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Autore: KikiShadow93    11/12/2020    4 recensioni
Lui è resuscitato senza sapere né come né grazie a chi e, dopo attente considerazioni, ha deciso di provare ad integrarsi a sua volta sulla Terra.
Lei, per scappare dal proprio passato e per provare a salvaguardare il proprio futuro, decide di fuggire in città.

Lui è cresciuto tra i guerrieri, nell’odio e nel rancore, ed ha sviluppato un forte senso di inferiorità.

Lei è cresciuta tra i reietti, nella paura e nella violenza, arrivando quasi a perdere la speranza di poter avere una vita felice.

Sono diversi eppure incredibilmente simili, ed entrambi sono inconsapevoli pedine di un disegno molto più grande.


[Radish prende spunto da DBR&R; Post Cell Game; Possibile OOC]

Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Radish'
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Prima di iniziare, ci tengo a ringraziare in particolare Celeste98, _Cramisi_ e Chimera__ per aver recensito lo scorso capitolo, e Teo5Astor per aver recensito i capitoli 38 e 39! 💛 Grazie anche a tutti quelli che leggono silenziosamente! 🧡

Piccolo avvertimento❌: capitolo molto lungo, 44 pagine.

 


𝟜𝟡. 𝒵𝒾𝓉𝓉𝒾 𝓉𝓊𝓉𝓉𝒾, 𝒶𝒹𝑒𝓈𝓈𝑜 𝓅𝒶𝓇𝓁𝑜 𝒾𝑜!




