Bacio
Il sole guizza sulla sua
lancia. Sposto il mio peso da un piede all’altro, lasciando solchi nella sabbia
dorata.
Il principe mi guarda con
quegli occhi neri e profondi, nascondendo un sorrisetto.
Non devo deluderlo. Stringo
la spada nel pugno.
Tutti e due attendiamo tesi
la prima mossa dell’altro. Il sole di Dorne batte forte. Una goccia di sudore
scende sulla mia fronte.
Il principe Oberyn attacca.
La sua lama scatta veloce e micidiale e a stento reagisco ai colpi.
Vipera Rossa, è un titolo
quanto mai appropriato per quest’uomo. La lancia sembra proprio un rettile
velenoso che scatta per mordermi. Ma non voglio cadere facilmente. Voglio che
tu mi noti, mio principe.
Veloce contrattacco a colpi
di spada. “Sì, Daemon”, grida feroce e felice Oberyn, “Mostrami il tuo fuoco
ragazzo”. Quel ragazzo serve per distrarmi. Ma non sono un ragazzo, non
cado nei tuoi trucchi. Continuo ad attaccarlo e lui passa a schivare i miei
colpi e a danzarmi in giro. Ogni tanto solleva sbuffi di sabbia con la lancia.
Altri trucchi, altri inganni, ma non sono sciocco. Continuo a roteare la spada
e lui continua a schivare e a parare. “Tutto qui? Andiamo Daemon, mia figlia
Obara tira colpi più forti dei tuoi”. Continuo a ignorarlo e a cercare di
colpirlo. Il sudore mi cola negli occhi. Nelle orecchie risuonano i suoi
scherni e le sue incitazioni. Alla fine con un grido lo inchiodo con un
ginocchio a terra, la spada che stride contro la lancia. Stringo i denti e lo
guardo negli occhi. Nelle sue pupille vedo quello che speravo, uno sguardo
attento, che scruta ammirato, ma che sorride anche. Con un gioco di gambe
rotola di lato e mi fa crollare in avanti sul mio stesso peso. Cado col viso
nella sabbia e sento il piatto della lancia che mi colpisce la schiena. “Morto”,
dice il principe Oberyn compiaciuto, “Stai diventando bravo scudiero. Ma ancora
non alla mia altezza”. Mi giro sulla
schiena con le braccia spalancate e accascio amareggiato i capelli nella sabbia.
Oberyn sghignazza: “Su Daemon. Stai migliorando, non ti abbattere”. Mi tende la
mano e mi tira su. Vicino al suo collo sento il sudore dell’allenamento. Il suo
viso quasi si tocca col mio. Oberyn Martell: principe di Dorne. La sua pelle è
olivastra e i suoi capelli neri. Sotto il suo naso aquilino c’è una rada barba
nera. Appena qualche ruga sulla fronte tradisce l’età di quarant’anni,
altrimenti da come si muove potrebbe essere mio coetaneo di venti. È bellissimo.
“Andiamo a ripulirci un
attimo nel fiume. Poi dobbiamo muoverci”. Raccatto la mia spada e la sua lancia
e lo seguo. Si toglie il corsetto di cuoio e la tunica zuppa. Si toglie gli
stivali dalla punta arricciata poi entra a piedi nudi nell’acqua. Metto apposto
le armi e i suoi vestiti tra i bagagli e poi mi immergo anch’io.
Non facciamo un bagno
completo ma togliamo via il sudore e la sabbia dai petti nudi. Io immergo un
secondo la testa per bagnare i capelli e lavare la sabbia della mia sconfitta.
Scuoto veloce il capo e quando sollevo i ciuffi castani lo vedo che mi guarda.
“Sei un giovane molto bello, Daemon”. Il cuore comincia a battermi. “Grazie mio
principe” “Molte ragazze avranno pianto lacrime di desiderio per te. E immagino
anche molti ragazzi”. Spero di non arrossire: “Ehm… Non così tante, altezza”.
Alza le sopracciglia stupito: “Forse non sei ardito abbastanza. Devi avanzare e
attaccare di più, come ti dico di fare mentre ci battiamo. Cogli i frutti della
giovinezza Daemon. Alla tua età aspettavo già la terza figlia. Assapora più che
puoi dalla vita”. E lui sì che ha assaporato la vita. Ha studiato alla
Cittadella, ha combattuto a Essos come mercenario e ha conquistato il cuore di
mille donne. Nobildonne e umili, septe e cortigiane, le chiare valyriane di
Volantis e le brune delle Isole dell’Estate, da ogni sponda del Mare Stretto.
