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Autore: _Misaki_    31/10/2020    7 recensioni
Tra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperare una micro SD che contiene preziose informazioni sulle attività estere di una nota organizzazione mafiosa. All'inizio sembra un gioco da ragazze, ma la situazione si complica quando il nemico, ex collaboratore della loro stessa agenzia, ordina ai propri sottoposti di ucciderle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 DANGEROUS
 
- Cap. 12 -


 
   Cancún, 10:45 AM.

   
Taeoh era sveglio già da una decina di minuti, eppure si sentiva ancora un po’ intorpidito dal sonno. Non aveva idea di che ore fossero, ma non doveva essere tanto presto a giudicare da come il sole illuminava la stanza. Rimanendo sdraiato sul lato sinistro del corpo, mosse lo sguardo in direzione del comodino, cercando la sveglia, ma non la trovò. Qualcuno doveva averla spostata. Nonostante ciò, non si pose troppi problemi, decise di alzarsi dal letto e andare a farsi una doccia. Passando davanti allo specchio si rese conto di avere ancora addosso i vestiti della sera precedente. Non si ricordava quasi niente di ciò che era successo, forse la missione era andata a buon fine e aveva alzato un po’ troppo il gomito per festeggiare. O per dimenticare.
   Improvvisamente percepì un sottile senso di malinconia. Chissà, in una realtà parallela in cui non fosse stato un mafioso magari sarebbero stati buoni amici, lui e Iris. Era proprio un peccato che una giovane vita fosse stata spezzata così, per un capriccio. Non avrebbe mai più rivisto il suo sorriso, gli sarebbe mancato andarla a cercare, ridere e scherzare insieme a lei. Nel tentativo di scacciare la tristezza del momento, Taeoh entrò nella doccia e indugiò sotto il getto d’acqua tiepida per un tempo indefinito. Quando finalmente gli sembrò di aver recuperato il buonumore, spense l’acqua, si asciugò sommariamente e uscì dal bagno con l’asciugamano legato in vita. Lanciò i vestiti sulla sedia della camera e si guardò di nuovo allo specchio, cercando di sistemarsi i capelli, ancora un po’ bagnati. Oltre alla sveglia era sparito anche il gel. Ci rinunciò e decise di cambiarsi, ma appena fece per togliere l’asciugamano, un’esclamazione improvvisa gli fece realizzare di non essere solo.
   «Fermo!»
   Taeoh si bloccò immediatamente dov’era e si voltò di scatto. Seduta sul suo letto, dietro di lui, c’era Iris. La ragazza indossava una canottiera blu, probabilmente un pigiama, e aveva tutta l’aria di essersi appena svegliata.
   «Cosa ci fai in camera mia?!» esclamò Taeoh, spalancando gli occhi come se avesse visto un fantasma.
   «Sei tu che sei in camera mia!» puntualizzò Iris, che era arrossita visibilmente e si stava coprendo gli occhi con le mani.
   «Eh?» chiese lui, ancora più confuso di prima.
   Proprio in quel momento, Dawon bussò alla porta.
   «Dalle urla direi che siete svegli!»
   «Dawon, non è il momento!» rispose Iris, temendo che il ragazzo potesse fraintendere la scena. Taeoh, al contrario, non si fece problemi e andò ad aprire la porta. Appena vide l’amico, i flash di quello che era realmente accaduto la sera precedente illuminarono la sua memoria.
   «Ora ricordo! Dawon, sei un idiota!»
   Il più grande ignorò l’insulto e squadrò Taeoh da testa a piedi, riuscendo a stento a soffocare una risata.
   «Menomale che eri intontito ieri… ma vedo che ora stai benone.»
   «È colpa tua…» bisbigliò l’altro, rivolgendo all’amico lo sguardo accigliato di chi si aspetta delle spiegazioni. Dawon lo tirò in disparte e iniziò a parlare anche lui a bassa voce.
   «Qualcosa è andato storto, poi ti spiego.»
   «L’ho notato… mi hai quasi ammazzato!»
   In tutto ciò, Iris era rimasta sul letto, chiedendosi cosa avessero da bisbigliare.
   «Si può sapere che state facendo? Taeoh, mettiti qualcosa addosso per favore, è imbarazzante!»
   «Niente, niente.» rispose Dawon «Taeoh vai pure a cambiarti, quando hai fatto ti aspetto in camera nostra per parlare dell’escursione di oggi.» inventò di sana pianta.
   «Sì, sì.» rispose l’altro, tornando in bagno, ancora indispettito per il fatto di essere stato quasi avvelenato dal proprio complice. Una volta rimessosi i vestiti di prima, uscì e cercò di mantenere almeno una parvenza di buoni rapporti con Iris comportandosi in maniera educata.
   «Senti, non ricordo molto di ieri, ma grazie per ciò che hai fatto e scusa se ti ho fatto qualcosa.» dentro di sé non faceva altro che pensare che avrebbe voluto strozzare Dawon con le sue stesse mani per quello che era successo. Per fortuna Iris sembrava molto meno agitata e imbarazzata ora, la risposta non sarebbe stata troppo negativa.
   «Non preoccuparti, non è successo niente.» chiarì lei «Tu e Wendy vi siete sentiti male e vi abbiamo riaccompagnati in hotel. Era un po’ difficile portarti fino in camera tua, quindi abbiamo pensato che era più logico farti rimanere qui.»
   «Ah, ho capito.»
   «Forse è meglio se resti a riposo per oggi, ma credo sia tutto a posto.» concluse Iris, omettendo la parte del sonnifero. «Ora mi cambio e vado a vedere come sta Wendy, sono un po’ in pensiero.»
   «Certo, certo, vado anch’io. Ci si vede!» così dicendo, Taeoh corse da Dawon con l’espressione di chi è davvero su tutte le furie.
 
