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Autore: Saya73    21/08/2009    1 recensioni
Questa è la mia prima FF dedicata al mondo di Harry Potter, ispirata dal personaggio di Severus Piton, che ho adorato fin da quando mi sono avvicinata al mondo di Harry Potter e, dalla figura degli animagus in generale. Ho immaginato e scritto un "prequel" di ciò che è narrato nel primo libro, "Harry Potter e la Pietra Filosofale" e che si concluderà con le vicende che, sempre secondo la mia immaginazione, accaddero subito prima dell'incontro tra Silente e la McGranitt davanti alla casa dei Dursley.
Genere: Generale, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Lily Evans, Severus Piton
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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1. ANIMAGUS

 

I suoi passi risuonavano veloci, amplificati dalla pioggia che, da quella mattina, cadeva copiosa sulla città, era quasi notte e stava correndo, era un giovane uomo alto e magro, avrà avuto si e no 20 anni, vestito con un mantello scuro e un cappuccio che celava il suo volto e i suoi lunghi capelli corvini; fino a pochi istanti prima, il suo passo era stato veloce ma non così tanto, ora però si sentiva braccato, sapeva di esserlo e così aveva aumentato la velocità, sapeva anche che se non fosse riuscito a trovare a breve un rifugio, l'avrebbero ucciso.

Svoltò il primo angolo e poi un altro, continuando a sentirsi seguito accelerò ancora di più la corsa nel vicolo stretto e buio in cui era finito.

Dopo alcuni passi dovette fermarsi, un alto muro di mattoni arrestò la sua fuga, si guardò intorno e non trovando altra via d'uscita si girò su se stesso, appoggiando le spalle al muro e portando la mano alla tasca lentamente

"Io non lo farei se fossi in te" una voce femminile si avvicinava a lui come la sensazione di panico che si stava impossessando di ogni parte del suo essere, era una giovane donna molto bella, dal cappuccio si intravedevano lunghi e mossi capelli neri e occhi scuri, anche se con quel buio non se ne riconosceva il colore esatto, l’uomo fermò la mano prima che arrivasse alla tasca, la donna lo minacciò con un lungo bastoncino di legno che teneva tra le dita... ".. alza le mani, avanti!" lo intimò, lui fece come gli era stato detto e alzò entrambe le mani all'altezza del viso

"Cosa credi di fare?" chiese lui in un misto di paura e follia, la donna rise

"Cosa credo di fare?" chiese lei "COSA CREDO DI FARE?!" urlò, guardò l'uomo con  gli occhi folli di chi ha scoperto un segreto sconvolgente "Lo sai bene... ci stai tradendo... ti ho visto... ti ho visto che confabulavi con quell'uomo, ti ho sentito dirgli cose che solo noi dovremmo sapere, tu, sporco traditore... quando lo dirò al Signore Oscuro..."

"Quando lo dirai al Signore Oscuro??" l'uomo la interruppe e la guardò sarcastico, abbassò le mani "tu non lo dirai Bella" la donna fece per parlare ma l'uomo la fermò ancora, parlando prima di lei "no, non hai nessuna intenzione di dirglielo… oblivion” sussurrò quell’ultima parola quasi senza emettere fiato, il suo sguardo divenne torvo e un accenno di sorriso gli inclinò le labbra in una smorfia folle "vero Bella?" la donna lo guardò per un momento, poi come se non l'avesse mai incontrato in quella piovosa notte, si girò su se stessa e tornò verso l’inizio di quel vicolo... l'uomo la guardò allontanarsi poi, sospirando di sollievo, alzò la mano guardando un lungo bastoncino di legno, era molto più lungo di quello della donna "per fortuna ho imparato da poco questo incantesimo...” disse respirando ancora affannosamente "grazie a Dio avevo la mia bacchetta con me" e dopo aver rimesso la bacchetta in tasca, si voltò verso il muro e alzò lo sguardo per tutta la sua altezza, annuì impercettibilmente e chiuse gli occhi concentrandosi, provò un brivido che lo pervase dalla punta dei piedi alla punta dei capelli e, quando riaprì gli occhi, il suo corpo volteggiava risalendo il muro... guardando prima a destra e poi a sinistra, non vide altro che le sue ali di piume scure e il cielo, che si avvicinava con la fine del muro di mattoni, la libertà... l'unica cosa che, quel suo stato di mostro, poteva regalargli in momenti come quello, doveva esercitarsi... doveva riuscire ad usare questa sua capacità anche nei momenti di pericolo e di stress... forse un giorno gli avrebbe salvato la vita.

