Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: pippobaudo_    02/11/2020    2 recensioni
Courtney 'Wallis', eccezionale tirocinante presso il migliore studio legale del Canada e moglie di uno degli uomini più potenti della città... se solo se lo ricordasse.
Aiutata da un'acida coinquilina, un'artista gotica e un criminale con un'indecente cresta verde, riuscirà a ricostruire la propria vita passata tassello dopo tassello e a colmare il vuoto lasciato da uno spiacevole trauma?
Genere: Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Gwen, Heather | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LUNEDI’ 02 NOVEMBRE 2020
 
ALEJANDRO
Notte fonda.
Alejandro dovette aspettare un bel po’ prima che la ragazza sdraiata al suo fianco si addormentasse. Si alzò dal letto con molta cautela, attento a non svegliarla e si recò in cucina.
'Ehi' fece improvvisamente una voce. Si sorprese nel vedere la spagnola seduta composta al tavolo, sorseggiare lentamente da una tazza. 'Problemi col sonno?'.

'A quanto pare siamo in due' le rispose lui frugando in un armadietto finché non trovò la bottiglia di vodka del giorno prima.

'Davvero così male?' chiese lei stupita. Si limitò a fare spallucce e si versò un bicchiere bello pieno.

'Anche per me, grazie' fece all’improvviso una terza voce ancora impastata dal sonno, quella di Scott.

'SCOTT! Mi hai fatto quasi venire un infarto, idiota' offese l’ispanica digrignando i denti. 'Stavi russando fino a qualche minuto fa'.

'Vero, ma poi ho sentito il tuo lato del materasso vuoto e freddo e mi sono allarmato' e prese posto accanto a lei, un braccio posato attorno alle sue spalle.

'Prendo anche io qualsiasi cosa stiate bevendo' fece il suo ingresso Heather, gli occhi rossi e lucidi. Il latino si portò immediatamente al fianco della ragazza porgendole due dita di vodka, che bevve tutto d’un fiato.

'Pensavo fossi riuscita ad addormentarti' commentò Alejandro riempiendole nuovamente il bicchierino su richiesta di lei.

'Lasciamo perdere' e buttò giù il contenuto del bicchiere.
Heather non glielo aveva detto apertamente ma sapeva che l’aver ritrovato il fratello l’aveva scombussolata parecchio; di certo lui non le avrebbe chiesto nulla al riguardo, semmai avrebbe lasciato a lei l’iniziativa, sempre se avesse sentito il bisogno di sfogarsi con qualcuno. D’altronde anche lui aveva evitato di parlare di Carlos, e lei, rispettando i suoi spazi, non gli aveva domandato nulla.
Riempì nuovamente i bicchieri di tutti e bevvero fino a scolarsi l’intera bottiglia.
'Ed è finito il divertimento' commentò l’asiatica osservando l’ultima goccia di Vodka sparire tra le labbra del latino. 'Anche tu non riesci a dormire per via della polizia?' aggiunse poi portando il suo sguardo sulla spagnola.
 
'Non esattamente' fece questa sorseggiando dalla tazza fucsia. 'Ho fatto un brutto sogno'.
 
'Almeno prima riesci ad addormentarti' fece il latino abbracciando Heather da dietro e poggiando la fronte sulla schiena nivea di lei.
 
'Difficile con il russare di qualcuno' e Courtney scoccò un’occhiataccia al rosso, il quale sorrise colpevole. 'Ad ogni modo, visto che nessuno ha intenzione di andare a letto, qual è il piano? Non possiamo aspettare e basta'.
 
'Beh, è lunedì' rispose Scott. 'Tu lavori'. L’ispanica gli riservò uno sguardo inceneritore. 'Devi lavorare se non vuoi che facciano domande' si giustificò il rosso reggendo senza problemi quegli occhi neri.
 
'Lo so, intendevo cosa possiamo fare per contattare Gwen, oppure…' e Courtney scrutò tutti loro prima di proseguire. 'Non possiamo chiedere ai Kobra di aiutarci e darci MacArthur?'.
 