Non ricorda neanche più l’ultima volta in cui si è svegliato così rilassato e in pace.
Tutto attorno a lui appare finalmente al suo posto, niente pare volerlo schiacciare, e Sherry è ancora al suo fianco, serenamente addormentata tra le sue braccia.
Pure il sonno è stato finalmente tranquillo e privo di angoscianti incubi. Anzi, dopo tanto tempo è finalmente riuscito a sognare qualcosa di bello, e adesso non vorrebbe più abbandonare quelle immagini e tutte le sensazioni che gli ha fatto provare il suo subconscio.
Era di nuovo in quella distesa ghiacciata, ancora su quattro zampe, ma finalmente gli altri Spettri non lo ignoravano più. Ululavano per lui, lo lasciavano passare in mezzo a loro, correvano con lui, e Dio solo sa quanto sia stato dannatamente liberatorio. Da cosciente si rende conto di quanto realmente gli piacerebbe poter provare davvero quelle sensazioni, sentire quel senso di profonda e viscerale libertà mentre corre, con le zampe che sembrano sfiorare appena il terreno mentre avanza a tutta velocità. A conti fatti gli sembra una sensazione simile al volo, con la differenza che farlo in gruppo, col branco, regala una sensazione diversa, qualcosa che non sarebbe mai in grado di definire a parole.
Nel sogno poi si trovava stavolta a dover scalare un’enorme montagna. Enorme davvero, non riusciva a vedere la cima, e scalarla con le zampe non è stato facile come s’immaginava. In realtà a tratti era pure doloroso, con le ferite che si aprivano ogni qualvolta metteva una zampa in modo sbagliato o applicava una pressione eccessiva. Ma quel dolore e quella fatica sono state ampiamente ricompensate una volta giunto in cima. Imponente e fiero come non si era mai reso realmente conto essere, Everett lo stava aspettando, con un’insolita calma negli occhi arancione brillante. Lo stava aspettando, ma faceva anche la guardia, osservando con attenzione l’immenso paesaggio innevato che, per la prima volta, gli è sembrato quasi paradisiaco.
Ma non è stato quello a farlo andare in Paradiso.
Alle spalle dell’enorme lupo nero, Sherry pisolava tranquilla su un giaciglio di foglie secche all’interno di un’intima caverna, proteggendo con l’imponente mole i loro cuccioli. I loro versetti acuti mentre provavano a mettersi sulle zampette per raggiungerlo e l’odore che emanavano lo hanno riempito di una tale euforia mista a pura gioia che per poco non si metteva a piangere.
Invece di lasciarsi andare a questi sentimentalismi, però, si è trascinato stancamente in avanti, fino a raggiungere il dolce quadretto. Dio solo sa se adesso vorrebbe sapere se, in qualche strano modo da lupo, in sogno fosse riuscito a scoprire il loro sesso, ma alla fin fine gli basta potersi tenere stretta quell’ultima immagine che riesce a ricordare. In sogno era come se osservasse il tutto dall’alto, e così poteva vedere sé stesso che si accucciava alle spalle della compagna, incespicando un poco nelle enormi e lunghissime zampe per riuscire a mettersi sdraiato. Sporgeva poi il muso oltre la sua spalla, così da poter osservare più da vicino i due cuccioli. Erano così incredibilmente piccoli, col pelo scurissimo ed arruffatissimo, le boccucce prive di denti, i nasini umidi puntati in alto per fiutare la sua traccia…
No, forse è meglio se smette di pensarci, perché sennò il cuore potrebbe finire con lo spiaccicarsi dolorosamente contro le costole tanto gli batte forte.
Si muove lentamente nel letto caldo, non riuscendo a capire come e quando si siano infilati sotto le coperte. Anzi, la cosa più strana è che Sherry non è più avvolta nell’accappatoio ma in un morbido pigiama di seta.
È entrato qualcuno!
Spostando freneticamente gli occhi per la stanza, dopo una manciata di secondi nota finalmente un biglietto sul comodino. Non appena lo apre, non ha neanche bisogno di leggerne il contenuto per rilassarsi, perché, con sua grande sorpresa, riconosce subito la calligrafia.
La prima volta che la vide lo fece rosicare in modo imbarazzante, perché erano insieme all’insolito regalo che aveva tanto scosso Sherry, ovvero una fiala di sangue contenente alcuni dei suoi personalissimi ricordi con Leila. Sulle prime pensò di essere diventato irrimediabilmente pazzo, perché non riusciva a spiegarsi altrimenti una tale gelosia scaturita da un semplice “Con sincero affetto”. Passava infatti la gelosia nei confronti di River, che aveva passato con lei interi anni, che le aveva chiesto di sposarlo, che voleva una famiglia con lei, ma un perfetto nessuno come poteva mandarlo così in bestia? Per fortuna ha poi capito che non era realmente impazzito, ma era — ed è — solo follemente innamorato della donna che tanto gelosamente continua a stringere a sé.
Nel biglietto c’è scritto che era passato a controllare come stavano, che è stato lui a cambiarla perché temeva che prendesse freddo, che ha lasciato loro un po’ di frutta per quando si sveglieranno, assieme ad un thermos col caffè e una brocca di latte fresco. Infine scrive di prendersela con tutta calma e che si occuperà lui di tutto finché non saranno pronti, e per questo Radish non solo si appunta mentalmente di ringraziarlo in seguito, ma si rende ancor più conto di non essersi precedentemente sbagliato: quando i suoi figli nasceranno, loro avranno a loro completa disposizione un babysitter/tuttofare a tempo pieno.
In un certo senso però lo scombussola non poco ripensare che, da lì a qualche mese, nasceranno i suoi due figli. Due in un colpo solo, gli pare assurdo.
Mentre ci rimugina, si accorge con stupore che la mano gli è tornata automaticamente lì dove era anche al suo risveglio, e dove probabilmente è stata anche per tutta la notte. Inconsciamente, infatti, non ha fatto altro che proteggere i minuscoli cuoricini che battono nel grembo di Sherry.
Anche questo gli sembra assurdo: ci sono due cuori, due persone, nella sua pancia. Sono lì dentro, si stanno formando piano piano, e in un certo senso lui le sta toccando. Si domanda se ne siano consapevoli, se lo sentano in qualche modo, e all’improvviso sente come la folle necessità di salutarli, di fargli sapere che è lì con loro e che li sta già proteggendo.
Un’altra cosa assurda? All’inizio di Ottobre si sentiva solo, sperso, e non riusciva a capire cosa suo fratello ci trovasse di tanto bello in questo pianeta da decidere di rimanervi e difenderlo da ogni minaccia. Ora invece, 10 Gennaio, è follemente innamorato di sua moglie e, entro fine Maggio a regola, diventerà padre di due bambini. Oltre a questo, poi, ora è il Re e il Capitano degli Spettri del Nord, ha un intero branco alla quale badare e da proteggere, un numero incredibile di amici che gli vogliono bene, e tutto ciò che una persona potrebbe desiderare.
Per quante incredibili avversità abbia dovuto attraversare, per quanti folli problemi abbiano provato a schiacciarlo, sente di aver vinto tutto, arrivando anche a capire — o almeno lo spera — le motivazioni del fratello.
Ripensando a lui, si sente andare un po’ giù, perché vorrebbe potergli parlare di tutto quanto. Vorrebbe potergli dire che non è più solo, e che non lo sarà mai più. Vorrebbe dirgli che ha un sacco di responsabilità, e che presto aumenteranno in modo esponenziale. Vorrebbe dirgli che ha una famiglia tutta sua adesso, e che è indubbiamente folle ed unica e che lui l’adora.
Più di tutto, però, vorrebbe presentargli Sherry, fosse anche solo per togliersi quel piccolo sassolino dalla scarpa. Vuole infatti accertarsi una volta per tutte di non avere alcunché da temere facendoli incontrare, che il suo fenomenale fratellino non abbia realmente alcuna possibilità di catturare l’interesse della moglie. Lei potrà ripeterglielo quanto vuole, potrebbe pure tatuarselo in fronte per ricordarglielo ogni volta che la guarda, ma non servirebbe a niente. È sempre stato insicuro, malgrado dimostri apertamente il contrario, e sotto sotto sente di aver bisogno di questa conferma.
Dovrà però attendere ancora prima di poterla avere, lo sa, e per questo sposta i propri pensieri proprio su di lei, che ancora dorme serena tra le sue braccia. Gli sembra così incredibilmente piccola, adesso. Piccola e indifesa.
Ha attraversato l’Inferno e ne è uscita a testa alta.
Ha subìto alcune delle cose peggiori che si possano mai subire — forse addirittura tutte — e non si è lasciata abbattere.
Ha sempre stretto i denti ed è andata avanti, abbattendo un ostacolo dietro l’altro, eppure gli sembra così piccola, fragile, indifesa…
L’abbraccia con più intensità, immergendo il volto nella curva delicata del suo collo, ispirando a pieni polmoni il suo profumo, beandosi del calore del suo corpo. Per quanti difetti possa avere — e Dio solo sa se ne ha tanti —, lui è profondamente convinto che non ci sia una donna migliore là fuori, che nessuna potrebbe mai dargli tutto quello che gli dà lei solo respirando, che nessuna potrebbe mai farlo sentire così vivo.
Ora più che mai, non desidera altro che coccolarla e stringerla tra le braccia senza fare altro. Prova una soddisfazione più grande di quella che gli procura il sesso nel fornirle forza e protezione. La cosa anche migliore, è che finalmente gli permetterà di prendersi cura di lei, di essere l’uomo che non potrebbe essere per nessun’altra donna.
«Radish…?»
Si ritrova a sorridere contro la sua pelle calda a quel debole richiamo, e poi riemerge per poterla guardare in quei grandi occhi d’ambra che tanto gli fanno battere il cuore.
«Ehi, buongiorno. Ti ho svegliata?»
Rimane in silenzio, Sherry, ripensando velocemente ai recenti avvenimenti, ed un brillante sorriso le si apre in volto. Le pare come di sentire ancora le sue parole nelle orecchie, di rivedere il suo volto incredibilmente rilassato appoggiato sulla pancia, la felicità nei suoi occhi quando hanno sentito il loro battito cardiaco, la sicurezza e semplicità nella voce quando li ha definiti i loro figli.
Non risponde, pensando che sia molto meglio baciarlo con tutto l’amore che nutre nei suoi confronti. Sa di poter abbassare del tutto la guardia, con lui. Per una volta, può fare affidamento su qualcun altro.
Trovandosi però scomoda con la schiena appoggiata al suo petto, si rigira nel suo abbraccio, così da poter approfondire il contatto e stringerlo a sua volta.
Radish è un uomo complicato quanto semplice, e lei adora questa sua caratteristica. È complicato perché si contraddice o cambia idea in un secondo su tante cose, è semplice perché una volta che ha davvero preso una decisone, non si tirerà più indietro. È complicato perché è insicuro ma vuole mostrarsi indistruttibile, è semplice perché, come uno Spettro, ti dà tutto sé stesso una volta stabilito un vero contatto.
Radish sa essere snervante anche più di lei, codardo e meschino, ma con lei è maturato, ed è dolcemente buffo vederlo sforzarsi tanto per mostrarle ciò che prova, riuscendoci in genere quando invece è soprappensiero con gesti delicati e spontanei.
Radish, per lei, è il perfetto esempio del “tutto può succedere”. Perché con lui è successo che si è innamorata davvero, che si è aperta, che ha donato la sua vita ad un altro. Con lui è successo che un uomo malvagio diventasse uno dei più forti difensori del pianeta. Con lui è successo che una specie schiva, strana e generalmente chiusa come la sua si sia invece lasciata avvicinare, si sia lasciata conquistare e adesso si lasci pure guidare e comandare. Con lui è successo che tutto quanto è cambiato, anche la cosa più sciocca, e lei non riesce più ad immaginare una vita senza la sua unicità.
C’è solo un piccolo problema, adesso, ovvero che le sta tenendo ferme le mani.
Per quanto lei provi a liberarsi per continuare a toccare i suoi muscoli granitici, per poi arrivare ad un’altra parte del suo corpo adesso altrettanto granitica, lui continua a bloccarla, afferrandole piano i polsi e riportandole le mani sul petto.
Anche sforzandosi con tutta sé stessa, non riesce a ricordare una sola volta in cui abbia fatto una cosa simile. Se fosse in vena di scherzarci su, potrebbe dire che anche questo fa parte del “tutto può succedere”, ma al momento scherzare non è esattamente in cima alla sua lista di cose da fare.
«Puoi provare quanto vuoi, non ci penso neanche a toccarti…» Mormora contro le sue labbra, sghignazzando.
«Ma infatti voglio toccarti io!» Controbatte prontamente prima di riprovarci, ritrovandosi nuovamente bloccata dalle sue grosse mani. Se sulle prime poteva quasi trovarlo un giochetto divertente, adesso è unicamente frustrante.
«Se ti lasciassi fare, poi non riuscirei a resistere…»
«Lo scopo sarebbe quello, sai?» Gli morde piano il labbro, spingendosi ulteriormente contro il suo corpo. È da troppo che non entrano in intimità, e le manca da impazzire. Senza contare, poi, che vuole approfittare di ogni possibile momento prima che la pancia diventi un ostacolo troppo ingombrante, motivo che sicuramente non la farà più sentire attraente e quindi in vena di tante effusioni.
«Ed è proprio quello che voglio evitare.»
Indietreggia un poco col busto, guardandolo come se fosse completamente pazzo, incapace di capire quale sia il problema. La pancia neanche si vede, quindi non può essere quella. Ma allora cosa? Il suo essersi comportata da stronza per via del proprio istinto animale? Potrebbe anche essere, ma è abbastanza certa di poterlo escludere; ogni volta che si comporta da stronza per un motivo o per un altro, lui pensa bene di metterci una toppa con del sano sesso al limite del violento. Se quindi non sono questi due motivi, per cos’altro potrebbe essersi impuntato?
Con un movimento veloce ma sempre cauto, Radish si porta sopra di lei, schiacciandola con la schiena contro il materasso. Dio solo sa se ha voglia di farla sua subito, proprio su quel letto appartenuto a quei mostri che tanto l’hanno fatta soffrire, e poi anche su qualsiasi altra superficie disponibile finanche a spostarsi poi all’esterno e battezzare ogni angolo, ma c’è un problema che proprio non può trascurare. Anzi, due problemi.
Le blocca le braccia sopra la testa con una mano, usando l’altra per fare leva e non gravarle addosso. La sola idea di poterli schiacciare gli manda in tilt il cervello, e adesso non riesce a fare a meno di pensare che, forse, pure stare sdraiata a pancia sotto potrebbe dar loro fastidio. Dovrò informarmi… anzi, no, fanculo: non ci starà più e basta!
«Hai rischiato troppo, e non ho alcuna intenzione di fare sesso finché non sarò sicuro che state tutti bene.»
Sherry rimane profondamente stordita dalle sue parole. Aveva sì capito che avesse preso assai bene l’idea di diventare padre, che in qualche assurdo modo si fosse come già attaccato a loro, ma non avrebbe mai immaginato che si sarebbe mai comportato così.
«Kong…» Mormora con tono dolce, abbozzando un sorriso. La sua capacità di sorprenderla continuamente è incredibile, e non fa altro che farla sentire ogni volta straordinariamente fortunata.
«Senza contare che mi fa un po’ impressione l’idea di scoparti quando nella tua pancia ci sono loro!» Ammette subito dopo, riassumendo la solita espressione un poco strafottente e spazzando via ogni traccia di dolcezza dallo sguardo della compagna, che ora lo sguardo con occhi sbarrati e bocca un poco dischiusa.
«Vuoi dire che non faremo più sesso fino a quando non mi sarò ripresa dal parto?!» Quasi lo strilla, divincolandosi nella sua presa per liberarsi. Quale sia la mossa seguente non lo sa neanche lei, magari colpirlo a sangue o magari legarlo al letto e fare tutt’altra cosa.
«Non lo so.» Ammette candidamente in risposta il Saiyan, non riuscendo a reprimere un sorrisetto divertito di fronte alla sua espressione più che addolorata.
«Tu scherzi…» Non sa neanche dire se sia più angosciata, allarmata o incazzata adesso, l’unica cosa certa è che la sola idea la sta facendo impazzire «Questo è molto peggio di qualsiasi cosa potessi mai fare io!»
Ci pensa su per qualche secondo, Radish, non riuscendo ad evitare di guardarle il seno che intravede dallo scollo del pigiama. Lo trova come più sodo e più voluminoso, sicuramente ancor più invitante del solito, e di colpo l’idea di non toccarla per chissà quanto tempo diventa assurda, angosciante e impensabile.
«Sì, in effetti è troppo…» Vorrebbe abbassarsi su di lei, adesso. Vorrebbe abbassarsi a divorarle le labbra, prendere possesso della sua lingua tagliente, e nel mentre tastare quegli invitanti sensi che sembrano quasi urlare il suo nome. Solo a pensarci sente il pene farsi ancor più duro, e le proprie convinzioni vacillare assai pericolosamente.
Le lascia così andare i polsi, facendo scivolare la mano dapprima fino al collo che bacia lentamente, sempre stando attento a non gravarle addosso, per poi aprirle un paio di bottoni del pigiama. Non appena libera un seno, si sente improvvisamente combattuto: le darebbe fastidio se adesso le prendesse in bocca il capezzolo e ci giocasse? Beh, quale modo migliore per scoprirlo se non facendolo?
Nel sentirla gemere sommessamente, capisce che no, non le dà alcun fastidio. Anzi, nel momento esatto in cui immerge una mano nei suoi capelli e lascia scivolare l’altra lungo la schiena per attirarlo di più a sé, capisce che è proprio l’opposto.
«E se, per ipotesi, il più delle volte mi scopassi il tuo bel culo? Così sarei più tranquillo, e ci divertiremmo entrambi!» La butta lì come una battuta, vagamente spaventato dall’idea di poterle adesso tirar fuori ricordi dolorosi, ma in realtà è serissimo.
Non l’aveva mai provato con una donna prima di lei, ed è una cosa che gli piace più di quanto immaginasse. Per sua fortuna, poi, ha capito già dalla seconda volta che piace pure a lei, fatto che gli ha permesso di continuare indisturbato a farle tutto ciò che gli passava per la testa.
«Quanto sei romantico!» Vorrebbe rimanere seria, davvero, ma proprio non ci riesce, soprattutto perché tutto in colpo si rende conto nel letto di chi si trova, su quale materasso si sta eccitando a morte e lasciando toccare… per quanto le sembri assurdo, lo trova davvero esilarante. Anche perché, in un certo senso, questa presa di consapevolezza la fa come eccitare ancora di più, tanto che, se il suo delicatissimo maritino si decidesse, potrebbe tranquillamente mettersi subito carponi e lasciargli fare tutto ciò che vuole.
«Lo prenderò per un sì.» Mentre lo dice lascia scivolare una mano in mezzo alle sue gambe, sentendo il calore attraverso la stoffa leggera dei pantaloni. Mai come in questo momento ha desiderato di vedere Darko, così da chiedergli cosa possono fare e come, perché davvero sente di essere a tanto così dal mandare a quel paese ogni proposito e strapparle quei sottili indumenti ora tanto fastidiosi.
Essendo poi incapace di ragionare lucidamente in questi frangenti, lascia pure che la mente si sposti su dei ricordi che, ora più che mai, dovrebbe proprio tenere nascosti in qualche angolino buio.
«Sai cosa mi manca? Legarti al letto e toccarti senza farti venire. Cazzo, non hai idea di come sei in quei momenti!» Lei no, ma lui sì. Per un secondo gli pare quasi di rivederla con il corpo nudo e accaldato, i polsi legati sopra la testa e le gambe oscenamente spalancate, con lui che la tocca come vuole, che la porta vicina all’orgasmo più e più volte usando i loro giocattoli senza però concederglielo, facendola implorare per avere sempre di più.
L’idea che tra un po’ non potranno più divertirsi così lo sfiora appena, perché viene subito abbattuta dalle parole che un tempo gli disse Maddox: “In branco ci si aiuta anche con i cuccioli, e tutti sono sempre disposti a badare a quelli della coppia dominante. Per voi sarebbe un po’ come non averli, in un certo senso… penso che a quel punto vi odierò.
«Tu però non puoi farmi ricordare cose simili e poi lasciarmi a secco! Sei uno stronzo!» Brontola in tutta risposta Sherry, provando comunque a farlo capitolare allargando maggiormente le gambe e strusciandosi contro il suo bacino. Non vuole ammetterlo, probabilmente ora non lo farebbe neanche sotto tortura, ma l’idea di non essere già più attraente ai suoi occhi sta lentamente prendendo forma, perché mai prima d’ora ha dovuto faticare così tanto per convincerlo.
Radish, seppur non sia sicurissimo di poterlo fare, si abbandona maggiorente sul suo corpo, schiacciandosi così i suoi seni contro il petto, e giurerebbe di riuscire a sentire i suoi capezzoli indurirsi. Non è lontanamente vero che non la trova attraente, tutt’altro, solo che è spaventato dall’idea di poter fare qualche danno. Tutti i loro devastanti amplessi di quelle ultime settimane, nella sua mente, sembrano come non essere mai avvenuti, perché adesso ci sono ufficialmente quei due minuscoli cuoricini nel mezzo. E se li colpissi col cazzo? Oddio, no, non ci voglio neanche pensare.
«Perché, mancano anche a te quei momenti?» Mormora contro il suo orecchio, sospirando pesantemente quando la sua piccola mano si insinua tra le sue gambe.
«Un po’…»
«Soprattutto quando poi ti facevo venire con la lingua, immagino…»
Se qualcuno adesso entrasse e li interrompesse, Radish gliene sarebbe infinitamente grato, perché il suo autocontrollo sta vacillando sempre più pericolosamente.
«Direi più che altro quando, da vero gentleman, venivi davanti a me per scoparmi la bocca.»
«Sapevo che sposarti era la scelta giusta!»
Loro sono così, insieme: imperfetti, spesso incapaci di comunicare sulle cose importanti come vorrebbero, ma follemente innamorati. La consapevolezza di dover affrontare in futuro un numero sicuramente imbarazzante di difficoltà non è un problema, né adesso né mai. Vogliono stare insieme, e questo è tutto ciò che conta per entrambi.
«Radish…?» Non è sicura di chiedergli proprio niente adesso, non quando le sta vezzeggiando il collo e palpando un seno, sempre più vicino a cedere e darle ciò che vuole, ma la situazione, per lei, sta diventando davvero fastidiosa.
«Mh?»
«Metti fuori la roba da mangiare? L’odore mi dà la nausea.» Subito dopo averlo detto, scorge un sorrisetto sul suo volto «Che cosa c’è di tanto divertente?» Sbotta senza pensarci, senza però ferirlo in alcun modo.
«È carino.»
«È carino che mi viene da vomitare?»
«È carino che tu abbia i sintomi della gravidanza.» Incluso il cambio d’umore da matta!
È a tanto così dal mandarlo affanculo nel modo più acido possibile, quando un lieve bussare alla porta attira la loro attenzione.
Non fanno neanche in tempo a chiedere chi sia, e poi eventualmente dare il permesso per entrare, che le pesanti porte si spalancano, e Fern e Chichi fanno il loro ingresso, tutte trafelate e cariche di borse ben sigillate. Alle loro spalle seguono Gohan, con in braccio il fratellino, uno stanco e preoccupato Juma, ed Everett. Vedere quest’ultimo per Radish è insolitamente piacevole. Per la prima volta in assoluto, ha la sensazione che la loro famiglia — più che altro loro due — sia davvero unita. Ciò non significa che si apprezzino a vicenda, non sempre per lo meno, ma i loro livelli di tolleranza sono sicuramente più alti.