 


2. PER AMORE E PER DESTINO

 

“Gliel’ho detto… ha intenzione di ucciderli… deve fare qualcosa, deve proteggerla, almeno Lily, la scongiuro” lo stesso giovane uomo, si trovava ora in una stanza fievolmente illuminata e confortevole, una stanza che aveva già visto molte volte

“E cosa ti fa pensare che io ti creda Severus?” chiese la voce di un uomo molto più adulto che sedeva dall’altra parte del tavolo, era molto magro e indossava abiti lunghi e un altrettanto lungo mantello color porpora, sul suo volto una barba lunga e grigia la faceva da padrone, i capelli dello stesso colore della barba erano anch’essi molto lunghi e crespi, gli occhiali a mezzaluna, che portava sul naso molto lungo e ricurvo, gli davano un’aria quasi comica, anche se in quel momento il suo sguardo era severo e guardava l’uomo di fronte a se quasi con disprezzo “Cosa sei venuto a fare qui? Ti ha mandato lui? Ti ha mandato Voldemort?” il giovane uomo si sorprese di sentire quel nome, come se non si aspettasse che lo si nominasse

“Il Signore Oscuro” disse lentamente scandendo bene quelle due parole “…non sa affatto che sono venuto qui” rispose con calma guardando l’uomo “se lo sapesse mi ucciderebbe di sicuro, preside” l’uomo più adulto lo guardò ancora con fiero distacco, poi scosse la testa e voltò lo sguardo su una fenice appollaiata su un trespolo alla sua destra… come per chiederle un parere “.. signore” la voce del giovane uomo lo ridestò dai suoi pensieri “dobbiamo far presto… non rimane molto tempo, il Signore Oscuro sarà già sulle loro tracce ormai”

“Così mi hai sentito mentre parlavo con Sibilla, Severus?” il giovane uomo sembrava spazientito… scosse la testa

“Non c’è tempo” disse ancora esasperato “la ucciderà…” l’uomo più adulto lo guardò ancora torvo dagli occhi azzurro chiaro

“Voglio sapere parola per parola quello che hai sentito e quello che hai detto a Voldemort…” la sua voce rimbombò nella mente del giovane uomo come una musica lontana… come il passato che riemerge tra i ricordi, un passato nemmeno tanto lontano, forse solo qualche giorno, o mese, in quel momento era difficile quantificarlo… un corvo, appollaiato sul davanzale di una finestra, guardava al suo interno come a cercare bramoso qualcosa… il preside della sua vecchia scuola aveva tergiversato, alla fine sembrava avergli creduto, era stato molte altre volte da quell’uomo dopo quella prima chiacchierata e il preside gli aveva assicurato che erano state prese mille precauzioni per nascondere la famiglia di Lily dai Mangiamorte e dal Signore Oscuro, ma lui era sicuro che ormai era tardi… sentiva la presenza del Signore Oscuro vicino alla casa della sua amata Lily… aveva anche rischiato di farsi scoprire, e qualcuno quella volta doveva averlo seguito… quella Bellatrix Lestrange, si, lei, lo aveva seguito per tutta Hogsmade e alla fine lui aveva dovuto ricorrere a quell’incantesimo per evitare che lei andasse a rivelare quel patto al Signore Oscuro…