'NO' fecero Scott e Heather in coro aggrottando la fronte; la spagnola fece fatica a trattenersi, ma non replicò. 'Aspetteremo che Gwen e gli altri ci chiamino prima di fare qualsiasi cosa' continuò Scott deciso. 'Al momento, è meglio andare a letto'.
 




 
GWEN
Guardò l’orologio innanzi a sé: 05.41.
Avevano avuto la gran faccia tosta di tenerla in quel postaccio per un giorno intero; l’avevano già interrogata, perché, dunque, non lasciarla andare?
Soprattutto dopo aver appreso quell’orribile notizia.
 
 
 
DOMENICA 01 NOVEMBRE 2020
Dopo aver lasciato il gruppetto di amici in macchina e averli salutati con l’intenzione di rassicurarli, si era diretta verso casa, ormai palese scena di un crimine.
Le gambe, passo dopo passo, avevano preso a tremare, a fatica era riuscita a stare in equilibrio su quegli infernali trampoli che Courtney le aveva obbligato a indossare. Il respiro aveva cominciato ad accelerare, così come il battito cardiaco. Non aveva saputo dire come, ma aveva iniziato a correre a perdifiato alla vista di Topher e Lightning vicini all’ambulanza, entrambi ricoperti di sangue.
Si era aperta un varco tra la folla di curiosi tirando spallate a destra e a manca e ignorando le lamentele e le maledizioni lanciate nella sua direzione. Aveva addirittura bisticciato con il poliziotto lì accanto per riuscire a fargli capire di essere la proprietaria della casa e farla passare oltre il nastro giallo.
'RAGAZZI! CHE COSA DIAMINE È SUCCESSO QUI?!' aveva chiamato lei avvicinandosi ai due amici.
 
'G-GWEN?! Ma cos…?' aveva cominciato Topher, ma lei lo aveva interrotto bruscamente.
 
'Sono tornata ora con il cibo da asporto, ricordi? Lo so che volevi mangiare altro ma aperto a quest’ora assurda c’era solo il cinese' aveva continuato lei pregando che i due compari afferrassero al volo.
 
'Mi scusi, lei chi è?' aveva domanda il medico che stava fasciando il braccio di Lightning.
 
'Sono Gwen Fahlenbock, abito qui' aveva risposto. 'Cosa è successo? Mi sono assentata per andare a prendere da mangiare per tutti quanti per festeggiare Halloween e quando sono tornata ho trovato il disastr…' ma non aveva fatto in tempo a terminare la frase che un lettino dell’ambulanza con tanto di sacco nero posto sopra le era passato accanto. Era sbiancata a quella vista: qualcuno era morto in casa sua. Chi?
'Quello là dentro è un c-cadavere?!' aveva proseguito poi portando lo sguardo sui due ragazzi, i quali si erano limitati ad annuire e ad abbassare gli occhi al terreno. 'C-chi è morto?'. Ma non aveva ottenuto risposta, gli occhi tristi e stanchi avevano cominciato a lacrimare e a divenire sempre più rossi. 'TOPHER, RISPONDIMI, CAZZO!'.
 
'Mi dispiace Gwen…' aveva parlato Lightning. 'Abbiamo fatto di tutto per tenerlo in vita, ma non ce l’ha fatta. Cameron non c’è più'.
 
Le ci era voluto un po’ prima di comprendere quello che le era appena stato rivelato.
'No…' aveva bisbigliato. 'No, no, no, NO! NON È VERO, NON CI CREDO!' e fiumi di lacrime avevano preso a scorrere lungo le guance, rovinandole l’eccentrico trucco. Aveva mollato il cibo a terra, portando le mani a coprirle il viso. Non ci poteva credere, prima Zoey e adesso Cameron. Non le era rimasto più nessuno.
 
'Lei è la signorina Fahlenbock?' aveva chiesto un uomo improvvisamente alle sue spalle.
 
