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Autore: A_Liebert    08/12/2020    1 recensioni
Lance è un elfo natalizio, ma solo per lavoro, sia chiaro, in un centro commerciale con luci fin troppo accecanti e musica natalizia a ripetizione.
Keith lavora alla caffetteria vicino il villaggio di Babbo Natale e non sopporta assolutamente il cubano rumoroso con un'insana abitudine a combinare disastri che, poi, tocca a lui ripulire.
Una AU natalizia sulle note di Michael Bublé e due idioti in slow burn, cosa chiedere di più?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"E uno, e due, e tre!".

Lance si voltò di scatto verso il pubblico di bambini seduti con le gambe incrociate. Lui, Pidge e Hunk si adoperarono con maestria nella coreografia, in un balletto ai limiti del ridicolo sulle note dell'ennesima canzone natalizia che risuonava dallo stereo lì accanto.

Una specie di imitazione mal riuscita della scena di Mean Girls, solo che loro erano vestiti da elfi stanchi e sudati e non con completini natalizi sexy, e la scena non doveva essere oscena, non con un pubblico del genere.

Alla fine, le note sfumarono e Lance aveva un ginocchio a terra e le braccia in alto (Dio, mi vedi? Uccidimi ora), Pidge e Hunk ai suoi lati. Una mamma iniziò ad applaudire e tutti i bambini la imitarono.

Lo sguardo di Lance però scivolò dietro di loro, dove incrociò quello di un ragazzo che se ne stava poco distante, ad osservarli immobile, un giubbotto imbottito addosso e uno sciarpone rosso a coprirgli metà viso. Ci fu qualche secondo di immobilità, poi il moro si voltò di scatto, una mano guantata a coprirgli la bocca in quella che sembrava una risata trattenuta.

Sta ridendo di me?!

Lance si tirò su di scatto e si aggiustò i bottoni del costume da elfo, arrossendo dalla vergogna di essere stato beccato in un momento umiliante della propria esistenza.

Il moro riprese a camminare e Lance saltellò con disinvoltura nella sua direzione, per poi voltarsi di scatto e incrociare le braccia, guardandolo male da sopra la staccionata di legno finto.

"Qualcosa di divertente, Kate?".

"È Keith" lo corresse con fare irritato, stringendosi nel giubbotto.

"Che importa. Smamma o ti lancio questi bambini dietro" e mosse la mano come a scacciare una mosca per evidenziare il concetto.

"Molto poco professionale" alzò un sopracciglio lui, poi finalmente se ne andò per la sua strada e Lance lo vide entrare di filata nella caffetteria di Adam poco distante.

Più tardi, appena fu l'ora della tanto ambita pausa, Lance si avviò entusiasta verso la stessa caffetteria. Entrò spalancando la porta con forza, un sorriso smagliante sul volto.

Peccato che nel suo impeto non si accorse di aver travolto qualcosa.

"Cosa-" esclamò una voce più in alto e poi successero diverse cose contemporaneamente. La scala accanto l'ingresso traballò e la figura in cima ad essa volò giù, esattamente tra le braccia di Lance che aveva reagito d'impulso alla situazione.

Tutto questo lo portò col moro di quella mattina tra le braccia come una specie di principessa Disney. Sbatterono le palpebre mentre si guardavano immobili.

E poi una valanga di decorazioni natalizie finì su di loro.

"Ahia!" gemette Lance quando una di queste lo colpì in testa e lasciò andare il tipo, che cadde a terra con un tonfo, tra vischio, fiocchi rossi e le palline natalizie unite da un filo.

"Che diavolo fai?!" si mise seduto con i palmi a terra per guardarlo male dal basso e Lance si tolse di dosso le decorazioni.

"Stavo entrando, forse? La colpa è tua che hai messo quella scala tanto vicina alla porta!".

"C'era proprio bisogno di spalancarla a quel modo?".

"Ragazzi" si avvicinò Adam "non mi spaventate i clienti, ok?".

Si voltarono a guardare il piccolo pubblico, attualmente composto solo da una vecchina che ridacchiava mentre sorseggiava il suo té.

"Signora, c'è poco da ridere, qui" sbuffò Lance, lanciando tutta la roba che si era tolto di dosso su Keith che era ancora a terra.

"Lance, se non vuoi che appenda una tua foto sul muro con non fate entrare quest'uomo cerca di non fare altri casini. Allura, metti tu le decorazioni se non ti dispiace. Keith mi sembra un po' alterato, ora come ora" sospirò Adam, andando dalla vecchia per prendere il piattino vuoto poggiato sul tavolo.

Lance sbuffò, ma poi sorrise con entusiasmo ad Allura appena lei gli passò accanto. Lei sembrava perplessa, ma anche divertita, quindi non era stato un completo disastro, per fortuna.

Keith si alzò e andò dietro al bancone, iniziando a pulire quella che sembrava la prima cosa che gli fosse capitata sottomano, mentre Adam veniva trattenuto dalla vecchina (aspetta, ho l'impressione che lei ci stia provando con lui, o sbaglio?) e Allura raccoglieva le varie decorazioni a terra.

Lance si lanciò seduto sullo sgabello e iniziò a farlo roteare in tondo, dandosi la spinta poggiando le mani sulla superficie del bancone di legno lucido mentre aspettava che qualcuno venisse a servirlo.

Voleva, quantomeno, il suo cappuccino del giorno. Tuttavia Keith sembrava deciso a ignorarlo. Lance alzò un sopracciglio e iniziò a girare più velocemente con lo sgabello in tondo, la testa che ora girava e una certa nausea che sopraggiungeva.

"Dio mio. Qual è il tuo problema?" si sentì d'un tratto afferrare il braccio e quasi cadde. Il mondo vorticò qualche altro minuto e Lance sentì l'altro lasciare la presa.

"Cosa vuoi?" incrociò le braccia Keith.

"Semplicemente un cappuccino con tripla panna e smarties, non mi sembra di chiedere il mondo!" alzò le mani Lance, con fare ovvio.

"Come avrei dovuto capirlo...?" scosse la testa e gli diede le spalle per armeggiare con la macchina del caffè.

"È o non è quello che ordino ogni volta che vengo qui?" sbuffò Lance, poggiando le braccia incrociate sul bancone. Il costume da elfo di pessima qualità iniziava a prudergli la pelle e se lo grattò con fastidio. Un'occhiata ad Allura e sprofondò nella depressione nel realizzare quanto poco attraente fosse costretto a farsi vedere dalla ragazza, vestito come una specie di psicopatico in verde brillante e i capelli perennemente unti per colpa del cappello che era costretto a indossare  e che ora teneva nella mano chiusa a pugno.

"Perchè, pensi che io presti attenzione a quello che tu ordini ogni giorno?".

Si voltò e trovò Keith che lo guardava da sopra la spalla, un sopracciglio alzato, per poi tornare a dedicarsi alle manovelle di ferro della macchina.

"Questo è vagamente offensivo e devastante per la mia autostima" si portò una mano al petto Lance.

"Esattamente il mio obiettivo" sogghignò il moro mentre si voltava con la tazza fumante di cappuccino. Gliela lasciò di fronte senza dire un'altra parola, Lance che se ne stava a bocca aperta, wasted.

Sbatté una mano sul bancone e si alzò di scatto.

"Ne parlerò col tuo superiore!" gli gridò dietro, un dito minaccioso e ignorato puntato verso di lui.

Keith per tutta risposta mosse la mano verso Adam, che cercava di allontanarsi dalla vecchia che lo tratteneva per un braccio, come a dire fai pure.

Lance boccheggiò.

Ok, è ufficiale. Odio questo tipo.

 

  
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