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Autore: EllyPi    01/12/2020    1 recensioni
Dopo la morte del tiranno Galbatorix ognuno prese la sua strada, due donne sedevano sui loro troni, due cavalieri alla ricerca di qualcosa. Il destino a volte porta a risultati diversi da ogni speculazione e previsione. Come procederà la storia di Alagaesia dopo la pace?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Galbatorix, Murtagh, Nasuada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina il Cavaliere si svegliò non all’alba come al solito perché, come gli avevano preannunciato i gemelli, il bambino si era svegliato ogni ora durante la notte. Ma non era arrabbiato, nemmeno scocciato. Non si era certo svegliato riposato - anche se normalmente non gli accadeva a causa degli incubi a metà della notte - ma almeno aveva tenuto lontano immagini non volute dal suo sonno per la prima volta in tanti mesi, se non forse anni. Guardò la figura addormentata accanto a lui, per un attimo fu stranito dalla sua presenza. Non si era mai risvegliato con nessuno nel suo letto, tantomeno lui in letti altrui. Le accarezzò i capelli castano scuro con delicatezza per non svegliarla. Aveva promesso di restare, di accettare e combattere per il suo matrimonio, per la sua famiglia, perciò sapeva di doversi abituare a non essere più solo, a condividere i suoi sentimenti, ad aprirsi verso altre due creature oltre a Castigo, a dimostrare loro i suoi sentimenti e specialmente l’affetto che provava e che sarebbe accresciuto. Certo, abituarsi ad un cambiamento così radicale e repentino non sarebbe stato facile, ma Murtagh sapeva in cuor suo la forza d’animo di cui era capace: si era opposto al Re Nero, alle sue Torture, alla sua coercizione usando il suo Vero Nome, aveva ordito un piano per salvare Nasuada dalla prigionia che gli sarebbe costata la vita se i Varden non fossero arrivati prima del previsto.

 

Veglierò su di te, ti proteggerò e farò in modo che la nostra vita insieme non sia per te una maledizione. Cercherò di essere il padre che non ho mai avuto per il nostro bambino, e un marito che ti ama veramente anziché interessato solamente al tuo potere!

 

Nasuada si mosse appena, poi aprì gli occhi ambrati a mandorla per guardarlo.

“Buongiorno” , gli sussurrò assonnata.

Non fece in tempo a rispondere al saluto che il piccolo si mise a piangere nuovamente. Il Cavaliere si alzò, prese il figlio tra le braccia delicatamente e ancora impacciato e lo portò alla regina, che se lo portò al seno.

“Buongiorno, Nasuada e piccolo Finiarel”, rispose finalmente sedendosi accanto a loro e godendosi gli ultimi momenti di silenzio prima dell’inizio delle loro attività del giorno.

Quando il piccolo fu sazio e si riaddormentò, Murtagh scese a prendere la colazione per entrambi riportandola nella stanza.

“Quale sarà la mia prima missione, dunque?”, chiese dopo aver ingoiato un cucchiaio di porridge.

“Tuo fratello ha lasciato una cospicua quantità di uova di drago in Alagaesia perché venissero trasportate di città in città nella speranza che nasca qualche altro Cavaliere. Dovrai recarti ad Ellesmera dopo che saremo tornati ad Illirea per fartene consegnare la metà da Arya. Poi dovrai accordarti con lei sulle città che batterai tu e quelle che saranno battute dagli elfi. Chiaramente tu non potrai occuparti delle città dei nani. Hanno memoria lunga e non ti accetterebbero mai per quello che hai fatto al loro re.”

“E credi che Arya accetterebbe di buon grado di consegnarmi delle uova di drago? Non ci siamo mai rivolti la parola, non mi conosce.” , espresse il suo timore il Cavaliere.

“Arya non è stupida, nemmeno diffidente. Sa che hai aiutato Eragon e tutto il resto nei tuoi confronti. Ti consegnerò tuttavia una lettera mandatami da tuo fratello stesso per permetterti di prendere la metà delle uova.” , lo informò placando in parte le sue preoccupazioni.

“Sa anche di noi?”

“No, nemmeno di nostro figlio. È tua discrezione dirglielo o meno, non cambierà il rapporto tra i nostri popoli o tra noi due regine.”