   Pochi minuti dopo, Iris bussò alla porta di Wendy. La ragazza stava ancora dormendo e rispose solo con un «Mhmm?»
   «Sono Iris! Tutto ok?»
   «Sì, vai via.»
   «Ok, quando ti svegli passa da me, devo dirti delle cose. La situazione di ieri non mi è piaciuta.» visto che Wendy non sembrava in vena di parlare, Iris pensò di rimandare il discorso a dopo, ma inaspettatamente la collega aprì la porta.
   «Di che parli?» le chiese, facendola entrare.
   «Ieri tu e Taeoh vi siete addormentati all’improvviso. All’inizio temevo vi avessero avvelenati, ma per fortuna si trattava solo di sonnifero. Di certo non sono stata io e non credo che Dawon volesse farci uno scherzo del genere, sembrava preoccupato anche lui. A questo punto mi viene in mente solo il magnate, ma non mi spiego il perché di un’azione tanto inutile.»
   «Non può averci scoperte così in fretta. Anche se in effetti il deposito che salta in aria… ma allora perché non prendersela con Lizzy?»
   «In realtà… lei non so dove sia. È in giro da ieri sera. Spero non le sia successo niente!»
   «Bah, quella donna è inutile!»
   «Ah, se sei in mutande è colpa di Dawon.» puntualizzò Iris.
   «Cosa vuoi dire? Dawon?» chiese Wendy, iniziando a preoccuparsi.
   «Vi ho lasciati soli un attimo e quando sono tornata di qua ti stava spogliando. A sua detta per metterti il pigiama. Però l’ho fermato prima che potesse fare qualsiasi cosa.»
   «Oddio!» esclamò Wendy, incredula «Non voglio più vedere quei due idioti! Mai più! E io che pensavo fossero persone per bene! Sono come i loro due amici pervertiti!»
   «Tranquilla, sono sicura che non ti abbia fatto niente. Poi stamattina è passato a riprendere Taeoh in camera mia e-»
   «Aspetta, che ci faceva Taeoh in camera tua?! Mi sono persa qualcosa?» Wendy la interruppe bruscamente.
   «Niente di quello che stai pensando! È rimasto da me a dormire visto che non riuscivamo a prenderlo di peso e portarlo in camera. Comunque, prima quei due farfugliavano qualcosa su un’escursione, non saprei.»
   «Mhmm, mah. Andiamo a fare colazione, ho fame.» si rassegnò Wendy, che non aveva la minima voglia di mettersi a fare congetture appena sveglia.
   «Ok, andiamo.»
 