Le due donne, avvertite da un entusiasta Mordecai di primo mattino, strillano per la felicità mentre si avvicinano, ma solo Fern ha il coraggio di allontanare con uno spintone deciso il Saiyan per poter abbracciare la figlia.
Sapeva della gravidanza da quando è stato permesso a tutti loro di visitare i Territori del Nord, ma non aveva potuto fare niente di più che supplicare Sherry di abbassare le difese e dirlo a Radish. Mordecai, in quel breve momento in cui le aveva sussurrato l’intera faccenda nell’orecchio, l’aveva avvertita che non le avrebbe dato ascolto, ma non poteva non farlo. Ha provato anche durante il resto della giornata a farla ragionare, e, tornando a casa, era arrivata pure a temere il peggio… e invece eccola qui, con una rinnovata felicità negli occhi d’ambra.
Ci sarà tanto da fare, adesso. Avrà bisogno di tantissime cose, ed anche di darsi una regolata con tutte le scemenze da ragazzina ribelle. E poi c’è Radish! Non si è certo scordata di lui. Per quanto sia stata follemente entusiasta nell’apprendere della sua gioia riguardo la gravidanza, non può certo mandarlo al patibolo impreparato. Una donna può subire un numero impressionante di cambiamenti sia fisici che psicologici durante la gestazione, e lui avrà bisogno di tutto il supporto possibile. Ad essere incinta, in fondo, è Sherry, che già a cose normali non è esattamente un tenero agnellino.
«Tua cognata è stata così adorabile da prepararti qualche leccornia, prima di venire qui!» Esclama tutta felice, meditando su come ripagarla dei suoi sforzi. Sa che tiene all’istruzione dei figli in modo singolare, fatto che gliela fa ammirare anche di più, quindi pensa che un qualche tipo di regalo al riguardo non potrà che farle piacere. Chissà se Bree o gli altri quattro hanno agganci anche in quell’ambiente?
«Non dovevi, davvero…» Pigola un poco imbarazzata Sherry, tenendo a freno quello strano senso di agitazione e rabbia che le serpeggia nel cuore. Non capisce se questa emozione negativa venga dal marito, che si sta sdraiando dietro il suo corpo, premendo così involontariamente — o almeno lo spera — l’erezione contro il fianco, o se la rabbia sia dovuta proprio al fatto che siano stati interrotti. Mi mancava tanto così, dannazione!
Everett, consapevole del limite del cognato, ha già detto a Juma e Gohan di non avvicinarsi se non sarà proprio il Saiyan ad invitarli a farlo. La cosa che gli sembra più assurda, è che capisce e condivide il suo pensiero, perché pure per lui è impensabile che qualcuno con la forza del ragazzino, o semplicemente pene-munito come Juma, le si avvicini.
Un istinto pericoloso il loro, che si rende conto non potrà durare a lungo. Sherry adesso glielo permetterà, non farà alcun genere di storia nell’essere accerchiata e isolata dal branco, ma è una concessione destinata ad aver vita breve. Dovremmo accordarci in qualche modo, Saiyan, o la vedo male per tutti e due.
«Non dire sciocchezze, Sherry! Siamo una famiglia, no? E tu hai un’aria troppo sciupata!» Cinguetta tutta allegra Chichi, sistemandole sul letto le varie pietanze. Quando infatti Gohan e Mordecai le hanno dato la lieta notizia, il suo primissimo pensiero è stato: “è troppo magra”. Lei ha già affrontato due gravidanze, sa che non è un buon segno una tale perdita di peso, e quindi si è decisa immediatamente di rimediare in qualche modo. E quale modo migliore se non preparandole un sacco di cose buone e adatte al suo delicato stato?
Pasta integrale alla carbonara di zucchine, petto di tacchino ai ferri al rosmarino, branzino al forno con patate, grigliata di verdure, insalata di tonno con salsa allo yogurt, e molto altro ancora. In casa aveva quasi tutto, ma ciò che le mancava l’ha ordinato allo Spettro, che nel giro di una ventina di minuti glielo ha procurato. Il fatto che lo avesse sicuramente rubato, non ha avuto alcun peso.
«Mordecai ci ha detto che ultimamente non hai molto appetito, ma adesso devi fare un piccolo sforzo e buttare giù. È buono, davvero, fidati! Fallo per i bambini!» Appena Gohan l’ha informata che si tratta di due gemellini, per poco non le scoppiava il cuore dalla felicità. A lei come a Fern, che durante il tragitto non ha fatto altro che fantasticare su quanto saranno carini. Chichi ha poi involontariamente dato vita ad una specie di micro-dibattito a quel punto, cinguettando sognante che spera davvero che siano due bambine. Non che a Fern l’idea non vada a genio, anzi!, ma è ben consapevole che, per il quieto vivere, è bene se il primo a nascere sarà un maschio. Una femmina con una forza tanto smisurata? No, decisamente sconsigliabile, soprattutto considerando la sicura gelosia del papà!
«Non mi sembra roba indicata per la colazione…» Si lamenta con poca convinzione Sherry, che non riesce a staccare gli occhi dall’insalata di tonno. Ed è strano, perché non le sono mai piaciuti né il tonno né l’insalata, e poco anche lo yogurt, figurarsi tutti e tre insieme!
«Veramente è ora di pranzo.» L’avverte Everett, che continua ad osservarla con attenzione, tenendo sempre le orecchie tese. Vuole monitorare il battito un po’ troppo debole dei piccoli, le possibili variazioni cardiache di Radish, ed infine anche accertarsi che nessuno si avvicini di soppiatto.
«Quanto abbiamo dormito?!»
«Tanto
Avrebbe tante cose da chiedere, come, per esempio, se è arrabbiato o anche solo scocciato per avergli scaricato addosso tante responsabilità, ma l’improvvisa fame ha la meglio sul resto.
Basta un boccone per spalancarle totalmente lo stomaco, spingendola a fagocitare velocemente tutto ciò che le capita sotto tiro, compresa la frutta che Everett aveva precedentemente lasciato e che, fino a poco prima, le provocava la nausea.
«Ti piace?» Domanda con un tenero sorriso Radish, sentendosi improvvisamente più leggero. Nessuno le si sta avvicinando, lei finalmente mangia come dovrebbe. Niente potrebbe rovinare la sua calma… eccetto l’arrivo di nuovi sgraditi ospiti.
Non che abbia qualcosa contro Darko e Alana, soprattutto pensando che faranno tutto ciò che è in loro potere ed anche di più per estirpare ogni possibile problema, ma proprio non riesce a tollerarli, adesso.
Sono in troppi, lì dentro. Troppe persone che potrebbero farle del male, troppi occhi che la osservano con interesse. È tutto troppo, e lui vorrebbe solo ed esclusivamente allontanarli malamente. Se ancora non l’ha fatto, è solo perché Everett è davanti a loro, fornendogli un muro sia fisico che mentale capace di farlo respirare.
«Sono venuto per un piccolo prelievo del sangue, così magari riusciamo a capire dove sta il…» La giustificazione dell’Alpha muore sul nascere, e i suoi occhi si puntano sul pavimento, pensierosi. C’è qualcosa nell’aria che gli suona diverso, ed anche incredibilmente fantastico. «Lo senti?» Domanda ad Alana, pur essendo più che sicuro di non sbagliarsi.
«Cosa?» Domanda Everett, già in allarme. Se qualcosa andasse anche solo vagamente male, Darko sarebbe senza ombra di dubbio il primo a rendersene conto.
La risposta però arriva da Alana, il cui sorriso si allarga sempre più mentre prende consapevolezza della bella novità: «Il battito ha acquisito un po’ di vigore…»
Che il ritrovato equilibrio emotivo e mentale della madre potesse giovare ai due feti non lo metteva in dubbio, esattamente come sapeva che avrebbe influito la vicinanza paterna, ma ciò non spiega perché quei cuoricini, in poche ore, battano improvvisamente con più forza. L’unica cosa “fuori posto”, adesso, sono solo i contenitori ormai quasi vuoti sparsi sul grande letto della coppia.
«Che roba è, quella?»
Chichi gli spiega velocemente cosa le ha portato, giustificandosi aggiungendo che, quando lei era incinta, erano cose che le piacevano molto e, il più delle volte, le placavano anche la nausea. L’espressione di Darko mentre parla cambia poco a poco, facendole incrinare e affievolire la voce. Non dirmi che ho fatto una sciocchezza, per favore! Non me lo perdonerei mai!
«Ma certo…»
«Cosa?» Radish si sta agitando molto più di Sherry, che, al contrario di ogni logica, continua a mangiare. Tutto in lei le dice di continuare a farlo, mentre tutto dice a Radish di preoccuparsi anche più del dovuto.
«Come abbiamo fatto a non pensarci subito?!»
«Sì, mi sento un’idiota anch’io.»
Mentre i due medici si guardano con una punta di disprezzo reciproco, dandosi silenziosamente degli sciocchi, la rabbia di Radish si fa sempre più forte, tanto da spingere Gohan a mettere il fratellino tra le braccia del nonno e afferrare per un braccio la madre, così da farla allontanare. Il ricordo dello zio che perdeva totalmente il controllo è ancora sin troppo vivido nella sua mente per rischiare.
«Darko, mi sto spazientendo sul serio. Parla. Subito
Lo Spettro si costringe a ricomporsi, e indirizza la sua totale attenzione sul Saiyan. Non può permettersi di perderlo di vista o ignorarlo adesso, potrebbe costargli molto caro.
«Di norma i Mezzosangue non risentono della traccia umana. I cuccioli, per quanto risulteranno più deboli rispetto agli esemplari col sangue puro, saranno influenzati quasi unicamente dal nostro corredo genetico—»
«Molto interessante, ma questo come dovrebbe aiutarci?»
«Ci sto arrivando!» Bercia in tutta risposta, essendo infatti intollerante alle interruzioni. Si ricorda subito dopo con chi sta parlando, e in quale stato di massima allerta sia la sua mente, così abbassa immediatamente e molto docilmente la cresta, riprendendo con la spiegazione. «Ci siamo basati solo su questo ragionamento finora, no? Ecco, era sbagliato. A quanto pare, il DNA di un Saiyan è ben più forte di quello di un comune essere umano, ed ho il grande sospetto che quelle creature siano perfettamente bilanciate a livello genetico.»
«Sarò pure ripetitivo, ma questo come dovrebbe aiutarci?» Non gliene potrebbe importare di meno a Radish del loro “bilanciamento genetico”. L’unica cosa che gli preme, l’unica, è che tutti e tre stiano bene, il resto è irrilevante. Potrebbe anche partorite due rane alate per quanto gli riguarda, a patto che siano in perfetta salute.
«Ad una gestante della nostra specie tecnicamente non serve altro che la carne per sostenere sé stessa e i piccoli che porta in grembo. Al massimo, se ne ha la possibilità, può incrementarne lo sviluppo dei piccoli assumendo altre poche sostanze nutritive presenti da queste parti. Sherry, invece, avrà bisogno anche di tutte quelle che servono a te.»
L’attenzione della diretta interessata si sposta, seppur non del tutto, dalla pasta integrale con le zucchine allo Spettro, che a debita distanza la osserva con interesse e allegria. Il fatto che lui sia allegro però non conta niente, non dal momento che un terribile dubbio si sta insinuando nella sua mente. «Oddio… Dovrò cucinare?!»
«Ci penserò io.» Afferma con un sorriso dolce Everett, mentre tutti gli altri tirano un mentale sospiro di sollievo e si lasciando andare ad una lieve risata «Tu finiresti col fare solo dolci e biscotti.»
«Io finirei col non fare un bel niente, è diverso.» E questa roba è quasi finita, cazzo! Io ho fame! Noi abbiamo fame!
Radish, sentendosi più tranquillo, si appoggia come può sul corpo rilassato della compagna, facendole sentire la propria vicinanza. Non sa perché lo stia facendo, ma sente che è la cosa migliore da fare.
«Comunque, dal momento che adesso anche lui sa e pare pure molto felice, penso che sia il caso di parlare anche di un altro possibile problema.»
In questo preciso istante, cinque metri di distanza sono decisamente pochi per Darko, perché Radish è a tanto così dal saltargli al collo per strangolarlo. E tu hai aspettato giustamente che io fossi felice, vero?!
«Ancora non sono nati, e già non li sopporto più…» Borbotta Sherry, con la bocca mezza piena.
«Voi Saiyan possedete una caratteristica unica nel suo genere, ovvero la Forza dei Saiyan. In pratica, a sentire Vegeta, quanto più un Saiyan si avvicina alla morte e le sue ferite sono gravi, maggiore è l'incremento di potenza che questa Forza vi garantisce una volta guariti.»
«Dimmi qualcosa che non so.» Sibila a denti stretti Radish, più che stufo dei suoi rigiri di parole. Vuole sapere cosa non va con i suoi figli e con sua moglie, e, soprattutto, vuole sapere come porvi rimedio immediatamente.
Mentre lui non capisce quale sia il punto, però, Everett lo capisce al volo.
«Oh, cazzo…»
Se lui dice una parolaccia, è evidente che c’è qualcosa di grave di mezzo — o che è davvero furioso. Gli occhi di Sherry quindi scattano come molle sulla figura turbata del fratello, che ha mollemente abbandonato le braccia lungo i fianchi e strabuzzato gli occhi. «“Oh, cazzo”? Perché “oh, cazzo”?!»
«Perché tu sei quasi morta, Sherry. E loro ci sono andati vicini per ben due volte. Ora, non so se questa Forza si può estendere anche a due feti, ma in quel caso la gravidanza potrebbe essere un po’ più preoccupante del previsto.» La sua preoccupazione però non si limita certo a questo. Ne aveva già parlato con Darko, ed aveva tutta l’intenzione di spiegare per bene la situazione anche ai due una volta che si fossero calmati e riposati come si deve, ma ormai sono in argomento. «Senza contare un secondo fattore…»
«Un altro?!»
Fratello e sorella si guardano dritto negli occhi, in silenzio e con un leggero timore ad avvolgerli, incapaci di aggiungere una sola parola. A dar loro un piccolo aiuto c’è però Darko, che prova molto cautamente ad avvicinarsi alla coppia. Radish, però, non glielo permette, pietrificandolo sul posto con un’occhiata al vetriolo.
«Come ti avevo già detto, l’attacco che hai usato contro Jäger, viste le tue condizioni, avrebbe dovuto ucciderti, ma tu lo hai ucciso per prima. Così facendo, ti sei presa la sua forza, che ti ha quindi tenuta in vita. Il problema qual è? Tu avresti dovuto assimilare quasi tutta la sua potenza, tanto da risultare ben più forte anche di Everett, ma questo non è successo.»
«Il più forte rimango sempre io, ragazzina!» Scherza subito il Beta, per smorzare un poco la tensione. E ci riesce, perché Sherry non perde tempo per fargli una linguaccia assai poco regale.
«Quel che voglio dire, è che qualsiasi cosa stia crescendo lì dentro, si è fagocitata almeno la metà di quella potenza.» Conclude Darko, col tono di voce inizialmente risentito per la nuova interruzione. E pensare che ti ho educato meglio di così… spero che quelle due creature ti ripaghino con la stessa moneta!
«Perché cazzo non avete detto niente, prima?!» Sbotta dopo un paio di secondi Sherry, accendendo involontariamente i propri occhi in segno di minaccia — seppur non reale.
«Perché stavi a tanto così da una crisi isterica ed esistenziale, e perché avevi già minacciato di fare qualcosa di davvero stupido! Con che coraggio potevamo dirti una cosa del genere, prima che la scimmia ti calmasse?!» Le risponde a tono Everett, con un lieve ringhio che gli risale su per la gola. Perché lei è sì la sua Regina, ma è anche sua sorella minore, nonché una specie di figlia adottiva; non le permetterà mai e poi mai di mancargli di rispetto in alcun modo, soprattutto ora che è praticamente fuori pericolo.
«Ehi, Radish?»
Il Saiyan si volta svogliatamente verso Darko, che è ormai al limite del suo confine mentale. Lo guarda dritto negli occhi, tenendo le mani ben in vista. La sinistra è ben aperta, mentre nella destra tiene un laccio emostatico, delle provette ed altri materiali. Gli sta chiedendo di avvicinarsi, gli sta chiedendo il permesso di toccarla.
Non vorrebbe, il suo istinto — o il suo lupo — gli urla a gran voce di cacciarlo di camera a pedate, ma la sua parte razionale sa che vuole unicamente accertarsi della sicurezza di sua moglie e dei suoi figli.
Con riluttanza, infine, accetta.
«Dammi il braccio.» Afferma con tono fermo, allungano la mano libera verso Sherry. Lo sguardo pieno di puro panico che gli rivolge subito dopo è qualcosa che lo sorprende come un pugno nello stomaco.
«Perché?»
«Perché devo farti il prelievo. Non pensare che, visto che probabilmente abbiamo capito dove stava il problema, smetterò di monitorarti. Non ci pensare proprio, soprattutto alla luce di questi dettagli!»
Gli occhi di Sherry scattano da quelli chiari di Darko agli strumenti che tiene saldamente in mano, ed un brivido le scorre lungo la schiena.
«Se il mio sangue è nelle mie vene, vuol dire che è lì che deve stare. Non in quella fiala!»
Il silenzio che piomba nella stanza è surreale, e tutti gli occhi sono puntati su Sherry. Tranne Fern, più che consapevole di questo suo assurdo limite, nessun altro lo immaginava neanche alla lontana. Alla fine è Radish a prendere la parola, con il tono che oscilla tra l’incredulo e il divertito: «Hai paura di un prelievo del sangue? Sul serio?»
«Mi fa impressione che mi venga bucata la vena da un corpo estraneo. Secondo te perché non mi sono mai iniettata niente? Mi fa senso!»
Ride, Radish. Ride come non faceva da tempo, riempiendo tutta la stanza con il suono forte della sua voce. Si tiene una mano sugli occhi, e ride anche più forte quando Sherry, contrariata, gli batte un pugno sul pettorale.
Chichi e Fern, allibite dal comportamento idiota del nuovo Re di quella pericolosa specie, e dal fatto che la nuova Regina sembri più che disposta ad amputarsi un braccio anziché farsi fare un forellino con un minuscolo ago, prendono Everett da un lato e cominciano ad elencargli tutto ciò che potrà o non potrà mangiare durante la gravidanza. I suoi tentativi di farle smettere e di cacciarsi fuori da quella conversazione per lui inutile falliscono miseramente, tanto che, alla fine, si poggia con le spalle al muro e si limita ad ascoltare. Sa cosa possono mangiare le donne umane quando aspettano, non è un idiota, ma comprende la loro apprensione.
Quando però le due toccano un particolare punto, l’attenzione di Sherry si sposta dall’ago indesiderato nel braccio a loro: «Come sarebbe a dire niente carne cruda? Niente caccia per i prossimi mesi?! STIAMO SCHERZANDO?!»
«Non preoccuparti, superstar. Quando Darko ha fatto tutto quello che deve fare, finisci di mangiare e poi… boh, fa’ quello che ti senti di fare, anche se penso di sapere di cosa si tratti.» Le ultime parole escono in modo assai forzato dalle sue labbra, e ciò non fa che accendere l’ilarità del Saiyan. Aveva dimenticato il loro fiuto eccezionale e la loro conseguente capacità di fiutare l’eccitazione sessuale nell’aria.
«Voi tutti, fuori.» Ordina subito dopo, sforzandosi di ignorare l’ormai ufficialissimo cognato, che adesso carezza dolcemente i capelli di Sherry per farla calmare. Se non fosse tanto importante per la sua salute — sia fisica che mentale —, non si farebbe problemi a farlo sparire almeno per un paio di mesi.
Una volta che tutti quanti sono fuori dalla stanza, si impone nuovamente la calma. Lo scatenato Quartetto è in giro per i corridoi, stanno urlando minacce assurde e pure rompendo qualcosa. Prima mi sbarazzo di questi qua, prima posso occuparmi di loro.
«Preferiremmo che non parlaste con nessuno di questi dettagli.» Afferma duramente una volta allontanati a sufficienza dai loro alloggi.
«Come? Perché?» Domanda prontamente Chichi, che invece pensava di avvertire subito Bulma della lieta notizia. La scienziata, in realtà, già sa che Sherry e Radish sono in dolce attesa grazie a Vegeta, ma non sospetta né che i futuri eredi siano due, né che abbiano tutte le carte in regola per diventare delle serie minacce.
«Perché ciò che avviene qua sotto non è affare loro, soprattutto se si tratta di cose tanto delicate e personali.» Risponde con un tono leggermente piccato il Beta, che nella mente aveva dato per scontato che lo capissero da soli «Voi avete il diritto di sapere solo perché i ragazzi condividono il sangue con Radish, e tu sei sposata col fratello. Già lui per noi è estraneo e non dovrebbe sapere, ma chiuderemo un occhio. Tu, invece, hai cresciuto Sherry come madre adottiva, e questo conta molto più di quanto si possa pensare. Per questi semplicissimi motivi, verrete sempre considerati come membri della casata reale, malgrado ciò non vi conferisca alcun genere di autorità. Riceverete sicuramente delle agevolazioni, qualora fosse necessario, ed avrete sempre un paio di stanze a vostra disposizione qui al Nord, ma non avrete alcun tipo di potere decisionale, mai. Quello spetta unicamente alla coppia dominante e a me, sono stato chiaro?»
La sua spiegazione non fa una piega, e non la fa soprattutto perché il suo tono pare suggerire che non ha più né tempo né, soprattutto, voglia di stare lì a parlare con loro. Ha tante responsabilità e tante cose da fare, tante cose da organizzare e poca voglia di stare con le mani in mano, e loro lo stanno unicamente rallentando.
«Limpido.» Afferma con un sorriso tirato Gohan, per chiudere subito la discussione. Dopo i recenti avvenimenti, ha solo voglia di mangiare qualche buon piatto tipico e poi buttarsi a letto con un buon libro a rilassarsi, se non proprio per dormire per almeno dodici ore filate.
«Se volete seguirmi, vi mostrerò le vostre stanze, poi sentitevi pure liberi di andare dove preferite.»
«Dovresti davvero toglierti la scopa dal culo.» Borbotta stizzita Fern, prima di cominciare a seguirlo. Sa bene che potrebbe ucciderla senza il minimo sforzo, ma sa anche altrettanto bene che nessuno, neanche il più incazzato, folle o stupido, le torcerebbe mai un capello. Ha cresciuto la loro Regina, l’ha salvata dal baratro; ha tirato su degli Spettri dalla forza eccezionale, salvando anche loro; ha dato la sua casa alla coppia dominante, ha fornito loro una tana sicura. Lei, sia al Nord che al Sud, verrà sempre rispettata al pari di una Regina.
«Tuo zio non ce la faceva proprio a trovarsi una donna più comune, eh?» Borbotta invece Chichi, più che infastidita dai modi scontrosi del lupo. Non che siano una novità, dal momento che ha mostrato più volte di accettare la loro presenza solo per le particolari circostanze, ma le risulta comunque difficile abituarvisi.
«Però ha un’aria davvero felice!» Controbatte allegramente Gohan, che sotto sotto è elettrizzato all’idea di avere un cugino. Anche se, in realtà, spera che si tratti di una cuginetta, un esserino piccolo e fragile da proteggere e alla quale voler bene. Non sa perché, ma spera davvero che almeno uno dei due sia bambina, gli piacerebbe davvero da morire.
Juma, dietro di loro e carico delle cose per Goten, si stringe nuovamente nelle spalle. Non gli piace particolarmente il posto, soprattutto perché non conosce molto bene chi vi abita, ed Everett lo mette non poco in soggezione. Ha un’aria pericolosa, tutto in lui suggerisce che potrebbe ucciderti sia lentamente e dolorosamente che in modo veloce e pulito, e a lui, decisamente vulnerabile, mette i brividi. «Forza, andiamo a dare un’occhiata, prima che perda davvero la pazienza!»

