1. ANIMAGUS
I suoi passi risuonavano veloci, amplificati dalla pioggia
che, da quella mattina, cadeva copiosa sulla città, era quasi notte e stava
correndo, era un giovane uomo alto e magro, avrà avuto si e no 20 anni, vestito
con un mantello scuro e un cappuccio che celava il suo volto e i suoi lunghi
capelli corvini; fino a pochi istanti prima, il suo passo era stato veloce ma
non così tanto, ora però si sentiva braccato, sapeva di esserlo e così aveva
aumentato la velocità, sapeva anche che se non fosse riuscito a trovare a breve
un rifugio, l'avrebbero ucciso.
Svoltò il primo angolo e poi un
altro, continuando a sentirsi seguito accelerò ancora di più la corsa nel
vicolo stretto e buio in cui era finito.
Dopo alcuni passi dovette
fermarsi, un alto muro di mattoni arrestò la sua fuga, si guardò intorno e non
trovando altra via d'uscita si girò su se stesso, appoggiando le spalle al muro
e portando la mano alla tasca lentamente
"Io non lo farei se fossi in
te" una voce femminile si avvicinava a lui come la sensazione di panico
che si stava impossessando di ogni parte del suo essere, era una giovane donna
molto bella, dal cappuccio si intravedevano lunghi e mossi capelli neri e occhi
scuri, anche se con quel buio non se ne riconosceva il colore esatto, l’uomo
fermò la mano prima che arrivasse alla tasca, la donna lo minacciò con un lungo
bastoncino di legno che teneva tra le dita... ".. alza le mani,
avanti!" lo intimò, lui fece come gli era stato detto e alzò entrambe le
mani all'altezza del viso
"Cosa credi di fare?"
chiese lui in un misto di paura e follia, la donna rise
"Cosa credo di fare?"
chiese lei "COSA CREDO DI FARE?!" urlò, guardò l'uomo con gli occhi folli di chi ha scoperto un segreto
sconvolgente "Lo sai bene... ci stai tradendo... ti ho visto... ti ho
visto che confabulavi con quell'uomo, ti ho sentito dirgli cose che solo noi
dovremmo sapere, tu, sporco traditore... quando lo dirò al Signore
Oscuro..."
"Quando lo dirai al Signore
Oscuro??" l'uomo la interruppe e la guardò sarcastico, abbassò le mani
"tu non lo dirai Bella" la donna fece per parlare ma l'uomo la fermò
ancora, parlando prima di lei "no, non hai nessuna intenzione di
dirglielo… oblivion” sussurrò quell’ultima parola quasi senza emettere fiato,
il suo sguardo divenne torvo e un accenno di sorriso gli inclinò le labbra in
una smorfia folle "vero Bella?" la donna lo guardò per un momento,
poi come se non l'avesse mai incontrato in quella piovosa notte, si girò su se
stessa e tornò verso l’inizio di quel vicolo... l'uomo la guardò allontanarsi
poi, sospirando di sollievo, alzò la mano guardando un lungo bastoncino di
legno, era molto più lungo di quello della donna "per fortuna ho imparato
da poco questo incantesimo...” disse respirando ancora affannosamente "grazie
a Dio avevo la mia bacchetta con me" e dopo aver rimesso la bacchetta in
tasca, si voltò verso il muro e alzò lo sguardo per tutta la sua altezza, annuì
impercettibilmente e chiuse gli occhi concentrandosi, provò un brivido che lo
pervase dalla punta dei piedi alla punta dei capelli e, quando riaprì gli
occhi, il suo corpo volteggiava risalendo il muro... guardando prima a destra e
poi a sinistra, non vide altro che le sue ali di piume scure e il cielo, che si
avvicinava con la fine del muro di mattoni, la libertà... l'unica cosa che,
quel suo stato di mostro, poteva regalargli in momenti come quello, doveva
esercitarsi... doveva riuscire ad usare questa sua capacità anche nei momenti
di pericolo e di stress... forse un giorno gli avrebbe salvato la vita.