 



 
***
 
 
 
 
   Nel frattempo, Taeoh era tornato in camera sua ed era decisamente arrabbiato con Dawon.
   «Razza di un idiota! E tu saresti il leader? Come diamine faccio a fidarmi? Mi hai quasi ammazzato! E se non fosse stato sonnifero? E come ci è finito il sonnifero lì dentro?!» disse tutto d’un fiato, senza riuscire a fermarsi.
   «Calma! Anche io sono rimasto sorpreso!» si giustificò Dawon «Non so esattamente come diamine sia finito a te il bicchiere sbagliato! Io l’avevo passato a Iris! Per il sonnifero invece un’idea ce l’avrei… qualcuno ha palesemente scambiato le capsule nel contenitore. All’esterno è palesemente quello del veleno, ma sull’involucro delle pastiglie c’è la sigla di un sonnifero. Forse dovremmo andare a fare una visita ai novellini Buffy e James prima che pensino di essere stati troppo astuti a farci questo scherzone…»
   «Doveva essere una missione semplice, era un’occasione perfetta, guarda invece come siamo ridotti! Due pivelli riescono a sabotarci come nulla. Dovremmo essere più furbi di loro, no?» protestò Taeoh, iniziando a sentirsi terribilmente frustrato.
   «Dev’essere stata dura…» disse Dawon, dandogli dei colpetti sulla spalla in segno di commiserazione «Prima avvelenato e poi finito nudo in camera del nemico.» fece un lungo sospiro «Tanto per curiosità, te l’ha chiesto lei di farlo? Ieri mi ha cacciato dicendo che ero un pervertito, ma vedo che sono un principiante a confronto!»
   «Ma di che stai parlando!?»
   «Parlavo del tuo strip tease!» rispose Dawon ridendo.
   «Cosa vai a pensare! Grazie a qualcuno che mi ha completamente stordito credevo di essere in camera mia e mi sono fatto una doccia! Tutto qui!» ribatté Taeoh. Il suo complice però non riusciva a smettere di ridere. «Ridi, ridi, idiota…»
   «Comunque...» Dawon cercò di ricomporsi «daremo una bella tirata di orecchie a quei due.»
   «Meglio, adiamo a fargli visita. Ray ci farà un’altra ramanzina per colpa loro!»
   Un attimo dopo, i due erano in camera dei traditori, ma uno dei due mancava all’appello. Buffy, infatti, era ancora con Lizzy.
   «Salve, che succede? Come va con le due agenti addormentate?»
   In meno di un secondo il novellino si era già tradito da solo. Senza pensarci due volte Taeoh e Dawon sfogarono la loro rabbia su di lui e lo riempirono di botte.
 
 
 
 
***
 
 
 
