prendeva in giro. ≪ Tu! ≫ esclamò, stringendo le labbra e arrossendo. Si sporse in avanti cercando di strappargli di mano il cuscino. ≪ Ti diverte prenderti gioco di me, eh? ≫
≪ Non ne hai nemmeno idea. ≫ replicò lei, ridacchiando.
Izuku le strappò di mano il cuscino, portandoselo dietro la schiena come se volesse colpirla. Esitò, sentendo gli altri agitarsi nel sonno, disturbati dalla confusione che stavano generato.
Erza si sporse in avanti e afferrò la federa, cercando di strappargliela via, ma Izuku non mollò la presa. Il tessuto si stracciò con un suono assordante che indugiò nell’aria, mentre una pioggia di piume e cotone cadde sulle loro gambe.
Si guardarono, trattenendo il fiato.
Una smorfia divertita comparve sul viso di Izuku, specchio di quella più ampia e disinvolta che si fece largo sul viso di Erza.
Shouto emise un basso sbuffò, si voltò dall’altra parte e non si mosse più. Gajil non reagì, mentre Gray si limitò a tacere per un istante, disturbato e inquieto, per poi riprendere a russare. Iida grugnì nel sonno, ma non diede nessun’altra reazione.
Erza si rilassò, sollevata. C’era mancato poco che si svegliassero.
≪ Tornando a noi. ≫ disse Izuku, accennando un sorriso. I suoi occhi scintillavano divertiti. ≪ E a quello che hai appena detto…concordo. ≫
Erza sussultò, guardandolo sorpreso. Non stava dicendo davvero che…?
≪ Nemmeno io sono sicuro di voler stare con una come te. ≫ disse con un sorrisetto astuto che le fece balzare il cuore in gola. ≪ Una che distrugge macchine degli ex delle sue amiche quando è ubriaca. ≫
Erza trasalì, impallidendo. Per un attimo, pensò di aver sentito male, ma era una speranza vana. Aveva sentito benissimo, purtroppo. ≪ E-e tu come fai a saperlo? ≫
Il sorriso che le rivolse era impertinente e fece scintillare il verde dei suoi occhi. ≪ Oh chissà. Potrei aver fatto qualche ricerca. ≫ sghignazzò, compiaciuto.
 Erza sentì le guance bruciare.
Mirajane. Era stata lei, sicuro. Non vedeva l’ora di metterla in imbarazzo.
Lo guardò ansiosa, agitandosi sul letto e facendo volare per aria qualche batuffolo di cotone e piume.
Certo, però poteva essere stati pure Cana o Gray. Poteva essere stato Max o qualsiasi altro membro di Fairy Tail. A parte Laxus – che non era proprio il tipo – tutti gli altri adoravano i pettegolezzi e avrebbero colto al volo l’opportunità di metterla in imbarazzo.
≪ C-chi te l’ha detto? è stata Mira, vero? ≫ domandò ansiosa, agitandosi. ≪ Non la devi ascoltare, si diverte a mettermi in difficoltà. ≫
≪ Come mai così nervosa? ≫ replicò divertito, sbattendo le ciglia serafico.
Erza si morse il labbro, avrebbe fatto un massacro, tutti i membri di Fairy Tail ne avrebbero pagato il pegno. ≪ C-cosa ti hanno raccontato? ≫ domandò preoccupata.
Izuku inarcò un sopracciglio. Era evidente che si stava divertendo a vederla così tesa e nervosa, imbarazzata, mentre lui era rilassato e vivace. ≪ Perché? C’è forse qualcosa di molto imbarazzante che non avrei dovuto sapere? ≫
Erza non rispose, limitandosi a guardarlo con gli occhi sbarrati. Si morse l’interno della guancia, tormentandosela ansiosamente.
 C’era una lunga lista di cose che avrebbe preferito che non sapesse mai, come che lei, Natsu e Gray avevano fatto il bagno nudi nelle acque turbolente di Malibu, con la luna alta a illuminare l’oceano nero e gorgogliante.
Quando Lucy si era unita al loro team, Natsu le aveva fatto promettere che non gliel’avrebbe mai raccontato. Come se ne avesse mai avuta intenzione.  
C’era quella volta in cui lei e Mira avevano fatto una scommessa ed Erza aveva perso. Aveva dovuto vestirsi da coniglietta sexy e presentarsi nella sala comune, davanti a tutti i suoi compagni e ai professionisti, conciata in quel modo. Ricordava ancora i ragazzi che le fischiavano dietro e facevano commenti e apprezzamenti su di lei, mentre lei bolliva di rabbia e desiderava solo strozzare Mirajane.
 Inutile dire che poi gli aveva pestati così forte che Loki era rimasto in ospedale per un mese e lei si era dovuta sorbire una doppia ramanzina dal Master e da Toshinori.
Le ore più lunghe e massacranti della sua vita, quelle passate sul divano davanti a un Toshinori furioso. Difficilmente avrebbe dimenticato il suo lunghissimo discorso sul decoro, il rispetto per sé stessi e il proprio corpo e varie altre cose che non aveva ascoltato del tutto perché sopraffatta da tutto il resto.
C’era la punizione che Laxus le aveva inflitto l’unica volta che aveva combattuto contro di lui e aveva perso, ma di quella aveva cancellato qualunque traccia e nemmeno Mira e Cana potevano essere così folli da parlarne.
Nemmeno Laxus ne aveva il fegato.