Un volta che Darko ha terminato con il prelievo, Sherry ha finito di lucidare tutti i contenitori portati da Chichi, e Radish si è tirato giù un paio dei grossi frutti lasciati da Everett ed una grossa tazza di caffè ancora abbastanza caldo, e adesso rimangono spaparanzati nel letto.
Liberarsi di un peso tanto enorme li rende quasi letargici, adesso, e Radish sente di non avere alcun briciolo di energia per uscire ad occuparsi di qualsiasi cosa, e Sherry anche meno. Per loro enorme fortuna, nessuno criticherà la loro pigrizia, sia perché il Sovrano non è assolutamente obbligato a fare alcunché, tranne proteggere il branco da eventuali minacce, sia perché, di colpo, si sono fatti tutti apprensivi per la delicata condizione della neo-Regina. Non solo apprensivi in realtà, perché sono anche euforici ed entusiasti all’idea del nuovo erede al trono, consapevoli che si tratti del tanto sospirato principe.
La fortuna, per la prima volta, pare sorriderli, e questo non fa altro che spingerli ad abbandonarsi ancora di più al totale riposo.
Le tiene un braccio attorno alle spalle, Radish, sfiorandole la spalla coperta, mentre un profondo senso di pace lo avvolge.
«Pensavo…»
«Dovresti imparare a bloccare il flusso di pensieri, sai? Almeno una volta ogni tanto, vivresti molto meglio.» Ecco quello che per Radish è un altro difetto di Sherry: non riesce a godersi del tutto il momento, il suo brillante cervello non riesce a fermarsi neanche nei momenti di totale calma. Hanno capito con grande probabilità quale fosse il problema con i bambini, hanno due interi branchi di Spettri disposti a ingoiare le fiamme dell’Inferno per la loro sicurezza, e tra loro le cose sono di nuovo a posto, anche più di prima; perché mai non abbandonarsi sul materasso a fissare il soffitto, finché non sopraggiunge il sonno? Non riesce a capirlo.
«Non sono mica come te. Il mio cervello è sempre in movimento!»
«Sì, e ti fa sparare un sacco di stronzate!» Ridacchia appena quando lo colpisce sul petto, bloccandole la mano nella sua. I suoi polpastrelli freschi che gli sfiorano il palmo, adesso, sono sin troppo distensivi «A cosa pensavi?»
«E se…» Si inumidisce le labbra, incerta su come proseguire la conversazione. Non vuole che gli si rovini l’umore, non quando lo vede finalmente tanto rilassato e felice, ma sente che sia davvero sciocco tenersi dentro un simile dubbio a lungo. Ormai, in fondo, è chiaro: prima parlano, prima risolvono. «E se non fossero forti come te? Voglio dire… se non potessero usare il ki, come me?»
«Impossibile.» La sua risposta è secca e lapidaria, sputata con una tale ferrea convinzione da lasciarla di sasso per un paio di secondi.
«Perché?»
«Perché dei figli nostri avranno le capacità di fare tutto ciò che vorranno.» Lo dice come se fosse la cosa più ovvia e scontata del mondo, e il suo sguardo arrogante non fa altro che far pensare alla compagna che stia in qualche modo scherzando.
«Sono seria.»
«Anche io.» Consapevole che non mollerà la presa finché non si convincerà a sua volta, si gira su un fianco e la stringe contro il petto, guardandola dritto negli occhi. «Bimba, credimi: qualsiasi cosa stia crescendo lì dentro, non sarà da meno a nessuno. Saranno addestrati ed educati, sani e forti, e niente potrà mai fermarli. Ehi, perché quella faccia?»
Per quanto le sue parole le abbiano scaldato il cuore, riempiendolo di una nuova rosea speranza, sul suo volto si è dipinta un’espressione incerta ed un poco triste. «Forse sarà anche come dici, ma non lo sapremo se non trovo un modo per mantenermi abbastanza in forze.»
«Non cominciare con questi discorsi del cazzo, chiaro?! Non voglio sentirli neanche per sbaglio!» Sbotta con nervosismo Radish, stringendo con forza la mascella. Non vuole arrabbiarsi, non con lei, ma la sola idea che qualcosa possa andare storto gli fa ribollire il sangue nelle vene, facendogli desiderare solo di distruggere tutto ciò che lo circonda.
«Andiamo, Radish. Guardami! Avrò perso dai sei agli otto chili da quando sono rimasta incinta.» Ed è vero, pure Radish lo sa. Quando le accarezza la schiena o la stringe a sé, sente sempre le costole sotto le dita. Di colpo, come un fulmine a ciel sereno, la dolce immagine di lei con un enorme pancione si inclina, facendolo raggelare. Non ha però alcuna intenzione di farsi condizionare dalla propria fantasia e dai propri timori, così ricaccia indietro quell’orribile immagine.
«Abbiamo trovato una soluzione, tranquilla. Ora non dovrai far altro che ingozzarti come un maiale! Inoltre c’è sempre Shenron, no? Stai in una botte di ferro.» E detto questo la bacia, zittendola prima che possa uscirsene con qualche altro catastrofico dubbio.
Non potrebbe sopportare il dolore se capitasse loro qualcosa, lo annienterebbe. Quei due cosini, che secondo Darko hanno ormai le dimensioni di due ciliegie o poco più, sono insopportabilmente importanti per lui, e la sola idea di perderli lo fa star male fisicamente. Perdere Sherry, invece, è unicamente impensabile.
«Sei sorprendentemente ottimista.» Mormora con un tenero sorriso, rimanendo vicina alle sue labbra.
Non ho scelta, bimba. Perdervi sarebbe qualcosa di molto peggio della morte. «Già… e pensare che avevi detto di esserlo tu.»
«Quando lo avrei detto?»
«La sera che ho vinto la scommessa, al rave.» Un caldo sorriso gli si apre in volto, perché ormai ha completamente deragliato la sua attenzione su tutt’altro argomento. L’idea che forse quelle creature le stiano portando via i neuroni si fa sempre più forte, perché fino a qualche settimana prima non era così semplice.
Deciso a cavalcare l’onda e allontanarla ulteriormente da ogni possibile preoccupazione, che poi toglierebbe il sonno più che altro a lui, si lascia scivolare delicatamente sul suo corpo, e giocherella poi con una ciocca bicolore vicino alla mascella.
«Stava per scoccare la mezzanotte, e tu sei stata così avventata da bere e farti sollevare in aria, e io ti ho vista. Sei entrata dentro quella sottospecie di fabbrica fatiscente per sfuggirmi, ma ti ho ripresa subito. Ti chiesi tipo se pensavi davvero di potermi sfuggire… e tu dicesti di essere un’inguaribile ottimista.»
Non è il peso di Radish a toglierle il fiato, stavolta. «Davvero ti ricordi tutto questo?» Quando annuisce distrattamente, con gli occhi attenti che le osservano le cicatrici, Sherry sente ogni cellula del proprio corpo vibrare insopportabilmente per lui. Non conosce molti modi per far capire i propri sentimenti, tanto da arrivare in più occasioni ad usare il sesso per fargli capire come si sente dentro, ma sa non essere sufficiente. Lui, talvolta impegnandosi e talvolta spontaneamente, riesce a mostrarle molto di più in molti modi diversi, mentre lei non riesce ancora a trovare il modo ideale. Regali? No, Radish non è un tipo materiale. Lettere d’amore? Decisamente no, lo farebbero ridere. Dirglielo ogni singolo giorno? Forse, chissà…
«Ricordo anche che poco dopo mi hai baciato… e che morivo dalla voglia di farti mia immediatamente.» Gli viene quasi da ridere a ripensarci, soprattutto perché, per quanto sono state frenetiche le cose tra loro, gli sembrano tutte cose accadute una vita fa.
«Non ho mai capito cosa ti ha fatto trattenere, sai?»
«Volevo che tu lo volessi allo stesso modo.» Quando Sherry gli accarezza la guancia, per un momento si scioglie contro il suo palmo, sospirando con fare liberatorio. Prima ancora che fosse ufficialmente sua per la vita, l’idea di averla era diventata quasi un’ossessione. Tutto in lei gli aveva fatto capire subito che era una donna per la quale valesse la pena faticare, che gli avrebbe dato quello stimolo che cercava tanto disperatamente. Dio, avevo fottutamente ragione!
«Guarda a cosa ti ha portato una simile scelta…»
Alza gli occhi, puntandoli nei suoi, ed un solo, semplice pensiero gli attraversa la mente: Sì, sta diventando irrimediabilmente scema.
«Dovrebbe forse dispiacermi?»
Ed eccolo lì, il sorriso che Radish vuole vederle in volto per il resto della sua vita, quello dolce, felice, spontaneo ed incredibilmente luminoso che gli fa battere il cuore con tanta forza. È il sorriso che ha per lui e solo per lui, quello che lo fa impazzire e sciogliere, quello che lo spingerebbe a mettere l’intero Universo ai suoi piedi per un suo capriccio.
La bacia di slancio, spingendosi d’istinto contro il suo corpo… che di colpo si riaccende quasi dolorosamente.
La vuole, e lei vuole lui anche di più, ma non è sicuro di poterla avere. Darko, poco prima, ha detto che non ci sono problemi — a patto che nel mentre non decidano di picchiarsi a sangue —, ma non si sente sufficientemente tranquillo per farlo. Il reale problema, però, è tutt’altro: si sente troppo eccitato, tanto da desiderare di farla piangere per il piacere, di farle perdere i sensi come è già riuscito a fare, e sente che non è decisamente il caso. Meglio sfogarsi in un altro modo, prima…
«Hai l’aria stressata, bambolina… e Darko si raccomandato di non stressarsi.» Mentre il sorriso di Sherry cambia, diventando lussurioso e civettuolo, la mano gli scivola lentamente in mezzo alle sue gambe, sotto la sottile barriera dei pantaloni, e un sospiro eccitato e frustrato gli sfugge dalle labbra quando la trova già bagnata e pronta ad accoglierlo. Non subito, no. Non posso, non così.
Le bacia un’ultima volta mordicchiandole appena il labbro inferiore, prima di mettersi in ginocchio per far sparire quegli odiosi pantaloni.
Non appena gli apre le cosce in un chiaro invito, esponendosi totalmente ai suoi occhi lussuriosi, deve far appello ad ogni rimasuglio di autocontrollo per non fare qualcosa di cui potrebbe poi pentirsi. Prima ci sfoghiamo un po’… poi fanculo tutto!
Si inumidisce le labbra quando incontra i suoi occhi ormai liquidi, e, mentre si abbassa, mormora: «Vediamo se riesco a farti rilassare un po’…»
Inconsciamente, Radish sta ufficialmente firmando la propria condanna.