2. PER AMORE E PER DESTINO
“Gliel’ho detto… ha intenzione di
ucciderli… deve fare qualcosa, deve proteggerla, almeno Lily, la scongiuro” lo
stesso giovane uomo, si trovava ora in una stanza fievolmente illuminata e
confortevole, una stanza che aveva già visto molte volte
“E cosa ti fa pensare che io ti
creda Severus?” chiese la voce di un uomo molto più adulto che sedeva
dall’altra parte del tavolo, era molto magro e indossava abiti lunghi e un
altrettanto lungo mantello color porpora, sul suo volto una barba lunga e
grigia la faceva da padrone, i capelli dello stesso colore della barba erano
anch’essi molto lunghi e crespi, gli occhiali a mezzaluna, che portava sul naso
molto lungo e ricurvo, gli davano un’aria quasi comica, anche se in quel
momento il suo sguardo era severo e guardava l’uomo di fronte a se quasi con
disprezzo “Cosa sei venuto a fare qui? Ti ha mandato lui? Ti ha mandato
Voldemort?” il giovane uomo si sorprese di sentire quel nome, come se non si
aspettasse che lo si nominasse
“Il Signore Oscuro” disse
lentamente scandendo bene quelle due parole “…non sa affatto che sono venuto
qui” rispose con calma guardando l’uomo “se lo sapesse mi ucciderebbe di
sicuro, preside” l’uomo più adulto lo guardò ancora con fiero distacco, poi
scosse la testa e voltò lo sguardo su una fenice appollaiata su un trespolo
alla sua destra… come per chiederle un parere “.. signore” la voce del giovane
uomo lo ridestò dai suoi pensieri “dobbiamo far presto… non rimane molto tempo,
il Signore Oscuro sarà già sulle loro tracce ormai”
“Così mi hai sentito mentre
parlavo con Sibilla, Severus?” il giovane uomo sembrava spazientito… scosse la
testa
“Non c’è tempo” disse ancora
esasperato “la ucciderà…” l’uomo più adulto lo guardò ancora torvo dagli occhi
azzurro chiaro
“Voglio sapere parola per parola
quello che hai sentito e quello che hai detto a Voldemort…” la sua voce
rimbombò nella mente del giovane uomo come una musica lontana… come il passato
che riemerge tra i ricordi, un passato nemmeno tanto lontano, forse solo
qualche giorno, o mese, in quel momento era difficile quantificarlo… un corvo,
appollaiato sul davanzale di una finestra, guardava al suo interno come a
cercare bramoso qualcosa… il preside della sua vecchia scuola aveva
tergiversato, alla fine sembrava avergli creduto, era stato molte altre volte
da quell’uomo dopo quella prima chiacchierata e il preside gli aveva assicurato
che erano state prese mille precauzioni per nascondere la famiglia di Lily dai
Mangiamorte e dal Signore Oscuro, ma lui era sicuro che ormai era tardi…
sentiva la presenza del Signore Oscuro vicino alla casa della sua amata Lily…
aveva anche rischiato di farsi scoprire, e qualcuno quella volta doveva averlo
seguito… quella Bellatrix Lestrange, si, lei, lo aveva seguito per tutta
Hogsmade e alla fine lui aveva dovuto ricorrere a quell’incantesimo per evitare
che lei andasse a rivelare quel patto al Signore Oscuro…
Dalla finestra vedeva una culla
vuota, la culla di quel bambino che lei aveva avuto dopo il matrimonio con quel
Potter… James Potter, quanto lo aveva odiato… sin da quando la ragazza che
amava era stata smistata nella casa dei Griffondoro e lo aveva visto
avvicinarsi a lei e provare a fare amicizia… se lo sentiva… oh si che se lo
sentiva, come una premonizione… che sarebbero finiti insieme e che magari si
sarebbero sposati… anche se aveva desiderato ardentemente che Lily scegliesse
lui invece che quel Potter… quel Ramoso, come lo chiamavano i suoi amici… quel
mostro che si trasformava in cervo… già… ma anche lui, anche lui era un
animagus… e si vergognava, si era sempre vergognato di esserlo e non lo aveva
mai detto a nessuno, nemmeno alla sua migliore amica Lily… mai nessuno ne era
venuto a conoscenza… avrebbero riso di lui e probabilmente, i suoi compagni Serpeverde,
lo avrebbero cacciato dalla casa… già che non lo avevano fatto, quando avevano
saputo che era un mezzosangue, perché allora era riuscito a far credere a tutti
di rinnegare le sue origini babbane… ma in quel caso, se lo avessero saputo,
non avrebbe potuto in nessun modo negarlo… un rumore di passi lo distrasse dai
suo pensieri e si voltò verso il vialetto che portava al cancello della casa
della sua amata Lily…
Lo sapeva… lo sapeva da quando
era arrivato in quella cittadina… la casa, che avrebbe dovuto restare nascosta
e invisibile a chi non aveva ricevuto in dono il segreto, era ora visibile…
qualcuno aveva parlato… qualcuno aveva rivelato al Signore Oscuro il segreto
della sua locazione, eppure Silente gli aveva assicurato il contrario, gli aveva
detto che la casa era invisibile, che non era possibile per il Signore Oscuro o
chi per lui trovarla, ma si era sbagliato e, quelli che credeva gli amici di
James, invece lo avevano tradito…
3. LA PROMESSA
Un uomo, anch’esso avvolto in uno
scuro mantello, si fermò davanti al cancello e il corvo rabbrividì perché lo
riconobbe, era Tom Riddle, ma chiamato da tutti il Signore Oscuro… si sentiva
un codardo… si… avrebbe dovuto tornare in se e mettersi tra quell’uomo e la
casa… avrebbe dovuto… ma aveva paura… troppa paura… si sentirono urla e voci
alte all’interno della casa quando il Signore Oscuro entrò, senza la benché
minima resistenza da parte di nessuno, il corvo si sorprese, possibile che
nessuno dei due avesse una bacchetta magica per proteggersi? Possibile che
Potter fosse così sicuro di se, da dimenticarsi della sua bacchetta??