'M-mi l-lasci in pace!' aveva gridato tra i singhiozzi, ignorando completamente l’autorità che le aveva parlato. Successivamente aveva deglutito alla vista del capitano Brick McArthur, gli occhi neri di lui a scrutarla affondo quasi a volerle cavare di bocca una confessione.
 
'So che è sconvolta, ma devo farle qualche domanda' aveva parlato lui senza distogliere quei suoi occhi freddi. 'A lei e ai signori Kinnen e Jackson'.
 
 
 
 
Erano ormai le due del pomeriggio e nessuno si era ancora preso la briga di interrogarla, lasciandola sola in una piccola stanza, la faccia sul tavolo e le braccia a mo’ di cuscino. Era riuscita a dormire una o due ore forse, dopo aver versato chissà quante lacrime. Si era detta che quello era stato soltanto un brutto sogno, ma, una volta alzato il viso dal tavolo in legno, la realtà l’aveva investita in pieno. La testa aveva iniziato a dolerle, la nausea a salire, stava proprio da schifo.
 
'Tieni!' aveva detto in modo brusco una donna, porgendole del caffè e una ciambella e scaraventandole sotto agli occhi dei fogli. Gwen era saltata sul posto, colta alla sprovvista: una MacArthur piuttosto compiaciuta le si era parata di fronte, le braccia ai fianchi. La gotica l’aveva fissata un po’ spaesata, non aveva detto che sarebbe ritornata in servizio il giorno dopo? 'So a cosa stai pensando: “Cosa ci fa lei qui?” ' aveva proseguito la poliziotta imitando la voce dell’altra – o, almeno, provandoci. 'Beh, non immagini lontanamente i casini venuti fuori in questi due giorni: il capitano aveva bisogno di altre due paia di mani e ha anticipato il nostro rientro. Ad ogni modo, ti consiglio di leggere e memorizzare quei fogli se vuoi uscire da qui'.
 
'Che roba è?' aveva domandato Gwen gradendo il caffè e adocchiando quelli che sembravano essere degli appunti presi malamente e molto velocemente.
 
'Quella “roba” sono le risposte che il tuo amichetto con quel ciuffo ridicolo ha dato al capitano. Memorizzale se vuoi sembrare credibile' le aveva ordinato la donna. 'Tra poco tocca a te'.
 
'E Lightning?'.
 
'Lui deve ancora essere sentito: è stato sotto i ferri a causa della pallottola che lo ha colpito al braccio, ma niente di grave, il pompato si rimetterà' aveva risposto con molta nonchalance. 'Studia e mangia'.
 
 
 

 
E così aveva fatto, rispondendo poi perfettamente alle domande del capitano in modo che combaciassero con la versione di Topher: lei, Gwen, aveva invitato Topher, Lightning e Cameron a casa sua, a festeggiare insieme Halloween - del perché Jo ed Eva fossero state omesse dal racconto dell’altro non ne aveva la più pallida idea, ma riflettendoci bene non le aveva nemmeno viste quella notte, assorta com’era dai propri pensieri; e come biasimarla, aveva scoperto che una delle persone a lei più care era morta…
Comunque, stando a quella versione dei fatti, lei aveva organizzato una festa che sarebbe dovuta durare tutta la notte, sennonché era venuto loro in mente di prendere qualcosa d’asporto data la scarsità di cibo in casa (ed era vero: dopo aver posto lì il nuovo quartier generale i viveri finivano quasi subito a causa del numero elevato di persone che vi vivevano). Così la gotica si era proposta di cercare qualcosa da sgranocchiare, nonostante le possibilità fossero minime data l’ora tarda, ma ci aveva provato prendendo in prestito l’auto di Cameron e trovando, dopo quelle che parevano ore, un ristorante cinese aperto. E il resto era storia.
Sperava solo di essere stata abbastanza convincente, ma se così fosse stato perché allora si trovava ancora lì?
Non fece in tempo a formulare quel pensiero che MacArthur la colse nuovamente alla sprovvista porgendole una tazza di caffè insieme a carta e penna. 'Non dirmi che devo mettere per iscritto quanto dichiarato' commentò la gotica esausta.
 
