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Autore: flatwhat    17/11/2020    1 recensioni
Atlas è caduta.
Oscar si sacrifica ai Grimm.
Ruby parte insieme a Ozpin, a cui è stata data miracolosamente una forma, per salvarlo.
[Rosegarden; Cloqwork; Scritta prima che iniziasse il volume 8 e quindi ha preso una piega del tutto diversa.]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Jaune Arc, Oscar Pine, Ozpin, Ruby Rose
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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   "Ti ho già detto che non potrai liberarti così facilmente."
 
Oscar lasciò la presa dalle sbarre della cella. Di nuovo.
 
Non era che non sapesse che quello che stava facendo non aveva senso, solo che non sapeva cos’altro avrebbe potuto fare.
 
E le voci nella sua testa gli offrivano solo ulteriore ansia e chiasso.
 
Salem lo aveva intrappolato in una stanza nel suo castello. Le sbarre che la chiudevano erano state create con la magia, giusto per essere sicuri che Oscar non potesse distruggerle, nemmeno se avesse provato con tutte le forze che aveva.
 
A proposito di magia, Salem manteneva ancora la barriera magica su di lui, per evitare di dargli da mangiare eccetera, ma ciò non faceva sentire Oscar meglio. Certo, non doveva mangiare o dormire o andare in bagno, ma dopo un po’ il suo corpo aveva iniziato chiaramente a percepire che non stava svolgendo le sue normali funzioni e, per questo motivo, lo stava facendo sentire ancora più nauseato.
 
Senza contare i giorni di viaggio che aveva dovuto sopportare, letteralmente sospeso in aria da una cazzo di scimmia.
 
Oscar si prese la briga di lanciare un’occhiataccia a Salem, proprio alla sua maledetta faccia, prima di fare un passo indietro e continuare a zoppicare su e giù per la stanza.
 
Non era troppo piccola, ma era vuota. Nessun letto su cui riposare, ma solo il freddo pavimento. Neanche una finestra. Era davvero in trappola.
 
E lei lo sapeva le adorava rinfacciarglielo.
 
Non era presente tutto il tempo, né aveva fatto qualcosa per ferirlo, non ancora almeno, ma Oscar sapeva che Salem stava solo giocando con lui. Se si fosse annoiata, gli avrebbe potuto fare tutto ciò che voleva.
 
E i suoi amici stavano venendo a salvarlo. Se Oscar non fosse riuscito a liberarsi a breve, sarebbe andato tutto a puttane.
 
"Ho l’impressione che tu non ti stia divertendo," lo provocò, un maledetto ghigno stampato nella sua faccia da demone. "Mi dispiace di essere un’ospite talmente cattiva. Avrei dovuto mettere su un po’ di musica. Gli è sempre piaciuta, la musica."
 
Ma fottiti.
 
Oscar la fulminò con lo sguardo una seconda volta, con tutto l’odio che riusciva a raccogliere nello sguardo. Lei sembrò trovarlo solo più divertente.
 
La odiava così tanto.
 
Che cosa aveva pensato di ottenere, quando si era sacrificato? Era chiaro come il sole che niente sarebbe cambiato per il meglio, probabilmente lo aveva saputo anche in quel momento. Lo aveva sempre saputo.
 
E lo stesso, aveva fatto una cosa così incredibilmente inutile e stupida, anche mentre Ozpin letteralmente lo supplicava nella sua testa, ancora e ancora, di non farlo, e ora lui e i suoi amici sarebbero morti tutti per colpa sua.
 
Grandioso. Davvero... grandioso.
 
Si asciugò velocemente le lacrime mentre continuava a fare su e giù. Sapeva che lei si era accorta di quel gesto e ne stava gioendo tra sé e sé, ma non voleva darle più soddisfazione del necessario.
 
Aveva pensato... Aveva voluto essere utile, per una volta.
 
Aveva desiderato che la guerra e le morti si fermassero.
 
Una piccola e insignificante parte di lui aveva, forse, anche desiderato essere fico. Aveva voluto che Ruby e gli altri pensassero a lui come a un eroe. Forse.
 
Ma tutto questo? Era semplicemente stupido.
 
Si era comportato come uno stupido moccioso. Uno stupido moccioso egoista. Un moccioso che aveva sopravvalutato fin troppo la sua importanza in questo mondo marcio.
 
Sì, era la reincarnazione di un eroe leggendario. Ma Jinn gli aveva già mostrato - Dèi, quanto tempo era passato? – che ciò non volesse dire niente. Lui... Tutti loro erano ingranaggi rotti in un orologio che non funzionava. Incapaci di fare qualsiasi cosa che fosse buona e utile.
 
Ma che cazzo, quella non era l’ora adatta per l’autocommiserazione, vero?
 
I suoi amici stavano venendo per lui. Ruby stava venendo per lui. Poteva forse rimanere stare seduto sulle chiappe a guardare i suoi amici che morivano per lui?
 
"Oh, e adesso che cosa staresti facendo?" gli giunse alle orecchie la voce di Salem, mentre Oscar si sedeva sul pavimento e poi si ci sdraiava. "Lo saprai già, ma non sei in grado di dormire, ora come ora. Devi perdonarmi, ma non ho voglia di sprecare le mie risorse per te."
 