Prima che potesse anche solo
pensare ad una risposta, o immaginare di intervenire si sentì un grande boato, l’impatto fu così forte e potente, che
il corvo fu scaraventato in aria e andò a sbandare contro un muro a moltissimi
metri di distanza…
Quando rinvenne, il giovane uomo
si alzò e appurato che non aveva nulla di rotto, ma che l’impatto aveva
solamente messo fine alla sua
trasformazione, facendolo tornare alle sue sembianze umane, si guardò intorno,
si trovava a molti metri di distanza dal luogo dell’impatto, c’era molta gente
che guardava nella direzione della casa di Lily e, stesso lui, guardandovi in
quel momento vedeva solo un lieve brillio giallognolo, come se fosse stato
acceso un fuoco di campo, e null’altro attorno ad esso, solo macerie. Si portò
una mano sulla bocca… esploso… era tutto esploso… il panico e il terrore si
impossessarono di lui e senza pensarci prese a correre e correre, cercando di
raggiungere quella casa che, ora, sembrava essere stata come risucchiata da una
buco invisibile nel terreno, superò tutti, tutti quelli che, per paura o per
qualche altro motivo, non si erano avvicinati a più di 100 metri dai resti
dell’abitazione ormai rasa al suolo.
Si fermò davanti al cancello
d’ingresso della casa… il muretto basso di mattoni era stato abbattuto per
quasi tutto il perimetro della casa, di questa poco ne restava, soltanto una
parete spoglia si ergeva al di là delle macerie sparse a terra, avanzò ancora e
si fermò davanti alle macerie… non era rimasto nulla… solo mattoni e pezzi di
vetro, fogli, assi di legno… si sorprese di sentirsi gli occhi bruciare e si
portò una mano sul viso, ritraendola la vide bagnata delle sue lacrime… per
qualche istante non volle credere a quello che la sua mente stava elaborando,
Lily, la sua amata Lily… era sotto quelle macerie… ma con quell’esplosione era
impossibile che fosse sopravvissuta… strinse forte i pugni e le palpebre
cercando di evitare quel pensiero, perché gli doleva il cuore soltanto ad
ascoltarlo nella sua mente, poi quando riaprì gli occhi, la speranza tornò ad
affacciarsi nel suo cuore ed emise un sospiro di sollievo, camminò veloce verso
la giovane donna, alta e magra, dai lunghi capelli rosso scuro, che si era
abbassata sulle ginocchia e sembrava cercare qualcosa tra le macerie, indossava
un lungo vestito chiaro che toccava terra e le nascondeva i piedi.
“Lily” chiamò piano per paura di
spaventarla “Lily sei viva… io credevo… pensavo che fossi morta… mi dispiace”
disse senza nemmeno pensarci “… è stata colpa mia…” ma si fermò quando lo
sguardo della donna, quei limpidi occhi verdi, ora impauriti e pieni di dolore
incontrarono i suoi
“Sev… Sev ti prego…mio figlio è
qua sotto” lui si sorprese e la guardò scuotendo la testa
“Mi spiace Lily ma se è rimasto
sotto le macerie non può essere sopravvissuto” lei scosse la testa piangendo
“No… no… è ancora vivo, lo so, lo
sento… ti prego… salvalo, tiralo fuori e portalo al sicuro, ti prego… al sicuro
Sev” il giovane uomo la guardò sorpreso poi rialzandosi indietreggiò spaventato
“Lily” disse piano senza riuscire
a credere alle sue sensazioni… effettivamente non avrebbe dovuto essere lì, lei
si trovava dentro la casa quando esplose tutto… la casa era quasi crollata su
se stessa e lei non poteva… no… Severus scosse la testa e sentì ancora quel
forte dolore al cuore “Lily… tu sei morta…” disse con voce sicura seppur bassa,
la giovane donna lo guardò un attimo stranita, poi tornò a guardare le macerie
tentando di spostare pezzi di pietre e mattoni… lui le guardò le mani e, solo
in quel momento si rese conto che passavano attraverso le macerie… scosse la
testa cercando di scacciare quel pensiero
“Sev… Sev ti prego, dammi una
mano a salvare mio figlio” lui scosse la testa abbassando lo sguardo
“E’ morto… siete tutti morti
Lily… mi dispiace… è stata tutta colpa mia” indietreggiò, ancora spaventato,
quando lei si alzò e fece un passo verso di lui
“Sev… lo hai mandato tu qui?” lui
si sorprese poi scosse la testa freneticamente
“No, no.. ma che dici… se avessi