 

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Malgrado l’intero Team Z — e i pochi fortunati che gli orbitano attorno — sappiano di non avere niente da temere dagli Spettri, sanno anche altrettanto bene quanto non sia decisamente il caso di entrare nei loro territori senza la loro approvazione. Vederli impazzire per qualche motivo e scannarsi di botte solo perché hanno preferito far di testa propria non è certo augurabile, soprattutto se vogliono mantenere il quieto vivere. Perché sì, loro non hanno di che doversi preoccupare e lo sanno, ma niente potrebbe impedire agli Spettri di riversare il proprio malcontento su altri, il tutto senza farsi beccare.
No, decisamente non è augurabile.
Però ormai devono vederli. Da una parte vorrebbero fare le congratulazioni ai futuri genitori, dopo aver ricevuto la conferma della lieta notizia, dall’altra vorrebbero chiedere gentilmente se per caso c’è il loro zampino dietro i recenti incidenti. Perché fuori dal loro mondo segreto stanno succedendo cose, e Crilin lo trova giusto un po’ strano. Loro tornano calmi e senza preoccupazioni, e il mondo viene travolto da una bizzarra ondata di crimini? Troppo strano per essere una semplice coincidenza.
Ed hanno pure ragione a pensarlo, perché dietro ci sono proprio loro. Tra il Nord e il Sud ora c’è la pace, sono alleati, quindi perché non tornare ad occuparsi dei propri affari? In fondo, non sono certo pochi, lì in mezzo, a tenere le mani un po’ ovunque. Pure Bree, malgrado la gravidanza, sta ricominciando ad occuparsi dei propri affari!
Stanno cominciando ad uscire in gruppi adesso, anche per far capire che ora sono più in forze di prima, e che non hanno mollato un cazzo.
Strozzinaggio, spaccio di stupefacenti ed altro, estorsione, e chi più ne ha più ne metta. Tutti loro hanno ripreso in mano le proprie attività per arricchirsi — e per arricchire il nuovo Territorio —, e molti altri si sono uniti per aiutare e rendersi utili. Pure gli Omega sono finalmente usciti, scoprendo un mondo tutto nuovo che li ha come stregati. Non vogliono abbandonare casa loro, ma certo non si tireranno mai indietro quando ci sarà da uscire per qualche lavoretto.
Due cose in particolare li hanno colpiti nel profondo: il frozen yogurt e il circo. In entrambi i casi, si sono strafogati malissimo.
Perché il circo, ai loro occhi, è qualcosa di inconcepibile, e ciò li ha portati ad appartarsi nelle loro prossimità, per poi colpire nel cuore della notte e compiere delle vere e proprie stragi. Alcuni animali, quelli che per loro avevano qualche speranza, sono stati rilasciati, altri buttati nei rifugi ed altri ancora mangiati.
Tutti gli Spettri usciti, inoltre, ora non fanno altro che gironzolare casualmente nei pressi del maniero del Nord — cosa mai accaduta prima —, nella speranza così di incontrare almeno uno dei tre membri della famiglia reale e raccontargli quanto sono stati bravi, avendo infatti seguito le nuove regole. Donne e bambini non sono stati toccati — eccetto le donne che, purtroppo, si erano macchiate di crimini troppo gravi da ignorare —, e con questo sperano di entrare nelle loro grazie. Purtroppo per loro, però, la nuova coppia dominante si vede assai di rado, ed è praticamente impossibile avvicinarli. Con Everett, in genere, è più semplice, ma il suo sguardo gelido li mette sempre un po’ in soggezione, quel tanto che basta dal fargli passare la voglia di interagire.
Crilin, però, tutto questo non lo sa. Sa solo che tante, troppe persone sono sparite nel giro di quasi settantadue ore, e che altrettante sono state trovare in stati così osceni da essere irriconoscibili. L’unica cosa che può fare, adesso, è chiedere a loro se c’entrano qualcosa e, nel caso, mettersi l’animo in pace. Tanto, che gli vuoi dire? Come gliela fai cambiare idea? Con Blackwood non si può discutere civilmente, fa come vuole punto e basta. Con Sherry e Everett? Con la loro arroganza è anche peggio, senza ombra di dubbio. Gli rimarrebbe giusto Radish, ma non è del tutto certo che sarebbe poi troppo disposto a dargli ascolto.
Dopo aver quindi contattato Roman, hanno fatto in modo di ottenere il permesso per entrare di nuovo nei loro Territori, e adesso l’antico Spettro li sta docilmente accompagnando.
Lo sa bene, Roman, che è bene che vada a sua volta perché i futuri genitori stanno meditando una qualche vendetta, malgrado siano felici della piega che hanno preso gli eventi. Lo faranno un po’ per dispetto e un po’ per una sorta di ripicca infantile, ma a lui sta più che bene ed è disposto a dar loro ciò che chiederanno.
Malgrado però un po’ tutti vogliano andare nei Territori del Nord, un po’ per rivedere le facce amiche e un po’ per Radish e Sherry, sono momentaneamente diretti al Sud.
Per quanto l’umore generale sia incredibilmente alto, ed anche che praticamente tutti siano tornati in forze ai propri lavori, non si può rischiare di portarli direttamente dai nuovi Sovrani. Prima, infatti, è bene che Everett trovi le forze per allontanarsi da loro e li accolga di persona, perché altrimenti i due uomini potrebbero reagire in modo un tantino scortese.
Roman non si è infatti sorpreso neanche del fatto che pure il Beta sia diventato molto protettivo nei confronti di Sherry, molto più di quanto già non fosse. Secondo Darko, infatti, ha assunto lo stesso atteggiamento di Radish, che già per i fatti suoi è una specie di mina vagante pronta ad esplodere. Se non ci sono ancora stati spiacevoli incidenti, è solo perché non c’è un solo Spettro, sia al Nord che al Sud, che non sappia di questo particolare, e quindi tutti si tengono ben alla larga.
Fanno appena in tempo ad entrare nei Territori del Sud, che un groviglio urlante e ringhiante di braccia, gambe e capelli taglia loro la strada.
Non saprebbero neanche dire che età abbiano i vari sfidanti, a malapena in quanti siano, ma la cosa certa è che se ne stanno dando di santa ragione. Botte serie, cose dolorose, e le urla e gli insulti che volano sono quasi shoccanti per tutti loro. Pure Vegeta, che comunque proviene da un pianeta dove la violenza si sprecava, rimane abbastanza attonito di fronte alla scena.
«OHHH! E BASTA!» Non conoscono l’uomo che, dall’alto di una piccola insenatura nella roccia, ha berciato con tanta rabbia, riuscendo a bloccare, seppur per poco, i tre ragazzini.
Ma ai tre frega poco o niente di lui, esattamente come non gli frega degli altri. Al limite del padre e del nonno, se proprio devono indicare qualcuno, ma loro adesso non ci sono e il detto parla chiaro: quando il gatto non c’è, i topi ballano. E adesso è il lupo a non esserci, e così i tre topetti pensano bene di rizzarsi in piedi giusto per risaltarsi addosso, affondando i denti nella carne l’uno dell’altra e riprendendo a tirarsi cazzotti nei reni e nell’inguine.
Il gruppo li guarda ruzzolare da una parte alla stessa velocità alla quale sono apparsi, e proprio non si spiegano come abbiano fatto a scordarsi della follia che dilaga da quelle parti. L’unica che non viene neanche lontanamente toccata da tutto questo è Fern, abituata a cose ben peggiori di una piccola baruffa tra cuccioli.
«Sono quasi del tutto certo che abbiano qualcosa che non va.» Questa voce invece la riconoscono: Laurel.
Lo notano apparire sulla stradina principale, affiancato dal padre e Arus, e con Timo ed Hurricane alle loro spalle
«Non hanno niente che non va, Laurel. Rompono le palle proprio come facevate voi tre.» Controbatte prontamente Greywind, osservando i tre a distanza. Per quale ragione se ne stiano dando questa volta non lo sa, ma non vuole neanche saperlo. Per loro è sufficiente che uno dica una parola con un tono più duro del solito per scattare.
«Noi non ci massacravamo di botte!»
«Ah, quindi non eri tu a lanciarli addosso le pietre per accecarli, non era Timo a provare a strangolarvi nel sonno, e non era Blackwood a provare ad incendiarvi con le boccette d’alcol?»
Il terzogenito, per niente a disagio nel far sapere queste faccende private anche agli ospiti, risponde con una scrollata di spalle: «Ma non ci massacravamo di botte.»
L’ennesimo urlo rabbioso di uno dei tre combattenti, però, ha il potere di far cadere la piccola discussione, catturando la totale attenzione dell’Alpha. Si piega infatti sulle ginocchia, afferra un grosso sasso e, con una precisione invidiabile, lo lancia, colpendo in testa una delle ragazze.
«Avete. Rotto. I. Coglioni!!!»
Due ragazzine e un ragazzino adesso lo guardano, gli occhioni sgranati per la sorpresa, ed infine un grande sorriso colpevole appare sui visetti ambrati. Secondo ammonimento del giorno da papà, non ce ne sarà un terzo, meglio spostarsi il più lontano possibile.
«Se penso che stanno per nascerne altri tre, mi viene da strapparmi le palle da solo.» Borbotta stizzito, mentre viene affiancato dal fratello «E comunque buon pomeriggio e ben arrivati!»
I sorrisi allegri, infantili e dispettosi dei due li mettono per un istante sulla difensiva, temendo inconsciamente qualche tiro mancino dei loro, ma la presenza di Greywind e Arus scaccia subito quella sensazione. Se vogliono davvero far qualcosa di stupido, lo faranno proprio a loro.
«Prima di accompagnarvi dai vostri amici, c’è una cosa che dovete vedere.» Afferma con voce un po’ troppo severa Greywind, lasciando però capire con gli occhi di non avere niente contro nessuno. È solo il suo essere, questo.
«Cioè?» Domanda svogliatamente Vegeta, che in realtà si sarebbe volentieri evitato il viaggio. Se è lì, è solo perché Bulma ha insistito davvero tanto, giocandosi, tra l’altro, un paio di argomenti molto interessanti.
La risposta dello Spettro però si limita ad un cenno col capo per essere seguito, ed ogni possibile buona intenzione comincia a vacillare. Non gli è mai piaciuto neanche un po’ essere ignorato e, malgrado a modo suo gli abbia risposto, per lui è comunque una mancanza di rispetto nei propri confronti.
Quando però Bulma, col figlio stretto in un braccio, gli accarezza dolcemente la schiena per incitarlo a procedere, si rilassa un minimo. Ha potere quella donna, su di lui. Ha un potere enorme che lui accetta con difficoltà, ma che non può proprio ignorare.
Seguendo quindi i passi del piccolo contingente di Spettri, il gruppo può nuovamente ammirare ciò che li circonda. È totalmente diverso dai Territori del Nord, come se l’uno fosse il negativo dell’altra, ma esercita lo stesso fascino, malgrado la consapevolezza che tutto può rivelarsi mortale.
Dopo una ventina di minuti di cammino a passo svelto, dove hanno potuto ammirare un sacco di creature per loro aliene, e sono pure stati avvertiti sull’eventuale pericolosità di ognuna, arrivano ad uno dei grandi laghi rossi. Il colore è più tendente ad una gradazione ciliegia rispetto al Nord, dove è decisamente più scarlatto, ma la fragranza dolciastra che emana è la stessa, deliziosa. Non sanno ancora se possono immergersi, ma confidano di poterlo scoprire in tempi brevi.
Sulla riva, seduti a gambe incrociate, una giovane donna sta intrecciando i capelli al figlio, aggiungendo dei piccoli ninnoli turchesi nelle ciocce castane. Se anche ai loro occhi appare insolito un bambino con i capelli lunghi ed intrecciati a quel modo, trovano la scena decisamente tenera, anche di più quando notano il ventre piuttosto gonfio della donna.
Dietro di loro, immersi in quell’acqua rossa e tiepida, un paio di cuccioli giocano a rincorrersi e tirarsi la coda, rimanendo sempre ben vicini alla donna. Si bloccano per qualche secondo quando li notano, per poi riprendere con i propri giochi.
«Quando vedete una scena del genere, non avvicinatevi mai, neanche se siete in buoni rapporti.» Li avverte prontamente Greywind, attirando su di sé i loro sguardi.
«Perché?» Domanda prontamente C-18, non riuscendo a capire dove sia il problema. Forse, pensa, potrebbe reagire male perché ci sono i figli tanto vicini, ma Becca non ha mai fatto niente di strano.
«Perché spesso, quando in giro c’è una futura mamma, nei paraggi c’è anche il futuro papà, e…» Arus lancia un ciottolo precedentemente raccolto vicino a lei e, da un nascondiglio in alto, il compagno scatta immediatamente, mettendosi a protezione della famiglia. Snuda le zanne pur sapendo chi ha di fronte, deciso a scontrarsi in ogni caso se dovessero avvicinarsi. Se non ha ancora fatto niente, è solo perché la sua parte razionale si rende conto che questa altro non è che una dimostrazione, e che nessuno ha lontanamente intenzione di nuocere alla compagna.
«E vi ucciderebbe subito per tenerla al sicuro.» Termina Greywind, facendo un debole cenno col capo per chiedere scusa.
Non appena lo Spettro riesce a ricollegare il cervello, dà loro le spalle e si sdraia attorno alla moglie e al figlio, rimettendosi a pisolare. La pelliccia, però, è ancora irta in mezzo alle scapole, e con questo capiscono che è meglio togliersi di torno.
«Non credevo che foste così protettivi nei confronti della compagna e della prole.» Pensa ad alta voce Tensing, raggelandosi nel momento esatto in cui si rende conto che forse ha detto qualcosa di sbagliato. «Senza offesa.» Si affretta infatti ad aggiungere, sospirando mentalmente quando si accorge che sono rimasti perfettamente calmi e a loro agio.
«Nessuna offesa. Semplicemente anche noi abbiamo reazioni diverse, e in quel caso la notizia è stata molto gradita.» Laurel più di tutti preferirebbe evitare l’argomento, perché quando sua moglie Isabel rimase incinta, furono assolutamente inavvicinabili per quasi due settimane, tanto il suo lupo divenne protettivo. Le prese in giro che ne seguirono tuttora lo mettono in imbarazzo.
«Arriverebbe a rigirarsi contro chiunque, anche un parente, e sempre con l’intento di uccidere.» Li avverte Timo, pizzicando il braccio del fratellino. Se non fosse più veloce e fisicamente più forte, probabilmente avrebbe rimediato qualcosa di più di un semplice graffio sulla spalla quando, per farlo incazzare, saltò all’improvviso accanto ad Isabel.
Per quanto si renda conto che sia un atteggiamento dolce, per quanto probabilmente “malato”, Bulma non può fare a meno di domandare una cosa di un certo spessore: «Pensate che Radish potrebbe reagire alla stessa maniera?»
«Non lo pensiamo affatto. Lo sappiamo per certo.» Risponde pacatamente Arus, domandandosi internamente perché quei loro cuccioli sembrano tanto impazienti di farsi prendere in braccio da uno di qualsiasi di loro. «Il vostro amico ha accettato la gravidanza con sorprendente entusiasmo, e potrebbe arrivare a compiere gesti davvero estremi se avvertisse una qualche minaccia.»
«E non scordiamoci di Everett!»
Un brivido gelido attraversa la schiena di Arus, seguito poi da un forte tremore nelle mani. È sicuro che non riuscirà mai ad accettare la vicinanza di Darko, e vederlo arrivare adesso, così spigliato e strafottente com’è sempre stato da che ne ha memoria, glielo fa credere solo di più.
Il Team Z invece è arrivata ad apprezzare la sua compagnia, poiché notevolmente intelligente e carismatico, capace di conversazioni estremamente serie ed impegnative quanto di futili e divertenti. Darko è decisamente un uomo assai poliedrico.
«Quello sarebbe capace di avvelenarvi se solo sospettasse che da qui a vent’anni possiate fargli qualcosa di nocivo!» Sorride in modo diverso, stavolta, come se si fosse tolto un gran peso dalle spalle. Pure per chi non possiede gli sviluppatissimi sensi degli Spettro è evidente che, prima di arrivare da loro, fosse a divertirsi.
«Non ce lo facevo.» Ammette senza problemi Timo, che non si è mai perso dietro questi pensieri. Lui segue Blackwood, se c’è da attaccare attacca e fine della questione.
«Non sembra, vero? Invece è uno stronzo impareggiabile!»
«Mi domandavo una cosa…» La voce acuta ed incerta di Crilin attira però la loro attenzione, evitando così ogni possibile battuta «I vostri primogeniti sono sempre più forti dei genitori, giusto?»
«Giusto.» Asserisce Darko, piegando un poco la testa di lato. Non riesce a capire cosa C-18 ci trovi in lui, non tanto per l’aspetto fisico quanto per la scarsa forza fisica. Tra gli Spettri non avverrebbe mai un’accoppiamento con un simile dislivello. Chissà che con questa assurda ondata di novità, non cambi pure questo aspetto?
«Quindi questo… ehm… ibrido diventerà per forza sia più forte di Sherry che di Radish, giusto?»
Fosse questo a doverti preoccupare! «Sì. Qual è la vera domanda?»
In realtà ci pensava dal momento esatto in cui Bulma ha dato loro la lieta notizia, ma adesso non è del tutto certo sul come porsi. Sa bene quanto possano essere insopportabilmente permalosi, e Dio solo sa come potrebbero reagire se i suoi pensieri sul prezioso e chiacchierato nascituro non dovessero andar loro a genio.
Ma alla fine si butta, attaccandosi all’idea che finora si sono sempre mostrati amichevoli nei loro confronti.
«Una creatura per metà Saiyan e per metà Spettro non potrebbe rivelarsi una specie di minaccia?» Nessuno gli risponde, e neanche pare aver voglia di farlo, ma neanche gli si rigirano contro in alcun modo. Rimangono con i piedi ben piazzati a terra, gli sguardi curiosamente attenti che, dopo un paio di secondi, si spostano proprio alle sue spalle.
Con un orribile presentimento a fargli tremare le ginocchia, si volta lentamente fino a ritrovarsi faccia a faccia con una delle due persone che proprio non vorrebbe mai e poi mai far incazzare, da quelle parti.
I suoi occhi chiari sembrano capaci di scavargli fin dentro l’anima, e poi pure dilaniarla per spregio. A lui decisamente non è piaciuta la sua domanda.
«Ehm… c—ciao, E—Everett!»
Non si era accorto della sua presenza, per niente. Nessuno, in realtà, se n’era accorto, se non gli Spettri grazie al fine olfatto.
Se ciò è stato possibile, è solo perché Everett ha già imparato a gestire perfettamente la propria aura, riuscendo quasi ad azzerarla a proprio piacimento. Il fatto che riesca in cose tanto innaturali per la sua specie, fa capire con maggiore chiarezza quanto sia uno Spettro ben poco comune.
Senza staccare gli occhi dai suoi, si abbassa al suo livello, sibilando tetramente: «Questa volta lascerò correre, ma se dovessi sentire un altro discorso del genere, ti farò fuori
«È un dubbio legittimo, non credi?» S’intromette bonariamente Hurricane, che, al contrario di quanto ci si possa aspettare da lui, non subì nessun particolare cambiamento comportamentale prima di diventare padre.
«Ce n’è anche per te!»
Fern, che non ha decisamente più voglia di questi loro discorsi sciocchi, prende la parola con tono deciso e postura fiera, attirando così su di sé la totale attenzione dei predatori. «Lei come sta? E Radish?»
Impiega un paio di secondi per ricomporsi, Everett, ma poi il suo aspetto ritorna quello serio e arrogante di sempre, indice che si è dato una bella calmata. «Sono tranquilli. Certo, sapere che sono due è stato un po’—»
«DUE?!»
«Sì, due. Non lo sapevate?» Gli occhi freddi gli ricadono di slancio su Chichi e Gohan, riempiendosi di sorpresa per il loro silenzio. Non tanto per Gohan in realtà, che ha già inquadrato come un bambino capace di farsi ampiamente gli affari suoi, ma per Chichi nutriva dei seri dubbi. «Comunque stanno tutti bene. Il battito dei piccoli sta acquisendo sempre più vigore, e ciò implica che presto avranno la classica impennata della crescita che hanno i nostri piccoli, e ciò ci permetterà di vedere la pancia. Non avete idea in quanti si stanno mangiando le mani nell’attesa di vederla!» Tra tutti loro, lui sta in prima fila con Radish. Anzi, loro due ormai sono arrivati a rosicchiarsi pure i gomiti, tanto sono impazienti, ed il numero di volte in cui Radish si è appropriato del doppler per sentirli nuovamente.
L’atmosfera un poco tesa viene poi completamente smorzata dall’arrivo dell’unico essere vivente sul piante Terra capace di distrarre veramente il Beta.
«Giorni celesti! Guarda un po’ chi ci degna della sua presenza!» Batte con forza le mani, cercando di attirare l’attenzione di quanti più Spettri possibile.
I figli lo seguono con faccette stanche, senza però voler ammettere neanche sotto tortura che stare in piedi fino alle sei del mattino, dormire un’oretta e poi tornare a giocare non è stata una mossa molto brillante. Nike, dietro di loro, li osserva come un falco, prontissima a cazziarli davanti a tutti non appena metteranno un piede in fallo.
L’idea di Blackwood in fondo potrebbe non essere stata troppo marcia: non vogliono dormire? Bene, che facciano come credono, però poi devono rispettare la tabella di marcia senza lamentele o interferenze. Inutile dire che Nike non vede l’ora che si appisolino da qualche parte, così da svegliarli in modo brusco e costringerli a rimanere svegli fino all’ora della nanna, giusto per rimarcare che lei sa cos’è meglio fare e loro no. Forza, piccole canaglie, cedete! CEDETE!
«Hai finito?» Lo rimprovera bonariamente Everett, lasciandosi avvolgere le spalle dall’altro.
«Sono solo sorpreso! Ormai passi ogni secondo appiccicato al culo di quei due, e non c’è verso di avvicinarvi.» Non che con lui fosse poi troppo diverso in realtà, poiché orbitava attorno a Nike senza sosta, ma non per questo non lo prenderà in giro!
«Sì, ci dobbiamo ancora lavorare.» Che poi non è del tutto vero, però si rende conto che, in effetti, loro tre passano davvero troppo tempo assieme. Lui e Radish una volta hanno provato ad affrontare l’argomento quando Sherry si assopì in mezzo a loro, ma non hanno trovato alcuna buona idea. Verrà tutto col tempo, un passo alla volta. «Comunque sono qui per informarvi che il Re vuole un Concilio entro metà pomeriggio. Ci sono delle cose delle quali vuole discutere con molta urgenza.»
«Direi che si è ambientato davvero molto bene!» Scherza con un ampio sorriso Yamcha, che sente nuovamente quella spiacevole sensazione di decine di occhi che lo puntano. Ed ha ragione, perché rimpiattati lì attorno ci sono un sacco di bambini pronti a sequestrarlo per giocare ancora. Di ragazze, purtroppo, no.
«Io sono più sorpreso del fatto che riesca ancora a parlare!» La voce allegra di Micah, con le risate dei fratelli a fare da sottofondo, li fanno voltare tutti. Loro sono quelli che meno di tutti si fanno problemi ad andare da una parte all’altra, ad esplorare e interagire. «Cazzo, non vorrà scoparla, ma l’odore che emanano entrambi non mente!»
«Dammi una buona ragione per non farti a pezzi, forza.» Ringhia di rimando Everett, senza neanche spiegarsi il perché. In fondo non ha detto niente di pesante su Sherry, insinuando qualcosa — per altro di vero — solo sul cognato. «Stai molto attento, cucciolo, perché la prossima volta non sarò tanto clemente.»
«A me mica davi tutti questi avvertimenti!» Lo sguardo di Blackwood passa dall’oltraggiato al desolato in pochi secondi, e finte lacrime gli riempiono gli occhi furbi. Esattamente come quando erano piccoli, non serviranno assolutamente a niente, però gli viene comunque d’istinto provarci, avendoci infatti fregato più e più volte i genitori. «Sono ufficialmente offeso a morte, vaffanculo!»
«Se avete finito col vostro teatrino idiota» sibila Greywind, lanciando una veloce occhiata ai nipoti che se la ridacchiano sotto ai baffi «direi che possiamo già dirigersi nella sala riunioni del Nord, visto che dubito che Radish le permetterà di muoversi troppo.» Si volta poi verso gli ospiti, un poco dispiaciuto per il loro probabile viaggio a vuoto. Probabile, ma non sicuro però, perché in fondo hanno stretto dei rapporti tra la loro gente, e niente gli impedisce di rimanere. «Temo che la faccenda andrà per le lunghe, quindi potete rimanere qui, rilassarvi, oppure tornare a casa e ripassare domani. A voi la scelta.»
Gli Spettri hanno tutto ciò di cui si può aver bisogno, lo sanno. Se invece qualcosa manca, niente gli impedisce di procurarselo in tempi assai brevi, in un modo o in un altro.
Non gli manca niente, hanno dell’ottimo cibo e sono ben disposti ad ospitarli per sdebitarsi del loro aiuto in battaglia. Ci sono però diversi adolescenti che martellano loro l’anima per avere un qualsiasi tipo di notizia su Muten, che ancora giustamente non se la sente di addentrarsi in un luogo tanto pericoloso, e loro non sanno più come tenerli a bada. Non ne hanno neanche più voglia in realtà.
Indecisi su come agire, è la voce incerta ma speranzosa di Gohan, che finalmente ha trovato dei possibili amici della propria età, a far capire loro che, forse forse, potrebbero anche trovarsi qualcosa da fare e rimanere per la notte.
«Beh, ormai siamo qui…»
Dopo un velocissimo passaparola, pure Theodora viene informata, e Asthon e consorte si ritrovano costretti a mettere su il bollitore per offrire loro un buon tè.