C’era anche il suo primo bacio, dato fra gli scafali dell’archivio di Fairy Tail, zeppi di libri e carte ammuffite. Un premere cauto delle labbra, un muovere goffamente le lingue, incerti e insicuri su come e cosa fare.
Le guance le scottarono.
≪ Ehm, no. Ma solo per curiosità, che ti hanno detto? ≫ insistette, a disaggio. Izuku ridacchiò, allungando una mano e prendendole la sua. ≪ Non te lo dirò mai. Ma è stato divertente sentire certi aneddoti. ≫
≪ Io non lo trovo divertente. ≫ protestò lei. Altro che divertente, lei lo trovava terrificante. Dio solo sapeva cosa avevano tirato fuori Mira e Cana dalle loro menti, ma se Izuku le rivolgeva ancora la parola ed era così di buon umore, forse gli avevano risparmiato le cose peggiori.
Per ora.
Vedendola a disaggio, si sporse in avanti con un sorriso gentile sulle labbra.
≪ Tu hai le foto che ti ha dato mia madre, nascoste da qualche parte nel Kansou, ed io ho i tuoi aneddoti imbarazzanti. Direi che è abbastanza equo. ≫ commentò, intrecciando le loro dita.
Erza sospirò, non lo trovava per nulla equo. Ci avrebbe scommesso che Midoriya Izuku non aveva mai fatto niente di realmente imbarazzante in vita sua, mentre lei…quello che Toshinori non sapeva non poteva certo ferirlo e inoltre, le risparmiava una lunga, estenuante e terrificante, ramanzina.
Lo scrutò un istante. No, era impossibile gli avessero raccontato della coniglietta, non sarebbe stato così calmo e rilassato.
≪ Quindi…non hai risposto alla mia domanda. ≫ commentò lui, guardandola nervosamente, le labbra tese in un sorriso tremante. Le stava stringendo la mano così saldamente da farle quasi male.
Juvia emise un sospiro che gli fece sussultare entrambi.
Aveva la sensazione che la stessero tenendo d’occhio, nonostante sembrassero addormentati. Le orecchie tese a captare ogni loro parola e azione. Stava diventando paranoica? Forse. Ma visto che oltre metà della sua vita era stata tenuta sotto stretto controllo da Gerard e dalla Regina, non le sembrava affatto strano che fosse così.
La Regina dei Draghi, sua madre, era ancora là fuori da qualche parte. Non aveva idea in che stato e con quali progetti nella mente, sempre se non era morta.  
Il suo sguardo cadde sui compagni addormentati, temendo che aprissero gli occhi e la vedessero in quel momento. Una cosa era che fosse Midoriya a vedere quel lato di lei, un’altra era permetterlo ai suoi compagni.
≪ Riesci a camminare? ≫ gli chiese Erza, scivolando giù dal letto e riversando sulle piastrelle l’imbottitura.
Izuku sbatté le palpebre confuso. ≪ Uhm si, perché? ≫
Il sorriso che comparve sul viso di lei aveva una punta di malizia. Lo trascinò in piedi, dicendo piano. ≪ Andiamo a cercare un posto meno affollato. ≫
Izuku la seguì con le guance arrossate, continuando a guardarsi indietro preoccupato. ≪ N-non vedo dove potremo trovarne uno. ≫ mormorò inquieto.
Lei conosceva il posto perfetto per stare un po' da soli. Glielo aveva mostrato Ashido ed era lì che le ragazze avevano iniziato ad andare a rifugiarsi, quando volevano stare da sole, senza ragazzi fra i piedi.
A quell’ora era improbabile trovare qualcuno.
≪ Ti piacerà. Non ci dovrebbe essere nessuno a quest’ora. ≫ mormorò, fermandosi a sbirciare all’angolo di un corridoio, per assicurarsi che nessuno li vedesse. Non voleva che un’infermiera troppo zelante rispedisse Izuku a letto.
La sua mano era calda in quella di Erza, la stringeva con attenzione.  Attraversarono i corridoi silenziosi, dove il personale medico ancora si muoveva stancamente, e salirono le scale di soppiatto.  
Erza aprì la porta del tetto e lasciò che Izuku le passasse davanti.
L’aria gelida le punse la pelle, densa di umidità e dell’odore della calce e del cemento, sospinti da una brezza leggera. Izuku attraversò il tetto e si avvicinò alla ringhiera, guardando con occhi tristi e scuri lo scenario tetro che si stendeva davanti a lui.
≪ Stanno ancora riparando la centrale elettrica. ≫ gli spiegò Erza, avvicinandosi a sua volta. ≪ Perciò la distribuzione elettrica è limitata. ≫
Oltre la ringhiera invece di una città illuminata c’era solo un buio pesto e denso che si stendeva fino all’orizzonte. Erza però sapeva cosa nascondeva quel buio: edifici sventrati, strade ingombrate dalle macerie, accampamenti improvvisati.
Stavano ricostruendo e sbarazzando il più velocemente possibile, ma c’era ancora così tanto lavoro da fare che a volte pensava non sarebbero mai riusciti a riportare la città alla normalità.
≪ È una vista spaventosa. ≫ sussurrò Izuku, stringendo la ringhiera e guardando giù con il viso oscurato da un cipiglio cupo.
Gli ospedali erano gli unici a poter contare su generatori autonomi che Kaminari e Laxus continuavano a ricaricare ogni volta che ce n’era bisogno. Le luci del giardino erano accese e illuminavano il tappetto di erba secca e foglie. Erza vide il colore sgargiante degli aceri, il rosso vivo e l’oro antico delle loro foglie che amicavano dalle ombre in cui erano sprofondati. Perfino in quella luce soffusa e a quell’altezza, sembravano catturare tutta la luce.
