Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Dromeosauro394    29/10/2020    1 recensioni
Raccolta di one-shot per il writober 2020.
Saranno tutte ispirate a personaggi del trono di spade, non consecutive. La maggior parte saranno personaggi della storia passata di westeros che forse non molti conosceranno, ma spero di darvi lo stesso una piacevole lettura.
1- Lyonel Hightower e Samantha Tarly
2- Baela Targaryen Alyn Velaryon
3- Aegon quinto
4- Aegon il Cavaliere del Drago e Naerys
5- Dunk e Egg
6- Aegon il Mediocre e Bellegere Otherys
7- Sansa Stark e Edric Dayne
8- Elinor Tyrell e Alyn Ambrose
9- Rhaenyra Targaryen e Laenor Velaryon
10- Cersei Lannister e Lysono Maar
11- Raccallio Rendono e Alyn e Velaryon
12- Daeron Targaryen e Jeremy Norridge
13- Brynden Rivers e Shiera Seastar
14- Oberyn Martell e Daemon Sand
15- Spettacolo a Harrenal
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Love traingle

Love triangle

 

194 d.C. (dopo la Conquista di Aegon)

 

Guardo il mio riflesso allo specchio. Perfetto. Indosso una veste argentata, non lascia scollature ma mi riveste come una seconda pelle. La chiave non è mostrare, ma creare l’illusione della nudità. Le mie maniche sono bianche e lunghe fino alle cosce, perfette per nascondere qualcosa. Infine mi mette la lunga collana di smeraldi e onice, che si intona con il colore dei miei due occhi diversi. I capelli argentei sono apposto, sono pronta per la corte.

Il ragazzo delle Isole dell’Estate di ieri sera ancora sta ronfando tra le lenzuola. Non posso biasimarlo dopo la nottata che abbiamo avuto. Spero non lo malmeneranno troppo quando verranno a pulire.

 

Il re sta tenendo corte sul Trono di Spade. Sto sulla balconata insieme alle altre lady, anche se sono una lady solo di nome, non ho terre o possedimenti, non ho neanche un cognome. Sono nata bastarda ma non ho neanche un nome da bastardo: Snow, Rivers, Waters, Flowers, Sand. Mia madre era di Lys perciò non so come dovrei chiamarmi. Il nome che mi ha lasciato sul letto del parto è più un nomignolo: Seastar (stella del mare). Mi piace. Questi regni abbondano di bastardi come di fiumi, fiori, sabbia, neve, ma ce n’è una sola come me.

 

Sotto il trono vedo il fratello bastardo del re, Daemon. Viene sempre più spesso al castello a vedere sua grazia. O meglio per farsi vedere dagli altri. In effetti è un bello spettacolo: alto, snello, spalle larghe. E accanto lui c’è la sua ombra: Aegor Rivers. I suoi occhi viola sono puntati su di me. È figlio bastardo del vecchio re Aegon. Come me del resto. Come Daemon. O come metà dei bastardi del regno vista la perversione di quel pazzo. Gli sorrido ed esco.

 

Vado al parco degli dei e in men che non si dica lui sbuca tra le piante. “Shiera”, esclama Aegor parandosi davanti a me. Indossa un corsetto dorato con sopra uno stallone alato e sputa fiamme. Non la capirò mai questa usanza dei vessilli. “Fratello, hai lasciato il povero Daemon tutto solo? Soltanto per vedere me?”. Sorride dietro la barba. I capelli lungi e neri gli sono appiccicati un po’ sulla fronte nella fretta di venire. Glieli sistemo e accarezzo la stoffa sul suo petto. “Mh, è filigrana d’oro questa tunica?” “Sì, mia adorata. Daemon mi concede i doni più sfarzosi, ha piena fiducia in me” “Ho sempre trovato l’oro volgare”, dico scostandomi, “Sa di ostentazione”. Nei suoi occhi vedo il panico, penso che se gli dicessi di togliersela qui in mezzo lo farebbe subito.

“Comunque Aegor, spero tu abbia un buon motivo per essere corso con tanta prontezza da me. Non è appropriato per una fanciulla ricevere questo tipo di attenzioni. Non vorrai inginocchiarti e chiedere la mia mano un’altra volta, vero?” “No. No mia diletta. Anche se spero che un giorno me la concederai. No, è che ho trovato un dono per te”. Da sotto il mantello tira fuori una borsa di cuoio e me la consegna. Guardandolo negli occhi sfilo fuori il contenuto. Un rotolo antico! È in alto valyriano. Non risale a prima del Disastro ma ci siamo vicini. “Oh Aegor, è magnifico” “Sono riuscito ad averlo grazie alle mie conoscenze a Tyrosh. Spero sia degno della tua attenzione” “Ma certo fratello e anche tu lo sei. Passeggia con me”

 

Mentre parliamo un corvo si posa su un ramo sopra di noi. Lo guardo di sfuggita negli occhi neri e mi viene un’idea. Prima di congedarmi da Aegor gli do un bacio.  E gli sussurro all’orecchio.

