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Autore: Golden locks    07/11/2020    3 recensioni
“Yuri.” Victor si raddrizzò con la schiena, poggiando la mani sul fondo della vasca. “Tu sai bene che non hai bisogno di me. Sei talentuoso e bravissimo, hai Yakov che ti allena e hai anche la mia coreografia. Quindi perché sei così furioso con me? Non sarai geloso?”
Yuri sgranò per un attimo gli occhi, punto sul vivo, ma cercò di dissimulare subito.
“Geloso, io? Ma figuriamoci! Di uno come quello lì? Tu devi essere impazzito.”
Victor sorrise sornione e gli lanciò un’occhiata maliziosa, di chi ha capito di aver colto nel segno.
Yuri lo guardò a sua volta e quell’espressione da ebete di Victor gli fece digrignare i denti.
“A proposito di quella coreografia, Victor…"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Non ho potuto resistere a questo bellissimo fandom, poiché dopo aver visto l’anime mi sono perdutamente innamorata di Yuri, il mio personaggio preferito in assoluto della serie (che, perdiana, sembra il figlio di Matt e Mello...) e mi sono ritrovata a desiderare ardentemente di scrivere qualcosa su lui. In particolare, ho avuto questa malsana idea di scrivere di lui e Victor, credo il mio secondo personaggio preferito. Così, ho seguito il mio cuore ed eccomi qui, con questa storia che rappresenta un debutto nel fandom un po’ azzardato. Azzardato perché, purtroppo, credo di aver mantenuto più IC Victor e molto meno Yuri. In questa storia vedremo infatti uno Yuri un po’ diverso dal solito, che si sente più maturo e consapevole di sé, ma non lo è poi molto, in fondo, tesoro lui... 

Ho preso ispirazione dalla sua espressione, quando con convinzione chiede a Victor di assegnargli il pezzo sull’eros e ovviamente a Welcome to the madness, in cui ritroviamo uno Yuri decisamente più sensuale e aggressivo di quello preso dalla competizione che abbiamo apprezzato nell’anime. Ho voluto sondare questo aspetto che, comunque, vedo presente in lui e giocare un po’ con la fantasia, anche se io stessa vedo lo Yuri dell’anime molto più innocente di come l’ho trattato io qui. 

Ci tengo inoltre a precisare che io Yuri lo shippo con Otabek (<3), e Victor col suo Yuuri, ma questa idea di Yuri e Victor insieme mi ispirava e dovevo metterla giù.

Spero quindi che, con le dovute premesse, questa os possa essere apprezzata, ma ci terrei davvero tanto, anche in caso contrario, a conoscere l’opinione di chi vorrà leggermi, per capire se ritenete possibile un missing moment del genere o assolutamente improbabile XD o per capire se almeno Victor lo ritenete abbastanza fedele e convincente. Bacchettatemi pure, se lo ritenete necessario, non importa, i vostri pareri sarebbero una gioia per me, specie perché è la mia prima storia su YOI e il debutto su un nuovo fandom mi causa un po’ di timore. 

Ok, vi ho annoiato abbastanza con le mie chiacchiere, vi lascio alla storia e... buona lettura :*




 
In regards to Eros: Yurio.
 

Non riusciva più a dormire. Si era svegliato dopo aver mangiato abbondantemente e aver riposato quasi a sufficienza e ora era spasimante e famelico. Si girò su un fianco. Era inutile continuare a stare sdraiato sul futon a cercare di riaddormentarsi, sapeva che non ci sarebbe riuscito e sforzarsi avrebbe solo peggiorato il suo nervosismo. 

Nervosismo ben giustificato, stavolta: quello che Victor gli aveva fatto non era giusto, anzi no, era un'ingiustizia grande quanto il mondo. Che cazzo. Una promessa era una promessa! O forse le promesse di Victor Nikiforov valevano così poco? Yuri voleva il suo programma fatto da Victor e lo avrebbe avuto. O almeno avrebbe tentato tutto per averlo.

Davvero si era dimenticato di lui? Per quell'insulso porcello tripposo, per giunta? Dio, quella cosa lo mandava fuori di testa! 