Guarda, è la stessa tonalità di rosso dei tuoi capelli aveva detto Gerard, accostando quelle stesse foglie ai suoi capelli e mettendolo a confronto. Il rosso delle foglie era lo stesso rosso cupo dei capelli di Irene e delle sue squame scintillanti. Lo stesso del sangue che era sgorgato dal ventre di Erza, nel momento in cui Gerard aveva affondato la sua lama nella carne. Era il sangue che era scaturito dalle profonde ferite riportate da Toshinori e da Izuku.
Le labbra di lei si schiusero a lasciar sfuggire il respiro tremante. La sua mano scivolò su quella del ragazzo al suo fianco, stringendogliela.
Izuku sollevò la testa, voltandosi a guardarla.
≪ Non era questo che volevo mostrarti. ≫ sussurrò suadente, spingendolo ad allontanarsi dalla ringhiera e indietreggiare con lei.
Izuku arrossì, guardandola con una strana luce negli occhi e una certa inquietudine. Un angolo della bocca di Erza si sollevò in un sorrisetto. ≪ Stai di nuovo facendo pensieri perversi, vero? ≫
Il rossore sulle sue guance si espanse fino a coinvolgere le orecchie e il collo, trattenne bruscamente il fiato, irrigidendosi. ≪ N-no. ≫
≪ Bugiardo. ≫ rispose, abbassandosi davanti a lui. Izuku sbarrò gli occhi, trattenendo il respiro. Si irrigidì nel vederla inginocchiarsi e restò immobile a fissarla. Erza si sentì avvampare le guance, reclinando la testa per guardarlo e stringendoli la mano. Non serviva certo un genio per capire dove stesse andando a correre la mente di lui.
≪ E-Erza, co-cosa…? ≫ balbettò, con una nota acuta nella voce. Lei lo trascinò giù, spingendolo a sedersi a terra con lei.
≪ Zitto e sdraiati. ≫ gli disse, scuotendo la testa. Izuku si morse il labbro, incerto. La guardò stendersi a terra, pancia in su, sotto quello sguardo smeraldo che non la lasciava un istante. Perfino in quella luce fioca riusciva a vedere quanto era arrossito.
Si sdraiò, muovendosi goffamente e mormorò teso. ≪ Cos-cosa…? Oh! ≫ Il respiro gli restò impigliato in gola, strappandole un sorriso.
I suoi occhi si era fissati in alto, dove stava guardando anche lei. Sospirò, stringendoli la mano più forte. ≪ Senza tutto quell’inquinamento luminoso, le stelle si vedono molto meglio. ≫  
Izuku ricambiò la stretta, senza distogliere lo sguardo dalla volta celeste e dalle centinaia di stelle brillanti che vi splendevano, riflettendosi nei suoi occhi. Fortunatamente, era una notte limpida, senza nuvole a impedirne la vista. Raramente, Erza aveva visto un cielo come quello e mai in quella parte del mondo. Eppure, il suo sguardo continuava a spostarsi sul ragazzo al suo fianco.
Non riusciva ancora a credere di aver passato gli ultimi giorni ad aspettare che lui si svegliasse. Gli sembrava sempre che uscendo dalla camera di Toshinori, lo dovesse incontrare per i corridoi, che l’avrebbe trovato a chiacchierare pacatamente con Iida o a cercare di calmare Natsu. Invece, era sempre rimasto addormentato, a portata di mano ma comunque irraggiungibile.
≪ Oh ≫ ripeté Izuku con sorriso euforico. ≪ È bellissimo. ≫
≪ Di genere, si pensa che il cielo notturno sia più bello in estate ≫ mormorò Erza, sollevando la mano e indicando un gruppo di stelle. ≪ in realtà lo è di più in inverno. Quella è la costellazione dell’Orsa Minore e lì c’è la stella polare. ≫ Il suo dito corse a indicare una stella più luminosa delle altre. Izuku infilò l’altra mano dietro la nuca, sistemandosi più comodamente sul pavimento freddo.
Erza reclinò la testa di lato, lasciando che le loro spalle si toccassero. La sua voce era tranquilla, mentre gli diceva. ≪ Beh, questa è l’attuale stella polare. ≫ precisò, facendo scorrere il dito su un’altra stella. ≪ Quella è Vega. Vedi le stelle che la circondano? Formano la costellazione di Lira. ≫
Izuku reclinò la testa, lanciandole un’occhiata. ≪ Vi insegnano questo a Fairy Tail? I nomi delle stelle? ≫
≪ Tacci e ascolta, ti sto insegnando una cosa utile. ≫ replicò, sbuffando. ≪ Una volta era Vega la stella polare, ma la sua posizione è cambiata nel corso dei secoli, allontanandosi dal Nord. Questo perché il moto dell’asse terreste cambia la posizione delle stelle ai nostri occhi. Perciò, Polaris è l’attuale stella polare e indica il Nord. Se la riconosci puoi orientarti ovunque ti trovi. ≫
≪ Immagino che adesso sia un tantino più facile. ≫ commentò lui, con voce sommessa. ≪ Insomma, ci sono modi più tecnologici per trovare il Nord o la strada da percorrere. ≫
Erza sorrise divertita. Parlava proprio come un ragazzo di città, ingenuamente convinto che tutto il mondo potesse essere messo sotto il controllo di un navigatore. Avrebbe voluto vederlo alle prese con la foresta pluviale o con le alte quote, dove nemmeno i navigatori più moderni potevano aiutarti. Non che non fossero utili quando funzionavano.