'Vedo che afferri al volo'.

'Se serviva solo questo potevate scomodarmi anche prima' fece acida cominciando a scrivere. 'Sono invecchiata di cent’anni qua dentro'.

'Per un giorno non muori mica, e poi dovevamo sentire anche il pompato in ospedale: fortunatamente il capitano era troppo stanco per pensarci e ha affidato le domande a me e a Sanders' e le mostrò i bicipiti. 'Ringrazia, poteva andarti molto peggio soprattutto dopo tutte quelle cose che sono accadute dalla nostra ultima conversazione' rispose MacArthur prendendo posto di fronte a lei. Le sembrava di essere ritornata indietro nel tempo, in quell’appariscente bar rosa fornito di qualsivoglia leccornia color pastello.

'Tipo?'.
 
'Beh, tanto per cominciare hanno fatto fuori quel Stering' buttò lì la donna robusta come se niente fosse. 'Fortunatamente ha confessato tutto prima di essere ammazzato, il problema è che se speravamo facesse il nome di Mal, beh… non l’ha fatto e siamo di nuovo a punto e a capo'. Gwen ne rimase sconvolta, tutto quel lavoro di indagine che lei e Cameron avevano svolto era andato a farsi benedire… ciononostante continuò a scrivere la propria dichiarazione volendo uscire da lì il più in fretta possibile. 'Inoltre, durante il tuo soggiorno qui abbiamo ricevuto una chiamata anonima che ci ha dato informazioni sulla posizione di Nelson, la polizia lo ha acciuffato ed ora è in centrale'. La mano scivolò tracciando un segno pesante e fuori dal foglio.

'D-duncan è qui?!' chiese la gotica deglutendo pesantemente. 'Come?'.

'Te l’ho detto, una chiamata anonima' fece la poliziotta. 'L’unica cosa che so è che ha alzato troppo il gomito, deve aver fatto lo stupido in giro ed è per questo che è stato riconosciuto'.

Gwen fece un lungo e profondo respiro e ritornò a scrivere sul foglio, avrebbe pensato dopo a cosa fare per aiutarlo – ancora una volta – ad uscire da lì. 'C’è altro?'.

'Effettivamente sì'.

'Peggio di così dubito'.

'Beh, lo scoprirai tu stessa, è scaduto il tempo'.

'Ma di cosa stai parl…'.

La porta si spalancò e Sanders fece capolino, due tazze di caffè fumante tra le mani. 'Non capisco perché tu abbia voluto mandarmi così lontano per questi caffè' fece la ragazza di colore. 'Ah, vedo che ti sei portata avanti con la signorina Fahlenbock'.
Gwen finalmente mise l’ultimo punto a quell’infinito racconto, che consegnò subito alle due, sperando vivamente di poter lasciare finalmente quell’inferno.
'Può andare, signorina Fahlenbock, le chiediamo scusa per averci messo tanto ma ne sono successe di tutti i colori in questi due giorni' proseguì Sanders. 'Inoltre, ha un altro posto dove andare? Casa sua per un po’ di tempo sarà invasa dalla polizia e dalla stampa'.
 
'Sì, certo' rispose la gotica alzandosi dalla sedia.
 
'La accompagno all’uscita. Sanders, ci pensi tu a consegnare la dichiarazione?' domandò MacArthur ricevendo un segno affermativo. S’incamminò al fianco di Gwen, aiutandola a raccogliere i propri effetti personali. 'Un avviso. Forse ti staranno col fiato sul collo, se puoi evita di portare gli sbirri dai tuoi amici. Va’ altrove'.
 
 


E l’unica persona che le venne in mente, disponibile in quel momento e a cui chiedere aiuto e ospitalità, per sua sfortuna, fu lui.
Suo fratello.