Dalla finestra vedeva una culla vuota, la culla di quel bambino che lei aveva avuto dopo il matrimonio con quel Potter… James Potter, quanto lo aveva odiato… sin da quando la ragazza che amava era stata smistata nella casa dei Griffondoro e lo aveva visto avvicinarsi a lei e provare a fare amicizia… se lo sentiva… oh si che se lo sentiva, come una premonizione… che sarebbero finiti insieme e che magari si sarebbero sposati… anche se aveva desiderato ardentemente che Lily scegliesse lui invece che quel Potter… quel Ramoso, come lo chiamavano i suoi amici… quel mostro che si trasformava in cervo… già… ma anche lui, anche lui era un animagus… e si vergognava, si era sempre vergognato di esserlo e non lo aveva mai detto a nessuno, nemmeno alla sua migliore amica Lily… mai nessuno ne era venuto a conoscenza… avrebbero riso di lui e probabilmente, i suoi compagni Serpeverde, lo avrebbero cacciato dalla casa… già che non lo avevano fatto, quando avevano saputo che era un mezzosangue, perché allora era riuscito a far credere a tutti di rinnegare le sue origini babbane… ma in quel caso, se lo avessero saputo, non avrebbe potuto in nessun modo negarlo… un rumore di passi lo distrasse dai suo pensieri e si voltò verso il vialetto che portava al cancello della casa della sua amata Lily…

Lo sapeva… lo sapeva da quando era arrivato in quella cittadina… la casa, che avrebbe dovuto restare nascosta e invisibile a chi non aveva ricevuto in dono il segreto, era ora visibile… qualcuno aveva parlato… qualcuno aveva rivelato al Signore Oscuro il segreto della sua locazione, eppure Silente gli aveva assicurato il contrario, gli aveva detto che la casa era invisibile, che non era possibile per il Signore Oscuro o chi per lui trovarla, ma si era sbagliato e, quelli che credeva gli amici di James, invece lo avevano tradito…

 


3. LA PROMESSA

 

Un uomo, anch’esso avvolto in uno scuro mantello, si fermò davanti al cancello e il corvo rabbrividì perché lo riconobbe, era Tom Riddle, ma chiamato da tutti il Signore Oscuro… si sentiva un codardo… si… avrebbe dovuto tornare in se e mettersi tra quell’uomo e la casa… avrebbe dovuto… ma aveva paura… troppa paura… si sentirono urla e voci alte all’interno della casa quando il Signore Oscuro entrò, senza la benché minima resistenza da parte di nessuno, il corvo si sorprese, possibile che nessuno dei due avesse una bacchetta magica per proteggersi? Possibile che Potter fosse così sicuro di se, da dimenticarsi della sua bacchetta??

Prima che potesse anche solo pensare ad una risposta, o immaginare di intervenire si sentì un grande  boato, l’impatto fu così forte e potente, che il corvo fu scaraventato in aria e andò a sbandare contro un muro a moltissimi metri di distanza…

Quando rinvenne, il giovane uomo si alzò e appurato che non aveva nulla di rotto, ma che l’impatto aveva solamente  messo fine alla sua trasformazione, facendolo tornare alle sue sembianze umane, si guardò intorno, si trovava a molti metri di distanza dal luogo dell’impatto, c’era molta gente che guardava nella direzione della casa di Lily e, stesso lui, guardandovi in quel momento vedeva solo un lieve brillio giallognolo, come se fosse stato acceso un fuoco di campo, e null’altro attorno ad esso, solo macerie. Si portò una mano sulla bocca… esploso… era tutto esploso… il panico e il terrore si impossessarono di lui e senza pensarci prese a correre e correre, cercando di raggiungere quella casa che, ora, sembrava essere stata come risucchiata da una buco invisibile nel terreno, superò tutti, tutti quelli che, per paura o per qualche altro motivo, non si erano avvicinati a più di 100 metri dai resti dell’abitazione ormai rasa al suolo.

