Ciao a tutti e tutte! Ennesimo capitoletto, sempre scritto pensando alla Just stop for a minute and smile challenge (link al capitolo 1) di Soul shine, prendendo ispirazione dal ptompt #34 "Arrivo, dammi il tempo di cambiarmi!"
Una piccola annotazione: Questo capitolo, più che dal manga, ammetto peschi a piene mani dall'anime. Ci sono velati riferimenti alla serie principale, e a City Hunter Private Eyes, del 2019, in cui il miglior sweeper del giappone incontra le sorelle Kisugi, alias le Occhi di Gatto, che consigliano a Kaori di adottare tutine come le loro per facilitarsi nei movimenti... inoltre, in "Arrestate Ryo Saeba", per chi non lo sapesse, quando Ryo faceva il farfallone, Kaori gli rammentava che "Guarda che tu una ragazza ce l'hai già!" al che lui le chiedeva scusa, adducendo i suoi comportamenti alla forza dell'abituine ;)
Dal palazzo in cui avevano trovato
rifugio i due sgangherati gruppi di
criminali e sweeper stavano tenendo sotto osservazione il covo del
mercante
della guerra che, a quanto avevano scoperto, era in possesso di
dettagli
fondamentali per capire cosa fosse successo a Fujiko nelle settimane di
cui non
ricordava nulla.
Avevano escogitato il paino, ed
erano pronti a metterlo in atto: entrare
nel maniero approfittando di un party, mescolandosi allo staff, e poi
sparire,
aspettando che gli ospiti si fossero ritirati per la notte per
ispezionare
meglio le camere a cui avevano deciso di restringere la ricerca degli
indizi.
Ryo e Lupin erano alla finestra a
controllare che tutto stesse andando
secondo la tabella di marcia, mentre gli altri erano impegnati e
mettere a
punto le loro armi, la fedele rivoltella e l’antica spasa.
“Uffa Kaori, ma ti vuoi
muovere?” Ryo le sbraitò dalla stanza, alzando gli
occhi
al cielo e incrociando le mani dietro al capo. Quanto era che la sua
ragazza
era chiusa nel bagno? Era inutile, Kaori era, contrariamente a quanto
le avesse
sempre detto, una vera donna, in tutto e per tutto, incluso nel tempo
che ci
impiegava a prepararsi. Anche solo per un’azione e non per
una cenetta
romantica a lume di candela… cenetta che le avrebbe fatto
preparare da Miki,
cuoca provetta, appena fossero tornati a casa, dedicandole tutte le
attenzioni
del caso.
Magari era pure la volta buona che
si comportava da uomo e si
inginocchiava, dandole l’anello che Maki gli aveva consegnato
per lei, e glielo
infilava, e stavolta all’anulare sinistro. Okay, tecnicamente
senza una vera
identità lui non poteva sposarsi ufficialmente,
ma si trattava di fare un gesto, e poi nessuno gli impediva
di avere una
piccola cerimonia religiosa, no? Giusto per permetterle di camminare
verso l’altare-
verso di lui - con un abito bianco, e stavolta non sotto copertura ma
come se
stessi, per davvero. Per Kaori quello era stato uno dei Natali
più belli di
sempre, Ryo non osava immaginare la gioia che quel gesto
avrebbe portato all’amore della sua vita…
“Uffa Ryo, un attimo di
pazienza, devo finire di cambiarmi! Per una volta
che ci metto un po’ di più sei subito a rompermi
le scatole!” Borbottò lei, la
cui voce proveniva ovattata da dietro la porta.
“Guarda che
l’unico motivo per cui ti metto fretta è
perché sei tu che devi
nasconderti dentro al carrello, dato che sei la più minuta
di noi!” Sbuffò, un
po’ arcigno. “Per me puoi anche passarci una vita
dentro al bagno a farti la
doccia e metterti la crema idratante e…” E Ryo non
finì la frase. Si limitò ad
ingoiare a vuoto, con gli occhi grossi come due piattini da
caffè, mentre, come
in trance, si avvicinava alla porta, pronta a spalancarla per
raggiungere la
sua donna, e rendere reali tutte quelle deliziose e peccaminose
immagini che
gli erano passate per il cervello appena si era reso conto che Kaori,
avendo
fatto la doccia, era nuda a pochi metri di distanza da lui, e lui se ne
stava
lì con quei tre idioti invece di recuperare il tempo perso e
le occasioni
sprecate accumulatesi in anni e anni e anni in cui si era negato
all’amore
della sua vita.
“Ih, ih, ih, Kaori cara,
se hai bisogno di aiuto a cambiarti ci pensa Lupin
a darti una mano!” Ridacchiando e con lo sguardo allupato,
con tanto di
gocciolone alla bocca, Lupin si avvicinò al bagno,
sorpassando Ryo, pronto a
spalancarla e correre in soccorso della dama, ma si fermò
quando sentì contro
il cranio il freddo metallo della canna della Magnum di Ryo, che si
limitava ad
alzare un sopracciglio, con il dito piantato sul grilletto, come a
sfidarlo
anche solo a pensare di aprire la porta. “Ma, ma cosa credi,
Saeba, era uno
scherzo! Vuoi che mi metta ad insidiare le donne altrui! Ma no, non lo
farei
mai, ah, ah, ah!” Il ladri si mise a sghignazzare
nervosamente, scivolando sul
freddo pavimento con la schiena al muro, sudando freddo.
