Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    28/10/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 34

Anna si risveglia la mattina dopo verso mezzogiorno a causa della lunga nottata appena trascorsa. La giovane si porta in posizione seduta e, stropicciandosi gli occhi, cerca di contestualizzare la situazione. Si trova nella camera da letto di sua sorella e, il letto disfatto dalla sua parte, il silenzio circostante disturbato solo da qualche clacson delle automobili, le fanno intuire di essere rimasta sola nell’abitazione.

Anna prende tra le mani il cellulare, sperando di trovare una chiamata o un messaggio di Kristoff.

“Ma perché non mi chiama?!” si chiede lei incredula sbattendo il dispositivo sulle coperte, per poi riprenderlo e rendersi conto di aver chiesto lei stessa di non essere contattata. È così che, svogliata, scorre le notifiche sullo schermo fino a leggere un messaggio di Elsa:

“Sono andata al lavoro, nel pomeriggio vado a riprendere le bambine così ti tireranno un po’ su. Tu cerca di riposarti e…magari scrivi un messaggio a Kris, è distrutto”

Anna risponde con un semplice ok, infastidita dalla richiesta della maggiore. La giovane si conosceva e sapeva di essere molto permalosa. Lei e Kristoff avevano bisogno di tempo e da una parte il fatto che Elsa fosse sia sorella che la migliore amica del marito, la urtava e la tranquillizzava. Forse però Elsa aveva ragione…entrambi stavano soffrendo e dovevano risolvere la questione!

“Ma come faccio?” si chiede la quasi mamma, mangiandosi freneticamente la pellicina di un’unghia. Kristoff le mancava, ma allo stesso tempo non sopportava le dure parole che aveva sentito. In più la gravidanza a rischio, la sua salute, il presunto tumore…

“Ok basta…io quando sono da sola impazzisco con i pensieri, meglio se mi alzo” propone poi scuotendo la testa e dirigendosi verso la cucina dove si appresta a preparare il caffè. Anche quella mattina si prospettava particolarmente triste perché, purtroppo, avrebbe dovuto chiamare l’ospedale e comunicare la maternità anticipata a causa della sua salute instabile.

Da Jack…

Jack aveva trascorso una piacevole serata con la famiglia e, la mattina seguente, fu per lui una vera e propria gioia poter svegliare le figlie, prepararle e accompagnarle a scuola. Con loro si era aggiunta di nuovo Stella che, dovendo recarsi in uno studio legale vicino all’istituto scolastico, ne aveva approfittato per restare in compagnia della piccola famigliola.

“Ciao Stella, ciao papà! Grazie di tutto!” comunica Sofia salutando i due con la mano, felice e orgogliosa di quella nuova vita.

“Ci si becca” aggiunge Lia facendo l’occhiolino a Stella per poi entrare con la sorella nella scuola elementare.

“Mi fanno morire dal ridere, soprattutto Lia” commenta la giovane donna sistemandosi la borsa di pelle sulla spalla.

“Sì con loro non ci si annoia mai, senti ma… che ne diresti di fare colazione insieme? Io ho già preso un caffè, ma il mio capo ha avuto un imprevisto e sono convocato in tarda mattinata” spiega Jack leggermente imbarazzato, sperando di non esagerare nell’invitare la donna con sé.

“Perché no? Anche io ho un’ora libera! Grazie!” risponde raggiante l’amica dai capelli scuri, rivolgendogli uno sguardo amorevole.

I due si siedono al tavolo di un bar e, dopo aver ordinato la abitudinale brioche, si scambiano risate e commenti riguardanti la loro infanzia.

“Ti ricordi quella volta alla festa di compleanno di Michele?” domanda la giovane pulendosi le mani con un tovagliolino.

“Aspetta, quella in cui hanno spento le luci per creare la scena horror?” aggiunge Jack rispolverando la lontana terza media.

“Sì…e tu mi avevi baciata perché eri parecchio timido e quando tornò la luce eri completamente rosso in volto!” conclude la ragazza scoppiando in una fragorosa risata.

“Non ero di certo un playboy a quell’età!” ride divertito Jack, portandosi una mano sul volto vergognandosi delle sue prime esperienze amorose.

“Quello lo sei diventato dopo…” rimbocca Stella per poi tacere all’improvviso, dimenticandosi del fatto che Jack diventò attivo e ribelle come difesa contro la morte della sorellina.

“Non preoccuparti, è la verità! Dopo ho iniziato a fare un po’ di cavolate, facendo il ragazzaccio e mettendo nei pasticci anche Elsa” si commisera da solo lui, abbassando lo sguardo e raschiando lo zucchero rimasto sul fondo della propria tazzina.

