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Autore: StephEnKing1985    22/11/2020    2 recensioni
A causa di un equivoco, Vegeta scopre che sua moglie Bulma è stata erroneamente pedinata da un investigatore privato assoldato dal suo padrone di casa, il diplomatico ambasciatore Crilin, sospettoso che sua moglie lo tradisse. Attraverso la visione dei DVD prodotti dall'investigatore, Vegeta viene così a scoprire tutti i segreti che la sua brava mogliettina Bulma gli nasconde... (Liberamente tratto dall'omonimo film di e con Alberto Sordi e Monica Vitti)
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: 18, Altri, Bulma, Trunks, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta, Goten/Trunks
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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4.

 

Il mattino seguente, Vegeta entrò nella sua Peugeot 406 e chiuse lo sportello. Avviò il motore e fece per uscire dal cortile interno del palazzo, per avviarsi al lavoro.

Si fermò per dare la precedenza a un’altra auto che si era immessa in strada, quando diede una fugace occhiata allo specchietto retrovisore.

Lui era lì.

Il ragazzo biondo della sera prima si aggirava nel cortile interno guardando le macchine parcheggiate. Nello specifico, la Fiat Punto della signora C18, la sua padrona di casa.

Deciso a saperne qualcosa in più, Vegeta mise il cambio in folle e inserì il freno a mano, scendendo velocemente dal veicolo.

- Scusi, lei chi è? – domandò a bruciapelo al ragazzo, che lentamente si voltò verso di lui. Poteva avere circa qualche anno in più di suo figlio, forse ventitré, venticinque anni. Aveva gli occhi azzurri e portava un impermeabile alla Humphrey Bogart, dettaglio che stonava decisamente con la sua giovinezza.

- Come, chi sono io? Chi è lei – ribatté il ragazzo, per nulla scomposto.

- Qui le domande le faccio io. Guardi che io l’ho vista, sa, ieri sera, che guardava verso il mio terrazzo. E mia moglie mi ha detto che lei la sta seguendo. –

- Appunto, sto eseguendo i suoi ordini. –

- “I suoi ordini”? Io non le ho dato nessun ordine. –

Il ragazzo spalancò gli occhi, sorpreso: - Ma come, non è stato lei a ordinare il servizio alla nostra agenzia? –

Confuso, Vegeta scosse la testa, quando il ragazzo si presentò con il suo biglietto da visita.

- Agenzia investigativa Occhio Discreto. E perché state pedinando mia moglie? –

- Senta, io eseguo solo gli ordini. Se vuole avere qualche informazione, telefoni al numero scritto lì, mio zio le spiegherà tutto. –

- No. Tu adesso vieni con me e mi ci accompagni, da questo tuo zio. –

- Come vuole. Ho la macchina parcheggiata qui fuori, mi segua. –

- Col cazzo. Tu vieni con me nella mia macchina, e vedi di non fare scherzi. Da tuo zio ci andiamo insieme. –

 

*****

 

L’agenzia investigativa si trovava poco lontano dal centro città, in una galleria signorile piena di negozi di abbigliamento e qualche gioielleria.

Vegeta scese dall’auto insieme al ragazzo (che gli aveva solo detto di chiamarsi Naruto, passando il resto del tempo a dargli indicazioni su come raggiungere l’agenzia), quindi lo seguì nella galleria.

Entrarono in un portone nero che si apriva su un piccolissimo atrio, dove una scala a chiocciola saliva verso l’alto. Una volta arrivati, c’era un altro portone con un’insegna in plastica con su scritto Occhio discreto – Investigazioni.

Naruto tirò fuori le chiavi dal suo impermeabile e aprì la porta, invitando Vegeta a entrare.

L’ingresso si apriva su un disimpegno con due porte, una di fronte all’altra, e un’altra porta in fondo che doveva essere il bagno. Nell’aria aleggiava un odore di fumo talmente denso che Vegeta si chiese da quanto tempo non avessero aperto la finestra dopo l’ultima sigaretta, unito a un sottofondo di liquore che gli fece pensare che il cartello Agenzia investigativa fosse solo una copertura, quando in realtà doveva esserci una bisca clandestina.

- Che puzza, c’è qui dentro – mormorò, ma Naruto non gli rispose, precedendolo e bussando alla porta a destra.

- Avanti – disse una voce da dietro la porta. Naruto l’aprì e fece capolino.

- Zio, ho qui un signore che ha bisogno di informazioni sul caso che stiamo seguendo.

- Entrate – disse, soltanto.

Il cattivo odore proveniva dall’ufficio, dove alla scrivania era seduto un uomo grasso con le gote rubizze che stava riempiendo un bicchiere con del whisky che usciva da una fiaschetta. La scrivania era in disordine, piena di documenti e scartoffie dalle quali emergeva, come un naufrago in mezzo al mare, una macchina per scrivere elettrica.

