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Autore: NikkiLu    09/11/2020    2 recensioni
"Ti propongo una sfida playboy..."disse Tyler
"Ti ascolto" risposi deciso
"Se riuscirai a portarti a letto la Swan, ti lascerò il ruolo di capitano della squadra" disse porgendomi la mano.
"Ci sto!" risposi afferrandogliela.
(...)
"Bella i ragazzi stravedono per te! tu potresti anche vomitargli addosso e sono sicura che continuerebbero a starti dietro!"
"Jess non è vero!"
"Persino Cullen!"
"Cosa?"
"Bene, Lauren dice che non riesco a piacere ad un ragazzo perchè sono troppo appiccicosa ed invadente...bene ti sfido a comportarti come me, e sono sicura che nonostante tutto quando sarete tornati dal week-end Cullen continuerà a sbavarti dietro!"
"Affare fatto!"dissi decisa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Pov Bella

 

Mentre guidavo verso casa a stento riuscivo a trattenere le lacrime che minacciavano di scendere da un momento all’altro. Come potevo essere stata cosi stupida? Mi sentivo talmente umiliata. Accidenti quella non ero io. Non potevo comportarmi così. Dovevo reagire. Cosi alla prima occasione feci dietrofront e tornai a Villa Cullen. 

In quel momento non riuscì a provare tristezza o dolore. Quelli sarebbero tornati sicuramente nel momento in cui sarei andata a dormire. 

Mi incamminai verso l’entrata della casa non sapendo esattamente che cosa fare. Sapevo solo che volevo umiliarlo davanti a tutti come lui aveva fatto con me.

Mi appoggia a una colonna e afferrai uno shot  dal vassoio di un cameriere che passava di lì. Poi un altro. E un altro ancora. 

In quel momento Emmett afferrò il microfono e salì nella piccola rampa di scale che portava alla veranda della casa.

“Ragazzi siamo solo all’inizio della serata, ma vi voglio sentire carichi!!!” 

Tutti iniziarono a agitarsi. Riuscì a distinguere qualche gridolino stridulo che probabilmente veniva da una parte della grande quantità di oche giulive presenti alla festa.

“Voglio un’altro applauso per il nostro Edward che quest’anno ci guiderà nel campionato e ci permetterà di fare il culo a tutti!!!”

Non riuscì a individuarlo tra la folla, ma riuscivo perfettamente a immaginare l’espressione arrogante che aveva stampata sul volto.

“Ora però rimettiamo la musica! Eric alza il volume!”

Non so cosa mi passò per la testa in quel momento. Non lo so proprio. Sicuramente gli shot che mi ero scolata mi avevano aiutato con il coraggio. Afferrai un Flûte da un altro vassoio, consapevole che l’indomani avrei dovuto fare i conti con i postumi di quella che sarebbe stata una sbronza epica. In quel momento mi interessava avere solo un altro pò di coraggio.

Cosi mi diressi verso il microfono e prima che partisse la musica lo accesi. Un rumore stridulo riempì la sala. 

“Oh si facciamo un altro bell’applauso per Eric!” Inaspettatamente partì un grande applauso. Wow. 

“ Molti di voi conoscono Edward Cullen solo di fama. Bè è un peccato. Perché è un giovane di buona famiglia, rampante , uno tifoso sfegatato di basket nonché un appassionato di scommesse...” gli lanciai uno sguardo sfidante, al quale risponde fissandomi. Sembrava confuso.

“Sappiamo tutti ormai,e per chi non lo sa lo saprà a breve, come ha fatto a diventare capitano della squadra di basket. Di certo non per la sua bravura o per lo spirito di squadra o per la sua dedizione agli allenamenti ...”

In quel momento intercettai di nuovo il suo sguardo.  Non era più Edward di qualche ora fa. Riuscivo a percepire da lontano la rabbia . Come si permetteva di essere arrabbiato? Si era forse dimenticata cosa aveva fatto?

“..ma facendo quello che sa fare meglio...portandosi  a letto me per una scommessa fatta con Tyler... “ durante tutta la ma arringa lo fissai dritto negli occhi. 

Alzai  il calice . “Sono contenta di averti aiutato... vi prego propongo un altro Brindisi a Edward.....A Edward !” Conclusi indirizzando il bicchiere nella sua direzione e poi portarmelo alle labbra. 

Il silenzio calò nella stanza, solo dopo che i bicchieri tintinnarono tra di loro per il cin cin.

