Videogiochi > Undertale
Segui la storia  |       
Autore: Rebi_7_24    31/10/2020    0 recensioni
La bambina tratteneva il fiato in attesa di vederlo. Era determinata a tornare a casa con qualcosa che avrebbe conservato fino alla morte, niente e nessuno glielo avrebbe impedito.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Chara, Frisk, Sans, Toriel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Un altro corridoio grigio venne dopo l’ambulacro dorato. Tutto quel neutro iniziava a farle rivoltare lo stomaco, la faceva sentire come fuori dalla realtà.
Varco la soglia di una stanza anch’essa grigia, che ospitava una serie di strutture in pietra. Erano sette. Erano bare.
Frisk si avvicinò, ognuna di esse aveva disegnato sopra un cuore… Un’anima, ciascuna di un colore diverso. E sotto un nome.
Camminava lentamente, facendo scorrere lo sguardo sulle varie incisioni, mentre il suo respiro si faceva momentaneamente assente, come quello di chi abitava quelle tombe da chissà quanti anni.
Un’anima celeste: Dylan.
Una arancione: Helýas.
Una blu: Elohir.
Una viola: Dáeron.
Una verde: Sáiram.
Una gialla: Idryl.
……Una rossa: senza nome.
Frisk deglutì. Asgore sapeva di lei. La stava aspettando, e le aveva tenuto il posto caldo. Era stato sicuramente Flowey, ad informarlo del colore della sua anima. A tal proposito, ora aveva una risposta al quesito che più di una volta si era posta: le anime umane potevano avere diversi colori. Chissà in base a cosa.
Durante il suo viaggio aveva appreso che, durante uno scontro, tra le anime si creava una specie di connessione, e ciò le provocava ogni volta una sensazione strana, come se fosse più vulnerabile, scoperta, raggiungibile. Probabilmente i mostri c’erano abituati, ma lei non aveva smesso un attimo di domandarsi se ci fosse altro dietro quell’energia, che somigliava tanto alla stessa che percepiva quando toccava quelle fonti di luce che, era giunta finalmente alla conclusione, era l’unica a vedere.
Diede le spalle alla bara ancora vuota, ed uscì dalla stanza. Il resto del corridoio la condusse quindi davanti all’entrata di una grande sala, il cui pavimento era ricoperto di fiori dorati, gli stessi su cui era atterrata a seguito della sua caduta. C’era un uomo lì, un mostro. Asgore. Le dava le spalle, non si era accorto di lei. La ragazza inalò lentamente, e si costrinse a fare un passo avanti, causando un lieve rumore che bastò a far voltare il re. L’espressione di entrambi variò alla vista l’uno dell’altra.
Asgore era tristemente consapevole, era preparato all’arrivo della settima umana.
Frisk era sorpresa, perché quella persona era robusta, con le corna e aveva barba e capelli biondi… Ma era esattamente come Toriel.
Ci fu silenzio, in un primo momento, come se entrambi volessero rimandare il più possibile l’inizio (o la conclusione) di tutto.
Alla fine, Asgore sospirò.
“Vorrei tanto poter dire: ‘Ti va una tazza di tè?’ Ma… Sai com’è.”
Altro silenzio. Il volto del re si fece ancora più addolorato.
“Sai bene cosa dobbiamo fare. Quando sei pronta, vieni nella prossima stanza”, quindi si allontanò, lasciandola lì da sola.
Non voleva farle del male, Frisk lo capì subito. Forse sarebbe stato più facile del previsto.
Quando lo raggiunse, si ritrovò davanti qualcosa di mai visto. Sembrava di trovarsi in un immenso ed infinito tunnel, che scorreva, scorreva, scorreva. E intanto il suo colore variava gradualmente, velocemente, dal bianco al nero. Bianco, nero. Bianco, nero. Bianco, nero. Era ipnotico. Era destabilizzante. Era…
“Ecco la barriera”, le disse Asgore, dandole le spalle. “E’ questa che ci tiene intrappolati tutti nel Sottosuolo. …Se… Se hai dei conti in sospeso… Va’ a risolverli ora. E se non sei pronta, lo capisco”, una pausa. “Anch’io non sono pronto.”
