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Autore: I_love_villains    12/12/2020    1 recensioni
Himiko approfitta del rapimento di Katsuki per fare un esperimento che avrà ripercussioni sul loro futuro.
Dal testo:
"Voglio fare un esperimento con te, Tsuki!" Il mio annuncio sembra metterlo in guardia. "Tranquillo, devi solo rispondere a delle domande."
"Ho già detto a quel coglione con le mani che..."
"Non è un interrogatorio" lo interrompo ridendo. "Più o meno. Anche io risponderò a queste domande. Guarda..." Carico una pagina sul mio cellulare e gliela mostro. "Visto? Due sconosciuti rispondono al questionario in quarantacinque minuti e si innamorano!"
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Himiko Toga, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Calcio una lattina, scocciato. Durante le ronde di queste giornate non ho avvistato nemmeno un criminale, ho solo aiutato un marmocchio incapace di recuperare un gatto salito su un albero, una befana che aveva perso il portafoglio, un imbecille che aveva parcheggiato in doppia fila, degli stranieri in cerca di informazioni. Insomma, sono frustrato per la mancanza di scontri!
Sto per scendere dalle scale antincendio dalle quali ho osservato alcuni vicoli purtroppo privi di teppisti o ladruncoli, quando vedo finalmente qualcosa di sospetto. Credo proprio non si tratti di un falso allarme: un uomo di mezza età sta trascinando una ragazzina bionda verso la sua auto. La biondina si affloscia tra le braccia del tizio, che la distende sui sedili posteriori con premura prima di salire al posto di guida.
Finalmente, cazzo! Non ci sarebbe gusto a intervenire immediatamente, però. Meglio seguire la comparsa, che magari ha dei complici e quindi degli avversari che sicuramente si riveleranno mezze calzette, ma almeno mi consentiranno di sfogarmi con qualche esplosione e mandarli in ospedale.
Per fortuna l’auto del rapitore si ferma dopo pochi isolati, quindi non fatico molto per non perderla di vista.
L’uomo smonta dall’auto, apre lo sportello posteriore e si blocca. Quando estrae la ragazza capisco il motivo: è la Svampita! Provo un certo senso di vendetta appagata vedendo che una mia rapitrice è stata rapita: non mi si era mai presentata l’occasione di vendicarmi di Toga per il mio rapimento, pertanto sono felice di essere presente al suo. Soprattutto, posso assicurarmi che quel tizio non le faccia niente... Toga è una mia responsabilità, deve pagarla ma deve uscirne incolume.
Aspetto qualche secondo prima di entrare nel palazzo abbandonato in cui si è introdotto il rapitore. Per quanto odii in genere le missioni stealth, non posso rischiare di farmi scappare i nemici urlando loro di farsi avanti, in quanto conosco poco il posto. Il primo piano risulta libero, come anche il secondo; comincio ad innervosirsi. Dal terzo giunge una flebile luce e si sente una voce maschile parlare sommessamente. Fa complimenti alla biondina, che si è tolta cappotto e uniforme e si sta infilando un vestito rosso, con gli occhi chiusi. Il quirk del tizio deve c’entrare con il sonnambulismo, penso arrossendo mentre distolgo lo sguardo dalla Svampita seminuda. Quanto mi fa incazzare che quella comparsa la fissa intensamente! Non ha alcun diritto di guardare!!
A questo punto escludo che si tratti di un rapimento con scopo di ricatto. È altrettanto ovvio che, a parte noi tre, il palazzo è vuoto. Li sento spostarsi, pertanto rialzo la testa, sollevato che la biondina sia coperta, anche se considerazioni scomode, tipo che in abito da sera è uno schianto, fanno lo stesso capolino tra i miei pensieri. Beh, sono etero e lei è bellissima, sarebbe strano diversamente, no? Cazzo, quella troia mi fa sempre sentire un imbecille!
Avanzo lentamente finché non riesco ad avere una chiara visione di cosa succede. L’uomo ha fatto sedere la Svampita a una sedia e si sta apprestando a immobilizzarla, senza smettere di monologare. Meglio per me, così sarà già impacchettata per il mio interrogatorio. Già, le chiederò dove sono il resto dei coglioni suoi amici e li consegnerò alla polizia: glielo avevo detto che la prossima volta che ci saremmo rivisti l’avrei sbattuta in prigione.
Il rapitore finisce di legarle i polsi e si concentra sul tavolino, valutando che trucchi usare. Mi accingo a colpire la comparsa appena si allontana da Toga, ma quando vedo il riflesso di lei allo specchio mi fermo: da addormentata, tra l’altro a causa di un narcotico, la biondina non appare allegra né serena come lo è sempre, ha un’espressione piuttosto inquieta sul viso. Di colpo non trovo più divertente che sia stata rapita e detesto il bastardo che l’ha privata, anche se temporaneamente, della sua spensieratezza.
Maledizione, ho perso l’occasione per colpire! Indietreggio per non farmi scorgere da nessuno dei due, profondamente irritato con me stesso. Che cazzo mi è preso?! Io devo sconfiggere e catturare ogni criminale al fine di diventare il numero uno, non hanno importanza il sesso, l’età, lo status sociale, l’etnia, il fatto che Toga è indifesa, parecchio attraente, confusa e adesso sta minacciando di morte il suo rapitore. Sorrido per il caratterino della biondina.
Attendo che mi si presenti un’altra opportunità. Intanto osservo il tizio pettinare la Svampita e lo sento esporre il programma della serata. È convinto che nulla andrà storto, il coglione. Ecco che porta la sedia nella stanza che funge da soggiorno e... come cazzo ha osato colpirla, quel bastardo?!?
Mi costringo ad aspettare solo un altro momento, il tizio sta per lasciarla sola, ma se sono riuscito a dominarmi finora, digrignando i denti e stringendo i pugni, non posso proprio trattenermi nell’osservare la biondina attendere schifata il bacio del maniaco. È una punizione eccessiva persino per lei, perciò sbotto senza pensarci due volte: “Ehi tu, porco, levale le mani di dosso!!”
Entrambi i villains sobbalzano e si voltano verso di me.
“Tsuki” mormora meravigliata Toga.
Lo stronzo sembra altrettanto sorpreso, ma è molto meno felice che sia arrivato un eroe a guastargli i piani. Prima che abbia il tempo di reagire, è sopraffatto da una piccola esplosione che lo scaglia contro il muro. L’esplosione fa cadere di lato la sedia a cui è legata la bionda, che lancia un urletto.
“Tra poco faremo i conti” le intimo.
Lei mi fissa imbronciata. La ignoro per ora. Strattono il bavero della giacca del maniaco, tirandolo in piedi, e lo inchiodo al muro. La mia presa gli immobilizza il braccio sinistro, il destro invece è parzialmente libero e il tizio lo solleva con uno sforzo disperato e mi tocca la testa, per poi darmi uno spintone.
   
 
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