 

Non ha la minima idea, Radish, da dove sia saltato fuori il coraggio di richiedere un Concilio urgente, né tantomeno da dove gli sia uscita tutta quella determinazione e sicurezza nella voce.
Erano su una delle ampie terrazze a riposarsi su dei grossi cuscini, sorseggiando una bevanda calda. Sherry ed Everett giocavano a Scarabeo, e Sherry si stava innervosendo perché perdeva. Lui rideva ad ogni suo scatto rabbioso, trovandola adorabile, e l’ha poi stretta al petto e avvolta nelle coperte pesanti quando si è rifugiata da lui, farfugliando parole incomprensibili. È in quel momento, senza una maledettissima ragione, che ha alzato gli occhi su Everett e ha dato l’ordine, alla quale l’altro ha eseguito senza la minima esitazione.
Non appena ha realizzato quanto fatto, si è sentito gelare.
È vero che ha un sacco di idee per la testa, ma non è minimamente preparato ad esporle a qualcuno. Non ne ha parlato neanche con Sherry, in realtà, perché temeva di sentirsi dire che si tratta di sciocchezze.
Ora, invece, si ritrova seduto in cima ad un lungo tavolo di legno scuro, con la moglie al proprio fianco, e l’idea di scappare fuori dalla finestra è insopportabilmente allettante. Se però non muove neanche un muscolo, è solo perché la sua dolce metà ha paura di volare, e lui non ci pensa neanche a sottoporla ad un simile inutile stress. I suoi figli potrebbero risentirne, e lui non se lo perdonerebbe mai.
Quando poi tutti arrivano e prendono posto, rimanendo a debita distanza da loro ad eccezione di Everett, sente il sangue gelarsi totalmente ed il cuore accelerare. Ci sono troppi occhi ad osservarlo, troppe orecchie pronte ad ascoltare ciò che ha da dire e troppe bocche ancor più pronte a demolirlo.
Non si è mai interessato alla politica, non ha mai neanche lontanamente pensato che un giorno si sarebbe ritrovato in una posizione simile, ed ora è totalmente e ridicolmente impreparato.
Sono tutti lì: Blackwood, Nike, Arus, Greywind, Yvonne, Hart, Timo, Hurricane, Laurel, Silene, Maddox, Major, Micah, Voret, Darko, Alana, Willem e Glover. Ci sono anche tanti volti a lui sconosciuti, che ora hanno un’aria spaesata tanto lui. Tra tutti i nuovi membri, è forse Maddox quello che si ritrova nella posizione più di rilievo e che dovrà prestare maggiore attenzione, poiché riversa la sua fedeltà a Sherry ma ha un terreno con una casa in costruzione nel Sud.
Dopo qualche secondo passato ad osservarli, nota anche Lux, intento a disegnare qualcosa mentre sta sulle ginocchia di Yvonne, che a sua volta gli carezza delicatamente i capelli dorati. Vorrebbe trovarsi ovunque tranne che lì, e i suoi occhi stanchi ed infastiditi lo rivelano a gran voce.
Prende infine fiato, e si costringe poi a parlare, con un tale macigno sul petto da sorprendersi da solo nel riuscire ad emettere dei suoni.
«Come tutti voi sapete, qui siamo in dolce attesa.» Parte così, pentendosene subito. Bell’inizio, sì.
Lux, in una frazione di secondo, pare invece attentissimo al Saiyan, con una speranza luccicante negli occhi. Certo che lo sanno, lui ha esultato come un pazzo quando l’ha saputo. Il Principe Promesso sta per nascere, e ciò vuol dire che lui potrebbe schivarsi un proiettile enorme. I suoi cugini più grandi però lo hanno avvertito che neanche lui potrebbe volere il trono, o che Blackwood potrebbe non essere dell’idea di cedergli il Territorio, facendolo cadere per qualche minuto nello sconforto. Qualche minuto e basta però, perché la mente vivace del principino ha escogitato immediatamente una scappatoia: se sarà un maschio, lo farà innamorare in un modo o in un altro di una delle sorelle, e li costringerà così a sposarsi e prendersi tutto di conseguenza; se sarà una femmina, se la sposerà lui, le scaricherà tutto il potere, e vaffanculo!
Un piano infallibile agli occhi di un bambino tanto piccolo, che adesso gli fa battere forte il cuore. Per quanto ne sa, Radish potrebbe averli riuniti tutti proprio per proporre un simile accordo, e lui deve essere prontissimo a battersi con le unghie e con i denti per avere il consenso generale.
Arus, invece, non prova neanche un briciolo dell’entusiasmo del nipote, e subito si fa sentire. «Hai riunito il Concilio per discutere di questo? Per quanto ci possa rallegrare l’idea che stiate per mettere su famiglia, non è esattamente un qualcosa da discutere qui, Radish.»
«Tu fa’ silenzio.»
Nessuno emette più un fiato, tanta è la sorpresa. Chi, oltre alla sua defunta moglie, si è mai azzardato a zittirlo? Agli occhi dei più, in ogni caso, il Saiyan ha appena guadagnato un bel punto.
«Immagino che siate tutti a conoscenza di quella stupida profezia, no? Ecco, perché non provare ad anticiparla? Voi due avete deciso già da un po’ che avreste unito le forze, quindi non dovrebbe essere poi troppo difficile.» Continua con falsa sicurezza Radish, messo in soggezione da quella moltitudine di occhi che lo fissano con attenzione. Se la voce gli risulta comunque credibile, è solo perché Sherry, da sotto al tavolo, continua a tenergli saldamente la mano.
«Cos’hai in mente?» Domanda con reale curiosità Blackwood, abbandonandosi sulla grande sedia per far spazio a Lux, che ha ben pensato di spostarsi. L’argomento potrebbe ancora essere scottante, e deve essere sicuro di avere gli occhi del Re su di sé.
Tante cose, davvero, e non so neanche da quale partire… «Tanto per cominciare, due cose: quella merda che tanto vi piace e vi fa guadagnare tanto bene, non dovrà girare da queste parti. Chiaro? E niente alcolici ai minorenni.» La prende abbastanza larga, profondamente intimorito dal sentirsi ridere in faccia per tutto il resto.
«Ma non ci fa un cazzo di niente.» Commenta con una certa ovvietà Micah, beccandosi uno scappellotto da Glover, che poi lo guarda di traverso. Si trovano pur sempre al Concilio, il primo dopo che sono stati eletti, e l’ultima cosa che devono fare è mettere tanto in luce le loro vere personalità. Mi farò fare una protesi pazzesca solo per poterla staccare e lanciartela addosso a piacimento!
«Non me ne potrebbe fregare di meno, va bene? Non voglio dei figli tossicodipendenti o alcolizzati già a dodici anni!»
«Stai sicuro che troveranno il modo per sgarrare, come tutti gli altri.» Lo avverte con tono indecifrabile Hurricane, che già sta meditando su come punire le figlie quando succederà. L’unica cosa sulla quale non potrà dire niente di che, è quando arriveranno anche loro a leccare quella specie di rospo che secerne sostanze psicoattive. Non c’è niente di più naturale ed innocuo di quello, ed ormai è praticamente un rito di passaggio tra i più giovani.
«E allora verranno puniti di volta in volta! Non m’importa! Qui non dovrà più girare, intesi? Voglio che tutti si ripuliscano, fine della discussione.» La verità è che non lo esige solo per il futuro dei cuccioli, ma anche perché è emerso che Sherry, per tutta la durata della gravidanza e dell’allattamento, non potrà toccare niente di niente per sicurezza. Considerando poi quanto ha dovuto fisicamente faticare per farle passare l’incazzatura, arrivando ad avere dolorosissimi crampi alla lingua e al braccio, non vuole più sentir ragioni.
«L’hai presa molto seriamente, eh?»
Non è per cattiveria se non risponde a Nike, e lei lo sa, motivo per cui si limita ad un risolino e ad un’occhiata d’intesa con Sherry. La trova molto più rilassata e luminosa, e la maggiore è ben consapevole che, quando le cose vanno bene in gravidanza, le gestanti possono diventare un tantino voraci. Lei, per esempio, non lasciò uscire Blackwood dal letto per una settimana intera, fin quando, stremato, non rischiò di collassare per terra. Hart, invece, collassò e si schiantò su un cactus, fatto che portò Yvonne ad allentare il ritmo. Se adesso Nike è riuscita ad inquadrare un minimo Sherry, è certa che non stia reagendo poi troppo diversamente.
I suoi pensieri, che si stavano velocemente e pericolosamente spostando sulla figura possente e attraente del marito, vengono riportati alla realtà dalla voce bassa e forte del Saiyan.
«Ricordo che Darko disse qualcosa riguardo dei test psicologici o una cosa del genere, per valutare se uno è pazzo o meno.»
«Psichiatrici, Radish. E non tanto per vedere se un soggetto è pazzo, ma per vedere se è psicopatico. È diverso.» Lo riprende bonariamente, arrivando a pensare che, forse forse, è ben più sveglio di quanto non dia a vedere. Di sicuro, comunque, è più attento di quanto si possa immaginare.
«Sì, come ti pare. Voglio che venga eseguito su tutti, specialmente sui bambini. Per quanto riguarda i provvedimenti non ci ho pensato, ma immagino che quello possiate farlo da soli.»
«Non mi pare niente di particolarmente irragionevole. Ci vorrà del tempo però, spero che tu te ne renda conto.» Tutti annuiscono alle parole di Darko, approvando liberamente la proposta del Re. In realtà è un qualcosa che avrebbero già voluto fare da tempo, ma che è sempre stata rimandata a causa di tante piccoli problemi che richiedevano la loro totale attenzione.
«Bene. Nel frattempo, voglio che venga registrato ogni Spettro, sia del Nord che del Sud, con annesse tutte le parentele.» Afferma poi Radish, che si sta a mano a mano rilassando. Era partito assai prevenuto, ma il loro venirgli in contro lo sta velocemente ammorbidendo. Esattamente come lui, vogliono che le cose cambino, e per il Saiyan è quindi chiaro che saranno ben disposti di fronte alle sue prossime idee.
«Scusa, ma questa non la capisco.» Afferma senza peli sulla lingua Maddox, attirando su di sé gli sguardi dei presenti «Perché schedarci? Vuoi essere certo del pedigree per eventuali mostre canine?»
Sorride pure Radish, adesso. Non vuole dargli contro, è uno dei pochi che non l’ha mai voluto fare. Vuole unicamente capire a fondo le sue idee, e vuole che gli altri facciano lo stesso. «Perché voglio essere certo che non si verifichino più incesti. Mai più.»
«Anche per questo ci vorrà tempo, ma non c’è problema.» Greywind ed Arus sono più che d’accordo su questo punto. E come potrebbe essere altrimenti? L’idea che i loro padri possano essersi “innamorati” delle cugine ha sempre dato loro il voltastomaco, portandoli a temere per i figli. Arus, in particolar modo, si è sempre dovuto guardare anche dai parenti della moglie, che era stata adocchiata sin da giovane da uno dei fratelli maggiori e da un paio di cugini.
Su questo delicato punto, Radish avrà sempre il loro assoluto appoggio.
«Altro?» Domanda Blackwood con un sorriso furbetto sulle labbra, consapevole che non sia tutto lì. Lo capisce dai suoi occhi, da quel fuoco che li anima, ed è certo che la parte migliore debba ancora arrivare. Mi spiace, Pasticcino, ma tuo cognato ha tutta la mia simpatia e il mio appoggio!
Si guardano negli occhi per un misero secondo, durante il quale Radish si sente invadere da una strana forma di nuovo coraggio. Sente di potercela fare, di poter raggiungere i propri scopi, soprattutto l’obiettivo finale: tornare a casa entro la fine del mese.
«Voglio che vengano riaperte le due Arene—»
«Per permettere a tutti di massacrarsi senza conseguenze? Bell’idea, davvero.» Sullo schedarli tutti Arus è più che d’accordo, anzi è pronto a mettersi in prima linea per farlo di persona, ma su questo punto ha da controbattere. Anzi, avrebbe, perché Radish non ha alcuna intenzione di farsi trattare in modo tanto sgarbato di fronte a tutti.
«Che ti ho detto, due minuti fa?» E se hai qualcos’altro da dirmi, porta il culo in una di quelle Arene!, vorrebbe aggiungere, ma si astiene. Ha bisogno anche del consenso di Nike, e minacciarle il padre potrebbe essere controproducente. «Ho visto quel che rimane delle Arene, e penso che potrebbero essere usate anche per secondi scopi.» Afferma infatti, riprendendo l’attenzione generale che si era persa in una risatina dopo la sua alzata di cresta. Ora che tutti lo guardano con attenzione, e che anche Sherry si è messa maggiormente comoda e lo guarda con ammirazione e curiosità, procede con la parte per lui più delicata.
«Tanto per cominciare dovremo trovare soggetti idonei a giudicare i vari casi, persone competenti che siano in grado di lasciare fuori del contesto i possibili legami con chi gli si presenterà davanti. Siamo d’accordo fin qui?» Tutti annuiscono con convinzione, senza però perdersi in tanti pensieri «Bene, la seconda funzione: rimettendo in sesto le Arene, e magari aggiungendo degli spalti, potrebbero anche ospitare eventi sportivi.»
«Eventi sportivi?» Hart si sporge in avanti, preso in contropiede. Per loro gli sport umani sono difficili da praticare, e dubita che il Saiyan si riferisca unicamente alla lotta libera.
«Sì. Siete creature piene di energie e spesso molto competitive, quindi perché non impiegare queste caratteristiche in competizioni sportive? In fondo avete rubato un sacco di cose agli esseri umani, perché non anche gli sport? Non dovrebbe essere poi troppo difficile apportare le modifiche necessarie per adattare il tutto alla vostra forza.» La loro attenzione aumenta di secondo in secondo, tanto che per Radish è difficile non mettersi a gongolare. «Major, tu che ti diverti sempre un sacco a giocare con i tuoi veleni e quella roba lì, pensi di essere capace di creare un qualcosa in grado di annebbiarvi i sensi, o una cosa del genere? Per mettere più pepe al tutto, non saprei.»
«L’alieno non ha tutti i torti…» Mormora Yvonne, guardando dapprima Radish e poi il marito con una nuova luce negli occhi «Pensa a quanti grattacapi in meno avremmo avuto se Blackwood avesse avuto la possibilità di sfogarsi in quel modo.»
Blackwood, anche se vorrebbe dirle che non era solo lui il rompicoglioni della famiglia e che anche i fratelli minori hanno sempre messo il loro carico, afferma semplicemente di proseguire con un gran sorriso. Per quanto sua madre abbia la fastidiosa tendenza di puntare il dito su di lui e di elevarlo a piaga universale, ha afferrato il concetto: i cuccioli, più degli adulti, sarebbero occupati nel migliorarsi per emergere, senza però essere costretti ad ammazzarsi gli uni con gli altri, e gli adulti stessi troverebbero una sana valvola di sfogo.
«So che in ognuno dei due Territori ci sono due aree ben distinte per l’allenamento della guardia, ognuna situata nella zona o più fredda o più calda, così da mettere i vari combattenti sotto maggiore sforzo. Ecco, dal momento che la stagione più calda e quella più fredda, tra i due territori, è in periodi perfettamente opposti, l’idea è che nel periodo più caldo in assoluto, anche gli Spettri del Nord si allenino da voi, così da poter meglio sopportare le temperature più elevate, mentre nel periodo più freddo, saranno i vostri a venire al Nord, così da poter imparare a tollerare le temperature più estreme.»
«Perché?» In realtà Everett ha capito benissimo qual è il punto e lo condivide in pieno, ma vuole che tutti quanti sentano le sue motivazioni. Vuole che possano capire non solo l’utilità della cosa, ma anche quanto il Re del Nord si stia scervellando per migliorare il tutto… ed anche il reale perché lo stia facendo. Bel lavoro.
«Perché voglio che i combattenti di entrambe le fazioni siano perfettamente in grado di resistere al peggio, che possano davvero opporre resistenza in caso di reale minaccia. Nessuno di voi sarebbe in grado di battersi contro gli avversari che mi sono trovato ad affrontare io. Forse ci possono essere un paio di eccezioni, ma non di più. Qualora il mondo si trovasse in una situazione pericolosa, voglio che voi, qua sotto, abbiate la possibilità concreta di fare muro, difendervi e sopravvivere, cosa che non sarà possibile se non lavorerete fianco a fianco.»
Radish non se ne rende conto, non lo può neanche immaginare, ma non appena le sue parole verranno riferite in giro — e ciò avverrà nel giro di cinque minuti da quando avranno finito —, la sua popolarità andrà alle stelle, ed ogni piccolo seme piantato dai suoi amici a sua insaputa sboccerà di botto.
«Ah, e voglio anche che venga abolita quella stronzata assurda alla quale sottoponete i bambini per farli entrare nella guardia.» Nel dirlo, gli occhi gli ricadono per un istante su Lux, che è tornato a disegnare con grande impegno. L’idea che quel cucciolotto tanto orgoglioso si ritrovi a dover patire la fame, a dover vedere morire degli amici, o addirittura a doverli uccidere, non gli piace. Non gli piace minimamente, soprattutto perché, involontariamente, la sua mente sta deformando la sua immagine, dandogli sembianze a lui molto più familiari.