Appunto, quando funzionavano.
Spesso e volentieri non prendevano nemmeno vita e se non sapevi cavartela senza, eri spacciato.
≪ Ti sorprenderebbe sapere quanti posti ci siano al mondo in cui la tecnologia non funziona affatto. Anche se è satellitare. ≫
Lui corrugò la fronte, per nulla convinto. Lo sentì rabbrividire, sdraiato sul pavimento gelato. La guardò con la coda dell’occhio, timidamente. ≪ Mi hai portato qui per una lezione di astronomia? ≫
Erza si sentì attraversare da un brivido nervoso. C’era silenzio intorno a loro ed era quasi assordante e sinistro dato che si trovavano nel centro della città.
Era autunno inoltrato e l’aria fredda si insinuava dentro la stoffa leggera dei vestiti, anche il pavimento era freddo e quella sensazione pungente gli penetrava nella carne. Ad Erza non dispiaceva, ma vedendo che Izuku stava leggermente tremando, prese una coperta termica dal Kansou e la distese su entrambi.
 ≪ Hai qualcosa contro l’astronomia? ≫ domandò, sdraiandosi al suo fianco e premendosi contro il suo corpo. ≪ Oppure, hai qualcosa di meglio da fare che stare qui a guardare le stelle con la tua ragazza? ≫
Trasalì, strappandole un sorrisetto. ≪ R-ragazza? ≫ ripeté, con un luccichio negli occhi grandi e febbricitanti. ≪ Ah, penso che la mia ragazza si altererebbe se mi sapesse qui. È un tipo piuttosto irruente e maneggia una spada. ≫
≪ Se non ti ha ucciso fino ad oggi è probabile che tu sopravviva. ≫ commentò lei, girandosi su un fianco per guardarlo meglio. ≪ Infondo, penso che sia anche troppo paziente con te. ≫
Izuku la guardò scettico. ≪ A me pare che attenti alla mia vita costantemente. ≫
≪ Ah davvero? A me non pare proprio. ≫ commentò indispettita. Se avesse davvero provato a toccarlo con un dito, Toshinori l’avrebbe tirata per un orecchio e fatto una lavata di capo che non avrebbe più dimenticato.
Una fitta di tristezza le attraversò il petto al pensiero dell’uomo che ancora non si era svegliato e lottava tra la vita e la morte. Erza non sapeva se e quando si sarebbe svegliato, ma sperava che arrivasse presto quel momento.
Si strinse contro il fianco del ragazzo, cercando di scacciare quel improvvisa sensazione di freddo con il calore del corpo di lui. Izuku accennò un sorriso nervoso. ≪ Invece si, nemmeno un giorno che la conoscevo e mi ha chiuso in uno sgabuzzino per farmi il terzo grado. Era decisamente un attentato. ≫
≪ Mineta e Kaminari mi avrebbero ringraziato al tuo posto! ≫ replicò, trattenendosi a stento da colpirlo con un pugno. Wendy l’aveva appena rimesso a posto, non poteva romperlo di già. ≪ E poi ha parlato quello che aspetta che le ragazze stiano dormendo per baciarle! ≫
Izuku trasalì, sbiancando e la guardò incredulo.
Il sorriso che Erza gli rivolse era fulmineo e sarcastico. ≪ Non avrai davvero pensato che non me ne sarei accorta? ≫ commentò, abbassando la voce. Se n’era accorta eccome, anche se intontita dal sonno aveva sentito la sua bocca sulla sua e il suo respiro infilarsi fra le sue labbra schiuse. Izuku aprì la bocca e la richiuse di scatto, avvampando. ≪ I-io…posso spiegare. ≫
≪ Oh si, lo so. ≫ rispose lei, arricciando le labbra. ≪ Una bella ragazza nel tuo letto, come resistere alla tentazione. ≫
Il rossore sulle sue guance si fece più intenso. I suoi occhi si scurirono. ≪ S-se lo sapevi perché non hai detto niente? ≫
Erza non rispose, ignorando la domanda. Scosse la testa, stringendo le labbra. ≪ E comunque ti avrei dato un quattro per quel bacio.  ≫
Izuku trasalì, ferito. Impallidì, distogliendo lo sguardo. ≪ Ah ≫ commentò, con un filo di voce e le labbra tremanti. Erza strofinò il mento contro la sua spalla, arrossendo. ≪ E un otto per il secondo bacio. ≫ disse provando a rabbonirlo. ≪ Anche se avrei da ridire perché hai tergiversato un sacco. ≫
≪ S-sei crudele. ≫ rispose a mezza voce lui, guardandola cupamente. Il suo viso si era adombrato, distolse lo sguardo infastidito. ≪ Lo sapevi e mi hai comunque detto di lasciarti alla Torre. ≫
≪ Si, perché era pericoloso per voi. ≫ rispose a mezza voce, le dita affondarono nel tessuto del suo pigiama ospedaliero. ≪ E non sapevo se ne sarei uscita viva. Per questo, non ho detto niente. Pensavo che prima o poi avrei comunque dovuto combattere quella battaglia e meno cose importanti c’erano nella mia vita, più semplice sarebbe stato affrontare quello che sarebbe venuto. ≫
Il verde negli occhi di lui era come le foglie degli alberi avvolti dalla notte. ≪ Caso mai è il contrario. Più sono le cose importanti, più ti impegni per proteggerle. ≫
Lo sentì sussultarle in petto, il cuore, stretto da una morsa dolorosa. Era quello che aveva cercato di dirgli Toshinori, in centinaia di modi diversi, ma che lei non aveva mai voluto ascoltare.
