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Autore: I_love_villains    05/12/2020    1 recensioni
Himiko approfitta del rapimento di Katsuki per fare un esperimento che avrà ripercussioni sul loro futuro.
Dal testo:
"Voglio fare un esperimento con te, Tsuki!" Il mio annuncio sembra metterlo in guardia. "Tranquillo, devi solo rispondere a delle domande."
"Ho già detto a quel coglione con le mani che..."
"Non è un interrogatorio" lo interrompo ridendo. "Più o meno. Anche io risponderò a queste domande. Guarda..." Carico una pagina sul mio cellulare e gliela mostro. "Visto? Due sconosciuti rispondono al questionario in quarantacinque minuti e si innamorano!"
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Himiko Toga, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capisco che qualcosa non va ancor prima di aprire gli occhi. Ho sete, una leggera nausea e mal di testa, senza che ricordi la causa di questi sintomi. Desidero tornare a dormire, non mi sento abbastanza lucida per riuscire a venire a capo della situazione; tuttavia, quando cerco di girarmi per trovare una posizione più comoda nel letto, scopro che non posso... perché non sono a letto! Anche se il mio corpo lo aveva percepito da subito, mi rendo conto solo adesso che sono seduta su una qualche sedia. E non riesco a muovermi liberamente, braccia e gambe sembrano legate. Che stia sperimentando la mia prima sbronza? Non ricordo proprio...
Mi costringo ad aprire gli occhi dopo aver sbattuto le palpebre una decina di volte e alzo la testa con un po’ di fatica. Mi trovo di fronte a uno specchio da toeletta rotondo ben illuminato; sotto di esso c’è un tavolino su cui sono sparsi vari cosmetici, una spazzola, un paio di profumi e degli orecchini rossi. Non li ho mai visti prima, ne sono sicura. Poi guardo il mio riflesso. Lo stupore che provo spazza via parte della stanchezza: è truccato con maestria! Sono truccata con maestria! Nella Lega mi sono esercitata spesso coi trucchi, avendo un sacco di tempo libero da occupare, ma non avevo mai raggiunto un tale stato di perfezione che esalta al meglio la mia bellezza.
Sento le mie guance imporporarsi mentre pondero che sono decisamente pugnalabile, più di quanto avessi mai immaginato!
Il trucco mi ha distratta tanto che noto solo dopo qualche secondo che non indosso la solita uniforme scolastica, bensì un elegante vestito rosso smanicato, abbastanza corto e un po’ aderente. I capelli sono liberi dalle solite crocchie, ma sono spettinati.
Distolgo lo sguardo dal mio riflesso, ancora piacevolmente meravigliata, e mi guardo le gambe. Dalle cosce alle caviglie sono strette da uno spesso strato di nastro adesivo. Ai piedi calzo scarpe col tacco rosse. Mi volto per guardare dietro lo schienale della sedia e riesco a scorgere appena la corda che mi tiene uniti i polsi.
“Ragazzi?” chiamo, dubbiosa e molto confusa. “Che razza di scherzo sarebbe?”
“Ah, sei sveglia!” esclama soddisfatta una voce maschile.
Siccome l’uomo misterioso si trova dietro di me, lo osservo dallo specchio. Si tratta di un tizio sulla cinquantina che non ho mai visto prima, mi sarei ricordata lineamenti del viso così poco gradevoli. Lo sconosciuto ha capelli grigi pettinati all’indietro, occhi scuri, naso e bocca grandi, denti ingialliti dal fumo e un pizzetto sale e pepe. Indossa uno smoking. Non mi piace per niente! Il modo in cui mi sta fissando è disgustoso e odio il suo sorriso compiaciuto!
“Non toccarmi!” urlo appena lui osa posarmi una mano sulla spalla.
Ringhio al suono della sua risata, tremante di rabbia, avendo ormai compreso che con molta probabilità è stato questo tipo odioso a spogliarmi e truccarmi. Gli pianterei con gran piacere il coltello in un occhio e... un attimo, ora ricordo! Ero uscita a far compere con l’aspetto di una ragazza bionda e minuta come me, avevo acquistato un cappotto carinissimo per affrontare il freddo invernale e stavo tornando al covo, quando qualcuno mi ha premuto un fazzoletto contro il viso e contemporaneamente mi ha stretto la vita, trascinandomi in un vicolo deserto. Colta di sorpresa, non ho reagito in tempo e ho iniziato a ribellarmi quando ormai il narcotico cominciava a fare effetto.
La speranza che si tratti di uno scherzo ideato dai miei amici sparisce del tutto. È la prima volta che vengo rapita, ma non sono spaventata. Dopotutto sono un’abile accoltellatrice, devo solo cogliere l’occasione giusta per liberarmi e far soffrire il bastardo che mi ha sequestrata. Un ghigno malefico si dipinge sul mio volto al pensiero delle sofferenze che gli infliggerò.
Il rapitore non si lascia impressionare: “È la prima volta che una ragazza sorride spontaneamente. Direi che è arrivato il momento di presentarci. Io sono Oaka Hajime. Tu? E quanti anni hai?”
“Toga Himiko e ho diciassette anni. Perché mi trovo qui? Non sai che è reato rapire le ragazze?”
“Certo che lo so, Himiko. A proposito, bel nome. Il mio ti piace?”
