Capitolo uno.
“Chi ha detto che lavorare a maglia aiuta a rilassarsi aveva senza
dubbio una pazienza superiore alla mia…”Hermione Jane Granger era un asso nello studio, ma non era in grado
di tenere in mano due ferri da calza, come le era saltato in mente di provare?
Al primo punto aveva rischiato di cavare un occhio a Grattastinchi
accoccolato sul suo grembo, al secondo li aveva
lanciati con un urlo frustrato in mezzo alla tavola.
Sì, decisamente. Cercare di
calmare i nervi con il lavoro a maglia era stata una pessima idea.
Altro
che fare la calza desiderava ardentemente qualcosa
da spaccare.
Desiderava guardarla andare in pezzi...
Come un'orrenda metafora del suo amor proprio distrutto!
-Non ti
perdonerò mai, campassi 100 anni! Hai capito, Ronald Weasley?
Non era mai stata tanto arrabbiata in vita sua.
Si sentiva male per i nervi.
Come aveva osato?
Come aveva osato?
Prima la trattava come la sua personale ruota di scorta
per non presentarsi da solo al ballo, poi come una zitella inacidita, una
vecchia ciabatta che nessuno avrebbe mai scelto come dama, se non per degli
assurdi secondi fini.
-Stronzo! Stronzo! Stronzo!
Si alzò tenendo il busto stretto fra le braccia,
a starsene tranquilla proprio non ci riusciva. Aveva rinunciato a
dormire per via dei nervi che sentiva, e ora
alzava bandiera bianca sulla possibilità di passare una discreta nottata
a lavorare al berretto di lana che aveva deciso di regalare a Harry per Natale. Uscì sul patio e socchiuse leggermente
gli occhi.
L’aria fredda della notte sollevò i suoi ricci scuri e la fece
rabbrividire.
Amava passare la fine dell’estate alla tana, ma non amava il clima
costantemente rigido e la puzza di aia che pareva volerle
chiudere la gola. Storse il naso e sorrise a quegli occhi azzurri che la
fissavano fra l’erba alta. Sirius accucciato a fare
la guardia ad Harry.
Prese posto al dondolo e si girò per allungare le gambe sui
cuscini, fece per chidere gli occhi quando la
sensazione di essere osservata da altri occhi, si volse verso Sirius e lo trovò voltato verso un punto oltre la catasta
di legna. Balzò in piedi , qualcuno stava avanzando
verso di lei, sollevando le ginocchia per non affondare nella fanghiglia creata
dalla pioggia.
-Chi
è!?-
Era un uomo… Alla luce della luna i sui capelli erano neri e spettinati.
La ragazza si sentì accapponare la pelle mentre si spingeva contro contro la balaustra, deglutì a vuoto mentre Sirius si portava alle spalle del nuovo venuto. Lo vide
riprendere forma umana e stringere un
braccio attorno al collo e gli schiacciargli la bacchetta in mezzo ai reni.
-Chi
sei?- soffiò l’animagus.
-James
Potter.-
Fine capitolo.
Volete
il resto?