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Autore: _Trixie_    06/12/2020    6 recensioni
Ci sono storie che accadono a Natale e che sembrano essere state scritte dal destino in persona: il camino scoppiettante in una fredda sera di dicembre, il vischio appeso proprio sopra le loro due teste, la neve che cade al momento giusto...
E poi ci sono storie in cui il destino non sembra azzeccarci poi più di tanto e la colpa di tutto quanto non può che ricadere su una madre iperprotettiva e impicciona, un padre rassegnato all'inevitabile, una regina con un urgente bisogno di un'altra mela avvelenata e un'eroina che quella mela avvelenata la morderebbe volontariamente pur di sfuggire a tutto quanto.
O, forse, a volte il destino ha l'aspetto di un piccolo bambino che nella magia del Natale ci crede davvero.
[Calendario dell'avvento SQ, sì, pure questo dicembre ve lo sorbite
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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So I found a color
That only tells the truth
- Wrapped in red, Kelly Clarkson
 

 
 
 
 
Regina aprì gli occhi e si irrigidì all’istante, non riconoscendo la stanza in cui si trovava, prima di ricordarsi di quella ridicola idea di Snow in cui era stata coinvolta contro la propria volontà e solo per amore di Henry. Stesa supina, lo sguardo al soffitto di legno, Regina si godette il silenzio della mattina per qualche istante. Non sempre aveva amato l’alba. C’era stato un periodo, anni prima, in cui aveva temuto l’arrivo di un nuovo giorno e ogni notte, prima di addormentarsi, sperava che quella notte sarebbe stata eterna. Era appena diventata la seconda moglie di re Leopold e tutti quanti la credevano non solo la donna più fortunata, ma anche la più felice dell’intero regno. Regina non si sentiva né felice né fortunata. Solo miserabile. E senza speranza.
Ma poi, le cose erano cambiate. Regina aveva fatto quello che andava fatto per liberarsi di Leopold, aveva continuato a regnare, ossessionata dal desiderio di vendicare la morte di Daniel e quel futuro che Snow le aveva strappato impunemente. Alba e tramonto avevano perso di significato, in quei giorni. Che fosse giorno o notte, Regina viveva in una perpetua tenebra, che nemmeno la Maledizione era riuscita a squarciare.
Poi, Henry era entrato nella sua vita. C’era speranza, ora, nella vita di Regina. E aveva iniziato ad amare l’alba giorno dopo giorno, seduta su una scricchiolante sedia a dondolo nella cameretta di Henry, che non voleva saperne di dormire per più di poche ore a notte. Con il suo bambino stretto al cuore, Regina osservava i raggi del sole sciogliere, piano piano, il buio. Henry non dormiva, ma non piangeva, attento e rapito anche lui dallo spettacolo del sole che sorge. E sembrava, a Regina, che ci fossero solo loro al mondo, che nulla avrebbe potuto separarli o fare loro del male, che la notte era ormai passata per sempre e mai più sarebbe tornata.
E anche quando Henry era cresciuto, Regina aveva continuato ad amare l’alba e il suo silenzio e la certezza che portava sempre con sé, che il mondo gira e con esso la fortuna, che non ci sono notti senza fine e che ogni tristezza e ogni male e ogni disperazione, prima o poi, devono finire, per lasciare posto a una nuova alba.
Anche quella mattina, Regina assaporò il silenzio che la circondav-
Un grugnito fece sussultare all’improvviso il sindaco, che voltò la testa alla propria sinistra. Emma Swan dormiva a pancia in giù, braccia e gambe spalancate a formare una stella, il viso coperto da una massa informe di capelli biondi rivolto verso Regina.
La punta di fastidio che il sindaco provò scemò immediatamente. Non odiava più Emma. Non era più come all’inizio, quando Regina aveva creduto che Emma fosse arrivata per restituirla alla notte e al buio.  
Anche le cose tra lei e Emma erano cambiate.
E Regina non avrebbe nemmeno saputo dire quando o in che modo.
Non odiava più Emma, di questo era certa. E dopo Neverland… Dopo Neverland Regina si sentiva legata a Emma in una maniera che sembrava trascendere ogni logica e ogni ragione. Il sindaco si diceva che la causa fosse stata l’aver quasi perso Henry e l’averlo ritrovato sano e salvo. Non era una menzogna, ma non era nemmeno la completa verità.
Ed era parte del motivo per cui Regina non era stata per nulla entusiasta di dover condividere un letto con Emma, in quello chalet. Perché… Perché Regina si sentiva al sicuro, accanto a Emma. Non aveva più paura che le portasse la notte, al contrario. Emma aveva i colori dell’alba. L’oro freddo dei capelli, l’incarnato pallido del viso, il rosa delicato delle guance.
E preferiva non pensarci, Regina, al perché Emma le ricordasse tanto l’alba né voleva chiedersi sE la sorte le avesse insegnato ad amare l’alba solo perché sapeva che, un giorno, avrebbe incontrato qualcuno che ne portava i colori.
 
