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Autore: NotAdele_    28/10/2020    1 recensioni
Anna ha vent'anni, e nella vita non ha mai sbagliato niente, figlia perfetta, studentessa modello.
Isolatasi dal mondo per concentrarsi sul suo futuro si era scordata di vivere finché l'incontro con una vecchia conoscenza non le apre le porte per una nuova vita.
Dalla storia:
-Io non sono mai stata con nessuno, non so niente di queste cose, non ho idea di quello che devo fare, e tu hai avuto diverse esperienze a quanto ho capito, non so se sono in grado di gestire una relazione, non saprei neanche da dove iniziare.- Parlava velocemente come suo solito, e la punta di panico che aveva nella voce, era la solita che appariva quando le cose andavano in modo diverso da quanto programmato.
-Senti io non ti sto dicendo che ci dobbiamo giurare amore eterno, perché magari non ti piaccio neanche, oppure insieme saremo un disastro, però ti chiedo di darmi una possibilità, frequentiamoci e vediamo come va.- Era tranquillo e pacato come suo solito, le dava sicurezza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Anna'
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Capitolo 11

 

Perplessità

 

 

Era confusa, cos’era questa novità? Perché voleva uscire con lei? Cosa mai poteva volere uno come lui? 

 

Riprese a parlare lasciando i suoi pensieri a metà.

 

-Qualsiasi cosa, una cena, un pranzo, un’aperitivo, mi piacerebbe poter approfondire la nostra conoscenza, e per tua informazione non ho tresche con nessuna.- Lo disse lanciandole una lunga occhiata eloquente.

 

Anna annuì, perché onestamente non pensava di riuscire a trovare una scusa intelligente così su due piedi, e poi perché era una persona riconoscente, non poteva rifiutare, cosa mai sarebbe potuto succedere? Ettore era un tipo tranquillo.

 

-Va bene, però preferirei guidare io.- Lei odiava guidare, e lo pubblicizzava apertamente, l’affermazione appena fatta lasciò il ragazzo perplesso che le chiese spiegazioni con uno sguardo interrogativo, era tornata la fase di mutismo?

 

-Beh come prima cosa di solito bevi sempre qualcosa, o almeno è successo ogni volta che ci siamo visti, quindi preferirei evitare problemi legati al tasso alcolemico.-

 

Era una buona spiegazione, probabilmente gli sarebbe bastata.

 

-Non berrò nulla, altre obiezioni?-

 

Ovviamente no, ormai non avrebbe neanche dovuto stupirsi di non azzeccare quello che gli passava per la testa, sospirò cercando di formare nella sua testa un discorso intelligente.

 

-Va bene, immagino che per te non avrà senso, ma questa macchina per qualche motivo mi da una brutta sensazione, mi ricorda qualcosa, ma non riesco a mettere a fuoco.-

 

Il ragazzo sorrise con aria di chi la sapeva lunga, fortuna che lui ancora aveva delle certezze, perché lei si sentiva una completa idiota.

 

-Sei davvero troppo intelligente per questo mondo.- Le aveva appena fatto un complimento o se lo era immaginato?

 

-Non è una sensazione casuale, ieri sera, ero io che ti seguivo, hai visto questa macchina, per questo ti è familiare.-

 

Certo ora tutto aveva un senso, ma per quale motivo tutta quella sceneggiata di ieri sera? Per poco non le era venuto uno scompenso.

 

-Non pensavo di averti spaventata finché non ti ho vista correre, ma non ho ritenuto opportuno che te ne andassi in giro da sola a quell’ora.-

Era basita, neanche nei sogni più selvaggi Ettore poteva dire quelle cose spontaneamente.

 

-Stai scherzando? Mi hai stalkerata per evitare che mi stalkerizzassero? Mi sono spaventata a morte!- Lo disse con enfasi, con gli occhi che si allargarono per lo stupore dovuto alla realizzazione.

 

-Eri spaventata ma illesa quando sei rientrata, l’importante è l’obiettivo ricordi?-

 

Anna si battè una mano sulla fronte, che cavolo di ragionamento idiota, se le fosse venuto un’infarto cosa avrebbe fatto?