Non le vorresti proteggere con le tue mani, le cose e le persone che ami?  
Pensò ai suoi compagni di Fairy Tail. Si era sempre tenuta un po' distante anche da loro, conscia che prima o poi avrebbe dovuto combattere contro Gerard. Allora, non sapeva se avrebbe vinto oppure no, non sapeva cosa fosse realmente successo al suo amico. Nonostante, avesse tenuto a distanza un po' tutti quanti, Lucy e Natsu erano venuti per lei. Gray e gli altri l’avevano rimproverata di non avergli coinvolti e perfino Iida, Jirou, Bakugou e Kirishima, gli erano stati vicini in quei giorni.
≪ Izuku…? ≫ sussurrò, facendolo voltare a guardarla. Erza strinse le labbra, la voce ridotta in un sussurro. ≪ Non farlo mai più. Questa volta ho usato un cuscino, ma se ti azzardi a rifare una cosa così pericolosa… ≫ Rabbrividì, interrompendosi. Ce l’aveva ancora davanti gli occhi, l’immagine di lui coperto di sangue che respirava a stento. Si era sentita soffocare anche lei. Prima per Toshinori poi per Izuku, entrambi in procinto di morire e per mano della stessa persona. ≪ Ti faccio a pezzi con le mie mani. Non sto scherzando. ≫ Lo fulminò con lo sguardo. ≪ Tu non mi conosci arrabbiata, ma fidati, se perfino Toshi e Natsu evitano di farmi infuriare c’è una ragione. ≫
Le labbra di Izuku si arricciarono in una smorfia. Si voltò su un fianco, guardandola seriamente. ≪ Si, beh, mi dispiace se ti ho fatto preoccupare. ≫ mormorò piano, allungando la mano per accarezzarle il viso. Le sue dita calde seguirono la curva della fronte, sfiorando la tempia e disegnando la forma dello zigomo, lasciandosi dietro la sensazione calda del suo tocco. ≪ Ma anche tu mi hai fatto prendere un colpo per tutte le ferite che hai subito. ≫
Erza socchiuse gli occhi, sentendosi stringere lo stomaco in una morsa quasi dolorosa. Solo a sentire quelle dita sul viso le sembrava si sentire meno freddo.
≪ Se devo essere sincero, ho davvero temuto che non ne saremo usciti vivi. ≫ la sua voce ebbe un tremito incerto. ≪ A-avevo paura per te. Hai idea di quanto mi sia spaventato nel vederti crollare? Quando Azume ha detto che volevano te e poi la Regina… ≫ Izuku si interruppe sentendola trasalire.
Sua madre. Irene Belserion. Da quando l’avevano sconfitta aveva cercato di scendere a patti con quella notizia, ma ancora faticava a gestire quella nuova consapevolezza.
Quante vite erano state distrutte per il desiderio di un'unica persona, per realizzarne i piani. Tutto perché Irene voleva un nuovo corpo umano di cui impossessarsi.
≪ Erza? ≫ la chiamò piano, percorrendole il viso con le dita leggere. ≪ Scusa. Forse non ne volevi parlare di lei. ≫
Il respiro le si ruppe sulle labbra. No, parlare di lei era l’ultima cosa che voleva fare. Aveva bisogno di dimenticarsene, di cancellare quei ricordi dalla sua mente e non sentirsi più così scoraggiata.
Erza gli prese il viso fra le mani, avvicinandolo al proprio, fino a mescolare i respiri. La sua vicinanza la fece rabbrividire, era caldo e la guardò con occhi dolci e confusi. Gli era mancato così tanto, in quei giorni che riaverlo fra le braccia era un po' come stare dentro un sogno. ≪ Piuttosto, dove eravamo rimasti? ≫ sussurrò, sporgendosi verso di lui che socchiuse gli occhi confuso. ≪ Uhm? ≫
≪ Prima che Lucy ci interrompesse, in camera mia, ≫ spiegò Erza, con un sorrisetto malizioso. ≪ Eravamo impegnati in un certo discorso, ricordi? ≫
 Il viso del ragazzo prese letteralmente fuoco. Se ne ricordava evidentemente, il suo sguardo verde cadde sulle labbra di lei. Deglutì ≪ Uhm, ne ho un vaghissimo ricordo. ≫ sussurrò, con un filo di ironia.
Il sorriso sulle sue labbra si allargò. ≪ Oh, beh era più o meno qui. ≫ Si sporse in avanti e premette la sua bocca su quella di lui, calda e morbida. Un brivido le scaturì sotto pelle e scivolò lungo la spina dorsale. Izuku sussultò, come se fosse sorpreso e le sue labbra si schiusero, permettendo alla lingua di infilarsi fra le sue labbra e scontrarsi con quella di lui.
La sua bocca era calda e vellutata e le fece sorgere dentro un calore languido. Gli fece scivolare le mani fra le morbide ciocche di capelli, lasciando che le dita vi si impigliassero e rannicchiandosi fra le sue braccia. Izuku le strinse le spalle con le mani calde, facendo scontrare le lingue ed esplorandole la bocca con cautela. Era inaspettatamente rigido e teso fra le sue braccia e quando gli si premette contro, cercando di rendere il bacio più profondo, lui si ritrasse senza fiato.