saputo che la profezia riguardava voi, non gliel’avrei mai detto… io…” la donna
si fermò davanti a lui poi voltò lo sguardo verso le macerie che aveva cercato
di spostare
“Allora ti prego… salvalo, salva
mio figlio e proteggilo dal Signore Oscuro” l’uomo guardò le macerie poi lei
che aveva l’espressione spaventata “…io non ci riesco” disse piano ancora lei,
guardò l’uomo e lui vide le sue lacrime attraversarle il viso “… non riesco a
scavare Sev… perché?? C’è mio figlio la sotto… lo so… Harry è ancora vivo Sev”
l’uomo si sorprese, poi alzando la mano, l’avvicinò al viso di lei, per un
attimo aveva avuto l’istinto di asciugarle quella lacrima, ma si fermò prima di
toccarla e riportò giù la mano annuendo
“Sei sicura?” lei annuì e lui
anche guardandola ancora “Allora lascia che ti dia una mano” la donna annuì
ancora, questa volta con un sorriso di sollievo sul volto quasi trasparente
“Ti prego… salvalo Sev” l’uomo
tornò nel punto in cui la sua Lily era accovacciata e cominciò a spostare le
pietre, i mattoni e quant’altro gli impediva di raggiungere qualcuno che forse,
era già morto… ma se lei ne era sicura… se lei non era ancora “trapassata” per
chiedergli questo favore… voleva dire che era vero… che forse… si fermò di
scatto… sentì qualcosa, un lieve rumore sotto i calcinacci… avvicinò il viso a
terra per sentire meglio e lo udì… un lieve pianto… soffocato da qualcosa…
possibile che una creaturina tanto piccola, potesse essere sopravvissuta ad
un’esplosione simile e i genitori invece fossero morti??
“L’ho sentito… l’ho sentito Lily,
è qui sotto” ma quando si voltò sorridente, la giovane donna non era più dove
l’aveva lasciata… si fermò e si alzò di nuovo guardandosi intorno preoccupato
“Lily!” la chiamò “Lily dove sei??” poi si sorprese dei suoi stessi pensieri e
annuì, tornando a guardare le macerie, lei era “trapassata”, aveva aspettato
che lui ritrovasse suo figlio e ora che lo aveva sentito se n’era andata… annuì
continuando a togliere pezzi di macerie “Te lo prometto Lily, ti prometto che
lo proteggerò, lo proteggerò per amor tuo a costo della mia vita!” piccole
gocce cadevano sulle macerie e su un piccolo piede che, si muoveva lentamente
sotto ad una piccola nicchia, che Severus aveva appena scoperto tra le macerie…
poi un rumore lontano, seppur forte, lo distrasse dai suoi pensieri, si voltò
all’indietro restando comunque accovacciato a terra e il rombo che sentiva
avvicinarsi lo spaventò, tornò a voltarsi verso quelle macerie alzandosi in
piedi, tirò fuori la bacchetta dalla tasca e la impugnò puntandola a terra
sotto di lui “Caementum evanesco!” disse deciso e il
gruppo di calcinacci, che gli impedivano di raggiungere il corpicino del bimbo,
sparì all’istante; il mago si abbassò ancora e rimettendo la bacchetta magica
nelle vesti scure, prese il bimbo tra le braccia e lo guardò, quegli occhi…
quegli occhi così uguali a quelli di Lily lo stavano fissando curiosamente
calmi, Harry guardava il suo salvatore altrettanto attento e silenzioso… ma il
rombo aumentava di intensità… qualcuno arrivava…
Severus appoggiò il bimbo a terra
e questo cominciò a piangere, ma Severus senza ravvedersi del pianto chiuse gli
occhi e si concentrò, quando li riaprì era sospeso a mezz’aria, a terra vedeva
il figlio della sua amata Lily che piangeva disperato alzando le braccia al
cielo, in cerca di qualcuno, di una madre e di un padre che ora non avrebbe più
potuto abbracciare.
Il rombo ora era ancora più
vicino, ma Severus sapeva che chi stava arrivando avrebbe portato il piccolo
Harry al sicuro… e sapeva anche, che era meglio per lui che si fosse nascosto,
per un po’ di tempo… sbattendo le sue grandi ali nere, nell’allontanarsi si
voltò ancora un’ultima volta restando a mezz’aria, guardando il gigante dalla
folta capigliatura che, scendeva dalla sua moto e raggiungeva il cancello,
attirato dal pianto incessante del piccolo Harry… poi tornò a volare verso la
sua meta… era grato ad Harry, perché, in fin dei conti, gli aveva dato la
possibilità di parlare e vedere la sua
amata Lily per l’ultima volta…