«Ne abbiamo già parlato tra noi e siamo già d’accordo, va solo messo agli atti.» Lo informa con un sorrisetto allegro Sherry, che realmente si era dimenticata di dirglielo. Non la considerava proprio una cosa importante.
Senza neanche pensarci, Radish allunga un braccio di lato e le poggia la mano sulla pancia, rimarcando così di fronte a tutti che lì dentro stanno crescendo due vite e che lui le difenderà ad ogni costo. Inconsapevolmente, in realtà, lo ha fatto come per tranquillizzarli, come se loro stessero seguendo e capendo ciò che accade fuori dal corpo materno.
«E se, per ipotesi, i nostri figli dovessero avere idee opposte, e spaccassero così l’alleanza?» Nel dirlo Nike accarezza i capelli a Lux, che scaccia la sua mano con fare stizzito. Sta disegnando un triceratopo che, saltando, addenta uno pterodattilo, e non vuole assolutamente essere deconcentrato.
«Non succederà.» Afferma con solida sicurezza Radish, che ancora non riesce a distogliere lo sguardo dalla moglie, che gli sta sorridendo in quel modo. Quando finisce questa rottura di palle?
«Okay, i nostri figli no, ma i loro figli?» Ecco, ora Radish è di nuovo attento. Sollevare questo argomento lo butta in uno strano stato d’ansia, perché ancora non ha idea del sesso dei nascituri, e parlare di loro e del loro futuro da un punto di vista sentimentale lo manda ai matti. Non sono ancora nati, cazzo, e già parlate dei loro figli?! Che ansia infinita!
«Non puoi escludere questa possibilità, Radish.» Insiste la donna, che da sotto il tavolo si diverte a pizzicare debolmente la gamba del figlio. Vederlo roteare gli occhi al cielo e sentire i colpi che tira sotto al tavolo per essere lasciato stare è troppo divertente, e continuerà finché non le darà ciò che vuole, ovvero un bacio sulla guancia come invece non ha fatto quella mattina.
«Posso perché verrà insegnata a tutti loro la vostra storia. E da qui, uno degli altri punti più importanti…» Nuova ondata di incertezza, nuovo panico mal trattenuto. Se già gli altri punti potevano venire aspramente criticati, con questo potrebbero insultarlo in maniera molto pesante «Voglio che venga fondata una specie di accademia.»
Rimangono tutti in silenzio, stavolta, interdetti.
«Un’accademia?» Domanda incerto Blackwood, preso in contropiede. Dalle loro parti sono cose che non usano, non dal momento che hanno la possibilità di imparare dal sangue altrui, e fondarne una potrebbe essere inutile proprio per questo punto.
«Sì, esatto.» Inchioda lo sguardo nel suo, cercando nuovamente il suo appoggio. Se Blackwood desse il suo consenso, la strada sarebbe già spianata. «Anche se non ho pensato a nessun dettaglio, voglio che venga creato un luogo apposito dove tutti i ragazzini possano ricevere un’istruzione adeguata ed uguale per tutti. Voglio che vengano mischiati tra loro, soprattutto per quanto riguarda il luogo di provenienza, e che non ci siano discriminazioni da parte degli adulti per il loro rango.»
Il loro silenzio stavolta non gli piace per niente. Sono interdetti, non riescono a capire come possano fare una cosa del genere. Il problema, però, nasce dal fatto che ci sia in atto un enorme incomprensione: se loro non capiscono come metterlo in atto proprio per via dello scambio di informazioni tramite il sangue, lui teme che si stiano attaccando unicamente alla gerarchia.
«Al contrario di molti dei presenti, so cosa vuol dire nascere e crescere in una posizione di totale svantaggio, e vorrei evitarla ad altri. Con questo non voglio che distruggiate da un giorno all’altro tutto ciò che conoscete, ma vorrei che vi sforzaste tutti di vedere questi mocciosi per quello che sono: il futuro della vostra specie.»
«Chiamarli “mocciosi” non è esattamente il massimo, eh…» Per una volta, non c’è alcuna cattiveria nelle parole di Arus. Il suo voleva essere un semplicissimo intervento per fargli capire che, malgrado sia in mezzo ad amici e alleati, dovrebbe scegliere termini più adatti per la sede in cui si trova. Poi, una volta fuori, può anche chiamarli “scarafaggi”, non gliene potrebbe importare di meno. Purtroppo per lui, però, il suo tono duro viene frainteso.
«Ti vuoi chetare?!»
«Ti ho appena rivalutato del tutto, amico!» Trilla allegramente Nike, ridacchiando quando il padre ribalta gli occhi al cielo e si abbandona nella sedia.
Mentre alcuni si lasciando andare a qualche commento superfluo, Sherry lascia scivolare un bigliettino ripiegato nella mano del compagno, che riesce a mantenere la serietà solo per un qualche fortuito intervento divino.
Dopo ti lego al letto e ti faccio godere così tanto da farti perdere i sensi!
Non lo mette in dubbio, non più. È riuscito a tenere a bada la sua smania sessuale anche troppo a lungo, ed ormai la sua ripresa è più che evidente. Ogni sua possibile scusa per non fare sesso ormai non reggerà più, e lo sa bene. Può solo sperare di riuscire a trattenersi come adesso si sta trattenendo dallo sbatterla sul tavolo e scoparla di fronte a tutti.
«Non dovrebbe essere vostro figlio il “portatore di luce”?» Scherza allegramente Blackwood, per poi abbassare gli occhi quando il figlio gli tira il colletto della camicia, ed annuire con entusiasmo di fronte al suo disegno. Come e perché il triceratopo sia avvolto da fiamme rosa non lo sa e non è neanche certo di volerlo sapere.
«È tanto un male spianargli un poco la strada?» Scherza a sua volta Radish, anche se è abbastanza evidente il suo implicito obiettivo: renderli tutti più indipendenti, incanalare le loro forze e le loro energie in obiettivi più pacifici e personali, così da doversi poi occupare quasi unicamente della loro sicurezza. «Allora, cosa ne pensi? Abbiamo il tuo appoggio?»
Si dondola un poco sulla sedia, Blackwood, con aria anche troppo pensierosa. Ma poi sorride con quell’aria da bambino che tutti loro conoscono, indice che l’intera faccenda gli va a genio e sta già pensando a come muoversi senza intoppi: «Per questa cosa dell’accademia, occorrerà lavorarci molto e con attenzione. Andrà trovato il luogo ideale, dovranno essere studiati gli orari più adatti, così da venire in contro a tutti senza creare troppi disagi, e andrà trovato il corpo docenti. Sarà un lavoro enorme, e temo che una struttura non basterà, ma non è niente di impossibile. Per il resto, direi che il problema più grande sarà trovare quelli che, a questo punto, potranno essere definiti come i giudici dell’Arena ed i futuri docenti dei cuccioli.»
Hurricane, che a sua volta si era concentrato più che altro su questi punti, si schiarisce appena la voce e poi prende la parola: «Se, per ipotesi, donassimo il nostro sangue ad un gruppo di Omega? Con tutte le informazioni che vi sono contenute, potrebbero essere impiegati come docenti all’accademia, e ciò non intaccherebbe in alcun modo la forza del branco.»
«Non pensavo che l’idea ti andasse a genio, sai?» Gli sorride con gratitudine, Radish, perché alcune idee gli sono venute proprio durante le sue intense lezioni.
«Scherzi? Un luogo controllato dove mollare le mie figlie per ore senza che mi diano dello stronzo snaturato? Cazzo, ci metto la firma anche subito!»
«Vedo che hai capito.» Annuisce, orgoglioso e gongolante, felice di vedere che, da un istante all’altro, tutti coloro che hanno dei figli o stanno per averne si illuminano, comprendendo uno dei fini impliciti della sua idea. In fondo, sta per avere due figli in un colpo solo, e, per quanto già senta di adorarli, non ha intenzione di rinunciare a niente, e averli sempre tra i piedi potrebbe essere un problema.
Nike, sbattendo le mani sul tavolo, si alza di scatto in piedi con un grande sorriso, ed esclama a gran voce: «Deve diventare immediatamente la priorità assoluta di entrambi i Territori!»
Voret, che dall’inizio si dondola sulla sedia con sguardo annoiato, domandandosi silenziosamente perché abbiamo votato per lui, si lascia ricadere in avanti. Gli è scattato qualcosa nella testa non appena ha sentito la parola “accademia”, e adesso vuole esprimere un piccolo ma fondamentale dubbio che gli preme particolarmente. «Se davvero verrà creata un’accademia dove istruire i più giovani in più campi, allora immagino che ci sarà anche il ramo artistico.»
Una nuova ondata di gelo e perplessità li attanaglia: Voret che si interessa a qualcosa che non sia la sua ragazza o la sua chitarra? Decisamente assurdo.
«Immagino di sì…?» Non è sicuro di aver dato la risposta giusta, Radish, soprattutto perché teme che il più giovane possa avergli semplicemente tirato uno strano colpo basso per metterlo in difficoltà, ma davanti al suo sorriso entusiasta, capisce di non aver sbagliato proprio niente.
«Figata! Io sono bravo con la musica e anche con la danza, potrei anche insegnare quello… in fondo, non mi sembra poi troppo uno sbattone!»
«Voret che si offre spontaneamente di fare qualcosa?» Arus sta per sentirsi male, ne è sicuro. Gli viene quasi da piangere in realtà, tanto è immensamente felice. Non che della musica o simili gli freghi qualcosa, ma è pur sempre meglio di niente! Ti metterò a disposizione tutto quello che vuoi purché non molli anche questo!
«Di preciso, quand’è che saresti arrivato su questo pianeta? Quel giorno va proclamato festa nazionale subitissimo!» Afferma con un gran sorriso Nike, allungando un braccio di lato per poter stringere il fratellino. Ora che ha espresso un reale interesse per qualcosa di concreto, sarebbe disposta anche a costruirgli personalmente un enorme edificio per vederlo all’opera. Anche mamma amava la musica… sarebbe fiera di te, Voret.
«Scusa se mi permetto, ma non hai pensato che potrebbe essere un problema per quelli che decideranno di abitare fuori, come noi e voi? I cuccioli dovrebbero svegliarsi all’alba, e tornerebbero a casa ad orari assurdi. Se poi ci metti che, magari, si ritroverebbero anche con qualcosa da studiare a casa, capisci che sarebbe un bel problema.» S’intromette Major, che non può ignorare questo dettaglio. In fondo anche lei sue figlie andranno in questa futura accademia, e non vuole certo che si affatichino più del dovuto per lo studio… o che siano così tanto lontane dal suo radar e troppo vicine a quello dei possibili idioti che penseranno di sfilar loro le mutande.
«Primo, è ovvio che avranno qualcosa da studiare anche a casa. In quanto futuro genitore, voglio che siano occupati quanto più tempo possibile, e voglio anche avere delle scuse standard per punirli.» Sherry, dopo questa sua uscita, è a tanto così da saltargli addosso. Ogni cellula le vibra dal desiderio impellente di averlo dentro di sé e di vederlo perdersi nel piacere che lei riesce a dargli.
Radish, dal canto suo, lo sente, e quindi non può far altro che sperare che la riunione finisca il prima possibile. Gli pare infatti poco carino alzarsi, prenderla per un polso, trascinarla da qualche parte per una sveltina e poi tornare. Poco professionale, ecco.
«Togliendoteli così dalle palle…» Gli scuri occhi di Maddox si illuminano al sol pensiero, soprattutto perché Becca ha già cinguettato che “non sarebbe male avere altri figli”. Quella di Radish potrebbe rivelarsi la soluzione migliore di tutte. «Geniale!»
«Secondo, vi devo forse ricordare che era Roman in primis a volere questo bambino? Perfetto, io gliene ho forniti due, quindi dovrà darmi una mano, soprattutto se non vuole che rada al suolo il suo boschetto fatato.» Afferma poi Radish, che nel frattempo sente di star per impazzire quando Sherry, in barba alla decenza, gli ha lasciato scivolare una mano sul cavallo da sotto al tavolo «Non è forse vero che per entrare e uscire è già in uso la magia delle Fate, che oltre che a rendere il tragitto più breve, vi scherma al resto del mondo? Perfetto, la useremo anche alla tana delle Terre di Nessuno, che verrà schermata allo stesso modo ed avrà un tunnel che si legherà a questo posto.»
«Da quanto ragionavi su tutta questa roba?» La domanda di Blackwood, che gli sorride con l’aria di chi la sa lunga, gli arriva debolmente alle orecchie, ma si sforza comunque di rispondergli.
«Molte cose mi sono venute in mente ascoltando voi quattro, altre quando mi avete obbligato a studiare con quei due, e il resto quando ho scoperto che sarebbero stati due.»
Il Re del Sud, che ha notato la disperazione negli occhi di Radish, decide di aiutarlo come meglio può, tentando di escluderli in qualche modo dalla riunione. «Beh, a questo punto direi che sarebbe opportuno buttare giù qualcosa di scritto, così da avere delle linee guida ben precise e delineate, ed anche di trovare qualcuno capace di fare dei progetti precisi per le varie costruzioni. Che dici, Obsoleto, vai tu ad avvertire Roman delle nostre scelte, chiedendogli anche di raggiungerci?» Basterà questo, e loro due saranno liberi di fare quello che vorranno. Con il benestare di Roman, lui ed Everett potranno supervisionare il tutto anche solo con Darko e Greywind, e poi manderanno a chiamare di volta in volta coloro che potrebbero tornargli utili.
«Ma vedi te se una volta in pensione, devo ritrovarmi a correre da una parte all’altra per portare i tuoi messaggi!» Malgrado abbia capito il suo intento, un po’ come tutti in realtà — Sherry inclusa, che infatti non ha perso tempo per mormorarlo nell’orecchio del marito —, non riesce comunque a trattenersi. Gli viene in automatico, ormai.
«Ti accompagno…» Borbotta in tutta risposta Arus, ancora intontito da Voret. Poteva aspettarsi tantissime cose, ma quella assolutamente no.
«Già che ci sei, usciresti a prendere dei lamingtons, per favore?» Gli domanda però Nike, mandando in frantumi la sua nuvola di beatitudine.
«Ti sembro forse un fottuto fattorino?!»
«Ehi! I principini hanno bisogno di nutrimento umano! Vuoi forse farli soffrire?! Ricordati che il loro arrivo è volere del Grande Spettro!»
Il fatto che tutti, di punto in bianco, si siano fatti così attenti, insospettisce pure Radish e Sherry, che ultimamente si sono ritrovati parecchio fuori dal mondo. Senza saperlo, stanno per assistere ad uno dei famosi litigi tra padre e figlia.
«Bisogno di nutrimento umano sì, ma non di dolciumi pieni di grassi!»
«Non puoi saperlo!» La voce di Nike è salita di due ottave in un attimo «Oltretutto mi vanno da morire, quindi lagnati meno e fa’ come vuole la tua Regina!»
«Dovevo affogarti da piccola.»
«Stai attento a te, vecchio, perché se perdo la pazienza ti spezzo in due e ti butto in un cespuglio!»
«Ahhh, mi piacerebbe solo vedertici provare…»
Basta una frazione di secondo, e i due si attaccano verbalmente in un modo assolutamente incomprensibile. Non si capisce una sola parola, niente. È un turbinio di urla che solo loro due comprendono, con frasi ed insulti lanciati anche in lingue diverse.
Il loro scannarsi così ferocemente, con gli occhi che cambiano colore e le zanne che si allungano, lasciano non poco attoniti i due Sovrani del Nord, mentre Blackwood e Lux si sforzano per non scoppiare a ridere. In realtà, il problema è abbastanza collettivo: loro due sono sempre  così composti, rigidi e gelidi che vederli così fuori di sé per niente è decisamente assurdo ed esilarante.
Ma il meglio viene quando, dopo circa un minuto di urla incomprensibili ed una sedia volante, si ammutoliscono e, fissandosi negli occhi, Arus domanda dolcemente: «Erano quelli con la confettura di fragole o d’arancia che ti piacevano di più?»
«Arancia.» E detto questo gli dà un fugace bacio sulle labbra come quando era una bambina, tornando a sedersi comodamente. Sofferma poi lo sguardo su Sherry, mettendo su un’espressione corrucciata «Hai l’aria stanca, dolcezza. Dovresti proprio andare a risposare. E tu, alieno, dovresti accompagnarla, non sia mai che inciampa e cade.»
Una parte di lui vorrebbe davvero tanto mandarla affanculo, magari anche raccogliere la sedia da terra e lanciargliela in faccia, ma i suoi ormoni imbizzarriti gli suggeriscono di rimandare l’attacco ad un secondo momento, inconsapevole che ad averlo appena colpito e affondato è stata proprio la Regina del Sud.
Ci vediamo tra una settimana, Saiyan… sempre ammesso che tu sopravviva!