Lo guardò sorpresa e confusa. Prima gli chiedeva se stavano ancora insieme, ma appena lo baciava si irrigidiva, non lo capiva proprio delle volte. ≪ Izuku? ≫
Sbatte le palpebre, nella scarsa luce era difficile capirlo, ma era sicura che fosse arrossito come un peperone, il respiro rapido e affannoso. ≪ Fai sul serio? ≫ gli chiese incredula. ≪ Hai intenzione di arrossire ogni volta che ti bacio? ≫
 I suoi occhi verdi si sbarrarono. Era completamente rosso, perfino le orecchie avevano assunto un’intensa tinta porpora. Si nascose dietro i palmi, agitato. ≪ N-non guardarmi così ≫
Erza lo guardò confusa. Così come? Non le sembrava di star facendo qualcosa di particolare. Gli scostò una mano, scoprendoli un occhio verde e lucente come una gemma. ≪ Deku? ≫ lo chiamò piano. Lui trasalì, scostando anche l’altra mano per fissarla. ≪ Uhm? C-credevo non ti piacesse quel nomignolo. ≫
≪ Infatti. Pensavo solo che forse ti sta bene, dopotutto. ≫ Sorrise, vedendolo incupirsi. ≪ Beh, almeno inizio a capire perché Katsuki lo ha scelto. ≫ lo prese in giro, divertita. ≪ Se vai nel panico solo perché la tua ragazza ti bacia, forse un po' ragione ce l’ha. ≫
 Il viso del ragazzo impallidì, la guardò turbato con gli occhi sbarrati. ≪ K-Katsuki? ≫ ripeté, con una nota incredula nella voce. ≪ Da quando lo chiami per nome, scusa? ≫
Erza sospirò, accarezzandoli la guancia con le dita. Erano sdraiati davvero vicini, sotto la coperta i loro corpi si sfioravano e bastava già questo per farlo arrossire. Lei invece si sentiva così tranquilla quando lui era presente. Certo, tranne quando quella energia nervosa si impossessava di lui e si trasmetteva anche a lei. Quelle volte lo avrebbe quasi menato.
≪ Mentre eri addormentato. ≫ mormorò, facendo scorrere le dita sui suoi capelli morbidi e scompigliati. Il respiro di lui si fece più agitato, mentre lei diceva. ≪ Ho avuto modo di conoscerlo un po' meglio, di parlarci un po'... perché? ≫ Gli occhi nocciola della ragazza si fissarono sul viso ansioso di lui, cogliendoci qualcosa di strano che prima non c’era. La stessa cupa espressione che aveva sul taxi quando avevano litigato, gli scuriva lo sguardo.
Erza sollevò la testa, sorpresa. ≪ Non sarai mica uno di quelli che non vogliono che la loro ragazza parli con altri ragazzi? ≫ chiese sospettosa.
Izuku arrossì, gli occhi verdi sfuggenti. ≪ F-figurati. È solo che quando ha scoperto del One for All, non mi sembrava che ti ispirasse molta fiducia. Gli hai puntato una spada alla gola e hai minacciato di tagliargliela. ≫
Erza si mordicchiò l’interno della guancia, sfuggendo al suo sguardo. Non voleva ammettere che forse si era sbagliata sul conto di Bakugou all’inizio e che ora lo aveva rivalutato. ≪ Uhm ≫
≪ Di cosa avete parlato mentre dormivo? ≫ domandò Izuku, nervosamente. Il suo viso si era incupito, la stava studiando con gli occhi verdi diffidenti.
Erza inarcò il sopracciglio. ≪ Se proprio vuoi saperlo di un po' di cose. Fra queste del One for All. ≫
≪ E poi? ≫ insistette lui, ansioso. Erza scosse la testa. ≪ Non te lo dico. ≫
L’espressione sul suo viso si incupì ancora di più. ≪ Ah. ≫ replicò, teso. ≪ Quindi adesso hai dei segreti con Kacchan di cui non devo sapere nulla? ≫
≪ Spetta a Katsuki decidere se renderti partecipe o meno, non a me. ≫ rispose, scrutandolo. Oh, non avrebbe mai creduto che uno come lui potesse assumere un’espressione così gelosa.
≪ Sembra proprio che voi due andiate molto d’accordo, alla fine. ≫ La sua voce era tagliente. ≪ Chi l’avrebbe mai detto. ≫
≪ Uh abbastanza d’accordo, direi. ≫ replicò lei, con un sorrisetto che si allargò alla vista dell’espressione cupa sul viso di lui. Era evidente che non gli piacesse proprio per nulla l’idea che potesse andare d’accordo con Bakugou. Ridacchiò, prendendoli il viso fra le mani e avvicinandosi a lui. ≪ Sicuro di non essere un tantino geloso? Hai assunto uno strano colorito verdognolo. ≫
≪ No, non lo sono. Però tu ti diverti un po' troppo a prenderti gioco di me. ≫ borbottò, amaramente. Erza gli sfiorò le labbra con le proprie. ≪ Fidati, non è così. ≫ sussurrò, premendo la bocca sulla sua e strappandoli un verso strozzato.
≪ E-Erza? ≫ mugugnò sulle sue labbra. Si spinse sopra di lei, facendola rotolare sulla schiena e lasciandola senza fiato per la sorpresa.