Si fermò davanti al cancello d’ingresso della casa… il muretto basso di mattoni era stato abbattuto per quasi tutto il perimetro della casa, di questa poco ne restava, soltanto una parete spoglia si ergeva al di là delle macerie sparse a terra, avanzò ancora e si fermò davanti alle macerie… non era rimasto nulla… solo mattoni e pezzi di vetro, fogli, assi di legno… si sorprese di sentirsi gli occhi bruciare e si portò una mano sul viso, ritraendola la vide bagnata delle sue lacrime… per qualche istante non volle credere a quello che la sua mente stava elaborando, Lily, la sua amata Lily… era sotto quelle macerie… ma con quell’esplosione era impossibile che fosse sopravvissuta… strinse forte i pugni e le palpebre cercando di evitare quel pensiero, perché gli doleva il cuore soltanto ad ascoltarlo nella sua mente, poi quando riaprì gli occhi, la speranza tornò ad affacciarsi nel suo cuore ed emise un sospiro di sollievo, camminò veloce verso la giovane donna, alta e magra, dai lunghi capelli rosso scuro, che si era abbassata sulle ginocchia e sembrava cercare qualcosa tra le macerie, indossava un lungo vestito chiaro che toccava terra e le nascondeva i piedi.

“Lily” chiamò piano per paura di spaventarla “Lily sei viva… io credevo… pensavo che fossi morta… mi dispiace” disse senza nemmeno pensarci “… è stata colpa mia…” ma si fermò quando lo sguardo della donna, quei limpidi occhi verdi, ora impauriti e pieni di dolore incontrarono i suoi

“Sev… Sev ti prego…mio figlio è qua sotto” lui si sorprese e la guardò scuotendo la testa

“Mi spiace Lily ma se è rimasto sotto le macerie non può essere sopravvissuto” lei scosse la testa piangendo

“No… no… è ancora vivo, lo so, lo sento… ti prego… salvalo, tiralo fuori e portalo al sicuro, ti prego… al sicuro Sev” il giovane uomo la guardò sorpreso poi rialzandosi indietreggiò spaventato

“Lily” disse piano senza riuscire a credere alle sue sensazioni… effettivamente non avrebbe dovuto essere lì, lei si trovava dentro la casa quando esplose tutto… la casa era quasi crollata su se stessa e lei non poteva… no… Severus scosse la testa e sentì ancora quel forte dolore al cuore “Lily… tu sei morta…” disse con voce sicura seppur bassa, la giovane donna lo guardò un attimo stranita, poi tornò a guardare le macerie tentando di spostare pezzi di pietre e mattoni… lui le guardò le mani e, solo in quel momento si rese conto che passavano attraverso le macerie… scosse la testa cercando di scacciare quel pensiero

“Sev… Sev ti prego, dammi una mano a salvare mio figlio” lui scosse la testa abbassando lo sguardo

“E’ morto… siete tutti morti Lily… mi dispiace… è stata tutta colpa mia” indietreggiò, ancora spaventato, quando lei si alzò e fece un passo verso di lui

“Sev… lo hai mandato tu qui?” lui si sorprese poi scosse la testa freneticamente

“No, no.. ma che dici… se avessi saputo che la profezia riguardava voi, non gliel’avrei mai detto… io…” la donna si fermò davanti a lui poi voltò lo sguardo verso le macerie che aveva cercato di spostare

“Allora ti prego… salvalo, salva mio figlio e proteggilo dal Signore Oscuro” l’uomo guardò le macerie poi lei che aveva l’espressione spaventata “…io non ci riesco” disse piano ancora lei, guardò l’uomo e lui vide le sue lacrime attraversarle il viso “… non riesco a scavare Sev… perché?? C’è mio figlio la sotto… lo so… Harry è ancora vivo Sev” l’uomo si sorprese, poi alzando la mano, l’avvicinò al viso di lei, per un attimo aveva avuto l’istinto di asciugarle quella lacrima, ma si fermò prima di toccarla e riportò giù la mano annuendo

