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Autore: pippobaudo_    20/11/2020    2 recensioni
Courtney 'Wallis', eccezionale tirocinante presso il migliore studio legale del Canada e moglie di uno degli uomini più potenti della città... se solo se lo ricordasse.
Aiutata da un'acida coinquilina, un'artista gotica e un criminale con un'indecente cresta verde, riuscirà a ricostruire la propria vita passata tassello dopo tassello e a colmare il vuoto lasciato da uno spiacevole trauma?
Genere: Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Gwen, Heather | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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VENERDI’ 20 NOVEMBRE 2020
 
COURTNEY
Gli occhi della donna erano fissi nella sua direzione.

Il cuore prese a battere furioso, il respiro divenne sempre più affannato e le gambe sempre più molli. Nonostante ciò, si armò di tutto il suo coraggio e continuò a camminare, lentamente. Finché non le udì, delle voci.

'Conosco un ragazzo che ti può aiutare. L’ho già chiamato'.

'Oh m-mio D-dio, che c-cosa ho f-fatto?!'.

'Andrà tutto bene, nasconderà lui il corpo' e vide un uomo di spalle inginocchiarsi verso un altro. Courtney spinse leggermente la porta per vedere meglio i due volti, ma questa cigolò. 'CHI È LA’?'.
 
 
 
Si svegliò, il cuore che sembrava uscirle dal petto. Accese subito la luce per accertarsi di non essere più in quel postaccio: il sogno quella volta era stato più vivido che mai, le mani le tremavano ancora e il cuscino era completamente bagnato. Respirò a fondo, una, due, più volte finché non si calmò del tutto.
Guardò la sveglia: erano le tre passate. Sospirando, prese in mano il cellulare per distrarsi un po’, ma un messaggio di qualche minuto prima apparve sullo schermo
Era Trent.
Si erano sentiti spesso durante la settimana, lei si era persino offerta come spalla su cui piangere e lui avrebbe potuto approfittarne in qualsiasi momento qualora ne avesse avuto bisogno, addirittura durante la notte dati i suoi problemi di insonnia e i conseguenti orari bislacchi che faceva. Inoltre, aveva limitato qualsiasi tipo di contatto con gli altri alle sole emergenze o nel caso in cui avesse scoperto qualcosa di succulento riguardo il padre (eccetto qualche messaggino a Heather all’insaputa dei ragazzi), quindi pensava non ci fosse niente di male nel farsi dei nuovi amici pur di non sentirsi abbandonata a causa della sua “missione”.
A tal proposito, si era imposta di scoprire il collegamento tra suo padre, Mal e il signor McCord anche se ad andarci di mezzo, con suo più grande dispiacere, sarebbe stato proprio Trent… o la reputazione di lei dopo le varie foto e i pettegolezzi passati alla televisione – e non erano mancati i ridicoli epiteti e le battute pessime sulla “nuova fiamma” del chitarrista da parte della Chang.
I suoi pensieri andarono a Scott: aveva visto la notizia della nuova rubrica di Tg Drama? Se sì, cosa aveva pensato? Le dita cominciarono a pruderle dal desiderio di scrivergli, di fargli sapere che andava tutto bene, che non doveva preoccuparsi… ma cambiò destinatario e, sospirando, indirizzò il messaggio al leader dei Drama Brothers.
 



 
TRENT
Il cellulare si illuminò improvvisamente, la risposta di Courtney lampeggiava sul suo schermo. Lei gli aveva raccontato dei suoi problemi d’insonnia ma non si sarebbe mai immaginato che la ragazza gli rispondesse sul serio. Cominciarono a scambiarsi qualche messaggio, le risposte erano quasi immediate dato che, logicamente, nessuno dei due era occupato a quell’ora della notte.
 