 

Quando torno nella mia stanza il ragazzo di stanotte è sparito. Vado verso lo specchio a rimirarmi di nuovo e a scegliere l’abito per stasera. Vedo il riflesso di lui alle mie spalle. Sorrido e parlo: “Adesso cominci a spiarmi?”, da dietro un angolo spunta una figura incappucciata. Mi giro a fissarlo: “Sai, in questo castello anche i muri hanno le orecchie, ma credevo il giardino almeno fosse libero da sguardi indiscreti”. Si toglie il cappuccio. La sua pelle da albino quasi risplende, tranne che per quella voglia rossastra che gli percorre il lato destro del viso, incorniciato dai suoi lunghi capelli pallidi. I suoi occhi rossi mi squadrano pieni di risentimento… e desiderio. “Stavo osservando Aegor non te, Shiera”. Roteo gli occhi: “Come vuoi Brynden” “Non mento. Lui e Daemon stanno architettando qualcosa, lo sento” “Sempre a cospirare e complottare dietro queste inezie”, dichiaro annoiata mentre mi tolgo la collana, “Tu, fratello, sei come me. Entrambi siamo destinati a molto più che ai giochi per questo orrido trono”. Gli do la schiena e inizio a sfilarmi la veste.

Vedo il suo sguardo nello specchio, che non perde un istante. “Perché lo hai baciato?” “Volevo ringraziarlo per il regalino. E far ingelosire un certo uccellino su un albero”. La sua faccia si fa rossa quanto la sua voglia: “Per te niente gioco del trono, eh? Ti diverti solo a giocare con i cuori”. Tolta ogni stoffa sul mio corpo mi giro: “Mi reputi così frivola Brynden? Non è la politica o l’amore che mi interessano”, riprendo il libro di Aegor, “Ma questo”. Apro le pagine incartapecorite su un’illustrazione: un uomo di valyria con una candela di ossidiana tra le mani, la fiamma luccica dritta e blu. Gli occhi di Brynden Rivers si spostano reticenti dalla mia nudità al libro. “Candele di vetro?” “Candele di vetro e molto altro: corni incantati, bestie mai viste prima… La magia fratello è il vero potere di questo mondo, ma solo a pochi nati con il giusto sangue è permesso accedervi. Io e te abbiamo il sangue dell’antica Valyria, grazie a nostro padre. Tu grazie a tua madre hai il sangue dei primi uomini. Due discendenze magiche così potenti raramente si mischiano e guardati. Puoi infilarti nella pelle di ogni animale che vuoi. Pensa se i draghi fossero ancora vivi” “Abbassa la voce Shiera. Lo hai detto tu stessa che i muri hanno orecchie. Io te già siamo fortunati a poter restare a corte nonostante siamo bastardi” “Caro tecnicamente sono dieci anni che siamo stati legittimati. Tu ti sei scelto anche il tuo piccolo stemma”, gli accarezzo il drago bianco in campo nero che ha sulla tunica, “Il tuo è un dono Brynden, non una maledizione. Lasciati guidare da me e diventerai più potente di qualsiasi nobile o re che ci guardano dall’alto in basso”, vado a mettere il tomo valyriano tra gli altri scritti della mia libreria. “Ti interesso solo per discutere di magia nera?”, protesta. Gli sorrido: “Anche per altro” “Ma non sono l’unico” “Temo di avere ereditato gli appetiti di nostro padre. O forse è il mio sangue lyseiano. Non sono fatta per stare con uno solo”, mi avvicino al suo viso, “Ma se ti può consolare non mi sono mai concessa a Aegor. Non come ho fatto con te”, lo bacio. Lui risponde con passione. Le sue mani tentano di accarezzare il mio corpo. Spera che mi “conceda” di nuovo. Mi stacco. Gli sussurro all’orecchio: “Il castello ha occhi e orecchie. Vediamoci alla Fossa del Drago dopo il banchetto”. Lo lascio andare via fremente, di desiderio e irritazione. Quanto mi diverte vederlo così.