   Verso mezzogiorno Buffy riaprì gli occhi. Era sdraiato su un letto sfatto, in una camera che non era la sua. Sul tavolino davanti alla finestra c’erano una bottiglia di vino rosso mezza vuota e due bicchieri. Improvvisamente ricordò che la sera prima era venuto lì con Lizzy. Si alzò di scatto e si guardò intorno. Lei non c’era, né in camera, né in bagno. «Merda!» imprecò. Si sentiva un’idiota per averla fatta scappare così dopo aver tanto criticato Daeju per i suoi insuccessi. Voleva avvelenarla e andarsene, ma lei era stata più furba, lo aveva fatto bere, lo aveva usato e poi l’aveva lasciato lì da solo come un salame. Buffy si affrettò a cambiarsi per tornare in hotel. Probabilmente James si stava chiedendo che fine avesse fatto. Quando passò davanti alla reception, però, il personale lo fermò. Lizzy gli aveva lasciato da pagare sia la camera sia il vino! Altro che “la camera ce l’ho io, tu offri solo il vino”! La cosa lo fece arrabbiare ancora di più. Lo aveva fregato in tutto e per tutto! Pagò malvolentieri e tornò dal suo complice.
   «Sì?» disse James, aprendo la porta con un panetto di ghiaccio in testa.
   «Che ti è successo?» chiese Buffy, vedendo il suo amico in quelle condizioni.
   «Hanno scoperto il nostro scherzo… presto, entra, se ti vedono lì fuori riducono così anche te.»
   Buffy entrò, richiudendosi la porta alle spalle, e poi cacciò un urlo da crisi isterica. «Maledizione! Peggio di così non poteva andare!»
 
 
 
 
***
 
 
 
   Tokyo. 11:23 PM. 