“Ma le sorprese non sono finite...Udite udite è anche un cantante di grande successo e ha voluto preparare un assaggio musicale per tutti voi! Quindi Ed sali qui e canta la tua canzone!” Dalla folla si alzarono degli applausi incerti che poi però si intensificarono.

Mi girava la testa. Mi sentivo euforica. Ero cosi sbronza.

Vidi Edward incamminarsi verso di me, con passo incerto e confuso. Sicuramente tutta quella situazione non doveva avere senso per lui. E come poteva? Non ce l’aveva nemmeno per me visto che stavo improvvisando tutto.

“Coraggio vieni!” Lo esortai tra gli applausi.

Appena si avvicinò a me lasciai il microfono nel corrimano e scesi le scale di corsa.

“Ehi frena frena Bella!” Disse al microfono. Ma io lo ignorai e mi incamminai verso l’uscita. 

“Non scappare via! Ragazzi non fate uscire quella ragazza. Emmett , Jasper. Potete fermarla per favore. ” Sentì Edward chiamare i suoi fedeli amici, i quali mi si pararono davanti bloccandomi il passaggio.

“È proprio vero che le sorprese non finiscono mai.... perché canteremo insieme.un duetto! Sì Bella Swan, accoglietela con un caloroso applauso”

Un applauso risuonò nella stanza. 

“Si brava!! Dai Bella!” Emmett e Jasper mi incitarono cercando di sorridermi senza prendermi in giro. Emmett poi mi seguì fino alla scalinata e mi porse un secondo microfono e un secondo bicchiere . Cosa dovevo fare? Scappare mi sembrava l’opzione più plausibile, ma una parte di me non voleva dargliela vinta. Non volevo correre via per l’ennesima volta. 

“ Eric conosci You’re so vain? Riesci a trovare la base?”

Detti un altro sorso. 

Improvvisamente la canzone partì. 

“ You walked into the party, Like you were walking on to a yacht. Your hat your hai strategically dipped below one eye Your scarf, it was apricot” inizio lui sorprendendomi e stonando da morie. Non solo non prendeva le note ma nemmeno il tempo. Lo guardai interdetta 

Cercai invano di fargli prendere il tempo “Your hat strategically dipped below one eye” scandendo bene le parole della frase che aveva storpiato.

Per l’more di Dio Cosa stavamo facendo? 

“You had one eye in the mirror As you watched yourself Gavotte” continuò lui. 

“And all the girls dreamed that they'd be your partner. They'd be your partner” cantammo insieme.  Anche se catare era un parolone.

“You're so vain You probably think this song is about you Ed cause You're so vain “ continuai gridando

“No you’re so Vain!” Continuo lui

“I'll bet you think this song is about you Don't you? Don't you?” Urlai con tutte le mie forze cercando di tenere il ritmo.

Incazzati e sbronzi pessima combinazione. La musica non accennava a smettere, facendo d sottofondo alle nostre recriminazioni. 

“No, no tu mi hai imbrogliato per una stupida scommessa. Ti Dovresti vergognare”

“Tu mi hai lasciato nudo nell’oceano, tu mi hai fatto andare in giro con una macchia nel cavallo dei pantaloni! Tu fino all’altro giorno mi disprezzavi! Come potevi aspettarti qualcosa di diverso?”

“Oh il furbetto prova a paragonare le due cose... allora diciamo a tutti che tu l’amore non lo sai fareee”

 Una marea di risate mi giunsero alle orecchie. Fino ad ora erano rimasti tutti silenziosi, allibiti quasi non potessero credere a quello a cui stavano assistendo. 

“Se una vanitosa”

“ no tu sei vanitoso!”

“ no tu!”

“You’re sooo vaiiin” lo interruppi cantando  l’ultima frase della canzone, mettendoci tutta la rabbia e la delusione che provavo.

Poi posai il microfono e mi diressi verso l’uscita. 

“Ecco che se ne va signori e signore . Bella Swan” 

 

Corsi via. Avevo avuto la mia piccola vendetta personale. A costo di aver fatto una pessima figura anche io. Se quello era il prezzo che avrei dovuto pagare per far sapere a tutti che il loro bellissimo fantastico capitano Edward era un imbroglione, bene andava benissimo così. Se io andavo giù lui sarebbe venuto con me.

 

“No, no, no!” Sentì la sua voce chiamarmi mentre per la seconda volta me ne andavo da quella casa.

“Aspetta! Non ho ancora finito! Cosa ti è saltato in mente?” Urlò.

“Tu mi hai usata per farti strada nella squadra. Razza di stronzo , arrogante e maschilista !”