 
*
 
 
«Eccoti, finalmente! Buongiorno, tesoro!» cinguettò Snow non appena Emma raggiunse la cucina. Lo sceriffo si limitò ad alzare una mano in segno di saluto, prima di accasciarsi sulla sedia accanto a Henry. Il ragazzino si appoggiò a lei, entrambi avevano gli occhi chiusi.
Regina, che stava finendo di preparare la cioccolata per Henry, lanciò loro un’occhiata e sorrise. Svegliare Henry per andare a scuola, in tutti quegli anni, era sempre stato difficile. Avrebbe dovuto immaginare che Emma non sarebbe stata da meno.
«Hai dormito bene, Emma?» domandò Mary Margaret, seduta di fronte alla figlia, dopo un sorso del tè che stava bevendo per colazione.
Emma annuì. «Ma non abbastanza» riuscì poi a sbiascicare.
«Almeno qualcuno è riuscito a dormire» commentò Regina, sistemando la tazza di cioccolata di fronte a Henry, che sembrò risvegliarsi all’improvviso. Anche Emma, sentendo il profumo, si mise più dritta.
«E per me?» domandò con un filo di voce, il tono speranzoso.
Regina aveva una seconda tazza in mano, ma si limitò a stirare le labbra in una linea sottile.
«È per me, vero?» domandò lo sceriffo.
«Non sei capace di prepararti la colazione da sola?»
«Certo» fece Emma. «Ma di solito pago Ruby per farlo. Far girare l’economia è importante».
«Non che ti meriti la cioccolata, questa mattina».
«Come no? È per la storia della luce?»
«Di cosa parlano?» domandò David a Snow, in un sussurro. La donna si strinse nelle spalle.
«E dei calci al letto!»
«Non ho tirato calci al letto! È il letto che si mette-»
«State litigando?» domandò Henry, la bocca sporca di cioccolata.
«No!» esclamarono Emma e Regina all’unisono.
«No?» domandò David, interrogativo, alla moglie che, di nuovo, si strinse nelle spalle. «Sai come sono».
Emma e Regina si studiarono per qualche istante, lo sguardo supplicante di Emma che si scontrava con quello all’apparenza duro e insofferente di Regina. Infine, con un sospiro, il sindaco appoggiò la tazza che aveva tra le mani davanti ad Emma.
«Non ti ci abituare. È solo perché ne ho fatta troppa per Henry» disse Regina, mentre versava nella propria tazza una doppia dose di caffè.
Quando alzò di nuovo lo sguardo su Emma, Regina la vide rivolgerle un sorriso tale che nessuna alba avrebbe mai potuto competere.
 
 
 
 
 
NdA
Buongiorno e buona domenica!
La canzone di oggi è Wrapped in red di Kelly Clarkson.
E se qualcuno volesse la playlist delle canzoni di questo calendario, la potete trovare qui (sarà aggiornata giorno per giorno!) 
Grazie per aver letto,
a domani,
T. <3
   
 
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