   Nel frattempo, in Giappone, May e Shion stavano ancora lavorando come scorte per il signor Iwata. Era giunto il secondo giorno di esposizione e tutto stava procedendo per il meglio. Le persone dell’alta società ammiravano i gioielli nelle teche di vetro, scambiandosi pareri e complimenti, altri ospiti invece cenavano nel costoso ristorante dell’osservatorio o semplicemente si godevano il panorama. Il signor Iwata era intento a intrattenere alcuni suoi conoscenti, così Shion e May erano rimasti soli. Dalla cima del grattacielo la vista era stupenda. Le illuminazioni degli edifici e i fari delle auto frammentavano il buio della notte, illuminando la città in modo spettacolare, mentre, all’interno del salone, le luci soffuse rendevano l’atmosfera alquanto romantica. Shion si voltò verso May e rimase rapito dalla bellezza del suo volto.
   La ragazza si accorse di essere osservata e arrossì leggermente. «Che bel panorama da qui!» esclamò, per sciogliere la tensione.
La voce di May riportò Shion alla realtà e gli fece distogliere immediatamente lo sguardo da lei.
   «Ehm, già.» avrebbe tanto voluto fare un passo avanti e dichiararle i propri sentimenti, ma si sentiva così imbarazzato da non riuscire a dire nulla di senso compiuto. Era sempre stato piuttosto timido e l’atmosfera romantica lo stava mettendo sempre più in soggezione. Fece un respiro profondo. Sentiva che quello era il momento giusto per mettere da parte l’imbarazzo e farsi avanti. Raccolse tutto il suo coraggio e si decise finalmente a parlare.
   «Ehm, senti, May...»
   «Sì?» chiese lei. Le sue labbra si erano incurvate in un sorriso imbarazzato.
   «So che ora siamo in missione, ma… quando torniamo, che ne dici se... se usciamo insieme, noi due?»
   «Noi due? Da soli intendi?»
   Proprio in quel momento si sentì il rumore di un’esplosione e una coltre grigia ricoprì rapidamente la sala. Qualcuno aveva lanciato una bomba fumogena. La gente cominciò ad urlare in preda al panico e a spostarsi a tentoni cercando le vie d’uscita. May e Shion maledissero mentalmente chiunque avesse rovinato il loro momento.
   «May!» la chiamò il ragazzo «Tu pensa al diamante, io vado a proteggere Iwata! Potrebbero essere loro!»
   «Ricevuto!» rispose lei, avvicinandosi subito alla teca e tenendosi il naso e la bocca coperti con un braccio. Shion si fece strada attraverso la sala, riuscendo a fatica a individuare Iwata, dal momento che non si riusciva a vedere quasi nulla. Improvvisamente, due uomini completamente vestiti di nero si avvicinarono al diamante e quindi a May, lanciando degli shuriken nella sua direzione. La ragazza li schivò facilmente e contrattaccò, avvicinandosi il più possibile all’individuo per immobilizzarlo e smascherare la sua identità, ma l’uomo si rivelò più agile del previsto e diede inizio a uno scontro corpo a corpo. Nel frattempo, un altro uomo raggiunse in un batter d’occhio il signor Iwata e, da dietro, gli strinse un braccio intorno al collo con l’intento di strangolarlo. Shion intervenne immediatamente, colpendo l’aggressore e costringendolo ad allentare la presa. Lo allontanò da Iwata, dando inizio a un combattimento con lo sconosciuto.
   Nel frattempo, Minho, anche lui all’esposizione con Minki e Jiho, aveva notato i suoi compagni in difficoltà e aveva deciso di intervenire, mettendo a repentaglio la propria copertura, quando un terzo uomo, approfittando della confusione, si era avvicinato al diamante per rubarlo.
Raggiuntolo in un attimo, Minho afferrò l’uomo per la giacca, tirandolo indietro. L’uomo cadde a terra, ma si rialzò immediatamente e cercò di colpirlo con uno shuriken. Il colpo non andò in porto.
   Il fumo aveva iniziato a diradarsi, ma gli agenti non fecero in tempo a immobilizzare i tre individui, perché questi, al segnale di uno di loro, si dileguarono immediatamente, facendo perdere le proprie tracce e rinunciando a sottrarre il diamante al suo legittimo proprietario.
Anche Minho, dopo un veloce sguardo d’intesa con i suoi colleghi, si allontanò immediatamente dagli agenti per non destare sospetti.
   «Signor Iwata, si sente bene?» chiese Shion, assicurandosi che il suo cliente non avesse riportato danni.
   «Sì, sì, che spavento! Il diamante?»
   «È salvo!» esclamò May.
   «Grazie al cielo!» Il signor Iwata tirò un sospiro di sollievo e si lasciò cadere su una sedia.
   Subito dopo, Shion corse da May.
   «Tutto ok? Ti sei fatta male?» le chiese preoccupato, posando le mani sulle sue spalle e controllando che non fosse ferita.
   «Io tutto ok, tu come stai?»
   «È tutto a posto.»
   «Menomale!»
   «Chissà chi diamine erano quelli... assurdo! Sembravano dei ninja.»
   «Non ne ho idea, non sono nemmeno riuscita a vederli in faccia.» rispose lei, pensierosa.
   Il resto della serata passò senza altri intoppi, ma né May né Shion trovarono il coraggio di sollevare di nuovo l’argomento romantico. Dopo la chiusura serale della mostra, riaccompagnarono in hotel il signor Iwata e andarono direttamente a dormire. Il giorno seguente li avrebbe aspettati un’altra lunga giornata di lavoro.
   Anche Minho era tornato da Minki e Jiho. L’atmosfera che si respirava era strana, forse avevano intuito qualcosa, ma decise di non dire nulla, né tantomeno di giustificarsi, avrebbe solo rischiato di sollevare ulteriori sospetti.



Fine cap. 12
________________________

Ciao a tutti!!!
Le vicende procedo spedite! Taeoh e i suoi ripensamenti da un lato, la tentata confessione di Shion dall'altro.
E Lizzy ha dimostrato che è furba quando le interessa XD

Cooomunque, in alcune recensioni era emersa la necessità di avere un indice dei personaggi, specialmente di quelli con i nomi coreani, e così settimana scorsa mi sono messa a disegnarli e ho preparato uno schemino hahaha
Ora, l'immagine è ingombrantissima e ho avuto anche problemi con la qualità è.é, quindi appena capisco come fare la sistemo e se riesco la metto un pulsante tipo quelli di spoiler... non ho idea di come fare al momento lol quindi non faccio promesse. Per il momento però almeno c'è XD

Come sempre, grazie a chiunque stia seguendo questa storia! Alla prossima!

Misa.

 

PS: problema qualità dell'immagine risolto!
 

 
  
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