 
SCOTT
Aveva riattaccato il telefono: Topher, una volta interrogato e uscito dalla stazione, gli aveva spiegato per filo e per segno tutto quello che era accaduto la sera del trentuno, assicurandogli che la polizia si era bevuta la storia della festa di Halloween a casa di Gwen. Quest’ultima non li aveva ancora contattati – così come Lightning, occupato com’era a farsi curare la ferita al braccio - ma sperava che questo avvenisse il più in fretta possibile, soprattutto per calmare un’irascibile spagnola, ora (fortunatamente per la sua sanità mentale) impegnata allo studio legale.
Come se non bastasse, aveva ricevuto anche la notizia della morte di Cameron, preso di mira da uno degli scagnozzi di Mal. Non conosceva bene il ragazzo, a parte essere un genio dell’elettronica per Scott non era a tutti gli effetti un membro della gang; poteva sembrare stronzo ma francamente parlando non era triste per lui, almeno non tanto quanto lo era stato per Beardo. Tuttavia, raccontarlo agli altri sarebbe stato comunque difficile.
Si sdraiò sul divano e accese il televisore, aveva giusto bisogno di qualche distrazione. Era rimasto solo in quel piccolo appartamento, affidando ben volentieri a Heather ed Alejandro l’ingrato compito di cercare Eva e Jo in palestra, da sempre il loro “rifugio preferito”, almeno stando alle parole di Duncan.
 
Duncan.

Dove si fosse cacciato quel coglione non ne aveva la più pallida idea. Cosa ovvia era che aveva passato una serata migliore della loro, occupati com’erano con i Kobra e il loro psicopatico leader, che, come se non bastasse, altri non era che il fratello dell’asiatica. Com’era piccolo il mondo.
Non aveva ancora deciso che cosa fare con quella gang, se accettare o meno l’offerta di Damien, e Courtney non lo aiutava affatto: se da una parte la spagnola premeva per chiedere il suo aiuto, dall’altra invece voleva che Scott e il resto dei Vultures non intraprendessero più la vita criminale; mentre i Kobra, dalla loro, non avrebbero mai accettato di fargli un favore senza prima essersi assicurati un’alleanza. Per non parlare poi dei vari conflitti che, eventualmente, sarebbero potuti emergere, in primis quello tra Heather e il fratello.
Sbuffò, premendo a caso i tasti del telecomando.
 
 
 

 
'Buongiorno, qui TG Drama, l’edizione del mattino' sorrise un uomo, diverso dal solito conduttore che erano stati abituati a guardare. 'Sono Tom Geddis, e al mio fianco c’è la splendida Jen Botting' e indicò una ragazza mora, gli occhiali da sole di questa collocati sulla testa.
 
'Buongiorno a tutti, parecchie sono le notizie ricevute dai nostri corrispondenti in merito agli eventi succedutisi tra la notte di Halloween e il primo novembre' pronunciò la donna seria arrivando al punto. 'La prima di queste riguarda una sparatoria avvenuta in casa, durante dei festeggiamenti: si parla di un ferito e, purtroppo, di una giovane vittima'.
 
'La polizia tiene ancora riservata la sua identità volendo prima comunicare la tragica morte alla famiglia, una volta interrogati i testimoni e capita la dinamica dei fatti' continuò l’altro, Tom. 'Ma guardiamo il servizio della nostra corrispondente'.

 
 
 
 

La scena cambiò: una ragazza dai capelli viola si trovava nel vialetto di casa Fahlenbock, ancora recintata con del nastro giallo e colma di uomini in tuta bianca.
Scott sapeva già com’era andata – dopo la lunga telefonata avuta con Topher – perciò andò in cucina a prepararsi del caffè per stare sveglio. Anche quella notte, come quella precedente, non aveva dormito un granché, senza contare poi i continui calci che provenivano dall’altro lato del letto: Courtney, a differenza di tutti loro, riusciva ad addormentarsi ma a causa degli incubi non faceva altro che scalciare e urlare nel sonno, svegliando, ovviamente, il rosso con dei terribili mal di testa e mal di schiena.
 
