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Autore: TsukikageShawn    01/11/2020    1 recensioni
Storia partecipante alla challenge di Carachiel - Finis Coronat Opus.
Il nostro protagonista preferito racconta da come ha scoperto di essere padre alla nascita della figlia. Un'avventura piena di emozioni e di sorprese, tutte incorniciate da otto finali che nessuno penserebbe che potessero essere di un'unica storia.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kotori /Tori, Nuovo personaggio, Rio, Yuma/Yuma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Allora il mio nome lo avete scelto per un motivo ben preciso?»

«Si, e immagino che hai già capito quale sia.»

«Hai ragione, sono una bambina intelligente. Continua, voglio sapere come finisce la storia.»

«Va bene, i giorni prima della tua nascita…»

 

Non avevamo ancora scelto un nome per la nostra principessa, il tempo passava e non riuscivamo a decidere. Ci sono stati tanti avvenimenti importanti nella nostra vita che dimostravano il nostro amore, passavamo le giornate a ricordare ogni particolare che potesse aiutarci.

Per esempio il giorno del nostro primo bacio, avevamo quattordici anni e di amore non ne capivo molto. Eravamo nella mia camera, Tori mi stava aiutando con i compiti. Astral era andato via da poco e non riuscivo a studiare perché pensavo sempre a lui. Allora decisi di concentrare la mia attenzione sulla mia futura sposa, non avevo mai notato quanto fosse bella e come il dolce suono della sua voce mi facesse sentire a casa. Per questo mi fu chiaro che era la ragazza con cui volevo creare il mio futuro, e quel pomeriggio ci scambiammo il nostro primo bacio.

Oppure il giorno del ballo di fine anno, avevamo compiuto diciotto anni da poco. Indossavo un completo elegante cucito a mano da mia nonna, mi sentivo ridicolo. Non era per niente il mio genere, ma dovevo per forza accettarlo, non potevo presentarmi alla porta di Tori con scarpe da ginnastica e pantaloni elastici. Mio padre mi accompagnò con la sua auto a casa della mia fidanzata e poi ci portò a scuola. Da bravo gentiluomo le aprii la portiera e la feci scendere. L'autista improvvisato mi tirò da parte perché voleva discutere di cose importanti. Mi fece raccomandare di fare attenzione, di non bere alcolici e di non fare certe cose senza protezioni…

 

«Quali cose? In che senso senza protezioni?» mi interruppe mia figlia.

«Te lo racconterò quando sarai più grande.»

«Ma ho sette anni, sono già grande!»

«Ho detto no e non si discute. Allora dove ero arrivato? Finite le raccomandazioni…»

 

Tornai da Tori che mi aspettava insieme al nostro gruppo di amici e passammo una serata all'insegna del divertimento. Finita la festa mio padre mi invio un messaggio che diceva: "Non parte l'auto, fatti dare un passaggio. Te lo avevo detto che dovevi prenderti la patente come il tuo amico polipetto".

Allora Spenser mi prestò la bicicletta che aveva nel bagagliaio della sua auto, purtroppo per noi non poteva darci un passaggio e ci accontettammo del mezzo improvvisato. Presi il comando del veicolo e partii a tutta velocità verso casa di Tori. Durante il percorso presi una buca e la bici si ribaltò, facendoci cadere per terra. Eravamo soli, la strada era deserta e quindi nessuno venne in nostro soccorso. Per fortuna non era niente di grave, allora mi resi conto che lei era la ragazza con cui volevo affrontare le difficoltà della vita.

E c'era anche il giorno del nostro matrimonio e i tre mesi del viaggio di nozze, che sono stati altrettanto importanti per noi. Non trovavamo niente che sarebbe stato perfetto come nome. Tutti i giorni mi sfogavo con Rio e Romhan, ero in uno stato di panico perenne. Mia figlia sarebbe nata in questi giorni e non potevamo aspettare per darle un nome. La caffetteria della base segreta divenne il luogo delle mie confessioni e il cibo una valvola di sfogo, le mie colleghe non riuscivano a capire come facessi a non ingrassare.

Durante le pause pranzo mi disperavo e il famoso duo mi consolava come al solito. Ma questa volta era diverso, perché quel giorno mi chiamò Kari dicendo che Tori stava per partorire. Mi sentii male dall'emozione e il capo mi diede il permesso di andare in ospedale, accompagnato da Rio. In quello stato non potevo guidare e non facevo altro che rompere le scatole.

«Sta per nascere e non abbiamo ancora scelto un nome, come devo fare? Non possiamo dargli un nome comune, non avrebbe senso! Deve essere qualcosa di importante che dimostri il nostro amore!»

«Ma perché non la chiamate Perla? Il braccialetto è di perle e quel cavolo di braccialetto è importante per voi, insomma sei quasi morto per quello! E non urlare che sto guidando!»

Aveva ragione, ma il motivo per cui non ci avevamo pensato prima era un mistero. Ero così emozionato che non capivo niente, avevo sempre pensato che non avrei amato un'altra donna che non sia mia moglie. Ma ora era diverso, ci sarebbe stata un'altra donna da amare e mi avrebbe chiamato papà.

Arrivati in ospedale, venni accolto da un'infermiera che ci condusse nella sala parto. Mi fecero indossare un completo sterilizzato ed entrai nella stanza dove stava Tori. Le tenni la mano per un'ora intera, la mia piccola principessa non voleva uscire. Ma alla fine ha dovuto farle ed è stato un sollievo sentirla piangere.

Non dimenticherò mai la prima volta che la presi in braccio, era solo un piccolo fagottino che mi guardava sorridendo. Per mia sfortuna quel momento durò poco, i medici la portarono via per fare tutti gli accertamenti.

Decisi di rimanere tutto il tempo accanto a mia moglie, la trasferirono in un'altra stanza dove cadde in un sonno profondo, da cui non si sarebbe più risvegliata. Dare la notizia a parenti ed amici non fu facile, ma in cuore mio sapevo che lei sarebbe andata in un posto migliore.

Va bene... Mostrami la via.

 

«Ti è piaciuta la storia?»

«È bellissima» mi risponde sbadigliando.

Si addormenta subito dopo il bacio della buona notte, le rimbocco le coperte ed esco dalla stanza in silenzio. Raccontarle di sua madre è sempre stato difficile, per lei che non l'ha mai conosciuta e per me che mi riporta alla mente tutti i bei mometi passati insieme…

 

Fine

 

 

Angolo autrice

Questo finale nessuno se l'aspettava, nemmeno io che ho pianto tutto il tempo mentre scrivevo. Ringrazio tutti i lettori silenziosi e la mia gufa preferita che ha recensito questa storia.

   
 
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