 

Sto in mezzo all’arena in rovina che un tempo ospitava le più grandi bestie del mondo. La luna risplende sui miei capelli.

Mi chiedo quando arriveranno.

Puntuali sbucano tutti e due da gallerie diverse. All’inizio vedono solo me poi si riconoscono a vicenda. “Acreacciaio”, urla Brynden. “Bloodraven”, ripete Aegor con altrettanta veemenza. “Cosa sei venuto a fare qui?”, chiede Brynden, “Devi smetterla di pedinare Shiera” “Pedinata?! Lei mi ha chiesto di venire qui. Probabilmente sei tu che ci hai spiato con qualche diavoleria, abominio”. Entrambi realizzano lo stratagemma. “Shiera…”, dice lentamente l’albino. “Che siano dannati i Sette…”, bestemmia invece Acreacciaio. “Scusate”, dico alzando le braccia, “È che sono stufa dei vostri continui litigi per le mie attenzioni. Così ho pensato di risolvere la questione in modo più… diretto. Lontano dagli sguardi del buon re Daeron” “Un duello?”, chiede sospettoso Brynden. “Ah, bella idea amore mio. Questa mammoletta Blackwood sa combattere solo nascondendosi dietro arco e frecce. Lascialo a me e vedrai qual’è il vero uomo tra noi due”, sbraita Aegor. “Un duello non era esattamente quello che pensavo, ma uno scontro sì”, li conduco verso una fossa che ho fatto scavare e riempire di fango. “Ecco, come nelle Città Libere. Niente armi. Solo voi due e i vostri corpi” “Non chiedevo altro”, dice Aegor cominciando subito a spogliarsi. Brynden esita: “Dopo questa pagliacciata farai la tua scelta?” “Giusto, mia adorata”, dice Acreacciaio, già a petto nudo, “Mi concederai la tua mano dopo che l’avrò sconfitto?”. Incrocio le braccia offesa: “Sapete pensare solo a chi otterrà il premio. Non so se sceglierò uno di voi due come mio unico amore. Ma di certo sceglierò tra di voi due chi non lo sarà”. Brynden sbuffa e si spoglia anche lui.

I due Grandi Bastardi si fronteggiano nel fango. Solo le brache tirate fin sulle ginocchia li coprono. La luce illumina il petto bianco e snello di Brynden contro quello villoso e largo di Aegor. “Fatti sotto feccia Blackwood”, dice Acreacciaio incitandolo con la mano. “Prima le signore, verme di un Bracken”, risponde l’albino. Aegor si getta urlando su Brynden. Il bastardo più giovane rimane immobile per poi scansarsi all’ultimo momento e sfuggire alle sue dita. Aegor cade nel fango. Brynden rimane fermo a osservarlo. Acreacciaio sputando e imprecando si pulisce il viso e si scaglia di nuovo sul fratellastro. Questa volta Brynden lo afferra e utilizza al sua forza contro di lui. Si ritrovano uno sopra l’altro tra la melma. Brynden sembra avere a meglio.

Speravo che il divertimento sarebbe durato di più.

Vengo accontentata. Aegor è più vecchio e forte. Si sbalza di dosso Bloodraven e gli salta addosso. Brynden è più alto ma anche più magro e non dedito al combattimento come suo fratello. La sua tattica vincente è schivare e sgusciare via, farlo andare in bestia e trovare un punto debole. Dall’altra parte Acreacciaio è un veterano dei tornei, si addestra contro suo fratello Daemon e la sua spada di acciaio di Valyria. Ma qui l’abilità con la spada serve a poco.

I due continuano fino a che non riesco quasi più a distinguerli per quanto sono coperti di fango.