“Sei sicura?” lei annuì e lui anche guardandola ancora “Allora lascia che ti dia una mano” la donna annuì ancora, questa volta con un sorriso di sollievo sul volto quasi trasparente

“Ti prego… salvalo Sev” l’uomo tornò nel punto in cui la sua Lily era accovacciata e cominciò a spostare le pietre, i mattoni e quant’altro gli impediva di raggiungere qualcuno che forse, era già morto… ma se lei ne era sicura… se lei non era ancora “trapassata” per chiedergli questo favore… voleva dire che era vero… che forse… si fermò di scatto… sentì qualcosa, un lieve rumore sotto i calcinacci… avvicinò il viso a terra per sentire meglio e lo udì… un lieve pianto… soffocato da qualcosa… possibile che una creaturina tanto piccola, potesse essere sopravvissuta ad un’esplosione simile e i genitori invece fossero morti??

“L’ho sentito… l’ho sentito Lily, è qui sotto” ma quando si voltò sorridente, la giovane donna non era più dove l’aveva lasciata… si fermò e si alzò di nuovo guardandosi intorno preoccupato “Lily!” la chiamò “Lily dove sei??” poi si sorprese dei suoi stessi pensieri e annuì, tornando a guardare le macerie, lei era “trapassata”, aveva aspettato che lui ritrovasse suo figlio e ora che lo aveva sentito se n’era andata… annuì continuando a togliere pezzi di macerie “Te lo prometto Lily, ti prometto che lo proteggerò, lo proteggerò per amor tuo a costo della mia vita!” piccole gocce cadevano sulle macerie e su un piccolo piede che, si muoveva lentamente sotto ad una piccola nicchia, che Severus aveva appena scoperto tra le macerie… poi un rumore lontano, seppur forte, lo distrasse dai suoi pensieri, si voltò all’indietro restando comunque accovacciato a terra e il rombo che sentiva avvicinarsi lo spaventò, tornò a voltarsi verso quelle macerie alzandosi in piedi, tirò fuori la bacchetta dalla tasca e la impugnò puntandola a terra sotto di lui “Caementum evanesco!” disse deciso e il gruppo di calcinacci, che gli impedivano di raggiungere il corpicino del bimbo, sparì all’istante; il mago si abbassò ancora e rimettendo la bacchetta magica nelle vesti scure, prese il bimbo tra le braccia e lo guardò, quegli occhi… quegli occhi così uguali a quelli di Lily lo stavano fissando curiosamente calmi, Harry guardava il suo salvatore altrettanto attento e silenzioso… ma il rombo aumentava di intensità… qualcuno arrivava…

Severus appoggiò il bimbo a terra e questo cominciò a piangere, ma Severus senza ravvedersi del pianto chiuse gli occhi e si concentrò, quando li riaprì era sospeso a mezz’aria, a terra vedeva il figlio della sua amata Lily che piangeva disperato alzando le braccia al cielo, in cerca di qualcuno, di una madre e di un padre che ora non avrebbe più potuto abbracciare.

Il rombo ora era ancora più vicino, ma Severus sapeva che chi stava arrivando avrebbe portato il piccolo Harry al sicuro… e sapeva anche, che era meglio per lui che si fosse nascosto, per un po’ di tempo… sbattendo le sue grandi ali nere, nell’allontanarsi si voltò ancora un’ultima volta restando a mezz’aria, guardando il gigante dalla folta capigliatura che, scendeva dalla sua moto e raggiungeva il cancello, attirato dal pianto incessante del piccolo Harry… poi tornò a volare verso la sua meta… era grato ad Harry, perché, in fin dei conti, gli aveva dato la possibilità di  parlare e vedere la sua amata Lily per l’ultima volta…

 

  
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