 
 

 
'Cambiando scenario, un altro delitto si è consumato nella notte, ossia l’omicidio di uno degli ex agenti, Maximilian Stering, licenziato dalla polizia dopo aver confessato sotto interrogatorio di aver reso note a dei criminali informazioni importanti sulle indagini inerenti al caso Nelson e alle due apparenti avvocatesse. Ancora non sappiamo quale sia l’identità di chi ha ricevuto tali dati, l’unica cosa certa è che il ragazzo ha subito da queste persone diverse minacce e pressioni per ottenerli. In serata avremo più chiarimenti da parte del capitano' dichiarò la donna, sistemando alcuni fogli sul tavolo e passando poi la parola al collega.
 
'Visto che lo abbiamo accennato, ci sono stati ulteriori sviluppi sulla vicenda Nelson. Quest’ultimo, infatti, è stato scovato dalla polizia in un hotel di lusso, ecco a voi la scena ripresa da un cellulare'.
 
 
 
 
Scott sputò il caffè alla vista del punk scortato da due uomini all’interno di una volante della polizia, e le parole che aveva pronunciato a Courtney tempo addietro iniziarono a rimbombargli nella testa: “È un coglione, si arrangia”, “È in gamba, se la caverà”. Quanto aveva avuto torto - beh, tranne sulla parte del coglione.
Avrebbe dovuto stargli vicino quella sera, invece lo aveva abbandonato per spassarsela con la sua ragazza nei bagni della discoteca. Si stropicciò gli occhi, sforzandosi di trovare una soluzione a tutto quel disastro, che non implicasse l’intervento dei Kobra s’intendeva.
Ma nulla. Era veramente stanco, e, soprattutto, solo: non aveva più l’appoggio dei suoi compagni, ognuno era per conto proprio, e già l’essere stato contattato da Topher così in fretta dopo l’accaduto era stato un azzardo, la polizia avrebbe potuto pedinarlo e sorvegliarlo…
Cazzo.
 
Il telefono squillò, il nome di Jasmine comparve sullo schermo. Sbuffò e rifiutò la chiamata, nel loro gruppo c’era ancora una talpa dopotutto e le possibilità erano ridotte a due: la gigantessa dell’Australia oppure l’irritante Anne Maria. Si spremé le meningi pensando al da farsi.
 
 

 
 
'Notizia appena giunta in redazione, non meno impressionante delle precedenti' continuò quel Tom catturando l’attenzione del rosso. 'Vi avevamo parlato ancora quest’estate di Rodney Ronningen, il cui cadavere era stato ritrovato nel fango, la buona parte di esso divorato dai maiali. Stando alla scientifica, non solo lì presente vi era il corpo del ragazzo, bensì anche le ossa di altri soggetti ancora non identificati: ecco che quella che sembrava una sfortunata morte, archiviata dagli inquirenti come semplice incidente, potrebbe essere in realtà l’ultima di una serie di omicidi'.
 

 
 

 
Okay, quel Mal andava fermato una volta per tutte.
Fu così che, cellulare alla mano, compose il numero degli unici suoi uomini a non avere gli sbirri appresso. 'Geoff, ho un lavoretto per te e Brody'.
 
 
 




 
HEATHER
Dopo aver recuperato finalmente la sua preziosa macchina rossa - che i fratelli Burromuerto avevano gentilmente spostato la sera del suo rapimento - Heather e Alejandro si erano diretti verso il luogo indicato da Scott, la palestra in cui Jo ed Eva avrebbero potuto nascondersi. Trovarono subito parcheggio, tra la Volvo di Scott e la macchina di quello stronzo di José, il perché fossero lì e non più davanti la casa di Gwen rimaneva un’incognita.
Entrarono e percorsero il corridoio al piano terra, diretti allo spogliatoio femminile, attirando l’attenzione di qualche ragazza – beh, più Alejandro che lei. Lanciando occhiatacce a destra e a manca, Heather s’insinuò all’interno di una stanza dalla quale provenivano dei rumori: trovò Eva tirare pugni al sacco, e una Jo piuttosto dolorante cambiarsi le bende a livello della coscia; sobbalzarono all’improvvisa entrata in scena dell’asiatica e del latino. 'Che cosa fate qui?!' chiese la mora stupefatta.

