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Autore: coopercroft    27/10/2020    1 recensioni
Dopo una vita spesa per il lavoro e a proteggere i suoi familiari, Mycroft si rende conto di non avere nulla per cui vivere. Ma non ha fatto conti con il destino che non ha ancora chiuso la partita con lui.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Molly si presentò il giorno seguente per accordarsi con Mycroft per la partenza. Lui si stava prendendo cura di Rosie e aiutava John a preparare la colazione.

Sherlock era uscito presto per occuparsi di alcune pratiche relative alla sorella. Doveva sostituire il fratello a Sherrinford. Alicia lo avrebbe aiutato come aveva promesso. Mycroft si era rassegnato, deluso di doverne restare fuori. Ma aveva consigliato Sherlock su come comportarsi, e il fratellino lo aveva ascoltato.

"Buongiorno a tutti." Molly arrivò come una ventata di allegria. “Mycroft nel pomeriggio partiamo. Sei in grado di prepararti?"

Lui la guardò infastidito.

"Si, Hopper sono in grado!"

"Bene, perché adesso usciamo a fare acquisti." Molly lo guardò spensierata.

"Scusa, che acquisti? Cosa dobbiamo acquistare!" Holmes era sorpreso, le si avvicinò ostile.

"Abbigliamento! Mycroft non vorrai venire in campagna con quella specie di cappotto e con i tuoi eleganti completi. Hai bisogno di scarpe adatte per camminare in terreni fangosi!"

"Dio! ma dove andiamo, in battaglia nelle lande?"

Mycroft si indispettì, scosse la testa sconsolato. Era preoccupato per la sua esuberanza.

"Ma dove e quanto dobbiamo camminare, Hopper? Non faccio maratone io."

Lei rise per il suo disappunto, John sghignazzava dalla cucina, riconoscendo il temperamento del vecchio Mycroft.

"Dai andiamo. Hai bisogno di alcune cose, forza."  Holmes respirò profondamente, poi si convinse e indossò il cappotto.

"Fa freddo, mettiti la sciarpa. John te lo riporto più tardi, vivo spero."

Molly trascinò il maggiore degli Holmes, che la seguiva muto e ostinato, nel negozio di abbigliamento più grande di Londra e acquistarono dei capi adatti per andare in campagna. Mycroft protestò per tutto il tempo, seccato, irritato mentre Molly ridacchiava di nascosto.

Alla fine gli permise di acquistare delle cravatte per le camicie a quadri, che Holmes odiava. Lo portò stanco e indispettito a prendere un caffè. Si accomodarono ad un tavolo, vicino alla vetrata.

"Allora, Mycroft abbiamo finito. Ora sei pronto ad affrontare l'oscura fredda campagna Inglese? E dovrai imparare ad accendere il fuoco, perché il riscaldamento non è propriamente il massimo."

"Dio, Hopper mi sembra di partire per il campeggio!"

Mycroft fece il primo sorriso della mattinata. Molly lo trovò stupendo. Non l'aveva mai osservato il fratello maggiore di Sherlock, ma lo scoprì avere un certo fascino, che la rimescolava. Finalmente lui si scioglieva un po'.

"Vedrai, Holmes ti dovrai dare da fare e inizieremo delle lunghe passeggiate, ma ci rilasseremo e se collabori staremo bene." Molly gli accarezzò la mano asciutta. Lui si ritrasse quasi intimidito.

 

"Cosa c'è Mycroft, non vuoi che ti tocchi? Ti infastidisce?" Molly lo guardò stupita.

"Scusa Hopper, sono troppo disorientato, reagisco in modo confuso. Mi dispiace." Lui tornò ad allungare la mano, riprese quella di Molly. Si dava del cretino, lei era gentile e premurosa. Lui un orso, senza speranza.

"Scusami ancora."

"Tranquillo Holmes, forse io mi prendo un po' troppa confidenza, e tu hai bisogno ti tempo."

Rimasero così con le mani allacciate, entrambi complici. Mycroft sentiva il calore di Molly salire dritto al cuore e ne rimase turbato. Non riuscì però a guardarla in volto.

