Bed
sharing
133
d.C. (dopo la Conquista
di Aegon)
Entro
tremante nella stanza
da letto della “regina”. Ha giurato che vuole
dividere il letto solo per la mia
compagnia non per… altro. Con lui però
è sempre difficile sapere quando
cambierà idea.
Spalanco la porta e lo trovo
sdraiato
sull’enorme letto che condivide ogni notte con almeno tre o
quattro dalle sue
dodici di mogli. Eccolo: la “regina” Racallio
Ryndoon. L’uomo alto due metri è
vestito con una camicetta da notte rosa che gli lascia scoperte le
enormi gambe
pelose. Una delle sue mogli gli sta acconciando i lunghi capelli e la
lunga
barba in tante treccine, adornate con fiocchi di tutti i colori.
“Oh, intrepido
Alyn, hai accettato la mia proposta infine”, dice con il suo
vocione
trasformato in un falsetto, “Sarei stata molto contrariata se
non fossi venuto.
Vero lord Batuffolino?”, chiede al micetto bianco che
accarezza. Lentamente
vado a sdraiarmi sul letto accanto al re pirata che ogni tanto vuole
essere una
regina. Racallio mi sorride e si arriccia una delle trecce. I suoi
capelli e la
barba sono tinti di viola e striati di arancione. “Stavo
pensando che anche tu
dovresti tingerti i capelli. Magari qualche striscia verde mare,
così sarebbero
dei colori dei Velaryon”. Sorrido nervoso: “No
grazie, preferisco i miei
capelli come li ho ora. E poi già faccio fatica a
guadagnarmi il rispetto degli
uomini della corte, visto che sono bastardo e ho diciotto anni. Se mi
tingessi
i capelli sarebbe finita”. Racallio mette il broncio:
“Voi occidentali siete
così seriosi. Sono dei brutti seriosoni, vero lord
Batuffolino?” “Meow”,
risponde il felino.
Rimaniamo
a parlare per un
po’.
“Raccontami
ancora come ti
sei fatto quelle cicatrici”, dice all’improvviso
Racallio indicando l’inizio
dell’ustione sulla mia coscia che la camicia ha lasciato
scoperta un momento.
La ricopro in fretta. “Fu una notte tre anni fa”.
Racallio appoggia il mento
sulle mani e dondola le gambe avanti e indietro con occhi rapiti.
“Mio fratello
era riuscito a reclamare un drago. Ero così invidioso. Addam
e io ci passavamo
a malapena un anno ma lui riusciva a far tutto prima e meglio di me.
Così come
uno stupido sono andato a cercare Divoratore di Pecore, il drago
marrone che
viveva alle pendici del vulcano. Mangiava le pecore perciò
speravo fosse
mansueto. Invece per poco non mi incenerì e di sicuro mi
avrebbe divorato se
mio fratello non fosse venuto a salvarmi con il suo drago.
Perciò mi ritrovai
letteralmente con le chiappe bruciate per ricordarmi di non provarci
più. Però
poi un drago l’ho ricevuto. La mia amata Baela”
“Giusto, la mogliettina che ti
aspetta a Driftmark” “Già. Anche se in
quel momento ancora invidiavo un po’ mio
fratello. Partiva per la guerra per conquistare gloria e onore. Se
penso invece
al destino che gli hanno riservato…”, Leale
ho fatto incidere sulla sua
tomba, “Sono stato fortunato a non morire quella notte e
ancora più fortunato a
non ottenere quel drago”. Racallio ha gli occhi lucidi e se
li asciuga con un
cuscino: “È una storia così commovente.
Magari avessi un figlio come te”. Per
fortuna mi vede come un figlio. Se provasse altri approcci non so se
potrei
tenergli testa fisicamente. Quando abbiamo duellato nel fango
l’altra settimana
non è stato facile metterlo a tappeto. “Ci sono!
Avrò un figlio coraggioso e
forte come te. Ragazze!”, strilla all’improvviso.
Da una porta laterale entrano
due delle sue mogli. Una è una lyseiana bionda dagli occhi
azzurri, l’altra una
donna delle Isole dell’Estate dalla pelle scura come il legno
di una nave.
Indossano sete dorniane quasi trasparenti. “Queste sono
Serenei e Jhallabara.
Portale nelle tue stanze e pianta il tuo seme dentro di loro. Voglio
dei bei
figli come te giovane Alyn. Forza ragazze, trattatelo bene,
è un lord”. Le due
mogli mi prendono una mano ciascuna e mi conducono fuori dalla stanza.
“Non sono
mai giaciuta con un lord prima d’ora”, sussurra
Serenei. “Ed è così carino.
Raccontaci della vita a corte, bel marinaio”, dice Jhallabara
mentre mi
accarezza i capelli.
*