Non solo Saeba era un tipo letale: a
quanto apre aveva pure il grilletto facile. Specie se si trattava di
difendere
la sua donna.
All’improvviso, Lupin
cadde all’indietro quando la porta venne aperta, e
Kaori si limitò a guardare i due uomini con un sopracciglio
alzato, quasi
delusa, e una mano sul fianco. “Dite un po’, non vi
vergognate a comportarvi
così alla vostra età? Avete superato tutti e due
i quaranta e vi comportate
come due adolescenti!” Li
rimproverò,
con sommo piacere di Gijen che se la stava ridendo a crepapelle.
I due quarantenni però
non risposero, cosa che stupì Kaori, che si era
aspettata perlomeno da Ryo una qualche rispostaccia sul fatto che lui
aveva
ancora vent’anni- nonostante quegli accenni di capelli grigi
che aveva alle
tempie. Si limitarono a fissarla a bocca aperta- talmente spalancata
che si aspettava
che le loro mandibole toccassero il pavimento. “Beh, si
può sapere cosa vi
prende?”
“Ma che… ma
da dove….” Ryo sbiascicava senza trovare le giuste
parole, incantato
ma anche sotto shock, mandandosi nuovamente tutte le maledizioni del
mondo e
chiedendosi davvero perché si fosse negato
l’esplorazione del bel corpicino di
quella incantevole e sexy donna che, per sfortuna (di lei) o fortuna
(di lui)
aveva finito con l’innamorarsi di lui.
“Oh, intendi questo? Me
l’hanno regalato Ai e Hitomi dopo che ci hanno dato
una mano a fermare quei droni militari.” Sorrise, pizzicando
la stoffa
opalescente della tuta aderente in cui
il suo corpo era fasciato- un corpo che, non fosse stato per la
camiciola che
indossava, legata con un nodo in vita, avrebbe lasciato proprio ZERO
all’immaginazione. Col
sorriso sulle labbra, Kaori si mise in
punta di piedi, e fece una mezza giravolta. “Avevano proprio
ragione, sembra
scomoda ma invece lascia molta libertà di movimento, e poi
il tessuto è fatto
per catturare la luce senza rifletterla. L’ideale se si deve
prendere qualcuno
di sorpresa. Sai, non capisco perché Umi e Miki non ci
abbiano presentato le
Gatte prima- negli anni ci saremmo risparmiati tanta di quella fatica!
”
E fu allora che sentì
un rumore inconfondibile, che faceva quasi parte di
lei- qualcosa di pesante che veniva spaccato in testa ad un povero
malcapitato.
Stupita, si guardò tra
le mani, chiedendosi se magari avesse invocato il
suo possente martello in modo qualche inconscio, captando qualche
minaccia di
pericolo; ma, con sua estrema sorpresa, si rese conto che ad avere in
mano il
martello, e a tenerlo saldamente incollato alla testa di Lupin, che era
spiaccicato al suolo neanche fosse stato uno scarafaggio,
era… Ryo, a denti
stretti, vene pulsanti e
muscoli tesi.
“Ma
che…” si chiese, sbattendo gli occhioni, mentre a
Gijen scivolava la
sigaretta dalle labbra e Goemon si limitava a sospirare, ad occhi
chiusi,
scuotendo lievemente il capo, nemmeno troppo stupito da quel
siparietto.
“ BRUTTO
MANIACO PERVERTITO, TIENI
LONTANE LE TUE LURIDE MANACCE DALLA MIA FIDANZATA!”
Ryo sbraitò, premendo
sempre con maggiore forza il martello sulla testa del malcapitato.
“E sentiamo, da
quand’è che sarei la tua fidanzata,
Ryo?” Kaori gli
chiese, con un sopracciglio alzato e gli occhi a fessura,
perché a quanto pare
si era persa qualche cosa per strada. La parte in cui, ad esempio, il
suo
partner si metteva in ginocchio e le chiedeva di sposarlo-
perché lei, alle
formalità, ci teneva. E poi, nonostante tutto quello che
dicevano tutti, e a
dispetto delle apparenze, era una romantica.
E
comunque, con che faccia tosta Ryo
chiama Lupin maniaco pervertito, quando lui le bave dietro alle altre
le
perdeva ancora, di tanto in tanto?
“Uhm, accidenti, mi sono
appena ricordato che devo controllare una cosa!”
Senza aggiungere altro, Ryo scappò a gambe levate,
sbattendosi la porta alle
spalle, mentre Kaori sospirava, con un leggero sorriso sul volto.
Certe cose, non cambiavano proprio
mai…