“Non direi, alla fine quello che avete fatto l’avete compiuto insieme! Ci saranno delle cose belle che avete vissuto durante questi anni!” commenta lei, andando in soccorso alla quasi ex moglie dell’amico.

“Questo periodo di separazione da lei mi sta facendo notare che, in effetti, a parte le bambine non abbiamo mai fatto nulla di sensato. Solo scappatelle, discoteche, after notturni, qualche bevuta… le bambine stesse sono nate per un errore, frutto di una serata incontrollata. Non parliamo di Elsa ti prego, perché sono sempre più deciso a pensare solo a me stesso in questo periodo” aggiunge lui sicuro di sé e anche leggermente alterato. Il fatto che Elsa, nello stesso giorno, gli avesse dato false speranze per poi trattarlo male la sera escludendolo dal problema di Anna, l’aveva distrutto. Avrebbe preferito non vivere nulla di quella giornata.

“Tu, invece? Non mi hai ancora detto nulla… sei single?” cambia argomento Jack accompagnandosi con un colpo di tosse ben piazzato per schiarirsi la voce tremante.

“Sì, da poco in realtà. Il ragazzo con cui stavo, è di queste parti e beh…sì ecco… non ha funzionato. Meglio essere single in effetti. Ora siamo in un periodo di pausa ma pure io sento di non provare più chissà che cosa” si confida Stella, ripassando con un dito il bordo del bicchiere d’acqua.

“Ma, se domani sera andassimo a cena? Come due vecchi amici?” domanda Jack preso dall’euforia, anche se pentito immediatamente per la bizzarra richiesta.

“Un’uscita tra amici quindi? Perché no! Ci sto!” accetta lei felice, mostrando la sua collezione di denti perfetti e particolarmente bianchi.

“Ottimo, ti passo a prendere io” taglia corto Jack alzandosi e consegnando il conto alla cameriera.

“Bene, allora a domani! E grazie per avermi offerto la colazione” lo saluta lei contenta, per poi prendere la propria borsa ed allontanarsi serena.

La giornata per Jack passa velocemente, impegnato in varie conversazioni telefoniche. Verso le 18.00, però, la sveglia presente sul suo telefono inizia a disturbarlo.

Da quando si era lasciato con Elsa, infatti, aveva imparato a gestire diversamente la sua vita. Quella che lui aveva per il lavoro era una vera e propria ossessione! L’idea di fare gli straordinari e tirare il triplo per ricevere maggiori incarichi come ragioniere e vice lo allettava molto. Il lavoro era sempre stato la sua scappatoia, la sua boccata d’aria fresca per non pensare ai problemi della vita. Spesso lo stressava molto inconsciamente, ma spaccarsi gli occhi davanti a un monitor, litigare al telefono con i clienti e i collaboratori, riempirsi di caffè e avere la testa occupata erano delle sensazioni che amava, ma che, ormai, gli avevano tolto la sua vera vita. Per questo aveva iniziato a impostare la sveglia! In questo modo scollegava il cervello e si autoconvinceva di doversi muovere per tornare a casa e riposarsi o prepararsi per andare a prendere le figlie.

Jack guarda la sveglia continuare imperterrita il suo motivetto e, preso da un raptus, la ferma all’istante per poi continuare a scrivere la sua relazione. Alle 18.05 un’altra sveglia prende il sopravvento e, a quel punto, Jack rimane immobile davanti alla tastiera. Quella sveglia delle 18.05 lo faceva sempre soffrire. Quella sveglia gli ricordava tutte le volte in cui, in quegli anni, aveva lasciato a Elsa l’arduo compito di gestire le bambine, di prenderle da scuola, farle studiare, lavare, giocare, quando pure lei lavorava part-time e doveva stare dietro alla casa. Quella sveglia delle 18.05 rappresentava i no che lui aveva detto alle bambine quando, una volta giunto a casa, si sedeva distrutto sul divano senza fare nulla per loro, senza giocare, o aiutare Elsa nelle faccende domestiche. Quella maledetta, sveglia…delle 18.05…era il riassunto di tutti gli sbagli, di tutto il tempo perduto dietro al lavoro, alle telefonate, agli impegni subdoli della vita che gli avrebbero solo arricchito il portafoglio, ma non il cuore.

Per questo Jack sospira e, caricato dalla voglia incessante di migliorare, salva il documento, spegne il computer e indossa la giacca per poter andare a prendere le bambine da Elsa.

Una volta giunto a quella che un tempo era la loro vecchia casa, il giovane biondo si limita a fare uno squillo alla donna, facendole intuire di non voler salire.