Solo allora Frisk si accorse dei sei contenitori di vetro accanto a loro. Ognuno brillava di una luce di un diverso colore. Ognuno conteneva una delle sei anime umane.
“Maestà”, la ragazza si schiarì la voce. “Permettete una parola?”
Lui si voltò, attendendo in silenzio.
“Io credo.. Credo di avere..” Si schiarì nuovamente la voce, riformulando. “Io ho un’alternativa. Sono venuta qui per esporla a voi.”
Il re non rispose, quindi Frisk continuò.
“Ogni umano caduto prima di me, aveva le mie stesse intenzioni: liberarvi tutti. Ma nessuno di loro avrebbe potuto farlo davvero, perché le anime non bastavano. Io però sono l’ultima. Sono la settima anima umana. Io posso fare la differenza, se tu… Se voi, me ne deste la possibilità, io potrei prendere le altre sei, e rompere la barriera da sola.”
Asgore non batté ciglio per qualche secondo. Frisk si chiedeva se stesse riflettendo, o se stesse solo aspettando il momento giusto per coglierla di sorpresa e attaccarla. Ma alla fine…
“….Dammi del tu, per favore. Non sono un sovrano degno di tanto rispetto.”
“Maestà, ti chiedo di fidarti di me. Io posso davvero cambiare le cose. Sono qui per questo!”
“Per un mostro, contenere una sola anima umana rappresenta uno sforzo enorme… Come puoi pensare di poterne sopportare sette?”
“Io sento di potercela fare.”
“Chi mi assicura che tu non voglia soltanto andartene? Come faccio a sapere che farai davvero ciò che dici?”
“Io…” Frisk lo osservò per un attimo, e decise di tentare la sorte. “Toriel si è fidata di me.”
Asgore cambiò immediatamente espressione, i suoi occhi divennero lucidi. La ragazza aveva pensato bene: Toriel era davvero la moglie del re!
“Ricordo bene il giorno dopo la morte di mio figlio”, l’uomo distolse lo sguardo. “Il Sottosuolo era senza speranza. Il nostro futuro ci fu rubato ancora una volta dagli umani. Preso dalla rabbia, gli dichiarai guerra. Dissi che avrei ucciso ogni umano che fosse caduto qui. volevo usare le loro anime per diventare come un dio… E liberare tutti da questa terribile prigione. Poi, avrei distrutto l’umanità… E avrei lasciato che i mostri vivessero in pace, in superficie. Presto, le speranze della gente tornarono. Mia moglie, però, fu disgustata dalle mie azioni. Lasciò questo posto e non la vidi mai più.”
“Io potrei portarti da lei”, disse Frisk, lentamente.
“Onestamente… Io non voglio il potere. Io non voglio far del male a nessuno. Volevo solo dare delle speranze alla mia gente… Ma… Non ce la farò ancora per molto. Voglio solo rivedere mia moglie. Voglio solo rivedere mio figlio. Per favore… Questa guerra è durata fin troppo. solo tu puoi porvi fine… Prendi la mia anima, e lascia questo posto maledetto.”
Frisk sorrise, e si avvicinò. “Ti ho già detto che io non voglio andarmene.”
“Preferisci rimanere qui e soffrire… Invece di vivere felicemente in superficie?”
Frisk scosse la testa. “Preferisco uscire da qui, con tutti voi.”
Il re teneva in mano un grosso tridente di colore rosso. La ragazza glielo sfilò gentilmente dalle mani, posandolo in terra.
“Fuori di qui, io non ho un posto dove tornare”, continuò, usando le stesse parole che aveva rivolto a Sans. “Quindi che senso avrebbe andarmene da sola?”
“Che significa questo? Da dove vieni, umana?”
“Sarebbe lunga da spiegare”, disse lei, ignorando la morsa allo stomaco, e tese una mano verso l’uomo. “Mi chiamo Frisk.”
Asgore fu riluttante per un attimo, poi gliela strinse delicatamente. In confronto alla sua, era minuscola.
“E’ un vero piacere, Frisk.”
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Undertale / Vai alla pagina dell'autore: Rebi_7_24