“E tu?? Che hai accettato di dimostrare a tutti che avresti potuto rigirami come volevi ???” 

Lo guardai esterrefatta. Come faceva a saperlo? Perchè mi ero completamente dimenticata di quel dettaglio ? Comunque poteva tirare fuori quella storia adesso. 

“Non c’è paragone!”

“Cosa volevi dimostrare eh? Di essere cosa? La più ambita, la più bella? Davvero sei questo?”

“È stato tutto uno stupido gioco! Smetti di attaccarmi quando sai benissimo di essere nel torto!”

“Bè certo, ma anche tu hai le tue colpe! Ti ho già fatto le mie scuse! Non tirare troppo la corda! Sei stata sempre abbastanza chiara nel dire cosa pensassi di me quindi non capisco come mai te la prendi tanto! Ho dato solo conferma alla tua tesi. Dovresti essere contenta di aver avuto ragione!” Concluse. Freddo. Glaciale. Aveva appena rigirato la frittata? 

“Certo. In effetti non mi aspettavo nulla di diverso da te. Mi domando come mai mi sia stupita tanto”

“Ecco infatti. Puoi stare tranquilla, anche dopo la figura di merda che mi hai appena fatto fare ti scoperei di nuovo. Ora puoi andare a vantartene . Per il resto finisce tutto qui”

“Finisce cosa?” Ribattei sprezzante 

“Questo” disse indicando noi due “mi hai avuto per 48 ore... ci odiamo da una vita . Penso che tutto possa tornare come prima senza problemi” 

“Con molto piacere” dissi dirigendomi alla mia macchina.

“Ah Cullen” mi voltai e lo vidi lì in piedi di fronte alla casa. Era bellissimo

“Io non ti ho perso. Non si può perdere una cosa che non si è mai avuta” 

Montai nella mia macchina e me ne andai.

 

 

 

 

Un mese dopo..

 

Pov Edward

 

Era un mese che non ci rivolgevamo la parola. Non eravamo mai stati così tanto tempo senza parlare o meglio senza insultarci. Sapevo di aver sbagliato, non ero uno stupido. L’intento era sbagliato, non dovevo farlo nè a lei nè a nessun’altra: era una cosa da stronzi. Non riuscivo però a darmi una ragione di come potesse non capire che sì era partito tutto per una scommessa, ma che in quelle 48 ore passate insieme non c’era nulla di finto. Era stato tutto così naturale. Non poteva semplicemente considerare quello?

Poi Jessica quella sera stessa mi aveva rivelato quello che si erano dette prima che lei partisse con noi e non ci avevo visto più. Per non parlare dell’umiliazione che avevo subito davanti a tutte quelle persone. 

Mi ero appena cambiato e avevo raggiunto gli altri al Pub dove avremmo cenato quella sera.

“Ah eccolo finalmente... ma quanto sei lento? Peggio di una donna!” Mi rimproverò Alice.

Mi accomodai al tavolo con loro.

“Sicura che siamo solo noi?” Chiesi a mia sorella. 

Sapevo quanto desiderasse che io e Bella riuscissimo a trovare un punto di incontro, anche se questo voleva dire tornare al punto di partenza; per questo avevo il terrore che mi facesse un’imboscata da un momento all’altro.

“Sicurissima” mi rispose lei guardandomi negli occhi.

“.. a quest’ora sarà già dall’altra parte del continente..” disse Emmett. 

Alice lo fulminò e Rose fece lo stesso.

“Come?” 

“Come?” Ripete Emmett

“Chi è dall’altra parte del continente?”

“Edward Bella è partita ... è andata a stare  da sua madre per un pò” mi spiegò Rose, visibilmente scocciata che Em si fosse lasciato sfuggire quel dettaglio.

“Che vuol dire per un pò?”

“Un pò. Dal momento che Renee si è sistemata  Bella ha deciso di approfittarne e passare un pò di tempo con lei” continuò Rosalie. 