Mi sento un bambino in confronto a lui, ignorante e impacciato. Senza contare
che io sono un bastardo, mentre lui è un principe.
Il sole sta tramontando
mentre cavalchiamo fianco a fianco. Oberyn stringe gli occhi osservando
l’orizzonte. “Mh, ci accamperemo nel deserto stanotte. Hellout è ancora troppo
lontano”. È la residenza della concubina di Oberyn, la figlia bastarda di lord Uller:
Ellaria Sand. È sua moglie in tutto tranne che il titolo e madre di cinque
delle sue figlie, anch’esse perciò Sand.
Ci accampiamo tra le dune e
preparo il fuoco. Mentre sono in ginocchio a preparare la cena sento il suo
sguardo sulla mia nuca. Mi giro a guardarlo confuso. “Non muoverti”, sussurra
lui fermo e dritto. Rimango immobile senza capire cosa… In un lampo lancia un
pugnale contro di me. Non faccio in tempo a reagire, ma la lama non è diretta a
me. Mi passa con un soffio accanto al collo e colpisce il bersaglio che soffia
e sibila di dolore. Volto la testa e vedo una vipera cornuta che si dimena,
inchiodata a terra al pugnale di Oberyn. Le fauci bianche si spalancano
mostrando i denti aguzzi e la coda scuote stanca la sabbia da cui è saltata
fuori. Oberyn prende la sua lancia e lentamente si avvicina al rettile. Con un
colpo preciso taglia la testa al serpente.
Deglutisco pensando a cosa
sarebbe successo se il pugnale fosse partito un secondo più tardi.
Oberyn prende la testa della vipera. Si
diletta con i veleni. “Devi stare attento Daemon. Le vipere cornute cacciano di
notte. Si nascondono nella sabbia senza lasciare alcuna traccia. E attendono
immobili fino a che la preda non gli capita a tiro. E poi… Zack!”, con uno
scatto mi lancia il corpo dorato dell’animale. Lo afferrò al volo. “Stasera
zuppa di serpente”, dichiara Oberyn, “Adoro la loro carne. È così piccante”.
Abbiamo appena finito la cena
che per poco non mi ha ammazzato. “Quindi Daemon, hai detto che non molte
fanciulle hanno pianto lacrime per i tuoi occhi azzurri. Ma chi erano queste
poche che lo hanno fatto?”. Perché me lo sta chiedendo? Devo dimostragli di
essere uomo quanto lui, sia in battaglia sia tra le lenzuola? “Non ho molto da
dire su di loro, mio principe. Sono stati tutti amori di una notte o di qualche
giorno. Nessuna credo, mi sia rimasta nel cuore” “Ma so per certo che una
fanciulla invece c’è riuscita”. Mi giro a fissarlo. Non saprà… “Mia nipote
Arianne”. Oh dei lo sa. Oddio, che mi voglia uccidere e lasciare il mio corpo
nel deserto? Suo fratello non ha reagito molto alla notizia, ma il principe
Doran ha il latte nelle vene, Oberyn invece ha veleno. “M-mio principe io…”. Appena
si accorge del mio tono preoccupato, scoppia a ridere. “Haha. Oh dei, Daemon.
No, no, tranquillo. Non sono quel tipo di zio. Anzi mi fa piacere che la mia
nipotina abbia avuto te come primo amore”.
Arianne. Sono tanti anni che
non pensò più a lei. Eravamo quattordicenni. Il nostro amore era ardente quanto
impacciato, tanto profondo quanto superficiale. Credevo che sarei diventato come
i bastardi delle fiabe che sposano la bella principessa portando onore e gloria
al proprio padre. “So che hai colto il suo fiore”. E lei ha colto il mio. Dopo di
lei nessuna ha lasciato un segno. “So anche che addirittura hai chiesto la sua
mano a Doran”. Un’altra stupidaggine di quella fantasia amorosa. “Ero solo un
ragazzo vostra altezza. Infatuato e sciocco” “No, eri innamorato. E hai fatto
una cosa che molti ragazzi della tua età non avrebbero mai avuto il coraggio di
fare. Significa che quando ami una persona la ami davvero”. Si è avvicinato. “Beh…
io… Non volevo lasciarla con un bastardo in grembo. Come me” “Tutte le mie
figlie sono bastarde. Il nome che abbiamo non vuol dire nulla. Conta la nostra
storia”. Oh accidenti, così sembra che abbia ripugnanza per le sue figlie e per
la sua amante. “No, altezza, io… Perdonatemi non volevo dire questo. Non volevo
offender-“ “Non lo hai fatto”, dice posano di una mano sulla spalla, “Davvero
ti vergogni tanto del tuo nome? I bastardi nascono dalla passione, mentre
spesso i figli nati nel matrimonio nascono dal dovere. Sei molto meglio di tanti
rampolli nobili che ho visto. Devi essere orgoglioso di ciò che sei”. Continua a
farmi sentire piccolo, piccolo e sciocco e non lo sopporto più. Sento la rabbia
che mi monta nel petto finché non mi esce dalla gola: “Beh non tutti possono
fare come voi, altezza. Non tutti sono principi”. Le sue sopracciglia si
aggrottano. Non si aspettava questa reazione. Ho osato troppo? Dovrei scusarmi?