Avrebbe dovuto accettare che quella ridicola gara dell'indomani messa in piedi alla bell’e meglio fosse la soluzione a tutto? No, qualcosa gli bruciava nel petto e gli faceva capire a istinto che no, non poteva lasciar correre così, non poteva essere messo da parte così, come uno stupido giocattolo di cui ci si stanca, quella faccenda non si poteva risolvere così. Erano anni che aspettava che Victor mantenesse la sua promessa. Si era impegnato, si era fatto un culo così, e aveva vinto il campionato mondiale juniores! Era quello il momento che Victor aveva atteso, no?, che lui vincesse il campionato. Beh, lui ci era riuscito e adesso pretendeva che Victor rispettasse l’impegno preso. 

Non se la poteva cavare con quella presa per il culo di gara con due soli partecipanti e un solo giudice. Era ridicolo. Anche il fatto che avesse scambiato loro la musica era ridicolo. Victor lo aveva sminuito, lo aveva trattato come un bambino, un ragazzino troppo acerbo per tirare fuori una sensualità degna di questo nome e gli aveva affibbiato quella musica angelica da voltastomaco! Come se invece quel porcello giapponese fosse minimamente attraente o capace di esprimere qualcosa di lontanamente simile all’eros! Ma lui era Yuri Plisetsky, la fata della Russia! Non l’avevano soprannominato così per caso, no? Aveva la precisione tecnica e l'armonia dei movimenti di Victor ed era persino più aggraziato ed elegante di lui, non c'era confronto tra lui e quel perdente di un giapponese.

Non si era mai sentito tanto umiliato in vita sua e non riusciva a sopportarlo. Si girò un’altra volta, sull’altro fianco. Grugnì e si alzò a sedere, passandosi una mano tra i capelli. Era troppo inquieto. Guardò l'orologio. Erano le due di notte, ma non gliene fregava niente: se era sveglio, se era in Giappone, se aveva i nervi a fior di pelle e se era in quella assurda situazione era solo colpa sua! Sarebbe andato da Victor, lo avrebbe svegliato in pieno sonno e gli avrebbe parlato adesso, anche solo per urlargli in faccia tutta la sua rabbia e la sua frustrazione, altrimenti sarebbe esploso! Tanto non era Victor quello che doveva allenarsi l’indomani, era lui quello che doveva farsi il culo per battere il suo favorito e riprendersi ciò che gli apparteneva di diritto! L’ingiustizia che sentiva scorrere bruciante nelle vene guidò i suoi movimenti in automatico.

Sì alzò dal suo futon infuriato, si avvolse in una leggera vestaglia verde salvia che gli avevano dato senza indossare nulla sotto oltre l'intimo e uscì dalla sua camera. Guardò a destra e a sinistra, non c'era nessuno in giro. Tanto meglio. Si diresse deciso verso la stanza di Victor, aprì la porta energicamente ed era pronto a fare la sfuriata del secolo,  quando, con sua grande sorpresa, la trovò vuota. Ridusse gli occhi a due fessure e trattenne l'istinto di spaccare tutto ciò che era a portata di mano. Dove si era cacciato quello stupido? Yuri cercò per tutta la casa, aprì persino la porta di quel porcello per controllare se quello sciagurato fosse lì, ma non c'era. Non era da nessuna parte, non in quella casa, almeno. Provò a chiamarlo al cellulare e quello non rispose. 

Ma si può sapere dove cazzo sei finito? imprecò mentalmente stringendo i denti. 

C'era solo un posto dove non aveva controllato: l'onsen. Possibile che si fosse recato lì a quell’ora? Beh, sì, conoscendolo era capace di questo e altro, quell’imbecille patentato. Se Victor non era neanche lì, Yuri aveva solo due alternative: vestirsi e andare a cercarlo fuori, non sapeva neanche dove, oppure rinunciare. Ma alla sola idea di rinunciare a trovarlo e sbraitargli contro tutto ciò che si meritava, sentiva una morsa soffocante alla gola che gli fece accantonare l'idea nel giro un decimo di secondo. Doveva trovarlo a tutti i costi. Piuttosto, avrebbe passato la notte a urlare a squarciagola il suo nome per le strade di Hasetsu! 

Si ritrovò coi pugni stretti e il respiro affannato. Era appena sveglio, non aveva ancora neanche trovato Victor ed era già in quelle condizioni. Va bene, doveva fermarsi a riflettere un attimo per fare il punto della situazione. 

