Chi
vive o legge di avventure tanto
entusiasmanti quanto dolorose e pericolose, attende sempre, in un modo
o in un
altro l’happy ending.
Questo
è ciò in cui speravano fortemente i
nobili di Arendelle, allo stesso modo Pitch Black, desideroso di
chiudere la
vicenda a suo vantaggio.
Il
crollo di un castello, così antico, così
speciale per chi lo abitava, custode di ricordi passati, è
il simbolo di una
guerra mai iniziata ma conclusasi nel peggiore dei modi. Di questo
Kristoff è
consapevole. La scena delle macerie, del fumo, della gente che urla di
dolore,
di paura, di rabbia, rimarrà impressa nella sua mente fino
ai suoi ultimi
giorni di vita, ne è sicuro. Ora come ora non desidererebbe
altro se non
trovarsi con i suoi cari, ovunque essi siano, piuttosto che continuare
a vivere
senza alcuna ragione.
In
ginocchio di fronte a quel caos, con lo
sguardo perso nel vuoto, non riesce a non pensare ad Anna, alle loro
figlie, a
Ingrid. Sente di aver perso un pezzo di cuore tra quelle macerie.
“Papà,
guarda lì!” – esclama il piccolo Agnarr,
scuotendo il genitore, indicandogli il punto preciso dove è
visibile l’arrivo
di qualcuno.
Bjorgman
mette a fuoco, seppure sia difficile
visto il fumo che ormai circonda l’intero regno.
“Kristoff,
sono corsa appena ricevuto il
messaggio” - Elsa,
raggiunge il cognato,
mentre i nipoti le si avvinghiano con forza. Ha gli occhi colmi di
lacrime di
fronte alla realtà dei fatti.
“Guarda
che disastro” – commenta il biondo.
“Sono
usciti tutti? Bisogna controllare,
potrebbe esserci qualcuno lì dentro” –
sostiene, terrorizzata al solo pensiero.
“Maestà,
mio fratello è uscito per ultimo, ha
tardato la fuga per salvare la regina, però ha detto di non
essere stato in
grado di trovarla” – spiega una domestica,
singhiozzando.
“Cosa?
Mi state dicendo che Anna è dentro?” –
Elsa è sconvolta, mentre guarda la sua servitù,
afflitta.
“Dove
vai? Aspetta” – la richiama Kristoff,
mentre vede la cognata affrettare il passo per raggiungere
ciò che resta del
castello.
Bjorgman
la afferra per un braccio,
pregandola di ascoltare.
“Come
fai ad essere tranquillo,eh? C’è Anna
lì…Anna, capisci? Tua moglie!”
“Non è come pensi. La storia è
complicata” – a quel punto il re di Arendelle
racconta al quinto spirito le ultime novità, informandola
anche della
collaborazione dei suoi due cugini, i Black, nel piano di Pitch.
“Jack?
Jack Black? Aspetta…sapresti
descriverlo?” – domanda, sospettosa, Elsa.
“Non
l’ho mai visto, nonostante alcuna gente
qui sostiene di aver visto due tipi sospetti, una di questi vestita con
abiti
reali, e un tipo strano che la portava in braccio. Sicuramente sono
loro” –
racconta Kristoff.
“Non
può essere lui” – pensa tra
sé e sé la
custode della Foresta Incantata. Poi sorvola e focalizza attenzione e
forze su
quanto accaduto.
“Bisogna
trovare tutti, ci penso io” – decisa
a salvare la situazione, Elsa chiude gli occhi e con un gesto di mano
solleva
in aria parte delle macerie, lasciando scorgere le poche vittime del
crollo. Da
quando è diventata uno spirito, ha acquisito poteri che mai
avrebbe pensato di
poter gestire.
Le
figure che si riconoscono tra le vittime
sono alcune domestiche e lo stalliere di corte, soccorsi immediatamente
da
amici e parenti.
“Dove
sono i nostri?” – si chiede la donna,
guardando ogni minimo angolo.
“Non
è possibile che siano riusciti a fuggire
senza che li vedessimo e se fossero rimasti nel castello, sarebbero
qui,
giusto?” – Olaf riflette e manifesta ad alta voce
il pensiero dei compagni.
“Se
fossero stati catturati da Pitch?” –
ipotizza Kristoff.
“Gli
specchi si sono tutti frantumati con
questa sorta di terremoto, dubito che Black sia sopravvissuto a tale
danno” –
sostiene Elsa.
“Dannazione!
Dove sono allora?” – la paura di
Bjorgman viene trasmessa anche ai suoi gemelli.
“Mamma
e le nostre sorelle devono essere da
qualche parte” – afferma Agnarr.
In
quel momento una lampadina si accende
nella mente di Iduna che, prendendo per mano il fratello, si dirige
verso il
lato del palazzo più nascosto.
I
piccoli notano subito un ammasso di detriti
sul terreno e parte di massi,gli uni sugli altri, a creare una sorta di
blocco
d’uscita.
“Chiamiamo
zia Elsa, forse sono fermi sotto
questa montagna di pietre” – pensa la bambina,
speranzosa.
Senza
esitare corre dalla parente che non
esita a seguirla.
