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Autore: VigilanzaCostante    01/11/2020    5 recensioni
[Storia partecipante all'iniziativa Scrivimi del gruppo Facebook Caffé e Calderotti.]
Rose era libera e agguerrita, donna forte in un corpo da bambina.
Scorpius era freddo e irriverente, ma di una semplicità nuda e cruda, niente fronzoli o scarabocchi.
Ambizioni, sogni, vite diverse per poi incappare nella solita domanda esistenziale: viene prima l'amore o il sogno di una vita?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Storia partecipante all'iniziativa "Scrivimi" indetta sul gruppo Facebook "Caffè e calderotti".
Lo spunto che mi è stato dato era:
Coppia: Rose/Scorpius
Prompt: Vivere tutte le vite di Elisa feat Carl Brave
E non voglio vivere tutte le vite
Vedere ogni posto nel mondo
Vincere tutte le volte, esser sempre forte
Uscirne senza graffi sulla pelle
E non sapere mai cos'è una fine
Vedere ogni limite farsi più sottile
Sempre più deboli le mie paure
Non lasciarmi sfuggire neanche una foglia che si muove
(Io l'ho usato parzialmente all'interno di un dialogo, e ho cercato di usarlo come filo conduttore della storia)
Genere: Introspettivo (ma puoi declinarlo in senso romantico, comico, angst ecc.)
Spero di essere riuscita ad utilizzare questi elementi nel modo migliore possibile.
Fatemi sapere che ne pensate!
 

Parlami dei tuoi sogni


Rose era libera e agguerrita, donna forte in un corpo da bambina.
Scorpius era freddo e irriverente, ma di una semplicità nuda e cruda, niente fronzoli o scarabocchi. 
 
Al settimo anno, Rose ridendo aveva accettato di bere una Burrobirra con un Malfoy che non sapeva nemmeno di volerlo.
Era stata una strana uscita, entrambi un po’ impacciati e improvvisamente privi delle immagini che si erano creati addosso. Era autunno inoltrato, gli alberi avevano perso quasi tutte le loro foglie, e fu allora che tra loro si creò la prima profonda crepa.
“Il mio sogno più grande è andare da zio Charlie e lavorare sul campo, con i draghi. Mi elettrizza anche solo l’idea.”
Lui non sapeva nemmeno che rispondere, del tutto spiazzato da tanta energia; a malapena si sentiva in grado di parlare, mai gli era capitato di sentirsi inferiore.
“E tu? Tu cosa sogni?”
Alzò le spalle, finse di non esser altro che banale. Chissà se lei lo capì che non era quello lo Scorpius reale. 
 
***
 
Stavano insieme da due anni, Rose e Scorpius, quando lei gli disse che stava per partire a fare un tirocinio in Romania. Lui gli disse che l’avrebbe aspettata, ma dentro di sé si sentiva già solo.  
Iniziò un periodo di lettere esaltate (da parte di Rose), e risposte un po’ distaccate (da parte di Scorpius). Forse lei non capiva, o faceva finta di non capire perché non voleva doversi trovare davanti alla prospettiva di scegliere: l’amore o la vita che si ha sempre bramato?
 
***
 
Poi la maschera di freddezza si ruppe in mille pezzi ed una rabbia cieca dipinse il volto di Scorpius.
– Io ho dovuto accettare la tua decisione! Tu non mi hai chiesto di venire con te, di iniziare una vita insieme, tu mi hai messo di fronte all’evidenza senza avere la possibilità di scegliere! –
Lei accusò il colpo perché sapeva che aveva ragione. Ma come sempre quando si litiga, non voleva cedere la vittoria al suo acerrimo nemico, al suo più grande amore.
- Perché ti stavo mettendo alla prova, Scorpius. Invece mi hai dimostrato ancora una volta che non sei in grado di esternare i tuoi sentimenti, che hai troppa paura di dire cosa pensi! –
- Cosa avrei dovuto dire? “Sposami e viviamo insieme”? –
Cadde una posata, e il rumore metallico risuonò in tutta la stanza silenziosa. Rose non sapeva che rispondere, del tutto spiazzata da tale energia; era lei, stavolta, a non essere in grado di parlare.
Quando alzò il viso, rosso come i suoi capelli, Scorpius se ne stava andando. E Rose, priva della sua solita grinta, lo lasciò andare.
 
***
 
Si rividero qualche giorno dopo, gli animi più calmi ma la pressione della scadenza: Rose doveva ripartire.  
Avevano davanti una burrobirra, come ai (non troppo) vecchi tempi, e Scorpius rispose a scoppio ritardato ad una domanda che l’aveva tenuto incatenato fin troppe volte.
- Mi chiesi alla nostra prima uscita quale fosse il mio sogno. Ero rimasto sconcertato dal tuo, di sogno; Io non voglio vivere tutte le vite, vedere ogni posto nel mondo, vincere tutte le volte, esser sempre forte.
- Si ma… -
Rose era fatta così, non ti lasciava mai finire di parlare, ti doveva sempre interrompere, doveva sempre puntualizzare. Fin troppe volte avevano minimizzato le sue ambizioni perché donna, perché fragile, perché non abbastanza pronta a sporcarsi le mani, e per questo si è sempre sentita in dovere di mettersi sulla difensiva.
- E io non penso che i tuoi, di sogni, siano sbagliati. Ma io ambisco a diventare un buon marito, un buon padre, un uomo che persegue il giusto e che sa amare. Io voglio amare Rose, perché per anni ho giocato a non esserne capace, ma tu mi hai fatto capire che invece lo so fare. –
 
Il giorno dopo si smaterializzarono insieme dall’altra parte d’Europa. Non sapevano bene da dove cominciare, forse dalla valigia da disfare o da una promessa di matrimonio detta in un momento di rabbia totale.
 
Rose era ancora libera, ancora agguerrita, ma non sentiva più l’esigenza di doversi spiegare.
Scorpius era ancora semplice, grezzo, ma meno freddo: più capace di esternare, di non trattenere, congelare.

 
   
 
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