L'indomani c'era la gara e non poteva arrivarci come uno straccio, non se ne parlava neanche. Non aveva intenzione di sfigurare contro quell'idiota del suo omonimo, era fuori discussione. Decise quindi di andare all'onsen, dato che era l'unico altro posto in cui cercare a colpo sicuro e che, se non avesse trovato Victor nemmeno lì, avrebbe comunque fatto un bagno per rilassarsi, prima di ricominciare la ricerca. Aveva bisogno di distendere i muscoli tutti contratti e anche la mente. Voleva arrivare alla competizione carico e in forma, e non sarebbe stati i nervi né il jet lag ancora da smaltire a svantaggiarlo. Lui era il campione del mondo juniores che presto avrebbe debuttato anche nei senior puntando direttamente all’oro, non una schiappa qualunque. Dopo essere stato a mollo nell'acqua calda per un po', avrebbe continuato a cercare quel cretino che si era bevuto il cervello e si sarebbe sfogato a dovere. Sì, quello era un buon piano. Dannato Victor! Doveva proprio rincorrerlo ovunque.

Yuri uscì da casa e andò a passo svelto verso l'onsen, con il fresco della notte che gli accarezzava la pelle accaldata, il profumo e il rumore del mare ad accompagnarlo. Dopo la breve passeggiata che lo separava dalla sua meta, Yuri entrò dentro la struttura e realizzò solo in quel momento che fosse un po' strano che la porta d'ingresso fosse aperta a quell'ora. Aveva ragionato come se fosse giorno, con la mente offuscata dai suoi pensieri frenetici, e non ci aveva riflettuto prima. Ma, se era aperto, allora forse c'era qualcuno. Magari qualcuno che gli avrebbe fatto una  ramanzina, pensò sbuffando e alzando gli occhi al cielo. Ma non gliene poteva fregare di meno, ormai era lì e nessuno lo avrebbe fermato, peggio per chi aveva aperto. Si addentrò e arrivò davanti alla porta che conduceva fuori, alla vasca termale. Si tolse la vestaglia e l’intimo, afferrò un accappatoio, lo indossò allacciandosi sbrigativamente la cintura in vita e uscì.

Quando arrivò alla vasca termale, un sorrisetto soddisfatto gli increspò le labbra: il campione suo connazionale era bellamente immerso a godersi la pace e i benefici delle famose terme nipponiche.

Ti ho trovato, sirenetta.

Yuri incrociò le braccia al petto e restò fermo e guardarlo. Victor se ne stava semi disteso con le braccia allargate, la testa reclinata all'indietro, gli occhi chiusi e le guance rosee per via del calore sprigionato dalla sorgente. Era così assorto nel propria rilassatezza che non si era neanche accorto che Yuri fosse entrato. Era sempre stato un po’ svagato, ma ora stava battendo tutti i suoi record personali. Victor non si smentiva mai: come al suo solito, si comportava come una primadonna vanitosa e superficiale. E a Yuri venne un'idea. Perché lo conosceva, e Viktor era vanitoso, sì, ma non era superficiale, ed era proprio a questo che avrebbe puntato.

Victor sembrava aver perso la testa per quel giapponese e Yuri credeva molto poco che il suo interesse fosse esclusivamente di tipo professionale. No, no... Victor aveva più l'aria di uno che volesse infilarsi nel letto di quel porcello, piuttosto che allenarlo. Chissà poi perché? Che diamine ci aveva visto in uno come quello? Che cosa gli passasse per la testa, a Victor, era un mistero e c'erano tante domande a cui Yuri non sapeva dare risposta. Ad esempio: che cavolo gli era preso quando aveva mollato tutto e aveva lasciato la Russia su due piedi per attraversare mezzo mondo e presentarsi a casa di quella mezza calzetta? Perché non era rinsavito subito dopo, prendendo il primo aereo per San Pietroburgo e tornando a fare l’atleta come si deve? Era serio quando diceva di voler fare il coach e prendersi un anno di pausa dalla sua sfavillante carriera, solo per quello lì? Che diamine. Tutta quella storia disgustava Yuri nel profondo, ed era il caso di farla terminare. Yuri non era mai stato uno che se ne stava a guardare in disparte, quindi, così come aveva preso l’iniziativa di raggiungerlo in quel posto dimenticato da Dio, avrebbe contribuito attivamente a far svegliare quel citrullo dagli occhi azzurri.