Stava scappando? Stava scappando da me? Ero davvero così egocentrico e vanitoso da pensare che stesse scappando da me? Perchè mi portava tanto che non l’avrei rivista? Cosa era quello? Affetto? Mi ero innamorato? Come facevo a saperlo se quella pazza ora se ne andava dall’altra parte del paese?! Come mai nessuno mi aveva detto niente? Sicuramente era stata lei a impedirlo. Poi lo capì. Si era aperta con me e io ne avevo approfittato. Ci conoscevamo da una vita e sebbene ci offendessimo la maggior parte del tempo e ci facevano dispetti non eravamo mai riusciti a ignorarci. Eravamo fatti per stare insieme. E se l’avessi lasciata partire solo per non aver lottato abbastanza non me lo sarei mai perdonato. Magari dove stava andando avrebbe incontrato qualcuno, fatto nuovi amici per poi decidere di non tornare mai più.  Misi da parte l’orgoglio che in quell’ultimo mese mi aveva impedito di cercarla, di pregarla di non dimenticare tutto. E lei? Stava progettando la sua fuga? Oh no. Non se la sarebbe mai cavata con così poco. Per di più pretendeva di farlo senza dirmelo.  

Mi alzai di scatto. Tutti mi fissarono.

“A che ore è il volo?”

“Mmm mi sembra alle 21”

Erano le 18. Forse sarei riuscito a vederla.

Scappai fuori dal locale e salì nella mia moto e mi diressi vero casa sua che per fortuna distava davvero poco. Mi fermai all’incrocio e vidi che stava per salire sul taxi dopo aver abbracciato suo padre.

“Bella!” Provai a chiamarlo ma il traffico coprì la ma voce.

Partì appena scattò il verde e la inseguì. Il suo taxi si era mischiato ad altri quindi dovetti accostarmi a tutti e guardare dentro mentre guidavo la moto. Poi quando stavo per perdere le speranze girai la testa verso destra e la vidi. Iniziai a battere dei colpi sul finestrino con il pugno chiuso sperando di non morire.

“Bella!”

Si girò e abbassò il finestrino.

“Edward??!”

“Ferma la macchina dobbiamo parlare” urlai

“Edward stai cercando di farti uccidere?!”

“Vorrei evitarlo! Ferma la macchina !”

La vidi rivolgersi al conducente mentre io scortavo la macchina. 

“Non posso fermarmi signorina.. guardi che traffico!”

“Ma io devo vomitare! Mi dia un posacenere”

“Oddio signorina...”il tassista mise la freccia e si fermò lungo la corsia, solo dopo aver ricevuto insulti e suonate di clacson. Mi fermai dietro. 

“Sei forse impazzito!? Cosa  diavolo stavi cercando di fare?!”scese dalla macchina, sembrava incredula.

“Dove stai andando?”

“Da mia madre “

“Lo so questo. Bella, Seriamente dove stai andando?”

“Edward..ho bisogno di stare un pò con mia madre”

“Non la bevo. Penso che Tu stia scappando”

“Perché non ci scommettiamo su? Io non sto scappando!”

Si girò dirigendosi verso il taxi.

“Mi manchi” 

Si bloccò sul posto e poi si voltò.

“Non andare. Resta qui. Potrai andarla a trovare più avanti. Abbiamo perso già abbastanza tempo, direi grosso modo 10 anni. Non andartene ora. Proviamoci. Proviamoci adesso, ma non scappare. Mi dispiace averti ferito, non era mia intenzione. Le cose sono cambiate dopo quel week end. Non riesco a pensare ad altro se non a te. Lo so che probabilmente mi hai già perdonato ma che sei stata troppo orgogliosa per cercarmi. Perchè lì in quella doccia eravamo solo noi due. Io e te. E tu lo sai cosa c’è stato.”

La fissai con tutta l’intensità di cui ero capace sperando di riuscire a farle cambiare idea.

Accennò un breve sorriso.  Così la baciai. La baciai come se quello fosse il nostro primo ma anche ultimo bacio. Lei rispose al bacio. Questo mi dette la conferma di cui avevo bisogno. 

“Signorina che vogliamo fare?” La voce rude del tassista ci interruppe. Afferrai dalla tasca un rotolo di banconote e allungando il braccio gliele porsi. 

Lui li squadrò, incredulo. 

“Riporti le valige della signorina a casa sua. Lei ha trovato un mezzo alternativo” dissi porgendole il casco. 

Lei lo afferrò decisa e mi seguì salendo in moto.

“Sei sotto esame signorino, quindi vedi di toglierti dalla faccia quel sorrisino da ebete che hai stampato in faccia” 

Quanto mi era mancata. 

 

 

 

 

Della serie meglio tardi che mai. Non so nemmeno cosa dire. Insultatemi pure.  Mi merito ogni singola parolaccia. 

Sono passati anni... ma doveva essere finita.  

Se vi va fatemi sapere.

Che so scusa per eventuali errori di battitura. 

Un bacio. 

NikkiLu

  
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