Ormai è troppo tardi perciò continuo: “Sì, non tutti possono fare i propri
comodi come voi, con il principe di Dorne come fratello pronto a rimediare. Non
tutti possono avere la lingua biforcuta della Vipera Rossa. Molti se la devono
mordere la lingua, se ci tengono a conservarla. Non tutti possono visitare i
quattro angoli del mondo”, ora gli sto praticamente urlando in faccia, “Per
alcuni il proprio nome spiana la strada, altri invece devono combattere tutta
la vita per farlo scomparire”. Non si è mosso di un millimetro durante la mia
sfuriata. Respiro affannosamente senza più niente da dire ma ancora irato. “Questa
era l’intraprendenza che volevo”, esclama con voce roca. Le sue labbra si
posano sulle mie.
Per un attimo non reagisco.
Ho sognato per mesi questo momento. Dischiudo le labbra e faccio entrare la sua
lingua. Le sue dita salgono a intrecciarsi con i miei riccioli castani. Le
barbe sui nostri menti e le nostre guance si sfregano tra loro.
Non ho mai baciato un uomo.
C’è una voracità e una spinta che non ho mai provato con una donna. Misuriamo
la forza delle nostre lingue come misuriamo le nostre spade. La sua mano mi
passa sul petto e scende sul ventre… Improvvisamente la preoccupazione ritorna.
Mi stacco. “Aspettate, aspettate. E Ellaria…”. Il principe sbuffa con una
risata: “Io e Ellaria sappiamo che il nostro amore è primo sopra tutti gli
altri. Ma entrambi non rinunciamo ai piaceri della vita quando stiamo lontani.
A volte anche quando stiamo vicini”. Mi ci vuole un attimo per raccogliere
l’informazione. “Vuol dire che…”. Insomma in qualche modo già sapevo le
dinamiche della loro relazione. Ma quando fantasticavo di me e Oberyn, Ellaria
scompariva magicamente. Per un attimo gli vedo fare uno sguardo che non gli ho
mai visto. Cos’è? Apprensione… Il Principe Oberyn sussurra: “Scusa forse è
troppo tutto insieme. Io… Non avrei voluto mai mancarti di rispetto Daemon. Se
tutto ciò non ti mette a tuo agio dillo senza remore e torneremo principe e
scudiero come prima. Io faccio solo l’amore Daemon, non scopo”. Quel “fare
l’amore”, mi fa ribollire il sangue freddato. Non credevo neanche gli
piacessero gli uomini. Non credevo che piacessero a me fino a che non l’ho
incontrato. Devi smetterla di innamorarti di principesse e principi Daemon. Non
sono roba per te. Assapora più che puoi dalla vita…
Mi rigetto tra le sue
braccia. L’aria gelida della notte ci morde la pelle mentre ci spogliamo. Ci
rintaniamo sotto le nostre cappe e i nostri corpi eccitati ci riscaldano.
È esperto nella passione come
nella violenza. La sua lingua saetta come la sua lancia. La sua mano callosa
scende giù a accarezzarmi la coscia. Le dita palpano e si dirigono… “Mio prin-“
“Chiamami Oberyn, Daemon” “Oberyn. Io non l’ho mai fatto prima. Cioè con… un
altro uomo” “Non temere”, mi dice accarezzandomi la guancia, “Lascia che io ti
guidi e non proverai alcun dolore. Non potrei mai farti provare dolore. La
vipera sa bene come nascondersi nella sabbia(sand) senza lasciare
traccia alcuna”. Le sua labbra coprono le mie.