“Ti sei adattato piuttosto bene e al paese del sol levante, eh? E anche velocemente, direi…”

Si tolse l’accappatoio di dosso lasciandolo scivolare mollemente dalle spalle e lo fece cadere con noncuranza a terra, immergendo con grazia un piede in acqua.

Victor aprì gli occhi e alzò leggermente la testa. 

“Oh, Yuri. Anche tu qui.” lo salutò con un sorriso bonario, come se essere lì entrambi di notte fosse la cosa più normale del mondo.

Yuri si immerse fino al collo e lo guardò in cagnesco.

“Già. Che cavolo ci fai qua, si può sapere?”

“Questo posto mi piace molto, così mi hanno lasciato le chiavi per poterci venire quando ne ho voglia. Tu, invece, come mai sei venuto?”

Yuri nuotò fino ad arrivare accanto a Victor e si appoggiò alle rocce che delimitavano il bordo della vasca, mostrando la schiena perfettamente dritta e bianca.

“Ti stavo cercando.”

“Oh. E come mai?”

“E me lo chiedi anche?” sbottò Yuri esasperato.

Victor fece schioccare le labbra e annuì.

“Mi sembrava che avessimo trovato un accordo che ti soddisfaceva. Dovresti essere a dormire a quest’ora, per la gara di domani.”

Se c’era una cosa che Yuri non sopportava, era quando Victor faceva tanto lo splendido e il saggio, dato che era il primo, poi, a fare cretinate pazzesche. 

“Peccato che non riesco a dormire, per colpa tua.”

“Colpa mia?”

“Ovviamente sì, e non fare finta di non capire.”

“Yurio...se non te la senti di partecipare domani, basta dirlo. Io posso disdir-”

“Non ci pensare nemmeno. La gara di domani si farà, anche se è una buffonata. Non è questo. E non chiamarmi Yurio!”

“E allora cos’è? perché sei tanto arrabbiato?”

Yuri spalancò gli occhi e per poco non gli cadde la mandibola. Ma Victor era davvero così cretino o faceva solo finta per divertimento? Nell’ultimo caso, una volta ritiratosi dal pattinaggio, poteva iniziare una promettente carriera come attore. Tanto, sotto i riflettori era perfettamente a suo agio. Yuri cercò di riprendersi dallo sgomento, e di parlargli con tono neutro e disinvolto, ma non riuscì a evitare una punta di fastidio.

“Ti piace tanto sentirti conteso, eh Victor? Peccato che quello lì non ti abbia mai chiamato, mentre con me avevi un impegno. Impegno che cerchi di insabbiare con questa stronzata della sfida.”

“Se non ti andava bene la sfida che vi ho proposto, potevi dirlo prima, Yurio…”

“Ti ho già detto di non chiamarmi così!”

Victor rise sommessamente.

“Va bene, scusa.”

“Non mi piace che tu ti prenda gioco di me.”

Cazzo, Victor era così irritante alle volte.

“Non lo faccio, Yuri. Perché dovrei prendermi gioco di te?” rispose del tutto sinceramente.

Yuri lo guardò col suo solito cipiglio infastidito.

“Allora dimmi la verità: perché sei qui?”

Victor ci pensò un po’ su, non perché non conoscesse la risposta, ma per scegliere le parole.

“Perché ho seguito il mio istinto.”

Yuri cercò di trattenere un conato di vomito e i suoi occhi si ridussero di nuovo a due fessure.

Ma davvero? E questo, esattamente, che cosa significa?”

“Che sentivo di dover venire qui perché credo che Yuuri abbia delle buone potenzialità. Gli serve soltanto qualcuno che lo aiuti a tirarle fuo-”

“Non dire stronzate, Victor. Non sono le sue potenzialità che vuoi fargli tirare fuori" lo interruppe rabbioso e scuro in volto.

Victor sollevò le sopracciglia e ritrasse la testa indietro, e a Yuri sembrò che le sue guance si fossero arrossate un po’ di più.

“Che intendi dire?”

“Che quello lì ti piace, non cercare di prendermi in giro. Ecco il vero motivo per cui sei qui e non intendi andartene.

“Yuri, ho davvero intenzione di diventare il suo allenatore e-”

“Sì, sì certo. Questo per ora, per giustificare il tuo colpo di testa senza coprirti totalmente di ridicolo agli occhi di mezzo mondo. Ma io so bene dove vuoi andare a parare.”

