REALTA’ PARALLELA
*
Capitolo
2 – Questo fidanzamento, non sa da far
*
Marinette, Tom e Sabine,
caricarono con cura sul furgone tutto quello che era stato preparato per il
buffet.
Circa
una cinquantina di cassette di plastica, confezionate con cura, erano state
adagiate nella cabina, adibita per il trasporto del cibo.
La
famiglia Agreste, non aveva badato a spese, aveva ordinato alla pasticceria più
rinomata di tutta la capitale, vassoi di macarons, salatini, dolcetti, ed
infine la torta, una composizione di dimensione gigantesche, stratificata con
pan di spagna, crema chantilly, con inserto di gocce di cioccolata e frutto
della passione, come richiesto dai due festeggiati, che si erano presentati di
persona in pasticceria, per concordare il tutto.
Tom
e suo padre, avevano lavorato duramente nell’ultimo paio di giorni, perché
tutto fosse perfetto, sarebbe stata un’ottima pubblicità per il negozio.
Ospiti
illustri provenienti da tutto il mondo, sarebbero stati presenti all’evento.
“Come
sei silenziosa, cara”.
Marinette strinse tra le
mani la gonna nera del vestito, non poteva credere che sarebbe andata a Villa
Agreste per servire agli invitati del fidanzamento di Adrien e Kagami.
“Sono
sconvolta, mamma, non credevo che Adrien e Kagami
fossero fidanzati”. Lo disse trattenendo le lacrime.
“Come
no? Ma se non fai che parlare di altro da quando lo hai saputo. Hai per caso
battuto la testa tesoro? Sei strana oggi” Appurò Sabine.
“Forse…non
lo so…non mi ricordo” Balbettò sospirando.
Non
ci stava capendo niente, forse una volta arrivata lì, avrebbe avuto le idee più
chiare.
*
“Marinette” Una voce familiare la chiamò e la costrinse a
voltarsi nella sua direzione.
“Alya!”
Esclamò abbracciandola, era l’unica persona che voleva incontrare, sicuramente
l’avrebbe aiutata a capirci qualcosa.
“Finalmente
sei arrivata, non ce la faccio più, mi sto soffocando”.
“Ti
accompagno fuori” Le disse prendendola per un braccio e voltandosi di scatto,
urtò il petto di qualcuno.
Una
visione celestiale “A-Adrien”.
Il
biondo le sorrise “Ehm..ciao.
Ci conosciamo?”.
“M-ma
si, s-siamo nella stessa classe, non ti ricordi?” Balbettò facendo unirei suoi
indici.
“Classe?
Ma se non vado nemmeno a scuola, ho sempre studiato da casa. Dai, dammi una
penna, ti faccio un autografo”. Le sorrise scambiandola per una fan, imbucata
alla festa.
“Non
sono una tua fan, o meglio, lo sono, ma…”
“Scusala,
la mia amica deve avere battuto la testa! Ci vediamo Adrien, e congratulazioni
ancora”.
“Ah!
Alya, ho letto il tuo articolo sul blog, mi è piaciuto molto, se hai bisogno di
altro, fammelo sapere.”
“Figurati,
appena scriverò l’articolo di oggi, te lo giro, così potrai mandarmi delle foto
da pubblicare.” Alya lo salutò e trascinò via la sua amica, da quella
situazione imbarazzante, con l’intento di farsi spiegare il motivo del suo
comportamento.
Si
appartarono dietro una colonna di marmo grigia e nera, lontano da sguardi e
orecchie indiscrete.
“Si
può sapere che ti è preso?”
“E’
tutto sbagliato, Alya. Io non dovrei essere qui”.
“Si,
lo so, volevi andare in tour con il tuo ragazzo Luka, ma i tuoi te lo hanno
impedito”.
“Cosa??
Luka il mio fidanzato?? Ma che vai farneticando!”
“Pronto?
Luka Couffaine, il gemello della nostra amica Juleka, ovvero i figli di Jagget
Stone”.
Questo
si che era uno scoop.
Marinette strabuzzò gli
occhi. “Ne sei sicura?” Le chiese.