“Siete
dei geni, piccoli miei! Come ho fatto
a non pensare al tunnel segreto di Ingrid” –
afferma la custode della Foresta
Incantata.
Muovendo
le mani nello stesso modo di minuti
prima, solleva le ultime macerie.
“Sento
un rumore” – dice Kristoff, scansando
quei pochi massi rimasti a terra.
La
scena che ha davanti tocca il suo cuore
profondamente.
“Mamma”
– esclama commosso, riconoscendo la
Bjorgman, ferita e sporca di polvere, intenta a tossire con forza.
La
solleva lentamente, cedendola alle cure di
alcune domestiche.
“Anna,
Ineke, Aurora…” – le chiama
ripetutamente.
“Letizia, Jack…” – aggiunge
poi Olaf.
“Kris”
– la voce è inconfondibile ed è la
musica che Kristoff attendeva di ascoltare da troppo tempo.
“Anna!!”
– la chiama con forza.
Ed
eccola, pronta per essere stretta alle sue
braccia.
“Amore
mio” – piange lui, baciandola con
dolcezza.
“Mi
sei mancato” – singhiozza lei –
“Adesso
pensa alle nostre figlie”
Nel
frattempo Jack e Letizia Frost erano
stati soccorsi da alcuni uomini di corte.
“Tutto
è bene quel che finisce bene” –
sussurra il maschio alla sorellina, stringendola a se.
“Aurora
e Ineke sono qui, maestà” – comunica un
garzone, attirando l’attenzione del re.
Bjorgman
riconosce le sue figlie maggiori e
piange di gioia vedendole di nuovo nella sua vita.
“Che
gioia potervi riabbracciare tutti” – confessa,
piangendo, all’intera famiglia.
Peccato
che quella felicità ha breve durata
e, in questo caso, è imminente un dolore acuto e
incomparabile a nessuno già
vissuto. Una sofferenza che scava dentro e dilata il cuore.
“Maestà,
bisogna allertare il medico” –
sostiene un soccorritore.
“Certo,
vanno visitati per precauzione” – afferma
Kristoff, senza essersi accorto che le due non hanno ripreso conoscenza.
“Mio
signore, ecco…non so come dirglielo…” - il tipo è
visibilmente in difficoltà.
“Forza,
sbrigiamoci” – lo invita Kristoff,
prendendo in braccio Ineke, la quale sembra muovere una mano al
contatto con il
corpo paterno.
“Il
mio tesoro” – dice l’ex montanaro,
baciando la fronte della primogenita.
Ma
l’aria turbata e triste del garzone inizia
ad allarmarlo.
“Mi
dici che succede? Ti vedo strano, Samuel”
– gli dice Bjorgman.
“Riguarda
la sua secondogenita, sire” –
risponde il tipo.
“Aurora?
Cosa dici? Avrà perso conoscenza. Ma
appena il medico le farà un controllo,
scongiurerà ogni danno. Ne sono certo” –
Kristoff è positivo. O meglio, si mostra tale.
Effettivamente il garzone,
sembra tutt’altro che tranquillo.
E
non appena vede l’uomo togliersi il capello
in segno di rispetto ed abbassare lo sguardo, intuisce il peggio.
Cede
la primogenita ai soccorritori, e si
fionda sul corpo dell’altra, ancora a terra. La accoglie al
suo petto,
scuotendola come può.
“Non
sembra respirare più” – confessa Samuel,
amareggiato.
“Apri
gli occhi, tesoro ti prego” – lo ignora,
non accettando questa ipotesi tragica.
Anna,
poco distante, dopo essere stata
coccolata da parenti e popolo, lentamente si avvicina al marito,
preoccupata
del suo stato.
“Che
succede? Non si sveglia?” – domanda,
spaventata.
Kris
continua a chiamare e muovere
il corpo di Aurora. È diventato una
macchina, ha spento ogni tipo di emozione. Vuole soltanto rivedere gli
occhi e
il sorriso di quella figlia con cui ha condiviso attimi di vita unici e
irripetibili.
Il
suo gioiello, il suo orgoglio…il cucciolo
che, da padre, avrebbe dovuto tutelare.
“No..no…non
ditemi che…” – chiede Anna al
garzone.
“Mi
dispiace, maestà!”
Segue
un urlo lacerante, un graffio all’animo
dei presenti, una lama conficcatale nel cuore…
Il
suo sfogo in un pianto lungo e
incontrollabile, commuove tutta Arendelle.
Elsa,
furiosa con il mondo, con Pitch Black,
perfino con quel Jack Black, suo presunto amico, si piega a terra,
consumando
quante più lacrime possibili.
“Ineke,
tua sorella non ce l’ha fatta” –
comunica Ingrid, alquanto scossa, alla nipote.
Da
quel momento in poi il buio avvolgerà
tutta la famiglia reale.
Ecco
il dolore che Pitch Black ha causato, ottenendo
la vendetta sui nemici. Seppure la sua sconfitta è evidente,
la morte di una
giovane fanciulla innocente basta a soddisfare il lavoro svolto in
quegli anni,
lavoro di manipolazione e piani malefici.
Ma
come metabolizzare la perdita di una
figlia? Come può una coppia appena ritrovatasi, accettare un
fatto tanto grave?