“Yuri.” Victor si raddrizzò con la schiena, poggiando la mani sul fondo della vasca. “Tu sai bene che non hai bisogno di me. Sei talentuoso e bravissimo, hai Yakov che ti allena e hai anche la mia coreografia. Quindi perché sei così furioso con me? Non sarai geloso?”

Yuri sgranò per un attimo gli occhi, punto sul vivo, ma cercò di dissimulare subito.

“Geloso, io? Ma figuriamoci! Di uno come quello lì? Tu devi essere impazzito.”

Victor sorrise sornione e gli lanciò un’occhiata maliziosa, di chi ha capito di aver colto nel segno.

Yuri lo guardò a sua volta e quell’espressione da ebete di Victor gli fece digrignare i denti.

“A proposito di quella coreografia, Victor… avresti dovuto lasciare a me quella sull’arrangiamento che avevo scelto. Era molto più adatta alla mia personalità.”

Victor sorrideva ancora. “Forse. Ma sai che è proprio per spingervi entrambi in territori sconosciuti che ve le ho scambiate.”

Victor che pensava sempre a quello lì e parlava al plurale invece che concentrarsi solo e unicamente su di lui anche mentre erano soli, era un affronto intollerabile in sé e per sé, per Yuri. Basta, tutta quella situazione era assurda dall’inizio alla fine ed era il caso di darci un taglio.

Yuri cercò di mandare giù la sua ira funesta e si avvicinò lentamente a Victor, gattonando con movimenti sinuosi e sorridendo seducente.

“Lo so che ti piace quello. Non negarlo, con me…”

Il suo sguardo era ammiccante e provocatorio.

“E se anche fosse?” rispose prontamente Victor, mantenendo quel suo sorrisetto da schiaffi.

“Non vorrai dirmi che preferisci lui a me…”

Con un movimento fluido e del tutto naturale del braccio, Yuri posò la mano sull’inguine di Victor, che teneva una gamba piegata e l’altra distesa. Un gesto che di casto o amichevole non aveva proprio nulla.

Victor gli bloccò il polso, prima che la mano di Yuri potesse spostarsi più al centro.

“Yuri…”

Il suo sguardo si era fatto serio, il suo tono quasi di rimprovero.

“Guarda che quello che può darti lui posso dartelo anch’io…” Yuri si protese in avanti, verso il viso di Victor, inumidendo le labbra con la lingua. “Non può piacerti più di me…”

“Yuri, non-”

Con uno scatto veloce, Yuri incollò le proprie labbra a quelle di Victor.

Il ragazzo restò immobile un istante, per lo shock. Yuri era davvero così sconvolto da provare a sedurlo pur di farlo tornare con sé in Russia? Preso in contropiede, a Victor sfuggì il polso di Yuri, che andò a toccarlo proprio in mezzo alle gambe.

Victor ritrasse la testa staccando la sua bocca da quella di Yuri, gli mise una mano sul petto per allontanarlo da sé e con l’altra gli fermò la mano, che lo stava già accarezzando languidamente.

“Yuri. Sta fermo” lo ammonì con voce cupa ma calma.

Yuri lo guardò con stizza e umiliazione. Sentì gli occhi che si facevano lucidi.

“Ma insomma, Victor! Adesso mi respingi anche in questo senso?” sbottò, sull’orlo di una crisi di nervi.

”Yuri, ascoltami. Non ti ho respinto, per la promessa. E ti assicuro che non è così che otterrai quello che ti serv-”

“Ah, certo! Non mi hai respinto per la promessa! Te ne sei semplicemente dimenticato, che è meno grave! Certo! E non è così che io otterrò niente! Ma quello invece può avere tutto ciò che vuole senza neanche fare nulla! Non ha bisogno neanche di schioccare le dita per averti ai suoi piedi, gli basta fare un po’ gli occhi dolci, anzi nemmeno, gli basta respirare, e tu sei tutto per lui, pronto ad accantonare la tua carriera solo perché hai perso la testa per lui!”