“Mi sta facendo lo squillo Jack…perché non sale a prendere le bambine?” domanda Elsa dubbiosa, non capendo il motivo della strana reazione dell’uomo.

“Magari è di fretta! Scendi tu intanto, io faccio preparare le gemelle” propone Anna dubbiosa, finalmente più serena e contenta di essere a casa della sorella.

Elsa afferra le chiavi della porta, si copre frettolosamente con un cappotto e scende le scale fino a raggiungere il pianerottolo del condominio.

“Jack, perché non sei salito?” domanda Elsa abbastanza tranquilla, tenendo comunque le distanze.

“Perché non mi va più di salire in qualcosa che non è più mio” risponde lui cercando di mantenere la calma, ancora profondamente deluso dall’atteggiamento di Elsa nei suoi confronti.

“Tutto bene?” chiede Elsa stranita, accigliandosi e stringendosi il cappotto.

“Sì, solo che sono abbastanza deluso dal tuo comportamento. È successo qualcosa ad Anna e tu non me lo vuoi dire perché tanto non sono più di famiglia giusto?! E, insensibile come sei, mi chiedi anche di venire qui a tenere le bambine! Come se questa casa non mi facesse già abbastanza male!” si sfoga lui mantenendo comunque un tono di voce pacato.

“Non volevo dirti queste cose per telefono!” cerca di difendersi lei arrabbiata come suo solito quando le si fa notare uno sbaglio o un limite.

“Allora dimmele qui! Perché non posso stare vicino ad Anna?!” cerca di farsi spiegare lui, realmente preoccupato per la cognata.

Elsa, allora, si gira verso le scale nella speranza di non incontrare le figlie, rimaste all’oscuro della malattia di Anna, e si appresta a raccontare tutto l’accaduto a Jack.

L’uomo non si sarebbe mai aspettato una notizia simile e, visibilmente preoccupato, abbassa ogni muraglia e torna sé stesso.

I due si siedono sui gradini delle scale, lui con le mani sulle ginocchia e lei con le proprie intrecciate e appoggiate alla fronte. Era da tempo che non stavano così vicini e, finalmente, quella notizia sconvolgente pare comunque legarli per impercettibili secondi.

“Mi dispiace Elsa! Anna è veramente coraggiosa…io magari vado a trovare Kristoff una di queste sere. Ora mi hai detto che è andato da sua madre, ma ha sicuramente bisogno di un amico.” Propone il giovane provando a rendersi utile.

“Grazie, penso che sia la cosa più giusta. Ammiro davvero Anna, ma non ti nascondo il fatto che…ho paura” si confida Elsa abbassando quella parete di ghiaccio che da sempre la contraddistingueva.

“Lo so, è una bruttissima situazione quella che stai vivendo! Tu senza Anna non puoi starci e per questo ti dico che non le succederà nulla. Sono convinto che troveranno il modo migliore per salvarla” prova a consolarla con naturalezza lui, accarezzandole una spalla senza pensare due volte agli effetti di quel gesto.

Il contatto inaspettato, infatti, provoca delle strane sensazioni in Elsa. Delle sensazioni di attrazione repulsione che da sempre la abitavano. Non sapeva quale delle due emozioni la colpisse di più ma, dentro di sé, sentiva il proprio cuore optare per l’attrazione e l’intenso desiderio di ricevere conforto dalla persona con cui condivideva la vita.

“Io…Jack, volevo dirti un’altra cosa…” prova a dire lei tirando su con il naso e sbattendo gli occhi più volte con la speranza di far sparire le lacrime trattenute. Oltre a questo la sua spalla si era allontanata dalla mano di Jack. Il suo cuore lo desiderava ancora, ma la sua solita freddezza la stava frenando.

“Io non vorrei più divorziare. Ci ho pensato e…alla fine siamo giovani! Perché rovinarci così… se per te va bene io opterei per una separazione” taglia corto Elsa provando a cambiare argomento, alzandosi in piedi di scatto e prendendo le distanze da lui e dai propri sentimenti.

La notizia non sembra smuovere Frost. Alla fine divorzio o separazione erano in parte la stessa cosa o, almeno, entrambe avevano la stessa fine: non stare più insieme.

L’uomo vorrebbe ribattere e spiegarle il suo rammarico per la situazione ma, in realtà, prova dei sentimenti così confusi nei confronti di Elsa che, forse, la separazione non avrebbe potuto fargli che bene.

Jack si limita così ad annuire e, una volta arrivate le gemelle, sale in macchina dubbioso e silenzioso, scosso dalle nuove rivelazioni e in subbuglio per tutte quelle paradossali sensazioni.
  
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