“Ma
che ti prende? Non mi sembra nemmeno di parlare con la mia migliore amica”
Almeno questo non era cambiato.
“Alya,
questo non è il mio mondo”.
“Che
vuoi dire?” Le chiese la castana sistemandosi gli occhiali da vista sul naso.
Marinette iniziò a
camminare in cerchio, gesticolando con le mani, cercando di trovare le parole
giuste per non sembrare una pazza.
“Dalla
realtà da cui provengo, io non sono fidanzata con Luka, ma sono follemente
innamorata di Adrien Agreste, nostro compagno di classe, e non si è mai
fidanzato con Kagami. Il mio sogno è quello di
diventare una stilista, e non di ereditare la pasticceria dei miei.”
“Uhm…interessante”.
“No,
non lo è, io voglio ritornare nella mia realtà”.
“Senti,
è chiaro che non stai bene, forse hai battuto la testa e nemmeno te ne sei
accorta. Avverto i tuoi che ti portino all’ospedale”.
“No!”
La bloccò prima di commettere un errore “…è tutto vero Alya, non sono pazza.”
La
castana sapeva che la sua migliore amica non era una bugiarda, e lo poteva
vedere dai suoi occhi, non le restò che crederle, anche se non sapeva come
fosse possibile una cosa del genere.
“Raccontami
l’ultima cosa che ricordi”.
“Ricordo
che stavamo tutti insieme al teatro della scuola, a lavorare sull’allestimento
della recita, io ero sopra una scala, insieme ad Adrien, e poi siamo caduti, io
mi sono risvegliata qua.”
“Ti
ho detto che hai battuto la testa.”
“Si,
ma perché sono finita qua?” Si chiese tra le lacrime “E come faccio a tornare
indietro?”.
“Beh!
L’esperto di portali o spaccature del tempo, è Max, potremo chiedere a lui”.
Ipotizzò.
“Poi
un’altra cosa, tu gestisci un blog che parla essenzialmente delle avventure di LadyBug e Chat Noir, e non uno che parla di Adrien Agreste”
“Lady
bug e Chat Noir? E chi diavolo sarebbero?”.
“Dei
super eroi di Parigi, lei ha un vestito rosso a pois, lui, è un ragazzo
irritante, vestito di nero…c’è Papillon che akumizza
la gente…”.
Alya
scosse il capo “We, we, we, frena, frena.Non
so niente di questi tre tipi qui. Forza, andiamo da Max”. La prese per un
braccio, ma lei la strattonò via.
“No,
so io chi mi può aiutare”.
Si
voltò per andarsene, quando una ragazza le si parò davanti.
Bionda,
bella ed elegante.
“Finalmente
vi ho trovate” Sospirò con animo gentile.
“Chloè!” Esclamarono all’unisono.
“Vi
ho cercato dappertutto, è tutto pronto per il piano?”
“Piano?
Quale piano?” Chiese distrattamente Marinette, volgendo
lo sguardo verso Alya.
“Come
quale piano?” Cinguettò.
“Ehmmm…lascia stare Chloè, Marinette è distratta oggi”. Le chiuse la bocca con una mano,
per evitare alla mora di fare altri danni.
“Lo
vedo. Dobbiamo impedire a quella scopa di mettere le mani su Adrien, più di
quanto abbia già fatto”.
Su
questo sia la bionda che la mora, concordavano.
“Ti
aiuteremo, Chloè” Annuì Alya.
“Bene,
le migliori amiche si aiutano a vicenda” Ammiccò prima di sparire tra la folla.
“Forse
questo mondo inizia a piacermi, io, te e Chloè
migliori amiche? Chloè gentile? Devo aver battuto la
testa molto forte allora”.
“Certo
che siamo amiche, è la ragazza più dolce che conosciamo, sempre pronta ad
aiutare gli altri, come noi, del resto.”
A Marinette stava venendo un forte mal di testa, che la
costrinse a tenerla con le mani.
“Ehi,
stai bene?” Chiese preoccupata.
“Si
è già passata. Piuttosto, raccontami il piano, sono d’accordo col fatto che
bisogna impedire questa farsa.”