Izuku si chinò a baciarla, le mani che gli accarezzavano il viso, scostando i capelli rossi. Si sentì tremare, sotto la pressione di quei baci dolci e incalzanti. Gli circondò le spalle traendolo a sé e ricambiandolo, la mano che gli scorreva sulla schiena e disegnava la linea della spina dorsale.
La sentì svanire la sua timidezza, man mano che le lingue premevano l’una contro l’altra, rimestando. Si premeva contro di lei, le cosce dure che gli stringevano le gambe, inchiodandola sotto di lui.
≪ Izuku? ≫ mormorò sulle sue labbra, tremando nel sentire quelle mani scivolare sul suo corpo e disegnarne le forme. Il respiro si ruppe sulle labbra di lui che emise un verso strozzato, indugiando sui fianchi e giocherellando con l’orlo della maglia. Le dita si insinuarono sotto il tessuto e percorsero la pelle, facendole balzare il cuore in gola.
Il ventre le si contrasse, stringendosi in una morsa che le tolse il respiro. Le sentì scivolare sulla pelle quelle mani ruvide, risalire lentamente. Erano incredibilmente gentili, come lo era lui. La sua bocca premette contro quella di lui, la lingua che si spingeva in esplorazione e si scontrava con quella di Izuku, scambiandosi carezze.
La contrazione nel suo ventre si fece più netta, strappandole un mugolio sommesso, divenne liquido caldo che inumidì il tessuto. Le dita si contrassero sulla schiena di lui, mentre Izuku si ritraeva, senza fiato e con il viso in fiamme.
I suoi occhi erano scuri di desiderio ed eccitazione, il verde totalmente inghiottito da un nero corposo e senza fondo.
Erza si sporse in avanti e premette la bocca sulla gola di lui, facendoci scorrere la lingua sopra e strappandoli dalle labbra un verso strozzato. La mano di lei scivolò dietro la sua nuca, scompigliandoli i capelli e afferrandoli. Affondò i denti nella pelle calda, graffiandola ed Izuku ansimò. ≪ E-Erza. ≫
≪ Uhm ≫ mugugnò lei, seguendo con la lingua la linea della carotide e avvertendo il pulsare sordo del sangue sottopelle. Si sentiva fremere, il cuore batteva così forte che ne sentiva il pulsare nelle tempie e sui polsi.
Izuku si chinò su di lei e liberò una mano per afferrarle la spallina della maglia e tirarla, mise a nudo la spalla prima di affondarci i denti e morderla, strappandole di bocca un gemito strozzato.  
Gli accarezzò la nuca incoraggiante, premendo la bocca sulla gola di lui e riempiendola del suo sapore dolce e salato. Si concentrò su un punto in particolare, lavorandoci fino a lasciarli un bel segno rosso. Izuku mugugnò, cospargendole la pelle di baci e mormorando così piano che quasi non lo sentiva. ≪ Erza…sei così bella. ≫
Si sentì bruciare le guance, avvertendo il bacino di lui pesare sulle cosce, la contrazione della sua carne, intrappolata nel pigiama ospedaliero. Lo sentiva muoversi ed agitarsi, limitato solo in parte dalla stoffa, mentre la sua bocca le percorreva la pelle, ansimando senza fiato.
L’agitazione le rimestò lo stomaco, insieme a qualcos’altro di caldo e liquido che le faceva formicolare la pelle e le mozzava il respiro. Forse stavano correndo troppo, non sapeva bene come ma le sue mani erano finite sotto la maglia ad accarezzare la schiena di lui, avvolta dalle bende, sollevando il tessuto ed esponendolo all’aria fredda della notte.
La sua bocca tornò su quella di lei, con un verso strozzato, muovendosi affamata. Lo sentì fremere contro il suo corpo, spingendole la lingua fra le labbra e facendola scorrere all’interno della bocca. Le sue mani risalirono dalle spalle al torace, sfiorando la pelle esposta del fianco. Le strappò dalle labbra un verso strozzato che ingoiò, prima di strapparsi via da quel bacio e dalle mani di lei che tiravano la stoffa nervosamente. Izuku si tirò indietro, ansimando senza fiato. ≪ E-Erza. ≫ balbettò, con il viso in fiamme. ≪ A-a-aspetta, un s-secondo. ≫
Erza lo guardò senza fiato, le guance in fiamme. Sentiva il cuore battere così forte in petto che temeva sarebbe esploso da un momento all’altro. ≪ Cosa c’è? ≫ sussurrò, tirandolo a sé. ≪ Torna qui. ≫
Le bruciava la bocca per tutti quei baci, come il ricordo del fuoco sulla pelle.
 Le dita di lui affondarono nelle sue spalle, tenendola bloccata contro il pavimento. Non stava semplicemente andando nel panico, pensò guardandolo, c’era qualcos’altro di scuro nel suo sguardo che le fece sorgere un brivido dentro. Aveva il viso in fiamme e il respiro rapido. Il petto si alzava e abbassava velocemente, mentre si metteva a sedere su di lei, attento a non pesarle addosso.
≪ E-Erza, s-scusa…io… ≫ balbettò, traendo un respiro incerto e interrompendosi nuovamente, alla disperata ricerca delle parole giuste da usare.
