Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Aggrodolce    25/11/2020    2 recensioni
Perospero era speciale. Era sempre stato speciale. Da sempre erano loro due contro il mondo intero, contro Mamma arrabbiata, contro incubi, litigi, insicurezze. Perospero era tutto il mondo di Katakuri e lentamente, quell’idea che si era insinuata nel proprio cervello di dare la precedenza ad un capriccio personale, ad una propria paura, ad uno spavento per quanto grande o doloroso nell’ascoltare quelle poche, semplici parole cariche di dolore lentamente si anestetizzò.
---
[Oneshot][Giallo][Modern!AU][Introspettiva]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlotte Katakuri
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Risvegli


Più l'uomo parlava, più la voce di suo fratello Perospero si alzava e Katakuri la sentiva, forte e chiara, limpida, come il suono del proiettile che aveva sparato poco prima in un impeto tanto spontaneo quanto terrificante.
Katakuri aveva paura. Tanta. Come non ne aveva mai avuta in vita propria, come pensava di non poterne mai provare.
Il cuore pompava nel petto, il cervello impazziva istante dopo istante, le tempie andavano a fuoco mentre l’uomo inerme che aveva di fronte continuava ad agitarsi, a piangere, tremare, gridare.
uardava ad intermittenza sia lui che suo fratello maggiore Perospero, pregandolo con gli occhi di non ascoltare le parole pungenti che aveva pronunciato poco prima intimandolo di sparare, di lasciarlo andare.
Era strano, era agghiacciante.
Era come se nel guardarlo, nel guardare i suoi occhi affusolati e lucidi di lacrime disperate, i suoi pantaloni macchiati di urina calda di puro terrore, ed il suo corpo contorcersi sino a farsi del male percepisse i suoi pensieri, ogni singolo sprazzo di insidia che andava lento a torturargli la psiche, in una soffocante agonia che avrebbe portato a morte certa.
Era, in parole povere, come se i ruoli si fossero invertiti: come fosse lui la vittima e l’uomo legato il carnefice.
In un turbinio di pensieri spietati e travolgenti come un treno in piena corsa che soffiava e sbuffava dritto sino al proprio cervello, attanagliandolo in una stretta invisibile ma dannatamente reale.
A ricordargli quale di preciso fosse il proprio ruolo, tuttavia, c'era Perospero.
Perospero e la sua voce ferma, dal timbro alto, autoritario ma piegato da una moltitudine di emozioni tutte insieme che Katakuri, nella propria sensibilità, riuscì a percepire.
Avvertì tutto il bene che Perospero gli voleva dalle parole scandite, ferme seppure ovattate che pronunciò e che arrivarono dritte alle sue orecchie, dalla voce che aveva sovrastato quella della vittima nonostante l’evidente dolore, nonostante la paura di aver fallito come fratello, nonostante il peso schiacciante che gravava solo ed unicamente sulle sue spalle che istante dopo istante, nella chiarezza emersa dalle poche parole pronunciate, si era fatto evidente.
Nonostante tutto questo, Perospero poneva il proprio bene prima del suo.
Ascoltarlo fu come un'onda anomala, come i cavalloni che a volte cavalcava durante le gite che sua Madre organizzava quando, tra un affare ed un altro, riusciva a trovare il tempo per un viaggio in Famiglia.
Mamma adorava il mare, e sognava di vivere su una villa vicina all'oceano, lo diceva ad ogni viaggio e su ogni spiaggia sulla quale metteva piede.
Katakuri lo ricordava bene, così come ricordava quei cavalloni e la volta in cui rischiò di annegare. Gli era stato detto di non allontanarsi ma lui, piccolo, curioso, nonostante il mare mosso si era spinto un po' troppo oltre ed una grande onda lo aveva travolto.
Da lì i ricordi si facevano confusi.
Ricordava la violenza del mare, ed il colpo forte al petto che gli aveva fatto perdere l'equilibrio.
Ricordava la superficie brillante del letto d'acqua vista dal fondale, con gli occhietti aperti che bruciavano di salsedine.
E ricordava un abbraccio, l'abbraccio di Perospero. Caldo e saldo, sul bagnasciuga, un asciugamano ad avvolgerli entrambi e le grida di Mamma in sottofondo ovattate, coperte dalle braccia del più grande che lo cullavano, come a volerlo proteggere anche a pericolo scampato.
Ed esattamente come l’onda lo aveva minacciato e le braccia di Perospero lo avevano salvato, allo stesso modo la realtà lo aveva investito spaventandolo, paralizzandolo. Ma Perospero era lì, la sua voce era lì, sebbene cruda, sebbene la situazione fosse spiacevole per entrambi suo fratello era lì a dimostrargli il bene che provava nei suoi confronti.
Perché Perospero era speciale. Era sempre stato speciale. Da sempre erano loro due contro il mondo intero, contro Mamma arrabbiata, contro incubi, litigi, insicurezze. Perospero era tutto il mondo di Katakuri e lentamente, quell’idea che si era insinuata nel proprio cervello di dare la precedenza ad un capriccio personale, ad una propria paura, ad uno spavento per quanto grande o doloroso nell’ascoltare quelle poche, semplici parole cariche di dolore lentamente si anestetizzò.
La paura era ancora presente.
Katakuri vacillava puntando la pistola contro l’uomo piangente, la gola mugolava versi spaventati senza che potesse controllarli, il respiro era irregolare, tremava.
Ma gli bastò guardare per un istante suo fratello a un metro da sé, con i suoi occhi scuri simili ai propri ma più adulti, più intensi, e la sua espressione provata per prendere una decisione.
Tirò su con il nasino, di nuovo guardando l’uomo ormai in una pozza di lacrime e urina, non trattenendosi più a sua volta. Grosse gocce salate presero a sgorgargli lungo le guance segnate da evidenti segni di sotura, mentre le mani continuavano a tremargli. La pistola avrebbe potuto sfuggirgli dalle dita, cadendo a terra e rischiando di sprecare un altro colpo, ma Katakuri mantenne la presa, salda nell’insicurezza.
Deglutì, gli occhi semi chiusi, umidi e imploranti della vittima a fissarlo in un ormai rassegnato silenzio.
Il rumore che ne seguì fu in grado di riempire l’intero ambiente annullando qualsiasi altro suono.
Katakuri sparò, come gli era stato chiesto di fare, come Perospero gli aveva detto di agire.
Carico di dolore, di paura e di adrenalina, annebbiato dal pensiero infantile che non vi fosse nulla di giusto in quell’azione ma eseguendo un ordine, come si agiva nella propria famiglia.
L’unico appiglio in un mondo che da quel momento in avanti sarebbe stato crudele e duro.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Aggrodolce