'Vi stavamo cercando' rispose Alejandro con molta nonchalance. 'Al momento, siete le uniche in grado di dirci che cosa è successo'.
 
'Mi sembra di avere un déjà vu' sospirò Jo stringendosi le bende. 'Come potete vedere siamo stati attaccati da quegli stronzi' continuò la bionda indicando l’attrezzatura medica sul tavolo accanto: garze impregnate di sangue, pinze e pallottole estratte vi giacevano disordinatamente. 'È avvenuto tutto così all’improvviso: l’allarme è cominciato a suonare dal nulla, io ed Eva abbiamo fatto in tempo ad estrarre le pistole e rispondere al fuoco urlando a tutti gli altri di abbassare la testa e ripararsi dietro a qualcosa'.

'Sono riuscita a ferire uno di loro, penso fosse Chet' s’intromise Eva continuando, arrabbiata, a colpire il sacco. 'Ma lo stuzzicadenti è rimasto ferito durante l’attacco, e prima di andarcene da lì con le vostre auto e le ricerche fatte da Courtney lo abbiamo affidato ai ragazzi perché lo aiutassero… sapete per caso qualcosa?'.

'No, sappiamo tanto quanto voi' fece Heather lasciandosi cadere, stanca, su una sedia. Per un momento, il silenzio riempì la stanza, interrotto di tanto in tanto dai colpi tirati al bersaglio dalla mora e dalle imprecazioni di Jo mentre cercava di ripulire alla bell’e meglio il disastro fatto sulla sua postazione.
Alejandro prese ad ispezionare quel luogo, concentrandosi perlopiù sul materiale che le palestrate erano riuscite a portar via: mossa furba se la polizia stava per arrivare, e per polizia intendeva quel palestrato del capitano; con lui al comando sembrava che l’intero dipartimento si fosse svegliato.
 
'M-mi ha salvato la vita' singhiozzò all’improvviso la mora, aumentando l’intensità dei pugni. 'Lorenzo aveva mirato a me, ma… quello stuzzic- Cameron… s-si è messo in mezzo e… la pallottola ha colpito lui'.
 
'Se penso a tutte le volte che l’ho preso in giro… alla fine si è comportato da eroe' commentò Jo. 'Spero solo che l’ambulanza sia arrivata in tempo'. Sospirò. 'Voi invece? Che fine avevate fatto?' e raccontarono della serata del trentuno ottobre senza omettere nulla, nemmeno il piccolo dettaglio che suo fratello altri non era che il capo dei Kobra: prima o poi l’avrebbero scoperto quindi tanto voleva essere sinceri già dal principio. Inutile dire quanto le loro bocche fossero spalancate.

'Beh, almeno vi siete salvate' concluse Eva. 'Scott che intenzioni ha con i Kobra?' ma l’asiatica fece spallucce. Sinceramente, non le importava più di tanto; anzi, semmai il rosso avesse optato per un’alleanza lei se ne sarebbe chiamata fuori.

'Al momento, l’unica cosa da fare è aspettare' terminò Alejandro, indicando la gamba ferita di Jo.
 


 
Furono di nuovo fuori, le chiavi della Volvo di Scott nelle mani del latino.
'Sei sicuro di voler lasciare qui l’auto di tuo fratello?'.

'Non ho più intenzione di guidarla' rispose Alejandro fattosi serio tutto a un tratto. 'Heather' la chiamò piano. 'Avvicinati'.

'C-cosa?! Ma sei scemo?' fece lei un po’ rossa in viso. 'Lo sai che non mi piacciono le smancerie in pubblico'.

'Non intendevo quello, a meno che tu dopo non voglia…' ma ricevette una gomitata sulle costole. Sempre a fare il cascamorto.

'Che cosa intendevi, allora?'.