“Da dove partiremo a sottoporre le uova al tocco degli abitanti?”

“Partiremo da Illirea. Così potrai rimanere con noi per un periodo più lungo. Anche se quando il tempo verrà dovrai partire. Ci saranno occasioni in cui dovrai essere lontano per lunghi mesi. Purtroppo non ho alternativa se non affidarti questo compito. Sei un Cavaliere e potrai cercare di toglierti le colpe di tuo padre solo aiutando attivamente tuo fratello nella ricostruzione di un nuovo Ordine di Cavalieri. Il nostro mondo ne ha bisogno.”

“A volte mi chiedo se il mondo abbia veramente bisogno di noi. Se tutti avessero un drago, se potessero usare la magia, se tutti fossimo uguali allora non ci sarebbe il bisogno di Cavalieri a fare da moderatori. E allo stesso tempo se la magia scomparisse, se fossero davvero stati estinti i draghi nessuno avrebbe, ancora una volta, bisogno di Cavalieri.”

“Il mondo, Murtagh, ha bisogno di voi proprio perché anche chi voleva distruggere i Cavalieri ne era uno e non è riuscito ad uccidere né il proprio drago, né ha avuto la forza di distruggere le uova presenti. Nessuno in Alagaesia vorrebbe vivere in un mondo senza draghi e senza magia. Tu stesso pensi questo, ma saresti distrutto dalla morte del tuo Compagno. I Cavalieri sono un simbolo di unione di tutte le razze, perché non si fa distinzione tra elfi, umani, nani o Urgali. E sono al contempo simbolo di potere sulla natura, ma questo potere deriva dalle creature al fianco dei Cavalieri. Senza il proprio drago il Cavaliere sarebbe solo una creatura come un’altra. Invece è il compagno a conferire il potere all’altro. Ed è il drago a scegliere a chi legarsi. Perciò il Cavaliere è un prescelto, se un drago si lega a una creatura è perché quella creatura è giusto che sia un moderatore, che preservi la pace, la conoscenza.”

“E se una volta restituito l’Ordine dovesse esserci qualcuno che in modo stolto come Galbatorix e i Tredici volesse di nuovo annientarlo per avere tutto il potere?”

“È importante che venga restituito da te ed Eragon e che insegniate ai nuovi Cavalieri cosa succede se non si rispetta l’ugualianza, ma al contrario si cerca il potere personale. Il vostro insegnamento arriverà da chi ha sofferto per una tale ribellione in modo che la storia non si ripeta. Credi che non sappia che la tua vita si protrarrà senza fine, salvo che Castigo non perisca?”

Murtagh non voleva che Nasuada sapesse che era destinato da ormai due anni all’immortalità. Non voleva che vivesse con la consapevolezza che sarebbe invecchiata e poi morta, mentre lui sarebbe rimasto giovane almeno per tutta la vita che le rimaneva, e così suo figlio, destinato dal suo sangue ad essere un Cavaliere ed immortale.

“Sai dunque anche che Finiarel sarà un Cavaliere e che sarà anche lui immortale?” , le chiese rompendo il silenzio che la sua domanda aveva fatto dilagare nella stanza.

“Sì, e accetto tutto quello che verrà. Se il nostro destino ci porterà ad un certo punto a separarci non potremo opporci. Non esistono capi o ranghi tra i Cavalieri, e tu lo sai meglio di me, esiste solo una distinzione di anzianità, Cavalieri più esperti diventano mentori e maestri per i giovani, li plasmano, e io credo fermamente nel progetto di tuo fratello perché so che se sarete voi a plasmare i nuovi Cavalieri riporterete Alagaesia allo splendore. Murtagh, tu non sei nato per servire il Re Nero e soffrire, ti sei liberato a soli venti anni dall’oppressione. Il tuo destino è molto più grande di quanto tu non osi immaginare, e io lo so. Ma bisogna aspettare nella vita che il nostro tempo arrivi. Il tuo è cominciato meno di un anno fa, dovrai solo aspettare per vedere con i tuoi occhi.”

“Come fai ad esserne certa?”

“Mi ha fatto aprire gli occhi una persona che ti farò conoscere: l’ultimo Cavaliere superstite dell’Ordine dopo la morte di Oromis. Purtroppo non ha più un drago, ma non vede l’ora di incontrarti”

  
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