L’uomo si alzò e girò attorno alla scrivania, porgendo la mano. Vegeta non voleva porgere la mano a quell’essere, ma inconsapevolmente, frutto di anni di strette di mano ai clienti della banca, la sua mano si mosse appena e il grassone gliela prese in mano, stringendogliela come se fosse stato un amico di vecchia data.

- Benvenuto nel mio ufficio! Si accomodi pure. Mi dica, allora, stiamo procedendo bene? –

- Zio, questo signore è venuto per chiedere spiegazioni sul caso che stiamo seguendo. –

- L’avevo capito, scemo che non sei altro! – sbraitò sul nipote, poi tornò a rivolgersi a Vegeta, che nel frattempo si era seduto su una delle due poltroncine davanti la scrivania – Cosa voleva sapere? –

- Volevo sapere perché suo nipote sta seguendo mia moglie. E soprattutto, lei chi è? –

- Come? Non è stato lei a dare l’incarico? –

- Ma quale incarico! Volete spiegarmi di cosa si tratta? –

- Senta signor Crilin, se lei è in imbarazzo per qualcosa, possiamo sistemare tutto. Il suo faccendiere ha parlato con me, io sono il signor Yamazu, per concordare un servizio di pedinamento di due settimane per sua moglie. –

Vegeta mise le mani avanti e intervenne: - Cosa-cosa-cosa? Aspetti un attimo, credo ci sia stato un terribile equivoco. Io non sono il signor Crilin. –

- Come… come sarebbe a dire? –

- Io mi chiamo Vegeta. Vivo nello stesso stabile del signor Crilin, che tra l’altro è il mio padrone di casa. Ma volete spiegarmi perché avete pedinato mia moglie? –

Yamazu si rivolse al nipote – Naruto. Tu sei sicuro di aver pedinato la signora C-18? –

- No, mia moglie non si chiama C-18, si chiama Bulma. –

A quel punto, Yamazu si alzò – Ma si può sapere chi cazzo hai pedinato, tu?! – strillò, lanciando il cappello al nipote che lo ricevette proprio in faccia.

- Zio, io ho seguito i tuoi ordini. Mi hai detto di pedinare la macchina della signora C-18, una Fiat Punto di colore bianco targata BR095RX. –

Allora Vegeta capì immediatamente – La macchina della signora C-18! Ecco dov’è l’equivoco. Mia moglie aveva preso in prestito la macchina della signora C-18 perché con la sua ha fatto un incidente. –

- Ma dice sul serio? – domandò Yamazu.

- E certo, che le dico, le bugie? –

Yamazu si grattò la testa, dove albergavano pochi capelli radi, quindi guardò Vegeta.

- Senta, le andrebbe di vedere una cosa? –

- Certo. Però prima dovrei fare una telefonata. -

 

*****

 

Nel suo ufficio, Laura era da sola, alle prese con la fotocopiatrice in cui si era inceppato un foglio di carta, quando il telefono squillò.

- Banca nazionale – rispose – Oh, ciao Vegeta. Come? Ah, capisco. Va bene, riferirò. A più tardi. Ciao. –

 

*****

 

Dopo aver avvertito Laura che avrebbe fatto tardi per via di un contrattempo con l’auto, fu scortato in uno stanzino dove c’erano un tavolo, un computer portatile e un proiettore che guardava verso un muro totalmente bianco, con due sedie davanti. Una sottospecie di cinema.

- Questa è la nostra saletta audiovisivi. Qui mio nipote monta tutte le sequenze dei pedinamenti e le riversa su DVD. Si accomodi, le mostro quello che abbiamo fatto. –

Senza che Yamazu dicesse nulla, suo nipote spense le luci e si accomodò alla cabina di regia improvvisata. Dopo poco, il muro davanti a loro diventò blu, poi il proiettore cominciò a mandare le prime immagini.

Sul muro apparve l’immagine nitida della macchina della signora C-18, con la targa in bella mostra.

- Ecco qui, vede. Qui abbiamo le prime immagini. Tra poco uscirà la persona che abbiamo ripreso. –

Nel video, la macchina si fermò in un parcheggio. Poi uscì una gamba con una calza e un reggicalze.

- Io l’ho già riguardato un milione di volte, questo filmato… questa donna è una vera bomba. Beato chi se la porta a letto. –

- Eh già, beato lui – incalzò Vegeta.

Intanto, nel video la donna uscì dall’auto, e Vegeta sbiancò.

- Oddio, ma quella è mia moglie! –

- Come, è sua moglie? –

- E certo che è mia moglie! Yamazu! Lei si è anche permesso di fare degli apprezzamenti! –

- Oh dio mio, no! Non faccia così dottor Vegeta, la prego! Possiamo metterci d’accordo. –

- Io le ordino di cancellare immediatamente tutti quei filmati che ritraggono mia moglie! Ha capito bene? Guardi che non scherzo. Se lei non li cancella, io la denuncio! –

- Va bene, va bene! come vuole! – poi tirò una sberla al nipote, che abbassò gli occhi, imbarazzato.

A quel punto, Vegeta se ne andò senza nemmeno salutare e sbattendo la porta, dal momento che era anche in ritardo.

   
 
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