'Ce l’hai il coltellino?'. Heather lo guardò non capendo un accidenti. 'Qualcuno ci sta seguendo' specificò lui prendendola per mano e svoltando in una stradina laterale; il latino fece aderire le schiene di entrambi alla parete di un edificio, le orecchie in ascolto, in attesa che qualcuno prima o poi li raggiungesse e si affacciasse. Heather infilò la mano nella tasca posteriore dei jeans, la presa sul coltellino.

Fu un attimo.
 
Alejandro afferrò la figura sbucata dietro l’angolo e la sbatté contro il muro, l’asiatica con uno scatto puntò l’arma contro il suo collo. Poi, entrambi, realizzarono: di fronte a loro stava uno degli scagnozzi di suo fratello. 'E io che pensavo di non essermi fatto sentire' commentò questi alzando le mani in segno di resa. I due lo lasciarono, tuttavia Heather non mise via il coltello pronta, se necessario, ad attaccare. 'Non sono qui per farvi del male: Damien mi ha mandato a sorvegliarvi dopo aver sentito dell’attacco al vostro rifugio e dell’arresto di Nelson'.

'Duncan è stato arrestato?!' esclamò il latino sorpreso.
 
'Certo, non lo sapevate? È su tutti i notiziari' e si mosse per afferrare qualcosa dall’interno giacca; Heather scattò in avanti, puntandogli l’arma. 'Calma, tigre, questo cellulare potrebbe farti male' fece il tipo in tono sarcastico mostrando loro il telefono, in particolare la sezione dedicata alle news colma delle foto segnaletiche del punk. 'MacArthur dice che è stata una telefonata anonima a incastrarlo'.

'Ecco cosa succede a fare l’imbecille in giro' commentò lei acida, scorrendo tra le notizie fino a quando lo schermo del cellulare non divenne scuro, il nome del fratello in rilievo accompagnato da una piccola vibrazione. Senza pensarci su due volte, rispose lei.

- Devin, come sta andando? -

'Magnificamente' disse lei. 'Allora, psicopatico, cosa vuoi?'.

Dopo una breve pausa, una risata raggiunse il suo orecchio.
- Sapevo sarebbe finita così. Volevo solo avere tue notizie, tutto qui -
 
'Non hai avuto mie notizie da anni e adesso ti preoccupi?! Lasciami in pace' e lanciò il cellulare al suo legittimo proprietario. 'Alejandro andiamocene'.
 


 
§
 
 
 


 
'Ora che Max è morto non dovremmo preoccuparci della polizia' constatò José. 'Non al momento almeno'.
 
'È stata una bella pensata quella di attaccare la loro base la notte di Halloween per distrarre gli sbirri da José' commentò Ryan. 'Ottimo lavoro, a proposito' e diede una pacca sulla spalla al primo.
 
'Un po’ improvvisato come attacco dato il preavviso breve da parte di Anne Maria, nonostante ciò mi aspettavo comunque di meglio' disse una voce alle loro spalle, facendoli pietrificare sul posto. 'Su cinque persone ne avete ferite due e ammazzata una sola'.
 
'Deludente, infatti' s’intromise una seconda voce più matura. Tutti si voltarono, la figura alta e slanciata del signor Barlow li fissava da dietro gli occhiali, facendoli sentire quasi inadeguati. 'Dimmi, Mal, esattamente che cosa volevi ottenere da questa sparatoria?'.
 
'Ci serviva un diversivo per poter far fuori indisturbati quel traditore di Max, no? Un altro interrogatorio con quel capitano e avrebbe fatto i nomi di tutti, compreso il tuo'. L’uomo innanzi a sé annuì, rigirandosi il registratore tra le mani. 'Inoltre, i “Vultures” adesso sono divisi. Se prepariamo bene la prossima mossa, possiamo attaccarli uno ad uno e farli fuori una volta per tutte'.
 
'E che mi dici di mia figlia?'.
 
'Con molta probabilità è scappata con Scott e l’unico posto che mi viene in mente in cui nascondersi è l’appartamento' rispose Mal. 'Adesso, però, tocca a te: vuoi che Courtney non venga coinvolta in qualche attacco? Vai a riprendertela'.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: pippobaudo_