Erza iniziava a preoccuparsi per lui, infondo, si era appena svegliato da un coma. Per quanto Wendy, Porlyusica e Recovery fossero straordinarie, probabilmente doveva andarci piano per un po', dargli il tempo di riprendersi e tornare in forze. ≪ Stai bene? ≫ sussurrò Erza, allungando una mano e accarezzandoli la guancia. ≪ Ti senti male o ti fa male qualcosa? ≫
Izuku si tese sotto le sue dita. Scosse la testa verde, i riccioli che puntavano da tutte le parti. Avvampò, distogliendo lo sguardo e mordendosi il labbro. ≪ I-io…ecco…E-Erza ≫
Gli occhi castani di Erza scivolarono più in basso, sul petto che si muoveva ansante e sulle cosce che la intrappolavano sotto di lui. La stoffa era tesa e lasciava intuire chiaramente cosa stesse succedendo là sotto.
L’aveva avvertito contro la pancia, mentre lui la baciava, ma nel vederlo quell’agitazione se la sentì montare dentro. Le bruciarono le guance e deglutì nervosamente.  ≪ Oh ≫ sussurrò. L’ultima volta che si era trovata in quella situazione imbarazzante, se l’era filata dalla veranda. Solo che ora non poteva muoversi, bloccata com’era sotto il corpo di lui.
Cercò di distogliere lo sguardo, ma senza successo. Izuku corrugò la fronte e seguì il suo sguardo. Lo sentì irrigidirsi, i pensieri che correvano veloci dietro gli occhi verdi.
Balzò via da sopra di lei, ricadendo sulle piastrelle con le mani sul pavimento e le gambe divaricate. Pessima mossa, da quella posizione Erza aveva una visione decisamente migliore dell’intera faccenda.
≪ Mi- mi dispiace! N-non pensare male e solo che… ≫ balbettò, avvampando. Anche Erza si sentì scottare il viso per l’imbarazzo. Si mise a sedere, raccogliendo le gambe sotto di sé e cercando di ignorare quella stretta al ventre che le rendeva pesante il respiro. ≪ Senti, non è che… ≫ iniziò a dire con difficoltà, ma si interruppe bruscamente al suono di Sing me to sleep di Alan Walker che risuonò nell’aria fredda. Izuku tacque corrugando la fronte, mentre Erza recuperava il telefonino e guardava lo schermo. Doveva proprio mettersi a squillare in quel momento? Quel ragazzo aveva una fortuna incredibile ad evitare i discorsi.
≪ È Gran Torino ≫ gli disse, accigliandosi. Un brutto presentimento le strinse il petto, che fosse successo qualcos’altro di spiacevole?  Gli lanciò un’occhiata ansiosa. ≪ Devo rispondere. ≫
Izuku annuì, nervosamente. Stringendo le caviglie nelle mani sfregiate. ≪ Dio, grazie per il tempismo. ≫ lo sentì borbottare, con un sospiro di sollievo. Lo fulminò con lo sguardo. ≪ In che senso? ≫
Izuku avvampò, incassando la testa nelle spalle. ≪ N-niente, cioè…spero non sia un’altra emergenza. ≫
Erza aprì bocca per rispondergli e la richiuse al suono della voce aspra del vecchio eroe. ≪ Erza? Dove diavolo ti sei andata a cacciare?! Quando mi servi non ti trovo mai, accidenti. ≫
Lei sussultò, agitandosi. ≪ Maestro, sono in ospedale. Cos’è successo? ≫
≪ Non ti ho trovato affatto! ≫ sbottò irritato il vecchio, quasi sfondandole un timpano. ≪ Ti ho cercato ovunque, ma tu non c’eri. È possibile che alla mia età io debba correre dietro a una ragazzina?! ≫
Erza sospirò, sentendosi scottare le guance. Si chiese se era andato a cercarla in camera di Izuku e non trovandoci nemmeno lui, avesse collegato le cose. Sperava vivamente di no. Izuku la guardò interdetto e lei scosse la testa esasperata. Gran Torino oltre che il pessimo tempismo aveva la dote di perdersi in lamentazioni inutili. ≪ Per cosa mi cercava?  ≫
≪ Ah? ≫ esclamò cascando dalle nuvole.
≪ Mi ha chiamato lei, Maestro. ≫ gli fece notare pazientemente Erza, stringendo il pugno e rilasciandolo. Il vecchio eroe tacque per un lungo istante, prima di riafferrare i pensieri che gli erano sfuggiti. ≪ Ah si, è per Toshinori. ≫
Il cuore di Erza sprofondò in fondo allo stomaco. Tutto il suo corpo si irrigidì, mentre ascoltava le parole del vecchio. Izuku la guardò confuso e incespicò nel cercare di alzarsi. ≪ E-Erza? ≫ la chiamò, vedendola balzare in piedi e correre alla porta.
≪ Che succede?! ≫ gridò Izuku, correndole dietro. Lei non si voltò, non staccò la chiamata, e non rallentò. Non sapeva nemmeno lei cosa stesse facendo, a parte correre giù per le scale come una pazza.
≪ Toshi. Toshi si è svegliato! ≫  


--- Angolino Mio ----
ciao!
Volevo scusarmi per essere sparita. E' un bruttissimo periodo per me e non riesco a scrivere. Vi ringrazio per continuare a seguire questa storia e per le vostre recensioni. Siete meravigliosi, grazie!
Questo arco narrativo è praticamente agli sgocioli, mancano pocchissimi capitoli e inizierò a pubblicare il secondo arco a parte (S'intitolerà "All Might's Daughters - la maledizione" spero che continuerete a seguirla.
Baci
   
 
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