"Prendiamo un buon caffè. Ti ho fatto stancare anche troppo. E arrabbiare."

Molly lo vedeva scosso, pensò che fosse la stanchezza, in realtà Mycroft era smarrito per quelle sensazioni che Molly gli regalava e che lo emozionavano.

Non sapeva se anche lei sentiva la stessa cosa, e aveva paura di un rifiuto. Come sei mesi prima. Soprattutto adesso che lui non era al pieno delle sue facoltà. Così si tormentò e smise di sorridere, si chiuse in un silenzio antipatico, che Molly non comprese.

Finirono, per arrivare a Baker Street silenziosi, mentre John li guardò sospettoso entrare in casa.

Sherlock parlò al fratello di Eurus, ma lo vide distratto e lo lasciò stare.

"Non so cosa vi sia successo, però vedete di chiarirvi, visto che dovete passare del tempo insieme e pure isolati."

John era intervenuto vedendoli accigliati, Molly era silenziosa e anche Mycroft.

"Tranquillo John siamo stanchi tutti e due, ma non è successo nulla. "Molly cercò di rasserenare tutti. Si rivolse al maggiore degli Holmes con indulgenza.

"Mycroft dimmi se va tutto bene. Partiamo sereni, ok?"

Mycroft camminò per la stanza, poi si girò, con la faccia scura. Il suo bel vestito stropicciato e senza cravatta. Sembrava l'ombra del rigido Holmes di un tempo.

"Hopper, non sono una persona facile, e in questo momento sono doppiamente in difficoltà. Ma non pensare che abbia del risentimento nei tuoi confronti. Solo ti chiedo di avere pazienza. E anche molta. Voglio partire.  Qualunque cosa accadrà, hai la mia fiducia."

Mycroft la guardò risoluto con il cuore che andava a mille, una strana sensazione per lui, sempre così misurato e freddo. Poi si riprese e guardò il fratello minore con dolcezza.

" Sherlock, scusa se non ho ascoltato di Eurus, so che è in buone mani con te."

Mycroft si lasciò andare sulla poltrona con le mani strette sulle tempie. Molly si sentì improvvisamente debole davanti alle sue difficoltà, ma era decisa a portarlo con lei via da Londra, senza interrogarsi del perché fosse essenziale stare con lui.

"Bene, allora oggi si parte, stai sereno Mycroft." Molly prese i vestiti appena acquistati e li portò nella sua camera.

Sherlock si era avvicinato al fratello e aveva appoggiato la mano sulla sua spalla. Lo voleva rassicurare che sarebbe andato tutto bene.

"Mycroft, Eurus sta bene e anche mamma e papà. Ora cerca di rimetterti in sesto tu. Loro non sanno nulla, ma Eurus sembrava cercarti. Vede la tua sedia vuota e la fissa."

"È impossibile che senta qualcosa! Pensi che abbia ancora delle percezioni della realtà?"  Mycroft lo guardava sorpreso. E anche terrorizzato dopo quello che avevano passato a Sherrinford.

"Chi può saperlo fratello mio! Forse ha percepito quello che stavi per fare, una reminiscenza della nostra fratellanza, chissà!" Sherlock si era seduto davanti a lui.

"Ma mamma e papà? Cosa hai detto loro." Mycroft era nervoso, teso per i genitori ignari di tutto.

"Che hai un forte esaurimento e che ti stai curando lontano da tutti. Per ora lo hanno accettato. Avrai tempo per riprenderti." Sherlock lo fissò serio.

"Bada fratello di avere rispetto per Molly. Lei è una brava persona e ricorda che anche lei è incappata in un brutto periodo." Sherlock fu diretto e severo. Poi si addolcì e lo consigliò senza forzarlo.

"So che nutrivi una simpatia per Molly, non avere paura di dirglielo, perché anche lei è interessata a te. Non si preoccuperebbe così tanto se non ti volesse bene. Lo capisci vero? Non scoraggiarti, lei ti cerca, tu dagli il modo ti trovarti."