Aveva passato una settimana da incubo da quando aveva ricevuto la terribile notizia. Aveva abbandonato tutto e tutti senza alcuna spiegazione e aveva preso il primo volo disponibile, sul quale aveva passato delle ore infernali senza poter far nulla di concreto se non pensare, e quello lo aveva divorato un poco alla volta facendosi migliaia di domande, dubitando addirittura dell’altro genitore.
Quando Courtney, quel famoso giorno in centro, gli aveva chiesto che cosa secondo lui fosse successo alla madre, aveva preferito tacere e distrarla indicandole il primo bar vuoto, seppure dall’aspetto scadente; tutto questo perché se solo avesse dato voce ai propri pensieri avrebbe reso realtà ciò che non aveva ancora metabolizzato e che difficilmente voleva accettare: sospettava che dietro all’omicidio della madre ci fosse il padre. Aveva provato ad estorcergli qualche informazione chiedendo delucidazioni su come fosse avvenuta la separazione, su iniziativa di chi e perché… ma niente di nuovo o di diverso che non avesse già comunicato alla polizia.
 
Si distese supino sul letto, lo sguardo rivolto al soffitto, cercando di trattenere le lacrime. Andava avanti così da giorni, non riusciva a dormire divorato da quei macabri pensieri.
Fortunatamente, a rendere meno pesanti quelle giornate c’era Courtney, il cui messaggio spiccò sullo schermo del cellulare seguito da una breve vibrazione.
Nonostante avesse solo voglia di piangere, sorrise leggermente ad una battuta su quella “ruba-soluzioni” della Chang.
 
 



 
BRIDGETTE
Appese il proprio camice con cura nell’armadietto, prese le chiavi della macchina e si avviò verso l’uscita dell’ospedale. Il turno era stato devastante: l’installazione del bypass coronarico prevista per quel giorno era durata più del previsto e ora aveva solo voglia di sprofondare sul letto, possibilmente accanto al marito, cosa diventata quasi improbabile data la nuova missione che gli era stata affidata; in pratica passava più tempo con due donne che non erano sua moglie.
A dirla tutta, gli aveva anche suggerito chi secondo lei fosse la famosa talpa, ma figurarsi se le dava retta di tanto in tanto. Anne Maria non le era mai piaciuta, mai, così arrogante e in cerca di attenzioni, e tutto ciò che non le ruotava attorno non aveva alcuna importanza. Per questo si era insospettita quando la mora aveva cominciato dal nulla a fare domande e commenti vari, e il modo con cui si era avvicinata a Duncan… ma secondo Geoff quelle erano “tutte supposizioni non supportate dai fatti”, solo a sentirlo parlare in quella maniera si poteva intuire il tempo speso a sorvegliare Courtney. Pure il “legalese” aveva imparato!
Lasciò la macchina nel vialetto e si diresse verso la porta di casa. Una volta aperta, constatò con stupore che suo marito si trovava sul divano, a ronfare tra le coperte e i cuscinetti, la televisione ancora accesa. Sorrise a quella scena e senza far rumore gli posò un bacio sulla fronte.
Il biondo, però, arricciò il naso solleticato per un momento dai lunghi capelli di lei, strizzò gli occhi e, lentamente, si svegliò.
'Scusa, non volevo svegliarti' sussurrò lei dolcemente accarezzandogli la guancia.
 
'In realtà ti stavo aspettando, ma devo essermi appisolato' rispose lui con la bocca ancora impastata dal sonno, posando la propria mano su quella di lei. Dopodiché alzò un lembo della coperta: un tacito invito a sdraiarsi accanto a lui. 'Come è stato il turno?'.
 
'Atroce' rispose lei accoccolandosi tra le sue braccia in cerca di calore. 'A te come è andata?'.
 
'Odio questa missione' commentò solo, stringendo ancor di più la moglie.
 
'Mi mancava' continuò quest’ultima a bassa voce, il viso premuto sul petto di lui. 'Stare così, dico'.
 
'A me mancava anche altro' e Geoff si mosse ponendosi sopra di lei, baciandola dolcemente dapprima sulle labbra, poi sul collo, scendendo sempre più giù, sbottonandole via via il giacchetto.
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che erano stati così, abbracciati l’uno a l’altra, a scambiarsi effusioni sempre più spinte? Troppo.
Bridgette invertì le posizioni mettendosi a cavalcioni su di lui e togliendogli con una certa urgenza la maglia, sfiorando poi il corpo perfetto di chi aveva sotto. Senza saperlo, aveva sorriso raggiante, prima di avventarsi con voracità sulle labbra del suo uomo.