 

Povera lei.

 

-Beh quindi posso prendere la mia macchina adesso che sei tranquilla? Senza offesa ma non sono un fan del giallo.- Stava forse criticando il suo maggiolino? Alzò gli occhi al cielo.

 

-Va bene, vada per la tua macchina.-

 

Si accordarono per una cena per il venerdì successivo, lei aveva proposto il ristorante vegano che voleva provare da un pò, e lui aveva accettato seppur riluttante, le era sempre piaciuto andare in posti particolari, e poi un pò di tofu non avrebbe ammazzato nessuno.

 

Tornarono dentro dopo quella che sembrava un’eternità, in realtà erano passati poco più di venti minuti, ma quando il tuo interlocutore è lunatico e taciturno diventa difficile portare avanti una conversazione.

 

Lucrezia le lanciò un’occhiata confusa quando la vide rientrare con Ettore e le mimò con le labbra la parola “bagno”.

 

Una volta chiuse nella stanza con le mattonelle color cipria, la giovane amica si fece raccontare nei particolari la situazione.

 

Inutile dire che se prima l’unica confusa e perplessa era Anna, adesso erano in due.

 

Chiedere una ricompensa suonava già strano, ma poi passare del tempo con lei? Che era una chiacchierona, che straparlava di scuola e libri? 

 

Che cosa si sarebbero detti per tutta la sera? Sarebbe stato un disastro, ma forse il cibo avrebbe alleggerito la situazione rendendo tutto meno imbarazzante, infondo erano andati a scuola insieme, ma nessuna delle due era molto convinta di questa ipotesi.

 

Questa volta neanche la positività di Lucrezia riuscì ad emergere, era tutto troppo strano.

 

Nonostante questo la mora cercò di essere incoraggiante e la supplicò di imprimersi nella mente tutti i dettagli, non voleva perdersi nulla.

 

Buon per lei che la sua vita fosse come un romanzo, almeno qualcuno si divertiva pensò sconsolata Anna.

 

Arrivata la cena da asporto finì seduta accanto a Davide, e senza l’imbarazzo di un possibile interesse romantico, si trovò molto bene a conversare con lui tra una forchettata e l’altra. 

 

Pensò che infondo alcune persone nascono per diventare amiche.

 

La serata era agli sgoccioli, e lei si ritrovò per la prima volta a non aver sentito la necessità di tirare fuori il libro dalla borsa, forse si stava integrando davvero, ne era felice.

 

-Ehi Nana, ho sentito che tu ed Ettore uscite.- Sobbalzò leggermente mentre si girava verso la voce, era andata in cucina a prendere dell’acqua e pensava di essere sola.

 

Marcello le si avvicinò prendendo una caraffa e mettendoci dentro del ghiaccio in attesa di una sua risposta.

 

-Ehm si, te l’ha detto lui?- Non pensava che i maschi parlassero di queste cose, forse erano meno misteriosi del previsto.

 

-Ovviamente no, figurati, non parlerebbe mai di una cosa così, me lo ha detto Lu.- Ora tutto aveva più senso pensò annuendo.

 

-Beh ho sentito tante belle cose su di te, spero manterrai alte le aspettative.-

 

Non le diede il tempo di rispondere ed andò via, le uscite drammatiche venivano bene a qual gruppo di ragazzi, doveva ammetterlo.

 

Cosa significava quella frase? Perchè non capiva niente?

 

Era stanca, non vedeva l’ora di tronare a casa e mettersi a studiare qualcosa che avrebbe compreso, almeno avrebbe avuto un pò di soddisfazione.

 

Tornò in salotto per evitare di continuare quelle riflessioni inconcludenti.

 




Note: Eccoci con questo capitolo che considero un pò di transizione, perchè ovviamente quello che ci interessa sarà il primo incontro, ma pensavo fosse giusto far vedere la dinamica che li ha spinti ad uscire insieme! Fatemi sapere e grazie per essere passati!!!

  
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