Victor lo lasciò sfogare, mentre Yuri parlava sempre più concitatamente. Non riuscì a trattenere un pallido sorriso intenerito. Yuri era proprio un ragazzino. Era geloso da morire e si sentiva deluso, tradito e abbandonato, questo era chiaro, ma non si sarebbe mai aspettato un tentativo di seduzione così audace da parte sua. Aspettò che la sua invettiva contro Yuuri finisse e, quando Yuri fu stanco di gridare offese assortite, si fermò da solo. Victor attese ancora qualche altro istante, guardandolo mentre tornava a respirare regolarmente dopo la sfuriata, e si assicurò che non avesse altro da aggiungere. Poi parlò, con tutta la calma e quel sorriso limpido così tipici di lui. 

“Hai detto bene, prima, Yuri. Ho perso la testa per lui. E questa è una cosa su cui non puoi fare niente.”

Yuri spalancò gli occhi, sconvolto da quella dichiarazione così disinvolta e spontanea.

“Ma, ma... lui lo sa?”

“Lo capirà presto.”

Yuri si incupì. Piegò la testa al petto e suoi i capelli biondi gli calarono sugli occhi, celandoli come un delicato sipario.

“Allora mi pare chiaro che la gara di domani è del tutto superflua, a questo punto” espirò tutto d’un fiato, con una nota inconfondibile di tristezza e rassegnazione nella voce.

“No. Su questo ti sbagli.”

Yuri corrugò le sopracciglia, interrogativo.

“Ti ho dato la mia parola che seguirò il vincitore. E così sarà.”

“Mi sembra ovvio chi sceglierai, dato che l’unico giudice sei tu” gli rispose con risentimento.

Fu Victor stavolta a protendersi verso Yuri, e gli prese il viso con una mano, stringendolo dolcemente. Lo guardò negli occhi e un angolo della sua bocca si piegò all’insù.

“Tu pattina al meglio delle tue capacità. Fa vedere a tutti chi sei. Il resto non conta.”

Yuri rimase immobile per qualche istante a guardarlo confuso. Poi girò bruscamente il viso di lato, per liberarsi dalla stretta di Victor. Sì accigliò nuovamente.

“Io non capisco. Perché sta succedendo tutto questo?”

“Quello che sta succedendo risponde a una legge tanto antica quanto imperscrutabile, caro Yuri.”

Non c’era ombra di ironia nel suo tono, e Yuri lo percepì.

“E sarebbe?” chiese con un pizzico di diffidenza.

Victor gli sorrise teneramente.

“Lo scoprirai anche tu, quando qualcuno ti ruberà il cuore. E sarà bellissimo.”

Yuri mantenne la fronte corrugata, perplesso. Ora sì che gli sembrava che Victor lo stesse prendendo per il culo.

“Andiamo, dai. Si sarà fatto davvero tardi. Abbiamo bisogno di riposare entrambi. Soprattutto tu.”

Victor si alzò in piedi mostrandosi in tutta la sua statuaria bellezza e Yuri non potè far altro che seguirlo meccanicamente, senza più porsi domande. La tensione nervosa che andava scemando grazie dal dialogo, per quanto burrascoso, e al calore dell'acqua, lasciò spazio al sonno e alla stanchezza, che Yuri ora avvertiva in ogni fibra del suo corpo.

Usciti dall'acqua, indossarono gli accappatoi e si asciugarono, senza dire altro. Yuri sbadigliò sonoramente e Victor lo guardò di nuovo intenerito. Yuri aveva davvero un bel caratterino, era una testa calda, ma era orgoglioso, determinato e super competitivo, non c’era che dire. Erano queste le caratteristiche che lo avrebbero aiutato tantissimo nel pattinaggio, quelle che Victor ammirava. Yuri gli ricordava tanto sé stesso all'inizio della sua carriera.

Fecero la strada fino a casa di Yuuri in silenzio e quando Victor provò ad accarezzargli la testa in gesto d’affetto e di pace, Yuri si ritrasse, gli diede uno schiaffo sulla mano e gli lanciò un'occhiataccia fulminante, suscitando in lui una piccola risata.

Arrivati a casa, Yuri andò dritto nella sua stanza, si infilò nel futon e si addormentò subito come un sasso, sprofondando in un sonno profondo e ristoratore. Anche Victor andò nella propria camera, ma capì in pochi istanti che era stata una scelta sbagliata. Così, entrò nella stanza di Yuuri, si distese accanto a lui il più piano possibile per non svegliarlo e lo abbracciò. Dopo poco, col braccio che cingeva la vita del suo nuovo allievo e un sorriso sereno, si addormentò anche lui immediatamente.

 
  
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