ɴɢᴏʟ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
Ma buon salve a tutti!😘

Ormai siamo in dirittura di arrivo, gente!
Si parla infatti di 5 capitoli rimanenti, ovvero un capitolo che racchiuderà più mesi e più eventi assieme, ovviamente il parto, un’occhiata su ciò che avviene dopo, l’arrivo di Goku e, dulcis in fundo, l’epilogo.
Vi devo però fare una domanda: “ciò che avviene dopo” può benissimo essere tolto, non modificherà alcunché, quindi che dite? Mettiamo anche quello, o evitiamo l’ennesimo papiro non necessario? Perché lì semplicemente si saprebbe più nel dettaglio come vivranno le loro frenetiche vite con l’arrivo di due bambini (due maschi? maschio e femmina? due femmine? un terzo nascosto che Darko non ha notato? Chissà!). Per questo forse ci sarà un sequel spin-off, dove si vedranno alcuni scorci di quotidianità nella famiglia Son (e di coloro che gli gravitano attorno). Anche questo, però, vedrà la luce solo se ci sarà qualcuno interessato a leggerlo.
In tutto questo, vi avverto subito che sto già pensando alla trama della prossima storia, che avrà come protagonisti un OC (con me è obbligatorio, sappiatelo e mettetevi l’anima in pace), sicuramente Radish e probabilmente anche Broly (uno dei due sicuramente avrà un ruolo più marginale, ma muoio dalla voglia di sfruttare un personaggio tanto bisognoso di affetto come Broly!).
Il raiting sarà rosso a questo giro, e non escludo che, in questa o in una prossima, possano entrarci anche Bardack (che, grazie a Teo5Astor è diventato Baldraccone) e/o Turles. Non so perché, ma l’unico a non piacermi è Goku, anche se sono tutti uguali!


Beh, direi che non ho altro da dire. Dopo 44 pagine, direi che è meglio chiudere qui.
Alla prossima settimana!
Un bacione 😘
Kiki 🤙🏼

  
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