*
Alya
raccontò del piano ingegnoso, ideato proprio da Marinette,
per impedire che Adrien ufficializzi la cosa con Kagami.
Ma
non perché, le tre erano innamorate di lui, ma più per il fatto che il terzetto
concordava con il fatto, che la nipponica, non era la ragazza adatta.
“Siamo
sicure che stiamo facendo la cosa giusta? Cioè, voglio dire, se Adrien l’ha scelta,
significa che…”
“Significa
che è un fidanzamento di comodo, solo per il fatto che sono stati costretti dai
genitori” Continuò Alya.
“Davvero?”
Marinette inarcò un sopracciglio.
“Allora…questo
fidanzamento non sa da far…ma prima devo andare in un posto. Torno appena
posso, Alya” La salutò alzando la mano, e come al solito non guardando dove
stava andando.
Sbattè per la seconda
volta nel giro di un’ora, la faccia addosso ad un altro petto.
“Ti
sei fatta male, cara?”
Alzò
lo sguardo, strofinandosi il naso con il palmo della mano, rimanendo estasiata
dalla bellezza e dall’eleganza della signora bionda.
La
mamma di Adrien.
“S-si,
tutto bene. M-mi perdoni signora Agreste, non accadrà mai più” Si scusò inchinandosi.
“Chiamami
Emilie, non amo i convenevoli” Le sorrise.
Era
proprio come gliela aveva descritta Adrien, qualche tempo fa.
“Stai
bene, mamma?”.
“Massì, stavo facendo la conoscenza di…” Si interruppe perché
non conosceva il suo nome.
“Marinette” Continuò la ragazza.
“Marinette, conosci mio figlio Adrien?”
“Ehmm…ci siamo scontrati prima. Ora scusatemi, devo andare
in un posto”.
“E’ carina” Emilie
disse incontro a suo figlio.
“Si”
Annuì guardandola allontanarsi.
“Lo
sai che sei ancora in tempo ad annullare tutto.”
“L’ho
promesso a papà, non voglio deluderlo, e poi cosa facciamo, mandiamo via tutti
gli ospiti?”.
“Voglio
vederti felice, e non con questa faccia da funerale”. Gli alzò con due dita il
volto triste.
“Lo
sono, Kagami è la ragazza giusta per me.”
“Pensaci…io
ti appoggerò in ogni caso”. Sgattaiolò poi tra gli ospiti, assicurandosi che
tutti si stessero divertendo.
*
Marinette era quasi
arrivata all’uscita, quando sua madre la fermò.
“Dove
stai andando?”
“A
prendere una boccata d’aria” Inventò.
“Quando
hai finito puoi prendere dal furgone le cannucce e gli ombrellini da cocktail?”
“Certo,
mamma”. Le disse, anche se non aveva la minima idea di quanto ci avrebbe messo.
Si
trovava in una assurda situazione.
Tikki non era con lei a
consigliarla, doveva fare secondo la sua coscienza, la cosa migliore da fare,
era quella di andare dal Maestro Fu, la sua saggezza l’avrebbe aiutata a
capirci un po' di più.
*
Un’infermiera
entrò nella stanza di Marinette con in mano un
sacchetto di plastica, con all’interno gli effetti personali.
“Dovresti
riposare anche tu, hai fatto una brutta caduta, ragazzo” Gli disse notando che
Adrien teneva la testa appoggiata sul materasso della ragazza.
“Non
riesco a chiudere occhio, sa è la mia migliore amica”.
“Avrei
detto il contrario, vedendo come le tieni la mano, e del come ti preoccupi per
lei”.
Il
biondo arrossì vistosamente.
“Non
preoccuparti, il tuo segreto è al sicuro con me.” Ammiccò complice, per poi
porgergli il sacchettino “…durante la tac, abbiamo dovuto levarle di dosso gli
oggetti di metallo, daglieli tu quando si sveglia”.
“Certo!”
La salutò con un cenno del capo.
Adrien
strabuzzò gli occhi, non per la collana che teneva sempre al collo con quello
strano simbolo, ma più per gli orecchini rossi a pois neri.
“Lady
Bug…Marinette è Lady Bug”.
*
continua