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Autore: Rebi_7_24    31/10/2020    0 recensioni
La bambina tratteneva il fiato in attesa di vederlo. Era determinata a tornare a casa con qualcosa che avrebbe conservato fino alla morte, niente e nessuno glielo avrebbe impedito.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Chara, Frisk, Sans, Toriel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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“E’ un vero piacere, Frisk.”
Il re dei mostri aumentò la stretta attorno al polso della ragazza, mentre lentamente si abbassava a recuperare il suo tridente.
“…Per questo mi addolora ancora di più, ciò che sta per accadere.”
“Che cosa??”
Asgore si voltò, con gli occhi chiusi, e se la portò più vicina puntandole l’arma contro.
“Aspetta! Che stai facendo?? Fermo!!” Gridava lei, strattonando il braccio chiuso nella salda presa dell’uomo. “Perché?!”
“Gli umani non possono assorbire altre anime umane”, spiegò piatto il re, sempre evitando di guardarla. “Solo i mostri possono farlo. Quello che dici è irrealizzabile.”
“Non lo sapevo! Possiamo trovare un altro modo! Lasciami!!”
“….Addio, umana”, e fece per infilzarla, ma la mancò per un soffio. Frisk riuscì a liberarsi un istante prima, scalciandosi via con entrambe le gambe. Finì a terra, ma si rialzò subito. Giusto in tempo per schivare un altro colpo di tridente.
Chiamò Asgore, lo chiamò per nome, ma lui non rispose. Non le parlava, non la ascoltava, e non la guardava negli occhi. Si muoveva semplicemente in modo meccanico nella speranza di concludere il tutto il più rapidamente possibile.
E in quel momento Frisk si ricordò di quando Alphys le aveva spiegato che una singola persona, per oltrepassare la barriera, doveva possedere un’anima umana e quella di un mostro. Asgore poco fa non la stava invitando ad andarsene da sola, voleva convincerla a combattere contro di lui.
Schivò un attacco di fuoco, identico a quelli di Toriel, ma visibilmente più potente.
“Ma quale diavolo è il tuo problema!?” Gli urlò contro, quasi perdendo l’equilibrio. “Mi sto offrendo di aiutarti! Sono qui per questo! Non per farmi ammazzare!!”
“Vorrei tanto poterti dare ascolto”, le rispose lui, mentre un’altra enorme fiamma gli partiva dalla mano destra.
“Allora fallo, maledizione!!!” Inaspettatamente, quando Frisk si scansò per non farsi colpire, l’attacco magico cambiò direzione, seguendola. Colpendola. Urlò al momento dell’impatto del fuoco sulla sua schiena, e cadde in avanti.
Ansimò sonoramente, con le lacrime agli occhi. Non aveva mai provato un dolore simile.
“Ti prego…” Sussurrò con un fil di voce, perché di più non riusciva a fare.
Si alzò appena in tempo per evitare di essere trafitta, e nella fretta del movimento andò a sbattere contro il muro. Alla sua sinistra c’erano i contenitori delle anime. Vi si piazzò dietro.
“Li spacco!!” Tuonò, con tutte le sue forze. “Hai capito?? Toccami un’altra volta e li faccio a pezzi!!!”
In risposta, Asgore scagliò la sua magia contro le capsule, che Frisk utilizzò come riparo, ma… Non si ruppero.
“Ma che..” Quello non era normale vetro. La ragazza si diede della stupida, era ovvio che fosse così.
Sgranò gli occhi e si abbassò, quando vide il tridente del re avvicinarsi velocemente, e ancora una volta scampò alla morte con una gran fortuna. Ma ciò al prezzo di altro dolore, ben più atroce del precedente.
Gli spuntoni dell’arma si conficcarono nel retro del suo maglione, lacerandole la pelle già ustionata della schiena. Non avrebbe mai pensato di poter tirar fuori tanta voce, né di poter provare una simile sofferenza fisica.
Venne agganciata così, e si sentì trascinare di nuovo davanti al mostro, che ora pareva di nuovo riluttante.
Ma lei non riusciva a muoversi, non riusciva a respirare. Non schivò la fiamma successiva che le andò a colpire stavolta la gamba destra. E quella che le fece ritirare un braccio, nemmeno la vide arrivare.
Non le sfuggì però che, per quanto atroci potessero essere, nessuno di quegli attacchi stava essendo definitivo. Come se Asgore volesse rimandare il più possibile il momento cruciale dello scontro.
Frisk abbassò gli occhi, guardò la sua anima brillarle sul petto, e la odiò. Quella era la causa di tutto. Quella, nient’altro. Avrebbe voluto strapparsela via, lanciarla ad Asgore e dirgli che se la poteva tenere, se ciò non avesse significato morire.
Lui continuava a colpirla, a intervalli irregolari, e lei si limitava a sopportare quella tortura, a resistere al dolore. Anche se definirlo dolore era un enorme eufemismo. E intanto piangeva. Piano, sommessamente. Perché anche il minimo sussulto le faceva male.
“Aiuto…” Supplicava, inerme. “Vi prego…”
Stava morendo. Non ce la faceva più. Il suo respiro si limitava a lievissimi e brevi sospiri. E al contrario della sua anima, ancora luminosa, si sentiva spegnere ogni secondo di più.
Non voleva finire così, non voleva dire addio alle sue persone, al mondo, alla vita. Ma era forte la tentazione di chiudere gli occhi, di lasciarsi andare, di riposare. Era stanca, faticava a restare sveglia. Ma se si fosse concessa di addormentarsi, quello sarebbe stato il suo ultimo sonno.
Proprio quando stava prendendo in considerazione l’idea di arrendersi, però, vide con la coda dell’occhio il re dei mostri venir scaraventato lontano, via da lei. Spostò lo sguardo, e le nuove lacrime che versò dopo erano il pianto di chi sentiva di essere appena ritornato in vita.
   
 
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