“Per me ti chiami maniaco pervertito e mi fai schifo! Se mi liberi subito ti sgozzerò velocemente!”
Hajime ride divertito. Mi confessa di aver già rapito sette ragazze, in questi anni, ma io sono la prima che invece di piagnucolare, offrirgli soldi o farsi importante usando il nome di famiglia lo minaccia di morte.
“Lo trovi buffo, pedofilo che non sei altro?!” urlo furente, poiché nonostante i miei numerosi contorcimenti non riesco ad allentare la stretta di corde e nastro adesivo.
“Suvvia, rilassati. Trascorreremo una piacevole serata insieme. Fatti pettinare i capelli, avremo il dopocena per essere disordinati.”
Che cazzo significa?! Lui approfitta del mio raggelamento: afferrata la spazzola, mi pettina i capelli, facendomi la cortesia di non farmi male mentre districa i nodi. Intanto racconta: “Ho in mente un bellissimo programma per stanotte. Appena ti metto gli orecchini ti porto di là. Vedi la luce? Sono le candele a farla. Molto romantiche, no? E sarai deliziata dalla cenetta che sto preparando. Spero che tu non sia vegetariana, altrimenti ti perderesti una vera leccornia! Mangeremo a sazietà. Poi puoi scegliere cosa fare prima che ci spostiamo in camera da letto. Lì ci sono candele profumate e un sacco di petali. Fra poco metto anche musica romantica e si creerà un’atmosfera da sogno, garantito! Sono un perfezionista io, sia mai che scontenti una donna.”
Sospiro esasperata. La gente, Dabi in particolar modo, mi ripete spesso che sono pazza, ma questo tizio è molto più malato di me! Insomma, se ha tanti soldi da sprecare poteva ingaggiare una prostituta invece di tentare di far piacere a una ragazza rapita. È molto meno illegale! A meno che il maniaco pervertito non goda nell’infliggere dolore e/o uccida le donne con cui passa la notte. Io sarò anche sadica, psicopatica, eccetera, però non approvo assolutamente il comportamento del rapitore seriale. Ne sono indignata piuttosto! In parte perché ha rapito me, o meglio la ragazza che stavo malauguratamente impersonando nel pomeriggio, in parte perché il tizio non conosce il nome né altro di quella giovane. Che razza di stalker sarebbe?! L’idea di organizzare un appuntamento forzato con Katsuki mi entusiasma, perché lo amo! Non preleverei mica una persona a caso per qualcosa di tanto importante e romantico. Ecco cosa non accetto di Hajime: segue impulsi estranei all’amore e ha la faccia tosta di farsi passare per un perduto innamorato. Mi fa vomitare!
“Che ti prende Himiko? Perché ti sei fatta così silenziosa? Guarda come sei bella!”
Devo ammettere che il maniaco ci sa fare. Forse è un estetista o qualcosa del genere. Hajime mi mette gli orecchini e trascina la sedia nella stanza vicina, di fronte a un tavolo rotondo apparecchiato per due. Ha pure la sfrontatezza di carezzarmi la guancia con un dito mentre mi annuncia che si assenterà un attimo per controllare la cottura del pollo. Io rabbrividisco al pensiero di come ha potuto toccarmi mentre ero priva di sensi e decido di anticipare la sua punizione mordendogli con forza la mano. Lui lancia un urlo soddisfacente, ma poi mi colpisce alla tempia per farmi mollare la presa. Si esamina la mano destra, incattivito, e mi tira i capelli con la sinistra. Io continuo lo stesso a ridacchiare, senza però leccare il sangue che mi è rimasto sulle labbra. Non ho alcun desiderio di essere come lui, che schifo!
“Stupida troietta, guarda che hai fatto!! Io ci metto ore per preparare tutto e tu mi ringrazi così?!”
“Fufufu, è ancora niente, maniaco pervertito.”
“Ti sembra divertente la tua bravata, eh?! Sappi che a me non è piaciuta per niente! Tu stasera sei la mia bambola, capito?! Devi fare ciò che ti dico io!” urla Hajime, sottolineando ogni affermazione con una tirata di capelli.
Per la prima volta provo paura, non semplice e legittima preoccupazione. Non avevo previsto che il maniaco pervertito si infuriasse tanto all’improvviso, deve avere problemi mentali molto più seri di quanto avessi immaginato. Uhm, mi pare di aver già sentito questa frase riferita a me... ma Tsuki stava scherzando, con lui invece è la verità! Per rabbonirlo mi lascio sfuggire qualche gemito di dolore e lo guardo con la miglior espressione da cucciolo bastonato che riesco a fare.
“Sei pentita, Himiko?”
“Sì, maniaco, tanto. Non voglio che mi fai male.”
“Tu fa’ la brava e non ricapiterà. Certo che sei davvero bellissima... chiamami pure come ti pare, a patto che facciamo pace con un bacio...”
“Che? No!”
Hajime non mi presta ascolto e poggia la mano sinistra sulla mia spalla, per poi avvicinare la testa alla mia. Io mi faccio più indietro che posso, fissando con desiderio il coltello sulla tovaglia, purtroppo irraggiungibile. Chiudo gli occhi e serro le labbra, disgustata dal contatto che sta per sopraggiungere.
“Ehi tu, porco, levale le mani di dosso!!”

   
 
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