Mycroft lo fissò sorpreso. Sapeva che Sherlock raramente si sbagliava a dedurre, lui non era in grado momentaneamente di farlo, il suo cervello era fortemente inibito. Si rilassò e annuì. Era sollevato visto quello che aveva provato quella mattina, quando l'aveva sfiorata dentro al pub.

"Sarò bravo fratellino. Cercherò di non farle del male." Myc si sentì responsabile, coinvolto fino al cuore.

"Bene, allora ti lascio partire. Ho un cellulare per te, vuoto, niente connessione e solo i nostri numeri. Mettilo in tasca. Hai una carta prepagata con dei soldi, fanne buon uso. E non allontanarti in caso di difficolta. Ti prego chiamami."

Sherlock lo strinse forte per le spalle. "Ti lascio partire, ma credimi con il cuore spezzato. Non scappare Mycroft! So che saresti portato a farlo. Quando ti sentirai in difficoltà, chiamami. Promettimelo."

Mycroft lo guardò negli occhi, senza staccarli. Ebbe un'esitazione. Poi si rasserenò.

"Te lo prometto." Si alzò e abbracciò il fratello. Quel bimbetto impertinente che lo aveva fatto dannare tutta la vita. Lo strinse così forte da farlo sussultare. Sherlock era cresciuto ed era diventato un uomo premuroso.

Mycroft andò in camera a preparare la valigia. Come aveva detto Molly prese il necessario per poche settimane. Indossò una camicia a quadri blu. Il gilet dello stesso colore, che aveva scelto Molly, in morbida lana, la cravatta abbinata. I calzoni di velluto a coste sottile. Alla fine si guardò allo specchio, gli sembrò di essere un antico proprietario terriero inglese. Scosse la testa rassegnato. Sperando che quell'abbigliamento bizzarro servisse a proteggerlo dal freddo. Naturalmente indossò le scarpe che Molly gli aveva suggerito. Decisamente pesanti per la città, ma sicuramente utili in campagna. Brontolò sommesso.

Poi usci dalla stanza, sicuro delle prese in giro del fratello, che invece approvò il suo abbigliamento sicuramente adatto al posto dove andava.

"Vieni a sederti fratello! Presto Molly sarà qui."

Mycroft era teso per la partenza, si sedette sulla poltrona nervoso e pieno di dubbi. Sentiva il dispiacere del distacco da Sherlock, ma capiva che non poteva continuare a pesare su di lui.

Molly arrivò e lo prese letteralmente in consegna. Entrò nella stanza con la sua presenza travolgente. E dissipò tutti i pensieri del vecchio Holmes. Lei si era vestita per il viaggio in campagna. Ma era carina con i capelli raccolti e un buffo cappello. Mycroft la trovò raggiante, solo lei poteva esserlo, visto dove stavano andando.

"Forza Mycroft, partiamo o arriveremo tardi e dobbiamo accendere il camino, te l'ho detto che il riscaldamento è un lusso." Sherlock sorrise guardando la faccia sconcertata di suo fratello abituato ai lussi basilari.

"Molly non lo farai congelare spero? "

"Se non impara a gestire il fuoco del camino, si!" Molly si voltò verso Mycroft, che si era piantato in mezzo alla camera con la valigia in mano, smarrito.

"Gesù Hopper, ma la legna ce l'hai? Perché un fuoco so accenderlo. Ma tu almeno hai procurato tutto il necessario?" Il vecchio Holmes sospirò sconsolato, guardando la compagna di viaggio con occhi torvi.

Molly rise senza ritegno, lo prese per il braccio e lo trascinò via.

"Ci vediamo, a presto! Augurateci in bocca al lupo, o il sig. Governo inglese non partirà più."

"In bocca al lupo Molly, chiamaci se sei in difficoltà." John e Sherlock risero vedendo Mycroft trascinato a forza in strada.

Sherlock pensò a poche sere prima quando lo aveva sorpreso con l'arma in mano, e lo aveva fermato giusto in tempo, distrutto dal dolore. Ora la speranza di recuperarlo si faceva più netta. Molly era quella stessa speranza.

 

   
 
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