In un attimo di pausa respirano affannosamente l’uno di fronte all’altro. Le braccia pendono stanche ai loro fianchi. “Arrenditi Balckwood”, biascica Acreacciaio, “Non ce la fai più, si vede”. Brynden si pulisce la faccia dal fango: “Sai Aegor, sei proprio uno sciocco. Credi davvero che Shiera ti concederebbe la tua mano, quando non ti ha neanche concesso il suo letto” “Ovviamente non lo concederebbe senza prima essere uniti in matrimonio”, sbotta Acreacciaio. Brynden sorride: “Sei proprio cieco allora. Forse non lo sai ma Shiera non è più vergine già da anni”. Oh maledetto Bloodraven, così ora non potrò più divertirmi a prenderlo in giro su quel punto. “Cosa?”, dice Aegor fissando il fratello e poi me, “Stai mentendo” “Sto dicendo la pura verità fratellino. E lo so non solo per via di tutti gli uomini che entrano e escono dalle sue stanze, ma perché anch’io ho goduto delle sue grazie”. Aegor sbuffa irato: “È una menzogna”, sembra più insicuro stavolta. “Chiedilo a Shiera” “No! Sei un bugiardo. BugiardoooOOOH!”, carica come un toro. Brynden molleggia le ginocchia e lo fa cadere in trappola. Ora è sopra di lui tenendogli un braccio dietro alla schiena. Acreacciaio urla come ossesso. Brynden solleva lo sguardo su di me sorridendo. Quell’attimo di orgoglio però lo frega. Aegor con uno scatto tira indietro la testa colpendolo in piena fronte. Il bastardo Blackwood cade stordito nel fango. Il fratello si metta a cavalcioni su di lui e gli prende la gola tra le mani. Brynden tenta inutilmente di lottare e emette dei suoni soffocati. “Muori bugiardo. Muori figlio di puttana”, digrigna i denti Aegor. “Cosa sta succedendo qui?”, risuona una voce tra le balconate. Mi volto e vedo nientemeno che re Daeron che vanza nell’arena, accompagnato da suo figlio e dalla guardia reale. Anche Aegor solleva lo sguardo. “Fermate questa pazzia immediatamente”, tuona il sovrano. Acreacciaio sbuffa irritato, ma lascia la presa. Mentre Brynden boccheggia gli sferra un calcio nelle costole per buona misura.

Il re, il principe e la guardia reale sono sull’orlo della fossa. I due bastardi si mettono in piedi. “Maestà”, dice Aegor in una riverenza. Per sbaglio scivola nel fango finendo con la faccia sommersa. “Maestà”, dice Brynden che invece si inchina in perfetto equilibrio. Re Daeron ha le spalle sottili e il ventre molle ma in questo momento riesce comunque a incutere timore. “Ma guardatevi. Lottare nel fango come due monelli di Fondo delle Pulci. Se non condividessimo lo stesso padre vi farei fare a entrambi una bella nottata nelle celle nere”. Non riesco a trattenere un sorriso. Il re mi fulmina: “Shiera! Sei una ragazza molto intelligente. Mi aspettavo che usassi il cervello più saggiamente che per torturare i tuoi fratelli” “Non li ho mica costretti a spogliarsi e a gettarsi nel fango”, rispondo. “Non aggiungere un’altra parola. Voi intanto uscite fuori da lì”. I due si arrampicano fuori e si ripuliscono alla meglio con le cappe. Re Daeron intanto si preme le dita tra gli occhi: “Che la Madre abbia pietà di me. Shiera è ancora una ragazza ed è più comprensibile che faccia sciocchezze del genere. Ma voi due… Siete due giovani uomini, entrambi discendete da nobili casate… Se per sbaglio uno di voi due avesse ferito gravemente o addirittura ucciso l’altro, cosa credete sarebbe successo?”. Brynden e Aegor restano in silenzio. “Forse è stato un errore tenervi tutti e tre nella Fortezza Rossa. Dovrei spedirvi lontani l’uno dagli altri… Baelor” “Sì padre” “Fa scortare i miei fratelli nelle rispettive stanze dalla Guardia Reale. E assicurati che ci restino. Domani mattina deciderò sul da farsi”. Appena un cavaliere bianco prova a toccare Aegor, lui scosta il braccio irritato: “Stia tranquillo maestà. Me ne torno da lord Daemon al di là del fiume. Qualunque giustizia impartireste sarebbe a vantaggio di questo sporco Blackwood”. Se ne va a grandi falcate fuori dall’arena. “Il tuo re ti ha dato un ordine”, gli grida dietro il principe Baelor. “Lasciatelo andare”, mormora Daeron stanco, “Forse così non lo rivedremo più per un po’”. Si volta verso me e Brynden: “Voi due invece venite al castello”. Mentre ci scortano in direzioni opposte Brynden mi fa l’occhiolino.

 

Seduta alla finestra aspetto scrutando il cielo. Infine arriva. Un corvo si poggia sul davanzale accanto a me. Sorridendo gli accarezzo le penne nere. “Shiera”, bercia l’uccello, “Shiera, Shiera”. Rido sommessamente. “Te lo avevo detto che la magia è la forza più potente di questo mondo. Peccato che il re abbia interrotto il combattimento. Forse a quest’ora sarei stata tua”
   
 
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