 
JO
Era mattina quando lei ed Eva si erano ritrovate quei cialtroni di Lightning e Topher a bussare alla loro porta; tuttavia, la cosa le fece molto piacere, finalmente avevano qualche contatto con il mondo esterno - soprattutto lei dato che con la gamba ancora malandata non aveva potuto lasciare la palestra. Anche se c’era da dire che non tutte le notizie ricevute erano state buone: Cameron, nonostante gli sforzi per tenerlo in vita, era morto prima ancora dell’arrivo dell’ambulanza. Eva aveva pianto a dirotto, sapendo che al posto del piccolo eroe ci sarebbe potuta essere stata lei.
Dopo un’ora abbondante era riuscita fortunatamente a calmarla e ad ascoltare il resto. I due, infatti, erano riusciti, tramite un’agente di polizia, a entrare in comunicazione con Duncane, il quale, al momento, era preda del capitano: detta francamente ben gli stava, così imparava ad andare a bighellonare in giro per la città senza alcun travestimento addosso, e ubriaco oltretutto. A tal proposito, per ricordare quanto accaduto quella notte, il punk aveva chiesto di revisionare il computer in loro possesso ed ottenere le registrazioni del suo auricolare, e Topher era al lavoro già da un bel pezzo ormai.
 
'Che ti dicevo? Quei manigoldi si sono arresi dopo che mi hanno quasi dissanguato, sono il miglior giocatore!' commentò Lightning entusiasta innanzi a lei, le braccia alzate in segno di vittoria, quello ferito dalla sparatoria ancora fasciato.
 
'Veramente sorprendente' gli rispose sarcastica. Si poteva essere più scemi?
 
'Ehi, voi, silenzio!' intimò Topher battendo le dita sulla tastiera del portatile.
Improvvisamente, due voci a loro familiari, una maschile e una femminile, riempirono la stanza.
 
 
 
- Mi chiedo come mai nessun’altra ragazza ti abbia portato via da me questa sera -
 
- Perché prima di divertirmi con te ero con degli amici. Ma mi hanno abbandonato per delle pupe sexy, e io pure -
 
- Se non se ne fossero andati, molto probabilmente io e te non ci saremmo mai incontrati. Tanto non avevi altro da fare, giusto? -
 
 
 
'Aspettate, questa è la voce di Anne Maria!' esclamò Jo esterrefatta.
 
 
 
- Niente di speciale, sorvegliare qualcuno -
 
- Dev’essere stato eccitante. E questo qualcuno è pericoloso? -
 
- È un’intera gang, tesoro: i Kobra - e si sentirono dei rumori simili a baci. - Per di più si sono alleati con degli assassini spietati -
 
 
 
'Duncan è un imbecille' commentò Eva colpendosi la fronte. 'Almeno allora non sapeva nulla dell’eventuale alleanza'. Successivamente, i due protagonisti della registrazione smisero di parlare e la parte dopo fu un susseguirsi di sussurri e gemiti in continuo aumento. Jo aveva la bocca ancora spalancata per lo stupore, mentre, Eva, al suo fianco, era enormemente imbarazzata. I ragazzi, al contrario, avevano un enorme sorriso dipinto sul volto, e poco ci mancava che si dessero pure il cinque. Dopo alcuni secondi, sembrati ore, la bionda ruppe l’atmosfera chiudendo improvvisamente il portatile, facendo calare il silenzio sui quattro.
 
'Dunque' tossì Topher. 'Cleopatra si è rivelata essere la nostra Anne Maria. Ci saremmo potuti arrivare anche senza audio visto i commenti e gli sguardi che lanciava a Duncan, per non parlare della scenetta dell’amorevole infermiera'.
 
'Essere stati insieme una notte non fa di lei una talpa' commentò Lightning.
 
'Ma sei scemo, non hai sentito il tipo di domande che gli ha fatto?!' esclamò Jo roteando gli occhi.'
 
'A quanto pare il cellulare di Duncan era sorvegliato' disse il castano meditabondo. 'Comunque, vediamo di metterci in contatto con MacArthur e darle la notizia'.
 
   
 
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