Oscar non la degnò di risposta.
 
Guardò Salem per un attimo. Lei tirò fuori la pergamena che apparteneva a lui da qualunque dimensione tascabile in cui la stava conservando e si premurò di essere sicura che Oscar vedesse il suo stronzissimo sogghigno mentre lo faceva.
 
"I tuoi amichetti sono quasi arrivati. Ti dispiacerebbe fare il bravo bambino e startene buono e tranquillo finché non arrivano?"
 
Oscar sospirò e chiuse gli occhi.
 
Se voleva sperare di rompere quelle sbarre magiche, allora doveva farlo con la magia.
 
Ma per farlo, avrebbe dovuto avere un po’ di pace, dentro la sua testa. E per farlo, avrebbe avuto bisogno di...
 
Salve?
 
Le voci proseguirono nei loro sproloqui incomprensibili.
 
Ciao? Sono io, Oscar.
 
Le voci sembrarono placarsi un pochino.
 
Potreste parlarmi chiaramente? Vi potrei ascoltare.
 
Le voci caddero in silenzio.
 
Siete coloro che sono venuti prima di me, non è vero?
 
Le voci ritornarono ad agitarsi.
 
Scusate, scusate, non volevo turbarvi. Voglio parlare. Possiamo parlare?
 
Le voci si fermarono di nuovo.
 
Potreste dirmi i vostri nomi?
 


Un’aeronave era passata in lontananza, diretta al castello che era il loro prossimo obbiettivo.
 
"Deve essere Cinder," Ruby disse ad alta voce, ai suoi compagni. Penny l’aveva avvertita che i sottoposti di Salem erano diretti proprio verso quel luogo.
 
"Sembra che dobbiamo aspettarci un vero combattimento," disse Yang.
 
"Forse Salem aveva pianificato tutto," disse Jaune. "Intende scontrarsi con tutti noi in casa sua e con tutti i suoi servi Grimm al suo fianco."
 
Ozpin strinse i pugni.
 
"Sì, è abbastanza meschina da fare una cosa del genere. Mi chiedo se voglia davvero ucciderci tutti o no, ma, in ogni caso, vi suggerisco d rimanere all’erta."
 
Qrow annuì. Erano riusciti a convincerlo che la sua presenza non li avrebbe maledetti con la cattiva sorte, ma il suo sguardo appariva lo stesso guardingo.
 
Anche Ironwood, al suo fianco, sembrava nervoso.
 
Stavano continuando a tenerlo d’occhio attentamente, ma avevano concordato che lasciarlo indietro sulla nave con Maria era l’opzione più pericolosa.
 
"Spero che non abbiano visto la nostra nave," disse Weiss. "Ma anche se non l’hanno vista, forse ci aspettano comunque."
 
"Già," concordò Ruby. "Forse ci aspettano. Ma forse non avevano tempo di dar fastidio a Maria."
 
Maria li aveva fatti scendere una volta che avevano localizzato il castello dalla nave. Quel covo di oscurità era visibile dalla loro posizione corrente, ma magari abbastanza lontano da non farli scorgere dal nemico.
 
C’era quella che appariva come una lunga scalinata che avrebbero dovuto scalare per raggiungere l’entrata, ma l’intera strada e la salita su quelle scale non sembravano niente che non potessero fare in un paio d’ore.
 
"Controlliamo un’ultima volta: vi funzionano gli auricolari?" chiese Ruby.
 
I suoi amici controllarono i propri strumenti e annuirono.
 
"Maria?" chiese Ruby, direttamente al micfrofono.
 
"Sì, sì. Sono cieca, non sorda."
 
"Ok! Scusami!"
 
Ora potevano solo sperare di non incontrare alcun ostacolo durante il percorso. Ma, finora, nessuno Grimm li aveva avvicinati. E anche se lo avessero fatti, Ruby e i suoi avevano sempre il loro asso nella manica.
 
"Ragazzi," chiamò Jaune. "Prendiamoci per mano e speriamo che funzioni."
 
Si presero tutti per mano. Per qualcuno che non sapeva quale fosse il loro piano, sarebbero apparsi come dei bambini a una gita scolastica.
 
"Sono pronto," disse Ren, e, con Jaune alla sua destra e la sua sinistra che lo collegava al resto del gruppo, attivò la sua Semblance.
 
Se fosse accaduto il peggio e fossero stati attaccati dai Grimm proprio nel breve tempo che occorreva a Jaune per recuperare l’aura e, a sua volta, quella di Ren, Ruby era sempre pronta a usare il proprio potere speciale.
 
Il pensiero di Oscar era tutto ciò di cui aveva bisogno per usare i suoi occhi argentati.

 

Autrice: Già, direi che il nanowrimo mi sta decisamente aiutando! Ben due capitoli in tempi relativamente brevi, sono fiera di me stessa!

Come ho già detto la volta scorsa, gli eventi che scriverò non saranno in alcun modo influenzati dallo show, quindi se ci dovesse essere una somiglianza, sarà completamente casuale!

Alla prossima!
  
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